18 ottobre 2010

HUM AAPKE HAIN KAUN



A metà strada tra un cartone animato, un documentario sulla vita domestica e il riassunto di un bizzarro telefilm a puntate , Hum aapke hai kaun (chi sono io per te) ispirato al più delicato e poetico Nadiya ke paar ruba il titolo da una frase ricorrente nel suo predecessore, realizzato dodici anni prima dalla stessa casa di produzione. Impossibile seguire il film senza sbadigliare almeno una volta, impossibile non sperare che la lunga saga abbia fine, e che Salman e Madhuri tornino come d’incanto ad occupazioni migliori. Il lento, lentissimo, avanzare della storia viene intervallato da scenette superflue o lunghe chiacchierate, partite di cricket sul giardino di casa mentre giochi di bambini e pesanti sermoni si rincorrono nella trama.

TRAMA

( Vedi Nadiya ke paar)

Le nozze di Rajesh e Pooja riuniscono due famiglie in allegre celebrazioni, durante le quali, Prem, fratello dello sposo si diverte a scherzare e combinare dispetti a Nisha, sorella della sposa. Dalla semplice amicizia nasce una nuova attrazione ma un’improvvisa tragedia li richiama alle proprie responsabilità.


Il suo successo straordinario, confesso, probabilmente incomprensibile agli occhi di uno straniero, fu dovuto alla spettacolarizzazione e alla messa in scena dei rituali e tradizioni di una numerosa famiglia induista. Oltre duecento minuti di saga familiare e ben quattordici canzoni ambientate all’interno di una realtà domestica apparentemente middle class ma indiscutibilmente sfarzosa, ciascun brano musicale ha la sua precisa funzione educativa, che sia spiegare il significato delle celebrazioni, dare colore ai festeggiamenti o scandire un rito di passaggio.

Hum Aapke Hain Kaun deve molto alla frizzantissima presenza di Madhuri Dixit, bellissima, dal sorriso che incanta, dai passi felini, dall’incantevole purezza ed eleganza, e della sua azzeccata collaborazione con uno stravagante Salman Khan, figliolo modello, affascinante, buffo e burlone. Alle loro spalle , set artificiali, vistosi interni, colorate case, giardinetti, un mondo idilliaco degno di una casa di bambole, interrotto dal frastuono delle voci, dalla massiccia presenza di gente ovunque pronta a piangere, sacrificarsi, gioire, ricordare, festeggiare.

I punti deboli del lungo racconto di amore morte e sacrificio sorpassano ampiamente alcune buone caratteristiche e, macchiandomi d’impopolarità, dovrò etichettare uno dei più famosi blockbuster indiani come un prodotto appena mediocre. La stessa storia, che in Nadya ke paar trovava la sua forma essenziale e serena, nello zuccherato remake anni ’80 subisce una drammatica perdita formale. Il budget usato per narrare una trama del tutto identica si innalza notevolmente ma a discapito della naturalezza, coerenza e semplicità che mi avevano fatto amare la versione del decennio precedente. Nel film di Barjatya la scena è governata dall’eccesso, dall’esuberanza, dalla messa in scena di una realtà impossibile, seppur legata idealmente a momenti della vita quotidiana e a rituali che il pubblico condivide e conosce.


Il mio giudizio sul film : ** 2 / 5


ANNO: 1994

REGIA : Sooraj Barjatya


TRADUZIONE DEL TITOLO: Chi sono io per te?


CAST:


Madhuri Dixit………….. Nisha

Salman Khan…………… Prem

Anupam Kher…………. Siddharth Chaudhary

Reema Lagooo…….. Mr Chaudhary

Monhish Bhel……………. Rajesh

Renukha Shahane……….. Pooja

Bindu……………………. La zia di Nisha

Alok Nath…………. Kailsh


COLONNA SONORA : Raamlaxman


PLAYBACK SINGERS: Lata Mangeshkar, Sharda Sinha, Kumar Sanu, Balasubramanian, Udit Narayan, Shailendra Singh


CURIOSITA’

Il film è incluso nella top ten dei più lunghi film di bollywood , accanto a Lagaan (3h44) e Loc Kargil (4h15). Fonte Rediff.com

Nel film Kabhi Kushi Kabhie Gham, Hrithik Roshan intona il ritornello di “Wah Wah Raamji” e Il motivetto indimenticabile di Dilwale Dulhania le Jayenge ricorda molto le note di “Didi tera devar deewana” la canzone portante del film.

Madhuri Dixit vinse il Filmfare Award come miglior attrice, nello stesso anno ricevette ben due nomination, una per Hum aapke hain kaun, e una per la sua performance drammatica in Anjaam al fianco di uno spietato e ruggente Shahrukh Khan.

Salman Khan debuttò con un film dello stesso regista, Maine Pyar Kya (1989) , film romantico amatissimo dai giovani che ispirò la trama di numerose storie d’amore. Mentre la carriera del giovane Salman era pronta al decollo, quella della sua compagna di scena Bhagyashree nonostante il successo del film non riuscì a prendere alcuna direzione. L’attrice, soprannominata “one hit wonder/ meraviglia di un solo successo”, si perse velocemente nell’anonimato , uno dei rari titoli in cui la vediamo apparire di nuovo è Humko Deewana Kar Gaye (2006) dove compare in un ruolo secondario.

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