29 luglio 2011

RAAM



Raam è un film dall’esecuzione scarna ma ruggente, a tratti perfino straziante, realizzato con un budget limitato e senza particolari artifici ed incentrato sulla perfomance dell’indomabile Jeeva, giovane interprete la cui filmografia è già costellata di ruoli difficili e impegnativi. Il racconto è aspro ma fascinoso, le tinte sono estreme, spesso addirittura sinistre, la storia è a volte sussurrata all’orecchio, altre urlata con rabbia e impazienza, il suo incedere è nervoso. Ameer Sultan, in passato assistente favorito di Bala, produce e dirige il suo secondo successo dopo il più commerciale Mounam Pesiyadhe e ci mostra attraverso questo thriller, per niente ingenuo, quanto il suo spirito sia temerario e le sue idee originali.

TRAMA
Raam (Jeeva) e la giovane madre Saratha (Saranya Ponvannan) vengono trovati chiusi dentro la loro abitazione sdraiati su un lago di sangue. La polizia li crede entrambi morti ma il ragazzo è ancora vivo e non vuole separarsi dal corpo della mamma. Date le sue reazioni violente e i suoi problemi comportamentali, Raam viene accusato di aver compiuto l’omicidio della donna con la quale condivideva un legame ossessivo. La storia corre indietro nel tempo e mostra il rapporto tra i due, l’abbandono del padre e l’isolamento della loro vita quotidiana che li aveva stretti in un affetto morboso.

Nella prima parte il regista dipinge un ritratto accurato del protagonista, la vera storia si sviluppa in seguito, quando, tra un depistaggio e l’altro, iniziano a venire a galla le diverse versioni dei fatti. Il film resta sempre fedele alle sue linee guida e invita a non perdersi nei tanti possibili sub-plots, le  vite degli altri personaggi vengono appena accennate perché il fulcro di tutto è la figura di Raam e i suoi molteplici volti. Jeeva si è sottoposto ad una lunga preparazione al ruolo ed ha costruito un profilo ombroso e complesso. Il giovane  è inavvicinabile, aggressivo, il suo aspetto è raffinato ma anche virile, se gli atteggiamenti ricordano le tenerezze di un bambino la sua carica erotica è ben aldilà di quella posseduta da un teenager. L’attore sviluppa il personaggio tra le contraddizioni ma lo rende un essere vivo e reale, fissa lo schermo con i suoi occhi nerissimi e profondi, dosa poteri distruttivi e fragilità, ripete slogan inquietanti, si dedica ad attività spirituali ma lascia emergere una rabbia violenta o si immobilizza terrorizzato al suolo.
La solitudine e l’isolamento stringono Raam e la madre in un rapporto sanguigno e passionale che tuttavia non varca mai la soglia dell’incesto. L’abbandono del marito rimane un trauma per Saratha, la donna viene lasciata sola nel pieno della sua giovinezza, il figlio cresce inquieto e si interroga sulla possibili misfatte dell’uomo. Raam, la cui integrazione sociale è già resa difficile da una forma di autismo, sente addosso le accuse dei compagni di scuola che lo etichettano come diverso e si burlano del fatto che sia nato da una madre single e non conosca l’identità di suo padre. Il ragazzo si difende dichiarandosi “il figlio di Dio” e ad esso cerca di avvicinarsi attraverso la meditazione nella natura e la penitenza.
Il nevrotico susseguirsi degli eventi e i toni prevalentemente dark vengono mitigati dai brani musicali del maestro Yuvan Shankar Raja. La colonna sonora ha qui una funzione puramente narrativa e non invasiva, vengono proposte sonorità tipiche della Katakali, la danza - teatro del Kerala, le coreografie sono assenti, melodie soavi vengono affiancate a testi poetici o taglienti che ci confidano dettagli sul vissuto dei personaggi.
La location è Kodaikanal, paesaggio di montagna ben lontano dall’essere idilliaco, una foresta fitta e nebbiosa, ignorata dai raggi del sole, la fotografia si concentra solo sulle tinte opache e scure, il buio degli interni, il verde degli alberi altissimi a coprire il cielo, il grigio delle nuvole pesanti. La narrazione intrigante, dai ritmi serrati, impedisce allo spettatore di annoiarsi o anche solo di posare gli occhi altrove.


Il mio giudizio sul film : ****1/2   4,5/5


ANNO : 2005

LINGUA : Tamil

REGIA : Ameer Sultan


CAST

Jeeva …………………. Raam
Saranya Ponvannan ……………… Saratha
Murali ………………… Mailachamy
Rehman ………………. Umar
Gajala ……………….. Karthika
Kanja Karuppu ……………… Valhadavan
Kunal Shah …………………. Satish



COLONNA SONORA : Yuvan Shankar Raja

PLAYBACK SINGERS : Yuvan Shankar Raja, Madho Balakrishnan, Vijay Yesudas, KJ Yesudas, Ranjith, Jyotsna, Premji Amaran



QUALCOS’ALTRO:

Il film è stato Selezionato al Goa International Film Festival ed ha vinto nel 2006 ben due premi al Festival Internazionale del Film di Cipro: Miglior Attore Protagonista (Jeeva) e Miglior Colonna Sonora (Yuvan Shankar Raja)

Sito Web del fantastico protagonista : JeevaOnline

Mini profilo di Jeeva nella sezione : I Volti Maschili del Cinema Tamil

26 luglio 2011

AADUKALAM



Vincitore di ben sei National Awards, tra cui Miglior Attore, Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura, Aadukalam ha assaporato un successo sensazionale dentro e fuori i confini del Tamil Nadu. L’attore Dhanush, il registra Vetrimaran e il compositore G.V Prakash Kumar collaborano nuovamente dopo il trionfo di Polladhavan (2008), regalano al pubblico un film maturo e sincero che coinvolge nonostante il background polveroso e cruento e la scelta discutibile di mostrare incontri tra galli da combattimento (fortunatamente realizzati solo in grafica digitale).


TRAMA
Karu (Dhanush) è un ragazzo senza alcun avvenire che si guadagna da vivere attraverso le scommesse sui combattimenti illegali dei galli. La sua intesa con il capo Pettaikaran (Jayabalan), che considera un fratello maggiore, si interrompe il giorno in cui il suo intuito gli fa piovere addosso un’improvvisa ricchezza. L’uomo non riuscirà mai ad accettare che l’allievo lo ha superato e lo riterrà responsabile di aver infranto il suo Ego agli occhi della comunità.


Vetrimaran, sceneggiatore e regista del film, sorregge la storia con uno script denso, un’ottima caratterizzazione dei personaggi e un attento studio degli ambienti. Dopo un inizio un po’ lento i ritmi crescono e si mantengono forti e costanti, come le percussioni di sottofondo che accompagnano le scene più intense. I vecchi rivali lasciano il campo prima di metà film per fare spazio ai nuovi nemici, coloro che si consideravano compagni e fratelli divengono ancora più subdoli, potenti e minacciosi del pericolo iniziale. Tutto si capovolge. La fiducia, spinta per la quale un uomo è pronto a compiere di tutto soprattutto se giovane e mosso da ideali, diviene una sottomissione, una dipendenza, nel momento in cui essa crolla ogni cosa viene trascinata sotto le macerie.
Riproponendo un tema simile a quello di altri film come Subramaniapuram e Pattyal,  Aadukalam dipinge un mondo impietoso dove si lotta da soli, una realtà in cui per il protagonista diviene sempre più difficile riconoscere chi è al suo fianco e chi invece è pronto a tradirlo, ad insinuare pensieri negativi, a far vacillare le promesse di felicità. La trama riprende il conflitto generazionale giovani/adulti quasi onnipresente nella cinematografia tamil, da una parte l’intuito e la ricerca della libertà, dall'altra la tenacia cieca e la chiusura claustrofobica nei concetti di orgoglio ed onore, la volontà di annientarsi ed annientare piuttosto che perdere la faccia o smentirsi.
Il vero intento del film sembra essere quello di mostrare come nella situazione in cui si trova Karu la vita stessa inizia a non avere alcun valore, il suo destino segue quello del gallo che ha salvato, l’animale che risparmia da morte certa e nutre di nascosto nella sua casa disobbedendo al capo che lo voleva sopprimere.
Pettaikaran è un nemico oscuro e sempre vicino all’eroe, dagli atteggiamenti fraterni ma dalle azioni letali, attende, pensa, studia come far crollare la fortuna del giovane che si è permesso di sfidarlo, l’invidia si impossessa di lui lentamente, il solo pensiero della disobbedienza di Karu lo devasta, lo spinge a riflettere in maniera maniacale su come portare avanti la sua fine. La vendetta è un piatto che va servito freddo.
Davanti ad un quadro feroce e disincantato, l’amore per Irene ( una graziosa e spontanea Tapsee Pannu) appare come la sola valvola di sfogo e l’unica salvezza. Lle morse della società sono pareti mobili che cercano di intrappolare Karu fino a schiacciarlo.
Dhanush, brillante attore tamil già affermato nel cuore del pubblico e dei critici, avrebbe potuto avere in questo film il suo palcoscenico esclusivo in cui far trionfare un appeal da superstar. Nonostante tutta la storia ruoti intorno a lui, il ragazzo, il cui decollo artistico pare non arrestarsi mai, decide con umiltà e saggezza di evitare ogni eccesso e si confina volontariamente in un basso profilo. La sua interpretazione è impeccabile e non pretenziosa, attraverso un perfetto linguaggio del corpo e uno studio degli sguardi da alla luce una fotografia nitida del personaggio: un uomo comune i cui insuccessi superano di gran lunga le glorie, spogliato di ogni aura magica, emotivamente nudo agli occhi del pubblico. Karu è coinvolto in attività violente e rivoltanti ma da esse sembra non venire intaccato, la sua purezza d’animo e innocenza restano immuni sia alla crudeltà che alla sporcizia morale che lo circondano.


Il mio giudizio sul film : ****  4/5



ANNO : 2011

LINGUA : Tamil

TRADUZIONE DEL TITOLO : Terreno di gioco

REGIA : Vetrimaran


CAST :
Dhanush ………………….. Karuppu
Tapsee Pannu ……………………… Irene
Jayabalan …………………… Pettaikaran
Kishore………………………… Durai


COLONNA SONORA : G.V. Prakash Kumar



QUALCOS’ALTRO

Dhanush è sposato con Aishwarya,  figlia della star del sud Rajnikant

L’attrice Andreah Jeremiah ha prestato la sua voce a Tapsee Pannu durante il doppiaggio del film, la ragazza, cresciuta a Delhi, non conosceva la lingua tamil. Anche la voce di Jayabalan, celebre poeta originario dello Sri Lanka che interpreta il personaggio negativo, nel film è stata doppiata.

Articolo di Cinema Hindi sull'assegnazione dei National Awards per l'anno 2010 , Aadukalam trionfa nelle categorie Miglior Attore (Dhanush in ex aequo con Salim Kumar in Adaminte Makan Abu), Miglior Regia (Vetrimaran), Miglior Sceneggiatura (Vetrimaran), Miglior Montaggio (Kishore Te), Migliori Coreografie (Dinesh Kumar) e Premio Speciale della Giuria (Jayabalan).

Il  video di Ndtvd  successivo alla vittoria di Dhanush ai National Awards. La conferenza stampa dell'attore alla passata edizione dei Filmfare Awards.

Mini profilo di Dhanush nella sezione I Volti Maschili del Cinema Tamil.

21 luglio 2011

DELHI BELLY

Lo stesso regista di Game, Abhinay Deo, stavolta ha miglior fortuna sia in termini di sceneggiatura, che di critica e pubblico. Delhi Belly sarebbe da proiettare in prima serata su Raiuno nel prossimo ciclo "Le stelle di Bollywood", oppure da far vedere agli amici (maschi) che ancora sono convinti che il cinema indiano sia quello "in cui ballano" tra un melodramma e l'altro.  Un film che dura solo un'ora e mezza, divertente e deliziosamente insensato.

TRAMA

Rocamboleschi e surreali fatti e misfatti di tre amici, un giornalista, Tashi (Imran Khan), un fotografo, Nitin (Kunaal Roy Kapur) e un creativo, Arup (Vir Da), parecchio zozzi e un po' cialtroni.

RECENSIONI

The Times of India ****
Delhi Belly diverte in modo intelligente. Ma chi è il vero eroe del film? E' Akshat Verma, che ha regalato a Bollywood una delle sceneggiature più brillanti degli ultimi anni? DB è una commedia che rappresenta un piacevole cambiamento, perchè ben diversa dall'ordinaria, puerile sfrenatezza comica offerta dalle pellicole hindi. In DB l'umorismo è tutto situazionale, abilmente inserito nella sceneggiatura. Oppure l'eroe del film è il regista, Abhinay Deo, che racconta in un modo realistico che funziona a meraviglia una storia condita con gli eventi più insoliti? Per fortuna Abhinay non ha provato alcun desiderio di scioccare o meravigliare o provocare attacchi di risate isteriche, semplicemente perchè le situazioni narrate sono così bizzarre da scioccare e meravigliare per loro natura. O l'eroe del film sono le performance, tutte raffinati esempi di una recitazione misurata ma che colpisce alla grande? Imran Khan regala, ad oggi, il meglio di sè. Vir Das offre senza sforzo la sua solita, competente, clownesca performance, rubando la scena. Vijay Raaz è uno spasso. E per finire, l'eroe del film è forse la censura indiana, che ha mostrato grande maturità nel consentire la distribuzione di DB senza imporre tagli? Per la prima volta abbiamo una pellicola nella quale i personaggi parlano in un linguaggio reale. La sceneggiatura trabocca di parolacce e imprecazioni che aggiungono divertimento al film, tanto quanto la colonna sonora. DB è un buon esempio di come cineasti lucidi e sfrontati che mettono in comune il loro talento possano creare un prodotto che vale i soldi del biglietto e che riscrive tutte le antiquate regole dell'industria cinematografica hindi. Godetevelo!
Nikhat Kazmi, 01.07.11
La recensione integrale.

Hindustan Times ****
Delhi Belly significa in slang 'diarrea del viaggiatore'. Il film ha poco a che vedere con Delhi (a differenza di Band Baaja Baaraat o di No one killed Jessica) e poteva essere ambientato ovunque. Nè sembra essere una contraffazione di Jackie Brown o di Lock & Stock - Pazzi scatenati. Vijay Raaz per una volta è calmo e misurato. I personaggi non hanno grande rilevanza. A differenza di precedenti produzioni di Aamir Khan, in DB non vi sono nè un robusto sottotesto (Peepli live), nè poesia profonda (Dhobi Ghat). Non dovete pensare, nè desidererete farlo. Il nocciolo di DB è la sua esilarante trama situazionale che sfiora spesso i confini di una deliziosa profanità, e ciò grazie alla sceneggiatura brillantemente redatta da Akshat Verma e alla regia ad effetto di Abhinay Deo. La colonna sonora è alla Pulp Fiction. I personaggi ostentano un genuino look da zombie, personaggi a cui le cose semplicemente accadono, senza che essi facciano nulla per provocarle. E ne succedono davvero tante in 98 minuti, alcune volgari, alcune ispirate. Vi è una piacevole onestà in un film intelligente e pazzo che non si ferma mai. Mi è stato detto che la versione hindi non sarà più moderata. Alla fine Aamir Khan irrompe sulla scena, con una parodia danzereccia fra Travolta e Elvis the Pelvis. L'item number era chiaramente non necessario per i monosala. I titoli di coda compaiono sullo schermo. Ed è qui che Aamir merita di essere, proprio in cima, per aver scommesso su un prodotto che speriamo possa ispirare un buona defecazione nei cinema (le rivoluzioni seguiranno). Super divertimento. Massimo rispetto.
Mayank Shekhar, 01.07.11
La recensione integrale.

Diana *** 1/2
Già molti anni fa,  Monicelli, citando Lo squalo (1975) di Spielberg, sosteneva, e lo ha ripetuto con maggior convinzione poco prima di morire, che il cinema americano è finito, un moribondo tenuto in vita da trasfusioni di denaro. D'accordo con il grande regista o no, si può affermare senza timore di essere smentiti che il destino di quello indiano è ancora da scrivere. La vitalità di autori e produttori del subcontinente è indiscutibile. Esplorano in tutte le direzioni, con un occhio ai vicini d'oriente ed occidente. Sperimentano.
Questa ricerca, questa evoluzione, anche disordinata e turbolenta, sotto i nostri occhi, la varietà e l'imprevedibilità del  risultato sono molto affascinanti.
Delhi Belly è una delle vie, non l'unica. Quella più strafalciona e divertita.
La sceneggiatura è composta da situazioni insolite (il ricatto al padrone di casa, l'ex marito geloso e armato, lo scambio di consegne), ognuna delle quali basterebbe per un solo film. La combinazione pur esuberante  fila alla perfezione. Quello che rende speciale Delhy Belly, però, non è la trama, ma l'atmosfera: guascona, autoironica, disimpegnata; l'intrattenimento spregiudicato ed irriverente anche se a tratti becero (come nel caso del candelotto di dinamite). Il resto lo fanno i protagonisti, Imran Khan, Vijay Raaz, che interpreta un flemmatico gangster e Shenaz Treasurywala nella parte della dolce ma esigente fidanzata.

Il bello:
- Imran Khan. E' bravo, ha carisma e riesce ad essere contemporaneamente buffo e sexy.
- Il finale tenero e divertente, lascia con un sorriso soddisfatto.
- La partecipazione di Aamir Khan, tutt'altro che avulsa dalla trama.  Da vero fuoriclasse, Aamir si scatena in un imperdibile omaggio-parodia dei disco dancer degli anni '80.
L'intervista di Aamir Khan in cui dichiara di essersi ispirato a Mithunda, Govinda, Amitabh Bachchan e Rishi Kapoor.
Un assaggio della sua esilarante performance.

Il brutto:
- Le vicissitudini intestinali di Nitin (Kunaal Roy Kapur) con tanto di peti ripetuti, diarrea e persino un primo piano sulle deiezioni. Comicità volgare e grossolana da cinepanettone? No, grazie.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Tashi Malhotra - Imran Khan
Nitin Beri - Kunaal Roy Kapur
Arup - Vir Das
Sonia - Shenaz Treasurywala
Menaka - Poorna Jagannathan
Somayajulu - Vijay Raaz
Manish - Paresh Ganatra
Zubin Mehra - Raju Kher
Rajeev Khanna - Rahul Singh
Prateek - Rahul Pendkalkar
Brajesh - Pradeep Kabra
La madre di Sonia - Lushin Dubey
Il gioiellere - Rajendra Sethi
La madre di Tashi - Shilpa Mehta
VJ Soniya - Anusha Dandekar
Special Appearance - Aamir Khan

Scritto da Akshat Verma

Diretto da Abhinay Deo

Prodotto da Aamir Khan, Kiran Rao, Ronnie Screwvala e Jim Furgele

Musiche di Ram Sampath

Distribuito da Aamir Khan Productions e UTV Motion Pictures

Anno 2011

CURIOSITA'

- Delhi Belly è stato classificato con una A (Adult) dalla censura a causa del linguaggio e dei contenuti utilizzati.

- La prima mondiale di Delhi Belly si è tenuta in occasione dell'apertura del London Indian Film Festival 2011.

- Si parla di un sequel di Delhi Belly, diretto da Kiran Rao, protagonista il disco fighter Aamir Khan, dal titolo Disco Fighter. Sembrerebbe quasi una burla, ma è stata riportata anche da The Times of India.

- Pare che la scherzosa guerra mediatica tra Shahrukh Khan ed Aamir Kahn (ricordiamo che quest'ultimo aveva fatto sapere di avere un cagnolino di nome SRK) continui. In Delhi Belly, infatti, la macchina utilizzata dai protagonisti, pesantemente dileggiata ("sembra il risultato dell'accoppiamento tra un asino e un rickshaw") ed ammaccata senza riguardo, è stata scelta di una marca coreana pubblicizzata proprio da Shahrukh: un caso?
La notizia riportata da Bollywood Hungama.
 
- In ultimo: il video del making della canzone più discussa di Delhi Belly, Bhaag D.K. Bose.

Il sito ufficiale del film è una pagina Facebook.

20 luglio 2011

EMOTIONAL ATYACHAR



Emotional Atyachar segna il debutto alla macchina da presa di Akshay Shere, assistente regista di Ram Gopal Varma in Sarkar. La pellicola, definita un thriller-road movie, non ha beneficiato di alcuna promozione ed è stata tiepidamente accolta da pubblico e critica. Piuttosto sorprendente, considerando il fatto che nell'ambito della cinematografia hindi EA è originale e diverso dal solito, almeno nell'approccio.

La sceneggiatura reitera la vecchia sfruttata storia della valigia piena di denaro di dubbia provenienza su cui uno sgangherato manipolo di personaggi vorrebbe mettere le mani, ma la struttura e la presentazione sono inusuali, e costituiscono il pregio e il difetto del film. La narrazione è un puzzle di vicende diverse raccontate in flash back, che procedono in circolo e che gradualmente compongono il quadro completo. Sembra sia stato scelto il punto di vista di Vikram - è lui l'inconsapevole motore: il denaro promesso per l'investimento in un suo progetto (pare legale), viene riconvogliato dal partner senza preavviso all'ultimo momento verso l'acquisto del locale di Bosco, lasciando Vikram in guai seri -, almeno per gran parte della pellicola. Ad una prima visione, però, risulta difficoltoso capire gli intrecci che legano i personaggi fra loro, e quindi gran parte del godimento viene diluito. Solo ad una seconda visione EA risulta più comprensibile e si può sorvolare sulla sceneggiatura frammentata e slegata.
Il ritmo è veloce, grazie alla brevità del film, alla regia rapida (e molto tecnica), al montaggio privo di pause. Eppure la scarsa chiarezza nell'esposizione della trama inganna il pubblico: EA sembra a tratti addirittura lento, ma in realtà è l'attenzione dello spettatore a calare perchè sottoposta a troppi stimoli simultanei e a poche spiegazioni.

I personaggi sono scritti con cura anche se si resta alla superficie, e sono tutti ambigui e con zone d'ombra (con l'eccezione di Hiten, che però è scarsamente a fuoco). L'ironia di cui è intrisa la sceneggiatura e la qualità delle interpretazioni da parte del cast sono tali da rendere gli svitati protagonisti di EA vividi e reali, malgrado la rapidità con cui vengono presentati al pubblico e le buffe esagerazioni delle loro vicende. Ranvir Shorey e Vinay Pathak si confermano gli esilaranti Blues Brothers del cinema indiano. Kalki Koechlin alterna in modo impeccabile finto candore e calcolo omicida. Ravi Kishan e i suoi due sdruciti compari sono piacevolissimi.
EA è bizzarro ma spezzettato, però rimane un prodotto consigliabile. Le critiche negative pubblicate dai media indiani sembrano poco generose: la pellicola merita una maggiore considerazione, soprattutto per l'originalità.

TRAMA

Hiten (Anand Tiwari) è un aspirante imprenditore. E' alla guida della sua automobile sull'autostrada Goa-Mumbai. Sono le due e un quarto del mattino. La corsia è deserta. Hiten canta a squarciagola per farsi coraggio e mantenersi sveglio. Improvvisamente incappa in Vikram (Mohit Ahlawat), ferito e sanguinante, che lo implora di condurlo all'ospedale.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Alcuni dettagli sono davvero godibili: la maglietta lampeggiante di Hiten, il fantasmino fosforescente nella sua auto, la psichedelica carta da parati del camerino di Sophie, le manette di pelo rosa, i dialoghi fra Joe e Leslie, le interazioni fra Junior Bhai e la sua scalcinata gang (l'asportazione della pallottola, il girotondo intorno al pullmino).

RECENSIONI

The Times of India: **1/2
Emotional Atyachar è breve, sgargiante, ma non all'altezza del titolo preso in prestito da uno dei brani più originali degli ultimi tempi. Copiare l'eccentrico slogan della colonna sonora di Dev D non assicura di realizzare un film altrettanto bizzarro, anche se è possibile scorgere da dove il regista abbia tratto ispirazione: un mix non ben riuscito di Anurag Kashyap, Vishal Bhardwaj e Quentin Tarantino. Cosa non funziona? Il fatto che lo spazio concesso a due dei più raffinati attori non convenzionali attualmente in circolazione, Vinay Pathak e Ranvir Shorey, sia ristretto, mentre gli altri a fatica catturano l'attenzione. EA si rianima quando Pathak e Shorey riempiono la scena col loro imprevedibile, tagliente comportamento e col loro gergo da strada. E il divertimento raddoppia quando al duo si aggiunge la camaleontica Kalki. Furbo ma non abbastanza elaborato, EA è una black comedy che, per la maggior parte, scade nel grigio.
Nikhat Kazmi, 01.09.10

Cinema Hindi: ***
Punto di forza: la bizzarria e le interpretazioni
Punto debole: la sceneggiatura slegata

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Vinay Pathak - Joe
* Ranvir Shorey - Leslie
* Kalki Koechlin - Sophie
* Ravi Kishan (Well Done Abba!) - Junior Bhai
* Mohit Ahlawat (Shagird) - Vikram
* Anand Tiwari (Udaan) - Hiten
* Abhimanyu Singh (Gulaal) - Bosco (special appearance)

Regia: Akshay Shere
Soggetto: Rakshit Dhaiya
Sceneggiatura: Bhavini Bheda, con la collaborazione di S.A. Thanikachalam.
Dialoghi: Kartik Krishnan
Colonna sonora: Mangesh Dhadke. Bappi Lahiri (Disco Dancer) ha composto la title track.
Fotografia: Tribhuvan Babu Sadneni (Ragini MMS)
Scenografia: Aparna Sud (Rann)
Montaggio: Pranav V. Dhiwar (Dabangg)
Traduzione del titolo: ricatto emotivo (fonte: BollyMeaning).
Anno: 2010

CURIOSITA'

* Ranvir Shorey e Vinay Pathak hanno interpretato insieme diverse pellicole: Jism, Khosla Ka Ghosla, Bheja Fry e Aaja Nachle. Dovremmo rivederli presto in Winds of change, il nuovo progetto di Deepa Mehta. Ranvir e Vinay sono molto amici di Rajat Kapoor e di Neha Dhupia. Possiamo ammirare il magnifico quartetto in Mithya (diretto ma non interpretato da Rajat) e in Dasvidaniya.
* L'attore Mohit Ahlawat è anche coproduttore di Emotional Atyachar.
* Lo sceneggiatore Bhavini Bheda è stato assistente alla regia per Rang Rasiya e per EA.
* Emotional Attyachar (rock version) è il noto brano composto da Amit Trivedi contenuto nella splendida colonna sonora di Dev D. Emotional Atyachaar è invece un reality televisivo prodotto da UTV che non ha nulla a che fare col film. Sito ufficiale del programma.
* Riferimenti a Bollywood: Aishwarya Rai.
* Riferimenti all'Italia: menzionata la Sicilia.
* Film che trattano lo stesso tema: Sankat city. In parte Tashan, Kaminey, Ishqiya, Phas Gaye Re Obama.

GOSSIP & VELENI

* Ranvir Shorey e Konkona Sen Sharma si sono sposati il 3 settembre 2010, data di distribuzione di Emotional Atyachar. Insieme i due hanno girato Mixed Doubles, Yun Hota Toh Kya Hota, Traffic Signal, Aaja Nachle e Fashion.

15 luglio 2011

UTT PATAANG

Ecco un film che, seppur prodotto dalla Warner Bros in collaborazione con la Rash Productions, ha goduto di una promozione scarsissima. Utt Pataang non ha niente da invidiare, anzi, ad alcune pellicole molto pubblicizzate che spesso, al di là del clamore sollevato, si rivelano grandi delusioni.

TRAMA

Ram Sharma (Vinay Pathak) è stato da poco lasciato dalla compagna Sanjana (Mahie Gill) e vive ancora con le gigantografie di lei attaccate al muro. La sera in cui l'amico Nandu (Saurabh Shukla) gli presenta un'altra donna, Sanjana irrompe nell'appartamento di Ram. Quello che vuole Sanjana, però, non è un riavvicinamento, ma recuperare il passaporto per scappare con i soldi rubati a Lucky Sardana (Vinay Patha), il suo malavitoso nuovo amante.

RECENSIONI

The Times of India **1/2
Ecco un'altra storia con spunti energetici sparsi in mezzo alla mediocrità. Anche la struttura narrativa risulta discutibile: innovativa (forse) per pochi, pesante e incoerente per lo spettatore medio. Cosa funziona? Gli interludi del tipo ordinario interpretato da Vinay Pathak con la misteriosa straniera (Mona Singh). Ma lo stesso Pathak rovina tutto nel ruolo del gangster che scimmiotta la Pantera Rosa, con il suo francese per nulla divertente e il suo esagerato gigioneggiare. Altrettanto poco accattivante è la performance di Mahie Gill: manca la scintilla mostrata in Dev D. L'attrice sta ancora cercando un equilibrio a Bollywood a dispetto del suo impressionante debutto. Utt Pataang a intermittenza è interessante, però abbiamo già visto le stesse cose tante volte in altri gangster noir sperimentali.
Nikhat Kazmi, 03.02.11
Recensione integrale.

Hindustan Times *1/2
La trama si svolge al chiuso, nel corso di una singola notte, in quattro camere, con quattro attori. E si muove avanti e indietro. Come il film. Senza vita. Avanti e indietro.
Mayank Shekhar, 04.02.11
Recensione integrale.

Diana ***
Consueta commedia in cui uno dei protagonisti si appropria di una borsa piena di soldi (ma potrebbe anche essere un pugno di diamanti o una partita di droga) cercando di fregare l'"illegittimo" proprietario. Utt Pataang si distingue grazie all'interpretazione di attori maturi e allo stile garbato, che si estende anche alla rappresentazione del personaggio del boss Lucky Sardana, caricaturale ma non fino a diventare molesto. Insolito e carino l'incontro tra Ram e Koel, amareggiati e delusi dall'amore si aprono ad una nuova avventura. Ottima la scelta di raccontare la storia come un puzzle, inserendo il  punto di vista di più personaggi. Una soluzione dinamica che rende il film più interessante e piacevole.

Il bello:
- Vinay Pathak in scarpe da ginnastica fa la parte di un trentacinquenne.
- La struttura narrativa.

Il brutto:
- Il muso lungo di Mona Singh. E' vero che l'attrice interpreta  una donna che è appena stata tradita ma un po' più di entusiasmo sarebbe stato gradito.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Ram Sharma / Lucky Sardana -  Vinay Pathak
Nandu Pandey - Saurabh Shukla
Sanjana Mahadik -  Mahie Gill
Koel Datta - Mona Singh
Ghani Bhai - Govind Namdeo
Nimmi - Delnaaz Paul
Inspector Shinde  - Murli Sharma

Scritto e diretto da Srikanth V. Velagaleti

Prodotto da Aparna Joshi

Distribuito da Warner Bros e Rash Productions

Musiche di Shamir Tandon

Anno 2011

CURIOSITA'

- Al ventisettesimo minuto, Ram invita Koel  a casa. Per rompere il ghiaccio, Ram propone di guardare uno dei dvd dell'amico Nandu, ma la situazione si fa più imbarazzante quando sullo schermo compaiono delle inaspettate scene di sesso. Sorpresa: la star dell'inopportuno film è l'italianissima Francesca Dellera!

- Mahie Gill ha debuttato nel cinema Hindi con Dev D, vincendo il  premio della critica come migliore attrice ai Filmfare Awards del 2010. Sarà la protagonista del prossimo film di Ram Gopal Varma Not a love story.

- A bollywood non è infrequente che un attore interpreti due o più ruoli nello stesso film. Esempi celebri sono Shahrukh Khan nel divertente Duplicate (1998) o nel più recente Don (2006). Oppure l'indimenticabile Shahid Kapoor in Kaminey. Per quanto riguarda le ragazze, a parte la mitica Kajol in Dushman e Kuch Khatti Kuch Meethi, ricordiamo Deepika Padukone nel poco consigliabile Chandini chowk to China. In ultimo, il terribile What's your raashee? nel quale Priyanka Chopra interpreta dodici parti diverse.

Non è disponibile un sito ufficiale di questo film. Segnaliamo la pagina dedicata ad Utt Pataang da Bollywood Hungama.

13 luglio 2011

BENNY AND BABLOO



Benny and Babloo è un prodotto molto semplice (e semplicistico) che ricorda i melodrammoni italiani degli anni quaranta e cinquanta del secolo scorso. L'inizio è dignitoso, con qualche siparietto divertente. In seguito però la narrazione vira verso il patetico, tradendo l'intenzione del regista di denunciare pregiudizi e vuoto morale. Il film diventa ripetitivo, lacrimoso, scontato, superficiale, a tratti anche imbarazzante. Rajpal Yadav e Kay Kay Menon sono bravi e sostengono da soli la pellicola, malgrado la performance di Menon (superbo attore) risulti un filo spiritata. Rajpal, dal canto suo, nei ruoli drammatici o comunque non marcatamente comici (Chandni Bar, Yeh Mera India) è sempre naturalissimo. A proposito di Chandni Bar: preferiamo evitare qualunque confronto con Benny and Babloo.

TRAMA

Benny (Kay Kay Menon) e Babloo (Rajpal Yadav) sono due amici che dividono lo stesso appartamento. Benny lavora in un lussuoso hotel a cinque stelle, Babloo in un dance bar. Non tutto è come sembra: la direzione dell'albergo consente un traffico di droga e di prostituzione per accontentare le richieste dei suoi facoltosi clienti; le ballerine del locale di Babloo si rivelano brave ragazze dedite alla famiglia.

RECENSIONI

The Times of India: **
Pronti per lo scontro fra alta e bassa società? Benny and Babloo potrebbe essere interessante se solo non fosse così pieno di cliché. I ricchi sono rappresentati come privi di morale, i meno abbienti come persone che si aggrappano all'onore e all'umanità a dispetto della loro lotta per la sopravvivenza. BAB è troppo moralista e affrettatamente critico. Rajpal Yadav e Kay Kay Menon, con i loro personaggi da uomo comune, emergono nel coraggioso tentativo di catturare l'attenzione dello spettatore, attenzione che però continua a calare.
Nikhat Kazmi, 30.09.10

Cinema Hindi: **
Punto di forza: Rajpal Yadav e Kay Kay Menon
Punto debole: tutto il resto, in particolar modo la sceneggiatura e i personaggi minori molto stereotipati.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Kay Kay Menon - Benny
* Rajpal Yadav - Babloo
* Rukshar (Allah Ke Banday) - Hema
* Anita Hassanandani (Dus Kahaniyan) - Esha
* Shweta Tiwari - Sheena
* Riya Sen - Riya

Soggetto, sceneggiatura e regia: Yunus Sajawal
Colonna sonora: Amjad Nadeem e Anand Raj Anand (Chalo Dilli)
Coreografia: Piyush Panchal (99)
Fotografia: Manoj Shaw e Kishore Kapadia
Montaggio: Nitin Rokade (Partner)
Anno: 2010

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* Bollywood Hungama, 06.09.10: video nel quale il cast presenta il film. E' in parte in hindi, ma è talmente raro catturare Kay Kay Menon lontano dal set che segnaliamo comunque il link.

CURIOSITA'

* Yunus Sajawal, qui al suo debutto alla regia, in passato ha firmato le sceneggiature di pellicole di grande successo, quali Partner, All the best: fun begins, Golmaal 3.
* Nei dance bar indiani ballerine in abiti succinti danzano al ritmo di brani bollywoodiani o comunque hindi pop e ricevono denaro dagli avventori, denaro che viene in seguito diviso con i proprietari del locale. Nessun genere di contatto fisico è ammesso. I dance bar sono preminentemente diffusi a Mumbai. Non è chiaro se oggi siano clandestini. Sembra infatti che lo stato del Maharashtra li abbia dichiarati illegali, almeno per un certo periodo.
* Riferimenti a Bollywood: Shah Rukh Khan e la superstar del cinema tamil Rajinikanth.
* Film che trattano lo stesso tema: Chandni Bar, di livello decisamente superiore, e Laaga Chunari Mein Daag. Quanto alla narrativa, suggeriamo Hotel Calcutta, romanzo da cui è stata tratta la pellicola in lingua bengali del 1968 Chowringhee.

GOSSIP & VELENI

* Rukshar è la moglie di Faruk Kabir, regista e interprete di Allah Ke Banday.
* Riya Sen è la sorella dell'attrice Raima Sen (The Japanese wife). Le due vantano, da parte di padre, invidiabili origini aristocratiche. La madre è l'attrice Moon Moon Sen, e la nonna materna è Suchitra Sen, leggenda del cinema bengali. La stampa indiana in passato attribuì a Riya Sen relazioni con John Abraham e persino con lo scrittore Salman Rushdie.

09 luglio 2011

SHAITAN


Finita da un pezzo l'epoca di Dil to pagal hai (citato con scherno da uno dei personaggi di Shaitan), quando sullo schermo gli incontri erano scritti dal destino e ci si innamorava allegri a ritmo di musica, ecco la generazione del nuovo millennio secondo Bejoy Nambiar. I ragazzi, vestiti abercrombie&fitch, più che in coppia stanno in branco e sono soli anche quando sono in gruppo. A loro non manca  niente eppure sono privi di tutto, disperatamente vacui.

TRAMA

Amy (Kalki Koechlin) si è appena trasferita da Los Angeles a Mumbai con il padre e la matrigna. Traumatizzata dalla perdita della madre, avvenuta in circostanze tragiche, si unisce ad un gruppo di ragazzi, Dash (Shiv Pandit), Zubin (Neil Bhoopalam), KC (Gulshan Devaiya) e Tanya (Kirti Kulhari), in una vita disordinata e disimpegnata, tra droga e alcol. Durante una delle loro scorribande notturne investono uno scooter uccidendo due persone. Il gruppo si allonta immediatamente dal luogo dell'incidente, ma fuggire le proprie responsabilità non sarà così semplice.

RECENSIONI

The Times of India ***1/2
Shaitan non è il solito film giovanilistico bollywoodiano che dipinge la vita in rosa. Al contrario, mostra il lato sordido di una sottocultura giovanile metropolitana e sregolata. Salutate l'ingresso in scena della versione desi di Mickey e Mallory (gli Assassini nati di Oliver Stone). I protagonisti di Shaitan sono inquietanti, e camminano sul filo del rasoio, fra lucidità e follia. Tutto il cast è impeccabile. Rajeev Khandelwal conferma (dopo Aamir) di possedere una grande presenza scenica. Ma Shaitan appartiene essenzialmente al regista esordiente Bijoy Nambiar, un tipo che ci mette un po' a scaldarsi... e poi nessuno lo ferma più.
Nikhat Kazmi, 09.06.11
Recensione integrale.

Hindustan Times ***
Shaitan si ispira a quella new wave popolare e controculturale che alla fine degli anni novanta definì il cinema indipendente, prima in Gran Bretagna (Trainspotting), e poi in America (Tarantino). E quell'estetica è il solo contesto di Shaitan. Il risultato è forse parzialmente pretenzioso, ma rimane in larga parte soddisfacente. Le storie dei protagonisti documentano un viaggio impregnato di annoiato edonismo e di rabbia intensa (ma contro cosa?).
Mayank Shekhar, 10.06.11
Recensione integrale.

Diana ***1/2
Finito di vedere Shaitan quello che rimane più di tutto è la potenza delle immagini. Bejoy Nambiar è  un esordiente ma gira benissimo. Le inquadrature sono interessanti e stilose, le musiche  catturano e la bravura del cast fa il resto. Questi giovani, annoiati, superficiali, irresponsabili, che si sentono invincibili in un delirio di onnipotenza ed impunibilità puerile, sono raccontati con grande bravura. Sembrano divertenti e cool invece si dimostrano inetti, inconsistenti ed incapaci di affrontare le conseguenze delle loro azioni. Amy è la protagonista, il personaggio più tondo, di cui si comprendono motivazioni e background ma è buona anche la storia parallela di Arvind Mathur.
E' questo il cinema in lingua Hindi più moderno.

Il bello:
-  Kalki Koechlin. Strepitosa già al suo debutto in Dev D, conferma le sue doti espressive. Minuta, un viso che tradisce le origini europee (i genitori sono francesi), è in grado di passare con facilità sia per un adolescente efebico che per una donna raffinata e sexy. Questa ragazza ha una gran faccia, buca lo schermo ed è solo all'inizio!
- E' un vero piacere ritrovare Rajeev Khandelwal, il volto di Aamir, e Rajat Barmecha, il protagonista dello splendido Udaan.
- Alcune scene di grande impatto come quelle che scorrono sulle note di Khoya Khoya Chand, il remix di un brano tratto da un film del 1960, Kala Bazaar, prodotto ed interpretato da Dev Anand. Guarda il video.

Il brutto:
- La domanda è di quelle che si facevano già i filosofi dell'antica Grecia: qual è la natura dell'uomo? In questo caso, più precisamente: quanto c'è di "maligno", di oscuro in ognuno di noi?
Ancora più interessante: che cosa si arriva a fare in determinate circostanze, con le  spalle al muro, o spinti dal precipitare degli eventi, per la propria sopravvivenza?
William Golding nel suo Il signore delle mosche, per esempio, risponde nettamente e in modo sconfortante.
Il problema è che  i ragazzi di Bejoy Nambiar non sono in un vicolo cieco ma fanno delle scelte libere e, più di una volta, fin troppo sciocche, oltre che criminali. La spirale negativa di eventi drammatici in cui rimangono coinvolti  non è inesorabile come si vorrebbe far credere. E' una finzione che assecondiamo perchè il film è buono e perchè, come affermato dal regista stesso, "the attempt is not to preach, nor to prove a point; it is to push the boundaries, reinvent the rules and to ENTERTAIN". E allora DIVERTIAMOCI.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Amy - Kalki Koechlin
Dash - Shiv Pandit
Zubin - Neil Bhoopalam
KC - Gulshan Devaiya
Tanya - Kirti Kulhari
L'ispettore Arvind Mathur - Rajeev Khandelwal
Il padre di Amy - Rajit Kapoor
Nandini - Sheetal Menon

Storia di Megha Ramaswamy e Bejoy Nambiar

Regia di Bejoy Nambiar

Produzione Anurag Kashyap, Sunil Bohra, Guneet Monga e Meraj Shaikh

Musiche di Prashant Pillai, Amar Mohile, Ranjit Barot e Anupam Roy

Distribuzione Viacom 18 Motion Pictures e Gateway Films

Anno: 2011

CURIOSITA'

- Kalki e Anurag, innamorati dal 2009, si sono sposati lo scorso 30 aprile.
Per saperne di più clicca qui.

- Anurag Kashyap, ad ogni intervista, sottolinea che la scelta di scritturare Kalki Koechlin è precedente al suo coinvolgimento come produttore del film. Pare che Kalki sia stata contattata subito, ma, poichè la sceneggiatura giaceva in un cassetto da due anni per mancanza di finanziamenti, Anurag si è deciso a partecipare al progetto.

- Shaitan è il debutto alla regia di Bejoy Nambiar che, però, aveva già affiancato niente meno che Mani Ratnam in Guru.

Il sito ufficiale del film.

08 luglio 2011

HOWRAH BRIDGE



Howrah Bridge, come altri graziosi film di quegli anni,  (Taxi driver, Aar Par ) propone un inebriante cocktail di elementi noir , seduzioni sensoriali, intrattenimento e tocchi di eccentrica vitalità. Shakti Samanta, che ci ha regalato numerosi cult movies spumeggianti e disimpegnati, crea una cornice irresistibile per l’avvenenza illimitata di Madhubala e per il fascino misterioso di Ashok Kumar. L’icona della bellezza giovanile affianca l’uomo maturo, riflessivo, dal passato ricco di segreti. Musiche coinvolgenti e sensuali, attimi di divertente commedia, un’elegante fotografia. Date le premesse, la trama più o meno plausibile diviene solo un dettaglio.


TRAMA
Prem (Ashok Kumar) corteggia la cantante di un night club (Madhubala) per ottenere informazioni su alcuni gangster di Calcutta coinvolti nell’assassinio del fratello, l’uomo era stato ucciso in circostanze misteriose e derubato del tesoro di famiglia, una preziosa maschera birmana. Sfruttando la sua amicizia con la bellissima Edna, Prem riesce ad introdursi nell’underworld della città ma la ragazza è così attraente che il detective finisce per innamorarsene e scatena l’ira del boss Pyarelal (KN Sigh).


Il film risente di alti e bassi ma cattura inevitabilmente nella sua rete. E’ una tentazione ipnotica in bianco e nero, una morbida superficie su cui abbandonarsi. L’intreccio è piuttosto semplice da sciogliere ma la banalità della storia non compromette la buona riuscita globale, tutto si affida al carisma dei due interpreti,  alle numerose canzoni di O.P. Nayyar, alle atmosfere torbide ma vellutate. Madhubala è stata una delle presenze femminili più appassionanti nella storia del cinema indiano, splendida, fragile e commovente nei ruoli drammatici (Mughal e Azam), brillante e piacevolmente frivola nelle commedie (Mr & Mrs 55); in Howrah Bridge i  numeri musicali, "Aaye Meherbaan" e "Dekh ke teri nazar"  dimenticano i passi di danza per concentrarsi solo sul suo volto, sulle sue irresistibili espressioni.
Uscendo dal buio di sotterranei, nascondigli e night club, il film indulge in numerose riprese per le vie di Calcutta, il fiume è testimone del duetto romantico tra Prem e Edna, "Yeh kya kar daala tune", e il ponte simbolo della città è la location delle sequenze di apertura e chiusura del film. Il folklore locale e l’identità nazionale si fondono con bizzarri esotismi : la preziosa maschera birmana, l’ombrellino orientale di Edna, i costumi cinesi di Helen, gli improbabili gangster venuti da lontano.
Howrah Bridge sigilla a meraviglia un interessante incontro cinematografico, quello tra Ashok Kumar, il protagonista /detective in cerca della verità, e l'irraggiungibile Madhubala,  splendida musa, innocente e contesa, i due avevano già lavorato insieme nell'interessante Mahal (1949). Al quadro si aggiungono ladri e sicari, abbigliati in modo alquanto vistoso, e una sorridente item girl (Helen) che conquista il pubblico con  “Mera naam Chin Chin Choo” , un motivetto simpatico e facile da memorizzare che (a giudicare dalla sua popolarità) sembra non risentire affatto degli anni che passano.

Il mio giudizio sul film ***  3/5

ANNO: 1958

REGIA : Shakti Samanta

CAST
Ashok Kumar …………………….. Prem Kumar / Rakesh
Madhubala ………………………. Edna
K.N. Singh ………………………… Pyarelal
Madan Puri ……………………… Chang
Om Prakash …………………….. Shyamu
Dhumal ………………………. Uncle Joe
Helen ………………………. cabaret dancer


COLONNA SONORA : O.P. Nayar

PLAYBACK SINGERS : Geeta Dutt, Asha Bhosle, Mohammad Rafi, Shamshed Begum


QUALCOS’ALTRO

In una scena del film Ghulam Aamir Khan canticchia il ritornello di “Mera naam Chin Chin Choo”.
Tra i molti film in cui il celebre ponte di Calcutta appare nelle scene : Yuva, Parineeta, Calcutta Mail, Hey Ram, Pokkisham (tamil), Baadmash Company, Raincoat, Do Bigha Zameen.
L’attore Mehmood, celebre per i suoi ruoli brillanti, ha un piccolo ruolo nel film accanto alla sorella, Minoo Mumtaz, i due danzano insieme in “Gora rang chunariya

07 luglio 2011

C R O O K



Emraan Hashmi, nel corso di una carriera costellata di successi, ha commesso anche qualche passo falso, senza comunque compromettere il bacino di fedelissime fan conquistate grazie al suo sex appeal. Negli ultimi tempi ha affascinato un settore più ampio di pubblico interpretando in modo convincente ruoli drammatici in pellicole quali Raaz - The mystery continues, Tum Mile e soprattutto Once upon a time in Mumbaai. Il cugino Mohit Suri è noto per aver diretto in passato film insoliti - sempre con Emraan nel cast, ad eccezione di Woh Lamhe -, fra i quali spicca l'interessante Kalyug, girato a soli 24 anni. I due tornano ad incendiare il botteghino proprio questa settimana con l'attesissimo Murder 2.

Crook non costituisce un buon esempio della loro collaborazione. Emraan esegue diligentemente quanto gli viene richiesto: si atteggia a ragazzaccio sciupafemmine rubando ancora una volta la scena con la sua carismatica fisicità, malgrado la tipicizzazione del ruolo stia ormai scontentando anche l'attore. Ma Mohit Suri? Purtroppo non è solo la sceneggiatura di Crook (redatta da Ankur Tewari) a deludere: la pellicola è diretta con una sciatteria e una superficialità imperdonabili. In Kalyug Mohit aveva dimostrato di saper gestire con perizia denuncia e intrattenimento, rispetto per le figure femminili e morbosità: il risultato merita di essere visto per l'originalità - nella cinematografia hindi - del tema sviluppato (pornografia, prostituzione, traffico internazionale di esseri umani, siti web a luce rossa) e per l'inusualità della confezione.

In Crook la magia non si ripete: il film precipita inarrestabilmente verso l'intrattenimento più trito e verso una morbosità inopportuna. L'argomento degli scontri razziali viene trattato in modo imbarazzante (unico aspetto positivo: la condanna di tutte le etnie coinvolte). La sintonia fra Emraan e la sua partner, Neha Sharma, è sciupata da una storia inesistente. L'eccessiva drammatizzazione, la retorica e gli stereotipi scontentano pubblico e critica. I personaggi, in primo luogo quelli occidentali, sono mal scritti. Crook colleziona errori e occasioni sprecate. Spiace per i Bhatt, che in passato si sono sforzati di offrire prodotti sempre fuori dal coro. E spiace per Emraan, attore ormai maturo che merita ruoli migliori.

TRAMA

Jai (Emraan Hashmi) viene spedito dal padre adottivo (Gulshan Grover) a Melbourne affinchè giri al largo dai guai. In Australia Jai diventa Suraj, fa il tassista, incontra la ballerina di lap dance Nicole (Shella Alan), si innamora di Suhani (Neha Sharma), ed entra in rotta di collisione con i fratelli delle due ragazze, Russell (Francis Chouler) e Samarth (Arjan Bajwa). Sullo sfondo, gli scontri razziali che contrappongono indiani e australiani.

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

Nella cinematografia popolare hindi i personaggi sono spesso stereotipati. In particolare, le figure femminili occidentali sono rappresentate in modo pruriginoso e indelicato, con picchi in film quali Out of control. In Crook il personaggio di Nicole è tristissimo. Siamo solidali con Shella Alan, l'attrice che lo ha interpretato (cosa non si fa per vivere?). Ci piacerebbe che una volta tanto gli sceneggiatori indiani accantonassero le spogliarelliste a favore di impiegate di uffici postali o commesse di supermercato, donne che fanno la spesa, leggono, chiacchierano con le amiche.

RECENSIONI

The Times of India: ***
Crook fa centro per la sua estrema attualità. Il regista Mohit Suri trae una storia dalle notizie di questi giorni e la narra con l'audacia e il nervosismo suoi propri. Ed è un terreno di gioco familiare anche per Emraan Hashmi, ancora una volta nel ruolo dell'enfant terrible. Mohit sviluppa l'argomento in modo nuovo, rappresentando entrambi gli schieramenti - quello indiano e quello australiano - come ugualmente razzisti. A differenza dei precedenti lavori di Suri (Kalyug e Jannat), Crook parte in modo incoerente e ci mette un po' a focalizzare. La maggior parte del primo tempo è sprecata, ma nel secondo la storia decolla provocando un significativo rumore: abolire le discriminazioni razziali o morire.
Nikhat Kazmi, 07.10.10

Hindustan Times: *
Mayank Shekhar, 08.10.10

Cinema Hindi: *1/2
Punto di forza: Arjan Bajwa e Emraan Hashmi. Se non altro lustriamoci gli occhi...
Punto debole: la sceneggiatura e il personaggio di Nicole

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Emraan Hashmi - Jai/Suraj
* Neha Sharma - Suhani
* Arjan Bajwa - Samarth, fratello di Suhani
* Kavin Dave (My name is Khan, I hate luv storys) - Romi
* Mashhoor Amrohi - Golde
* Shella Alan - Nicole
* Francis Chouler - Russell, fratello di Nicole
* Gulshan Grover (Knock out) - Joseph Pinto, padre adottivo di Jai

Soggetto e regia: Mohit Suri
Sceneggiatura e dialoghi: Ankur Tewari (Tum Mile)
Colonna sonora: non brutta, è composta da Pritam
Coreografia: Rajeev Surti (Wanted)
Fotografia: Ravi Walia (Dil Toh Baccha Hai Ji)
Montaggio: Ajay Sharma (Tum Mile)
Anno: 2010
Sito ufficiale

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* Bollywood Hungama, 25.02.10: intervista a Mohit Suri
* Hindustan Times, 11.09.10: intervista a Emraan Hashmi. Alla domanda 'Come spiegherà le scene erotiche girate da lei a suo figlio Ayaan, quando sarà più grande?', l'attore sagacemente risponde 'Ci penserò quando verrà il momento. Oggi, a 10 anni, mio figlie dice cose che mi scioccano, quindi immagino che sarà Ayaan a spiegarle a me'.
* Bollywood Hungama, 05.10.10: dichiarazioni di Neha Sharma
* Bollywood Hungama, 07.10.10: intervista a Emraan Hashmi
* Bollywood Hungama, 09.10.10: intervista a Neha Sharma
* Video: Making of Crook, prima, seconda e terza parte
* Bollywood Hungama, 15.09.10: intervista video a Neha Sharma
* India-Forums, 01.10.10: video della conferenza stampa con Emraan Hashmi, Neha Sharma, Arjan Bajwa. Purtroppo è in parte in hindi, ma Emraan è talmente tirabaci (per non parlare di Arjan: uno splendore!), che segnaliamo comunque il link.

CURIOSITA'

* Arjan Bajwa è laureato in architettura. Il padre è stato vicesindaco di Delhi. Arjan ha recitato in diverse pellicole in lingua telugu. Era inoltre nel cast di Guru e di Fashion.
* Nel corso del 2009 i media indiani e australiani portarono alla luce la piaga dei crimini a sfondo razziale perpetrati in Australia ai danni di cittadini indiani. Gli studenti indiani erano per numero il secondo gruppo di studenti stranieri residenti in Australia. Il 31 maggio 2009 circa 4.000 studenti indiani protestarono a Melbourne contro il razzismo e contro la debole reazione delle autorità australiane. Nel giugno 2009 si registrarono a Sidney i primi casi di rappresaglie violente di matrice indiana. (Fonte: Wikipedia). L'8 febbraio 2010 la copertina del settimanale indiano Outlook fece il giro del mondo: il titolo pubblicato, Why the Aussies hate us, introduceva uno speciale di dieci pagine dedicato all'argomento (clicca qui). I media australiani criticarono quello che definirono eccessivo sensazionalismo da parte dei colleghi indiani. Anche Bollywood si inserì nella contesa. Si invocò l'interruzione di produzioni cinematografiche ambientate in Australia. Amitabh Bachchan rifiutò il dottorato onorario conferito dalla Queensland University of Technology. Aamir Khan definì la vicenda una vergogna. Pare che la troupe di Crook abbia incontrato qualche problema durante le riprese a Melbourne (clicca qui).
* Riferimenti a Bollywood: Mother India, Sholay. La canzone che Suraj ascolta in piscina è la famosissima Bheegey Hont (Murder). Il brano visualizzato sullo schermo del cinema, nella scena iniziale, è Paisa (De Dana Dan).
* Riferimenti all'Italia: Ferrari, Gas.
* Film che trattano lo stesso tema: I - Proud to be an Indian, Patiala House. Pellicole ambientate in Australia: Dil Chahta Hai, Salaam Namaste, Heyy Babyy, Bachna Ae Haseeno, Singh is Kinng, Main Aurr Mrs. Khanna, We are family. Film nei quali è presente un personaggio femminile occidentale: Out of control, Rang De Basanti, Marigold, Barah Aana (con Violante Placido).

GOSSIP & VELENI

* Emraan Hashmi è figlio di un musulmano e di una cattolica, e ha sposato una ragazza hindu. Emraan è incorso in un incidente durante una sequenza di guida inclusa in Crook. La telecamera posta sulla vettura andò in pezzi. Pare che la troupe fosse preoccupata più per la camera che per l'incolumità dell'attore...
* Neha Sharma è una piacevole sorpresa. Bella, spigliata ed espressiva. Vista la penuria di nuovi volti femminili interessanti a Bollywood, applaudiamo il suo esordio nell'industria cinematografica di Mumbai.
* Arjan Bajwa, sperando di ottenere la parte in Crook, si recò dai produttori per un colloquio. Nel tragitto subì però un incidente, e dunque l'attore si presentò all'appuntamento comprensibilmente irritato. I Bhatt lo scritturarono all'istante perchè lo ritennero perfetto per il ruolo dell'ombroso Samarth.
* Smilie Suri (Kalyug), che in Crook interpreta la sorella di Suhani, è la sorella del regista Mohit.
* Sembra che la troupe e il cast di Crook siano rientrati in India dall'Australia due giorni prima della fine delle riprese per il mancato rilascio dei permessi a filmare da parte delle autorità locali. Molte scene sono state modificate rispetto alla sceneggiatura originale e ambientate in interni.
* Crook in India è stato vietato ai minori a causa delle sequenze girate in topless (anche se di schiena) da Shella Alan. Pare che il regista avesse accettato i tagli proposti dalla censura, e che Emraan fosse d'accordo, ma non i Bhatt.
* Il portavoce della federazione degli studenti indiani in Australia ha duramente criticato Crook, dichiarando che la rappresentazione sullo schermo del problema degli scontri fra indiani ed australiani è pessima. Articolo di Hindustan Times.
* Mohit Suri è fidanzato da tempo con l'attrice Udita Goswami (Chase). Prima della distribuzione di Crook, Mohit promise che avrebbe chiesto a Udita di sposarlo solo se il film avesse incassato abbastanza da permettergli di garantire una vita agiata alla futura moglie. Considerando che Crook si è poi rivelato un flop... Aggiornamento del 09.07.11: pare che i due abbiano rotto il fidanzamento.

05 luglio 2011

PIRIVOM SANTHIPOM



Simpatizzante dell’autocritica piuttosto che dell’evasione, il Cinema Tamil fa cadere censure e perbenismo mostrando (se non amplificando) non solo pregi e virtù quanto i difetti della propria realtà. Le pellicole  più impegnate diventano successi al botteghino e non sono confezionate per un pubblico di nicchia, Pirivom Santhipom, come molti altri titoli di Kollywood parte da una piccola storia soggettiva, una vita come tante, un percorso, una fobia. E’ sufficiente una debole impronta a creare una trama solida e coerente capace di lasciare addosso la sensazione di aver visto molto più di un film.

TRAMA
Visalakshi (Sneha) è figlia unica e dall’infanzia è terrorizzata dalla solitudine, i genitori acconsentono di rinunciare alla propria privacy affinchè la figlia possa far vivere nella loro casa anche le amiche e le compagne di scuola. Spaventata dall’idea di sposarsi e dover abbandonare la piacevole atmosfera della sua abitazione (più simile ad un ostello della gioventù che ad un appartamento) la ragazza sceglie un giovane la cui famiglia è numerosissima, chiassosa e colorata, certa di trovare in quell’ambiente una soluzione definitiva al suo problema. Lo sposo (Cheran), al contrario, è cresciuto in una realtà caotica e sogna una casa tutta per sé tanto da rendersi disponibile per un trasferimento ad Attakatti, remota località montana;  Visalakshi non vuole ma ormai deve seguirlo e per motivi culturali è costretta a nascondergli le sue fobie e il disagio.


Dopo un lungo inizio descrittivo , quasi un documentario sulle tradizioni di una comunità Chettyar del Tamil Nadu, il film prende il volo e  diventa un capolavoro. Nella seconda parte emerge improvvisamente la storia, da quel momento ogni dettaglio della fase introduttiva si mostra parte di un unico quadro e recupera significato.
Pirivom Santhipom esplora con delicatezza  i cambiamenti nella vita di una donna prima e dopo il matrimonio e denuncia a suo modo la subordinazione della figura femminile al destino del marito. Seppur innamorato, Natesan non si pone domande, presuppone la capacità della moglie di adattarsi alle sue esigenze e non mette in dubbio la riuscita della sua felicità coniugale, una certa superficialità e un inconsapevole egoismo lo portano a dare tutto per scontato.
Le ambientazioni sono realistiche, i dialoghi naturali, la casa diviene il palcoscenico di una storia non troppo lontana dal vissuto di migliaia di donne, una ragazza comune affronta la sua progressiva trasformazione in casalinga e si ritrova a sfidare giornalmente la routine e al silenzio, la naturale predisposizione alla malinconia la intrappola nel vuoto delle attese. Le pareti bianche dell'appartamento di Atakatti, le sue porte pesanti e i suoi arredi anonimi contrastano con i vivaci ambienti della villetta Chetty, con le sue vernici colorate, con la sua totale assenza di barriere.
Scoprendosi improvvisamente sola, e non potendosi ribellare alle scelte di Natesan, Visalakshi cerca di sopravvivere al nulla come può. La donna si inventa ogni giorno un guasto o un problema per poter incontrare gente e attirare l'attenzione, inizia poi la sua personale collezione di rumori, registrando e riascoltando i suoni della sua vita quotidiana: la cipolla che frigge nella pentola, gli animali nel giardino, i vagiti di un neonato, la pioggia scrosciante, le conversazioni dei vicini. Sneha è splendida e dotata di incredibile talento, la vediamo cambiare atteggiamento e aspetto insieme al personaggio, ci svela con i suoi occhi i pensieri che non può dividere con nessun altro, ci rende partecipi della sua  sofferta e progressiva tranquillità artificiale.
Pirivom Santhipom è un film intimo che incede gradualmente nella vita della protagonista così come nel cuore del pubblico, la storia stessa chiede allo spettatore di attendere e avere pazienza, il tempo concesso non andrà perduto.


Il mio giudizio sul fiilm : ****1/2 4,5/5


ANNO : 2008

LINGUA : Tamil

REGIA: Karu Palaniyappan

TRADUZIONE DEL TITOLO : Ci divideremo, ci riuniremo


CAST:
Sneha ……………………… Visalakshi
Cheran ……………………… Natesan
Jayaram …………………. Il dottore
Kaja Karuppu …………………… l’elettricista


COLONNA SONORA : Vidyasagar

PLAYBACK SINGERS : Shreya Ghoshal, Karthik , Sweta Mohan, Balaram, Sadhana Sargam, Harini, Saindhavi, Vineeth Srinivasan, Jayaram


QUALCOS'ALTRO

Tra i tanti premi ricevuti per la sua interpretazione Sneha ha vinto il Tamil Nadu State Film Award nella categoria Miglior Attrice

Il film è uscito durante la festività tamil di Pongal, nonostante il tema sociale e i suoi risvolti più drammatici è stato un successo potente, il passaparola l’ha fatto restare in programmazione per oltre 150 giorni.

Sulla scia del successo di Anand, l’attrice del cinema telegu Kamalinee Mukherjee era stata scelta per il ruolo di Visalakshi, dopo alcuni giorni di riprese il regista si è dichiarato insoddisfatto del suo contributo e l’ha sostituita con la più esperta Sneha.

Sneha, bellissima e pluripremiata attrice Tamil, ha più volte annunciato di non avere alcuna intenzione di sposarsi o rinunciare alla propria libertà. Nonostante le provocatorie dichiarazioni rilasciate nei confronti della forte autorità maschile nella realtà indiana l’attrice continua ad essere un idolo popolare, amatissima nelle città così come nei villaggi.

Chi sono Sneha e Cheran?  Scoprite qualcosa in più su di loro nella sezione  ATTRICI  e ATTORI del Cinema Tamil

04 luglio 2011

SHAGIRD


Per "incontri" s'intendono quelle azioni, organizzate dalla polizia, mirate a far fuori il ricercato invece che ad arrestarlo. Ufficialmente l'indiziato risulta rimasto ucciso, per cause accidentali, durante la cattura,  ma l'obiettivo è proprio quello di eliminarlo.

TRAMA

Il famigerato gangster Bunty Bhaiya (Anurag Kashyap) è stato catturato. I suoi presunti legami con il mondo politico e le rivelazioni che potrebbero seguire al suo arresto, sono una  bomba pronta ad esplodere. Coinvolti nella vicenda sono un ministro corrotto, Rajmani Singh (Zakir Hussain), la squadra di polizia guidata da Hanumant Singh (Nana Patekar), specializzato in incontri, e la nuova recluta Mohit Kumar (Mohit Alawat).

RECENSIONI

The Times of India ***1/2
Guardate questo film per la sua attualità. Shagird è uno specchio efficace dell'India corrotta dal legame fra politica, mafia e polizia. Il personaggio interpretato da Nana Patekar e il suo gruppo di uomini in uniforme sono completamente amorfi. Non si comprende su quale lato della legalità si pongano. Zakir Hussain e Anurag Kashyap sono in grande forma: sullo schermo creano scintille.
Nikhat Kazmi, 12.05.11
Recensione integrale.

Hindustan Times *1/2
I poliziotti sono solo dei criminali in uniforme: i cosiddetti film realistici li rappresentano in questo modo, senza mai chiedersi come davvero funzionino le gerarchie all'interno della polizia. Shagird è insopportabilmente artificioso. La sceneggiatura, sulla carta, può anche aver colpito qualcuno. Ma il regista è indeciso: realizzare una pellicola realistica o limitarsi a stiracchiare qui e là quel poco di realismo infuso nel film. Shagird è rovinato dalla vastità delle sue ambizioni. La politica è l'arte del compromesso, dichiara un personaggio. Lo stesso dovrebbe valere per una pellicola.
Mayank Shekhar, 14.05.11
Recensione integrale.

Diana ***
In Shagird contano solo i soldi, tutti sono disposti a tutto e l'illegalità è la norma. Non si riesce a decidere chi sia il personaggio peggiore, quello con meno scrupoli.
Il film, però, non è brutale, anzi, passa da una fredda violenza, ai drammi sentimentali del giovane Mohit, fino alla denuncia di un sistema evidentemente corrotto. Rajmani Singh è quasi la parodia di un politico, un ometto ridicolo che non si allontana mai dal suo pandit, così com'è sopra le righe il personaggio della guardia carceraria incaricata di occuparsi di  Bunty Bhaiya.
E' proprio questa incapacità o mancata volontà di scegliere ed attenersi ad un unico registro che non giova al film e lascia disorientati.
Anurag Kashyap e soprattutto Nana Patekar, però, sono bravissimi e i molti elementi che fanno "genere", se da alcuni sono percepiti come stereotipati, per me diventano rassicuranti ed irrinunciabili.

Il bello:
 - Nana Patekar, ottimo anche con la canotta visibile in trasparenza sotto la camicia bianca e un orologio d'oro al polso (nessuno si chiede come se lo sia comprato?). E' talmente carismatico, bravo e in ruolo che si può permettere qualsiasi cosa.
Da vedere assolutamente mentre si aggira per Delhi con felpa e cappuccio da rapper: irresistibile.

Il brutto:
- L'interpretazione di Mohit Alawat è piuttosto incolore. Certo il suo personaggio non lo aiuta: gli accessi di rabbia dell'agente Kumar sono schizofrenici e sconcertanti.
-Peccato davvero per l'ingenuità commessa, ad un certo punto della storia, dal personaggio interpretato da Nana Patekar, che altrimenti sarebbe perfetto.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Hanumant Singh - Nana Patekar
Bunty Bhaiya - Anurag Kashyap
Mohit Kumar - Mohit Alawat
Rajmani Singh - Zakir Hussain
Ali - Vishwajeet Pradhan
Shamsher - Khan Jahangir Khan
Varsha Mathur - Rimi Sen

Scritto da Tigmanshu Dhulia e Kamal Pandey

Diretto da Tigmanshu Dhulia

Prodotto da Hussain Shaikh

Distribuito da Reliance Entertainment e Faizee Production

Musiche di Abhishek Ray

Anno 2011

CURIOSITA'

- Nel 1967 uscì un film intitolato Shagird, diretto da Samir Ganguly, la cui storia non ha niente in comune con la pellicola di Tigmanshu Dhulia.
- Nana Patekar è un campione di tiro al bersaglio. La sua abilità con la pistola è stata molto apprezzata durante le riprese.
L'articolo integrale.
- Il personaggio interpretato da Nana Patekar è un appasionato di vecchi brani dei classici indiani. Molte sono le citazioni musicali contenute in Shagird, tratte, per esempio, da Anari, Aan, House No.44, Tere Ghar Ke Samne, Kaagaz ke phool, Mausi e Sharda.

Purtroppo Shagird non ha un sito ufficiale. Indichiamo qui  la pagina che la Reliance Entertainment dedica ai suoi film.