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07 giugno 2022

T H A R


Incrocio piuttosto riuscito fra un neo western immerso nello scenario mozzafiato del deserto del Thar (Rajasthan), e una storia personale di sangue e vendetta. Il risultato è un film cupo e violento. I personaggi sono privi di allegria, persino privi di vitalità. Si muovono stancamente con una determinazione meccanica - a tratti feroce -, in un vuoto emotivo che non risparmia nessuno. Il poliziotto, ligio e logoro eroe, non riconosce più il suo mondo e dubita di se stesso e delle scelte fatte; la brutalità dei delitti appare incomprensibile, gli argomenti della moglie lontani. L'enigmatico, silenzioso straniero ha lo sguardo pietrificato su un ricordo pesante come un macigno che gli preclude qualsiasi evoluzione. La donna, mortificata dai maltrattamenti, è una falena che insegue una luce condannata ad estinguersi. La sceneggiatura li accompagna e li sostiene nei loro inferni privati, con dialoghi essenziali e taglienti, con narrazioni diverse che si inseguono e si mescolano. L'atmosfera è fosca ma affascinante, e cattura più della trama. Il nemico è incerto e sempre in agguato, il contesto interessante (confini minacciosi, commerci proibiti, insidie mortali).

La regia è convinta, la fotografia magnifica (il panorama aiuta). Anil Kapoor regala una performance calibratissima - ed illumina comunque la scena. Harshvardhan Kapoor, sempre attento a non conquistare la simpatia dello spettatore (il personaggio e la sceneggiatura richiedevano neutralità assoluta), svolge efficacemente il compito assegnatogli - ed è comunque magnetico. Fatima Sana Shaikh ha un ruolo minore ma buca lo schermo con la perfezione nella gestualità, negli sguardi, nelle parole non dette. La colonna sonora si impone senza esitazioni, a tratti si amalgama con le immagini quasi per magia. 

TRAMA

In un sonnolento e assolato villaggio nel deserto del Thar, al confine con il Pakistan, un ragazzino trova il cadavere di un uomo impiccato e barbaramente torturato. Nel contempo, alla vigilia delle nozze una ragazza spia impietrita la fuga degli assassini dei suoi genitori. L'ispettore di polizia che indaga sugli omicidi segue la pista dei trafficanti di droga. Ma qualcosa non torna.

RECENSIONI

Film Companion:
'Thar is a strange beast. It's a difficult film to watch - almost tedious. (...) There's a lot going on; several little films jostle for space. Much of Thar looks disjointed. (...) But thinking about Thar is far more rewarding than watching it. Because on paper at least, it's a worthy experiment. Thar has an identity problem, but the collision of genres is also its conceit. On one hand, it's a period police procedural that gets hijacked by a cold-blooded revenge drama. (...) On the other hand, Thar is a standard small-town noir set in an unusual environment. (...) The revenge genre has undergone several iterations over the years, but it started out as a gun-toting Western. In arid deserts and one-horse towns. Siddharth is no cowboy; he is more like a modern revenge protagonist, urban and shadowy, confined by the roots of the genre. The disorienting aspect of the film is that it's hard to tell the world-building from the plot, the background from the foreground. The narrative subterfuge is awkward. The policeman is in his own movie until he's not. The newcomer is hiding behind that movie until he's not. The context is too elaborate to be cosmetic. (...) Like the film itself, it's a land bereft of identity - a gateway rather than an actual place. (...) In other words, the texture of the story - the cultural fabric, the red herrings - is more compelling than the story. The cinematography is striking: a wonderful example of how the climate on screen influences our thoughts. But it's also smart, because it forces us to reconsider our visual perception of both a revenge thriller and a bleak Western at once. The performances are fairly lived-in, too. (...) Harshvardhan Kapoor is appropriately haunted. (...) There's a thin line between emotional inertia and psychological numbness, which [Harshvardhan] Kapoor manages to walk. (...) Despite faltering at a macro level, some of the screenplay's micro details are nice'.
Rahul Desai, 06.05.22

Cinema Hindi: *** 1/2
Punto di forza: location, fotografia, atmosfera in generale, interpretazioni. La storia personale dello straniero viene raccontata tardi, quindi lo spettatore non è indotto a simpatizzare con lui - mi pare onesto.
Punto debole: il contesto meritava un approfondimento, ma forse sarebbe risultato un altro film. L'episodio del diario dimenticato è implausibile.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Anil Kapoor - Surekha Singh, ispettore di polizia
* Harshvardhan Kapoor - Siddharth, antiquario
* Fatima Sana Shaikh - Chetna
* Satish Kaushik - Bhure, collega di Surekha

Regia: Raj Singh Chaudhary
Sceneggiatura: Raj Singh Chaudhary con la collaborazione di Yogesh Dabuwalla e Anthony Catino
Dialoghi: Anurag Kashyap
Colonna sonora: Shashwat Sachdev, Ajay Jayanthi. Purtroppo non ho trovato dettagli in rete. In modo grossolano: il brano che accompagna i titoli di testa (di Shashwat Sachdev) è di buona fattura, non male il breve brano in inglese. Il commento sonoro di Ajay Jayanthi ha una marcia in più.
Fotografia: Shreya Dev Dube con la collaborazione di Jay Oza e Swapnil S. Sonawane
Montaggio: Aarti Bajaj
Anno: 2022

CURIOSITÀ

* Riferimenti al cinema indiano: Sholay.

09 aprile 2022

SHARMAJI NAMKEEN


Commedia leggera, molto piacevole. Soggetto audace, considerando l'età media del pubblico indiano: Sharmaji Namkeen racconta le insoddisfazioni di un neo pensionato, le aspirazioni non sopite dall'età, il rifiuto opposto ai figli di tramutarsi in una statuina silenziosa e invisibile. La sceneggiatura, non articolatissima, è una piccola gemma di semplicità, con qualche perdonabile passo falso, e con qualche sottigliezza inaspettata. Il primo tempo è quasi perfetto: dialoghi, ritmo - tutto ben oliato. Sharmaji, il protagonista, è scritto - e rappresentato (e interpretato) - in modo pressoché impeccabile. La regia non è mai perentoria o invasiva.

SN ha affrontato numerose difficoltà, a seguito del decesso di Rishi Kapoor, l'attore principale, avvenuto durante la realizzazione del film. La famiglia Kapoor ha voluto fortemente completarlo, e Paresh Rawal ha accettato di affiancare il compianto Rishi nel dar vita a Sharmaji. Ed ecco che SN, oltre ai meriti intrinseci, acquista valore aggiuntivo per due ragioni: perché è l'ultima pellicola con Rishi Kapoor, e perché è un prodotto oserei dire rivoluzionario nella raffigurazione del protagonista. In SN, oltre a sequenze più lunghe ad interpretazione singola, vi sono scene brevi a interpretazione mista - intendo scene che si aprono con un attore e si concludono con l'altro. Il risultato è sbalorditivo, certo un po' eccentrico, miracolosamente mai disarmonico. Come ha sottolineato la critica indiana, il generoso Rawal si è calato nel ruolo di Sharmaji sulla scia di quanto avviato da Kapoor senza però imitarlo. In SN Rishi è incomparabile, disinvolto, naturale. Una vera gioia ammirarlo in azione. Paresh, per scelta precisa, si è adattato, ma è riuscito nel colpaccio di offrire nel contempo una performance personale. Cosa niente affatto facile.
Il risultato finale è doppiamente interessante: perché mostra come lo stesso personaggio, nello stesso film, addirittura nelle stesse sequenze, possa mostrare sfumature diverse (più bonario, nel caso di Rishi; leggermente più spigoloso, nel caso di Paresh) a seconda dell'interprete; e perché costituisce la prova tangibile, visionabile, del fatto che una pellicola non venga girata seguendo la cronologia degli eventi narrati nella sceneggiatura - fatto noto, certo, ma constatarlo su grande schermo è curioso e bizzarro. 

TRAMA

È ora di andare in pensione. Sharmaji non ne è proprio entusiasta. Per combattere la noia, tormenta i vicini, si cimenta con la zumba e con le soap opera, ma soprattutto si scatena in cucina. Successo inaspettato. E grande imbarazzo da parte dei figli.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* La movimentata sequenza alla stazione di polizia. Impagabile.

RECENSIONI

Mid-Day: ***
'Fundamentally, this film has no real conflict as such at its core. (...) If you’re sufficiently drawn to a film, it simply doesn’t matter that both Rishi Kapoor and Paresh Rawal (...) turn up as Sharma Ji, depending on the scene. Further, it’s of little consequence that the story itself doesn’t hold much conflict. What’s essential is there’s enough slice of life in it, to go with the flow. What you begin to appreciate then are the characters, their quirks, beats, and most laudably the throwaway lines as asides in the dialogues, that you laugh with, pretty much all along. Good movies are anyway convincing lies. This is a joyous pic'. 
Mayank Shekhar, 02.04.22

Film Companion:
'When I heard about the makers choosing to complete the production with a second actor (...) playing the same character, I didn't really expect the film to be more than a show-must-go-on symbol. In other words, the gesture was the film. But SN is a rare exception. It's a gem of a movie: sweet, funny, soulful, understated, and the perfect marriage of craft and circumstance. Director Hitesh Bhatia has somehow managed to preserve the identity of SN as a standalone film. (...) The heart is heavy while watching the Rishi Kapoor scenes, naturally, but the narrative meaning transcends the moment. (...) We've seen versions of this story before. But the orchestration of the man's modest journey is wonderfully organic. (...) SN resists broad strokes and theatricality in favour of a slice-of-life tone that seldom overplays its social intent. (...) These are people trying to navigate the familial circularity of adulthood as much as men whose egos are doing battle. The solution the film chooses - a superbly choreographed climax at a police station - is amusing, grounded and monologue-free. (...) The overall result is a male-driven iteration of English Vinglish, another movie that owns the line between personal resolution and cultural catharsis. (...) SN, despite being a logistical nightmare, sticks to its original vision and earns its integrity'.
Rahul Desai, 31.03.22

Cinema Hindi: *** 1/2
Punto di forza: la sceneggiatura minimalista ma curata, Rishi Kapoor e Paresh Rawal.
Punto debole: il secondo tempo è meno realistico ma sempre divertente.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Rishi Kapoor/Paresh Rawal - Sharmaji
* Juhi Chawla (deliziosa) - Veena
* Suhail Nayyar - Sandeep (Rinku), primogenito di Sharmaji    
* Satish Kaushik - Chadda, amico di Sharmaji

Soggetto e regia: Hitesh Bhatia
Sceneggiatura: Hitesh Bhatia, Supratik Sen
Colonna sonora: Sneha Khanwalkar
Traduzione del titolo: namkeen è un termine generico che indica spuntini salati.
Anno: 2022

CURIOSITÀ

* Riferimenti al cinema indiano: Baghban, Amitabh Bachchan, Sunny Leone, Dimple Kapadia, Kabhi Khushi Kabhie Gham, Dil Chahta Hai, Jai Santoshi Maa, Zakhmi Aurat, Bobby, Saagar.