12 luglio 2010

G U L A A L


Malgrado il soggetto possa sembrare poco attraente - la politicizzazione delle università - Gulaal ammalia con la sua originalità, con una fotografia calda e sensuale, con una scenografia che intrappola e cattura. La pellicola stordisce grazie al richiamo profondo che nasconde, strega lo spettatore e lo costringe ad ammirare affascinato le sinuosità della vita, gli scoppi della passione, la brutalità della violenza, l'indolenza morale dinanzi all'ipocrisia. Gulaal è una sorta di fiaba macabra nella quale il rosso del sangue incanta.

Ma verso la metà del secondo tempo il film inaspettatamente cambia. L'incantesimo si scioglie, perdendo fascino, respiro, passione, ritmo. La sceneggiatura si sgonfia, il protagonista si affloscia, e l'angelo sterminatore del climax non convince. Restano l'inusualità del soggetto, la regia sempre sapientemente in bilico fra azione ed emozione, i dialoghi stupefacenti, l'efficace caratterizzazione dei personaggi (anche di quelli minori), le interpretazioni impeccabili.

In Gulaal Kashyap mostra una volta di più la sua ossessione per gli ambienti chiusi, notturni, illuminati da neon, curati negli arredi e nei dettagli. L'alloggio dei due studenti è un ipnotico mix di design americano e di atmosfere da Mitteleuropa. Anche la filmografia del regista sembra seguire la stessa sorte, oscillando fra il realismo americano di Black friday e le visioni allegoriche europee di No smoking, passando per la fusione di Dev D e di Gulaal. Il tutto insaporito da una (contenuta) esuberanza indiana. Gulaal pare, sino ad oggi, l'esperimento di commistione meglio riuscito, più di Dev D, la cui freddezza emotiva costituisce un handicap.

La denuncia del separatismo terrorista non è il solo tema del film. Il messaggio di Gulaal, personificato da Prithvi Bana, è contro ogni tipo di arroganza: quella fisica ma anche quella più subdola, l'arroganza intellettuale. Scritto in un periodo non facile della vita personale di Kashyap, Gulaal è il risultato di un lungo travaglio interiore e professionale. Questo probabilmente spiega il singolare fascino della pellicola: l'intenzione realista contaminata dall'introspezione psicologica è rappresentata sullo schermo da crude azioni che si trasfigurano in ammalianti visioni. E i personaggi, che si muovono fra apatia e vitalità con innocenza e crudeltà infantili, conquistano. Conquistano le vittime, con la loro nostalgica umanità. Conquistano gli aguzzini, con la loro seducente brutalità.

TRAMA

Siamo in Rajasthan. Dilip (Raj Singh Chaudhary), timido studente di giurisprudenza, incontra in uno psichedelico alloggio Ransa (Abhimanyu Singh), esuberante figlio di un aristocratico di alto lignaggio. I due stringono un'insolita amicizia, suggellata dal desiderio di vendicarsi di un oltraggio subito dagli studenti più anziani. Chiedendo imprudentemente l'aiuto di Dukey Bana (Kay Kay Menon), il sovversivo signorotto locale, Ransa si trova coinvolto in una ragnatela di politica e di violenza, finendone tragicamente vittima. Al suo amico Dilip la sorte non riserverà migliori fortune.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Kay Kay Menon che, con baffo da sparviero e sguardo acuminato, arringa la folla. Da rapire e sigillarsi con lui in un baule per ore (non telefonate, grazie).

RECENSIONI

The Times of India: ***
Anurag Kashyap si lascia alle spalle l'emozionale Dev D per un mondo altrettanto violento e caotico: quello della politica studentesca. In realtà Gulaal è stato realizzato molto prima della versione postmoderna di Devdas. Da qui la relativa irregolarità della sceneggiatura e della caratterizzazione dei personaggi, e risulta impegnativo per lo spettatore tenere il passo con la degenerazione dei sentimenti e della politica rappresentata sullo schermo. Tuttavia l'effetto risulta largamente ipnotico, poichè Kashyap una volta di più usa il cinema come un potente strumento di critica sociale. Con le ambizioni da incubo del suo protagonista (Kay Kay Menon) di cambiare la democrazia indiana in una monarchia esclusiva di una singola comunità, Gulaal diventa una critica esemplare ad ogni movimento politico contemporaneo che sostenga la supremazia di un gruppo o di una regione. Il regista crea un coinvolgente primo tempo, ma fallisce nel mantenere lo slancio nel secondo. E' la mescolanza fra macro politica e politica studentesca a costituire il nocciolo del dramma: Dilip Singh (Raj Singh Chaudhary), studente apolitico, viene involontariamente risucchiato nel vortice di sangue, odio e violenza. La ribellione dell'uomo semplice, Dilip, è l'anello più debole di una pellicola nella quale tutto corre confusamente verso un climax mal costruito. Peggio: molti personaggi sono appena abbozzati, specialmente quello interpretato da Jesse Randhawa che sembra galleggiare attraverso il film dopo una drammatica introduzione. Quanto alle performance, sono Kay Kay Menon, Piyush Mishra e Deepak Dobriyal a creare alcuni avvincenti momenti, mentre Mahie Gill affascina una volta di più col suo breve ma significativo cameo. Piyush Mishra merita una menzione speciale per i suoi potenti testi e per la musica.
Nikhat Kazmi, 12.03.09

Hindustan Times: ****
Anurag Kashyap crea uno spazio minaccioso e brutale che come un vulcano sputa fuori veleno fuso. Può essere un'esperienza opprimente, ma anche immensamente eccitante. Gulaal vi cattura già dalla prima drammatica sequenza, e cresce di potenza in un modo che può soffocare con il suo sovraccarico sensoriale, ma che mantiene le sue promesse nel climax. Ciò che rende Gulaal così avvincente è l'esaltante confluenza dei molti aspetti che compongono il film. Il drammatico montaggio di Aarti Bajaj rende taglienti le incredibili inquadrature di Rajeev Ravi. I costumi si innestano perfettamente nella scenografia. I dialoghi di Kashyap sono acuti tanto quanto la sceneggiatura. E quando la recitazione non è buona, è eccezionale. Kay Kay Menon e Aditya Shrivastava colpiscono per l'interpretazione superbamente controllata. Abhimanyu Singh dà vita al ribelle Ransa con un'arroganza pericolosamente allettante. E l'irresistibile Deepak Dobriyal costruisce un trionfo pur con un ruolo relativamente di basso profilo. Ma è Piyush Mishra - attore, musicista e compositore di testi - che lascia senza fiato con la sua ispirata follia. Sembra quasi indecente parlare di difetti per questa pellicola, ma non possiamo sfuggirli: Jesse Randhawa è dignitosa ma inadatta al ruolo; il simbolismo e le allusioni allegoriche possono essere potenti ma anche incomprensibili. Però si è pronti a perdonare tutto di fronte alla brillantezza di gran parte del film. Gulaal ha avuto una genesi lunga - sette travagliati anni - ma il ritardo se non altro ha aggiunto profondità alla storia, narrata da Kashyap con grande passione, mestiere e audacia.
Shashi Baliga, 13.03.09

Cinema Hindi: ****
Punto di forza: l'incantesimo che stordisce, la regia, la fotografia, Kay Kay Menon.
Punto debole: la perdita di ritmo narrativo nel secondo tempo; il personaggio di Dilip non sempre a fuoco; Ayesha Mohan poco adatta ad interpretare il ruolo intriso di erotismo e di calcolato candore della maliarda.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Kay Kay Menon - Dukey Bana
* Raj Singh Chaudhary (Black Friday) - Dilip
* Abhimanyu Singh (It's breaking news) - Ransa
* Deepak Dobriyal (Delhi-6) - Bhati, il braccio destro di Dukey Bana
* Ayesha Mohan - Kiran, sorella di Karan e sorellastra di Ransa
* Jesse Randhawa (No smoking) - Anuja
* Piyush Mishra (Maqbool) - Prithvi Bana, fratello di Dukey Bana
* Aditya Shrivastava (Satya, Black friday) - Karan, fratello di Kiran e fratellastro di Ransa
* Mahie Gill (Dev D) - Madhuri, l'amante di Dukey Bana
* Mukesh Bhatt (Guru) - Bhanwar, il servitore di Dilip
* Pankaj Jha (Teen Patti) - Jadwal
* Anurag Kashyap (cameo)

Regia e sceneggiatura: Anurag Kashyap
Soggetto e co-sceneggiatura: Raj Singh Chaudhary
Colonna sonora: Piyush Mishra ha composto la musica, redatto i testi e interpretato alcune canzoni. La colonna sonora di Gulaal mescola in modo singolare tradizione, atmosfere folk e attualità, ironia, serietà e poesia. Alcuni brani sembrano ispirarsi alle figure popolari dei cantastorie. Vi segnaliamo i festosi Chak Mak e Rana Ji, la marcia Arambh Hai, la funebre filastrocca Ek Bakhat (titolo alternativo: Sheher), e la struggente O Ri Duniya, ispirata alla colonna sonora di Pyaasa.
Coreografia: Mansi Agarwal (Dev D)
Fotografia: Rajeev Ravi (No smoking, Dev D)
Montaggio: Aarti Bajaj (No smoking, Dev D)
Traduzione del titolo: il gulaal è la polvere colorata che, nel corso delle celebrazioni della festività della Holi, gli hindu si lanciano addosso.
Anno: distribuito nel 2009, il film ha subito una lunghissima gestazione e continui rinvii.

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* 18.03.09, The Times of India: intervista ad Anurag Kashyap
* 27.03.09, The Times of India: intervista a Raj Singh Chaudhary
* 29.03.09, The Times of India: intervista a Jesse Randhawa
* 03.04.09, Hindustan Times: dichiarazioni di Abhimanyu Singh
* Bollywood Hungama: intervista-video a Raj Singh Chaudhary
* maggio 2022, Senses of Cinema: An ominous shade of crimson: Anurag Kashyap's Gulaal, Karthick Ram Manoharan


CURIOSITA'

* Gulaal si apre con una dedica: 'Dedicato ai poeti indiani del periodo pre-indipendenza, poeti che cantarono la libertà ed ebbero la visione di un'India libera: un'India che non siamo riusciti a costruire'. Nel fotogramma successivo si legge: 'Ispirato dal brano Yeh Mahlon, Yeh Takhton, Ye Tajon Ki Duniya di Sahir Ludhianvi da Pyaasa'. La canzone citata è intitolata Yeh Duniya Agar Mil Bhi Jaaye, tratta dalla colonna sonora di Pyaasa, musica di S.D. Burman, testo di Sahir Ludhianvi (ringraziamo Pushker).
* Gulaal è stato ultimato prima di Dev D, ma la realizzazione e la distribuzione del film hanno subito rallentamenti e rinvii continui. A causa della difficoltà nel reperire i finanziamenti, gli attori e i membri della troupe hanno accettato di ricevere il compenso per le loro prestazioni solo a distribuzione avvenuta.
* Anurag Kashyap ci ha parlato di Gulaal nell'intervista esclusiva rilasciata al nostro blog: 'Ho scritto Gulaal nel 2001, nel mio periodo più arrabbiato, quando tutti i miei film venivano rifiutati e Water fu accantonato. Ebbi una grossa questione per ciò che concerneva la gestione da parte del nostro governo della libertà di espressione e per la situazione politica del Paese. Lasciai Bombay e mi recai nel Rajasthan. Nel lettore portatile avevo un solo cd, Pyaasa, e continuavo ad ascoltarlo. Da tutto ciò emerse Gulaal: una visione di come l'India fu immaginata dai poeti nel periodo prima dell'indipendenza.
* Gulaal è stato presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2009 (insieme a Dev D). Kashyap è stato membro della giuria in quell'edizione del festival. Vedi: Anurag Kashyap sul red carpet alla Mostra del Cinema di Venezia 2009.
* Rajputana era il nome che sino al 1949 indicava all'incirca l'attuale Stato del Rajasthan, il più esteso dell'Unione indiana. Rajputana significa 'terra dei Rajput'. I Rajput costituiscono uno dei più importanti gruppi della casta dei re e dei guerrieri hindu o kshatriya, ma numerosi Rajput sono di religione musulmana o sikh. I sostenitori del movimento di liberazione del Rajputana chiedono l'indipendenza dall'Unione e la fine della supremazia della casta braminica (secondo la cultura hindu, la prima e la più rilevante delle quattro caste in cui è tradizionalmente suddivisa la società indiana, ossia quella dei sacerdoti; seguono le caste kshatriya, vaishya - commercianti, artigiani, agricoltori - e shudra - i servitori), con conseguente de-sanscritizzazione della cultura locale.
* Raj Singh Chaudhary è laureato in informatica. Dopo la laurea, ha aperto un'impresa a Bangalore, ma, imbrogliato dai soci, lascia l'attività e si trasferisce a Mumbai per tentare una nuova carriera. Satya di Ram Gopal Varma - alla cui sceneggiatura ha collaborato Anurag Kashyap - spinge Raj a cimentarsi nella scrittura. Redige una bozza di Gulaal e la presenta a Kashyap, il quale stende una sceneggiatura basandosi sul soggetto ideato da Raj. Chaudhary ha anche scritto la bozza dalla quale Kashyap ha tratto la sceneggiatura di No smoking.
* Piyush Mishra è attore, compositore, cantante, scrittore e regista di teatro. Ha recitato nell'adattamento di Morte accidentale di un anarchico di Dario Fo. Ha redatto i dialoghi di The legend of Bhagat Singh, il premiato film di Rajkumar Santoshi ispirato in parte ad una pièce teatrale scritta dallo stesso Mishra. Ha interpretato pellicole quali Dil Se, Maqbool e Lahore. Ha firmato i testi dei brani delle colonne sonore di Black friday, Aaja Nachle, Tashan. Ha scritto i dialoghi di Ghajini e la sceneggiatura di Lahore. In Gulaal, oltre a recitare e a comporre la colonna sonora e i testi, ha interpretato anche alcuni brani, quali Arambh Hai e O Ri Duniya.
* Ayesha Mohan, assistente alla regia di Kashyap, pare sia stata scritturata per il ruolo di Kiran dopo il rifiuto di Antara Mali (Naach) e di Konkona Sen Sharma. Articolo originale di Hindustan Times con dichiarazioni di Ayesha.
* Aarti Bajaj è stata sposata con Anurag Kashyap. Ha curato il montaggio di Black friday, Jab We Met, No smoking, Aamir e Dev D.
* Riferimenti a Bollywood: Tabu (di cui Kashyap è un grande fan), Dilip Kumar.
* Film che trattano il tema della politica nelle università: Yuva, Haasil, Kaalbela (in lingua bengali).

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