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15 aprile 2022

BABA, BABY O...


Jisshu Sengupta è un uomo di bell'aspetto, ed è sempre un piacere ammirarlo in azione. In Baba, Baby O... mi è sembrato più a suo agio nel secondo tempo, quando la commedia cede il passo ai tentativi della sceneggiatura di approfondire personaggi e situazioni. Il film è molto modesto, malgrado l'intenzione di rappresentare una paternità a lungo desiderata e perseguita ad ogni costo - tema non comune nel cinema indiano -, e di affrontare argomenti non proprio popolari come la maternità surrogata o, di striscio, l'omosessualità. Ad un certo punto, la trama cambia rotta per concentrarsi sull'aspetto romantico. La qualità cresce leggermente, l'interpretazione di Solanki Roy acquista spessore, ma nel complesso BBO rimane poco definito. Megh, il protagonista, è troppo perfetto. Inspiegabili le omissioni della madre di Brishti: perché farsi disprezzare senza ragione? Il problema principale è il trattamento artificiale e zuccheroso, accentuato dai set televisivi e dai dialoghi inadeguati. 

TRAMA

A quarant'anni, Megh non ha ancora incontrato la donna giusta ma desidera diventare padre. Decide di affidarsi alla maternità surrogata e nascono due deliziosi gemelli. Un giorno Megh incontra Brishti, proprietaria di un negozio di giocattoli. Megh ne rimane colpito, ma la ragazza è più giovane di lui e non ama i bambini. 

RECENSIONI

Cinema Hindi: **
Punto di forza: Jisshu Sengupta
Punto debole: sceneggiatura semplicistica e didascalica

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Jisshu Sengupta - Megh
* Solanki Roy - Brishti

Regia: Aritra Mukherjee
Sceneggiatura: Zinia Sen
Colonna sonora: Chamok Hasan, Amit-Ishan
Lingua: bengali
Traduzione del titolo: Aritra Mukherjee spiega: 'Baba, Baby O... is about a father, his babies and the ‘O’ or the ‘Other’ factor in his life'.
Anno: 2022

RASSEGNA STAMPA

* Director Aritra Mukherjee gets candid about 'Baba, Baby O...', Arindam Chatterjee, The Telegraph, 2 febbraio 2022:
'Why did you decide to make a film on surrogacy?
My friend, Zinia, who is the screenplay writer of this film, became an aunt during Lockdown 2020. Her brother (...) became a single father through surrogacy. (...) When the kids were all of three months, her entire family was down with Covid. She had to bring the kids to her place and spent a lot of time with them. That’s when she shared with me the one-liner - what if a single father falls in love? I was very excited and was with her through and through as she wrote the screenplay. (...) Fact is, surrogacy is not embraced only by celebs, now common people who want to enjoy parenthood and are not keen on marriage, too are opting for the same. So, this film holds a mirror to society. (...)
Many people may not be aware of the concept and process of surrogacy. Does the film shed light on it?
Of course, the concept of surrogacy has been explained well. And that’s also there in the trailer. But I have not delved deeper into the process, as surrogacy is a small part of this film. Baba, Baby O... is a love story. (...)
Did you also deal with the issues of ethics surrounding surrogacy?
I am very much aware of the ongoing debate surrounding commercial surrogacy vs altruistic surrogacy, where no monetary compensation to the surrogate mother is given other than the medical expenses and insurance coverage during pregnancy. My film hints at the latter. Fact is, surrogacy is legal in India and it is turning dreams of parenthood into reality. And it is only the take-off point in the film.
How was it like directing Jisshu?
It was a fantastic experience. (...) Despite being a star, he would spend a lot of time on the set, making fun, easing things up. Since we had four very small child actors in the age brackets of three and six months, the shoot was difficult. We had to wait for them to give us the right expressions. But Jisshuda had asked (...) to go ahead with the reaction shots of the kids first and to focus on him later. The kids were all very fond of him and would break into smiles every time they saw him. In fact, just having him around made lives easier for all of us.
How was your shooting experience with the babies?
Prior to the shoot, my team and I spent a lot of time with the kids at their respective homes. By the time we started shooting, we already knew when they would go off to sleep or when they would wake up, the hours that they would be active, what they ate, what made them happy et al. So, we designed our shoot days around their active hours and the scenes where they are shown sleeping, were shot when they were actually sleeping. Of course, it was challenging to shoot with them, but it was a lot of fun too. At times, we felt they had some secret training or why else would they be so perfect!
Why the title Baba, Baby O...?
Baba, Baby O... is about a father, his babies and the ‘O’ or the ‘Other’ factor in his life. It’s this ‘O’ that brings all the disruption in his otherwise perfect life'.

CURIOSITÀ

* Riferimenti al cinema indiano: Karan Johar, Preity Zinta, Shah Rukh Khan, Kuch Kuch Hota Hai.
* Film che trattano lo stesso tema: Mimi, per la maternità surrogata.

31 gennaio 2020

GHAWRE BAIREY AAJ


L'idea intriga: ambientare Ghawre Bairey, opera di Tagore del 1916, nell'India contemporanea. La trama, i personaggi e le loro dinamiche si prestavano. Il risultato però mi ha in parte delusa. La narrazione è di qualità variabile, talvolta verbosa, e il ritmo si perde in qualche pausa di troppo. Alcuni aspetti della storia sono rappresentati in modo debole o poco credibile. I dialoghi alternano battute brillanti e semplicistiche. Nikhil e Sandy, i due personaggi maschili principali, sono ben delineati, ma Binnie, quello femminile, è piuttosto vacuo a dispetto di un passato interessante. Anirban Bhattacharya è solido come sempre. Jisshu Sengupta perfetto per il ruolo.

L'intenzione di Aparna Sen è da applauso a scena aperta. Visti i tempi, ci vuole un certo coraggio per toccare tasti così sensibili. Il film non possiede le stesse sottigliezze e intuizioni di alcuni dei lavori precedenti della regista, però forse la censura indiana avrebbe posto qualche ostacolo ad una pellicola più diretta. 

TRAMA

Nikhil e Sandy sono amici d'infanzia, e dopo quasi 20 anni si ritrovano a Delhi. Sandy è ospite di Nikhil e di sua moglie, la bellissima Binnie, di origine dalit. Nikhil e il suo giornale sostengono il progetto di costruire un ospedale in un'area maoista contesa da gruppi hindu per motivi religiosi. Sandy è uno storico, simpatizzante dell'ideologia hindu, e quindi contrario al progetto. Da qui scatta il confronto fra due idee diverse di India. Ma GB è anche la storia di un eroe sfortunato, di un sole ingannatore e della sua vittima. 

RECENSIONI

Film Companion:
'It could have been a great way to explore if it’s possible to create a dialogue between the two sides of the great political divide of our times: the right wing and the liberal. But the idea doesn’t translate to the film. (...) Bhattacharya - measured, quieter - has the more solid presence. (...) Ghawre Bairey Aaj is a broad, simplistic film with neither the pleasures of a broad, simplistic film, nor the room for the nuance and complexity of the subject'.
Sankhayan Ghosh, 15.11.19

Cinema Hindi: *** 1/2
Punto di forza: lo scontro fra le due diverse ideologie incarnate da Nikhil e Sandy, l'intenzione lodevolissima.
Punto debole: non sempre la narrazione fluisce con naturalezza e avvince, alcuni episodi appaiono incasellati ad arte per veicolare un messaggio (un esempio: lo studente di Sandy solo discorrendo con Nikhil si rende conto del pericolo che potrebbe correre il suo amico musulmano). Binnie è rappresentata in modo troppo lezioso, sappiamo che ha un impiego che svolge a casa, ma in larga parte si limita a posare, incedere, riflettere, osservare.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Tuhina Das - Binnie
* Anirban Bhattacharya - Nikhil, marito di Binnie
* Jisshu Sengupta - Sandy, amico di Nikhil
* Sreenanda Shankar - Sammy, amica di Nikhil e Sandy
* Anjan Dutt - il professore

Regia: Aparna Sen
Sceneggiatura: Aparna Sen si è ispirata all'opera Ghawre Bairey (1916) di Tagore - pubblicata in italiano con il titolo La casa e il mondo -, la cui trama è ambientata agli inizi del ventesimo secolo, nel periodo della lotta per l'indipendenza indiana. 
Colonna sonora: Neel Dutt
Lingua: bengali
Anno: 2019

CURIOSITA'

* GBA si apre con una dedica a Gauri Lankesh, giornalista di Bangalore assassinata nel 2017 sulla soglia di casa. Gauri combatteva la destra estremista hindu e le discriminazioni castali e di genere.
* Jisshu Sengupta è stato scritturato in alcuni film hindi, fra cui Mardaani, Piku e Manikarnika.
* Nel 1984 viene distribuito Ghare Baire, di Satyajit Ray, ispirato alla stessa opera di Tagore. La pellicola viene presentata a Cannes, ed inoltre vince il National Award per il miglior film bengali.
* Riferimenti al cinema bengali: Shyam Benegal.

GOSSIP & VELENI

* Sandy butta per terra - in casa - un mozzicone di sigaretta. Dove ho messo l'ascia?
* Premetto che non ho letto l'opera di Tagore. [Spoiler] Il motivo per cui Nikhil sposa Binnie è davvero idiota. La non reazione di Nikhil alla confessione di Binnie è poco credibile, e la conversazione fra i due coniugi, il mattino dopo, surreale. Il perdono di Nikhil un po' finto e tirato. Sappiamo già che Nikhil è il personaggio positivo, perchè strafare?

18 settembre 2019

VINCI DA


Nel 2019 ricorre il cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, e, per le celebrazioni, tutto potevo aspettarmi tranne che questo singolare mix di noir e black comedy. La narrazione si dipana su tre livelli, con registri stilistici differenti. Adi, un serial killer - o, come preferisce definirsi il personaggio, un serial lawyer - ostenta un concetto distorto di applicazione della giustizia che farebbe impallidire Machiavelli. La gioiosità con cui il demoniaco Adi vive la sua vita, la patologia e i suoi crimini efferati, è forse l'aspetto più originale della pellicola. Quando l'attenzione vira sullo sventurato Vinci Da, un talentuosissimo creatore di trucco prostetico, la black comedy viene imbrigliata, e ci spostiamo nella realtà. L'ambiente del cinema popolare in lingua bengali è descritto con grande ironia, e il regista ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Ad un certo punto le traiettorie dei protagonisti fatalmente si incrociano, e il film alterna noir e pulp. Adi diviene l'anima buia di Vinci Da, e ne avvelena la passione artistica. I due sono intrappolati, consumati dalle rispettive ossessioni, e spinti all'omicidio.

Il curioso soggetto si sviluppa in una sceneggiatura volonterosa, ricca di battute intriganti e di satira sorniona. La regia è quasi impeccabile. Il personaggio di Vinci Da è finemente costruito, e Rudranil Ghosh regala un'ottima interpretazione, così come il resto del cast. La pellicola è ben concepita e ben confezionata, ma il ritmo non è sempre all'altezza. Un montaggio teso e deciso e il taglio di alcune scene superflue avrebbero reso Vinci Da molto più godibile. 

TRAMA

Vinci Da vive a Kolkata, lavora nello spettacolo, è un grande ammiratore di Leonardo, e ama la dolcissima Jaya. Un giorno gli viene commissionato uno stimolante lavoro da Adi, un sedicente produttore cinematografico. Da qui parte per entrambi la discesa agli inferi.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* La sequenza iniziale, non proprio rinascimentale (Leonardo scusaci), vale da sola la visione di Vinci Da.

RECENSIONI

Film Companion: *** 1/2
'Vinci Da kicks off with a sequence so nonchalantly brutal in its execution and stunning in its impact that a lesser filmmaker would probably have held on to it, putting it much later in the film. (...) What constitutes the film’s major strengths are the performances and the dialogues'.
Shantanu Ray Chaudhuri, 12.04.19

Cinema Hindi: *** 1/2
Punto di forza: le interpretazioni, l'originalità del soggetto.
Punto debole: il montaggio e il mix non sempre riuscito di generi diversi. Il film perde in compattezza.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Rudranil Ghosh - Vinci Da
* Ritwick Chakraborty - Adi Bose
* Sohini Sarkar - Jaya, l'adorabile fidanzata di Vinci Da
* Anirban Bhattacharya - Poddar, lo strampalato ispettore di polizia
* Srijit Mukherji (cameo) - il preside 

Regia, sceneggiatura e dialoghi: Srijit Mukherji
Soggetto: Rudranil Ghosh e Srijit Mukherji
Colonna sonora: Anupam Roy
Lingua: bengali
Traduzione del titolo: da è il diminutivo di dada, parola maschile che segue il nome della persona. In lingua bengali si ha l'abitudine, quando ci si rivolge a qualcuno, soprattutto se maggiore di età, di far seguire al nome le parole dada se di sesso maschile e didi se di sesso femminile. I diminutivi sono da e di.
Anno: 2019

CURIOSITA'

* Srijit Mukherji ha vinto una serie impressionante di National Film Award.
* Riferimenti a Bollywood e a Tollywood, ossia al cinema popolare in lingua bengali: 'Bumba' Prosenjit Chatterjee. Sbaglio o in una scena, alla televisione, passa per un secondo un giovanissimo Dev? E sbaglio o Adi canticchia tra sè It's the time to disco?
* Riferimenti all'Italia: Leonardo da Vinci, Michelangelo, L'Ultima Cena. Il film include un'irriverente sequenza onirica che rappresenta Leonardo mentre dipinge la Gioconda. Riproduzioni della Gioconda e dei disegni di Leonardo sono appesi alle pareti della casa di Vinci Da.  

16 settembre 2019

FINALLY BHALOBASHA


Tre episodi che ruotano intorno ad anomale relazioni personali, curiosamente intrecciate a patologie, che mitigano per un breve lasso di tempo la condizione di solitudine dei personaggi, tutti fuori dal coro. L'episodio intitolato Insomnia è il più debole, sia in termini di sceneggiatura che in termini di interpretazioni - Arindam Sil escluso. Privo di un'identità precisa, scivola via senza lasciare traccia. Gli altri due episodi sono nettamente superiori e dal soggetto molto originale.

Arthritis rappresenta forse la relazione più inaspettata. E' a suo modo intrigante, anche divertente, dal ritmo dinamico. I personaggi sono interessanti, le situazioni insolite, i dialoghi speziati. La coppia protagonista è del tutto male assortita eppure calda e dalla complicità innegabile. Il modo malandrino con cui il regista dipinge il rapporto che si instaura fra Ahiri e Dinesh, ingannandoci e poi rassicurandoci, è il sale della storia.

HIV Positive è l'episodio più tragico, più emozionante, finemente interpretato, diretto con grande delicatezza e partecipazione. La sceneggiatura è curatissima, le interazioni impeccabili. La narrazione alterna pause suggestive ad accelerazioni impetuose, seguendo gli umori dello sfortunato, eccentrico Joy. Un applauso per aver posto al centro della storia il dramma di un essere umano rassegnato dinanzi alla fatalità della morte, e non la sua omosessualità. Un applauso inoltre per la commovente performance offerta da Anirban Bhattacharya.

TRAMA

Malobika soffre d'insonnia. Il marito è un violento e un omicida a piede libero. L'assistente del marito, mettendo a repentaglio la propria vita, tenterà di aiutare la donna a fuggire. Ahiri suona la tromba e ama il jazz. Il fidanzato la trascura. Lei s'imbatte casualmente in Dinesh, un ex-ufficiale dell'esercito in pensione. Un gentiluomo o un mandrillo? Joy, un aspirante attore, contrae l'Aids. Ribelle e irriverente, decide di vivere a modo suo gli ultimi giorni che gli rimangono, con l'aiuto di Rajat, un burbero ma affezionato infermiere.

RECENSIONI

Film Companion: *** 1/2
'This is a film that revels in its small moments. (...) What you have (...) is a strangely affecting film that you carry with you well after you have left the hall. A narrative like this, fragmented into chapters, always runs the risk of remaining standalone episodes stitched together to make a film. However, here it not only comes together beautifully with the final chapter (...), but never feels like a patch-up work thanks to, one, the writing which sparkles with wit despite the bleakness of the narratives, and two, an ensemble cast on top of its game. (...) And that final look on Anirban’s face in the fading light from the window, as he breathes his last, alone is well worth investing your time in the film'.
Shantanu Ray Chaudhuri, 09.02.19

Cinema Hindi: *** 1/2
Punto di forza: la sceneggiatura e le interpretazioni
Punto debole: l'episodio Insomnia

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Raima Sen - Malobika, la donna che soffre d'insonnia
* Arindam Sil - il marito violento di Malobika
* Anjan Dutt - Dinesh, l'ex-ufficiale dell'esercito in pensione
* Sauraseni Maitra - Ahiri, la trombettista
* Anirban Bhattacharya - Joy, il malato di Aids
* Suprobhat Das - Rajat, l'infermiere   

Regia e sceneggiatura: Anjan Dutt
Colonna sonora: Neel Dutt
Lingua: bengali
Traduzione del titolo: bhalobasha significa amore
Anno: 2019

CURIOSITA'

* Anjan Dutt è attore, regista e musicista, con diversi album all'attivo. Nel 1981 vince il premio per il migliore attore esordiente alla Mostra del Cinema di Venezia grazie alla pellicola Chalchitra, diretta da Mrinal Sen. Nel 2012 gli viene conferito, in qualità di regista, il National Film Award - premio speciale della giuria per Ranjana Ami Ar Ashbonan. E' stato anche giornalista per The Statesman, il quotidiano di Kolkata.
* Il compositore Neel Dutt è il figlio di Anjan Dutt. Neel si è aggiudicato il National Film Award per la colonna sonora del film Ranjana Ami Ar Ashbona.
* Riferimenti a Bollywood: Rajesh Khanna, Amitabh Bachchan.

19 giugno 2010

THE JAPANESE WIFE


The Japanese wife è il nuovo delicatissimo lavoro di Aparna Sen. Il singolare connubio stilistico di colori indiani e di sensibilità estremo-orientale affascina e cattura. Il film, ambientato in una sognante località fatta di acqua e di cielo, è in lingua bengali e in inglese. L'esilità della trama e la lentezza della narrazione si stemperano sino a sciogliersi nello splendore del paesaggio. L'atmosfera è quasi autunnale, la malinconia è estetizzata. I personaggi (con l'esclusione di Mashi) sono timidi, solitari, introversi. Aparna Sen non racconta una storia, bensì rappresenta stati d'animo sovrapponendoli a scenari che ne esaltano l'universalità.

Rahul Bose regala un'interpretazione davvero insolita, ben lontana dal personaggio sofisticato e cosmopolita che ci ha offerto in passato. La sua performance è eccellente e ne dimostra la versatilità. Moushumi Chatterjee è una rivelazione: spontanea, vivace, amabilissima. Raima Sen affronta un ruolo difficile, quello della vedova silenziosa dal volto perennemente velato: Raima è espressiva e dolente, e la sua Sandhya colpisce al cuore.

The Japanese wife non è un film per tutti. E' colmo di poesia struggente, di intime emozioni umane. E' più lirico che psicologico. Non racconta, non avvince, non intrattiene, ma conquista con la sua incantevole bellezza.

TRAMA

Snehamoy (Rahul Bose) risponde ad un annuncio pubblicato da Miyage (Chigusa Cakaku), una timida ragazza giapponese. Inizia così un'amicizia epistolare che sfocerà in un singolare matrimonio a distanza.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Gli splendidi scenari naturali magicamente catturati dalla fotografia di Anay Goswami.

RECENSIONI

The Times of India: ****
Se amate l'estetica e bramate qualcosa che possa saziare la vostra sensibilità, allora dovete gustare il raffinato adattamento che Aparna Sen ha tratto dal racconto The Japanese wife di Kunal Basu. Ci sono una tale bellezza, sobrietà e minimalismo in questa pellicola che vi condurranno in un altro mondo. Guardatelo per la stellare performance di Rahul Bose. E assaporate la superba fotografia di Anay Goswami, che dipinge paesaggi su celluloide. Questo film è davvero una pozione inebriante che offusca i sensi.
Nikhat Kazmi, 08.04.10

Hindustan Times: **
Guardatevi dai commenti degli amici quali 'è un film girato benissimo', o 'le interpretazioni sono fantastiche', o ancora 'la pellicola è buona ma un po' lunga (o lenta)'. Ciò che intendono dire è che la storia fa schifo. The Japanese wife di Aparna Sen è girato a meraviglia, ragionevolmente ben recitato, ed è abbastanza lungo (o lento). Questi elementi distolgono l'attenzione dalla sceneggiatura che, francamente, è orrenda. Se non sbaglio questo è il primo adattamento di Aparna di un'opera letteraria. E si vede. Il realismo e il coinvolgimento dei suoi film qui sono del tutto assenti. In una prolifica carriera di circa 30 pellicole, Aparna è la sola che abbia estratto il top da Rahul Bose (Mr. and Mrs. Iyer, 15 Park Avenue). E qui non fa eccezione: Bose regala probabilmente la sua performance migliore. Ma il film rimane una noia.
Mayank Shekhar, 08.04.10

Cinema Hindi: ****
Punto di forza: l'interpretazione di Rahul Bose; la fotografia di Anay Goswami (*****).
Punto debole: -

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Rahul Bose - Snehamoy
* Moushumi Chatterjee - Mashi, la zia di Snehamoy
* Raima Sen (Parineeta) - Sandhya, la figlioccia di Mashi
* Chigusa Takaku - Miyage
* Kunal Basu (cameo)

Regia: Aparna Sen (Mr. and Mrs. Iyer)
Sceneggiatura: redatta da Aparna Sen, è basata sull'opera di Kunal Basu The Japanese wife and other stories, una raccolta di racconti pubblicata nel 2008. Recensione letteraria di Hindustan Times. Per la prima volta nella filmografia di Aparna, la regista ha lavorato su un soggetto non suo.
Colonna sonora: composta da Sagar Desai (Siddharth: the prisoner) mescola sapientemente sonorità classiche indiane e giapponesi. Dichiarazioni di Sagar Desai rilasciate a Hindustan Times.
Fotografia: Anay Goswami (Dil Kabaddi)
Anno: 2010
Sito ufficiale

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* 29.01.08, Hindustan Times: dichiarazioni di Aparna Sen
* 15.03.10, The Times of India: dichiarazioni di Raima Sen
* 26.03.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Aparna Sen
* 30.03.10, The Times of India: dichiarazioni di Aparna Sen
* 31.03.10, The Times of India: dichiarazioni di Moushumi Chatterjee
* 04.04.10, Hindustan Times: lunga ed interessante intervista a Rahul Bose
* 09.04.10, Hindustan Times: intervista a Raima Sen
* 17.04.10, Hindustan Times: esilarante intervista ad Aparna Sen. Non perdetevi la barzelletta sui cannibali. E prendete nota del fatto che La Strada di Fellini è uno dei tre film che la regista si porterebbe sull'isola deserta.
* 17.04.10, The Times of India: intervista a Rahul Bose
* aggiornamento del 5 dicembre 2010 - India è donna, La Repubblica: 'Voleva raccontare l'amore. Ma in quale modo? «Gli aspetti più straordinari di questo sentimento, oggi, sono stati divorati dalla banalità del quotidiano». (...) Aparna Sen, una delle firme più autorevoli del cinema d'autore indiano, (...) ha deciso dunque di mettere in scena gli affari di cuore da prospettive nuove. (...) The Japanese wife (...) racconta l'innamoramento tra un uomo e una donna chiuso nel platonico rito di una corrispondenza epistolare. Spiega Sen: «Sono stanca di storie d'amore messe in scena in chiave realistica, dove non accade niente di nuovo perché tutto è stato detto e vissuto. Del romanzo di Kunal Basu, da cui ho tratto questa mia opera, mi ha affascinato l'assurdità, la contrapposizione tra questo mondo cinico e l'innocenza di un amore che non conoscerà mai un contatto fisico».' 
* Bollywood Hungama: video della conferenza stampa di presentazione del film
* video della presentazione della colonna sonora
* video della première
* intervista video a Rahul Bose
* video della presentazione del dvd

CURIOSITA'

* The Japanese wife ha subito una lunga gestazione: la regista ha atteso le stagioni giuste - e il monsone - per effettuare le splendide riprese degli scenari naturali.
* La pellicola è stata presentata all'Off Plus Camera Krakow International Festival of Independent Cinema 2010. Aggiornamento del 24.11.10: è stata inoltre proiettata al Melbourne International Film Festival 2010 e sarà presentata al River to River Florence Indian Film Festival 2010.
* Aparna Sen, prima di dedicarsi con successo alla regia, è stata un'acclamata attrice, e ha interpretato diversi film diretti da Satyajit Ray, Mrinal Sen e Rituparno Ghosh. Come regista ha vinto il National Film Award per 36 Chowringhee Lane - sua opera di debutto - e per lo splendido Mr. and Mrs. Iyer.
* Chigusa Takaku non parla inglese. Aparna Sen ha utilizzato un interprete presente sul set per tutta la durata delle riprese.
* The Japanese wife è ambientato nella località denominata Sundarbans, nota per la foresta di mangrovie di eccezionale estensione, e considerata dall'Unesco patrimonio dell'umanità. L'area, ricca di corsi d'acqua e di isolotti, conta la presenza di centinaia di esemplari di tigre reale del Bengala. Emilio Salgari vi ha ambientato diversi romanzi, fra cui I misteri della giungla nera. Alcune delle vicende narrate ne I figli della mezzanotte di Salman Rushdie si svolgono qui. Indimenticabili le descrizioni paesaggistiche contenute ne Il paese delle maree di Amitav Ghosh.
* Riferimenti a Bollywood: John Abraham; un accenno al trascinante brano Beedi dalla colonna sonora di Omkara.
* Film che trattano il tema delle relazioni fra persone di nazionalità diverse: Bombay to Bangkok, Kites. Da un punto di vista formale, The blue umbrella è una pellicola altrettanto lenta e poetica, ambientata in scenari da sogno.

GOSSIP & VELENI

* Aparna Sen è la madre di Konkona Sen Sharma.
* Sharmila Tagore, nota attrice, madre di Soha e di Saif Ali Khan, nonchè responsabile in India del Central Board of Film Certification - potente organismo che si occupa, fra le altre cose, di censura -, il 16.04.10 ha pubblicato su Hindustan Times un interessante pezzo che contesta punto per punto le critiche (francamente eccessive) a The Japanese wife mosse dal recensore cinematografico della stessa testata, Mayank Shekhar. Vi invitiamo a leggere anche i commenti dei lettori. Articolo originale.
* Raima Sen vanta un impressionante pedigree di sangue blu.

05 giugno 2009

D O S A R


'Dosar' non è un film in lingua Hindi. Girato a Calcutta in un sofisticato bianco e nero, è un esempio della cinematografia indiana d'autore in lingua Bengali. Priva dell'aura scintillante che contraddistingue la produzione bollywoodiana, la pellicola è ad alto tasso di introspezione psicologica, con performance davvero di altissimo livello da parte dei due attori protagonisti: Konkona Sen Sharma e la superstar bengalese Prasenjit Chatterjee.

L'inizio non è per nulla promettente: statico, lento, con dialoghi mal scritti. E la fine arriva di colpo, dopo una brusca accelerazione nella trama. Ma il corpo del film è molto interessante. Il modo intimista con cui viene sondato il rapporto fra i due coniugi al ritorno a casa dall'ospedale del marito è sottile e ben rappresentativo della fragilità dei rapporti umani in una situazione di crisi improvvisa.

Alcune sequenze sono magistrali:

* l'incidente d'auto: il raggelante frastuono, lo sguardo attonito degli astanti;
* il trasporto della salma della donna vittima dell'incidente, con al seguito marito e figlio;
* l'annuncio della morte della collega bruscamente comunicato da Kaberi a Koushik in ospedale;
* il pianto sommesso ma disperato di Koushik mentre viene imboccato dall'infermiera (da nodo alla gola);
* molti dettagli nella fase di riavvicinamento di Kaberi e Koushik.

Superflua la vicenda parallela dell'amica di Kaberi e del suo amante. Sottrae tempo prezioso alla storia principale.

TRAMA

Koushik rimane gravemente ferito in un incidente d'auto nel quale l'amante perde la vita. La moglie Kaberi si trova all'improvviso a dover affrontare la tragedia delle condizioni critiche di salute del marito e la scoperta devastante della sua infedeltà. Il divorzio sembra l'unica soluzione praticabile.

RECENSIONI

Rediff: ***
'Rituparno Ghosh è indubbiamente un grande narratore. Il soggetto sembra semplice e forse convenzionale, ma la sceneggiatura fa la differenza. Rituparno rappresenta molto bene le emozioni umane e dà spazio ai punti di vista di tutti i personaggi. Sia Prasenjit che soprattutto Konkona regalano grandi performance. Non si comprende la ragione del bianco e nero, seppur piacevole. La fotografia quasi perfetta e il buon commento musicale offrono il dovuto supporto.'
Srabanti Chakrabarti, 12.05.06

Cinema Hindi: ***
Punto di forza: la storia principale e le interpretazioni
Punto debole: l'inizio troppo lento

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Konkona Sen Sharma ('Luck By Chance') - Kaberi
* Prasenjit Chatterjee ('The Last Lear') - Koushik

Regia e sceneggiatura: Rituparno Ghosh ('The Last Lear')

Traduzione del titolo: 'compagno'

Anno: 2006

Sito ufficiale: per visionare il trailer Clicca qui

CURIOSITA'

* Il film è stato presentato alla 60ma edizione del Festival di Cannes nella sezione 'Les Cinema du Monde', ed è stato recentemente proiettato a Roma nel corso della rassegna 'Rainbow of Indian Films'

* Uno dei personaggi viene sorpreso a leggere 'L'omonimo', il notissimo romanzo di Jhumpa Lahiri da cui è stato tratto il film 'The Namesake. Il destino nel nome' diretto da Mira Nair

* Il regista Rituparno Ghosh ha vinto nel 2003 il National Award per il miglior film in Bengali per 'Shubho Mahurat'

* Prasenjit Chatterjee è da quasi due decenni il più famoso attore del cinema di intrattenimento in lingua Bengali. La sua filmografia è impressionante: circa 270 film, con una media del 40% di successi negli ultimi dieci anni. Ha dichiarato di considerare il suo ruolo in 'Dosar' come la sfida più grande della sua carriera: '(Koushik) subisce gravi ferite, e per la maggior parte del tempo sono rimasto in posizione orizzontale e potevo esprimere le mie emozioni solo con gli occhi. Nessun'altra parte del mio corpo doveva muoversi. E' stato estremamente estenuante, ma anche stimolante perchè il pubblico indiano generalmente non accetta questo tipo di personaggi.'