Trascinando in un vortice di commedia ad azione, amore a dramma, passando da situazioni incredibili ad altre normalmente quotidiane, Amar Akbar Anthony è una pietra miliare della scoppiettante filmografia anni Settanta. Potrei consigliarlo come l’esempio più classico di “lost and found movie” un genere molto in voga nei decenni postclassici del cinema indiano, la cui storia è intrecciata e sospesa nel tempo, i legami tra i personaggi si rompono, si confondono, per poi ritrovarsi nel corso degli anni. L’avvincente e variegato multi-starrer unisce in un solo film dalla trama rocambolesca i nomi di Pran, Nirupa Roy, Parveen Babi, Neetu Singh e Shabana Azmi, accanto ad un’eccezionale triade di protagonisti : Amitabh Bachchan, Vinod Khanna e Rishi Kapoor.
TRAMA
Ingannato da un potente gangster locale, Kishanlal vede sgretolare in un attimo la sua vita, la moglie tenta il suicidio e i suoi figli si dividono e si perdono mentre cercano di scappare. Adottati rispettivamente da una famiglia induista, da un sarto musulmano e da un parroco cristiano, ciascun ragazzo cresce in un contesto diverso: Amar diviene un ispettore di polizia, Akbar un gioioso musicista qawali e Anthony un impenitente contrabbandiere di alcolici. Ancora prima di conoscere la loro vera identità i tre si scoprono amici e le loro storie si intrecciano di nuovo.
Manmohan Desai è un vero mago dell’intrattenimento popolare. Apparentemente rustici e poco elaborati i suoi film incedono a ritmi pulsanti e nascondono una conoscenza profonda dei meccanismi di gradimento e coinvolgimento del pubblico.
Le tre storie hanno equivalente spessore e si alternano con vivacità ed equilibrio. La classe di Amitabh Bachchan trionfa nel sarcastico e simpatico personaggio di Anthony Gonzalves, che si ubriaca, lotta tra la polvere e ride dietro le sbarre ma è anche capace di trasformarsi in eroe romantico o campione d’eleganza, fino a saltare fuori da un gigantesco uovo di Pasqua sorprendendo gli ospiti con divertenti indovinelli, privi di senso, ma in perfetto British English. Quest’uomo ha dell’incredibile, sarete d'accordo con me.
Rishi Kapoor aggiunge quel tocco di energia scanzonata accanto alla sua luminosa e sempre sorridente Neetu Singh. A Vinod Khanna spetta invece il personaggio più bacchettone e meno loquace, nonché l’eroina più smorta, (Shabana Azmi) ma il tanto antipatico Amar della prima parte diviene molto meno serioso nella seconda, fino a meritarsi una standing ovation nella canzone che da il titolo al film, in cui si esibisce coperto di strumenti musicali in un mix di straordinaria follia.
Le tre storie hanno equivalente spessore e si alternano con vivacità ed equilibrio. La classe di Amitabh Bachchan trionfa nel sarcastico e simpatico personaggio di Anthony Gonzalves, che si ubriaca, lotta tra la polvere e ride dietro le sbarre ma è anche capace di trasformarsi in eroe romantico o campione d’eleganza, fino a saltare fuori da un gigantesco uovo di Pasqua sorprendendo gli ospiti con divertenti indovinelli, privi di senso, ma in perfetto British English. Quest’uomo ha dell’incredibile, sarete d'accordo con me.
Rishi Kapoor aggiunge quel tocco di energia scanzonata accanto alla sua luminosa e sempre sorridente Neetu Singh. A Vinod Khanna spetta invece il personaggio più bacchettone e meno loquace, nonché l’eroina più smorta, (Shabana Azmi) ma il tanto antipatico Amar della prima parte diviene molto meno serioso nella seconda, fino a meritarsi una standing ovation nella canzone che da il titolo al film, in cui si esibisce coperto di strumenti musicali in un mix di straordinaria follia.
Le scene più belle:
1) Medaglia d'oro al monologo di Amitabh Bachchan ubriaco davanti allo specchio. Da solo vale il prezzo del film. Uno dei momenti in cui Big B supera se stesso per ironia, stile e credibilità. Gustiamocela con calma e gettiamoci a suoi piedi.
2) La serenata di Rishi Kapoor sotto casa della sua bella, matta e divertente la canzone "Taiyyab Ali pyar ki dushman" / (Taiyyab Ali nemico dell’amore) nasce per essere un corteggiamento alla ragazza e finisce per diventare un attacco irresistibilmente velenoso al padre stizzito e tutto d'un pezzo.
3) La rivalsa di Kishanlal. L’uomo ordina al suo nemico di lucidargli le scarpe ripetendo al contrario l’umiliazione subita in passato. Dieci e lode ad un inossidabile Pran che trafigge lo schermo con una sola azzeccatissima scena.
Il mio giudizio sul film : **** 4/5
ANNO: 1977
REGIA: Manmohan Desai
CAST :
Amitabh Bachchan………………Anthony Gonzalvez
Rishi Kapoor…………………………Akbar Allahbadi
Vinod Khanna……………………… Amar Khanna
Pran……………………………………… Kishanlal
Parveen Babi………………………Jenny
Neetu Singh…………………………Salma
Shabana Azmi………………………… Laxmi
Jeevan………………………………… Robert
Nirupa Roy……………………………Bharti
COLONNA SONORA : Laxmikant & Pyarelal
PLAYBACK SINGERS: Mohammed Rafi, Kishore Kumar, Lata Mangeshkar, Mukesh, Mahendra Kapoor, Shailendra Singh
QUALCOS'ALTRO:
- Amitabh Bachchan si aggiudicò il Filmfare Award come miglior attore protagonista per la sua interpretazione nel film. Laximikant & Pyarelal vinsero nella categoria Miglior colonna sonora.
- Esistono remakes Telegu e Malayamal usciti negli anni ’80 intitolati Ram Robert Rahim e John Jaffard Janardhan
- My name is Anthony Gonzalves oltre ad essere il ritornello della canzone più popolare di Amar Akbar Anthony è anche il titolo di un film uscito nel 2008
- Nel film Baadshah, Shahrukh Khan improvvisa una veloce parodia del famoso discorso strampalato di Big B in inglese.
- Il nome Anthony Gonzalves viene usato come identità immaginaria dell'amico di Ajay Devgan in uno degli equivoci di Golmaal Returns (2008)
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