24 gennaio 2010

WAKE UP SID


Sotto le ali della Dharma Production di Karan Johar, il debuttante regista Ayan Mukherjee prova a rispondere alla domanda “quando si diventa grandi? E come?” attraverso la storia di un un ragazzo immaturo e viziato (seppur irresistibilmente tenero) che esita ad uscire dal guscio per cercare sè stesso fuori della protettiva sfera familiare.

Wake up Sid esplora con sensibilità i nuovi lati di una trama già vista e sfruttata e se ne riappropria esultando a bassa voce, imponendosi con pazienza, richiamando l'attenzione che merita senza fronzoli e senza fretta.


TRAMA
Siddarth è un figlio di papà cronicamente disinteressato ad impegnarsi; storce il naso davanti ad un futuro nell'azienda familiare ma è altrettanto annoiato dagli studi, si nutre di pizza e videogiochi rimandando a dopodomani qualsiasi schivabile fatica. L'insuccesso all'esame finale del college e l'incontro con l'indipendente Aisha inizieranno a smuovere in lui una catena di progressivi, seppur timidi, cambiamenti.

Il particolarissimo personaggio di Sid si culla nella sua indolenza dietro gli sfondi metropolitani di Mumbai, la città che tanto ama sembra vivere con lui la staticità e i fermenti di un momento di passaggio che culmina con l'arrivo del monsone e la pioggia scrosciante sull'ormai più-grande Siddarth.
Ranbir Kapoor, che già possiede l'aspetto fisico perfettamente richiesto dal ruolo, adattato da un look bizzarro da eterno ragazzino (che dire dei suoi calzini colorati? O delle simpatiche magliette di Batman?) nel film appare tenerissimo, infantile e quasi asessuato; difficile non restare contagiati dal suo caloroso approccio con il mondo, dall'immediatezza della sua comunicazione, dimenticandosi di colpo dei difetti. Arrogante? Materialista? Fannullone? Macchè... Sid nonostante tutto appare solo una creatura adorabile, e questo rende la storia meno scontata e più interessante.

I brani della colonna sonora sono introdotti con armonia, intervallati discretamente alle parole, si fanno da parte al momento giusto per riapparire più tardi, ogni pezzo è piacevole ma non troppo vistoso da avere la meglio sulle immagini.

L'imbattibile Konkona Sen Sharma continua a dimostrarsi un'ottima scelta in ogni caso, su di lei non bastano mai gli aggettivi, mi limito a ripeterne tre: Convincente-efficace-bravissima. Malgrado l'attrice non subisca mai considerevoli cambiamenti d'immagine è in grado di apparire sempre diversa. Ma come fa? La sua presenza diviene fondamentale nella fase in cui inizia a crearsi un punto di fusione tra il suo personaggio e quello di Sid: Aisha, che era partita in quarta imponendosi per la sua maturità, inizia a scoprirsi molto meno seria e adulta di quello che credeva e si sfoga riversando sul ragazzo pioggie di insulti nevrotici, arrivando a vergognarsi della sua crescente attrazione per lui. Non so se in mano ad un'altra persona questo passaggio si sarebbe rivelato così intrigante.

Continuando ad elencare i pregi del film non posso dimenticarmi dell'inossidabile Anupam Kher (un veterano assoluto), il padre sovraindulgente e affettuoso che soffre nel tentativo di distaccarsi, al fianco di Supriya Pathak, (la commovente Shabnam nel durissimo Baazar del 1982) madre impacciata che che cerca disperatamente di parlare inglese per avvicinarsi alla nuova generazione.

Il mio giudizio sul film : **** 4/5


RECENSIONI:

THE HINDUSTAN TIMES *** 3,5 / 5
Wake Up Sid!' appartiene ad un genere che indubbiamente fluisce da 'Dil Chahta Hai' di Farhan Akhtar: in parte Hollywood, in parte Bollywood, principalmente una storia di formazione, sottilmente romantico, in gran parte originale, con sentimenti autentici, anche leggero, Inglese nelle espressioni, Hindi nella lingua. Il film è più che realistico, malgrado il soggetto non nuovo, e persino il look patinato non risulta finto. Si sente che il regista Ayan Mukerji - e gli attori - hanno vissuto questa storia. Konkona Sen Sharma è vera senza alcuno sforzo, come sempre.
Mayank Shekhar, 03.10.09 (Testo integrale)

THE TIMES OF INDIA **** 4/5
'Wake Up Sid!' può sembrare solo un altro racconto di formazione di un ragazzo viziato che diventa adulto, un film con tanto atteggiamento e poca anima. Invece finisce con l'essere molto, molto di più. E ciò che lo rende speciale è l'attenzione per i dettagli del regista (anche sceneggiatore) Ayan Mukerji, qui al suo debutto, nonchè il suo modo ricco di sfumature di guardare alle nuove generazioni. La relazione fra i due protagonisti è urbana e attuale in ogni aspetto. Il cambiamento nel tenore del loro rapporto e il cambiamento dei personaggi stessi è delineato con diligenza e tenerezza. Ma c'è grande sottigliezza anche nel modo in cui viene presentata la relazione di Sid con la madre (Supriya Pathak). La distanza fra i due è dovuta a differenti culture: la donna non è istruita, il ragazzo è occidentalizzato. Vi è qualcosa di tragico in questa madre Punjabi che parla Inglese, anche se in modo terribile, nella speranza di avvicinare a sè il figlio. Tragico perchè sappiamo che è vero. Sid è fantastico con gli amici ma brusco con coloro che non viaggiano sulla sua lunghezza d'onda. Nel suo personaggio coesistono differenti personalità, non tutte piacevoli. Non era un ruolo facile e va riconosciuto a Ranbir il merito di aver dato vita ad un Sid quasi perfetto. Konkona è semplicemente superba. La sceneggiatura offre grande spazio al personaggio di Laxmi, l'amica di taglia 'extra-large' di Sid, un raro esempio a Bollywood di ragazza non snella trattata in modo realistico e non come una caricatura. Kher nel ruolo del padre di Sid è efficacemente controllato. E comunque tutto il cast è eccellente.
Avijit Ghosh, 02.10.09 (Testo integrale)


ANNO: 2009

REGIA: Ayan Mukherjee

CAST:

- Ranbir Kapoor......................... Siddhart Mehra
- Konkona Sen Sharma.............. Aisha Banerjee
- Anupam Kher.......................... Mr Mehra
- Supriya Pathak........................ Mrs Mehra
- Namit Das............................... Rishi
- Rahul Khanna.......................... Kabir


COLONNA SONORA: Shankar – Ehsaan - Loy

PLAYBACK SINGERS: Shankar Mahadevan, Clinton Cerejo, Kavita Seth, Uday Benegal

15 gennaio 2010

KURBAAN

Prodotto dalla Dharma Productions di Karan Johar (Kabhi Alvida Naa Kehna ), Kurbaan è l'esordio alla regia di Rensil D'Silva, già noto al pubblico indiano per essersi aggiudicato nel 2007, insieme a Rakeysh Omprakash Mehra, l'International Indian Film Academy Award per la sceneggiatura dell'acclamato Rang De Basanti.
I tiepidi risultati al box office di Kurbaan, data la massiccia campagna pubblicitaria di lancio, il calibro delle star impegnate nel film, Saif Ali Khan (Pareeneta), Kareena Kapoor, Om Puri (London Dreams, La Guerra di Charlie Wilson), Kirron Kher (Dostana) e i grossi nomi legati a produzione e regia, sono stati decisamente al di sotto delle aspettative.

TRAMA

Avantika Ahuja (Kareena Kapoor) è un insegnante di Delhi. Nella scuola dove lavora, arriva un nuovo collega, Ehsaan Khan (Saif Ali Khan) che inzia a corteggiarla. I due si innamorano e, quando Avantika deve trasferirsi negli Stati Uniti, si sposano e partono insieme. Arrivati in America, Avantika dovrà drammaticamente rendersi conto che non tutto è come sembra e che suo marito non è la persona che credeva.

RECENSIONI

Times of India ***1/2
Innanzitutto complimenti a Karan Johar per aver cambiato completamente direzione ed aver esplorato nuovi territori. Naturalmente lo amiamo per il suo cinema di classe K: i suoi film i cui titoli iniziano con la lettera kappa hanno ridefinito il genere romantico. Ma 'Kurbaan' mantiene lo schermo in ebollizione per la maggior parte del tempo grazie alla sua storia ben confezionata. 'Kurbaan' guarda all'altra faccia del fondamentalismo Islamico e mette in prospettiva gli eventi successivi all'11 Settembre. Chi sono questi ragazzi pieni di rabbia, di sete di vendetta, di bombe? Perchè sono determinati a mettere il mondo a ferro e fuoco? Può esserci uno scopo dietro la loro follia? 'Kurbaan', scritto da Karan Johar, solleva questi interrogativi estremamente attuali, senza nascondere l'unica innegabile verità: un attentatore suicida non può cancellare le ingiustizie del mondo. La storia di Johar ha dignità. La narrazione di Rensil D'Silva è avvincente. I dialoghi di Anurag Kashyap sono realistici, tranne quando si tenta di spiegare le basi teoriche del fondamentalismo Islamico: allora le battute sembrano rubate ai libri di testo o ai titoli dei giornali. Le performance sono coraggiose. L'intesa fra Saif e Kareena illumina il film: la coppia tratteggia con misurata passione il ritratto di due amanti condannati. Ma avremmo preferito che, dopo la sbalorditiva rivelazione del personaggio interpretato da Saif, la loro relazione fosse più ricca di emozioni. E che, nel secondo tempo, il film fosse meno lungo e con un montaggio più teso. Inoltre vi sono alcune incoerenze che minano il realismo a cui la pellicola aspira. Comunque 'Kurbaan' lascia il segno. Non perdetelo.
Nikhat Kazmi, 19.11.09
La recensione integrale

Hindustan Times
La sceneggiatura sembra gradevole e c'è dell'onestà nello scopo del film. Però sono solo le parole ad essere politiche. Il tono è quasi sempre quieto, ma alla fine ci si trova dinanzi ad un prodotto che non è nè abbastanza serio e abbastanza realistico da proporre una riflessione sul terrorismo globale, nè abbastanza leggero da intrattenere.
Mayank Shekhar, 21.11.09
La recensione integrale

Diana ***1/2
Buon thriller, teso e moderno che guarda al terrorismo internazionale dalla parte dei musulmani senza, però, nessuna indulgenza. La tensione drammatica, il confronto tra Avantika ed Ehsaan, le scene delle esplosioni in metropolitana, di un realismo e di una crudezza impressionanti, fanno pensare che questo film, intelligente, che coinvolge ed emoziona sia stato ingiustamente sottovalutato.

Il bello:
- Kareena Kapoor, innocente, incredula, fiera, e Kirron Kher, dura, cinica, crudele, che non ha più niente da perdere, sono brave, intense e convincenti.
- Dolore, paura e morte portano solo ad altro dolore, paura e morte. Un messaggio chiaro, incontestabile, necessario.

Il brutto:
- Alcune imprecisioni nella trama: perchè Riyaz non si rivolge immediatamente al F.B.I.? Perchè se Ehsaan è un pericoloso criminale la sua foto non è in possesso degli ufficiali della dogana o di quelli ai posti di blocco?
- La scena poco convincente durante la quale Riyaz conquista la fiducia di Ehsaan premendo il grilletto contro un innocente e diventando, di fatto, uguale ai terroristi che vorrebbe combattere.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

Ehsaan Khan - Saif Ali Khan
Avantika - Kareena Kapoor
Riyaz Mansoori - Vivek Oberoi
Rihana - Dia Mirza
Aapa - Kirron Kher
Bhaijaan - Om Puri
Avantika's father - Akash Khurana
Salma - Nauheed Cyrusi
Riyaz's father - Kulbhushan Kharbanda

Scritto e diretto da Rensil D'Silva

Musiche: Sulaiman e Salim Merchant (Love Aaj Kal)

Coreografie: Vaibhavi Merchant (Kambakkht Ishq)

Anno: 2009

Traduzione del titolo: Sacrificio

Distribuito da UTV Motion Pictures

Awards:

- Screen Award for Best Actor In Popular Category, Female, 2010 - Kareena Kapoor
- Apsara Award for Best Actress In Supporting Role, 2010 - Kirron Kher

CURIOSITA'

- L'Alta Corte di Bombay ha dovuto decidere in merito ad una richiesta di censura, riferita in particolar modo a due brani contenuti nel film, Shukran Allah e Ali Maula, ritenuti volgari ed offensivi nei confronti della religione musulmana. L'articolo integrale.
- I dialoghi di Kurbaan sono stati scritti da Anurag Kashyap (Dev D)
- Kareena Kapoor e Saif Ali Khan nella vita reale sono una coppia. L'intimita tra i due, oltre a scatenare una certa curiosità per le scene più hot del film, ha reso l'intesa amorosa tra Avantika e Ehsaan indiscutibilmente più calda.

Il sito ufficiale del film

11 gennaio 2010

PAA


Quarant'anni fa, nel 1969, Amitabh Bachchan fece il suo debutto sul grande schermo come uno dei sette protagonisti di Saat Hindustani, diretto da Khwaja Ahmad Abbas. Il film non fu un grande successo ma Amitabh vinse il suo primo National Film Award come miglior attore debuttante. Dopo più di 150 film ed altrettante interpretazioni, questo mostro sacro del cinema indiano sorprende ancora: il suo Auro, un dodicenne affetto da progeria, un'anomalia genetica che causa invecchiamento precoce, ha incuriosito ed entusiasmato tutti.

TRAMA

Vidya (Vidya Balan) è una ginecologa, ha un figlio e vive con la madre. Amol Atre (Abhishek Bachchan) è un giovane politico impegnato che lotta contro la corruzione delle istituzioni. Quello che li lega è Auro, un bambino vivace ed intelligente che soffre di una grave e rara patologia.
Paa è un film sulla malattia, sulle diversità, su quanto si può essere uguali agli altri anche quando si è differenti; è la storia di un bambino e della sua famiglia.

RECENSIONI

The Times of India ***1/2
Auro risponde con un grande 'buuuuuu' a tutti noi scettici che avevamo iniziato a dubitare della sua capacità di intrattenere dopo 'Jhoom Barabar Jhoom', 'God Tussi Great Ho', 'Aladin', ecc. Perchè non tutti gli attori 67enni possono mettersi nei panni di un adolescente senza sembrare imbarazzanti e sciocchi. Amitabh Bachchan non solo cattura con grande perizia l'essenza del ragazzino goffo e strano, ma crea anche un nuovo parametro di riferimento per sperimentare, rinnovarsi e reinventarsi quando la curva della carriera sembra discendere. L'attore appare diverso, parla in modo diverso, si muove in modo diverso e reagisce da un punto di vista emotivo in modo diverso. Il risultato? 'Paa' è un'esperienza che funziona, proprio perchè è così differente. Il film si apre con un primo tempo in qualche modo statico e disordinato, e si illumina ad intermittenza quando Auro entra in scena. Improvvisamente spicca un salto nel secondo tempo, con Auro e le sue buffonerie ad avere la meglio. La pellicola gira piacevolmente al largo dal sentimentalismo e gestisce il flusso emotivo con misura e sottigliezza. Quanto alle performance, sono tutti bravi. Ma è Amitabh a spiccare: 'Paa' è soprattutto una piattaforma per Auro per portarvi via il cuore. E Auro lo fa. E no: non è una versione desi di Benjamin Button.
Nikhat Kazmi, 03.12.09
La recensione completa


Hindustan Times ***1/2
Reinventare Amitabh Bachchan ha costituito per lungo tempo un'industria multi milionaria. Molti registi ci hanno provato, scioccando o compiacendo il pubblico. Ma pochi sono stati benedetti da una visione che andasse oltre la fascinazione infantile per la star. Balki è fra questi. L'ultima volta ci ha offerto una storia d'amore abbastanza estrema fra persone di età molto diverse ('Cheeni Kum'). In 'Paa' il rischio era infinitamente maggiore. Abbiamo il più famoso attore Indiano privo delle sue risorse: la voce profonda e la presenza da schianto. Amitabh rinuncia interamente alla sua aura scenica in favore di Auro. Il grosso del pubblico non ci è abituato. Poteva riderne o andarsene. Sorprendentemente ride al momento giusto e lascia la sala piuttosto soddisfatto. Questo è il traguardo più grande raggiunto dal film. 'Paa' non perde mai la sua nota di gioia e di umorismo. Il tono è sensibile e sentimentale, anche se qualche volta eccede nel melodrammatico e nell'eccessivo. Comunque quando l'obiettivo inquadra Auro si rimane quasi ipnotizzati dal viso che si nasconde dietro la maschera. Poche star con una tale consolidata immagine pubblica avrebbero potuto mettere a segno un ruolo con così tante sfumature.
Mayank Shekhar, 04.12.09
La recensione completa

Diana *** 3/5
Alcune pellicole devono a chi le interpreta la maggior parte della loro buona riuscita, Paa è una di queste. Abhishek Bachchan, che qui ha la possibilità di impersonare il padre di Auro, interpretato da Amitabh Bachchan di cui nella realtà è il figlio, si conferma un attore vero, convincente, dotato di un'impressionante naturalezza e che non sembra affatto intimidito dalla grandezza di un così ingombrante genitore. Vidya Balan, sempre all'altezza del ruolo, è particolarmente graziosa.
I comprimari sono tutti bravi.
Grazie, inoltre, alla buone musiche, ad una regia misurata e sensibile che evita il più possibile melassa e smancerie, alla leggerezza e spontaneità mostrata da Auro e dai suoi compagni di scuola, Paa va senza esitazioni promosso.

Il bello:
- Un mappamondo bianco, senza confini.
- Amitabh Bachchan.
L'attore, per trasformarsi in Auro, si è quotidianamente sottoposto a sei ore di trucco che lo hanno reso quasi irriconoscibile; ha cambiato postura ed assunto un nuovo tono di voce.
Dietro gli occhiali spessi, però, gli occhi che si arrossano di commozione, si accendono divertiti e guizzano ironici sono i suoi: bravo, generoso, leggendario.

Il brutto:
- L'episodio della diretta televisiva: una divagazione forse necessaria ma troppo lunga.
- L'orologio del Corpus Christi College a Cambridge, che scandisce il passare del tempo durante la canzone Mudhi Mudhi Iteffaq Se: orrendo

SCHEDA DEL FILM

Cast:

Auro - Amitabh Bachchan
Amol Atre - Abhishek Bachchan (Delhi-6)
Vidya - Vidya Balan (Parineeta)
Mr. Atre - Paresh Rawal (Cheeni Kum)
Vidya's mother - Arundhati Naag (KamaSutra: A Tale of Love)
Narrator - Jaya Bachchan
Vishnu - Pratik Katare

Scritto e diretto da R. Balakrishnan (Cheeni Kum)

Musiche: Ilaiyaraja (Cheeni Kum)

Coreografie: P.C. Sreeram

Anno: 2009

Traduzione del titolo: Papà

Distribuito da Adlabs

AWARDS:

16th Star Screen Awards
Miglior attore protagonista - Amitabh Bachchan
Miglior attrice protagonista - Vidya Balan
Miglior attrice non protagonista - Arundhati Naag
Best Child Artiste - Pratik Katare
Star Plus Jodi Award - Amitabh Bachchan - Abhishek Bachchan

CURIOSITA'

- Paa è il secondo lavoro di R. Balakrishnan, che debuttò dirigendo Cheeni Kum, un delizioso film del 2007, interpretato da Amitabh Bachchan e Tabu (Chandni Bar).
Cheeni Kum fu trasmesso da raiuno, purtroppo tagliato e doppiato, con il titolo Senza Zucchero, nell'estate del 2008, per il ciclo "Amori con...turbanti".
- Paa è la prima produzione della AB Corp. Ltd., la casa di produzione dei Bachchan.
- Il make up di Amitabh Bachchan è stato affidato a Christien Tinsley che ha curato il trucco per film come La passione di Cristo, Catwoman e per la trilogia de Il Signore degli Anelli.
- Paa è ispirato ad un film americano del 1996, Jack, con Robin Williams.

Il blog di big B

01 gennaio 2010

ALADIN

La lampada c'è, il Genio anche, ma scordatevi l'antica fiaba delle Mille e una notte o il cartoon della Disney: la rivisitazione indiana di Aladino è una storia completamente nuova.
Uno dei pochissimi approcci del cinema bollywoodiano al fantasy, Aladin, nonostante la presenza nel cast di un mostro sacro come Amitabh Bachchan e l'utilizzo di costosi effetti speciali, non ha convinto nè critica nè pubblico.

TRAMA

In una cittadina immaginaria, Khwahish, che significa, non a caso, "sogno", il timido ed imbranato Aladin (Riteish Deshmukh) vive con il nonno. Sin da bambino è stato sbeffeggiato dai compagni a causa del suo insolito nome e quando la bella Jasmine (Jacqueline Fernandez), entra nella sua vita, Aladin è troppo impacciato per riuscire a conquistarla. Ci vorranno l'aiuto di un curioso Genio della lampada e qualche ostacolo prima del meritato lieto fine.

RECENSIONI

The Times of India **
La pellicola proprio non funziona. Amitabh Bachchan e Sanjay Dutt non creano nessuna magia e offrono una delle interpretazioni più bizzarre della loro carriera. La storia d'amore non emoziona. Ritesh deambula con l'aria stordita e con la testa confusa. L'esordiente Jacqueline fallisce nel dimostrare di essere qualcosa di più di un viso grazioso. Il film colpisce solo per le scenografie di Sabu Cyril. La storia non diverte e diviene a mano a mano più sconcertante. Gli effetti speciali sono patetici. Il duo Vishal-Shekhar ha sfornato una colonna sonora da dimenticare.
Nikhat Kazmi, 29.10.09
La recensione integrale

Hindustan Times *
Le interpretazioni di Amitabh Bachchan con l'età diventano sempre più rare. Il pubblico è tuttora interessato al suo lavoro, ma Amitabh non avrebbe dovuto accettare questa implausibile spazzatura.
Mayank Shekhar, 31.10.09
La recensione integrale

Diana *** 3/5
Film d'intrattenimento non privo di fascino grazie all'ambientazione incantata, alle musiche divertenti ed allegre e ad Amitabh Bachchan. Mentre Riteish Deshmukh e Jacqueline Fernandez fanno il loro dovere senza entusiasmare, rimane il rammarico per la superflua presenza dell'incolpevole Sanjay Dutt, che tenta, disperato, di dare consistenza e credibilità ad un personaggio senza il quale la storia avrebbe senza dubbio guadagnato.
Poichè si tratta di uno dei primi passi del cinema indiano nel diffilcile mondo delle produzioni fantasy, ci saremmo accontentati della tenera storia d'amore ed di un tocco di magia. Peccato.

Il bello:
- Amitabh Bachchan, in una nuova e generosissima interpretazione. Nella canzone Genie Rap, lo sentiamo addirittura reppare: make a wish!

Il brutto:
- L'inutile e puerile minaccia rappresentata dal Ringmaster.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

Il Genio - Amitabh Bachchan
Il Ringmaster - Sanjay Dutt (Lage Raho Munna Bhai)
Aladin Chatterjee - Riteish Deshmukh (Heyy Babyy)
Jasmine - Jacqueline Fernandez
Il nonno - Victor Banerjee
Marjina - Ratna Pathak Shah
Kasim - Sahil Khan
Joy Sengupta - Arun Chatterjee
Sohini Ghosh - Riya Chatterjee
Arif Zakariya - Prof. Nazif
Xi Guang Lee - William Ong

Diretto da Sujoy Ghosh

Musiche: Vishal Dadlani e Shekhar Ravjiani (Dostana)

Coreografie:
Bosco Martis (Love Aaj Kal)
Caesar Gonsalves (All The Best)
Geeta Kapoor (Heyy Babyy)
Saroj Khan (Delhi-6)
Shiamak Davar (Taare Zameen Par)

Anno: 2009

Distribuito dalla Eros Enterainment

CURIOSITA'

- Aladin è il film di debutto di Jacqueline Fernandez che prima di approdare a bollywood è stata eletta Miss Sri Lanka nel 2006.
- Durante le riprese Amitabh Bachchan si è ferito ad un polso, ma ha preferito continuare a girare piuttosto che prendersi qualche giorno di stop.

Il sito ufficiale del film