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30 luglio 2010

AJAB PREM KI GHAZAB KAHANI


Scorrendo la filmografia del regista Rajkumar Santoshi, balza all'occhio la diversità delle pellicole da lui dirette. A titolo di esempio citiamo il demenziale Andaz Apna Apna (1994), con la coppia Aamir-Salman Khan; il fosco melò Pukar (2000); il bizzarro Lajja (2001), commistione di denuncia sociale ed estetica iperbollywoodiana; il pluripremiato The legend of Bhagat Singh (2002), a tema storico; l'ottimo Halla Bol (2008). Nel 2009 Santoshi agguanta sorprendentemente il secondo posto nella classifica degli incassi, alle spalle del fenomeno 3 idiots, con Ajab Prem Ki Ghazab Kahani (fonte: IBOS).

APKGK è una commedia contraddistinta da episodi comici di stampo classico. Ad una prima visione il film strappa qualche risata. Ad una seconda, annoia e non coinvolge. Da un punto di vista formale, APKGK rappresenta sullo schermo un colorato, zuccheroso fumetto tradizionale. Ma la sceneggiatura è rallentata da troppe pause che le gag non riescono a celare. Anche i dialoghi sembrano mutuati da un fumetto, e i personaggi sono volutamente vaporosi e di cartapesta. La regia si diverte un mondo, così come gli attori. Ranbir Kapoor si cimenta per la prima volta in un ruolo comico e sopra le righe. Katrina Kaif sfodera un'insospettata vena umoristica che però non riesce a mantenere per tutta la durata della pellicola. La colonna sonora di Pritam e le coreografie sono nella media, mentre la fotografia è di qualità. Ciò che davvero manca, purtroppo, è una trama.

TRAMA

Prem (Ranbir Kapoor) è un ragazzo che ha abbandonato gli studi e che scansa il lavoro, preferendo l'allegro incarico di presidente dell'Happy Club. Jennifer (Katrina Kaif) è una bibliotecaria adottata da una famiglia cattolica. Prem accorre in aiuto di Jennifer ogniqualvolta la ragazza si trova in difficoltà, nella speranza che lei, un giorno, possa ricambiare i suoi sentimenti.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* La coreografia del brano Follow me: Ranbir, così, non lo avete mai visto.
* Il cameo di Salman Khan.

RECENSIONI

The Times of India: ***
Davvero: Ranbir è una rivelazione, Katrina è su di giri, e la frizzante intesa che li lega infiamma lo schermo. APKGK è una corsa sulle montagne russe: Rajkumar Santoshi tenta di ripercorrere le tracce del suo Andaz Apna Apna. Le monellerie di Salman e di Aamir non avevano sbancato il box office negli anni novanta (anche se oggi quel film conta uno stuolo di fan devoti che non si perdono nemmeno una delle innumerevoli repliche televisive), ma APKGK potrebbe non condividere lo stesso destino. Non solo Ranbir e Katrina ma anche il resto del cast è in forma scoppiettante. La trama procede come un'allegra corsa. Ranbir conquista la scena con le sue pagliacciate, le sue spiritose fulminanti battute ed il suo senso del tempismo comico. Katrina lo accompagna passo passo, creando un tango perfetto che mostra pochi momenti di noia: lento verso la metà e con un climax mal costruito. La colonna sonora di Pritam è spumeggiante: cattura la giovanile esuberanza del film senza diluire la melodia, ma soprattutto incanala il talento dei migliori crooner bollywoodiani. I dialoghi di Santoshi sono fra i più divertenti ascoltati di recente. La fotografia crea una colorata cittadina, ma l'artisticità di Tirru esplode nel duetto romantico Tu Jaane Na, lussuosamente girato in Turchia: mai prima d'ora l'obiettivo aveva corteggiato Katrina in questo modo.
Nikhat Kazmi, 05.11.09

Hindustan Times: *
Guardi il vuoto sullo schermo e ti rendi conto che non c'è nulla di comico nè di romantico. L'atmosfera è incommensurabilmente falsa.
Mayank Shekhar, 07.11.09

Cinema Hindi: **
Punto di forza: l'atmosfera zuccherosa e fumettistica, la fotografia, alcune gag.
Punto debole: l'inesistente trama.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Ranbir Kapoor - Prem
* Katrina Kaif - Jennifer
* Darshan Jariwala (Guru) - il padre di Prem
* Smita Jaykar (Devdas) - la madre di Prem
* Navneet Nishan (My name is Khan) - la madre di Jennifer
* Upen Patel (Namastey London) - Rahul
* Govind Namdeo (Satta) - il padre di Rahul
* Zakir Hussain (Phoonk) - Sajid Don
* Salman Khan - cameo

Regia: Rajkumar Santoshi
Sceneggiatura e dialoghi: Rajkumar Santoshi e R.D. Tailang
Colonna sonora: composta da Pritam, offre un divertente brano, Follow me, e la superhit Tu Jaane Na.
Coreografia: Ahmed Khan (Badmaash Company)
Fotografia: Tirru (Bhool Bhulaiyaa)
Montaggio: Steven H. Bernard (Halla Bol)
Traduzione del titolo: la meravigliosa storia di uno strano amore.
Anno: 2009
Awards:
* Filmfare awards: miglior performance per la critica assegnato a Ranbir Kapoor
Sito ufficiale

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* 14.10.09, Hindustan Times: intervista a Katrina Kaif
* 04.11.09, Bollywood Hungama: intervista a Ranbir Kapoor
* 09.11.09, Bollywood Hungama: intervista a Rajkumar Santoshi, prima e seconda parte
* Video: The making
* Bollywood Hungama: intervista-video a Katrina Kaif, prima e seconda parte

CURIOSITA'

* APKGK è stato proiettato all'Indian Film Festival Bollywood & Beyond 2010 (aggiornamento del 24.11.10).
* Darshan Jariwala ha conquistato il National Award come miglior attore non protagonista per Gandhi, my father, pellicola nella quale interpreta il ruolo di Gandhi.
* Riferimenti a Bollywood: Shah Rukh Khan, Katrina Kaif, Mother India, Sholay, Bobby.
* Riferimenti all'Italia: menzionate Milano e la Ferrari.

01 giugno 2009

THE LEGEND OF BHAGAT SINGH


E' un film che non vi consiglio. Rajkumar Santoshi, il regista di 'The Legend of Bhagat Singh', ha diretto fra gli altri il bizzarro e complesso 'Lajja', pellicola tutta al femminile con Ajay Devgan in un ruolo minore; l'ottimo 'Halla Bol', sempre con Devgan ma nel ruolo principale a regalarci un'interpretazione molto convincente; e 'Pukar', commentato positivamente dalla nostra impagabile Caterina.

Ma 'The Legend of Bhagat Singh' mi è sembrato davvero debole, narrato e diretto in modo inaccurato. La sceneggiatura è ripetitiva, noiosa, molto retorica (Santoshi non è riuscito a replicare con successo l'azzardatissimo esperimento tentato in 'Lajja' di far confluire in un unico film tematiche di denuncia ed estetica bollywoodiana). I personaggi sembrano di cartone, e la figura del bambino è inutile e di troppo. Gli europei sono al solito caricaturali. Il ruolo di Amrita Rao inspiegabile. I dialoghi sono spesso imbarazzanti. La regia spicca qua e là con qualche potente sequenza di gruppo e per il realismo crudo col quale vengono rappresentati i massacri. Per il resto è assente e incolore. Le interpretazioni sono spente, compresa quella di Ajay che è troppo uniforme e non emoziona. Persino la colonna sonora composta da A.R. Rahman sembra insipida, malgrado il tono epico e i testi patriottici.

Colpisce un solo aspetto: Gandhi non esce bene da questa pellicola. Il regista sceglie il suo eroe, Bhagat Singh, un rivoluzionario che preferisce la lotta armata alla non-violenza, e lo presenta come un personaggio positivo, combattivo, idealista, che sacrifica tutto se stesso per il suo Paese. Implicitamente Gandhi è il rivale petulante e debole, reo di non essersi adoperato abbastanza per la salvezza di Bhagat.

TRAMA

Bhagat Singh (Ajay Devgan) è un rivoluzionario che abbraccia la lotta armata per liberare il suo Paese dall'invasore britannico. Ma i tempi non sembrano ancora maturi per l'indipendenza dell'India.

RECENSIONI

Bollywood Hungama: ****
'La storia di Shaheed Bhagat Singh non è nuova per gli Indiani. Ma la cronologia degli eventi, dall'infanzia alla morte, viene magnificamente rappresentata in TLOBS. Il regista Rajkumar Santoshi centra molti obiettivi: i fatti vengono raccontati nel modo più semplice in modo tale che anche lo spettatore medio possa comprenderli senza difficoltà; il periodo precedente all'indipendenza viene minutamente raffigurato; il combattente per la libertà è presentato come un eroe autentico; senza distorcere i fatti il film narra brillantemente la vita del rivoluzionario e la passione per il suo Paese. Santoshi ha gestito la pellicola, il casting e le performance con la massima cura. TLOBS è indubbiamente il suo prodotto migliore. La sceneggiatura di Anjum Rajabali si sviluppa morbidamente, senza salti improvvisi, e non rende il film un mero documentario. I dialoghi (Piyush Mishra, Ranjeet Kapoor, Rajkumar Santoshi) sono naturali. E le battute contro i britannici scateneranno sicuramente applausi fragorosi in India. La musica di A.R. Rahman si amalgama bene con l'atmosfera della pellicola e si adegua per qualità agli standard internazionali. La fotografia di K.V. Anand è di prima classe. Le scenografie sono curate, i costumi perfetti, le scene d'azione ben eseguite. Definire Ajay Devgan eccellente nel suo ruolo significa sottovalutarlo. La sua performance è destinata a guadagnargli l'ammirazione degli appassionati di cinema, oltre che a conquistare premi.'
Taran Adarsh, 06.06.02

Cinema Hindi: *1/2
Punto di forza: alcune sequenze di grande cinema
Punto debole: sceneggiatura noiosa, personaggi stereotipati, interpretazioni non eccelse

SCHEDA TECNICA

Cast:

* Ajay Devgan ('Lajja') - Bhagat Singh
* Sushant Singh ('Josh') - Sukhdev
* D. Santosh ('Iqbal') - Shiviram Hari Rajguru
* Raj Babbar ('LOC Kargil') - il padre di Bhagat
* Farida Jalal ('Kuch Kuch Hota Hai') - la madre di Bhagat
* Surendra Rajan ('Paheli') - Gandhi
* Amrita Rao ('Main Hoon Na') - fidanzata di Bhagat

Regia: Rajkumar Santoshi ('Lajja')

Sceneggiatura: Anjum Rajabali ('Pukar')

Colonna sonora: A.R. Rahman ('Delhi-6')

Fotografia: K.V. Anand ('Josh')
Direzione artistica: Nitin Desai ('Devdas')

Anno: 2002

Award:

* National Award: Best Hindi Film e Best Actor (Ajay Devgan)

* Filmfare Award: Critics Award for Best Movie, Critics Award for Best Actor (Ajay Devgan), Best Background Score (A.R. Rahman)

* Zee Cine Award: Best Action, Best Background Score, Best Dialogue, Best Editing

CURIOSITA'

* Bhagat Singh fu giustiziato dagli Inglesi nel 1931 all'età di 24 anni. Proveniente da una famiglia Sikh ostile al Raj britannico, Bhagat iniziò giovanissimo a dedicarsi alla causa, associandosi al movimento di non-cooperazione di Gandhi, per poi diventare un vero e proprio rivoluzionario. L'episodio raccontato nel film del travestimento di Bhagat è realmente accaduto: il ragazzo si tagliò la barba e i capelli, violando così le regole sacre del sikkismo, per sfuggire ai controlli. Lo sciopero della fame proclamato da Bhagat durante la sua reclusione per rivendicare eguali diritti per i prigionieri indiani durò 63 giorni: la fama di rivoluzionario del nostro carismatico eroe si diffuse così in tutto il Paese e non solo nel Punjab

* Una delle più popolari teorie di cospirazione contro Bhagat Singh vede protagonista proprio la figura di Gandhi, accusato di aver avuto l'opportunità di salvare il giovane ma di non averla sfruttata. Gandhi dichiarò di essere un grande ammiratore del patriottismo di Bhagat, e di essersi opposto strenuamente alla sua esecuzione, ma il suo potere non era ancora abbastanza forte da ottenere la grazia

* La sequenza più emozionante è quasi all'inizio del film: dinanzi agli occhi sbarrati del piccolo protagonista, si narra il tristemente noto massacro di Jallianwala Bagh, avvenuto il 13 Aprile 1919. 'Era domenica e circa diecimila tra uomini, donne e bambini - in gran parte contadini provenienti dai villaggi vicini - si erano radunati nel bagh ("giardino") per celebrare una festività indù. Le truppe di Dyer spararono per dieci minuti, riversando 1650 pallottole a bruciapelo sulla folla inerme e intrappolata. Furono quattrocento gli indiani morti e milleduecento i feriti: quando si ritirarono, al tramonto, il generale e i suoi uomini avevano trasformato il giardino in un cimitero nazionale. (...) Così Tagore rinunciò al cavalierato che gli era stato conferito, dopo che aveva vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1913.' ('Storia dell'India', Stanley Wolpert, Bompiani, 2000, pagg. 275-276). Il massacro avvenne a seguito di violenti disordini scoppiati in Punjab alla notizia dell'arresto di noti leader della regione. Il generale Dyer aveva proibito ogni tipo di assembramento per garantire l'ordine pubblico

* Nei titoli di testa si ringrazia il fratello di Bhagat Singh

* Diversi film Hindi hanno raccontato le gesta di Bhagat. Il più vecchio, 'Shaheed', è del 1965. Nel 2002, insieme alla pellicola di Santoshi, è stata realizzata anche '23 March 1931: Shaheed', con Bobby Deol nel ruolo di Singh, Sunny Deol in un ruolo comprimario e Aishwarya Rai in un cameo. Entrambi i film incontrarono il favore della critica ma non del pubblico

* In 'Rang De Basanti' gli studenti protagonisti della pellicola vengono coinvolti nella realizzazione di un documentario proprio sulla vita di Bhagat Singh

* Lo sceneggiatore Anjum Rajabali ha recitato in 'Ghajini' nel ruolo del Dott. Mitra

* L'attore Raj Babbar è il padre di Prateek Babbar, che ha debuttato l'anno scorso in 'Jaane Tu Ya Jaane Na' nel ruolo del fratello della protagonista femminile, esordio positivamente accolto da critica e pubblico. Raj Babbar è stato eletto per tre volte membro del Parlamento indiano

17 aprile 2009

FAMILY - TIES OF BLOOD



Non sempre i drammi familiari riescono a far esplodere il botteghino, né si può costruire un film esclusivamente attorno al tema della vendetta trovando, tra una sparatoria e un’altra, pure il tempo per lasciare una bella morale. Family è inconsistente, piuttosto mediocre ed evidentemente a corto di energie; un tuttologo che mette troppa carne al fuoco ma non sa gestire né la commedia nel primo tempo, né l’azione nel secondo.
Akshay Kumar è divertente ma ha poco spazio e niente di innovativo, la drammatica uscita di scena del suo personaggio fa si che tutta la prima ora di proiezione risulti irrimediabilmente slegata con ciò che verrà dopo.
Boomika Chawla più che una professionista mi sembra una dilettante. La ragazza può passare in un’Item song ma non ha le spalle abbastanza robuste per portare avanti un film intero né la capacità di compiere miracoli se la sceneggiatura non l’assiste... facoltà di cui in compenso si avvale Amitabh Bachchan, come sempre privo di difetti e illuminato da un’aura sacra anche in un film che non avrebbe niente di speciale, esclusa la sua presenza salvifica.
Le parti in cui non compare Big B, volendo, potete anche saltarle premendo il tasto Forward.

TRAMA:
Shekar, viene ucciso incidentalmente da un colpo partito dall’arma di Videsh, un gangster dal sangue freddo e dai ferrei principi. Aryan, il fratello della vittima giura di ottenere la sua vendetta e tiene sotto controllo la famiglia dell’assassino per cercare di ricattarlo. Nonostante il figlio lo tradisca e la moglie lo consideri ormai come un estraneo, Videsh continua a credere nell’assoluto valore della famiglia e sarebbe disposto a morire per salvare i suoi cari.

Amitabh Bachchan è un vero dio ed è facile averne le prove. Family si fa guardare solo perché lui è parte fondamentale del cast, altrimenti l’intero epilogo sarebbe stato solo insostenibile routine e fredda ostentazione di violenza.
Se avete voglia di costatare quanto i suoi occhi siano in grado di trapassare lo schermo come un coltello nel burro, gustatevelo impassibile e tagliente mentre presiede una riunione di gangster. Restate impietriti dalla scena in cui ricatta un nemico reduce da una sparatoria strappandogli i punti dalla ferita (uno-ad-uno!!!!) con una disinvoltura magistrale, e saltate subito dopo al climax per scoprirlo emotivo, vulnerabile, caricato da un'intensità ipnotizzante. Anche una frase banale si trasforma in straordinaria se pronunciata da una voce come la sua: “To kill Viren you need gusts, I like to hear my name in a trembling voice”.
Garantisco, è da panico.



Il mio giudizio sul film ** 2/5
(Amitabh Bachchan, eterno fuori classe, meriterebbe un bel ***** 5/5 )

ANNO: 2006
REGIA: Rajkumar Santoshi

CAST:

Amitabh Bachchan………. Viren Sahai
Akshay Kumar…………….Shekar
Bhoomika Chawla………...Kavita
Aryeman Ramsey…………Aryan
Shernaz Patel………………Sharda Sahai
Sushant Singh…………….Abhay

COLONNA SONORA: (dimenticabilissima) di Ram Sampath

RECENSIONI:
Bollywood Hungama *1/2

Testo originale
IndiaTimes ** 2/2

QUALCOS'ALTRO:

- Il film è tragicamente fallito dopo il secondo giorno di programmazione, gli incassi non hanno nemmeno coperto i costi
- E' stato quasi interamente girato a Bangkok
- Aryeman Ramsey è al suo debutto cinematografico, e, guarda caso, figlio del produttore del film... quella che si chiama una ... coincidenza...
A dimostrare che le raccomandazioni non bastano per diventare qualcuno, dopo un'interpretazione degna di un saggio di scuola media la sua carriera si è bruscamente interrotta per mancanza di meriti. E mi sembra giusto così.

13 febbraio 2009

PUKAR




Guardatelo attentamente.Immergersi in un film come Pukar è sempre un’esperienza che vale la pena di provare.Vedrete cambiare toni, paesaggi e temi con una velocità inaudita: inizia come un film d’azione, si sviluppa sul tema dell’invidia e della vendetta, porta avanti ben due storie d’amore parallele, si chiude con un finale assolutamente irrazionale e imprevedibile.

Certo i clichet non mancano.E' stato girato nel 2000 ma possiede tutte le caratteristiche dei grandi successi del decennio precedente. E’ un film conservatore, classico, intrattenitore di massa … si può sostenere tutto..Un anno dopo Karan Johar avrebbe girato Kabhie Khushi Kabhie Gham lasciando senza parole, Gowariker terminava il raffinato Lagaan, e Farhan Aktar dava voce alla nuova generazione con Dil Chahta Hai. Strano pensare che con cambiamenti così grandi alle porte Rajkumar Santoshi si divertisse ancora a giocare con i soliti temi della produzione masala: inseguimenti, lanci con il paracadute, esplosioni, missioni segrete e uomini coraggiosi.Nostalgico anche nella scelta del cast: la coppia Anil Kapoor / Madhuri Dixit ha debuttato con Hifazat nel 1987 diventando una delle più gettonate negli anni ’90.Pukar fa un salto nel passato investendo un' ingente somma di denaro in un film che va contro corrente. Un po’ come bloccare con una gigantesca fotografia un paesaggio a cui si è affezionati ma che sta inevitabilmente cambiando.

In Pukar Anil Kapoor è un militare fedele al suo codice d’onore che non esita a lanciarsi in combattimenti sulla neve, sparatorie e disperate ricerche del nemico.Improvvisamente la sequenza avventurosa si blocca per introdurre una dimensione completamente opposta.. quella domestica. Il soldato torna ad essere una persona qualunque, anzi, un cocco di mamma alle prese con problemi del tutto quotidiani. La  spaccatura tra due toni è segnata da una modernissima canzone, “Ke Sera Sera”, composta dal genio A.R. Rahman, in cui ritroviamo una sinuosissima Madhuri Dixit circondata da ombre nere e rosse al fianco del coreografo e ballerino Prabhu Deva.Solo per questa brano, e per il momento in cui è bruscamente introdotto sullo schermo, Pukar merita di figurare ben esposto nell' armadietto di dvd.
Madhuri si appropria di tutto lo spazio e sgomita a tal punto da fare il vuoto intorno. iI suo personaggio, Anjali è l'amica d’infanzia di Jaidev innamorata ma non ricambiata,  furiosa di gelosia. Carica di invidia e risentimento Anjali si trasforma da dolce e sorridente in aggressiva , sensuale e pericolosa.Madhuri dark lady è davvero la fine del mondo, si esibisce in una danza procace sdraiata su un tavolino luminoso, sostituendo uno sguardo torbido al suo classico e famosissimo sorriso.Tra tanto caos, rabbia e tradimenti, il film trova spazio anche per una romantica love song girata in Argentina nel parque de los Galciares ma non ci si può rilassare troppo perchè l’azione riprende, seguita da esplosioni, rocambolesche cadute, torture e rapimenti.
Il finale? Perdonatemi. Non posso resistere. Nostante tutti i disastri che combina e gli errori commessi… Anjali la passa pure liscia, conquista l’amore di Jaidev e diviene una figura positiva. Incredibile,  Irrazionale,  Fuori Luogo, Un colpo di sole in testa. Machissenefrega..


Il mio giudizio sul film: *** 3/5

Consigliato a chi:
- Non può far passare un giorno senza vedere Madhuri Dixit ballare, le sue doti mischiate alle note di Rahman sono una combinazione interessante
- Già conosce e apprezza molti atri titoli della cinematografia indiana ed è pronto a stare al gioco
- Per chi vuole provare l’esperienza di un film capace di passare da un genere all’altro con la velocità di un secondo

Sconsigliato a chi:
- Cerca il realismo e odia l’azione
- Sta muovendo i primi passi in questo mondo. Se non si è un po’ abituati ai film indiani degli ’80-‘90 Pukar potrebbe risultare troppo sconclusionato ed eccessivo.

ANNO: 2000

REGIA: Rajkumar Santoshi

CAST:

Anil Kapoor ......... Jaidev

Madhuri Dixit .........Anjali

Namrata Shirodkar..... Pooja

Om Puri......... Colonel Husain

Farida Jalal………… ..Gayetri


COLONNA SONORA : A.R. Rahman


ULTERIORI INFO:

- Lata Mangeshkar, la più grandiosa cantante mai esistita, fa un’apparizione a sorpresa nel finale
- Ritroviamo Madhuri Dixit /Anil Kapoor in : Hifazat (1987), Tezaab (1988), Kishen Kahanaya (1990) , Jamai Raja (1990), Pratikar (1991), Zindagi Ek Juhaa (1992), Khel (1992), Jeevan Ek Sangaarsh (1992), Beta (1992), Rajkumar (1996), Pukar (2000), Lajja (2001)

22 gennaio 2009

L A J J A


Spegnete il cellulare e mettetevi comodi: ho moltissime cose da raccontarvi di questo film.

'Lajja' è un classico polpettone bollywoodiano. Non manca all'appello nessuna caratteristica tipica della cinematografia popolare in lingua Hindi, e ciascun ingrediente è presente in dosi tali da garantire l'indigestione. La pellicola gronda retorica a fiumi, infarcita com'è di sermoni e di stereotipi. Anche da un punto di vista strutturale e formale siamo in zona hardcore: film solo per bollywoodiani temprati.
Impossibile elencare tutti i dettagli che rendono 'Lajja' un perfetto compendio di bollywoodianità. Mi limiterò ai principali:
- la durata: tre ore e cinque minuti;
- la struttura narrativa, che non solo mescola il dramma alla commedia, ma che sviluppa tre storie fra loro indipendenti inserite in una cornice che è una storia anch'essa. Amore. Pathos. Azione. Danze. C'è di che gozzovigliare;
- i personaggi stereotipati: la Donna Virtuosa (Manisha Koirala), legata alle tradizioni; il Marito Indifferente (Jackie Shroff), ricco, viziato, che non la rispetta; il Cattivo; il Buffone; il Ladro (Anil Kapoor), simpatico e di buon cuore; la Sposa (Mahima Chaudhry), tutta fruscii, tintinnii, luccichii; l'Attrice (Madhuri Dixit), donna scostumata e senza onore; la Madre (Rekha), forte e coraggiosa; e naturalmente l'Eroe (Ajay Devgan), tenebroso e invincibile;
- le vicende, anch'esse stereotipate: la Disgrazia, l'Intrigo, il Matrimonio, il Dramma, il Sopruso, la Tragedia, la Vendetta, la Redenzione, il Lieto Fine;
- la location straniera: New York;
- lo status sociale: altissimo;
- le donne: bellissime;
- le item-song, di ottimo livello (non per niente il regista è uno dei pionieri di questa tradizione), interpretate da Urmila Matondkar, sempre generosa, nella trascinante 'Aaye Ye Aajaye Ye'; e da Sonali Bendre, sinuosa e raffinata, nella tradizionale 'Saajan Ke Ghar';
- le coreografie ricercate, i costumi scintillanti, le scenografie ricche e colorate: caratteristiche presenti anche nel brano 'Badi Mushkil', interpretato con classe da Madhuri Dixit (e da Manisha Koirala);
- la colonna sonora, che vanta addirittura due compositori: Ilaiyaraaja per il sinfonico commento musicale (eseguito dall'Orchestra della Radio di Budapest ), e Anu Malik per le canzoni;
- e naturalmente loro: i Divi, un succoso grappolo attorniato da una schiera di collaudati attori minori.

Sempre comodi?
Bene. Dimenticate tutto quanto avete letto sino ad ora.

'Lajja' è un film S-P-L-E-N-D-I-D-O.
Partiamo dall'incipit.
Dedicata a Rajam, la madre del regista, la pellicola, il cui titolo significa 'vergogna', si apre con una battagliera dichiarazione: 'I personaggi e le vicende narrate nel film sono l'eco di quanto accade intorno a noi, nel cosiddetto mondo civile. Le voci, le grida, i pianti, gli appelli sono stati amplificati affinchè i sordi possano prenderne nota. La grandezza di una civiltà si misura sulla base della condizione sociale riconosciuta alle donne.'
Rajkumar Santoshi, regista acclamato dalla critica, non dimentica nulla: nel suo polpettone infonde tutto ciò che in India porta un film al successo. E lo fa con notevole maestria. 'Lajja' è ben scritto, ben narrato, ben diretto, ben recitato. Ma sono il Genio e l'Astuzia di Santoshi a strabiliarci. Se hai un messaggio forte da trasmettere, in India come puoi raggiungere il più vasto pubblico possibile? Facile: confezionando uno scintillante, perfetto, completo, tradizionale, retorico, stereotipato, orribile compendio di bollywoodianità. Santoshi ci presenta eventi e personaggi stereotipati, ma li sgretola e li trasforma sotto i nostri occhi annebbiati da colori e danze, e ci inietta il suo messaggio. Che è tutto fuorchè bollywoodiano.
Siamo di fronte a due pellicole opposte fra loro che si sovrappongono e si amalgamano. Il regista non rinuncia al suo amore per il realismo, ma nel contempo riconosce al mezzo 'Bollywood' l'enorme valenza di fenomeno sociale. E scaltramente ne sfrutta l'impatto e la risonanza.
Di rigore la controanalisi:
a) Il film ruota intorno a straordinari personaggi femminili. Vivi. Veri. Solidali fra loro.
- La Donna Virtuosa intraprende il suo viaggio attraverso un'India livida e crudele, dove le donne, senza alcun rispetto per l'età, sono sempre e solo vittime. La fuggiasca osserva, si indigna, reagisce.
- La Sposa accetta rassegnata quella che sembra una tradizione antica ed immutabile (la dote), felice di unirsi all'uomo che ama. Ma lo Sposo si rivela senza spina dorsale. La famiglia di lui è avida e arrogante. La ragazza osserva, si indigna, reagisce.
- L'Attrice, fiera e indipendente, vive la sua vita in modo non convenzionale. Delusa dall'uomo che ama, si ribella pubblicamente e nel modo più dissacrante. E, malgrado la dura punizione, non si lascia spezzare.
- La Madre, splendido personaggio femminile, è la paladina della difesa dei diritti delle donne in un misero villaggio. Il suo sacrificio completa la trasformazione interiore della Donna Virtuosa.
b) Il cast è di prima classe.
- Madhuri e Rekha sono DA URLO. Difficile decretare la migliore fra le due. La Dixit è spontanea e vivace. E rappresenta il dramma vissuto dall'Attrice in modo superbo. Rekha è perfetta. Energica, tragica, straziante. Anche Mahima è impeccabile. Delude invece l'interpretazione di Manisha: mostra il meglio solo nelle scene madri.
- Gli attori? Jackie Shroff non convince, colpa forse di un personaggio davvero povero, anche se la sua voce di velluto farebbe sciogliere un iceberg al Polo Nord. Ajay Devgan è ben calato nel suo ruolo: il tradizionale eroe dallo sguardo letale, dai minacciosi silenzi, dalla voce tonante. Ma è Anil Kapoor, a mio parere, a cavarsela meglio: il suo personaggio è amabilissimo, e lui lo interpreta con leggerezza e simpatia.
c) Le vicende, quelle non stereotipate: le violenze domestiche, la piaga sociale della dote, la condizione femminile sempre subalterna, la segregazione, i tabù religiosi, gli infanticidi, l'analfabetismo, la divisione castale, la corruzione, gli stupri.
d) I sermoni: retorici, certo. Ma al di là della forma, il messaggio è chiaro e preciso: la condanna di una società retrograda che sfrutta le donne e nega loro anche i più elementari diritti.
Moltissimi i dettagli indimenticabili:
* Le battute taglienti: 'Gli uomini considerano le donne la porta per l'inferno: ma è proprio attraverso quella porta che vengono al mondo'.
* Le scene da standing ovation:
- il Ladro che difende la prostituta;
- la Sposa che sputa insulti sullo Sposo, sulla sua famiglia e sui loro invitati (da guardare e riguardare più volte per non perdersi neanche una sfumatura);
- il linciaggio dell'Attrice (GRANDISSIMA Madhuri);
- la Donna Virtuosa, che denuncia la tradizione della segregazione;
- la Madre che scopre la relazione fra il figlio e una ragazza di casta alta;
- l'esecuzione della Madre (GRANDISSIMA Rekha);
- la Donna Virtuosa che denuncia l'infamia dello stupro di gruppo e del brutale omicidio;
- ma, soprattutto, la sequenza entrata nella storia del Cinema Indiano: l'Attrice che sul palco reinterpreta il mito di Sita, moglie di Rama, nel 'Ramayana'. DA PELLE D'OCA. Madhuri è SUBLIME.
Quanto dura il film? Tre ore e cinque minuti?
Ottimamente impiegati.

TRAMA

Vaidehi (Manisha Koirala) è l'infelice moglie del ricchissimo Raghu (Jackie Shroff). All'ennesimo alterco, lui la ripudia rispedendola in India. Da qui l'inizio di una serie di eventi che la condurranno in lungo e in largo per il Paese. Incontrerà donne coraggiose ed umiliate. Uomini corrotti e violenti. E ritroverà il coraggio e il rispetto di sè.

RECENSIONI

The Hindu:
'Lajja' non è un film facile. Solleva diverse questioni sulla condizione femminile, ma lo fa attraverso clichè e stereotipi. 'Lajja' è grandioso, sontuoso, opulento. Le scenografie sono incantevoli. Sfortunatamente questa colorata pellicola è una delusione in bianco e nero, in particolare nel secondo tempo. Malgrado le sensibili interpretazioni di Madhuri e di Manisha, il film è eccessivo e semplicistico. Non c'è spazio per il grigio: gli uomini sono il Nero, le donne il Bianco.'
Ziya Us Salam, 07.09.01

Cinema Hindi: *****
Punto di forza: la struttura inusuale, i dialoghi e soprattutto il Puro Genio del regista
Punto debole: la recitazione spesso incolore di Manisha Koirala; l'indigestione bollywoodiana

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Manisha Koirala ('Dil Se') - Vaidehi
* Madhuri Dixit ('Devdas') - Janki
* Rekha - Ramdulaari
* Mahima Chaudhry ('Pardes') - Maithili
* Anil Kapoor ('Tashan') - Raju
* Ajay Devgan ('Halla Bol') - Bulwa
* Jackie Shroff ('Rangeela') - Raghu
* Urmila Matondkar ('Rangeela') - ballerina per il brano 'Aaye Ye Aajaye Ye'
* Sonali Bendre ('Kal Ho Naa Ho') - ballerina per il brano 'Saajan Ke Ghar'
* Farida Jalal ('Kuch Kuch Hota Hai') - madre di Maithili
* Johnny Lever ('Kuch Kuch Hota Hai') - uno dei Buffoni
* Sharman Joshi ('Hello') - figlio di Ramdulaari

Soggetto, regia e produzione: Rajkumar Santoshi ('Halla Bol'), che ha anche collaborato alla stesura della sceneggiatura e dei dialoghi

Colonna sonora: composta da Ilaiyaraaja ('Cheeni Kum') e da Anu Malik ('Main Hoon Na', 'Asoka'). Intrigante il brano di quest'ultimo, 'Aaye Ye Aajaye Ye'

Coreografie: Ganesh Acharya ('Rang De Basanti')

Anno: 2001

Award: Zee Cine Best Supporting Actress Popular Award per Madhuri Dixit

Distribuzione: Eros International Ltd.

CURIOSITA'
* I quattro personaggi femminili portano tutti uno dei nomi di Sita, la moglie di Rama, avatar del dio Visnu. Nel 'Ramayana' si narra del rapimento di Sita messo in atto dal demone Ravana. Rama riesce a raggiungerli e libera la consorte, ma è costretto a ripudiarla a causa della sua permanenza con un demone. Sita allora si sottopone all'ordalia del fuoco per dimostrare la propria purezza. Non perdetevi nemmeno una parola del monologo di Janki in 'Lajja': la sua personalizzata (e sacrilega) versione del punto di vista di Sita è memorabile. In India ha acceso gli animi e provocato proteste: a Bhopal un gruppo di simpatizzanti del partito tradizionalista Hindu BJP ha bruciato in pubblico immagini del regista Rajkumar Santoshi e dell'attrice Madhuri Dixit.
* Il prossimo film di Raj Kumar Santoshi, 'Ajab Prem Ki Ghazab Kahani', conterrà alcune sequenze girate in Italia. Grande occasione per incontrare il regista
* Citazioni bollywoodiane: 'Josh'

GOSSIP&VELENI

* Manisha Koirala, nepalese, proviene da una famiglia di figure politiche di altissimo livello: il padre, B.P. Koirala, è stato Primo Ministro del Nepal, così come due fratelli del nonno paterno
* Madhuri Dixit pare abbia avuto una relazione con Sanjay Dutt ('Munna Bhai')
* Rekha pare abbia avuto una turbolenta relazione con nientedimenoche Amitabh DIO Bachchan
* Anil Kapoor è il padre di Sonam Kapoor, l'attrice che ha esordito in 'Saawariya' di Sanjay Leela Bhansali. Il fratello maggiore di Anil, il produttore Boney Kapoor, è sposato con l'affascinante diva Sridevi. In Italia possiamo ammirare Anil su grande schermo in 'Slumdog Millionaire'
* Ajay Devgan è il marito della talentuosissima Kajol
* Urmila Matondkar è stata a lungo legata al regista Ram Gopal Varma