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11 maggio 2024

TIGER 3


Premesso che non mi aspetto miracoli da un film d'azione, devo riconoscere che in Tiger 3 la sceneggiatura e la regia si impegnano a sostenere il prodotto impedendogli di deragliare. C'è una trama che tiene, ci sono diversi gustosi colpi di scena. Viene concesso spazio all'eroina, e all'eroe negativo - che oscilla dall'amabile al malvagio con grande disinvoltura, ma poi sfortunatamente perde fuoco. Sequenze di combattimento (anche al femminile) mai confuse, mai slegate dal contesto, ben concepite e ben dirette, malgrado qualche esagerazione e qualche implausibile acrobazia volante. Soprattutto encomiabile la volontà di rappresentare alcuni personaggi pachistani in modo pacato e credibile, come gente normale e perbene, sfuggendo così alla solita trita equazione pachistano=terrorista/nemico/depositario di ogni immaginabile e inimmaginabile difetto umano/animale/vegetale/eccetera.
La questiona pachistana è però anche il tallone d'Achille di Tiger 3. Un po' troppo l'episodio del tentativo di colpo di Stato militare sventato da un agente segreto indiano, ma fa sorridere - in senso positivo - la motivazione personale non nazionalista (sfumatura non da poco) di Tiger: in Pakistan ci sono i miei suoceri, e anche se non andiamo d'accordo, da bravo genero devo prendermi cura di loro.
Menzione speciale per il folgorante cameo di Pathaan, offerto da un frizzantissimo Shah Rukh Khan, e arricchito da una lunga serie di rocambolesche scene d'azione. Dieci minuti abbondanti di pura delizia - eccessi inclusi. Non vedo l'ora che si concretizzi davvero il progetto annunciato di una pellicola con Tiger e Pathaan insieme sullo schermo dal primo all'ultimo fotogramma (vivo per questo). 

TRAMA

Tiger, agente dei servizi segreti indiani, scopre con dolore che la moglie Zoya, ex agente dei servizi segreti pachistani, sta tramando qualcosa nell'ombra. [Spoiler] Zoya è stata assoldata da Aatish, suo ex collega e istruttore, che ha rapito il figlio della coppia. Tiger decide allora di collaborare al piano criminale, all'insaputa dei suoi superiori e della sua squadra. Ma non tutto fila liscio.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Il cameo di Shah Rukh Khan, che vale da solo - credetemi - la visione del film.
* L'atmosfera western dell'ingresso in scena di Tiger e l'inseguimento che segue (peccato per il volo d'angelo).
* Il combattimento al femminile nel bagno turco (salviette incollate col silicone?).
* Il combattimento di Tiger nelle cucine. 
* Il combattimento di Zoya nel bunker.

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

* Il travestimento di Tiger in Russia è imbarazzante, ma è ancora più imbarazzante il fatto che Zoya non lo riconosca (ha finto perché si vergognava?).

RECENSIONI

Mid-Day: * ½
'Felt nothing at all, throughout, but for that SRK cameo sequence. (...) This is SRK’s Pathaan, as much rescuing Tiger, from a Pakistani prison, as the audience itself from this film. You also sense in that scene how strikingly fresh/sorted SRK looks in the action genre, post Pathaan, Jawan. Salman Khan, the hero of this franchise, on the other hand, while rugged enough to play Tiger, appears slightly bloated, jaded, even tired, perhaps. (...) The Emraan Hashmi villain wholly fades away after sometime. What you’re left with is a non-stop series of stunts and sceneries, over a totally joyless, humourless starship enterprise. (...) They’ve attempted a supposedly, albeit randomly complex script in a Salman flick! Seriously, why bother?'.
Mayank Shekhar, 12.11.23

Film Companion:
'I like that all the three franchises of the YRF's spy universe are designed to serve their respective superstars. They're built around the heroes - the storytelling not only platforms but also protects their image. War (2019), for example, is an ode to Hrithik Roshan's swag and fluidity; the camera slows down around him, savouring the way he strolls and breathes and looks. Every meta plot point and song becomes a reminder of his physical relevance - of sensuality, even - in a largely asexual genre. Pathaan (2023) is an ode to Shah Rukh Khan's intelligence; the writing savours the way he thinks, plans and absorbs (both pleasure and pain). Every meta moment becomes a reminder of his social and emotional significance in a largely apolitical genre. And Tiger 3 (...) is an ode to the stiff masculinity of the 'original' YRF spy. Given how little a Salman Khan hero moves on screen, the filmmaking is forced to be more kinetic. (...) The camera, co-stars, flying objects and overall narrative must move faster to create an illusion that Tiger is moving. His inertia then gets repositioned as style and (...) artistic minimalism. So every set piece becomes a reminder of his vintage brawn in a largely automated genre. (...) When the inevitable cameo arrives, one star's wit and agility dignifies the other's (...) rigidity. (...) Maneesh Sharma does a slick job of keeping the film busy. The setup is effective. The [villain] (...) gets several hero-entry shots, because he represents the hostility of new-age nationalism. In most films, he'd have been deified for wanting a war. (...) He has the sort of main-character energy that makes for some neat moments. (...) However, this default velocity of the film is also its undoing. The problem with Tiger 3 is that - cool Katrina Kaif and compelling antagonist aside - it doesn't know when to stop moving. In its quest to make Tiger outdo his (franchise) rivals, the film barrels past its muscular identity and tumbles down a familiar valley. One of the remarkable things about the YRF spyverse is that it's based on soldiers who reject conventional notions of patriotism. (...) Each of them goes 'rogue' and operates outside a structure that lets them down. (...) This cocktail of intent and dissent is their superpower. (...) Tiger 3 starts off with the right ideas. (...) But the film's Salman Khan-sized aura means that it's not enough to protect the world from hatred. In this case, it amounts to something more specific: Saving Pakistan from itself. (...) Even if the broader message is fine ('harmony' as envisioned by the House of Yash Raj), the result is patronising. (...) Someone like Tiger doesn't offer help, he imposes help. (...) There's a thin line between heroism uniting two countries and heroism implying that one is incapable of cleaning its own mess - and Tiger 3 keeps crossing that line'.
Rahul Desai, 12.11.23

Cinema Hindi: *** ½ 
Punto di forza: la scelta impopolare di non premere troppo il pedale sul sentimento antipachistano, il superlativo cameo di Shah Rukh Khan, il personaggio di Tiger, le adrenaliniche e fantasiose scene di combattimento, la sceneggiatura (per una pellicola d'intrattenimento puro) che non annoia, la regia sempre piuttosto presente. 
Punto debole: il paternalismo indiano nei confronti del Pakistan (ma sempre meglio dell'ostilità dichiarata), lo sbiadimento graduale dell'eroe negativo.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Salman Khan - Tiger, agente dei servizi segreti
* Katrina Kaif - Zoya, ex agente dei servizi segreti pachistani, moglie di Tiger
* Emraan Hashmi - Aatish, ex agente dei servizi segreti pachistani
* Shah Rukh Khan - Pathaan, collega di Tiger
* Revathi - superiore di Tiger
* Ranvir Shorey (cameo) - Gopi, collega di Tiger

Regia: Maneesh Sharma
Sceneggiatura: Shridhar Raghavan
Colonna sonora: Pritam. Commento musicale Tanuj Tiku. Segnalo il brano Tiger 3 Theme (Tanuj Tiku).
Azione (****): Franz Spilhaus, Se Yeong Oh, Sunil Rodrigues.
Fotografia: Anay Goswamy
Montaggio: Rameshwar S. Bhagat
Anno: 2023

CURIOSITÀ

* Alla fine di Tiger 3, Hrithik Roshan regala un cameo nei panni di Kabir. La sequenza è una sorta di mini presentazione del secondo capitolo di War.
* Riferimenti al cinema indiano: Pathaan, Sholay.
* Riferimenti all'Italia: Tiger menziona il tiramisù.
* Film che trattano lo stesso tema: Ek Tha Tiger, Tiger Zinda Hai, Pathaan, War.

GOSSIP & VELENI

* [Spoiler]:
- Emraan Hashmi in versione sbarbata, all'inizio, è del tutto considerabile (prendo nota);
- non ho capito perché il pediatra è morto;
- nello scontro finale, Aatish spara ripetutamente a Tiger con un mitra a un metro e lo manca. Che mira del cazzo per un agente segreto; 
- le ragazzine pachistane che suonano l'inno nazionale indiano, beh, scena zuccherosissima, però, cosa vi devo dire?, l'ho apprezzata (crocifiggetemi).
* Di tutto lo Spy Universe di Yash Raj Films, alla fine la saga di Tiger è la mia preferita - mi riferisco a Ek Tha Tiger e Tiger 3 -, perché è quella che si prende meno sul serio, anche se il Re in Pathaan è fighissimissimo, e Hrithik Roshan in War di una bellezza da togliere il fiato.
* Solito giretto in Wikipedia. Dunque:
- nella classifica degli incassi 2023 dei film hindi, nelle prime dieci posizioni ben quattro titoli (Jawan primo, Pathaan secondo, Dunki quinto, Tiger 3 sesto), non pesantemente nazionalisti, sono interpretati da superdivi musulmani per nulla progovernativi. Non male;
- nella classifica degli incassi 2023 dei film indiani, nelle prime dieci posizioni idem (Jawan primo, Pathaan secondo, Dunki ottavo, Tiger 3 nono). Non male.
Non commento le altre posizioni sino a quando non vedrò le rispettive pellicole, ma ad oggi posso dire che solo Gadar 2 (quarto hindi e quinto indiano), Adipurush (ottavo hindi) e The Kerala Story (nono hindi) sono smaccatamente di propaganda. Non male. Il 2024 è anno di elezioni politiche in India, temo andrà peggio, ma aspettiamo i numeri finali.

19 luglio 2019

THE DIRTY PICTURE



L'importanza di The Dirty Picture nella storia del cinema popolare indiano è maggiore della qualità della pellicola. TDP è talmente significativo, per numerose ragioni, che non solo si è meritato un successo clamoroso infiammando pubblico e critica, ma potrebbe addirittura aggiudicarsi il titolo di film del decennio, strappandolo a pellicole migliori. TDP sprigiona una forza travolgente. E' riuscito nell'impossibile. E' un superfilm. Con una deflagrazione di portata continentale, TDP ha creato un caso mediatico e di costume. Sono trascorsi quasi 8 anni dalla distribuzione nelle sale, eppure l'impatto è ancora avvertibile.

Cosa rende TDP così straordinariamente unico?
Di sicuro ciò che poteva (si temeva potesse) essere e non è: una scontata commediola per adulti, scollacciata e pruriginosa. 
Di sicuro il soggetto impudico. TDP incendia le fantasie del pubblico maschile indiano narrando la vita della sensualissima attrice Silk Smitha, sex-symbol del cinema del sud, e investigando il fenomeno delle pellicole softcore (per lo standard locale) degli anni ottanta. Forse per la prima volta viene affrontato un tema tanto scabroso in un film di intrattenimento.
Di sicuro la storia al femminile che pone al centro una figura ben lontana dall'iconografia classica dell'eroina hindi, e che ribalta completamente il ruolo tradizionale della donna nell'industria cinematografica popolare. Silk è investita dello stesso potere scenico sino ad allora riservato solo ai protagonisti maschili, in termini di rappresentazione, battute folgoranti, estetica e quant'altro. TDP non si è limitato a tracciare un sentiero: dalla sera alla mattina, ha materializzato un'autostrada grazie alla quale tutte le professioniste del settore - e non solo le attrici - da quel momento in poi hanno potuto dimostrare la propria forza e il proprio valore a colleghi e spettatori.
Di sicuro una regia - maschile - misurata e leggera, che non perde mai di vista il divertimento e che non scade mai nel cattivo gusto (applauso a scena aperta a Milan Luthria, grandissimo).
Di sicuro una sceneggiatura - maschile - che, pur con qualche lacuna, scivola via robusta e godibile, e che si sforza di rendere giustizia alla protagonista (applauso a scena aperta a Rajat Aroraa, grandissimo).
Di sicuro la produzione - femminile - che non solo ha sempre tenuto in pugno il progetto imponendo la propria visione a regista e sceneggiatore, ma che lo ha anche sostenuto e promosso con un vigore encomiabile, malgrado l'assenza di una superstar maschile come protagonista (Emraan Hashmi si limita ad un ruolo di supporto), inebriando il pubblico potenziale con una campagna spumeggiante, capillare ed efficace. Una campagna che ha posto l'accento sull'intrattenimento puro, omettendo il risvolto tragico, eludendo scaltramente l'errore nel quale si incorre in India quando si pubblicizza un titolo al femminile, quello cioè di indurre lo spettatore a credere che si tratti di un film d'autore (standing ovation per l'intrepida Ekta Kapoor, grandissima).  
Di sicuro una rappresentazione solare della sensualità che è allegria spudorata e gioia di vivere e risata che sgorga.

E non dimentichiamo i pregi del film.
Primo fra tutti la performance di Vidya Balan, immensa, senz'altro il fattore determinante che ha reso TDP ciò che è: una pellicola audace e innovativa, una commedia che non è solo una commedia. Vidya spazza via inibizioni e condizionamenti, e regala al suo personaggio la giusta licenziosità. Vidya è incontenibile, generosa, conturbante, spregiudicata, marcia come un treno, a testa alta, noncurante delle conseguenze. Un applauso senza fine al suo coraggio.
Nel cinema popolare indiano di solito i protagonisti negativi vengono rappresentati in modo apologetico, quasi come modelli da seguire. TDP non commette questo passo falso e nemmeno azzarda giudizi morali. Regista e sceneggiatore sono innamorati del personaggio, e si vede, ma lo offrono per quello che è, senza edulcorazioni. Lo spettatore? Parlo per me: confesso che all'inizio ho nutrito qualche perplessità, poi, con il dipanarsi della narrazione, sono stata catturata da Silk, dalla sua impudenza, dalla sua prorompente vitalità, dai suoi errori (non ultimi, sovrastimare il proprio divismo e sottostimare l'ego smisurato di una superstar maschile), dal suo dramma.
I dialoghi di Rajat Aroraa sono pungenti, costellati di battute salaci, e qualificano i personaggi più delle loro azioni. Le interazioni acquistano vivacità e pienezza, le relazioni prospettiva, la storia profondità.
Naseeruddin Shah è una sorpresa e un vero spasso, anche se talvolta sembra navigare in acque poco conosciute. Emraan Hashmi offre a Vidya un validissimo, rispettoso supporto: il suo Abraham è l'unico personaggio, in quell'esclusivo ambiente infettato da ipocrisie, a conservare una certa integrità. Apprezzabile il contributo di Tusshar Kapoor.
Le scenografie e i costumi sono spettacolari. La Chennai degli anni ottanta è stata ricreata in modo superbo negli studi di Film City a Mumbai. Le atmosfere vintage sembrano congeniali a Milan Luthria, che in precedenza mi aveva già ammaliato con la rappresentazione dei violenti e modaioli anni settanta in Once upon a time in Mumbaai (sempre prodotto da Ekta Kapoor).  
Che bello assistere ad un cinema che si rinnova di settimana in settimana. Che cresce, cambia, sperimenta, osa. Un cinema che col suo candore e col suo travolgente work-in-progress stupisce un pubblico occidentale intorpidito.

TDP non è privo di difetti, ma mi è difficile individuarli con chiarezza. Qualcosa nella narrazione e nel personaggio principale non mi torna, anche se capisco l'esigenza di Luthria di trovare un equilibrio fra solidità e intrattenimento. Talvolta è meglio chiudere un occhio su imperfezioni e lacune e applaudire progetti che tentano di essere innovativi e nel contempo di raggiungere il maggior numero possibile di spettatori. In fondo quale tipo di impatto sociale può provocare in India un film d'autore se nessuno lo guarda? Non sono forse pellicole come TDP ad ottenere risultati concreti? 

TRAMA

Reshma scappa di casa alla vigilia del suo matrimonio, tenta la fortuna nel cinema, si trasforma in Silk e diventa una star. Una cavalcata giocosa ed entusiasmante. Silk non è proprio candida, non è proprio un'attrice, ma possiede il talento innato di titillare i desideri più reconditi del pubblico maschile, scatenando apprensioni e inevitabili gelosie (e qualche emulazione) in quello femminile. Il successo però non è sinonimo di felicità. 

LA BATTUTA MIGLIORE

* Una delle più famose nella storia del cinema indiano: 'Filmein sirf teen cheezo ke wajah se chalti hai: entertainment, entertainment, entertainment. Aur main entertainment hoon - Films do well only because of three reasons: entertainment, entertainment, entertainment. And I am entertainment'. In hindi suona decisamente meglio. Grazie a Filmy Quotes.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Le sequenze indimenticabili sono diverse. Forse la mia preferita è la scena ambientata in un glorioso cinema tradizionale monosala, desolatamente vuoto, che, all'apparizione di Silk sullo schermo, viene preso d'assalto da un rumoroso carosello di spettatori. Acclamazioni, danze, applausi, canti, lanci di monetine. Termina il numero di Silk, e tutti spariscono, in attesa del numero successivo...

RECENSIONI

Rediff: *** 1/2
"Balan's heroine Silk (...) is a highly empowered woman (...). She does what she does (...) simply because she loves it. She feeds off the attention, the control, the adulation and the sizzle of the spotlight. Balan exultantly runs with it, making the character her own with remarkable commitment to the role. There is no vulgarity (...) simply because Balan visibly chooses to have a helluva time. She might not match the legend whose name she's borrowed in terms of sheer screen raunch, but outdoes her with an assault of unashamed oomph. Vanity is disregarded early on as we see the actress' paunch rolling over her waistline, even when she's at her hottest, and later, as her gut barrels out of shape and yet she continues to wear midriff-baring tops, we see just how defiantly unapologetic she is. The film too is defiant, but in more juvenile fashion. Director Milan Luthria's approach to this heroic harlot is a masala one, and in its urge to please crowds, forsakes much potential nuance that could have made this a great film instead of merely a film with a great lead character. There is a surfeit of cartoonish sound effects and annoyingly convoluted lines of dialogue; the storyline settles into predictability halfway through, and never bothers to thrill again; and the one flagbearer for cerebral cinema - an impressive and subdued Emraan Hashmi (...) - sells out promptly enough to become yet another ludicrous star. It is as if, in its rabid defense of formulaic masala, the film condemns any manner of cinema not subscribing to the bums-on-seats credo - and so strong is this unwarranted shunning of the sensible, as it runs like a theme through this film, that it makes The Dirty Picture appear not just insecure but fairly shaky. Pity. Having said that, the film is far more engaging than most Bollywood produce. And it's not just the bosom. Naseeruddin Shah plays a larger-than-life movie star with infectious glee, grotesque neck-skin folds never quelling his mojo. It's a caricature, but Shah squeezes in much lovely detail, from a genteel sense of the proper (if only in front of the flashbulbs) to a foppishly detailed prescience about action cinema of the 80s. His genius is a curse, he claims with extreme world-weariness, and the effect is delightful. (...) It's a very demanding part, and Balan shows that she's worthy of both wolf-whistles and applause. It's a dazzling performance - and a remarkably brave one, considering we live in a country so cinematically repressed (...). Constantly convincing, Balan proves so dynamic that she even makes her parts of the tinny SalimJaved-lite dialogues work. There is a lot of talk of legitimizing the lewd and the hypocrisy of audiences and critics, and Balan might as well be talking about herself in this film, and not Silk, and she delivers the lines in fiery style. She's a treat. (...) It's a performance to be grateful for. So thank you, Ms Balan". 
Raja Sen, 02.12.11

Hindustan Times: ***
"I desideri sessuali del maschio indiano sono influenzati dalle antiche sculture (vedi Khajuraho). Silk Smitha rappresenta quell'estetica femminile sul grande schermo, e The Dirty Picture è la sua storia. Il fem-jep (female in jeopardy = donna in pericolo) è un popolare genere cinematografico americano. Madhur Bhandarkar ne è il santo patrono hindi (Chandni Bar, Fashion). TDP non appartiene a quel filone: Silk si merita abbastanza quanto le capita. Difficile dire se il film racconti in modo veritiero la sua vita. Il veterano Bharati Pradhan, giornalista che intervistò Silk, ritiene che il personaggio sia piuttosto vicino all'originale. La differenza fra la Silk raffigurata in TDP e, a titolo di esempio, una Mallika Sherawat, è che, dopo aver assaporato un moderato successo in pellicole che per loro natura rimangono al di sotto del radar, di solito un'attrice cerca di 'ripulirsi' nel mainstream. Silk non lo fa. Non cerca il rispetto. La vicenda dovrebbe essere ambientata a Madras e di sicuro siamo negli anni ottanta. Ma potrebbe essere benissimo Bollywood. TDP, anche quando non tende a parodiare il suo soggetto, in qualche modo mantiene quell'atmosfera: dialoghi eccessivi, doppi sensi, sequenze chiassose con gli attori sempre in stato di emergenza. Qualche volta si rimane sospesi troppo nell'incredulità. Il film messo in scena in TDP e TDP sembrano combaciare. Quest'ironia intriga in modo bizzarro. Naseeruddin Shah è esilarante. Solo pochi brillanti attori di sesso maschile possono cambiare l'industria cinematografica commerciale guidata dalle star. Ma guardando Vidya Balan, ci si convince che il cambiamento può essere generato anche da un'attrice. Il suo ruolo in TDP è il più aggressivo visto da tempo".
Mayank Shekhar, 02.12.11

The Times of India: **** 1/2
"The Dirty Picture appartiene essenzialmente a Vidya Balan, che offre una performance torreggiante. Il punto di forza dell'interpretazione di Vidya è il fatto che, malgrado il suo personaggio sia una bomba sexy, la sessualità che rappresenta non diventa mai sguaiata o cruda. Anzi, i suoi tentativi di scioccare e meravigliare una società compassata che prospera sulla falsità sono irresistibili. Comunque il tour de force di Vidya non adombra i partner maschili, che fanno la loro figura nonostante il ruolo scarno. I dialoghi sfrontati di Rajat Arora aggiungono un gusto deciso. La sceneggiatura è senza esclusione di colpi, ma rifiuta di trattare il sesso come un semplice atto volgare. Applausi al regista Milan Luthria per aver gestito un tema così controverso con sensibilità e audacia. TDP non è solo il film della settimana bensì un lavoro seminale".
Nikhat Kazmi, 01.12.11

Cinema Hindi: **** 1/2 
Punto di forza: Vidya Balan, l'allegria, la rappresentazione potente di Silk e tutto ciò che TDP implica. 
Punto debole: ci devo ancora riflettere. 

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Vidya Balan - Silk 
* Naseeruddin Shah - Suryakanth
* Emraan Hashmi - Abraham
* Tusshar Kapoor - Ramakanth, fratello di Suryakanth

Regia: Milan Luthria
Sceneggiatura e dialoghi: Rajat Aroraa
Colonna sonora: Vishal-Shekhar. Vi segnalo il video del famosissimo brano Ooh La La Tu Hai Meri Fantasy: dopo quasi un quarto di secolo, sono riusciti a convincere Naseeruddin Shah a ballare.
Anno: 2011
Awards: la lista è impressionante (clicca qui). Elenco solo alcuni dei premi conferiti a Vidya Balan come miglior attrice protagonista: il prestigioso National Film Award, Filmfare Award, IIFA, Asia Pacific Screen Award, Screen Award, Zee Cine Award (miglior attrice e miglior attrice per la critica), Stardust Award (miglior attrice in un ruolo drammatico e star dell'anno).


RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* Ekta Kapoor: The Revised Version, Tavishi Paitandy Rastogi, Brunch, 03.12.11 - "Ritengo che negli affari l'aspetto commerciale sia importante quanto quello creativo. E ciò va tenuto a mente. Le mie pellicole sono diverse ma onestamente non le definirei molto coraggiose. Ad esempio: LSAD e Shor in the city sono inusuali, realizzati sulla base di una certa idea ma destinati ad un certo pubblico, e hanno funzionato. OUATIM è un regolare film commerciale. Secondo me è The Dirty Picture il più coraggioso, perchè per la prima volta ho tentato di mescolare i due aspetti, di mescolare le classi e di raggiungere comunque le masse. Da un lato ho prodotto una pellicola su un'attrice soft porno che non è un documentario, e dall'altro ho preteso che non fosse una semplice esposizione di sesso e di nudo. E nemmeno una storia triste. La protagonista non è una vittima, bensì una donna audace e del tutto non apologetica che celebra la sua sessualità e diviene una forza con cui fare i conti. E' stato davvero piuttosto complicato e decisamente azzardato produrlo, ma ho corso il rischio'. Nella stessa intervista, Ekta inoltre dichiara: 'For me, this entire film has been a gamble. I started TDP with a loss. (...) People told me not to take it up. I did. People told me not to cast Vidya in this role. I did. The same people today are stunned'. (Una curiosità: Vidya Balan aveva già partecipato ad una produzione di Balaji agli inizi della sua carriera, la sitcom televisiva Hum Paanch).
* It's been a hurricane of sorts!, Ekta Kapoor, The Times of India, 05.12.11: 'Truly overwhelmed with the feedback that TDP is receiving. It’s taken the audiences by storm. I smile when I hear people calling it a game-changer and myth-buster. (...) I cannot stop gushing over the reviews that TDP has garnered. I’m glad that people are loving it. There’s praise coming in from every quarter. It’s been a hurricane of sorts. I’ve said it before and I’ll say it again - Vidya is the only actress who could pull this off with panache! I remember narrating the script to her and her shocked expression. I told her, “You can do it.” She transformed herself into the character and had everyone enchanted with her curves, passion and drive. Every award next year belongs to Vidya!'.
* Why Vidya Balan Rules, Vir Sanghvi, Brunch, 17.12.11: 'For two weeks now everyone I know and possibly most of urban India has been going crazy about Vidya Balan. Nearly everywhere you go she is the subject of discussion and the conversations are nearly always flattering. The obvious point of reference is The Dirty Picture. For two months before the movie released, Vidya was everywhere. Never before in the history of Indian cinema has a star done so much publicity for a film. And The Dirty Picture was not even a big budget special effects extravaganza. (...) But Vidya appeared on every television show you could think of (and many that you would never have thought of) and in every print publication. (...) Could it be that everyone loved The Dirty Picture? The box office figures suggest that it will be a massive hit not just relative to its (somewhat modest) budget but compared to most other films released this year. Obviously, this is a picture that everyone has seen and liked. Or it could be that they all think that Vidya is terrific in the movie (which she is)? Few actresses could have carried off that role with so much aplomb and managed to hold their own against an actor of the calibre of Naseeruddin Shah who gives one of his best ever performances. (...) The Dirty Picture represented a huge risk. Hindi cinema no longer requires its heroines to be virginal angels of innocence. But I can’t think of a single other film where a heroine is shown as seducing a man simply to advance her career and is still treated as a sympathetic character. And then there was the terrible visual deterioration that her character suffered at the end of the movie. Which heroine would agree to do all this without wondering about the effect on her stardom? But Vidya took the risk. She liked the role, she said. It offered her a chance to take a character that society looked down on and to invest that person with dignity and depth. Her character didn’t have to be somebody you felt sorry for. You just had to accept that she was an independent woman making her own choices in her own interests. “‘Treat her with respect,’ was my motto,” she says. Now that the risk has paid off and the film is such a stupendous success, it is easy to say that Vidya was right to take the role. But had it gone wrong, it could well have been career suicide'.
* Silk Smitha's Bold Interview: nel 2013 Filmfare ripropone un'intervista concessa da Silk Smitha nel 1984.

CURIOSITA'

* Silk Smitha (1960-1996) ha recitato in centinaia di pellicole di successo in lingua tamil, telugu, malayalam e kannada (qualcuna anche in hindi). Il corpo senza vita dell'attrice venne rinvenuto nel suo appartamento di Chennai nel 1996. Le cause della morte non furono mai chiarite, ma si ventilò l'ipotesi del suicidio. In questo video potete ammirare la vera Silk Smitha in azione. Nel 2013 sono stati distribuiti Dirty Picture: Silk Sakkath Hot, film di grande successo in lingua kannada interpretato dall'attrice pachistana Veena Malik, e Climax, film in lingua malayalam interpretato da Sana Khan, entrambi ispirati alla vita di Silk Smitha.

Silk Smitha

* Il periodo 2009-2012 è stato davvero dorato per Vidya Balan, soprannominata in quegli anni The Balan, The (Wo)man. L'attrice ha inanellato una collana di successi clamorosi: Paa (2009), Ishqiya (2010), No One Killed Jessica e The Dirty Picture (2011), Kahaani (2012). E una pioggia di premi come miglior attrice protagonista, fra cui: Filmfare Award (Paa, Ishqiya - per la critica -, TDP, Kahaani), IIFA (Paa, TDP, Kahaani), National Film Award (TDP), Screen Award (Paa, Ishqya, TDP, Kahaani), Zee Cine (Ishqiya, TDP - anche per la critica -, Kahaani - per la critica -).

National Film Awards

* Per Ekta Kapoor gli anni 2010-2011 sono stati fondamentali, biennio in cui la produttrice ha finanziato progetti che hanno scosso l'industria dei sogni di Mumbai dalle fondamenta: Love Sex Aur Dhokha, OUATIM, Shor In The City, Ragini MMS, TDP. 
* Vidya Balan è stata la madrina dell'Indian Film Festival of Melbourne 2012. La locandina ufficiale dell'evento è una magnifica rielaborazione grafica del personaggio interpretato da Vidya in TDP.



07 luglio 2011

C R O O K



Emraan Hashmi, nel corso di una carriera costellata di successi, ha commesso anche qualche passo falso, senza comunque compromettere il bacino di fedelissime fan conquistate grazie al suo sex appeal. Negli ultimi tempi ha affascinato un settore più ampio di pubblico interpretando in modo convincente ruoli drammatici in pellicole quali Raaz - The mystery continues, Tum Mile e soprattutto Once upon a time in Mumbaai. Il cugino Mohit Suri è noto per aver diretto in passato film insoliti - sempre con Emraan nel cast, ad eccezione di Woh Lamhe -, fra i quali spicca l'interessante Kalyug, girato a soli 24 anni. I due tornano ad incendiare il botteghino proprio questa settimana con l'attesissimo Murder 2.

Crook non costituisce un buon esempio della loro collaborazione. Emraan esegue diligentemente quanto gli viene richiesto: si atteggia a ragazzaccio sciupafemmine rubando ancora una volta la scena con la sua carismatica fisicità, malgrado la tipicizzazione del ruolo stia ormai scontentando anche l'attore. Ma Mohit Suri? Purtroppo non è solo la sceneggiatura di Crook (redatta da Ankur Tewari) a deludere: la pellicola è diretta con una sciatteria e una superficialità imperdonabili. In Kalyug Mohit aveva dimostrato di saper gestire con perizia denuncia e intrattenimento, rispetto per le figure femminili e morbosità: il risultato merita di essere visto per l'originalità - nella cinematografia hindi - del tema sviluppato (pornografia, prostituzione, traffico internazionale di esseri umani, siti web a luce rossa) e per l'inusualità della confezione.

In Crook la magia non si ripete: il film precipita inarrestabilmente verso l'intrattenimento più trito e verso una morbosità inopportuna. L'argomento degli scontri razziali viene trattato in modo imbarazzante (unico aspetto positivo: la condanna di tutte le etnie coinvolte). La sintonia fra Emraan e la sua partner, Neha Sharma, è sciupata da una storia inesistente. L'eccessiva drammatizzazione, la retorica e gli stereotipi scontentano pubblico e critica. I personaggi, in primo luogo quelli occidentali, sono mal scritti. Crook colleziona errori e occasioni sprecate. Spiace per i Bhatt, che in passato si sono sforzati di offrire prodotti sempre fuori dal coro. E spiace per Emraan, attore ormai maturo che merita ruoli migliori.

TRAMA

Jai (Emraan Hashmi) viene spedito dal padre adottivo (Gulshan Grover) a Melbourne affinchè giri al largo dai guai. In Australia Jai diventa Suraj, fa il tassista, incontra la ballerina di lap dance Nicole (Shella Alan), si innamora di Suhani (Neha Sharma), ed entra in rotta di collisione con i fratelli delle due ragazze, Russell (Francis Chouler) e Samarth (Arjan Bajwa). Sullo sfondo, gli scontri razziali che contrappongono indiani e australiani.

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

Nella cinematografia popolare hindi i personaggi sono spesso stereotipati. In particolare, le figure femminili occidentali sono rappresentate in modo pruriginoso e indelicato, con picchi in film quali Out of control. In Crook il personaggio di Nicole è tristissimo. Siamo solidali con Shella Alan, l'attrice che lo ha interpretato (cosa non si fa per vivere?). Ci piacerebbe che una volta tanto gli sceneggiatori indiani accantonassero le spogliarelliste a favore di impiegate di uffici postali o commesse di supermercato, donne che fanno la spesa, leggono, chiacchierano con le amiche.

RECENSIONI

The Times of India: ***
Crook fa centro per la sua estrema attualità. Il regista Mohit Suri trae una storia dalle notizie di questi giorni e la narra con l'audacia e il nervosismo suoi propri. Ed è un terreno di gioco familiare anche per Emraan Hashmi, ancora una volta nel ruolo dell'enfant terrible. Mohit sviluppa l'argomento in modo nuovo, rappresentando entrambi gli schieramenti - quello indiano e quello australiano - come ugualmente razzisti. A differenza dei precedenti lavori di Suri (Kalyug e Jannat), Crook parte in modo incoerente e ci mette un po' a focalizzare. La maggior parte del primo tempo è sprecata, ma nel secondo la storia decolla provocando un significativo rumore: abolire le discriminazioni razziali o morire.
Nikhat Kazmi, 07.10.10

Hindustan Times: *
Mayank Shekhar, 08.10.10

Cinema Hindi: *1/2
Punto di forza: Arjan Bajwa e Emraan Hashmi. Se non altro lustriamoci gli occhi...
Punto debole: la sceneggiatura e il personaggio di Nicole

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Emraan Hashmi - Jai/Suraj
* Neha Sharma - Suhani
* Arjan Bajwa - Samarth, fratello di Suhani
* Kavin Dave (My name is Khan, I hate luv storys) - Romi
* Mashhoor Amrohi - Golde
* Shella Alan - Nicole
* Francis Chouler - Russell, fratello di Nicole
* Gulshan Grover (Knock out) - Joseph Pinto, padre adottivo di Jai

Soggetto e regia: Mohit Suri
Sceneggiatura e dialoghi: Ankur Tewari (Tum Mile)
Colonna sonora: non brutta, è composta da Pritam
Coreografia: Rajeev Surti (Wanted)
Fotografia: Ravi Walia (Dil Toh Baccha Hai Ji)
Montaggio: Ajay Sharma (Tum Mile)
Anno: 2010
Sito ufficiale

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* Bollywood Hungama, 25.02.10: intervista a Mohit Suri
* Hindustan Times, 11.09.10: intervista a Emraan Hashmi. Alla domanda 'Come spiegherà le scene erotiche girate da lei a suo figlio Ayaan, quando sarà più grande?', l'attore sagacemente risponde 'Ci penserò quando verrà il momento. Oggi, a 10 anni, mio figlie dice cose che mi scioccano, quindi immagino che sarà Ayaan a spiegarle a me'.
* Bollywood Hungama, 05.10.10: dichiarazioni di Neha Sharma
* Bollywood Hungama, 07.10.10: intervista a Emraan Hashmi
* Bollywood Hungama, 09.10.10: intervista a Neha Sharma
* Video: Making of Crook, prima, seconda e terza parte
* Bollywood Hungama, 15.09.10: intervista video a Neha Sharma
* India-Forums, 01.10.10: video della conferenza stampa con Emraan Hashmi, Neha Sharma, Arjan Bajwa. Purtroppo è in parte in hindi, ma Emraan è talmente tirabaci (per non parlare di Arjan: uno splendore!), che segnaliamo comunque il link.

CURIOSITA'

* Arjan Bajwa è laureato in architettura. Il padre è stato vicesindaco di Delhi. Arjan ha recitato in diverse pellicole in lingua telugu. Era inoltre nel cast di Guru e di Fashion.
* Nel corso del 2009 i media indiani e australiani portarono alla luce la piaga dei crimini a sfondo razziale perpetrati in Australia ai danni di cittadini indiani. Gli studenti indiani erano per numero il secondo gruppo di studenti stranieri residenti in Australia. Il 31 maggio 2009 circa 4.000 studenti indiani protestarono a Melbourne contro il razzismo e contro la debole reazione delle autorità australiane. Nel giugno 2009 si registrarono a Sidney i primi casi di rappresaglie violente di matrice indiana. (Fonte: Wikipedia). L'8 febbraio 2010 la copertina del settimanale indiano Outlook fece il giro del mondo: il titolo pubblicato, Why the Aussies hate us, introduceva uno speciale di dieci pagine dedicato all'argomento (clicca qui). I media australiani criticarono quello che definirono eccessivo sensazionalismo da parte dei colleghi indiani. Anche Bollywood si inserì nella contesa. Si invocò l'interruzione di produzioni cinematografiche ambientate in Australia. Amitabh Bachchan rifiutò il dottorato onorario conferito dalla Queensland University of Technology. Aamir Khan definì la vicenda una vergogna. Pare che la troupe di Crook abbia incontrato qualche problema durante le riprese a Melbourne (clicca qui).
* Riferimenti a Bollywood: Mother India, Sholay. La canzone che Suraj ascolta in piscina è la famosissima Bheegey Hont (Murder). Il brano visualizzato sullo schermo del cinema, nella scena iniziale, è Paisa (De Dana Dan).
* Riferimenti all'Italia: Ferrari, Gas.
* Film che trattano lo stesso tema: I - Proud to be an Indian, Patiala House. Pellicole ambientate in Australia: Dil Chahta Hai, Salaam Namaste, Heyy Babyy, Bachna Ae Haseeno, Singh is Kinng, Main Aurr Mrs. Khanna, We are family. Film nei quali è presente un personaggio femminile occidentale: Out of control, Rang De Basanti, Marigold, Barah Aana (con Violante Placido).

GOSSIP & VELENI

* Emraan Hashmi è figlio di un musulmano e di una cattolica, e ha sposato una ragazza hindu. Emraan è incorso in un incidente durante una sequenza di guida inclusa in Crook. La telecamera posta sulla vettura andò in pezzi. Pare che la troupe fosse preoccupata più per la camera che per l'incolumità dell'attore...
* Neha Sharma è una piacevole sorpresa. Bella, spigliata ed espressiva. Vista la penuria di nuovi volti femminili interessanti a Bollywood, applaudiamo il suo esordio nell'industria cinematografica di Mumbai.
* Arjan Bajwa, sperando di ottenere la parte in Crook, si recò dai produttori per un colloquio. Nel tragitto subì però un incidente, e dunque l'attore si presentò all'appuntamento comprensibilmente irritato. I Bhatt lo scritturarono all'istante perchè lo ritennero perfetto per il ruolo dell'ombroso Samarth.
* Smilie Suri (Kalyug), che in Crook interpreta la sorella di Suhani, è la sorella del regista Mohit.
* Sembra che la troupe e il cast di Crook siano rientrati in India dall'Australia due giorni prima della fine delle riprese per il mancato rilascio dei permessi a filmare da parte delle autorità locali. Molte scene sono state modificate rispetto alla sceneggiatura originale e ambientate in interni.
* Crook in India è stato vietato ai minori a causa delle sequenze girate in topless (anche se di schiena) da Shella Alan. Pare che il regista avesse accettato i tagli proposti dalla censura, e che Emraan fosse d'accordo, ma non i Bhatt.
* Il portavoce della federazione degli studenti indiani in Australia ha duramente criticato Crook, dichiarando che la rappresentazione sullo schermo del problema degli scontri fra indiani ed australiani è pessima. Articolo di Hindustan Times.
* Mohit Suri è fidanzato da tempo con l'attrice Udita Goswami (Chase). Prima della distribuzione di Crook, Mohit promise che avrebbe chiesto a Udita di sposarlo solo se il film avesse incassato abbastanza da permettergli di garantire una vita agiata alla futura moglie. Considerando che Crook si è poi rivelato un flop... Aggiornamento del 09.07.11: pare che i due abbiano rotto il fidanzamento.

09 maggio 2011

DIL TOH BACCHA HAI JI

Madhur Bhandarkar, dopo film molto apprezzati come Chandni Bar, Satta, Page 3, Traffic Signal, Fashion e Jail, nella maggior parte dei quali, tra l'altro, è possibile godere della presenza di personaggi femminili  forti ed interessanti, volta pagina e realizza una commedia tutta al maschile.
Si può considerare Dil Toh Baccha Hai Ji come espressione del lato più disimpegnato di Bhandarkar.
Disimpegnato ma non sciocco.

TRAMA

Naren Ahuja (Ajay Devgn), manager con un matrimonio fallito alle spalle e in attesa del divorzio, Abhay Suri (Emraan Hashmi), personal trainer ed instancabile playboy e Milind Kelkar (Omi Vaidya), impiegato di un'agenzia matrimoniale senza fortuna con le donne, diventano coinquilini. Presto saranno amici ed oltre a vivere nello stesso appartamento si troveranno a confidarsi le proprie pene d'amore.

RECENSIONI

The Times of India ***
Madhur Bhandarkar prova a cambiare indirizzo. Si prende una pausa dal cinema più serio per passare ad una commedia romantica. Con quale risultato? In parte buono: Dil Toh Baccha Hai Ji ha il cuore al posto giusto, ma il tono è un po' debole, brioso solo ad intermittenza. L'intreccio diventa ripetitivo, la lunghezza del film è un po' eccessiva, e l'umorismo spesso viene a mancare.
(Autore non indicato), 27.01.11
Recensione integrale. 

Hindustan Times*1/2
Ajay Devgan è attualmente al top della sua forma, ma non si crea un'intesa fra i tre attori protagonisti che sembrano recitare in film separati. Dil Toh Baccha Hai Ji poteva essere una pura sex comedy. La pellicola è stata misteriosamente vietata ai minori dalla censura. Però non è nè cattiva nè buona. E alla fine l'indifferenza annoia.
Mayank Shekhar, 28.01.11
Recensione integrale.

DIANA ***
La tag line di lancio del film che recita Love grows...men don't e la confezione della pellicola alluderebbero ad una presunta immaturità con relativa avversione per le responsabilità da parte dei maschi protagonisti. In realtà la storia racconta di tre uomini normali (anche troppo), alle prese con donne che non capiscono o fingono di non sapere con chi hanno a che fare.
Dil Toh Baccha Hai Ji  è carino, non zuccheroso ma neanche sorprendente od originale, scorre senza divertire particolarmente o lasciare il segno in qualche modo. Nessun infamia ma neanche grandi picchi di qualità: forse la cosa peggiore che si possa pensare di un film.
Il migliore è Ajay Devgan. Omi Vaidya, che si era già fatto notare in 3 Idiots, fa un buon lavoro nei panni dell'ingenuo e generoso innamorato.

Il bello:
- I titoli di testa in stile cartoon. Non un' idea nuova ma comunque apprezzabile.
Celebri le trasformazioni in personaggi animati di Rani Mukherjee e Saif Ali Khan in Hum Tum.

- Un film piacevole, un divertimento "intelligente" anche se magari non entusiasmante.

Il brutto:
- L'assenza di brani danzati. I mitici "balletti" bollywoodiani sembrano piano, piano scomparire, persino dai film considerati di puro intrattenimento. Una mancanza a cui non ci abitueremo mai.

SCHEDA DEL FILM

Cast:
Naren Ahuja - Ajay Devgn
Abhay Suri - Emraan Hashmi
Milind Kelkar - Omi Vaidya
June Pinto - Shazahn Padamsee
Nikki Narang - Shruti Haasan
Gungun Sarkar - Shraddha Das
Anushka Narang - Tisca Chopra
Harsh Narang - Aditya Raj Kapoor

Scritto da Madhur Bhandarkar, Anil Pandey e Neeraj Udwani

Diretto da Madhur Bhandarkar

Prodotto da Madhur Bhandarkar e Kumar Mangat Pathak (Aakrosh)

Musiche di Pritam

Coreografie di Ravi Walia

Distribuito da Bhandarkar Entertainment, Wide Frames Pictures e Baba Arts Limited Production

Anno 2011

CURIOSITA'

- Dil Toh Baccha Hai Ji è stato classificato con una A (film per adulti) dal Central Board of Film Certification, dopo che Bhandarkar si è rifiutato di tagliare alcune scene ritenute troppo audaci.
Non aspettatevi niente di trasgressivo però, in occidente questo film non turberebbe neanche un bambino in età prescolare.
L'articolo integrale.

- Segnaliamo le special appearances di Mukesh Tiwari, Manoj Joshi e Shveta Salve, attrice televisiva e modella, qui nei panni di una cantante. Guarda il video.

- Madhur Bhandarkar è un grande fan di Gulzar, leggendario poeta, paroliere e regista. Il titolo di questo suo ultimo film è infatti preso da una canzone di Gulzar scritta l'anno scorso per Ishqiya. Inoltre Bhandarkar ha acquistato i diritti della canzone Koi Hota Jisko Apna del film del 1971 Mere Apne, debutto alla regia di Gulzar, per inserirla proprio in Dil Toh Baccha Hai Ji. L'articolo integrale.
Il video della canzone Dil Toh Baccha Hai Ji da Ishqiya.
Il video di Koi Hota Jisko Apna del 1971 cantata da Kishore Kumar.


Il sito ufficiale del film.

22 agosto 2010

ONCE UPON A TIME IN MUMBAAI


La produttrice Ekta Kapoor serberà il ricordo del 2010 sino in punto di morte: difficile che possa replicare in futuro una scelta di pellicole così azzeccata. Nel mese di marzo ha scosso l'India col film più innovativo e scioccante della storia della cinematografia hindi, Love Sex Aur Dhokha (di Dibakar Banerjee), incontrando anche un buon successo di pubblico. E non contenta, a fine luglio ha incendiato il botteghino con un prodotto stilosissimo e finemente realizzato, Once upon a time in Mumbaai. Ekta si affianca all'agguerrita truppa femminile che in questi ultimi anni sta espugnando Bollywood, territorio di tradizionale dominio maschile. Sul fronte della regia, citiamo Bhavna Talwar (Dharm), Zoya Akhtar (Luck by chance), Nandita Das (Firaaq), Sooni Taraporevala (Little Zizou), Parvati Balagopalan (Straight), Leena Yadav (Teen Patti), Anusha Rizvi (Peepli live). E non dimentichiamo i botti commerciali di Farah Khan (Main Hoon Na e Om Shanti Om). Quanto alle star, Aishwarya Rai, ad un'età (37 anni) in cui a Bollywood le celebrità di sesso femminile si sono ritirate da tempo, non solo è attualmente l'attrice indiana più pagata, non solo nel 2010 sforna quattro attesissime (e costosissime) pellicole, ma è l'unica star del subcontinente nota in occidente anche ai non appassionati di cinema hindi.

Once upon a time in Mumbaai regala uno spaccato vivace e molto chic della Mumbai degli anni settanta, decennio tornato prepotentemente in voga grazie al fantasmagorico primo tempo del blockbuster del 2007 Om Shanti Om, e che verrà riproposto in Action Replayy. L'uso della fotografia, gli ambienti, i decori, le automobili, gli oggetti, i costumi, le pettinature e il make-up catapultano lo spettatore in quello scenario temporale, non limitandosi ad una mera esibizione di look. Il regista Milan Luthria (della cui filmografia menzioniamo il bizzarro thriller Taxi number 9211, pellicola piuttosto interessante del 2006 con l'inedita coppia Nana Patekar-John Abraham) ha compiuto un olimpico balzo in avanti rispetto al precedente lavoro, l'inerte Hattrick distribuito nel 2007. Con mano decisa sostiene un film che rischiava di riproporre vicende viste innumerevoli volte (basti pensare alle ottime gangster story firmate da Ram Gopal Varma: Satya e Company), un film che rischiava di ridursi ad una costosa scintillante visualizzazione e nient'altro, di diluirsi e perdere slancio nella stucchevole rappresentazione di un criminale affetto da sentimentalismo. Pericolo scampato: la regia di Luthria non sbaglia un colpo. Il soggetto non è originale e la sceneggiatura commette qualche errore, ma i ruvidi dialoghi e le interpretazioni offerte dal cast (a torreggiare un epocale Emraan Hashmi, il cui personaggio, Shoaib, è scritto con una cura ed una convinzione raramente riscontrabili nel cinema hindi) si affiancano alla regia e alla direzione artistica nel realizzare una delle migliori pellicole del 2010.

I difetti - nel complesso perdonabili - sono essenzialmente tre:
- la sceneggiatura indulge in qualche episodio non necessario allo scopo di addolcire e santificare il personaggio di Sultan. L'espediente della narrazione da parte del funzionario di polizia appare altrettanto superfluo;
- Sultan è un personaggio fascinosissimo ma poco realistico. La sua funzione sembra quella di sottolineare per antitesi la crudeltà dell'antagonista, Shoaib, e a tale scopo viene raffigurato in modo apologetico. La condanna morale è troppo debole, limitata ad una battuta finale: 'aiutare la gente non rende automaticamente onesti'.
- perchè scritturare un'attrice di talento come Kangna Ranaut e poi limitare il suo personaggio, Rehana, ad un manichino che decora il set con i suoi stilosissimi abiti e le sue sofisticate acconciature?

TRAMA

Sultan Mirza (Ajay Devgan) è il boss padrone di Mumbai. Stringe alleanze con gli altri criminali, regala alla città che ama un periodo di relativa pace, conquista la diva Rehana (Kangna Ranaut), tenta la carta della politica. Sultan è un'icona che ipnotizza tutti i giovani mumbaiti di pochi mezzi che sognano di emularne le gesta e l'ascesa. Uno di questi è Shoaib (Emraan Hashmi), incontrollabile, spietato e molto, molto ambizioso.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* I costumi sono uno spettacolo. Dai lussuosi abiti da sera sfoggiati da Rehana, ai sari dalle stampe optical, ai succinti vestitini delle ragazze nelle sale da ballo, alle sgargianti camicie maschili. Le pettinature e il make-up di Rehana lasciano secche dall'invidia. La produzione ha investito due milioni di rupie per le acconciature di Kangna, e per il suo personaggio sono stati creati dodici stili diversi. (Video prima e seconda parte).

RECENSIONI

The Times of India: ****
OUATIM toglie il fiato con le sue coinvolgenti qualità e con la sua iridescenza. La pellicola narra la più nota storia criminale di Mumbai, il tempestoso rapporto fra Haji Mastan e il suo protetto Dawood Ibrahim, e lo fa con un'eleganza e un'intensità che vi terranno incollati alla poltrona, malgrado conosciate già la fine. Il regista Milan Luthria sceglie di ancorare OUATIM all'emozione piuttosto che alle pistole e al sangue. Il nocciolo drammatico della dinamica sceneggiatura di Rajat Arora consiste nel raffigurare i due personaggi principali puntando sulla loro diversità. Ed è interessante notare come, a dispetto del rappresentare Sultan come una figura fuori dal comune, il film mantenga il suo rigore morale. Rajat Arora reinventa il dramma nel cinema contemporaneo. Dopo lo sperimentale e innovativo Love Sex Aur Dhokha, la produttrice Ekta Kapoor una volta di più fa centro con una pellicola che intrattiene in modo completo e che vanta quasi tutto: una storia coinvolgente, dialoghi incisivi (Rajat Arora), un'artistica ambientazione, una ritmata colonna sonora (Pritam) ed alcune eccellenti interpretazioni. La fotografia di Aseem Mishra corteggia la vecchia Mumbai con amore e nostalgia. Sia Ajay Devgan che Emraan Hashmi soffiano l'inferno nel ritratto della coppia di criminali e regalano due delle performance più magnetiche dell'anno. Kangna Ranaut e Prachi Desai sono perfette pupe del gangster. OUATIM offre sia sostanza che anima. Non perdetelo.
Nikhat Kazmi, 29.07.10

Hindustan Times: ***
Pochi attori sanno gestire una sicurezza e una sobria spavalderia, e comunicano così tanto con lo sguardo restando in silenzio. E' un'arte che Amitabh Bachchan perfezionò col personaggio dell'angry young man. Possiamo affermare che Ajay Devgan è il suo buon successore. Milan Luthria ricrea in modo corretto gli anni settanta, e non per le basse angolazioni delle riprese, gli strani disegni sulle costose camicie di nylon, e per l'uso degli strumenti a fiato nel commento musicale, ma soprattutto per il gusto del grande schermo, e per il ritorno a dialoghi tersi e intelligenti. Un po' di Salim-Javed e un intero lotto del primo Ram Gopal Varma. Entrambi non sono facili da bilanciare, ma questo è uno dei migliori tentativi che abbia visto da lungo tempo.
Mayank Shekhar, 29.07.10

Cinema Hindi: ***1/2
Punto di forza: EmraanEmraanEmraan
Punto debole: qualche smagliatura nella sceneggiatura

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Ajay Devgan - Sultan Mirza
* Emraan Hashmi - Shoaib Khan
* Kangna Ranaut - Rehana, la fidanzata di Sultan
* Prachi Desai (Rock on!!) - Mumtaz, la fidanzata di Shoaib
* Randeep Hooda (Monsoon wedding) - Agnel Wilson, il poliziotto
* Gauhar Khan (Rocket Singh: salesman of the year) - item girl in Parda

Regia: Milan Luthria (Taxi number 9211)
Soggetto, sceneggiatura, dialoghi: Rajat Arora (Hattrick)
Colonna sonora: composta da Pritam, si ispira ovviamente alle colonne sonore degli anni settanta. Imperdibile il brano Parda (audio). Coinvolgente e azzeccato il tema del film composto da Sandeep Shirodkar. Ascoltatelo nel trailer. Pare che, a seguito delle insistenti richieste dei fan, la T-series stia approntando una nuova edizione del cd della colonna sonora che includerà il tema del film e alcuni dialoghi (lo stesso era accaduto per Wanted). Articolo di Hindustan Times.
Coreografia: Raju Khan e Remo D'Souza (Kaminey). Magnifica la visualizzazione del brano Parda.
Fotografia: Aseem Mishra (New York)
Scenografia: Nitin Chandrakant Desai (Devdas). (Video dell'allestimento dei set).
Costumi: Manoshi Nath (Oye Lucky! Lucky Oye!) e Rushi Sharma (Oye Lucky! Lucky Oye!)
Montaggio: Akiv Ali (Gangster)
Produzione: Ekta Kapoor
Anno: 2010
Awards:
* IIFA: miglior attrice non protagonista (Prachi Desai). Aggiornamento del 12.07.11;
* Star Screen: most popular music award. Aggiornamento del 02.03.11;
* Zee Cine (selezione): miglior attrice non protagonista (Prachi Desai), migliori dialoghi. Aggiornamento del 02.03.11.
Sito ufficiale
Canale ufficiale in YouTube

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* 21.06.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Kangna Ranaut
* 25.06.10, Bollywood Hungama: dichiarazioni di Prachi Desai
* 12.07.10, The Times of India: dichiarazioni di Emraan Hashmi
* 14.07.10, The Times of India: dichiarazioni di Prachi Desai
* 30.07.10, Bollywood Hungama: intervista a Prachi Desai, prima e seconda parte
* 03.08.10, Bollywood Hungama: intervista a Emraan Hashmi
* 16.08.10, Bollywood Hungama: intervista a Milan Luthria, prima e seconda parte
* Video: The making, prima e seconda parte
* Bollywood Hungama: intervista-video a Milan Luthria
* Bollywood Hungama: intervista-video a Milan Luthria dopo la distribuzione del film
* Bollywood Hungama: intervista-video a Emraan Hashmi
* Bollywood Hungama: intervista-video a Emraan Hashmi dopo la distribuzione del film
* Bollywood Hungama: video nel quale Emraan Hashmi risponde alle domande poste dai fan
* Times Now: intervista-video ad Ajay Devgan
* Bollywood Hungama: intervista-video a Kangna Ranaut
* Times Now: intervista-video a Kangna Ranaut
* Bollywood Hungama: intervista-video a Randeep Hooda

CURIOSITA'

* Pare che Once upon a time in Mumbaai si ispiri alle vicende dei noti criminali Haji Mastan Mirza e Dawood Ibrahim. I familiari di Haji Mastan si sono rivolti alla legge per bloccare la distribuzione di OUATIM. Secondo la loro tesi, il film rappresenta la figura di Mastan in una luce negativa. L'Alta Corte di Mumbai ha quindi richiesto a Ekta Kapoor di precisare, all'inizio della pellicola, che OUATIM non ha nulla a che fare con la vita di Haji Mastan. Articolo di Hindustan Times. Come puntualizza il critico di Hindustan nella sua recensione, la frase inclusa nel film si riferisce al solo Mastan, e non a Dawood Ibrahim.
* Haji Mastan Mirza, originario del Tamil Nadu, è considerato il primo famoso gangster di Mumbai, città nella quale fu attivo negli anni sessanta e settanta. Haji Mastan estese la sua influenza anche a Bollywood, producendo diverse pellicole ed allacciando rapporti con molte star, fra cui Dilip Kumar, Dharmendra, Raj Kapoor. Arrestato durante l'emergenza di Indira, una volta uscito di prigione negli anni ottanta divenne un leader musulmano e fondò un movimento. Morì nel 1994 in seguito ad un attacco cardiaco. Haji Mastan fu un criminale di stampo classico, con un proprio codice d'onore, ostile al traffico di stupefacenti, introdotto nell'ambiente politico. Prediligeva gli abiti bianchi e le sigarette di marca straniera. Possedeva una Mercedes con autista. Si dedicò con costanza ad attività filantropiche. Innamorato di Madhubala, sposò Sona, un'attrice bollywoodiana a cui finanziò alcuni film.
* Haji Mastan ha ispirato varie pellicole, fra cui Deewaar con Amitabh Bachchan. Pare che l'attore abbia frequentato Haji Mastan per poter interpretare meglio il suo ruolo. Segnaliamo anche Muqaddar Ka Sikandar, uno dei tre film di maggior successo degli anni settanta, sempre con Amitabh.
* Dawood Ibrahim è figlio di un poliziotto che era in rapporti con Haji Mastan, il quale aiutò il giovane Dawood ad aprire un negozio di elettronica. Nel 2008 Forbes collocò Ibrahim al quarto posto nella classifica dei criminali più ricercati al mondo, e al cinquantesimo nella classifica degli uomini più potenti. OUATIM inizia con un riferimento agli attentati avvenuti a Mumbai nel 1993. Il 12 marzo di quell'anno tredici bombe esplosero nella capitale del Maharashtra, causando - secondo Wikipedia - la morte di 250 persone e il ferimento di altre 700. Si ritiene che gli attacchi, violenta risposta alla distruzione della moschea Babri (vedi le note a Bombay), furono coordinati da Dawood, capo dell'organizzazione criminale e terroristica D-Company. E' molto probabile che Ibrahim sia responsabile anche degli attentati a Mumbai del 2008. I servizi segreti indiani presumono che il criminale si sia rifugiato in Pachistan. Secondo gli Stati Uniti, Dawood manterrebbe stretti legami con Al Qaeda. Ibrahim e i suoi accoliti della D-Company si occupano anche di traffico di droga e di armi, e pare siano introdotti nell'industria cinematografica di Mumbai. Dawood sembra sia stato legato all'attrice Mandakini, la quale però ha sempre smentito tali voci. Servizio dedicato a Dawood Ibrahim diffuso da NDTV.
* La vita di Dawood Ibrahim ha ispirato diverse pellicole. L'ottimo Company, diretto da Ram Gopal Varma, narra il rapporto conflittuale fra Dawood e il suo collaboratore, Chhota Rajan, in disaccordo con lui in seguito agli attentati del 1993. In Company è Ajay Devgan ad interpretare il ruolo di Ibrahim. Il regista Vishram Sawant, collaboratore di Varma, debuttò con D, prodotto da RGV e da Ronnie Screwvala, nel quale Randeep Hooda recita la parte di Dawood. Company e D formano, insieme a Satya, la nota trilogia sui gangster della cinematografia hindi. Sawant successivamente diresse Risk, con Vinod Khanna (Wanted) nel ruolo di Ibrahim e Randeep Hooda in quello del poliziotto. Black friday, di Anurag Kashyap, narra in modo realistico gli attentati terroristici a Mumbai del 1993. Vijay Maurya (Bombay to Bangkok) è Dawood. Il film attese due anni prima di poter essere distribuito in India: nella sceneggiatura si citano nomi e cognomi delle persone coinvolte nelle esplosioni, e nel Paese all'epoca erano ancora in corso le indagini. Danny Boyle ha dichiarato di essersi ispirato a Satya, Company e a Black friday per alcune sequenze di Slumdog Millionaire.
* Pare che Ajay Devgan, nel corso delle riprese di OUATIM, abbia ricevuto minacce da parte di un gangster di sesso femminile. La donna era determinata a dar fuoco alla roulotte dell'attore. Non solo: a Dongri, l'area di Mumbai nella quale Dawood Ibrahim è cresciuto, i membri di due gang rivali accorsi a spiare il set di OUATIM hanno scatenato una zuffa nella quale sono rimasti coinvolti anche elementi della troupe. Alcune auto sono rimaste danneggiate. Articolo di Hindustan Times.
* Kangna Ranaut ha incontrato la vedova di Haji Mastan, l'attrice Sona, per poter interpretare meglio il ruolo di Rehana.
* Ekta Kapoor ha sorpreso Bollywood ordinando l'affissione in alcune città di un numero limitato di manifesti del film realizzati a mano con la stessa tecnica utilizzata negli anni settanta e seguendo lo stesso stile grafico (pubblichiamo un'immagine al termine del testo).
* Il look bianco-totale sfoggiato da Ajay si ispira ad Amitabh Bachchan in Deewaar.
* Randeep Hooda è campione nazionale di equitazione. Pare che, dopo la sua performance in D, l'attore abbia ricevuto diverse telefonate da sconosciuti che asserivano che Dawood Ibrahim aveva apprezzato la sua interpretazione. Randeep ha lavorato in teatro con Naseeruddin Shah in Aspettando Godot. Hooda precisa che la sua dizione è notevolmente migliorata grazie al tecnologico sistema adottato da Naseer: lanciargli contro una ciabatta. Sembra che Randeep non abbia partecipato alle attività promozionali a sostegno di OUATIM perchè il suo ruolo doveva risultare una sorpresa per il pubblico.
* Riferimenti a Bollywood: Bobby. Il personaggio di Rehana, durante una conversazione con Sultan, afferma che la vita di lui potrebbe ispirare un film, magari interpretato da un nuovo giovane attore, Amitabh Bachchan.
* Film che trattano storie di gangster: oltre ai titoli già citati, segnaliamo Parinda, Nayagan (in lingua tamil), Bandit queen, Sarkar, Maqbool, Omkara, Gangster, lo stilosissimo Don, Shootout at Lokhandwala, Kaminey. Quanto ai romanzi suggeriamo Shantaram e Giochi sacri, nonchè il saggio Maximum city. Pellicole nelle quali, al contrario, il protagonista è il poliziotto impegnato a combattere il crimine organizzato: Sarfarosh, Aan, Gangaajal, Shiva (2006), Contract, Wanted.

GOSSIP & VELENI

* I media indiani hanno malignato a lungo sull'inedita, improvvisa carnosità delle labbra e del decolleté ostentata da Kangna Ranaut. E in questi giorni si vocifera addirittura di una sua nascente relazione con Salman Khan. Il divo ha recentemente confermato la rottura con Katrina Kaif.
* Sona, la vedova di Haji Mastan, non ha digerito la brevissima (e castissima) sequenza che mostra Sultan e Rehana condividere lo stesso letto senza essere sposati.
* Prachi Desai, pare molto amica di Ekta Kapoor, era fermamente decisa a non baciare sul set il serial kisser di Bollywod, Emraan Hashmi. L'attrice ha dichiarato che l'imbarazzo mostrato nella nota scena ispirata a Bobby non è simulato ma del tutto reale.

Manifesto realizzato a mano

12 marzo 2010

TUM MILE



Il 26 luglio del 2005 una tempesta senza precedenti devastò la città di Mumbai, Tum Mile, uscito lo scorso anno, è stato il primo film a narrare attraverso il cinema la disastrosa calamità naturale. Le immagini della potente inondazione si alternano a salti nel passato dei due protagonisti con continui flashback. Kunal Deshmukh , regista di Jannat (2008), nel suo racconto si serve di vorticosi salti nel tempo e nello spazio (dal passato al presente, dall'India al Sud Africa) senza creare confusione né alterare il coerente svolgimento della storia.


TRAMA

Due ex fidanzati si rincontrano sul volo diretto a Mumbai dopo essersi separati da sei anni, la ragazza viaggia con il suo nuovo partner, ma Akshay, che la ama ancora, da ogni dettaglio inizia a ricordare il loro passato. Lo stesso giorno un alluvione paralizza la città, nella globale reazione di panico Akshay e Sanjana si ritrovano tra la folla disperata e cercano insieme di mettersi in salvo.

Soha Ali Khan, discretissima figlia d’arte, gioca ad imitare le acconciature della madre Sharmila Tagore ma il resto lo mette del suo. Originale antidiva, Soha non è una ragazza copertina, e se ne frega. Emraan Hashmi nonostante il suo aspetto da professorino si è guadagnato una fedele schiera di ammiratori e soprattutto l’illustre soprannome di serial kisser bollywoodiano (se avete visto Murder o il bellissimo Gangster a Love Story vi sarà ben chiaro il perché).

Chi si aspetta una puntata del telegiornale con riferimenti dettagliati alla strage ne resterà deluso, così come lo sarà chi cerca film a sfondo apocalittico per godersi straripanti effetti speciali. La storia è questa: due ragazzi si conoscono, si amano, si perdono, si ritrovano, l’inondazione li mette davanti al pericolo, li avvicina alla morte, riunisce frammenti di una vita passata, traccia una linea tra ciò che ha un senso da ciò che non lo ha. Il pubblico del subcontinente è educato a ricercare nel film ( e fra i film)… e sa dare importanza alle piccole cose piuttosto che al trionfo (o dovrei dire tonfo) visivo del cruento voyerismo da catastrofe che si vede qui da noi. Molti avranno da ridire sui miei gusti ma pochi oseranno controbattere sul fatto che I film occidentali stiano diventando ogni giorno più guardoni.  Tum Mile è un film semplice e privo di effetti da capogiro non divaga in lunghe inquadrature di rassicuranti catastrofi davanti alle quali anche la peggiore delle giornate diventerebbe lodevole (come avrebbero fatto i lontani cugini californiani…) ma accende i riflettori su una storia comune, una storia d’amore, un legame tra due persone che si decostruisce (e ricostruisce) davanti ai nostri occhi e per noi. La tragedia non è protagonista ma resta nello sfondo, è l’anello che torna ad unirli, voler sopravvivere diviene la necessità imminente che porta Akshay e Sanjana ad abbattere ogni barriera costruita negli anni, uscendo insieme da una comune, e inaspettata avversità.

Da vedere per:

L'ottima narrazione ad incastro

La piacevole e delicata colonna sonora

Un ritratto convincente dei protagonisti. Nonostante sia un classico caso di ragazzo squattrinato + ragazza ricca non si lascia spazio agli stereotipi, ciascun personaggio viene inquadrato a tutto tondo sia nei pregi che nei difetti, concedendo un'attenzione particolare alle personali fragilità : Sanjana con la sua cronica insonnia nervosa, Akshay con l’arroganza e la frustrazione di un artista dall’Ego calpestato.

Il mio giudizio sul film : *** 3,5


RECENSIONI

The Times of India: *** 3,5 /5

Il regista Kunal Deshmukh torna dopo il successo di 'Jannat'. In questo round ci offre un resoconto appassionato ed estremamente maturo di una vivace relazione fra un artista (Emraan Hashmi) e la sua musa (Soha Ali Khan). Tutto già visto, ma ciò che rende affascinante 'Tum Mile' sono le interpretazioni e la struttura narrativa: entrambe innovative, profonde e multi-stratificate. Il regista interseca con maestria il passato al presente e mantiene alto l'interesse. La storia d'amore è raccontata con grande maturità, portando allo scoperto un rapporto adulto e realistico. Le sequenze delle piogge torrenziali sembrano abbastanza credibili, anche se le note tragiche non erano necessarie ed in qualche modo appaiono 'cinematografiche'. Ciò che davvero spicca è la recitazione. Emraan e Soha creano un'intesa che trabocca di calore e che fino alla fine non mostra prevedibilità. Le loro conversazioni e preoccupazioni sono tratte dalla vita reale, e gli attori comunicano soprattutto con le loro espressioni facciali e con il linguaggio del corpo.
Nikhat Kazmi, 12.11.09

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Hindustan Times: ** 2/5

C'è un certo stile nei modi calmi e sicuri, e una spavalderia tutta sua: ciò rende impossibile non notare la presenza scenica di Emraan Hashmi o il legame che riesce a creare con il pubblico. 'Tum Mile' offre una panoramica di una relazione alle prese con le note pressioni e i noti problemi della vita in comune. La narrazione è semplice, mediamente realistica. Sulle prime si potrebbe giudicare il film molto ben diretto, a dispetto di alcuni errori. Il materiale non è nè forte nè nuovo, ma il regista riesce a disegnare alcuni momenti estremamente efficaci. Ad un certo punto, circa a metà, la storia però si esaurisce, e il passaggio dal romanticismo alla calamità è talmente brusco da spaccare la pellicola in due.
Mayank Shekhar, 14.11.09

Testo integrale



ANNO: 2009

REGIA: Kunal Deshmukh

TRADUZIONE DEL TITOLO: Ti ho incontrato


CAST:

- Emraan Hashmi.......... Akshay
- Soha Ali Khan.......... Sanjana


COLONNA SONORA : Pritam, testi di Sayeed Qadri and Kumaar


PLAYBACK SINGERS: KK, Neeraj Shridar, Mohit Chahuan


SITO UFFICIALE DEL FILM : Clicca QUI