28 ottobre 2015

I


La favola della Bella e la Bestia incontra il Gobbo di Notre Dame, la rabbia di Anniyan i colori di Robot. Dalla  miscela nasce un film atipico, un cocktail stravagante dal budget astronomico. Si passa dai quartieri bassi di Chennai alle pagode cinesi, dal blu di Jodhpur alla Thailandia. L'immaginazione corre indisturbata e Shankar si sollazza facendo ciò che ama di più: il giro del mondo in un film. Vikram dona anima e corpo al suo personaggio e la sua dedizione lascia ammutoliti. A colmare il silenzio ci pensa A.R. Rahman con una colonna sonora avvolgente. I è tutto questo e anche di più.


TRAMA
Lingesan (Vikram), innocente wrestler virile e baffuto, entra nel mondo dello spettacolo per sostenere la carriera della ragazza di cui si è innamorato (Amy Jackson). Diviene un modello sofisticato e fighissimo (sempre Vikram) ma proprio all'apice della sua carriera il suo corpo si deforma, giorno dopo giorno diviene sempre più gobbo e ammalato (ancora una volta Vikram) e della sua bellezza non c'è più ricordo.


Shankar è uno di quei registi che ammiro follemente. Uno di quelli che si alza la mattina con un'idea e la vuole vedere sullo schermo, costi quello che costi, piaccia o no. I suoi film sono dispendiosi oltre ogni limite razionale, pieni di elementi da fumetto, sfide ardite alla logica, stravaganze, colori, locations esotiche e bellezza. A questi elementi in I si aggiunge l'orrore, l'estrema bruttezza, le sevizie, la sofferenza e vendette raccapriccianti. E' il gioco degli opposti, e come tutti gli estremi o si ama o si odia. Il protagonista sembra un barbaro assetato di sangue, il suo personaggio fa ribrezzo ma ecco che parte la storia.  La disciplina e la dedizione con cui Vikram ha dato vita al suo personaggio (anzi, personaggi) sono impressionanti. Tutto cambia in lui in un attimo, le espressioni, il linguaggio del corpo, la voce, la struttura fisica. I mutamenti sono incredibili, frutto di un buon team di truccatori, costumisti, etc, ma soprattutto del talento del protagonista, un vero colosso del cinema tamil sia per presenza scenica che per bravura.

Amy Jackson se la cava bene, è molto heroine e poco actress ma per una ragazza del tutto europea, nata al freddo dell'isola di Man, riuscire ad interpretare con naturalezza il ruolo di una modella tamil è già un fattore degno di nota. Si sente che le piace quello che fa e che ci mette passione. Riesce a non capitolare di fronte a un mostro sacro come Vikram e partecipa con energia. E poi è bellissima, incanta nei video musicali e dalle interviste sembra pure simpatica. Mi piace dal suo debutto in Madrasapattinam, quando ancora non potevo immaginare che avrebbe fatto così tanta strada.

Svariati sono gli effetti speciali, alcune combinazioni molto eleganti (per esempio le sequenze girate in Cina), altre più kitsch. C'è del comico ma anche del grottesco, romanticismo vellutato ma anche immagini disgustose. Il film disorienta ma resta aggrappato ad un punto fermo, la performance pazzesca di Vikram, così se tutto il resto non dovesse funzionare c'è sempre lui a tenere le redini della situazione.

Quando decido di guardare un film per la seconda volta è perchè spesso mi sono ritrovata a pensarci, a ricostruirne scene nella mente alla fermata del bus, lavando i piatti, aspettando il treno o in fila al supermercato. I è uno di quelli. Pur di trovare l'occasione di rivederlo ho convinto mio marito, e ci sono voluti due giorni dato che lui che ha la fortuna di parlare hindi ed è un po' pigro quando si tratta di seguire sottotitoli per quasi tre ore. Ma l'ha fatto per me. Perchè un film tamil va visto in lingua originale e mai doppiato, perchè la voce di Vikram mi scatena i brividi, perchè solo così riesco ad immergermi veramente nelle canzoni e nella storia. L'ha fatto per farmi contenta, almeno per i primi quindici minuti. Poi mano a mano che il film scorreva ha iniziato a cambiare espressione, ad appassionarsi sempre di più, a dimenticare l'ora di cena e anche i termosifoni accesi. Qundi tra qualche mese mi ricorderò ancora una volta di I, guardando la bolletta.


Il mio giudizio sul film : **** 4/5


ANNO 2015

LINGUA : Tamil

REGIA : Shankar 



CAST :

Vikram ........ Lingesan

Amy Jackson ............ Diya
Suresh Gopi .............. Vasudevan
Upen Patel .................. John


COLONNA SONORA : A.R.Rahman

07 ottobre 2015

I MIGLIORI FIM DEL 2014 CONSIGLIATI DA CATERINA (ALTRE CINEMATOGRAFIE INDIANE)



1) QISSA  (Punjabi)
Di Anup Singh
Con Irrfan Khan, Tillotama Shome, Tisca Chopra e Rasika Dugal

Dramma lacerante ma dall'esecuzione impeccabile. Ha conquistato il mio cuore già dai primi istanti della sua proiezione all'Odeon nell'edizione passata del River to River FFF. Uno grandissimo Irrfan Khan alle prese con un personaggio inseguito dalle ombre, negativo e disilluso, trascinato via dalla sua terra in seguito alla Partizione e divorato dal desiderio di avere un figlio maschio, per continuare la discendenza e soddisfare la società. Volendo crescere la sua figlia più piccola come un uomo avvia un inganno che negli anni sarà sempre più difficile da sostenere.



2) LUCIA (Kannada)
Di Pawan Kumar
Con Sathish Ninasam, Sruthi Hariharan

Realtà, sogno e una pasticca miracolosa in grado di rendere le illusioni ancora più belle della realtà. Il protagonista rinuncia al suo presente per cullarsi in utopie grandiose nelle quali tutto accade esattamente come vuole e riesce ad essere la persona che vorrebbe. Ma gli straordinari effetti della pillola "Lucia", sono destinati a durare? Qual'è veramente la sua vita reale, e cosa sta accadendo intorno a lui mentre i sogni rubano tutto il suo tempo? Un film stuzzicante e geniale, girato con un budget ridotto ma altissima concentrazione di idee.




3) BANGALORE DAYS (Malayalam)
Di Anjali Menon
Con Nazriya Nazim, Nivin Pauly, Dulquer Salmaan, Fahad Faasil e Parvathy Menon

Tre cugini, due ragazzi e una ragazza, lasciano la campagna di un paesino del Kerala per rincorrere i propri sogni a Bangalore. La loro amicizia si rafforza ma viene anche messa alla prova da nuovi legami. Un film completo, equilibrato, emozionante. Non mancano sorrisi, lacrime, momenti di leggerezza, momenti di tensione. Tre storie cinematografiche che potrebbero essere diari reali di tre ventenni dell'India di oggi, sospesa tra il moderno e la tradizione, tra campagne e megalopoli in crescita. Bellissime interpretazioni, soprattutto quelle di Nazriya Nazim e Fahdad Faasil, marito e moglie anche fuori dalle scene. Una crescita continua per la regista Anjali Menon, che da Kerala Cafè sforna un successo dietro l'altro.


4) MANAM (Telugu)
Di Vikram Kumar
Con Nagarjuna, Naga Chaitanya, Akkineni Nageswara Rao, Samantha e Shriya Saran

Prodotto ed interpretato da tutti i membri della famiglia Akkinenni, una delle dinastie di superstars del cinema telugu. Un interessante scambio di ruoli tra i membri della famiglia si intreccia con un plot cinematografico che abbraccia tre generazioni e salta dal presente al passato prossimo, e quello remoto. Un film delicato e ben raccontato, un esempio di come il cinema telugu deve essere, e finalmente un potente antidoto alle trame ripetitive che si stanno vedendo negli ultimi tempi. Manam è  una deliziosa eccezione (e ho già una gran voglia di rivederlo).


5) VELLAIYILLA PATTATHARI (Tamil)
Di Velraj
Con Dhanush e Amala Paul

Un film che si divide nettamente in due parti, la prima intima e riflessiva, fatta di piccole emozioni e lasciata completamente in mano al talento di Dhanush e alla sua delicatezza interpretativa. La seconda, più classica e commerciale, azione, canzoni, twist e dialoghi che movimentano la storia. Un film che sa emozionare, grazie soprattutto ai protagonisti, ma anche intrattenere, capace di soddisfare diverse tipologie di pubblico. E poi Dhanush è un amore, sempre splendido, in tutte le salse.

 

6) 7TH DAY  (Malayalam)
Di Akhil Paul
Con Prithviraj, Janani Iyer, Vinay Fort, Tovino Thomas

Poliziesco dai risvolti imprevedibili che gioca con lo spettatore e i personaggi. Il finale furbissimo e l'interpretazione di Prithviraj riescono a compensare la lentezza nella narrazione iniziale. Un film malayali che, nello stile di questa interessante cinematografia, richiede per prima cosa pazienza, parte con la prima ma aumenta la marcia ad ogni scena, senza più fermarsi.



7) CUKOO (Tamil)
Di Raju Murugan
Con Malavika Nair e Dinesh

Una tenera storia d'amore tra due ragazzi non vedenti. Lui attende pazientemente che la ragazza lo consideri più che un amico, lei, sogna invece al suo fianco un uomo capace di vedere, e di guidarla nel mondo. Realizzato con delicatezza e semplicità, cullato da una colonna sonora avvolgente. Tante emozioni.



7) HI, I'M TONY  (Malayalam)
Di Lal Jr.
Con Asif Ali, Lal, Miya, Biju Menon e Lena Abhilash

Una coppia di giovani sposi, un appartamento fin troppo bello e un ingombrante impiccione che per restare nella casa stuzzica l'avidità dei due malcapitati. Forse questo film non avrà niente di nuovo ma il suo budget superlow e l'intensità delle interpretazioni mi ha ancora una volta convinta che basta veramente poco per costruire un buon thriller a partire da niente. Il cinema in lingua malayalam non ama sperperare e a volte i frutti di questa estrema parsimonia sono esperimenti di cui prendere nota.