31 agosto 2010

I HATE LUV STORYS


Prima volta insieme sullo schermo per i giovani Sonam Kapoor e Imran Khan, prima volta anche per Punit Malhotra, che debutta alla regia. Tiene a battesimo Karan Johar. Per lui, con la sua Dharma Productions, in associazione con la UTV Motion Pictures, mettere insieme una commedia romantica ambientata nel mondo del cinema, nello stesso tempo autocelebrativa ed autoironica, è fin troppo facile.

TRAMA
Jay (Imran Khan) è il giovane assistente di un regista, Veer Kapoor (Sameer Soni), famoso per i suoi film sentimentali. Ha una visione cinica dell'amore e sbeffeggia tutti i cliché tipici delle pellicole romantiche. Simran (Sonam Kapoor), invece, ama e crede talmente tanto nelle storie dirette da Veer da vivere la sua vita come se fosse una di esse. Quando Jay e Simran si troveranno a dover lavorare insieme, ognuno di loro sarà costretto a fare i conti con le convinzioni dell'altro.

RECENSIONI

The Times of India ***
Prima di tutto: Imran Khan e Sonam Kapoor formano una coppia interessante, la più fresca dopo quella composta da Ranbir Kapoor e Katrina Kaif. I due condividono una bella intesa, una compatibilità fisica ed un quoziente emotivo ben bilanciato. Complimenti a Imran e a Sonam per la responsabilità di gestire un film che, ancora una volta, da un punto di vista narrativo ha poco di cui vantarsi. IHLS è estremamente semplicistico, non stratificato e del tutto prevedibile. L'esordiente regista Punit Malhotra dirige una pellicola zuccherosa. I dialoghi sono molto ordinari, talvolta sentimentali. La fotografia di Ayananka Bose offre un film visivamente piacevole. La colonna sonora di Vishal-Shekhar è frizzante e adatta al tenore della pellicola. Da segnalare la title-track, Bin Tere e Bahara. I costumi di Manish Malhotra sono un punto di forza: uber-cool e urban-chic. Quanto alle performance, sono stilose, non indimenticabili, ma guardabili: ammirate l'espressività e il broncio di Imran, nonchè la forma smagliante e la piacevole presenza scenica di Sonam.
Nikhat Kazmi, 01.07.10
La recensione integrale.

Hindustan Times ***
L'esordiente regista Punit Malhotra raccoglie amabilmente tutti i cliché tipici delle storie d'amore bollywoodiane. L'idea è interessante e sviluppata in modo innovativo in un film dentro un film, con una coppia fresca che condivide un'intesa vivace, e con la frizzante colonna sonora di Vishal-Shekhar. Ma la novità subito si sgonfia a causa di una trama prevedibile, soprattutto nel secondo tempo. Sonam Kapoor è piacevole ma non possiede la gaiezza sorridente di Preity Zinta o la naturale sensualità di Kajol. Comunque l'attrice promette bene e c'è spazio per migliorare. La somiglianza di Imran Khan con lo zio Aamir Khan è troppo evidente per essere ignorata: l'aspetto da ragazzo della porta accanto, lo sforzo di raggiungere la perfezione, la determinazione di sfuggire al convenzionale. Imran ha solo bisogno di una sceneggiatura più adatta per offrirsi al meglio.
Roshmila Bhattacharya, 02.07.10
La recensione integrale.

Diana *** 1/2
Film fresco e carino, in cui si finge di ridicolizzare gli stereotipi bollywoodiani per, in realtà, utilizzarli tutti. Si può perdonare questo piccolo espediente e una certa autoreferenzialità, grazie, come spesso accade, alle buone performance degli attori e ad una inscalfibile passione per le storie d'amore. Imran Khan, divertente e delizioso, dimostra di essere più fortunato con le pellicole sentimentali (come il precedente Jaane Tu... Ya Jaane Na) che non con quelle d'azione (Kidnap e Luck). Sonam Kapoor che, dopo l'importante debutto in Saawariya di Sanjay Leela Bhansali e il ruolo da protagonista in Delhi 6 di Rakeysh Omprakash Mehra, ha il difficile compito di confermare un inizio di carriera così importante, con I Hate Luv Storys si concede una parentesi di leggerezza.
Fin ad ora la miglior commedia romantica del 2010.

Il bello:
- Le magliette indossate da Jay (Imran Khan). Una riporta la scritta: Bollywood Sucks. Un'altra, disegnata da Neil Dantas, giovane creativo nato a Mumbai e famoso per le sue idee innovative, recita: Forget Superman Try Me.
- Imran Khan che si scatena nella title song I Hate Luv Storys

Il brutto:
- Una volta un buon film bollywoodiano prevedeva almeno 5 o 6 brani musicali e, con un po' di fortuna, altrettante danze. Ultimamente registi, sceneggiatori e produttori sono diventati crudelmente avari. In I Hate Luv Storys balla solo Imran Khan, davvero per pochi minuti: peccato.
- Un secondo tempo troppo lungo durante il quale Jay (Imran Khan) è impegnato a far ingelosire Simran (Sonam Kapoor) con l'aiuto di Giselle (Bruna Abdulla). Una trovata superflua e piuttosto noiosa.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Jay Dhingraa - Imran Khan
Simran - Sonam Kapoor
Raj Dholakia - Sameer Dattani
Veer Kapoor - Sameer Soni
Gisselle - Bruna Abdulla
la madre di Simran - Ketaki Dave
la madre di Jay - Anju Mahendroo

Scritto e diretto da Punit Malhotra

Prodotto da Karan Johar, Hiroo Yash Johar e Ronnie Screwvala

Musiche: Vishal - Shekhar (Om Shanti Om)

Coreografie: Bosco Martis (3Idiots) e Caesar Gonsalves (Love Aaj Kal)

Distribuito da Dharma Productions e UTV Motion Pictures

Anno 2010

CURIOSITA'

- Punit Malhotra dirige il suo primo film, I Hate Luv Storys, dopo essere stato assistente alla regia di Dostana, Paheli, Kal Ho Naa Ho e Kabhi Khushi Kabhie Gham.

- Nei film Hindi spesso sono presenti riferimenti a pellicole di successo. In I Hate Luv Storys, tra le molte citazioni, ci sono clip da Dilwale Dulhania Le Jayenge, Dil Chahta Hai e Hum Tum, alcune allusioni a Veer-Zaara e Rab Ne Bana di Jodi; a tratti si sentono le note di Maahi Ve, brano della colonna sonora di Kal Ho Naa Ho.

Il sito ufficiale del film

Le chat con Imran Khan e Sonam Kapoor organizzate da Bollywood Hungama in occasione dell'uscita nelle sale di I Hate Luv Storys

22 agosto 2010

ONCE UPON A TIME IN MUMBAAI


La produttrice Ekta Kapoor serberà il ricordo del 2010 sino in punto di morte: difficile che possa replicare in futuro una scelta di pellicole così azzeccata. Nel mese di marzo ha scosso l'India col film più innovativo e scioccante della storia della cinematografia hindi, Love Sex Aur Dhokha (di Dibakar Banerjee), incontrando anche un buon successo di pubblico. E non contenta, a fine luglio ha incendiato il botteghino con un prodotto stilosissimo e finemente realizzato, Once upon a time in Mumbaai. Ekta si affianca all'agguerrita truppa femminile che in questi ultimi anni sta espugnando Bollywood, territorio di tradizionale dominio maschile. Sul fronte della regia, citiamo Bhavna Talwar (Dharm), Zoya Akhtar (Luck by chance), Nandita Das (Firaaq), Sooni Taraporevala (Little Zizou), Parvati Balagopalan (Straight), Leena Yadav (Teen Patti), Anusha Rizvi (Peepli live). E non dimentichiamo i botti commerciali di Farah Khan (Main Hoon Na e Om Shanti Om). Quanto alle star, Aishwarya Rai, ad un'età (37 anni) in cui a Bollywood le celebrità di sesso femminile si sono ritirate da tempo, non solo è attualmente l'attrice indiana più pagata, non solo nel 2010 sforna quattro attesissime (e costosissime) pellicole, ma è l'unica star del subcontinente nota in occidente anche ai non appassionati di cinema hindi.

Once upon a time in Mumbaai regala uno spaccato vivace e molto chic della Mumbai degli anni settanta, decennio tornato prepotentemente in voga grazie al fantasmagorico primo tempo del blockbuster del 2007 Om Shanti Om, e che verrà riproposto in Action Replayy. L'uso della fotografia, gli ambienti, i decori, le automobili, gli oggetti, i costumi, le pettinature e il make-up catapultano lo spettatore in quello scenario temporale, non limitandosi ad una mera esibizione di look. Il regista Milan Luthria (della cui filmografia menzioniamo il bizzarro thriller Taxi number 9211, pellicola piuttosto interessante del 2006 con l'inedita coppia Nana Patekar-John Abraham) ha compiuto un olimpico balzo in avanti rispetto al precedente lavoro, l'inerte Hattrick distribuito nel 2007. Con mano decisa sostiene un film che rischiava di riproporre vicende viste innumerevoli volte (basti pensare alle ottime gangster story firmate da Ram Gopal Varma: Satya e Company), un film che rischiava di ridursi ad una costosa scintillante visualizzazione e nient'altro, di diluirsi e perdere slancio nella stucchevole rappresentazione di un criminale affetto da sentimentalismo. Pericolo scampato: la regia di Luthria non sbaglia un colpo. Il soggetto non è originale e la sceneggiatura commette qualche errore, ma i ruvidi dialoghi e le interpretazioni offerte dal cast (a torreggiare un epocale Emraan Hashmi, il cui personaggio, Shoaib, è scritto con una cura ed una convinzione raramente riscontrabili nel cinema hindi) si affiancano alla regia e alla direzione artistica nel realizzare una delle migliori pellicole del 2010.

I difetti - nel complesso perdonabili - sono essenzialmente tre:
- la sceneggiatura indulge in qualche episodio non necessario allo scopo di addolcire e santificare il personaggio di Sultan. L'espediente della narrazione da parte del funzionario di polizia appare altrettanto superfluo;
- Sultan è un personaggio fascinosissimo ma poco realistico. La sua funzione sembra quella di sottolineare per antitesi la crudeltà dell'antagonista, Shoaib, e a tale scopo viene raffigurato in modo apologetico. La condanna morale è troppo debole, limitata ad una battuta finale: 'aiutare la gente non rende automaticamente onesti'.
- perchè scritturare un'attrice di talento come Kangna Ranaut e poi limitare il suo personaggio, Rehana, ad un manichino che decora il set con i suoi stilosissimi abiti e le sue sofisticate acconciature?

TRAMA

Sultan Mirza (Ajay Devgan) è il boss padrone di Mumbai. Stringe alleanze con gli altri criminali, regala alla città che ama un periodo di relativa pace, conquista la diva Rehana (Kangna Ranaut), tenta la carta della politica. Sultan è un'icona che ipnotizza tutti i giovani mumbaiti di pochi mezzi che sognano di emularne le gesta e l'ascesa. Uno di questi è Shoaib (Emraan Hashmi), incontrollabile, spietato e molto, molto ambizioso.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* I costumi sono uno spettacolo. Dai lussuosi abiti da sera sfoggiati da Rehana, ai sari dalle stampe optical, ai succinti vestitini delle ragazze nelle sale da ballo, alle sgargianti camicie maschili. Le pettinature e il make-up di Rehana lasciano secche dall'invidia. La produzione ha investito due milioni di rupie per le acconciature di Kangna, e per il suo personaggio sono stati creati dodici stili diversi. (Video prima e seconda parte).

RECENSIONI

The Times of India: ****
OUATIM toglie il fiato con le sue coinvolgenti qualità e con la sua iridescenza. La pellicola narra la più nota storia criminale di Mumbai, il tempestoso rapporto fra Haji Mastan e il suo protetto Dawood Ibrahim, e lo fa con un'eleganza e un'intensità che vi terranno incollati alla poltrona, malgrado conosciate già la fine. Il regista Milan Luthria sceglie di ancorare OUATIM all'emozione piuttosto che alle pistole e al sangue. Il nocciolo drammatico della dinamica sceneggiatura di Rajat Arora consiste nel raffigurare i due personaggi principali puntando sulla loro diversità. Ed è interessante notare come, a dispetto del rappresentare Sultan come una figura fuori dal comune, il film mantenga il suo rigore morale. Rajat Arora reinventa il dramma nel cinema contemporaneo. Dopo lo sperimentale e innovativo Love Sex Aur Dhokha, la produttrice Ekta Kapoor una volta di più fa centro con una pellicola che intrattiene in modo completo e che vanta quasi tutto: una storia coinvolgente, dialoghi incisivi (Rajat Arora), un'artistica ambientazione, una ritmata colonna sonora (Pritam) ed alcune eccellenti interpretazioni. La fotografia di Aseem Mishra corteggia la vecchia Mumbai con amore e nostalgia. Sia Ajay Devgan che Emraan Hashmi soffiano l'inferno nel ritratto della coppia di criminali e regalano due delle performance più magnetiche dell'anno. Kangna Ranaut e Prachi Desai sono perfette pupe del gangster. OUATIM offre sia sostanza che anima. Non perdetelo.
Nikhat Kazmi, 29.07.10

Hindustan Times: ***
Pochi attori sanno gestire una sicurezza e una sobria spavalderia, e comunicano così tanto con lo sguardo restando in silenzio. E' un'arte che Amitabh Bachchan perfezionò col personaggio dell'angry young man. Possiamo affermare che Ajay Devgan è il suo buon successore. Milan Luthria ricrea in modo corretto gli anni settanta, e non per le basse angolazioni delle riprese, gli strani disegni sulle costose camicie di nylon, e per l'uso degli strumenti a fiato nel commento musicale, ma soprattutto per il gusto del grande schermo, e per il ritorno a dialoghi tersi e intelligenti. Un po' di Salim-Javed e un intero lotto del primo Ram Gopal Varma. Entrambi non sono facili da bilanciare, ma questo è uno dei migliori tentativi che abbia visto da lungo tempo.
Mayank Shekhar, 29.07.10

Cinema Hindi: ***1/2
Punto di forza: EmraanEmraanEmraan
Punto debole: qualche smagliatura nella sceneggiatura

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Ajay Devgan - Sultan Mirza
* Emraan Hashmi - Shoaib Khan
* Kangna Ranaut - Rehana, la fidanzata di Sultan
* Prachi Desai (Rock on!!) - Mumtaz, la fidanzata di Shoaib
* Randeep Hooda (Monsoon wedding) - Agnel Wilson, il poliziotto
* Gauhar Khan (Rocket Singh: salesman of the year) - item girl in Parda

Regia: Milan Luthria (Taxi number 9211)
Soggetto, sceneggiatura, dialoghi: Rajat Arora (Hattrick)
Colonna sonora: composta da Pritam, si ispira ovviamente alle colonne sonore degli anni settanta. Imperdibile il brano Parda (audio). Coinvolgente e azzeccato il tema del film composto da Sandeep Shirodkar. Ascoltatelo nel trailer. Pare che, a seguito delle insistenti richieste dei fan, la T-series stia approntando una nuova edizione del cd della colonna sonora che includerà il tema del film e alcuni dialoghi (lo stesso era accaduto per Wanted). Articolo di Hindustan Times.
Coreografia: Raju Khan e Remo D'Souza (Kaminey). Magnifica la visualizzazione del brano Parda.
Fotografia: Aseem Mishra (New York)
Scenografia: Nitin Chandrakant Desai (Devdas). (Video dell'allestimento dei set).
Costumi: Manoshi Nath (Oye Lucky! Lucky Oye!) e Rushi Sharma (Oye Lucky! Lucky Oye!)
Montaggio: Akiv Ali (Gangster)
Produzione: Ekta Kapoor
Anno: 2010
Awards:
* IIFA: miglior attrice non protagonista (Prachi Desai). Aggiornamento del 12.07.11;
* Star Screen: most popular music award. Aggiornamento del 02.03.11;
* Zee Cine (selezione): miglior attrice non protagonista (Prachi Desai), migliori dialoghi. Aggiornamento del 02.03.11.
Sito ufficiale
Canale ufficiale in YouTube

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* 21.06.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Kangna Ranaut
* 25.06.10, Bollywood Hungama: dichiarazioni di Prachi Desai
* 12.07.10, The Times of India: dichiarazioni di Emraan Hashmi
* 14.07.10, The Times of India: dichiarazioni di Prachi Desai
* 30.07.10, Bollywood Hungama: intervista a Prachi Desai, prima e seconda parte
* 03.08.10, Bollywood Hungama: intervista a Emraan Hashmi
* 16.08.10, Bollywood Hungama: intervista a Milan Luthria, prima e seconda parte
* Video: The making, prima e seconda parte
* Bollywood Hungama: intervista-video a Milan Luthria
* Bollywood Hungama: intervista-video a Milan Luthria dopo la distribuzione del film
* Bollywood Hungama: intervista-video a Emraan Hashmi
* Bollywood Hungama: intervista-video a Emraan Hashmi dopo la distribuzione del film
* Bollywood Hungama: video nel quale Emraan Hashmi risponde alle domande poste dai fan
* Times Now: intervista-video ad Ajay Devgan
* Bollywood Hungama: intervista-video a Kangna Ranaut
* Times Now: intervista-video a Kangna Ranaut
* Bollywood Hungama: intervista-video a Randeep Hooda

CURIOSITA'

* Pare che Once upon a time in Mumbaai si ispiri alle vicende dei noti criminali Haji Mastan Mirza e Dawood Ibrahim. I familiari di Haji Mastan si sono rivolti alla legge per bloccare la distribuzione di OUATIM. Secondo la loro tesi, il film rappresenta la figura di Mastan in una luce negativa. L'Alta Corte di Mumbai ha quindi richiesto a Ekta Kapoor di precisare, all'inizio della pellicola, che OUATIM non ha nulla a che fare con la vita di Haji Mastan. Articolo di Hindustan Times. Come puntualizza il critico di Hindustan nella sua recensione, la frase inclusa nel film si riferisce al solo Mastan, e non a Dawood Ibrahim.
* Haji Mastan Mirza, originario del Tamil Nadu, è considerato il primo famoso gangster di Mumbai, città nella quale fu attivo negli anni sessanta e settanta. Haji Mastan estese la sua influenza anche a Bollywood, producendo diverse pellicole ed allacciando rapporti con molte star, fra cui Dilip Kumar, Dharmendra, Raj Kapoor. Arrestato durante l'emergenza di Indira, una volta uscito di prigione negli anni ottanta divenne un leader musulmano e fondò un movimento. Morì nel 1994 in seguito ad un attacco cardiaco. Haji Mastan fu un criminale di stampo classico, con un proprio codice d'onore, ostile al traffico di stupefacenti, introdotto nell'ambiente politico. Prediligeva gli abiti bianchi e le sigarette di marca straniera. Possedeva una Mercedes con autista. Si dedicò con costanza ad attività filantropiche. Innamorato di Madhubala, sposò Sona, un'attrice bollywoodiana a cui finanziò alcuni film.
* Haji Mastan ha ispirato varie pellicole, fra cui Deewaar con Amitabh Bachchan. Pare che l'attore abbia frequentato Haji Mastan per poter interpretare meglio il suo ruolo. Segnaliamo anche Muqaddar Ka Sikandar, uno dei tre film di maggior successo degli anni settanta, sempre con Amitabh.
* Dawood Ibrahim è figlio di un poliziotto che era in rapporti con Haji Mastan, il quale aiutò il giovane Dawood ad aprire un negozio di elettronica. Nel 2008 Forbes collocò Ibrahim al quarto posto nella classifica dei criminali più ricercati al mondo, e al cinquantesimo nella classifica degli uomini più potenti. OUATIM inizia con un riferimento agli attentati avvenuti a Mumbai nel 1993. Il 12 marzo di quell'anno tredici bombe esplosero nella capitale del Maharashtra, causando - secondo Wikipedia - la morte di 250 persone e il ferimento di altre 700. Si ritiene che gli attacchi, violenta risposta alla distruzione della moschea Babri (vedi le note a Bombay), furono coordinati da Dawood, capo dell'organizzazione criminale e terroristica D-Company. E' molto probabile che Ibrahim sia responsabile anche degli attentati a Mumbai del 2008. I servizi segreti indiani presumono che il criminale si sia rifugiato in Pachistan. Secondo gli Stati Uniti, Dawood manterrebbe stretti legami con Al Qaeda. Ibrahim e i suoi accoliti della D-Company si occupano anche di traffico di droga e di armi, e pare siano introdotti nell'industria cinematografica di Mumbai. Dawood sembra sia stato legato all'attrice Mandakini, la quale però ha sempre smentito tali voci. Servizio dedicato a Dawood Ibrahim diffuso da NDTV.
* La vita di Dawood Ibrahim ha ispirato diverse pellicole. L'ottimo Company, diretto da Ram Gopal Varma, narra il rapporto conflittuale fra Dawood e il suo collaboratore, Chhota Rajan, in disaccordo con lui in seguito agli attentati del 1993. In Company è Ajay Devgan ad interpretare il ruolo di Ibrahim. Il regista Vishram Sawant, collaboratore di Varma, debuttò con D, prodotto da RGV e da Ronnie Screwvala, nel quale Randeep Hooda recita la parte di Dawood. Company e D formano, insieme a Satya, la nota trilogia sui gangster della cinematografia hindi. Sawant successivamente diresse Risk, con Vinod Khanna (Wanted) nel ruolo di Ibrahim e Randeep Hooda in quello del poliziotto. Black friday, di Anurag Kashyap, narra in modo realistico gli attentati terroristici a Mumbai del 1993. Vijay Maurya (Bombay to Bangkok) è Dawood. Il film attese due anni prima di poter essere distribuito in India: nella sceneggiatura si citano nomi e cognomi delle persone coinvolte nelle esplosioni, e nel Paese all'epoca erano ancora in corso le indagini. Danny Boyle ha dichiarato di essersi ispirato a Satya, Company e a Black friday per alcune sequenze di Slumdog Millionaire.
* Pare che Ajay Devgan, nel corso delle riprese di OUATIM, abbia ricevuto minacce da parte di un gangster di sesso femminile. La donna era determinata a dar fuoco alla roulotte dell'attore. Non solo: a Dongri, l'area di Mumbai nella quale Dawood Ibrahim è cresciuto, i membri di due gang rivali accorsi a spiare il set di OUATIM hanno scatenato una zuffa nella quale sono rimasti coinvolti anche elementi della troupe. Alcune auto sono rimaste danneggiate. Articolo di Hindustan Times.
* Kangna Ranaut ha incontrato la vedova di Haji Mastan, l'attrice Sona, per poter interpretare meglio il ruolo di Rehana.
* Ekta Kapoor ha sorpreso Bollywood ordinando l'affissione in alcune città di un numero limitato di manifesti del film realizzati a mano con la stessa tecnica utilizzata negli anni settanta e seguendo lo stesso stile grafico (pubblichiamo un'immagine al termine del testo).
* Il look bianco-totale sfoggiato da Ajay si ispira ad Amitabh Bachchan in Deewaar.
* Randeep Hooda è campione nazionale di equitazione. Pare che, dopo la sua performance in D, l'attore abbia ricevuto diverse telefonate da sconosciuti che asserivano che Dawood Ibrahim aveva apprezzato la sua interpretazione. Randeep ha lavorato in teatro con Naseeruddin Shah in Aspettando Godot. Hooda precisa che la sua dizione è notevolmente migliorata grazie al tecnologico sistema adottato da Naseer: lanciargli contro una ciabatta. Sembra che Randeep non abbia partecipato alle attività promozionali a sostegno di OUATIM perchè il suo ruolo doveva risultare una sorpresa per il pubblico.
* Riferimenti a Bollywood: Bobby. Il personaggio di Rehana, durante una conversazione con Sultan, afferma che la vita di lui potrebbe ispirare un film, magari interpretato da un nuovo giovane attore, Amitabh Bachchan.
* Film che trattano storie di gangster: oltre ai titoli già citati, segnaliamo Parinda, Nayagan (in lingua tamil), Bandit queen, Sarkar, Maqbool, Omkara, Gangster, lo stilosissimo Don, Shootout at Lokhandwala, Kaminey. Quanto ai romanzi suggeriamo Shantaram e Giochi sacri, nonchè il saggio Maximum city. Pellicole nelle quali, al contrario, il protagonista è il poliziotto impegnato a combattere il crimine organizzato: Sarfarosh, Aan, Gangaajal, Shiva (2006), Contract, Wanted.

GOSSIP & VELENI

* I media indiani hanno malignato a lungo sull'inedita, improvvisa carnosità delle labbra e del decolleté ostentata da Kangna Ranaut. E in questi giorni si vocifera addirittura di una sua nascente relazione con Salman Khan. Il divo ha recentemente confermato la rottura con Katrina Kaif.
* Sona, la vedova di Haji Mastan, non ha digerito la brevissima (e castissima) sequenza che mostra Sultan e Rehana condividere lo stesso letto senza essere sposati.
* Prachi Desai, pare molto amica di Ekta Kapoor, era fermamente decisa a non baciare sul set il serial kisser di Bollywod, Emraan Hashmi. L'attrice ha dichiarato che l'imbarazzo mostrato nella nota scena ispirata a Bobby non è simulato ma del tutto reale.

Manifesto realizzato a mano

RAAVAN


Il prossimo 6 settembre Mani Ratnam sarà premiato alla 67ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Il giorno seguente verrà proiettato l'ultimo film di Ratnam, Raavan.

TRAMA

Beera Munda (Abhishek Bachchan) un fuorilegge di Lal Maati, nel nord dell'India, rapisce Ragini (Aishwarya Rai), la moglie del capo della polizia Dev Pratap Sharma (Chiyaan Vikram), scatenando una furiosa caccia all'uomo da parte dell'ispettore Sharma per salvare Ragini.

RECENSIONI

The Times of India ***1/2
Il punto di forza di Raavan è la sua opulenza visiva. La pellicola è davvero un lavoro artistico. Il montaggio lascia senza respiro, unito all'eccellente fotografia di Santosh Sivan e di Manikandan. Raavan è una tale sequenza di immagini mozzafiato che dimenticherete - e quasi perdonerete - il fatto che il primo tempo non ha una storia, ma è essenzialmente un lungo inseguimento. Il secondo tempo sembra seguire una trama, adeguatamente ornata di colpi di scena, e il film diventa anche viscerale. Ma ogni aspetto di Raavan sembra piegato all'esigenza di rendere la pellicola un'opera d'arte, inclusi musica, scene d'azione, fotografia, trucco. Si doveva però prestare un'attenzione maggiore alla narrazione. Quanto alle interpretazioni, Aishwarya Rai spicca ed è la vera protagonista. Vikram è l'eroe in qualche modo indefinito e messo da parte. Abshishek Bachchan è estremamente godibile, ma fallisce nello sviluppare il personaggio dell'anti-eroe: con qualche istrionismo in meno l'attore naturale che è in lui sarebbe affiorato in superficie. Le performance che ci ha regalato nei precedenti lavori di Mani Ratnam - Yuva e Guru - sono decisamente migliori. Raavan è una festa per i sensi: abbandonatevi.
Nikhat Kazmi, 17.06.10
La recensione integrale.

Hindustan Times *1/2
Tutto il film è rimasto nella mente del regista. La trama è esile. La visualizzazione non delude. Rahman ha composto un pastiche delle sue precedenti colonne sonore. I dialoghi sono stringati. Ratnam, oltre che un esteta, è uno dei pochi registi indiani mainstream, dotato di voce chiara (Yuva, Anjali), di orecchio per la trama (Guru, Nayakan) e di occhio per il contesto contemporaneo (Roja, Bombay, Dil Se). Li ha persi tutti e tre in una volta sola. Rivogliamo il nostro vecchio Mani!
Mayank Shekhar, 18.06.10
La recensione integrale.

Diana **
Film attesissimo, uscito con clamore lo scorso giugno che tuttavia ha deluso molto.
Raavan nelle intenzioni doveva essere una pellicola di grande effetto ma un regista apprezzato, un cast di star, una grande attenzione alla fotografia e alla colonna sonora non sono stati sufficienti. Ratnam sembra essersi dedicato molto all'impatto visivo ed emotivo del suo lavoro ma il livello della sceneggiatura e dei dialoghi è rimasto basso. I personaggi non sono studiati con cura: Beera e Dev Sharma mancano di spessore emotivo. Le gravi motivazioni di Beera sono sviluppate in modo semplicistico e Dev sembra spinto più dalla brama di vendetta che dall'angoscia e dal timore per le sorti dell'amata.
Raavan non è un buon film.
Facciamo lo stesso i nostri sinceri complimenti a Mani Ratnam per la sua imminente partecipazione alla Mostra del Cinema di Venezia e un grosso in bocca al lupo al regista per il suo prossimo progetto.
Nell'attesa consigliamo di riguardare Guru.

Il bello:
- L'ambientazione, la foresta umida e fosca.
- Aishwarya Rai. Ratnam ama le sue eroine spaventate ma combattive e Ragini è il personaggio meglio caratterizzato del film. Le inquadrature strette sul volto di Aish, i suoi occhi chiari e disperati, sono tra le poche cose buone della pellicola.
La Rai è l'unica che passa indenne attraverso il disastro Raavan e che, splendida come sempre, mantiene intatti controllo, grazia e fascino.

Il brutto:
- Il finale prevedibile.
- La recitazione caricaturale di Abhishek Bachchan. L'attore che si è spesso distinto grazie ad una certa naturalezza e sobrietà, qui pare irriconoscibile. Tutto il biasimo a Mani Ratnam che evidentemente non ha saputo tirare fuori il meglio da Abhishek, di cui ricordiamo le splendide e misurate performance in Naach, Kabhi Alvida Naa Kehna, Guru e Delhi-6.
-Il personaggio interpretato da Vikram è tratteggiato grossolanamente, risultando inconsistente, ottuso, dai modi rozzi e violenti, non in grado di suscitare alcuna empatia, tantomeno di indurre lo spettatore all'identificazione.
- Molte scene ed alcuni dialoghi risultano inverosimili fino al cattivo gusto: incomprensibile ed imperdonabile, soprattutto da parte di un regista come Mani Ratnam.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Beera Munda - Abhishek Bachchan
Ragini Sharma - Aishwarya Rai
Dev Pratap Sharma - Chiyaan Vikram
Sanjeevani Kumar - Govinda
DSP Hemant Pratap - Nikhil Dwivedi
Jamuni - Priyamani

Scritto da Mani Ratnam e Vijay Krishna Acharya

Diretto da Mani Ratnam

Prodotto da Mani Ratnam, Sharada Trilok e Shaad Ali

Musiche: A. R. Rahman
Parole: Gulzar (Ishqiya)

Coreografie: Astad Deboo, Brinda (Guru), Ganesh Acharya (De Dana Dan) e Shobhana

Distribuito da Reliance Big Pictures e T-Series

Anno 2010

CURIOSITA'

- Contemporaneamente al film in Hindi, Ratnam ha girato una versione Tamil di Raavan dal titolo Raavanan, che sarà anch'essa presentato a Venezia, in cui Beera è interpretato da Vikram.
- Pare che la trama del film sia ispirata al Ramayana (i giornali hanno fatto riferimento ad un "moderno Ramayana") e alla vita di Kobad Ghandy, attivista naxalita.
- Priyamani, affermata attrice di film Tamil, Telegu e Malayalam che con Raavan ha fatto il suo debutto nel cinema Hindi, è la cugina di Vidya Balan.

Il sito ufficiale del film

Tutte le pellicole indiane in calendario alla 67ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

10 agosto 2010

DE DANA DAN


De Dana Dan è una tumultuosa commedia nella quale Priyadarshan ripropone il formidabile trio del suo grande successo Hera Pheri, ossia Akshay Kumar, Paresh Rawal e Sunil Shetty. Si ricompone anche l'amata coppia di Namastey London diretto da Vipul Shah: Akshay e Katrina Kaif. A completare il cast un nugolo di caratteristi di fama: Chunky Pandey, Rajpal Yadav, Manoj Joshi, Sharat Saxena, Johnny Lever, eccetera. De Dana Dan è la quinta e ultima pellicola distribuita nel 2009 che vede protagonista l'infaticabile Kumar, attore preferito - insieme a Mohanlal (Company) - di Priyadarshan, nonchè l'unica ad entrare nelle prime cinque posizioni nella classifica degli incassi in un anno non particolarmente fortunato per il nostro Akki.

A Priyadarshan vogliamo bene, inutile negarlo. Per i sorrisi che ci regala. Per il modo speziato e divertito con cui rappresenta la vita rurale e di provincia in India. Per i caotici, roboanti finali nei quali tutti inseguono tutti, scambiandosi, già che ci sono, solenni scazzottate. Anche De Dana Dan offre alcune gag davvero gustose e un ritmo spesso rapido. Ma l'architettura della narrazione è debole e non sostiene efficacemente il peso delle tante situazioni e dei tanti personaggi che si susseguono sullo schermo. Inoltre l'ambientazione in un hotel di lusso risulta meno congeniale al regista. I personaggi femminili sono vacui, con l'esclusione della prostituta d'alto bordo interpretata dalla solita dignitosa Neha Dhupia. Nel complesso mancano la cura nei costumi e nelle scenografie nonchè certe inquadrature ardite, dettagli che in passato ci avevano fatto apprezzare le commedie di Priyadarshan. Se desiderate trascorrere una serata in allegria, De Dana Dan è perfetto, ma se volete un assaggio delle doti tecniche di questo prolifico regista di lingua malayalam, allora girate al largo: vi fareste un'idea sbagliata delle sue capacità.

TRAMA

Nitin (Akshay Kumar) e Ram (Sunil Shetty) sono disperati perchè non hanno un soldo e le loro ricche fidanzate minacciano di sposare altri uomini. Chadda (Paresh Rawal) è pieno di debiti e combina matrimoni fra ragazze provenienti da famiglie agiate e il proprio figlio (Chunky Pandey), intascando la dote e svanendo nel nulla. Nitin e Ram congegnano uno strampalato rapimento per raggranellare velocemente una cifra considerevole che risolva i loro problemi. Ma qualcosa va storto. Da qui un turbine di equivoci, personaggi, inseguimenti...

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Hotty naughty, il brano più buffo della colonna sonora la cui coreografia è ironicamente interpretata da Neha Dhupia.
* La spettacolare sequenza finale, un po' eccessiva, un po' lunga, ma vorticosa all'inverosimile. Gli effetti speciali sono stati curati dalla società di Shah Rukh Khan, la Red Chillies VFX.

RECENSIONI

The Times of India: **1/2
Perchè mai un regista dovrebbe scritturare i tre cavalli di razza della commedia - Akshay Kumar, Sunil Shetty e Paresh Rawal - per poi sprecarli? E perchè spazzar via la loro scoppiettante intesa a favore di un enorme caos creato da un pugno di caratteristi che domina l'intero secondo tempo? Ma soprattutto perchè mai un regista dovrebbe chiudere a chiave in un armadio il protagonista, Akshay Kumar, per lunghissime sequenze, quando è grazie a lui che si è riso per la maggior parte del primo tempo? De Dana Dan parte col botto, ma in seguito le vicende secondarie prendono il sopravvento e la trama diventa confusa. Troppi personaggi nel secondo tempo. Il climax è prolungato ed eccessivo. La coppia da blockbuster Akshay e Katrina si vede poco. L'umorismo è grossolano, la trama è molto esile.
Nikhat Kazmi, 26.11.09

Hindustan Times:
Piccola sorpresa: a metà pellicola il protagonista scompare. Improvvisamente l'azione passa ad altri personaggi, e non si capisce la relazione che li lega. Decifrare la trama diventa difficile. Tutto lo stock di attori di Priyadarshan (Asrani, Rajpal Yadav e chiunque disponibile per un giorno o due) si insegue l'un l'altro. Il film è il più lungo spot pubblicitario per un hotel mai visto prima. La location è Singapore dove, come in tutte le pellicole bollywoodiane ambientate all'estero, in ogni angolo si materializza un indiano che parla impeccabilmente in hindi. Mesi fa il regista ha conquistato un National Award per Kanchivaram, un sobrio, caldo film in lingua tamil. Pochi, me incluso, lo hanno visto. In un'intervista a Hindustan Times Priyadarshan ha dichiarato: 'Ho capito che se la critica apprezza una pellicola, allora questa non funziona al botteghino e viceversa. Spero che i critici odieranno De Dana Dan.' Bene: noi critici abbiamo fatto la nostra parte. Ora sta al pubblico fare la sua.
Mayank Shekhar, 28.11.09

Cinema Hindi: **
Punto di forza: Akshay Kumar, che nelle pellicole del suo regista preferito, Priyadarshan, regala sempre il meglio di sè.
Punto debole: la girandola di gag, personaggi, equivoci non è ben orchestrata.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Akshay Kumar - Nitin Bankar
* Sunil Shetty (Hera Pheri) - Ram Mishra
* Paresh Rawal - Harbans Chadda
* Katrina Kaif - Anjali Kakkad, fidanzata di Nitin
* Sameera Reddy (Race) - Manpreet Oberoi, fidanzata di Ram
* Neha Dhupia (Raat Gayi, Baat Gayi?) - Anu Chopra
* Chunky Pandey (Housefull) - Nonney Chadda, figlio di Harbans
* Manoj Joshi (Guru) - Mohan Oberoi, padre di Manpreet
* Tinu Anand (Ghajini) - Kakkad, padre di Anjali
* Archana Puran Singh (Kuch Kuch Hota Hai) - Kuljeet Kaur, la datrice di lavoro di Nitin
* Johnny Lever (Kuch Kuch Hota Hai) - Kala Krishna Murari, il killer
* Rajpal Yadav (Chandni Bar) - Dagdu, il cameriere
* Sharat Saxena (Fanaa) - Wilson Pereira, il poliziotto

Regia e sceneggiatura: Priyadarshan
Dialoghi: Jay Master
Colonna sonora: composta da Pritam, è molto allegra e spensierata, ma nessun brano spicca sugli altri. La canzone Paisa è firmata invece dal gruppo RDB che aveva già collaborato con Pritam per Singh Is Kinng.
Coreografia: Pony Verma (Prince), C. Prasanna Sujith, Ganesh Acharya (Raavan)
Fotografia: N.K. Ekhambram
Scenografia: Sabu Cyril (Om Shanti Om)
Montaggio: Arun Kumar (Billu)
Traduzione del titolo: picchiare senza sosta qualcuno o qualcosa, colpo dopo colpo. Fare molte cose, una dopo l'altra, senza pensare. (Fonte: BollyMeaning).
Anno: 2009
Sito ufficiale

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* 20.10.09, Hindustan Times: intervista a Priyadarshan
* 27.10.09, Bollywood Hungama: live chat con Akshay Kumar
* 24.11.09, The Times of India: dichiarazioni di Akshay Kumar
* 24.11.09, Bollywood Hungama: intervista a Sunil Shetty
* 25.11.09, Hindustan Times: dichiarazioni di Priyadarshan
* 25.11.09, Bollywood Hungama: intervista a Priyadarshan
* 25.11.09, Bollywood Hungama: intervista a Neha Dhupia
* 26.11.09, Hindustan Times: intervista ad Akshay Kumar e a Katrina Kaif
* 26.11.09, The Times of India: dichiarazioni di Akshay Kumar
* 26.11.09, Bollywood Hungama: intervista a Katrina Kaif
* 27.11.09, Bollywood Hungama: intervista ad Akshay Kumar
* Bollywood Hungama: lista di tutti i link agli articoli e ai video dedicati a De Dana Dan
* Video: The making
* Video: Making del video di Paisa
* Video: Making del coloratissimo video di Bamulaihza
* Bollywood Hungama: intervista-video a Priyadarshan, prima e seconda parte
* Bollywood Hungama: intervista-video ad Akshay Kumar, Sunil Shetty e Paresh Rawal - prima e seconda parte.

CURIOSITA'

* De Dana Dan è stato girato a tempo di record in soli 80 giorni, di cui 35 a Singapore. Gran parte della vicenda è ambientata nel centralissimo Pan Pacific Hotel di Singapore, albergo nel quale ha soggiornato il cast. La spettacolare sequenza finale, che ha richiesto 15 giorni di lavoro, è stata però girata a Mumbai, in un set gigantesco che riproponeva gli interni dell'hotel. Lo scenografo Sabu Cyril ha creato delle miniature di alcune sezioni del Pan Pacific utilizzate per riprese particolarmente difficoltose.
* Gale Lag Ja è il sensualissimo video interpretato da Akshay Kumar e da Katrina Kaif. Nel corso della campagna promozionale di sostegno a De Dana Dan, sono state diffuse molte voci riguardanti questo brano ma nessun promo. Durante la prima settimana di programmazione, il film non includeva il video. Gale Lag Ja è stato aggiunto solo dopo, costringendo di fatto il pubblico a tornare al cinema per poterlo ammirare. Akshay ha dichiarato che le occhiate di fuoco lanciate a Katrina erano dovute, più che alla simulata passione, all'influenza che lo aveva colpito... De Dana Dan è la sesta pellicola interpretata dalla coppia Akshay-Katrina, dopo Hum Ko Deewana Kar Gaye, Namastey London, Welcome, Singh Is Kinng e Blue.
* A Singapore pare che folle di indiani abbiano seguito con grande divertimento le riprese in esterni, ammirando un imperterrito Akshay determinato ad insegnare al resto del cast l'hula hoop.
* Tinu Anand è anche regista: ha diretto alcuni film interpretati da Amitabh Bachchan quali Kaalia, Shahenshah, Main Azaad Hoon e Major Saab.
* Riferimenti a Bollywood: Ghajini.

GOSSIP & VELENI

* Neha Dhupia ha conquistato il titolo di Miss India nel 2002 (anche se le assegnazioni dei premi sono piuttosto complicate e prevedono un nugolo di miss ex aequo che rappresentano il Paese nelle competizioni internazionali) ed è entrata nelle prime dieci posizioni nel concorso per Miss Universo nello stesso anno.
* Archana Puran Singh è la moglie di Parmeet Sethi, attore (Dilwale Dulhania Le Jayenge) e regista (Badmaash Company).

08 agosto 2010

L A H O R E


Lahore viene pubblicizzato come un film internazionalmente acclamato, vincitore di alcuni premi, fra cui quello per il miglior attore protagonista assegnato in Italia all'esordiente (bravo) Aanaahad in occasione del Salento International Film Festival 2009. Nelle recensioni critiche - tutte positive - si legge che Lahore è un buona pellicola a tema sportivo che esalta con imparzialità l'amicizia fra India e Pachistan. Sorprendente, dal momento che la sceneggiatura di Lahore è piuttosto offensiva. In Lahore gli indiani sono i buoni, e i pachistani sono i classici, stereotipati cattivi. E sorprende anche lo stupore mostrato dai critici di The Times of India e di Hindustan Times dinanzi alla (comprensibile) decisione pachistana di non distribuire il film in Pachistan.

Lahore, da un punto di vista tecnico, è ben realizzato. Il regista Sanjay Puran Singh Chauhan conosce il suo mestiere. L'idea di ambientare la storia nel mondo del kickboxing è originale. Le scene di combattimento sono realistiche eppure spettacolari. Gli attori offrono una dignitosa performance. Il messaggio finale secondo cui vincere non è tutto è da applauso. Ma il razzismo rimane imperdonabile.

TRAMA

Dheeru (Sushant Singh), dopo aver conquistato il titolo nazionale di kickboxing, viene incluso nella squadra che rappresenta l'India ai campionati asiatici. Il fratello più giovane, Veerender (Aanaahad), è un ottimo giocatore di cricket. Dheeru perde la vita durante un combattimento particolarmente falloso. Veerender abbandona il cricket e, dopo anni, risale sul ring per vendicare il fratello.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* I titoli di testa e lo splendido brano a commento: Lahore - Theme (audio).

RECENSIONI

The Times of India: ***1/2
Da quel che si dice il film è stato proibito in Pachistan. C'era motivo? La verità è che Lahore all'inizio mostra in una luce dubbia il kickboxer e l'allenatore pachistani. Non solo: la giovane psicologa sportiva pachistana, a nome del suo Paese, chiede scusa all'atleta indiano. Ma Lahore termina su una nota fortemente pacifista, e dunque si adatta in modo perfetto alle necessità di oggi: si chiede di distruggere l'eredità d'odio, perchè l'occhio per occhio non può funzionare nelle questioni di politica internazionale. Soprattutto il film non tocca corde scioviniste, malgrado la tumultuosa relazione indo-pachistana sia rappresentata sullo schermo da uno sport aggressivo. Il tenore di Lahore è sensibile e misurato, e mantiene un basso profilo. La pellicola funziona per diverse ragioni. Innanzitutto grazie all'argomento trattato: in questo periodo l'India e il Pachistan stanno cercando un nuovo equilibrio nei loro rapporti. Poi perchè lo stile narrativo è antitetico ai toni nazionalistici di film del tipo di Gadar. Lahore racconta una storia impetuosa ma lo fa in modo gentile e lirico, ed è abbellito da una grande fotografia (Neelabh Kaul) e da buone scene di combattimento sportivo (Tony Leung Siu Hung). Ma più di tutto il resto, la pellicola vanta interpretazioni stellari, e Farouque Sheikh si guadagna l'applauso del pubblico nel ruolo del garbato allenatore di Hyderabad che deve preparare una squadra di vincitori, malgrado le interferenze politiche e burocratiche. Lahore è un film sensibile e avvincente che intrattiene e cattura.
Nikhat Kazmi, 18.03.10

Hindustan Times: ***
Lahore non è la storia di un'ascesa dalla povertà alla ricchezza. E nemmeno una storia di vita sul ring. E' invece una storia di relazioni familiari, di rivalità oltreconfine, di politica nello sport. Una storia d'amore, di sconfitta e di vendetta. Tutto già visto, ma l'ambientazione è nuova per Bollywood: un'arena da kickboxing. E sullo sfondo delle relazioni indo-pachistane, il messaggio che emerge è che qualche volta la sconfitta segna un punto a suo favore rispetto alla vittoria, e che la sportività è più importante del nazionalismo. Lahore è uno dei pochissimi veri film a tema sportivo prodotti a Bollywood. Il regista esordiente Sanjay Puran Singh Chauhan gestisce con pieno controllo le sequenze sul ring. I combattimenti, coreografati dall'esperto Tony Leung Siu Hung, residente a Hong Kong, sono credibili e adrenalinici. Sushant Singh nel primo tempo combatte con convincente disinvoltura, ma è il duello di Aanaahad nel climax a regalare alla pellicola il suo momento di gloria. Il titolo può sembrare deliberatamente provocatorio, ma Lahore è piuttosto misurato nel riferirsi ad un Paese vicino col quale l'India ha intessuto una storia di tre guerre. Nessun imbonimento sciovinista. Quindi sorprende la decisione pachistana di vietare il film.
Roshmila Bhattacharya, 19.03.10

Cinema Hindi: **1/2
Punto di forza: le coreografie sul ring ideate da Tony Leung Siu Hung.
Punto debole: il razzismo nella sceneggiatura.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Aanaahad - Veerender Singh
* Sushant Singh (The legend of Bhagat Singh) - Dheeru, fratello di Veerender
* Shraddha Das - Ida, la psicologa
* Shraddha Nigam - Neela, fidanzata di Dheeru
* Nafisa Ali (Life in a metro) - la madre di Veerender e di Dheeru
* Farooq Sheikh (Maya Memsaab) - S.K. Rao, l'allenatore indiano
* Sabyasachi Chakraborty (The namesake - Il destino nel nome) - Sikandar Hyaat Khan, l'allenatore pachistano
* Mukesh Rishi (Sarfarosh) - Noor, il campione pachistano
* Saurabh Shukla (Luck by chance) - Madhav Suri, il collaboratore di S.K. Rao

Soggetto e regia: Sanjay Puran Singh Chauhan
Sceneggiatura e dialoghi: Sanjay Puran Singh Chauhan e Piyush Mishra (v. note a Gulaal)
Colonna sonora: composta da M.M. Kreem (Paheli), è di buona qualità. Segnaliamo il già citato Lahore - Theme, composto però da Wayne Sharpe (Raajneeti) e interpretato da Lisbeth Scott (audio).
Action coreographer: Tony Leung Siu Hung
Fotografia: Neelabh Kaul (Aryan)
Montaggio: Sandeep Singh Bajeli
Distribuzione: Warner Bros.
Anno: 2010
Award: National Award per il miglior regista esordiente e per il miglior attore non protagonista (Farooq Sheikh) - aggiornamento del 16 settembre 2010

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* 15.03.10, The Times of India: intervista a Nafisa Ali

CURIOSITA'

* Sembra che il regista Sanjay Puran Singh Chauhan sia stato contattato da una casa di produzione americana per l'acquisto dei diritti al fine di realizzare un remake hollywoodiano di Lahore, probabilmente diretto dallo stesso Chauhan. Articolo di Hindustan Times.
* Nafisa Ali è stata campionessa nazionale di nuoto dal 1972 al 1974, ed è stata eletta Miss India nel 1976.
* Film sulla boxe: Aryan e Apne. In Apne uno dei protagonisti torna sul ring per vendicare il fratello. LOC Kargil è un film a tema militare altrettanto razzista nei confronti del Pachistan.

05 agosto 2010

SWADES (UNA LUCE DAL PASSATO)

Sabato 7 Agosto alle 21.30 su Raiuno, con il titolo Una luce dal passato, andrà in onda Swades. Per i fan di Bollywood questa sarà una data da ricordare.
Solo pochi anni fa pensare di vedere il volto di Shah Rukh Khan sulle reti nazionali era pura utopia.
Tuttavia non ci stanchiamo di ripetere che, come di consueto, il film, originariamente della durata di circa tre ore, verrà condensato in due ore scarse.
La nostra non è pignoleria ma il desiderio che l'integrità dell'opera sia rispettata, così come il lavoro degli autori che girano ogni ciak con cura ed una precisa intenzione e che al montaggio scelgono fotogramma per fotogramma le scene da includere in una pellicola. Non da ultimo, il desiderio che tutti possano godersi i film bollywoodiani nella loro meravigliosa interezza, perchè non immaginiamo, tra l'altro, quale film occidentale, conserverebbe la sua compiutezza se fosse privato di un terzo della sua sostanza.

TRAMA
Mohan Bhargava (Shahrukh Khan) è il responsabile di un importante progetto della NASA. E' di origine indiana, un NRI (Non Resident Indian, un indiano non residente) che gode di un lavoro di grande successo e prestigio e che ha appena ottenuto la cittadinanza americana. Mohan però è turbato, desidera tornare in patria per ritrovare e portare con sè la tata Kaveriamma (Kishori Ballal) che lo ha cresciuto.

RECENSIONI

BBC
Shah Rukh Khan in Swades offre una toccante e sincera performance. Entra talmente nella pelle del suo personaggio che lo spettatore sente il dolore di Mohan e il suo dilemma quando affronta la gente del villaggio. E evocare tali emozioni è un grande risultato. Pieno credito anche al regista Ashutosh Gowariker...
Swades è probabilmente il film più bello del 2004...da non perdere!
Manish Gajjar
La recensione integrale.

Diana ***** 5/5
"Hesitating to act because the whole vision might not be achieved, or because others do not yet share it, is an attitude that only hinders progress" (Esitare ad agire perchè l'intero progetto potrebbe non essere realizzato, o perchè gli altri ancora non lo condividono, è un atteggiamento che ostacola il progresso). Con questa frase di Gandhi inizia Swades. Un film ricco e profondo che nonostante i diversi temi trattati, anzi forse grazie ad essi, trova compattezza e coerenza.
Mohan è un uomo di successo che lavora ad un progetto per la misurazione globale delle precipitazioni e prevenire la siccità del pianeta. Una professione eticamente valida e ben remunerata ma che non gli basta. E' solo e tormentato dai sensi di colpa. Torna in patria credendo di trovare la sua vecchia tata, Kaveriamma, abbandonata in un ospizio. Invece lei vive soddisfatta ed amata in un piccolo villaggio senza elettricità. Un luogo estraneo per Mohan, un ambiente quasi ostile a causa dell'arretratezza teconologica e culturale. A Charampur l'istruzione è un lusso e la divisione in caste una realtà che relega i più poveri in una miseria sempre più nera. Un luogo impossibile che però diventa casa. Alcuni, se ne hanno la possibilità, decidono di voltare le spalle ad una situazione difficile, altri scelgono di rimanere e contribuire ad un cambiamento.
Swades è un film bellissimo. Stilisticamente perfetto, incanta con le sue immagini pulite. La sua pienezza, la ricchezza di contenuti è bilanciata da una narrazione sobria, leggera, in un equilibrio per cui niente risulta superfluo o ridondante. Anzi, ogni sequenza è necessaria, giusta.
Ashutosh Gowariker ha pensato a lungo a questo progetto e dirige deciso, firmando non solo il suo miglior lavoro ma anche un grande film.
Quando uscì Swades l'interpretazione rigorosa di Shah Rukh Khan destabilizzò sia i suoi fan che i critici abituati a rimproverargli una recitazione appesantita dai manierismi. Come tutti coloro che eccellono, che si distinguono, che sanno rendersi unici, Shah Rukh Khan è destinato a stupire. Swades ne è la conferma.

Da vedere, rivedere e rivedere.

Il bello:
- Mohan (Shah Rukh Khan) arriva in camper a Charampur, il piccolo paese dove vive Kaveriamma (Kishori Ballal). Il grande pulmino attrezzato con le più moderne comodità parcheggiato nella stretta strada di uno sperduto villaggio rurale rafforza il contrasto tra il mondo da cui proviene Mohan, la NASA e l'altissima teconologia americana, e le campagne indiane.
- La proiezione di un film all'aperto. Un evento tipico dei villaggi, unica possibilità di godersi uno spettacolo sul grande schermo. Il Cinema con il suo potere di fascinazione e come fonte di ispirazione e sogno: come non essere d'accordo?
- Il viaggio di ritorno di Mohan, mandato a riscuotere del denaro da un affittuario insolvente. Una presa di coscienza muta. Il volto di Shah Rukh Khan. Un bambino. Un bicchiere d'acqua passato da una mano ad un'altra. Una sequenza memorabile.
- Radha (Gayatri Joshi) che sistema il dhoti di Mohan (Shah Rukh Khan). Sguardi che si incrociano, corpi che si sfiorano, una delle scene più sensuali della cinematografia mondiale.
- La colonna sonora. Grandissimo A. R. Rahman che ha scritto le musiche e grandissimo Javed Akhtar, il paroliere.

Il brutto:
Assolutamente nulla.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Mohan Bhargava - Shah Rukh Khan
Radha - Gayatri Joshi
Kaveriamma - Kishori Ballal
Fakir - Makrand Deshpande
Dadaji - Lekh Tandon
Nivaaran - Rajesh Vivek
Mela Ram - Daya Shanker Pandey
Chikku - Master Smit Sheth

Scritto da Ashutosh Gowariker, M.G. Sathya e K.P.Saxena

Diretto da Ashutosh Gowariker

Prodotto da Ashutosh Gowariker e Ronnie Screwvala

Musiche: A. R. Rahman

Coreografie: Bosco Martis (I Hate Luv Storys), Caesar Gonsalves (Love Aaj Kal), Raju Khan (Once Upon A Time In Mumbaai), Saroj Khan (Love Aaj Kal) e Vaibhavi Merchant (Wanted)

Distribuito da UTV Home Entertainment e Ashutosh Gowariker Productions

Anno 2004

Swades significa la Nostra Terra

AWARDS

Filmfare Awards 2005:
Miglior Attore - Shah Rukh Khan
Best Background Score - A.R. Rahman

Global Indian Film Awards 2005:
Miglior Attore - Shah Rukh Khan
Miglior Debutto - Gayatri Joshi

National Film Awards 2005:
Best Playback Singer (Uomo) - Udit Narayan
Premio Speciale della Giuria - Ashutosh Gowariker
National Film Award for cinematographer - Mahesh Anay

Zee Cine Awards 2005:
Miglior Debutto (Donna) - Gayatri Joshi

CURIOSITA'

- Pare che Ashutosh Gowariker avesse in mente di girare Swades, prima del più famoso Laagan. Poichè desiderava occuparsi sia della regia che della produzione attese l'appoggio della moglie e nel 2002 fondò la Ashutosh Gowariker Productions. Scelse Shah Rukh come protagonista, suo amico dai tempi della serie tv Circus, del 1989, quando i due condivisero lo schermo.
- Gayatri Joshi, prima di debuttare sul grande schermo, ha iniziato la sua carriera come modella. Pare che Ashutosh Gowariker, in cerca di un volto per la sua Gita, abbia incrociato Gayatri ad un party rimanendone colpito. La ragazza si è dovuta sottoporre a diverse audizioni prima di ottenere la parte, l'ultima delle quali con Shah Rukh Khan. Questa audizione, insieme ad altre originali, è inserita nei contenuti speciali del DVD di Swades.
Shah Rukh Khan e Gayatri Joshi avevano già lavorato insieme in uno spot della Hyundai.
- Nel film sono presenti alcuni fotogrammi di Yaadon Ki Baaraat, un successo del 1973 in cui compare un giovanissimo Aamir Khan.
Yaadon Ki Baaraat e il recente Luck by Chance rappresentano gli unici casi in cui i due Khan, leggende del cinema indiano, condividono lo schermo.
- Ashutosh Gowariker ha ottenuto da parte della NASA un permesso di 15 giorni per girare alcune scene all'interno del Kennedy Space Center di Cape Canaveral e della base Goddard Space Flight Centre a Washington DC.
Il villaggio di Charampur è invece stato creato nel Maharashtra.

I brani musicali e i testi delle canzoni nella sezione Hindi Pop
Il sito ufficiale del film.

Aggiornamento del 11.08.2010:
Swades (Una luce dal passato) è stato il programma più seguito del sabato sera con 2.345.000 telespettatori e 16,91% di share. La replica di Ciao Darwin 4, andata in onda su Canale 5, ha registrato 2.344.000 e il 17,29% di share.

03 agosto 2010

SHOLAY




La veloce etichetta di “curry western” sta stretta e scomoda come lo sarebbe un pesce rosso finito nella busta del luna park. Sholay è potenzialmente un evento miracoloso, un fenomeno che semplicemente “accade”, una coincidenza per la quale ogni personaggio coinvolto nella realizzazione è riuscito in questo contesto a tirar fuori il suo meglio, ciascun artista può impegnarsi al massimo di fronte ad un progetto interessante ma nessuno possiede la facoltà di prevedere in quale momento della propria carriera vedrà dinanzi la sua opera più grande. Ramesh Sippy, il regista, dichiarò di non essere mai stato troppo sicuro del suo lavoro e di non aver mai intuito di star dando vita a una leggenda. Chissà se lo ha pensato sul serio, forse si, anche solo un minimo cambiamento nel cast avrebbe variato l‘armonia di un perfetto film, che probabilmente non è solo il frutto di sagge intuizioni e talenti ma anche dell’ inspiegabile confluire di fortunate casualità.


TRAMA
Jai e Veeru (Amitabh Bachchan e Dharmendra) , due adorabili mercenari legati da una profonda amicizia, vengono ingaggiati da un ex ufficiale di polizia (Sanjeev Kumar) per dare la caccia a Gabbar Singh (Amjad Khan) , uno spietato bandito che semina il panico tra la sua gente . Nonostante il desiderio di liberare il villaggio dalla morsa di Gabbar resta in ombra il motivo per cui un gentiluomo come Thakur aspetti con ansia un faccia a faccia con il fuorilegge, e come mai abbia chiesto ai due di consegnarlo vivo nelle sue mani. Veeru corteggia allegramente la vivacissima Basanti (Hema Malini) mentre Jai istaura uno strano rapporto di rispettosa confidenza con la vedova Radha (Jaya Bhaduri), per niente intimoriti dalle minacce del bandito Jai e Veeru continuano a respingere i suoi attacchi e guadagnano l’appoggio della popolazione che riscopre la voglia di lottare e li acclama come eroi.


La sua atmosfera ricorda indubbiamente alcuni western movies di Sergio Leone, ma non fatevi ingannare, Sholay è la quintessenza del cinema indiano: valori, sinergia di vibrazioni, dramma che si alterna a momenti d’ intrattenimento, amore silenzioso e spirituale, ansia di riscatto, vendetta, canzoni, colori, musica, contrasti, coraggio e dialoghi che si fissano nella mente come potenti filastrocche o trafiggono come una scarica di frecce avvelenate.
La storia si svela attraverso costanti flashback e interessanti catene narrative, il vero protagonista, lo spietato Gabbar Singh, appare per la prima volta dopo oltre un’ora di film e il suo ingresso sulla scena è a plateale e imperdibile. Il villain “più villain” della storia del cinema indiano è così ben delineato da suscitare contrastanti reazioni di simpatia, (più tardi Shekar Kapoor riuscirà a ricreare un effetto simile con il suo Mogambo in Mr India) malvagio fino al midollo, sadico e dalla risata isterica, le sue battute cadono perfettamente l’una sull’altra tra azioni grottesche e reazioni infantili.
Ma Sholay è soprattutto il film dell’amicizia e sull’amicizia, esemplificata sullo scena dalla pazza corsa in sidecar. Nella prima parte del film Jai e Veeru appaiono una cosa sola e il loro rapporto indissolubile è rappresentato simbolicamente nella canzone “Yeh Dosti”, dove si reggono l’uno sulle spalle dell’altro, trovando l’equilibrio per sostenersi a vicenda senza lasciarsi andare; dalla seconda parte, i due iniziano a vivere alcuni spazi di intervallo, Veeru cerca la sua privacy per conquistare Basanti mentre Jai si apparta nei suoi pensieri. Amitabh Bachchan e Dharmendra scoprono un’ irripetibile e perfetta interazione, difficile dire se sia il tenebroso Jai , dall’humor elegante, o lo scapestrato ubriacone Veeru a catturare per primo il cuore del pubblico.

Se Jai e Veeru veicolano lo svolgimento della storia Thakur traccia le linee della sua filosofia. Ma quale è il messaggio? La volontà di superare la passività alla tirannia o il sacrificio personale per la felicità di chi sia ama? E’ la ricerca di una vendetta o di una seconda possibilità? Magari è l’emergere di un senso di responsabilità verso gli altri secondo il quale la parola data e la fiducia riposta divengono un contratto per la vita.
Drammatico, avvincente, ricco di contenuti e scene potenti, ma anche leggero e spassoso, Sholay è uno strano esperimento che ha luogo in un’esotica location da film di frontiera americano. Il villaggio è un microcosmo in cui coesistono il tempio e la moschea e i ritmi di vita sono scanditi da ricorrenze e celebrazioni. Il treno, con le immagini del quale il film si apre e si chiude, è il punto di collegamento tra il villaggio, nascosto tra le aride colline, e la città, dalla quale provengono i protagonisti.
La telecamera segue ansimante il galoppo dei cavalli e spazia in desolate riprese panoramiche, l’uso del fermo immagine nel momento in cui viene colpito a morte ciascun membro della famiglia di Thakur moltiplica per cento l’impatto della scena, il vento rimuove indecoroso il telo dai corpi dei defunti scoprendo allo sguardo terrorizzato dell’ufficiale i volti delle vittime di Gabbar Singh. Nuvole di colore nella gioiosa festa di Holi, passione e melodramma in “Jab tak hai jaan” il tentativo di Basanti di salvare il suo amato con una danza senza fine sotto il sole cocente, fino all’item song di Helen, conturbante ballerina nell’accampamento gitano in “Mehbooba Mehbooba” , e poi inseguimenti, rappresaglie, fino agli sguardi silenziosi tra Jai e Radha, l’amore inconfessato scandito dal suono dell’armonica e dalla luce delle lanterne, spente una ad una secondo un lento e suggestivo rituale notturno.

Sholay = Fiamme. Il titolo dice tutto in una parola.
Il film è un costante incendio e l’attenzione del pubblico diviene magma incandescente. Sholay è’ il fuoco delle esplosioni, della polvere da sparo o della pira funebre, del falò accesso dai gitani, ma soprattutto le fiamme che gridano negli occhi di Sanjeev Kumar , misteriosamente avvolto nel suo manto grigio, dalla voce pacata ma dentro ardente di rabbia. La rabbia inconsolabile di chi giunge a punto di non ritorno.

Il mio giudizio sul film : ***** 5 / 5


ANNO : 1975

REGIA : Ramesh Sippy

CAST:
Amitabh Bachchan……… Jai
Dharmendra………………. Veeru
Sanjeev Kumar……………. Thakur
Hema Malini…………………. Basanti
Jaya Bhaduri………………… Radha
Amjad Khan…………………… Gabbar Singh
Satyen Kappu……………………. Ramlal
A.K. Kangal……………………….. Imam
Sachin……………………………..Ahmed
Jagdeep………………………… Soorma Bhopali
Asrani……………………………….. il carceriere
Mac Mohan…………………. Sambha
Viju Khote…………………….. Kaalia
Helen………………………….ballerina gitana


COLONNA SONORA: R.D. Burman (musica) , Anand Bakshi (testi)

PLAYBACK SINGERS: Manna Dey, Kishore Kumar, Lata Mangeshkar, Rahul Dev Burman



CURIOSITA’, GOSSIP, TRIVIA, INFORMAZIONI :


La storia di Sholay fu scritta dagli sceneggiatori Salim Khan e Javed Akhtar, meglio noti come Salim / Javed autori anche di alcuni cult movies come Don, Zanjeer e Deewaar

Mi ripeterò aggiungendo che i dialoghi sono uno dei suoi più evidenti punti di forza, tanto che vennero commercializzati dischi in vinile con le più celebri battute del film. Tra le frasi più popolari : “Kitne aadmi thei / quanti uomini erano?” , “tumhara naam kya hai Basanti? / quale è il tuo nome Basanti?”, "Jo darr gaya, samjho marr gaya / se hai paura è come se fossi già morto", “Kynke mujhe befuzool bast karne ki aadat to hai nahin / non ho l’abitudine di parlare a vanvera” , "Tera kya hoga Kaliya? / adesso che ti succederà Kaliya?" , "Hum Agrenzo ke zamane ke jailor hain! / sono un carceriere dai tempi degli inglesi!"

Amjad Khan nel ruolo Gabbar Singh era al suo debutto cinematografico, il più celebre villain di tutti i tempi fu copiato e preso d’ispirazione in moltissimi altri film, spesso ri-interpretato dallo stesso attore (come in Ram Balram che vede sempre protagonista la coppia Amitabh Bachchan / Dharmendra). Il personaggio di Gabbar Singh è stato modellato su un reale evento di cronaca, pare infatti che negli anni ’50 un bandito con lo stesso nome terrorizzasse i villaggi nei pressi di Gwalior, la stessa figura appare anche in un racconto scritto dal padre di Jaya, lo scrittore Tarun Kumar Bhaduri.

Il set naturale è l’arido paesaggio di Ramanagaram, nei pressi di Bangalore (Karnataka), oggi diventato un luogo d’interesse turistico e ribattezzato “Sippynagar” o “Sholay rocks”.

Satrughan Sinha fu la prima scelta per il ruolo di Jai, successivamente Amitabh Bachchan mostrò interesse al personaggio e convinse Ramesh Sippy a sostituire Sinha con lui. Danny Danzongpa che doveva interpretare Gabbar Singh a causa di una sovrapposizione di date dovette rifiutare il ruolo, si trovava in Afghanistan per Dharmatma di Feroz Khan.

Durante le riprese del film Jaya era incinta della sua primogenita Shweta, Dharmendra e Hema Malini si sono sposati nel 1980, alcune indiscrezioni svelano che Sanjeev Kumar avesse chiesto ad Hema Malini di sposarlo poco prima che iniziassero a girare, sembra che sia questo il motivo per cui i due non appaiono insieme in nessuna scena.

L’attore comico Jangdeep sulla scia del successo del suo personaggio in Sholay interpretò un film intitolato proprio Soorma Bhopali (1988) nel quale Amitabh Bachchan e Dharmendra avevano un piccolo ruolo.

“Aa shuru hota hai phir” è una canzone qawali inizialmente prevista nella prima stesura del film ma tagliata via dal progetto finale.

Mera Gaon mera Desh (1971) , precursore di Sholay, con Dharmendra e Asha Parekh è considerato il primo film indiano ispirato al genere western.

Nel 2007 Ram Gopal Varma ha diretto un suo personale remake dal titolo Aag, con Ajay Devgan , la star malayamal Mohanlal e Amitabh Bachchan, questa volta nel ruolo del bandito. Performers nell’item song “Mehbooba Mehbooba” Urmila Matondkar e Abhishek Bachchan.

La censura puntò il dito contro l’originale finale di Sholay in cui Gabbar Singh veniva ucciso, non si poteva mostrare la gente del villaggio che rifiuta le istituzioni per farsi giustizia da sola, così Sippy dovette riaggiustare l’ultima scena e cambiare la conclusione.

Il record di permanenza nelle sale è rimasto imbattuto per oltre 25 anni, fino all’arrivo di Dilwale Dulhania le Jayenge.

Il 1975 fu particolarmente fortunato per l’industria cinematografica indiana, molti film interessanti vennero distribuiti contemporaneamente a Sholay : Chupke Chupke e Mili di Hrishikesh Mukherjee, il controverso Julie, il tenero Chhoti si baat di Basu Chatterjee . Rishi e Neetu Singh frizzanti love birds rivoluzionano le mode in Khel Khel Mein mentre Yash Chopra firma il suo capolavoro Deewaar, Feroz Khan dirige Dharmatma e Gulzar è contemporaneamente impegnato alla tagliente sceneggiatura di Faraar e alla direzione del romantico Mausam e di Aandhi dramma politico / familiare con una sbalorditiva Suchitra Sen.

Si trovano innumerevoli, anzi incontabili, riferimenti a Sholay nei film più svariati. Tra cui: Dhoom 2, Baazigar, Dostana, Lage Raho Munna Bhai, , Andaz Apna Apna, Hum apke hain koun, , Jodi N.1, Bluffmaster, Jhonny Gaddar, Main hoon na, Luck by Chance, Main khiladi tu anari, 3 idiots e il recente Love Sex aur Dhokha.

Per saperne di piu leggete il libro di Anupama Chopra Sholay - the making of a classic, pubblicato nel 2000 da Penguin Books India.