27 settembre 2010

D A B A N G G


Dabangg è uno dei film più selvaggi e pirotecnici della storia del cinema, un carnevalesco spaghetti eastern dal ritmo rapido e dalla confezione impeccabile. La distribuzione in occasione della festa religiosa musulmana dell'Eid ha contribuito a riempire le sale, e, due settimane dopo, le cifre da record riguardanti gli incassi non accennano a diminuire, elettrizzando non solo la superstar bollywoodiana Salman Khan, ma anche un trio di esordienti molto speciali: alla regia Abhinav Kashyap, alla produzione Arbaaz Khan, nel ruolo della protagonista femminile Sonakshi Sinha.

Dabangg certo non cattura il pubblico con la sua trama. Le vicende che dovrebbero costituirne la storia sono rappresentate sullo schermo senza porre l'accento sul nucleo narrativo, bensì enfatizzandone comicamente tutte le possibili implicazioni. In Dabangg, infatti, ogni aspetto è funzionale al divertimento:
- la regia, compatta in modo stupefacente malgrado le inserzioni continue di tumultuose sequenze d'azione e di strabilianti coreografie. Abhinav Kashyap vede largo e lungo, non si ghettizza nel cinema d'autore e nemmeno in quello commerciale, regala inquadrature da manuale e sberleffo, ironia intelligente e pernacchie;
- gli esplosivi dialoghi, serviti con l'esilarante contorno di gestualità, espressioni, mimica;
- i personaggi, volutamente eccessivi eppure pieni di calore;
- l'ambientazione, rustica ma non pittoresca, provinciale ma arricchita da un'ombreggiatura cool che conquista;
- la colonna sonora, robusta e ruspante;
- le interpretazioni, con un Salman Khan mostruosamente incontenibile: baffetto alla Gable, pupilla roteante, ghigno sardonico. Affiancato da un pugno di attori decisi a far quadrato con lui: Arbaaz Khan, Sonu Sood, e soprattutto Sonakshi Sinha, fiero cipiglio à la Vidya Balan, per nulla soggiogata dall'istrionismo di Salman.

Dabangg è davvero Bollywood al suo meglio, fragorosa e colorata. I suoi cliché, la sua retorica, il suo pathos melodrammatico, il suo masala. Centrifugati e poi sparati in tutte le direzioni da un regista esordiente che osa confrontarsi con la tradizione cinematografica hindi senza provare alcun timore reverenziale: solo goliardia e scanzonato affetto. Il risultato è una di quelle pellicole universali che divertono il pubblico più eterogeneo, perfette per una pazza serata fra amici ma anche per un festival internazionale.

Sessanta milioni di italiani non vedranno (*) Dabangg. Dovranno accontentarsi del solito, elegante cinema europeo. E del solito, magniloquente cinema americano. Ma la novità, il divertimento, l'energia, le idee sono altrove. Che si tratti dell'effervescente neo-Bollywood o che si tratti, come nel caso di Dabangg, del chiassoso, reinventato masala, l'industria cinematografica indiana negli ultimi anni non finisce di stupirci, di emozionarci, di ammaliarci.
(*) Dabangg è stato trasmesso in edizione doppiata in italiano e quasi integrale dal canale Rai4 il 21.02.12. Area del sito Rai dedicata all'evento. (Aggiornamento del 18.04.12).

TRAMA

Chulbul Pandey (Salman Khan) è un poliziotto allegramente corrotto che sottrae refurtive ai malavitosi per investirle (ehm) nella sua pensione integrativa. Arti letali. Grilletto facile. Battuta pronta. Cos'altro? Madre affettuosa (Dimple Kapadia), patrigno indifferente (Vinod Khanna), fratellastro adeguatamente stronzo (Arbaaz Khan), politico-gangster bello come il sole e supercattivo (Sonu Sood), pupa scontrosa e indipendente (Sonakshi Sinha). Ma poi: quale trama??

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* L'entrata in scena di Chulbul Pandey: il Lago dei cigni delle sequenze d'azione.
* Salman Khan (*****). Fighissimo. Bravissimo. Simpaticissimo. Dov'è la fila per chiedergli la mano?

LA BATTUTA MIGLIORE

(irripetibile)

RECENSIONI

The Times of India: ****
Volete sapere cos'è Bollywood? Guardate Dabangg. E' chiassoso, pazzo, esagerato, eccessivo, fumettistico, kitsch, generosamente insaporito con l'obbligatoria guarnizione desi di canzoni e danze, e traboccante di carisma da star. Ma soprattutto non ha un significato: vuole solo intrattenere, e lo fa in dosi massicce. L'esordiente regista Abhinav Kashyap compie un'inversione ad U e sceglie di percorrere un'altra strada rispetto a quella intrapresa dal fratello Anurag: no al realismo, sì alla re-invenzione in chiave contemporanea della vecchia formula del masala. Il fatto che in Dabangg non vi sia una trama è irrilevante. L'unico aspetto importante è Salman Khan, Salman Khan, Salman Khan e ancora Salman Khan. Così, da bravi, sedetevi e gustate lo star power di un intrattenitore di razza. La performance di Salman è talmente coinvolgente che perdonerete e dimenticherete tutto il resto. A questo aggiungete due aspetti altrettanto fondamentali: le eccellenti sequenze d'azione coreografate da S. Vijayan, e la trascinante colonna sonora di Sajid-Wajid e del debuttante Lalit Pandit. Ambientato in una piccola, sonnolenta cittadina dell'Uttar Pradesh, Dabangg crea un'affascinante tela di decadenza.
Nikhat Kazmi, 10.09.10

Hindustan Times: ***
Il protagonista rimane un eroe, anche se corrotto e privo di redenzione: Dabangg conferma in modo sottile una o due verità sui cambiamenti in atto in India. La trama è giustamente priva di senso e comunque non ve ne curerete. Questo swinging pastiche è un intero lotto - senza la noia - dei recenti lavori di Salman Khan. L'equilibrio fra parodia senz'anima e seriosa insensatezza è meglio riuscito rispetto a tentativi simili quali Tashan o Jhoom Barabar Jhoom. Dabangg è un super B-movie con un budget ragionevolmente alto. Sarebbe un delitto non guardarlo in un vecchio, decrepito cinema mono-sala, senza quello spirito tipico della rumorosa, tribale tradizione bollywodiana. Dabangg è davvero un film pazzo.
Mayank Shekhar, 10.09.10

Cinema Hindi: ****1/2
Punto di forza: (comodi?) regia, scene d'azione, coreografie, SalmanSalmanSalman, colonna sonora, item number, montaggio, SalmanSalmanSalman, ritmo, dialoghi, interpretazioni, SalmanSalmanSalman.
Punto debole: le sequenze girate a Dubai.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Salman Khan - Chulbul Pandey
* Arbaaz Khan (Fashion) - Makhanchan Pandey, fratellastro di Chulbul
* Sonakshi Sinha - Rajo, fidanzata di Chulbul
* Sonu Sood (Jodhaa Akbar) - Cheddi Singh
* Dimple Kapadia (Dil Chahta Hai) - Naini, madre di Chulbul e di Makhanchan
* Vinod Khanna (Wanted) - Prajapati Pandey, secondo marito di Naini e padre di Makhanchan
* Om Puri - ufficiale di polizia
* Anupam Kher - Dayal Babu
* Mahie Gill (Dev D) - Nirmala, fidanzata di Makhanchan
* Mahesh Manjrekar (Kaante, Slumdog millionaire) - padre di Rajo
* Tinu Anand (Ghajini) - padre di Nirmala
* Malaika Arora (Dil Se) - item song Munni Badnaam

Regia: Abhinav Kashyap
Sceneggiatura: Dilip Shukla (dialoghi per Andaz Apna Apna) e Abhinav Kashyap
Colonna sonora: composta da Sajid-Wajid, è davvero travolgente. Diversi brani sono diventati delle superhit ancor prima della distribuzione del film, Udd Udd Dabangg (un po' troppo simile ad Omkara, per la verità) e Tere Mast Mast Do Nain in testa. Ma la canzone che ha conquistato l'India è l'incandescente item song Munni Badnaam, composta da Lalit Pandit (per il testo integrale e la traduzione in inglese: clicca qui). Azzeccato anche il latineggiante commento musicale di Sandeep Shirodkar (Once upon a time in Mumbaai) che potete ascoltare nel trailer.
Coreografia: nei titoli di testa compare un nugolo di nomi fra coreografi e registi delle visualizzazioni dei brani. Raju Khan (Once upon a time in Mumbaai) ha coreografato Tere Mast Mast Do Nain. Farah Khan ha coreografato e diretto Munni Badnaam. Mudassar Khan ha coreografato Humka Peeni Hai, debuttando così a Bollywood. Ganesh Acharya (Raavan) ha diretto Udd Udd Dabangg. Radhika Rao e Vinay Sapru, registi del film Lucky, hanno diretto Tere Mast Mast Do Nain e Chori Kiya Re Jiya. Chinni Prakash (Jodhaa Akbar) è incluso nella lista dei registi delle visualizzazioni.
Coreografia nelle scene d'azione: l'ottimo S. Vijayan (Wanted) (*****)
Fotografia: Mahesh Limaye (Fashion)
Scenografia: Wasiq Khan (Wanted)
Montaggio: Pranav V. Dhiwar (Mr. Singh Mrs. Mehta)
Traduzione del titolo: dabang significa senza paura. L'aggiunta di una g finale non è dovuta, come spesso accade a Bollywood, a motivi scaramantici bensì fonetici: è un'indicazione a pronunciare correttamente la parola.
Anno: 2010
Awards:
* National Film Awards: miglior film d'intrattenimento. Aggiornamento del 12.07.11;
* IIFA (selezione): miglior film, miglior attrice esordiente, miglior sceneggiatura, miglior attore in un ruolo negativo (Sonu Sood), miglior colonna sonora, miglior coreografia Munni Badnaam (Farah Khan), migliori scene d'azione. Aggiornamento del 12.07.11; 
* Filmfare (selezione): miglior film, miglior attrice esordiente, miglior colonna sonora, migliori scene d'azione. Aggiornamento del 02.03.11;
* Star Screen (selezione): miglior attore protagonista, miglior attrice esordiente, miglior colonna sonora (ex aequo My name is Khan), miglior coreografia Munni Badnaam (Farah Khan), migliori scene d'azione. Aggiornamento del 02.03.11;
* Zee Cine: miglior film, miglior regista esordiente, miglior attrice esordiente, miglior sceneggiatura, miglior colonna sonora, miglior brano musicale (Munni Badnaam), miglior commento musicale, migliori scene d'azione, miglior montaggio. Aggiornamento del 02.03.11.
Sito ufficiale
Trailer (definito il migliore del 2010)

RASSEGNA STAMPA/VIDEO (aggiornata al 16 maggio 2022)

* 09.11.09, Hindustan Times: intervista a Sonakshi Sinha
* 03.08.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Abhinav Kashyap
* 04.08.10, Bollywood Hungama: intervista ad Abhinav Kashyap, prima e seconda parte
* 07.08.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Salman Khan in occasione del lancio a Delhi della colonna sonora
* 12.08.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Arbaaz Khan
* 18.08.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Salman Khan
* 23.08.10, Hindustan Times: intervista a Salman Khan, nella quale l'attore narra un aneddoto davvero esilarante. Pare che Katrina Kaif stesse guardando un film alla televisione. Ad un tratto chiamò Salman e gli disse: 'Guarda questo attore. E' uno nuovo che vorrebbe assomigliarti. Ma guardalo! Poveretto, non ce la farà mai!'. Il film era Maine Pyar Kiya, del 1989, che segnò il debutto ufficiale di Salman a Bollywood (anche se l'attore aveva già partecipato ad un'altra pellicola l'anno precedente: Biwi Ho To Aisi) e che gli valse il Filmfare Award per il miglior esordio maschile. E, ovviamente, il poveretto a cui si riferiva Kat era proprio il nostro Sallu...
* 26.08.10, Bollywood Hungama: intervista a Sonakshi Sinha
* 27.08.10, Bollywood Hungama: intervista ad Arbaaz Khan
* 27.08.10, Bollywood Hungama: live chat con Arbaaz Khan
* 30.08.10, Bollywood Hungama: intervista a Salman Khan nella quale Sallu pronuncia una frase tenerissima dedicata a Sonakshi Sinha: 'All'età di Sonakshi ero pieno di passione, di entusiasmo, di fervore. Oggi, sfortunatamente, non è più così. Ma quando noto che qualcuno è così entusiasta di lavorare con me, allora non entro in competizione con la co-star bensì col suo entusiasmo. E probabilmente è questa la ragione per cui mi vedete tanto coinvolto e pieno di energia in Dabangg'.
* 31.08.10, Bollywood Hungama: intervista a Sajid-Wajid
* 04.09.10, Bollywood Hungama: live chat con Sonu Sood
* 08.09.10, The Times of India: dichiarazioni di Sajid-Wajid
* 09.09.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Lalit Pandit
* 10.09.10, Hindustan Times: intervista ad Abhinav Kashyap
* 10.09.10, Bollywood Hungama: intervista a Sonakshi Sinha
* 10.09.10, Bollywood Hungama: intervista a Sonu Sood
* 16.09.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Sonu Sood
* 17.09.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Arbaaz Khan
* 16.05.22, MUBI, Jonah Jeng, Dabangg and projections of power:
'The opening fight in Dabangg (...) feels like a trailer, displaying a hyper-kinetic, collage-like aesthetic that embodies (...) a contemporary visual style that deprioritizes clear screen geography in favor of formal play and sensory hyper-stimulation. In this scene, rapid-fire cutting abounds but often seems to serve contradictory purposes. At points, it compresses and streamlines the space and time of an action, such as cutting from a shot of Chulbul [il protagonista] unwinding a fire hose to a shot of his leg kicking back to a close-up of his foot unlatching the valve that will release the soon-to-be-weaponized high-pressure stream; evoked here is the one-precisely-framed-action-after-another “constructive editing” (...) attributed to Hong Kong action cinema. Elsewhere, editing seems to arrest time, such as in presenting a spectacular maneuver from different angles or via axial cuts that seem to serve no purpose beyond lending the action a visual stutter. Temporal malleability is even more forcefully foregrounded in the scene’s toggling between speed ramp, “real time,” and slow motion, which occurs so frequently and fluidly that the distinctness of each time scale becomes subordinate to the act of moving between them. This time-shifting delivers a powerful physical jolt - the inertial kick when a speed-ramped segment shifts suddenly into slow motion, for example, or the catharsis of a temporally arrested maneuver rocketing into an accelerated impact - and helps thematize the power of the post-production specialist who fragments and remixes cinematic spacetime with abandon.
Indeed, this scene hinges on projecting a sense of power - both the power of our protagonist as an unstoppable physical force and the implied power of the post-production designer who, thanks to digital editing and visual effects software that enable more dynamic and fine-grained image manipulation, exerts an unprecedented level of control over the time and space of the image. To a significant extent, these two manifestations of power reinforce each other. (...) The foregrounded spatiotemporal malleability of the Dabangg scene seems to express and heighten our impression of Chulbul’s outsized power. Our protagonist is so much faster and stronger than his opponents that he seems to occupy a different plane of existence, phasing through space like an extra-dimensional entity unbound by physics at the human scale. Conversely, the way these stylistic flourishes are organized around the figure of the action hero (...) seems to concretize the omnipotence of the post-production specialist in the onscreen figure of the action hero. On the one hand, Chulbul, in his power, is framed as being like the specialist, rearranging bodies, objects, and physical laws with seemingly omnipotent ease. On the other hand, the post-production specialist - whose role is underscored through the scene’s ostentatiously “remixed” style - comes to feel like Chulbul, a powerful and agential figure in complete control of their environment.
The effect of mutual empowerment isn’t perfect. (...) Cinematic depictions of an action hero transcending normal physical limits often (...) threaten to undercut the impression of the action star as a real physical body in a real physical space. So it is with the Dabangg scene, in which the sense of Chulbul’s omnipotence is both enhanced by and challenged by the overt stylistic flourishes. (...) That said, the way in which the techniques are systematically synced with Chulbul’s shows of force (e.g., a shift to slow motion to highlight the physical virtuosity of a particular maneuver, speed ramps to exaggerate the sense of crushing impact) tips the scales in favor of empowerment as the scene’s reigning impression and ethos.
This sense of power is further enhanced by the overwhelming star wattage of actor Salman Khan, who plays Chulbul. (...) Within this pop cultural context, Chulbul’s specificity as a character dissolves into Khan the star; this character-actor conflation lends an extra-textual charge to the scene’s rhetoric of power, which draws on and allegorizes the meteoric rise of Khan-as-star at this juncture in his career. The emblematic moment occurs with Chulbul/Khan’s first appearance: after kicking down a door, whose toppling is speed-ramped to convey the kicker’s larger-than-life strength, the man appears in all his mustached, shades-sporting glory, framed in close-up and slow-motion and with accompanying multicolored text reading “Salman Khan as Chulbul Pandey.”
Emerging at the complex intersection of action-hero physicality, a digital “post-production aesthetic,” and mega-stardom, the experience of empowerment delivered by the scene is exhilarating. It is also disturbing, given that it sets the tone for a film about a cop who uses his “power” to do basically whatever he wants, from accepting bribes to shooting a fellow officer in the arm for laughs to hounding a woman until she marries him. Perhaps drawing extra-textually on Khan’s own status as (...) the scandal-laden “bad boy” of Bollywood, Chulbul’s ethical breaches are not condemned by the film but, rather, are framed as being mere rakish character quirks part and parcel of the man’s maverick personality. 
On the one hand impressive in its brazen embrace of such an abrasive protagonist, the way Dabangg makes light of Chulbul’s offenses does feel queasy, and this queasiness begins in this opening scene, whose celebratory (even if also tongue-in-cheek) portrait of a cop vanquishing opponents totally, unreservedly, and without accountability sits uneasily with the history and ongoing reality of police brutality in India. What makes the scene thrilling is precisely what makes it unsettling: the multi-pronged aesthetic and rhetoric of power takes on a troubling air when mapped onto the figure of the gleefully irresponsible police officer, for whom “power” slips all too easily into its abuses. For better and for worse, the scene is a tour de force of force, indulging a fantasy of might that glosses over a reality of violence'.

* Bollywood Hungama: intervista video ad Abhinav Kashyap
* Bollywood Hungama: intervista video a Salman Khan, prima e seconda parte
* Bollywood Hungama: intervista video ad Arbaaz Khan, prima e seconda parte
* Bollywood Hungama: intervista video a Sonakshi Sinha
* Business of Cinema: intervista video a Sonakshi Sinha
* Bollywood Hungama: intervista video a Sonu Sood
* Times Now: Making of Dabangg, con Abhinav Kashyap, Salman Khan, Arbaaz Khan e Sonakshi Sinha. Prima, seconda, terza e quarta parte
* Bollywood Hungama: video della presentazione della colonna sonora
* Mid Day: video di presentazione di Dabangg, con Salman Khan, Arbaaz Khan, Sonakshi Sinha e Malaika Arora. Il video ha un'ottima definizione, ma purtroppo è in hindi
* Bollywood Hungama: video della partecipazione di Salman Khan, Arbaaz Khan, Sonakshi Sihna e Malaika Arora allo show televisivo Entertainment Ke Liye Kuch Bhi Karega condotto da Farah Khan
* Times Now: video della proiezione privata di Dabangg con dichiarazioni di Aamir Khan
* Video: première di Dabangg
* Video: Munni Badnaam - The making
* Video: Udd Udd Dabangg - The making
* Video: Tere Mast Mast Do Nain - The making
* Video: Humka Peeni Hai - The making
* Video: Chori Kiya Re Jiya - The making
* Video: l'incendiaria esibizione di Salman Khan agli IIFA 2010 (con Zarine Khan, Govinda e Anil Kapoor)
* Video: sfilata di Salman Khan e Sonakshi Sinha in occasione degli IIFA 2010

* Bollywood Hungama: lista di tutti i link agli articoli e ai video dedicati a Dabangg

Vedi anche:

CURIOSITA'

* Dabangg ha davvero provocato un Big Bangg nella storia del cinema indiano, malgrado le previsioni poco ottimistiche da parte degli esperti che, dopo il weekend di distribuzione, sostenevano che Dabangg non ce l'avrebbe fatta a mantenere quel ritmo. Distribuito il 10 settembre in 1.500 sale, pare che Dabangg abbia già conquistato il record di incassi nella storia del cinema indiano nel primo giorno di programmazione (seguito da 3 idiots, Raajneeti, Housefull e Ghajini), nel primo weekend di programmazione, nonchè nella prima settimana di programmazione, battendo 3 idiots. Ovviamente i risultati non sono ancora definitivi, ma ad oggi Dabangg è il campione d'incassi del 2010 ed il secondo di tutti i tempi nella storia di Bollywood dopo 3 idiots ed ex-aequo con Ghajini. Attenzione: questi dati non tengono conto dell'inflazione. Video diffuso da Times Now.
* In un articolo pubblicato da The Times of India, alcuni cineasti indiani tentano di spiegare le ragioni dell'enorme successo di Dabangg. Mahesh Bhatt ritiene che Dabangg abbia riconquistato quello spazio ceduto dai registi bollywoodiani (più legati a storie ambientate nelle metropoli) alle cinematografie non in lingua hindi. Secondo Bhatt il pubblico metropolitano è sofisticato solo in superficie. Sudhir Mishra (Chameli) aggiunge: 'I nostri registi nelle loro teste vivono in America, e si vergognano di realizzare dei film hindi tradizionali. I grandi film hindi si ispirano alla realtà indiana, ma ultimamente i registi provenienti da famiglie bollywoodiane hanno preferito lasciare questo genere di storie a Vishal Bhardwaj, Rajkumar Hirani, Anurag e Abhinav Kashyap'.
* Arbaaz Khan ha rilasciato le seguenti dichiarazioni a Hindustan Times: 'E' un'emozione indescrivibile constatare che il mio lavoro sia stato finalmente riconosciuto. Mai avrei immaginato che Dabangg sarebbe stato un tale successo. Non sono d'accordo sul fatto che la pellicola sia diventata un blockbuster grazie alla promozione e alla presenza nel cast di Salman Khan in un ruolo d'azione. Allora perchè Veer è stato un flop? Perchè Wanted non ha incassato quanto Dabangg? Dabangg non è solo un film d'azione: ci sono l'aspetto comico, una grande colonna sonora e un'attrice protagonista molto apprezzata per la sua performance. E comunque so solo che la mia famiglia ed io siamo di fronte ad uno dei più grossi successi di Bollywood, e ci piace pensare che l'intera industria cinematografica di Mumbai stia condividendo la nostra gioia, perchè un blockbuster di queste dimensioni significa prosperità per tutti. Organizzeremo presto un party celebrativo a cui vorremmo invitare gli esponenti del settore, ma ciò comporterebbe una lista di ospiti di 15-20 mila persone, e sarebbe ingestibile, quindi dovremo limitarci agli amici'. Articolo originale.
* Dabangg è stato proiettato in Norvegia, inaugurando una rassegna dedicata al cinema hindi. Video: Salman Khan e Sonakshi Sinha in Norvegia. Immagini.
* Pare che solo le sequenze d'azione abbiano richiesto sessanta giorni di riprese, di cui dieci destinati alla famosa scena con l'olio, nella quale, fra l'altro, gli attori continuavano a scivolare e cadere per terra. Salman compreso, che ha girato senza il supporto di uno stuntman. Gran divertimento per tutti ma anche grandi lividi.
* Abhinav Kashyap, fratello del più noto Anurag Kashyap, è stato assistente alla regia di Mani Ratnam in Yuva (nel quale ha anche recitato in un ruolo minore), e ha scritto i dialoghi di Manorama e di 13B. Abhinav aveva avvicinato Arbaaz Khan per proporgli un ruolo in Dabangg, ma l'attore si innamorò della sceneggiatura e decise di produrre il film inaugurando così la sua casa di produzione.
* Sonu Sood era stato scelto da Abhinav Kashyap per il ruolo del protagonista, prima che Salman Khan accettasse di aderire al progetto. Sonu e Abhinav si conoscono dai tempi di Yuva. Fu allora che Abhinav promise a Sonu che lo avrebbe scritturato per il suo primo film. Il personaggio di Cheddi Singh si ispira al politico del Bihar Rajesh Ranjan, alias Pappu Yadav, attualmente in prigione. La famiglia di Yadav ha molto apprezzato la performance di Sonu, e lo stesso Yadav ha chiesto a Sood di organizzare una proiezione in carcere. L'attore aveva in precedenza incontrato Yadav per calarsi meglio nel ruolo di Cheddi. Articolo di The Times of India.
* Mahesh Manjrekar è regista e attore. Nel 2010 è stato distribuito il suo ultimo film da regista, City of gold. Manjrekar ha diretto la pellicola in lingua marathi Astitva, distribuita nel 2000, con Tabu, pellicola che si è aggiudicata il National Award per il miglior film in lingua marathi.
* Il duo di fratelli Sajid-Wajid ha composto negli ultimi anni una decina di colonne sonore per film interpretati da Salman Khan, fra cui Partner, Hello e Wanted.
* Lalit Pandit, componente del noto duo, ormai sciolto, Jatin-Lalit, ha composto per la prima volta la musica e le parole per un'item song, Munni Badnaam, che costituisce il primo successo da solista del compositore.
* Chulbul è il soprannome di un nipote di Abhinav Kashyap. L'aggettivo chulbula significa disubbidiente.
* Om Prakash Jakhar è l'intestatario del numero di telefono mostrato in una delle locandine di Dabangg. Lo sfortunato signore riceve quotidianamente più di 500 telefonate, persino dal Giappone, dalla Cina, dalla Svizzera e dall'Arabia Saudita. La produzione ha risposto che nessuno si era accorto dei numeri di telefono stampati sullo sfondo del poster. Problemi analoghi si erano verificati per Ghajini e per Milenge Milenge. Articolo originale.
* Aggiornamento del 30 maggio 2021: da oggi è in straming su Disney Plus la serie animata ispirata a Dabangg. Qui un assaggio.
* Film che trattano lo stesso tema: Wanted. Film ambientati nell'entroterra indiano: Ishqiya. Film altrettanto divertenti e insensati: Tashan, che però è stato un gigantesco flop.

GOSSIP & VELENI

* Salman Khan, Arbaaz Khan e Sohail Khan (Main Aurr Mrs. Khanna) sono fratelli. Il padre è Salim Khan, rinomato sceneggiatore in coppia con Javed Akhtar: insieme hanno scritto il film più celebre della storia del cinema indiano, Sholay. Malaika Arora è la moglie di Arbaaz Khan.
* Il successo senza precedenti di Dabangg ha apportato un significativo cambiamento nella vita sociale di Salman Khan. La star, solitamente non molto attenta alla gestione dei suoi rapporti sociali (nonchè, va detto a suo credito, allo sfruttamento di tali relazioni a scopo promozionale), pare si sia decisa ad affidarne la responsabilità ad una società specializzata. La prima iniziativa proposta da questa società è l'organizzazione di un party celebrativo del successo di Dabangg, che avrà come effetto collaterale ma non meno importante quello di affermare il nuovo potere a Bollywood dei Khan come famiglia. Il party si terrà entro la prima settimana di ottobre in un hotel a 7 stelle o in una delle residenze personali di Salman. La lista degli ospiti dovrebbe includere i Bachchan, i Kapoor, i Chopra, i Roshan, Aamir Khan, Priyanka Chopra, Kajol e Ajay Devgan, Saif Ali Khan e Kareena Kapoor. Assente Shah Rukh Khan. Ci chiediamo: e Aishwarya Rai?
* Sonakshi Sinha è la figlia di Shatrughan Sinha, noto attore degli anni settanta e ottanta, che presto rivedremo in Rakta Charitra di Ram Gopal Varma. La madre di Sonakshi è l'attrice Punam Sinha (Jodhaa Akbar). Il fratello di Sonakshi, Luv, ha debuttato quest'anno in Sadiyaan. Shatrughan non si è presentato alla proiezione speciale di Dabangg organizzata per le famiglie perchè troppo nervoso: ha preferito vedere il film solo dopo aver verificato che la performance della figlia era stata favorevolmente accolta. Le famiglie Sinha e Khan sono in rapporti di amicizia da sempre.
* Sonakshi Sinha sino a qualche tempo fa pesava quasi novanta chili, e mai avrebbe pensato di dedicarsi al cinema. Sonakshi ha frequentato una scuola per stilisti, ed il suo sogno era lavorare nel campo della moda. Stimolata dalla famiglia, la ragazza cominciò a frequentare una palestra e a perdere peso. Abbigliata in modo tradizionale, partecipò al matrimonio di Amrita Arora, sorella di Malaika. Salman e Arbaaz la notarono e le chiesero di accettare il ruolo di Rajo. Sonakshi non ebbe quindi il tempo di prepararsi studiando recitazione: i due Khan e il regista Abhinav si sono occupati del training. Pare anche che Salman verificasse giornalmente che Sonakshi si recasse in palestra dopo le riprese.
* Sembra che Vidya Balan e Rani Mukherjee abbiano contattato Sonakshi congratulandosi per la sua interpretazione.
* Vinod Khanna è un noto attore degli anni settanta e - parzialmente - degli anni ottanta. Nel 1975 divenne seguace di Osho, e nel 1979 si trasferì per quattro anni nella comunità di Osho negli USA, con le mansioni di lavapiatti e giardiniere. Il suo matrimonio finì in un divorzio. La sua assenza dalle scene durò otto anni. Vinod è il padre di Akshaye e di Rahul Khanna (Earth).
* Il successo di Dabangg ha provocato un terremoto nel calendario delle prime. Nessun film è stato distribuito insieme a Dabangg, e nessun film commerciale è stato distribuito nelle due settimane successive. La distribuzione di Anjaana Anjaani e di The robot, inizialmente prevista per il 24 settembre, è stata infatti rimandata al primo ottobre, causando slittamenti a cascata.
* Dabangg non è stato distribuito in Pachistan in occasione dell'Eid: le autorità pachistane hanno ritenuto che la pellicola bollywoodiana avrebbe danneggiato la produzione locale. Aggiornamento del 28.09.10: Dabangg è stato distribuito in Pachistan una settimana dopo rispetto all'India, ottenendo un clamoroso successo. Tre anni fa era stato abolito il bando alle pellicole indiane, dando respiro alle sale locali. L'industria cinematografica pachistana produce pochi film all'anno (nei primi nove mesi del 2010 solo una decina) e di budget contenuto. La qualità non sempre impeccabile delle pellicole contribuisce allo scarso successo di pubblico. Pubblico che premia invece la produzione indiana: non solo Dabangg, ma anche Once upon a time in Mumbaai, I hate luv storys, Housefull. E malgrado il costo dei biglietti sia quasi doppio rispetto a quello dei film pachistani. Articolo di The Times of India.
* Durante le riprese del brano Chori Kiya Re Jiya, nella sequenza in cui Salman e Sonakshi sono in moto nel deserto, la sciarpa dell'attrice si impigliò nella ruota. A causa del rumore del motore, Salman non sentì le richieste di aiuto di Sonakshi. Fortunatamente l'attore si voltò in tempo per evitare alla partner una brutta caduta oltre che lo strangolamento.
* Sonu Sood girando la sequenza d'azione finale con Salman Khan si fratturò il naso.
* Sembra che Om Puri sia rimasto deluso dal montaggio definitivo di Dabangg: il suo ruolo è stato notevolmente ridotto.
* Pare che Salman Khan abbia proposto dei cambiamenti nella sceneggiatura di Dabangg per rendere il film più rapido, cambiamenti accettati di buon grado da Abhinav Kashyap. Non solo: sembra che Sallu abbia attivamente partecipato al montaggio di Dabangg. Anche nel caso di Veer Salman aveva proposto dei tagli, ma il regista si rifiutò di ascoltarlo.
* Salman spiò in un locale alcuni ubriachi che ballavano, ed in seguito propose quei buffi movimenti per la coreografia di Udd Udd Dabangg. Non solo: i passi di Sallu in Munni Badnaam sono stati copiati da quelli involontariamente improvvisati dal suo truccatore. Salman li sbirciò dal set e chiese all'atterrito assistente di riproporli davanti a tutti. Farah Khan li ripulì e li incluse nella coreografia.
* Salman Khan ha personalmente richiesto alla rock band Underground Authority di riproporre i brani della colonna sonora di Dabangg in una nuova versione rock. Video dell'esibizione degli Underground Authority allo show televisivo India's got talent Khoj 2: la canzone proposta è Urvasi Urvasi di A.R. Rahman, tratta dalla colonna sonora di Kadhalan, film in lingua tamil del 1994. Profilo degli Underground Authority in MySpace.
* Pare che il successo di Dabangg abbia incrinato l'amicizia fra Salman Khan e Govinda. Salman aveva promesso a Govinda di offrire alla figlia un ruolo da protagonista in uno dei suoi film per favorirne il lancio a Bollywood, ma poi, per Dabangg, è stata scelta Sonakshi Sinha. Govinda e famiglia non sono intervenuti alla prima di Dabangg adducendo come scusa un problema di salute.
* Nei giorni di distribuzione di Dabangg Salman Khan si è ritrovato invischiato in una polemica nazionale per aver dichiarato, nel corso di un'intervista al canale televisivo pachistano Express 24/7, che le esplosioni a Mumbai del 26 novembre 2008 avevano beneficiato di una grande rilevanza mediatica solo perchè le vittime coinvolte appartenevano a classi sociali elevate. Queste parole hanno scatenato un tale vespaio da costringere la star a scrivere nel suo profilo in Twitter: 'Sembra che farei meglio a chiudere con Twitter. Non lo vorrei, ma cosa posso farci? Ho combinato un casino, mi dispiace, e non mi vergogno di chiedere scusa'. In effetti da allora l'attore ha postato pochi messaggi. In seguito Salman ha dichiarato: 'Circa tre settimane fa ho rilasciato un'intervista. Poi mi sono visto alla televisione, e le mie parole suonavano insensibili. Ma io intendevo dire che tutti gli esseri umani sono uguali. Perchè alcune morti ricevono maggior attenzione di altre dai mass media?'. Video dell'intervista rilasciata a Express 24/7: prima, seconda e terza parte. Video diffuso da Business of Cinema che riporta le scuse di Salman. Articolo di Hindustan Times.
* Pare che la musica di Munni Badnaam sia stata copiata nota per nota dal brano Ladka Badnaam Hua Haseena Tere Liye tratto dalla colonna sonora del film pachistano Mr. Charlie del 1992. In passato il duo Jatin-Lalit si era ispirato alla nota canzone Can't take my eyes off you per Haan Haan Yeh Pyaar Hai, dalla colonna sonora di Dillagi (1999). Munni Badnaam è attualmente nella lista dei venti brani più trasmessi dalle radio indiane, e alla distribuzione della pellicola era al numero uno nella chart delle superhit. Articolo di Mumbai Mirror. (Aggiornamento del 10.10.10).
* Aggiornamento del 13.03.11: Munni Badnaam è entrata nel Guinness dei primati. Al Melbourne Park, alla presenza dei giudici ufficiali del Guinness World Records, 1.235 persone hanno ballato senza fermarsi al ritmo della nota canzone, battendo il precedente record stabilito a Singapore (1.008 persone). Articolo di Bollywood Hungama. Video.
* La Zandu Pharmaceuticals aveva intimato ai produttori di Dabangg di cancellare il riferimento all'antidolorifico Zandu Balm dal brano Munni Badnaam, minacciando un'azione legale. Ma ora sembra che l'azienda preferisca utilizzare la canzone a scopo promozionale (!).
* Salman Khan era già stato in Norvegia un paio di anni fa per uno show musicale. Durante il suo recente soggiorno, una folla di indiani ha stazionato all'ingresso del Thon Hotel di Oslo. L'attore ad un certo punto è apparso sul balcone della sua camera per salutare i fan. Ma la folla non si è accontentata, ed ha continuato a chiamare il divo. Il direttore dell'albergo ha chiesto a Salman di porre fine agli schiamazzi notturni. Sallu ha quindi implorato i fan di disperdersi.
* Pare che a Purnia, in Bihar, davanti al cinema Roopbani, sala di seicento posti, si sia presentata una folla di milleduecento persone decise a vedere Dabangg.
* Segnaliamo la divertentissima cronaca pubblicata da Joginder Tuteja di Bollywood Hungama. In onore di Dabangg, il giornalista, dopo ben sette anni, ha rimesso piede in un glorioso vecchio cinema mono-sala, in compagnia degli amici storici e senza le mogli, per godersi il puro divertimento di assistere in modo davvero bollywoodiano alla proiezione di un film superbollywoodiano. E noi qui verdi dall'invidia!
* Dabangg è stato proiettato ben due volte a Mannat, la residenza personale di Shah Rukh Khan. Ovviamente non vi è stata nessuna comunicazione con Salman Khan: Shah Rukh si è rivolto alla casa di produzione partner di Arbaaz Khan, mentre Gauri Khan ha contattato Malaika Arora.
* La (ehm) scrittrice Shobhaa De (Notti di Bollywood, da evitare assolutamente) non ha gradito Dabangg: il 13 settembre ha pubblicato nel suo blog un articolo non proprio morbido nei confronti del film. Il 4 ottobre Arbaaz Khan ha risposto per le rime dal suo profilo in Twitter, supportato da numerosi messaggi di approvazione da parte dei fan di Dabangg. Articolo di Bollywood Hungama. (Aggiornamento del 06.10.10).
* La linea di gadget ispirata a Dabangg e composta da magliette, orologi e occhiali da sole è stata disegnata dalla società di Dino Morea, la Cool Maal.
* Lo staff del regista Vipul Shah ha dovuto cancellare i cuori dagli occhiali scuri di Akshay Kumar nella locandina ufficiale di Action Replayy perchè già presenti in quella di Dabangg.
* E' ancora presto per credere a queste voci, ma pare sia già in cantiere il progetto di un sequel, intitolato Dabangg 2 o Robin Hood Pandey, ambientato a Mumbai. E pare che la coppia Salman-Sonakshi interpreterà altri due film insieme: il sequel di Dabangg e il remake hindi del blockbuster telugu Kick. Pare che in Dabangg 2 Sonu Sood interpreterà il fratello gemello di Cheddi Singh.
* Ultimamente a Bollywood è scoppiata la moda dei baffi: quest'anno abbiamo visto Ajay Devgan in Raajneeti, Emraan Hashmi in Once Upon a time in Mumbaai, Salman Khan in Dabangg. E presto vedremo Vivek Oberoi in Rakta Charitra e Shahid Kapoor in Mausam. In passato ricordiamo Aamir Khan in Mangal Pandey, Shah Rukh Khan in Paheli, Hrithik Roshan in Jodhaa Akbar. I più famosi baffi di Bollywood rimangono però quelli di Anil Kapoor, che pare abbia osato presentarsi rasato solo sul set di Salaam-E-Ishq.

24 settembre 2010

KOSHISH


Un film senza parole e quasi privo di suoni ma dall’espressività squarciante. Una silenziosa poesia di segni e sguardi. Gli occhi gridano e gesti appena accennati suggeriscono emozioni, lanciano richiami, sigillano promesse. Nella tenerezza, nella disperazione, emerge la storia di un amore puro, un legame indissolubile acceso dalla volontà di sfidare la natura e il destino. L’essere infantili, testardi, forti e scoprirsi di colpo ingenui, fragili e irresponsabili. Due vite che si legano in un unico e difficile cammino, un lungo percorso, un tentativo.


TRAMA

Aarti e Hari, entrambi sordomuti , si innamorano e decidono di costruire una vita insieme. Fiduciosi di poter avere una propria casa e una propria famiglia affrontano ogni ostacolo senza scoraggiarsi e custodiscono con pazienza, giorno dopo giorno, la propria felicità.


Gulzar è stato per il cinema indiano una risorsa inesauribile di energia: poeta, scrittore, sceneggiatore, regista, una personalità completa e complessa, un talento creativo dai mille volti i cui contributi furono fondamentali nella realizzazione e nel successo di innumerevoli produzioni. Protagonista prediletto dei film da lui diretti il sorprendente Sanjeev Kumar, attore dalla comunicatività urlante, fusione perfetta di raffinatezza e prepotenza espressiva, l’uomo comune e l’artista, la virilità nascosta da fragilità e tenerezza, la volontà di esprimere senza riserve le proprie sensazioni. Jaya Bhaduri condivideva con Sanjeev uno stile interpretativo piuttosto somigliante e perfettamente compatibile, oltre che e un’immagine altra, schiva, discreta, coinvolgente. La loro collaborazione professionale fu chimica istantanea, e Koshish, un film attentamente studiato per loro, ne celebra la perfetta e completa interazione.

La vita quotidiana è una lotta nella quale non bisogna perdersi d’animo, questo sembra suggerire il film, nella quale l’unione di diverse esperienze di limiti e debolezze può trasformarsi in una solidissima forza. L’essere umano è pieno di risorse ed è nella sua natura cercare di superare gli ostacoli imposti, la volontà e l’amore vincono sulla vulnerabilità, sui pericoli, sull’isolamento.

Una perla silenziosa sperduta nell’oceanica (e fantastica) produzione cinematografica indiana, Koshish è una dolcissima canzone d’amore, più di una riflessione, più di un dibattito, più di un film sociale. La malinconia del vivere, la sincerità, l’affetto, la voglia di reagire si impossessano degli attori, e di ogni loro azione, trasformando il film in una delicata favola. Una favola dove la capacità di comprendersi e di non abbandonarsi diviene una tesoro prezioso .


Il mio giudizio sul film : ***** 5/5


ANNO : 1972

TRADUZIONE DEL TITOLO: Tentativo

REGIA : Gulzar


CAST:

Sanjeev Kumar……………….Hari

Jaya Bhaduri…………………….Aarti

Om Shivpuri......................... Narayan

Asrani………………………….Kamu

Dina Pathak.................... Durga



COLONNA SONORA : Madan Mohan, testi di Gulzar


PLAYBACK SINGERS : Mohammad Rafi, Sushma Shreshta



QUALCOS'ALTRO:

- Nel film ha un veloce cameo anche l'attore Dilip Kumar

- Sia Sanjeev Kumaar che Jaya Bhaduri vinsero il National Award per la loro interpretazione nel film

- Alcune canzoni scritte dal compositore Madan Mohan prima della sua morte e mai utilizzate in alcun film vennero riprese , sottoposte a modifiche e incluse nella colonna sonora di Veer Zaara (2004).

- Anche nel film di S.L. Bhansali Khamoshi - the musical viene ripreso il tema di una coppia sordomuta (Seema Biswas e Nana Patekar) che cresce una figlia in grado di sentire e parlare.


21 settembre 2010

MEHBOOB KI MEHNDI



Oro e rosso, viola e bianco, verde smeraldo e giallo sole, trionfi di azzurro, ovattatissimo rosa. La bellezza formale delle inquadrature, delle scenografie e dei costumi vincono sull'assenza di una storia e di un credibile intreccio. La regia costruisce un quadro piacevolmente irreale in cui la protagonista sfoggia abiti principeschi, cotonate pettinature, sullo sfondo di interni fastosi, veli colorati e belle melodie. A far sorridere i più giovani le gag di un ragazzino simpatico e di un buffo pazzo innamorato, a soddisfare spettatori e spettatrici la star Rajesh Khanna nel pieno della sua forma, e, per i più esigenti, versi e virtuosismi poetici. Ma non è abbastanza. Nella sua trionfante dolcezza il film si mantiene sospeso senza una direzione, restando una vistosa nuvola di nulla.


TRAMA

Shabana si accorge di essere la figlia di una cortigiana e scopre che gli amici di sua madre la stanno cercando per far di lei una prostituta. Aiutata dalla nonna, la ragazza sale sul primo treno e si ritrova a Lucknow, dove , grazie al suo aspetto angelico, le sarà facile trovare un lavoro rispettoso, un ricchissimo alloggio oltre che un affascinante corteggiatore e un promettente matrimonio in vista. La fortuna le sorride abbondantemente, ma ecco che il passato, e qualche scomodo personaggio, sono pronti a fare capolino nel suo quadro di felicità perfetta.


Il film, elegante e romantico, fu un'autentica super hit commerciale grazie alle belle canzoni, facilissime da memorizzare , i manierismi ammiccanti di Khanna, il trascinante humor e qualche scena graziosa davvero. Purtroppo, seguendo una tendenza contemporanea secondo la quale anche film delicati e poetici si ritrovavano di punto in bianco strani epiloghi con lunghissime udienze in tribunale (vedi anche Ek Nazaar, la cui atmosfera piacevole si interrompe di colpo quando il regista fa marcia indietro e parcheggia erroneamente il film nella sezione thriller). Mehboob ki mehndi , la cui forza è esclusivamente data dall’unione di estetica + raffinatezza, subisce un repentino blocco e si cementa sulla sue ultime sequenze, seriose, inutili, eccessivamente esplicative. Neanche Pradeep Kumar, attore veterano e abitué dei film sentimentali guidati da versi in Urdu, riesce a risollevarne le sorti e si nasconde dietro una barba posticcia.

Applausi solo a Rajesh Khanna, fresco, spontaneo e divertente, ai costumisti di Leena Chandavarkar e a Laximikant / Pyarelal, autori della colonna sonora.



Il mio giudizio sul film : ** 2 / 5

ANNO : 1971

TRADUZIONE DEL TITOLO: Il mehndi dell’ amato
I disegni al mehndi, (tatuaggi temporanei di buon auspicio eseguiti solitamente su mani e piedi delle spose), sono una caratteristica dell’arte estetica indiana. Elaborati motivi, impreziositi a volte da applicazioni luccicanti, vengono tracciati secondo la propria fantasia o ricalcando stencil già definiti in un vero e proprio rituale domestico precedente alle nozze.


REGIA : H.S. Rawail

CAST:

Leena Chandavarkar………………………… Shabana
Rajesh Khanna……………………………… Yusuf
Pradeep Kumar………………………………Anwar Qamaal
Indira Bensal………………………………… la nonna
Paro……………………………………………Gulkand
Jagdish Raj…………………………………Nisar


COLONNA SONORA : Laxmikant / Pyarelal, testi di Anand Bakshi

PLAYBACK SINGERS: Kishore Kumar, Lata Mangeshkar, Mohammad Rafi

20 settembre 2010

AISHA


Ispirato al capolavoro di Jane Austen, Emma, arriva Aisha, versione cinematografica in lingua Hindi e in chiave moderna di un classico della letteratura inglese.

TRAMA

Aisha (Sonam Kapoor), giovane e di famiglia agiata, passa il suo tempo a comprare vestiti e a combinare matrimoni. La sua ultima sfida è rappresentata da Shefali (Amrita Ouri), una ragazza dalla disponibilità economica modesta e dai gusti poco glamour, per la quale Aisha intende trovare un buon partito.

RECENSIONI

The Times of India ****
Aisha, diretto da Rajshree Ojha e prodotto da Rhea Kapoor, è affascinante per molte ragioni. In primo luogo il film abbaglia col suo stile. Aisha è davvero una delle pellicole di fattura più squisita create a Bollywood non nel genere d'azione. Gli abiti, gli accessori e le tonalità di colore sono stati attentamente coordinati. Complimenti alla stilista Pernia Qureshi e al costumista Kunal Rawal per aver inaugurato un nuovo canone estetico per il cinema desi. Ma il quoziente stilistico funziona perchè i personaggi femminili sono veri, e quelli maschili non sono da meno. Quanto alle performance, Sonam Kapoor è grande, Abhay Deol sfodera uno charme irresistibile, e tutto il cast è all'altezza. La colonna sonora composta da Amit Trivedi è eccellente.
Nikhat Kazmi, 05.08.10
La recensione integrale.

Hindustan Times * 1/2
Mira Nair, residente a New York, in Monsoon wedding sembrava più vicina alla classi agiate di New Delhi di origine punjabi di quanto non lo siano gli affettati cineasti di Mumbai qui in India. Aisha si ispira al romanzo Emma di Jane Austen più o meno nello stesso modo in cui Gurinder Chadha aveva insopportabilmente adattato Orgoglio e pregiudizio in Matrimoni e pregiudizi. Se può essere di consolazione, Aisha lo fa meglio. Abhay Deol è affidabile come sempre, anche se qui spreca il suo tempo. Con Aisha si può voyeuristicamente condividere un'esperienza di lusso e di ricchezza e sperare che quest'avventura fuori porta nasconda le insulsaggini della storia e il bla-bla dei dialoghi venduto per perfetto hinglish. Il film è freddo. Le coppie ruotano in circolo, continuano ad incontrarsi, con poco da dire o da fare.
Mayank Shekhar, 06.08.10
La recensione integrale.

Diana **
Lontanissimo dall'arguta ironia, dalla pungente satira sociale e dal delicato quanto appassionato romanticismo dei libri della Austen, Aisha è un rifacimento sterile e davvero poco coinvolgente.
La protagonista, interpretata da Sonam Kapoor, che ad ogni apparizione sembra sempre più magra come purtroppo richiesto dalle ultime tendenze di certi film bollywoodiani, non è altro che una ragazzetta viziata e snob che si ravvede a comando giusto in tempo per la fine del film. Come gli altri personaggi si aggira, una figurina patinata sempre in posa, sperduta senza altro da fare che sorridere o essere imbronciata a favore di camera.
La storia è fortemente banalizzata e, pur volendo lasciar perdere l'inevitabile ed impietoso raffronto con il romanzo ottocentesco, rimane inconsistente.
Un film inutile, da evitare senza rimpiati.

Il brutto:
- Il look iper raffinato delle pellicola. Gli ambienti sono molto lussuosi e le ragazze sono vestite secondo le ultimissime tendenze delle passerelle occidentali, con grande sfoggio di griffe, come Dior e Louis Vuitton, senza dimenticare il marchio L'Oreal, che, sponsor del film, compare in più di una inquadratura. Sonam Kapoor, ovviamente la più stilosa di tutte, guida un maggiolino volkswagen e calza scarpe all'ultima moda: che noia!
- La totale mancanza di brani danzati.
- Gli ultimi dieci minuti del film durante i quali Aisha (Sonam Kapoor) sale su un palco per una dichiarazione pubblica e piuttosto dozzinale, ancora una volta in totale contraddizione con il personaggio del romanzo a cui si ispira. In Emma, infatti, la ritrosia ed il pudore dei sentimenti non solo caratterizzano i protagonisti ma sono parte integrante della trama.

Il bello:
- Abhay Deol, l'attore di Manorama Six Feet Under e Dev D, è l'unico che con una buona interpretazione e il suo carisma riesce a ricordare l'appeal dei personaggi della Austen.
- La colonna sonora firmata Amit Trivedi.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Arjun Burman - Abhay Deol
Aisha Kapoor - Sonam Kapoor
Randhir Ghambir - Cyrus Sahukar
Dhruv Singh - Arunoday Singh
Pinky Bose - Ira Dubey
Shefali Thakur - Amrita Puri
Aarti Menon - Lisa Haydon

Diretto da Rajshree Ojha

Prodotto e distribuito da Anil Kapoor Film Company in collaborazione con PVR Pictures

Musiche di Amit Trivedi

Parole di Javed Akhtar

Coreografie di Ashley Lobo, Terrence Lewis e Karan Boolani

Anno: 2010

CURIOSITA'

- Il romanzo di Jane Austen dagli anni '40 ad oggi è stato oggetto di diversi adattamenti per la tv e per il cinema. Uno dei più recenti è quello del 1996, protagonista Gwyneth Paltrow.

- Sonam Kapoor è la figlia di Anil Kapoor che ha prodotto la pellicola.

- Mentre Sonam Kapoor era impegnata nella massiccia campagna pubblicitaria del film e dichiarava orgogliosa di aver usato molti dei vestiti presi dall'armadio di casa per il suo personaggio o lanciava un nuovo gusto di gelato dal nome Aisha per il marchio Hagen Daz, sponsor del film, Abahy Deol mostrava una certa lungimiranza tenendosi alla larga da tutta la promozione. L'attore era infatti impegnato sul set di Zindagi Na Milegi Dobara, diretto da Zoya Akhtar, in cui sarà protagonista insieme a Hrithik Roshan, Farhan Akhtar e Katrina Kaif.

Il sito ufficiale del film.

19 settembre 2010

U D A A N


Immaginate di ambientare il romanzo Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti in una tetra città industriale nel nord-est dell'India, Jamshedpur, e di cancellare ogni comunicazione fra i personaggi. Solo raggelanti silenzi. Otterrete qualcosa di molto simile a questo film.
Definire Udaan una storia di rapporti conflittuali fra genitori e figli sembra riduttivo. Udaan è anche una storia di rapporti conflittuali fra genitori e figli, ed è anche una storia di formazione, ma è soprattutto un'efficace rappresentazione di desolante solitudine familiare. I tre protagonisti - e il fatto che due di essi siano minorenni è ininfluente - vivono imbozzolati in un claustrofobico mondo interiore di complesse emozioni, e manifestano il proprio isolamento in modi diversi. Il piccolo, silenzioso Arjun, che non ha mai conosciuto la madre, esorcizza le sue paure in giochi solitari nei quali rivive le prevaricazioni di cui è vittima. L'adulto Bhairav, schiacciato dall'ingombrante ricordo di un padre dispotico e anaffettivo e dalla responsabilità di crescere due figli senza una donna accanto, reagisce con arida aggressività alla sua incapacità di relazionarsi. Il diciassettenne Rohan, sperimentando e osando, con l'energia e le speranze proprie della sua età, non rinuncia ad inseguire la felicità, seppur confusamente sognata. Il suo ingresso in scena scatenerà un effetto deflagrante.

Un buon film, così come un buon libro, dovrebbe innanzitutto emozionare e coinvolgere. L'intrattenimento, la riflessione, l'estetica sono importanti, ma un'opera artistica possiede quel qualcosa in più quando lo spettatore/lettore vi si immerge completamente, sente e vive le stesse emozioni dei personaggi, se ne innamora, è accompagnato per giorni dal ricordo di quanto ha visto o letto.
Udaan emoziona tantissimo. Narra una storia semplice - ottimamente scritta e interpretata -, ma il regista, l'esordiente Vikram Motwane, con piglio deciso crea un'atmosfera da tragedia incombente che impedisce allo spettatore persino di deglutire. E lo fa gestendo in modo impeccabile dialoghi, sguardi, fine introspezione psicologica. Il pubblico è catturato dalla tensione e dall'inevitabile empatia che sviluppa nei confronti del giovane eroe. Ed è premiato da uno splendido finale.

I detrattori di Udaan puntano il dito contro quella che considerano un'esagerata connotazione negativa del personaggio del padre, ma Bhairav non è nè eccessivo nè stereotipato, solo (fortunatamente) poco comune. Anche gli adulti con problemi caratteriali e psicologici si riproducono: l'inadeguatezza ad essere buoni genitori non rende automaticamente sterili. Udaan è lontano anni-luce dalle rappresentazioni bollywoodiane di armonia familiare, nelle quali il disaccordo esplode solo nella scelta del partner per i figli. In Udaan la psicologia degli adolescenti e le dinamiche dei rapporti familiari sono sottilmente indagate. Non solo: la pellicola ci offre uno spaccato realistico dell'attuale classe media indiana, delle fratture generazionali in atto, delle nascenti e insopprimibili aspirazioni di una nuova, sempre più larga fascia di popolazione che invoca il diritto alla propria individualità. Il concetto tradizionale di famiglia indiana si sta sgretolando per l'onda d'urto, sotto lo sguardo preoccupato di adulti incapaci di adeguarsi ai cambiamenti sociali.

TRAMA

Rohan (Rajat Barmecha), orfano di madre, viene espulso dal collegio dove studia e torna a casa dopo otto anni. In questo lungo lasso di tempo non aveva mai rivisto il padre, Bhairav (Ronit Roy), che si rivela inflessibile e violento. Non solo. Il ragazzo scopre di avere un fratellino di sei anni, Arjun (Aayan Boradia), nato dal secondo matrimonio del padre. Della madre del bambino non vi è traccia. Rohan vorrebbe diventare scrittore. Bhairav lo costringe ad iscriversi ad ingegneria e a lavorare nella sua azienda. La brutalità del padre crea un'atmosfera domestica di terrore, ma innesta anche una spirale di ribellione che coinvolgerà, in un modo o nell'altro, tutti i personaggi.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* L'ultima corsa che impegna Rohan e Bhairav. I muscoli del corpo dello spettatore si tendono, il battito cardiaco accelera, il respiro si blocca, gli occhi si incollano allo schermo. Il senso di liberazione e di libertà che Rohan e pubblico provano insieme è di quelli che stordiscono di felicità. E subito dopo una breve inquadratura che ritrae l'amaro senso di abbandono e lo sconforto di Arjun. Una stilettata in gola. Standing ovation per Vikram Motwane.
* L'interpretazione di Ronit Roy. E' talmente convincente che, ad incontrarlo per strada, verrebbe voglia di prenderlo a bastonate. Sino ad ora il miglior attore in un ruolo negativo del 2010, insieme ad Emraan Hashmi in Once upon a time in Mumbaai.

RECENSIONI

The Times of India: ****
Udaan quest'anno ha rappresentato l'India a Cannes, dove sembra abbia guadagnato consensi. Il film, diretto dall'esordiente Vikramaditya Motwane, è all'altezza della sua fama. Udaan è un ottimo esempio della Bollywood anticonformista e pungente. La pellicola offre un diverso, umorale, introspettivo quadro dell'angoscia esistenziale giovanile, argomento a cui, nel cinema hindi, non è mai stata data l'importanza che merita. Udaan è un film basato essenzialmente sulle performance e sui personaggi. La fredda figura paterna, impantanata nelle sue paure e nelle sue ossessioni da classe media, è piuttosto familiare. Così come l'adolescente ribelle, sognatore, che vuole fuggire dalla routine. Aggiungiamo il personaggio del fratello minore, vittima di abusi domestici, il personaggio del comprensivo zio, il gruppo di amici, ed otteniamo uno studio convincente sulla nostra classe media. Proveniente dalla scuola di cinema di Anurag Kashyap, Udaan possiede l'acuta sensibilità e il nocciolo emotivo dolce amaro tipici della neo-wave cinematografica indiana.
Nikhat Kazmi, 15.07.10

Hindustan Times: ***1/2
In Udaan si avverte una tensione che disturba e che gocciola incessantemente dentro di noi. Pochissimi film provocano un effetto simile negli spettatori. Penso che il cinema possa sia allontanare dalla realtà che costringere a misurarsi con essa. Nel primo caso cito ad esempio Wake up Sid!, una bella storia di formazione nella quale l'ordine naturale delle cose viene in qualche modo ristabilito. Udaan è un raro esempio del secondo caso, una pellicola superiore, un consigliabile debutto di desolante bellezza. Per Rohan i sogni non sempre si avverano, e questa è la realtà con cui la maggior parte di noi deve fare i conti. Il finale di Udaan è un po' deludente, ma forse le storie reali non hanno mai una vera fine, semplicemente continuano ad essere.
Mayank Shekhar, 16.07.10

Cinema Hindi: ****1/2
Punto di forza: l'estrema emotività del film, la regia, la sceneggiatura, le interpretazioni.
Punto debole: -

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Rajat Barmecha - Rohan
* Ronit Roy (Pankh) - Bhairav, il padre di Rohan e di Arjun
* Aayan Boradia - Arjun, il fratellastro di Rohan
* Ram Kapoor (Karthik calling Karthik) - lo zio di Rohan e di Arjun
* Anand Tiwari (Kites) - Apu, l'amico di Rohan
* Manjot Singh (Oye Lucky! Lucky Oye!) - Mannu, il compagno di scuola di Rohan

Soggetto, sceneggiatura e regia: Vikram Motwane, già aiuto regista di Sanjay Leela Bhansali e co-sceneggiatore di Dev D.
Sceneggiatura, dialoghi e produzione: Anurag Kashyap
Colonna sonora: composta da Amit Trivedi (Dev D), con testi di Amitabh Bhattacharya (Dev D), ha conquistato al Giffoni Film Festival 2010 il premio per la miglior colonna sonora assegnato dal Conservatorio di Salerno, con la seguente motivazione: 'La colonna sonora del film Udaan è riuscita a far combaciare perfettamente la musica del linguaggio tonale con la fusion e con la musica classica, e si è immersa nel paesaggio e fra i personaggi con delicatezza e semplicità intrecciandosi perfettamente con la storia. La musica in stile fusion, che sembra recuperare la tradizione della musica indiana mescolandola con la modernità urbana, è particolarmente efficace come vincolo narrativo'. Anurag Kashyap ha esordito nel comporre testi per brani musicali col divertentissimo Motumaster (audio), nel quale presta anche la voce.
Fotografia: Mahendra J. Shetty
Montaggio: Dipika Kalra
Traduzione del titolo: volo, prendere il volo.
Anno: 2010
Awards:
* Giffoni Film Festival 2010: Udaan è stato presentato nella sezione Generator +16, e ha vinto il premio del pubblico, il premio per la miglior colonna sonora assegnato dal conservatorio di Salerno, e il premio del Consiglio Regionale della Campania;
* Filmfare (selezione): miglior film per la critica, miglior attore non protagonista (Ronit Roy), miglior sceneggiatura, miglior soggetto, miglior commento musicale (Amit Trivedi), miglior fotografia (aggiornamento del 02.03.11);
* Star Screen: miglior film, miglior regista, miglior attore in un ruolo negativo (Ronit Roy), miglior attore giovane (Ayaan Boradia) (aggiornamento del 02.03.11);
* Zee Cine: miglior film per la giuria, miglior regista per la giuria, miglior attore in un ruolo negativo (Ronit Roy) (aggiornamento del 02.03.11).
Sito ufficiale
Trailer sottotitolato in inglese

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* 26.05.10, The Times of India: intervista a Vikram Motwane
* 09.06.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Ronit Roy
* 19.06.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Vikram Motwane
* 25.06.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Vikram Motwane
* 10.07.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Ronit Roy
* 16.07.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Rajat Barmecha
* 28.07.10, The Times of India: dichiarazioni di Vikram Motwane
* 29.07.10, The Times of India: divertente intervista a Vikram Motwane, Rajat Barmecha e ad Anurag Kashyap
* 29.07.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Ram Kapoor
* 31.07.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Vikram Motwane
* 02.08.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Ronit Roy
* 28.08.10, Hindustan Times: intervista a Manjot Singh
* 13.09.10, The Times of India: intervista ad Anand Tiwari
* Aggiornamento del 16 marzo 2012: Anurag, Zoya, Imtiaz and Amole discuss movie-making, Nikhil Ramsubramaniam, Bollywood Hungama. Kashyap dichiara: 'A film like Udaan was languishing for almost 8 years and no one was interested in the film until I decided to produce it along with UTV. Some studios gave me all sorts of weird suggestions like casting Anil Kapoor and his son for the role of the father and son but I didn't pay heed to it and stuck by the director's vision'.
* Bollywood Hungama: live-chat con Vikram Motwane
* NDTV: intervista video a Vikram Motwane e ad Anurag Kashyap
* CNN/IBN: intervista video a Rajat Barmecha
* Video: provino di Rajat Barmecha
* Video: provino di Aayan Boradia
* Aggiornamento del 30.03.11: intervista video a Vikram Motwane raccolta da Bollywood Hungama in occasione del convegno FICCI Frames 2011
* Aggiornamento del 17.04.21: intervista concessa da Vikram Motwane a Film Companion, On how Ken Loach's Kes influenced Udaan, 09.04.2021
* Aggiornamento del 27 aprile 2023 - Vikram, et al, Mayank Shekhar, Mid-Day: 'Motwane says Udaan was originally set in Nashik, in his head, because that’s a similarly industrial, small-town he knew, since his father owns an audio-equipment factory there. “They live in nice little bungalows. The town is very organised. So, I wrote it as a generic place, in fact. Because I knew that world. I could not write in Nashik. It’d be too close to home. And I didn’t want it to be that. So, I wrote it like a Ghaziabad or Faridabad kinda set-up - outskirts of Delhi, where the family lives. The boy sneaks out, comes into Delhi-proper, to party and stuff.” And then he handed the script to director Imtiaz Ali: “Imtiaz read the script and he’s like, ‘You know what, just take a train, go stay with my family in Jamshedpur. Have a look. I am reading this, and I can see those streets.’ I was going to cast Imtiaz’s younger brother, Sajid, in the lead, at that time. This was 2005. “Sajid and I hopped on to a train, went to Jamshedpur, spent four to five days with his family, saw the place - this was perfect! I moved the film to Jamshedpur. The film finally got made in 2009, which is also great, because by then, the viewership had changed; audiences had changed. In 2005, multiplexes were still not what they were by 2010, when we did the film with UTV, with a 225-screen release, which is a big deal for a small film.” Kashyap produced Udaan. (...) This also means the original lead actor, Imtiaz’s brother Sajid, would have passed his teenage by then. Young Rajat Barmecha was brought in for the (...) protagonist. The homework Motwane gave him was “the literature I’d read growing up, movies I’d watched”.'

Vedi anche:

CURIOSITA'

* Udaan è stato presentato in concorso al festival di Cannes 2010 nella sezione Un certain regard, guadagnandosi una standing ovation. Area del sito ufficiale del festival dedicata a Udaan. L'ultimo film indiano in concorso a Cannes era stato nel 2003 Arimpara, in lingua malayalam, diretto da Murali Nair. Udaan è stato inoltre proiettato al Giffoni Film Festival 2010, conquistando una valanga di premi. Articolo di Hindustan Times. Area del sito ufficiale del festival dedicata a Udaan.
* Udaan verrà proiettato al British Film Institute London Film Festival 2010. Area del sito ufficiale del festival dedicata a Udaan. Aggiornamento del 24.11.10: la pellicola è stata inoltre presentata al Doha Tribeca Film Festival 2010. Aggiornamento del 28.09.11: Udaan è stato proiettato al Festival del Film di Locarno 2011.
* Anurag Kashyap, in un'intervista rilasciata a Hindustan Times, riguardo alla presentazione di Udaan al festival di Cannes ha dichiarato: 'La proiezione è andata bene. Il pubblico ha pianto, ha circondato Vikram e lo ha applaudito fino all'uscita. Il film non ha vinto ma ha ricevuto buone recensioni. Variety, Hollywood Reporter e la maggior parte della stampa locale lo hanno giudicato positivamente. Ad alcuni giornalisti francesi non è piaciuto, lo hanno trovato troppo indiano, ma è proprio questo aspetto che mi rende orgoglioso di Udaan. Cannes è davvero piovuto dal cielo. E' stato un onore parteciparvi. Di solito i lavori indiani non sono inclusi nella competizione. Il momento più emozionante è stato vedere il nome di Vikram Motwane fra tutti i registi internazionali. Sono davvero orgoglioso - e geloso - di Vikram. UTV ha contattato diverse persone, e alcuni distributori sembrano interessati. Udaan sarà inoltre proiettato ai festival di Beirut e di Melbourne. L'unico problema è che le pellicole europee hanno una durata solitamente inferiore alle due ore, così stiamo provvedendo ad una versione internazionale di Udaan che verrà presentata in settembre. Ho lavorato con Vikram per molti anni. E' stato lui ad insegnarmi il sound design durante le riprese di Paanch. E' stato direttore della fotografia e del suono. E' stato assistente alla regia di Sanjay Leela Bhansali in due film. Malgrado il suo talento, non riusciva a trovare un produttore che finanziasse Udaan, e questo solo perchè voleva realizzarlo in un certo modo. Lessi la sceneggiatura nel 2003, quando Vikram mi chiese di scrivere i dialoghi. E dopo averla letta gli dissi che solo io avrei potuto produrre Udaan. Tutti mi hanno sconsigliato di occuparmene perchè non c'era nessuna star nel cast. Amo la storia di Udaan, una storia semplice che narra le vicende di un ragazzo che vuole diventare l'uomo che desidera essere, e non l'uomo che il padre vorrebbe lui fosse'.
* Amitabh Bachchan ha scritto nel suo blog: 'Udaan ha ottenuto recensioni critiche incoraggianti. Shabana Azmi e molti altri ne hanno raccomandato la visione, e Udaan merita gli applausi che sta ricevendo. Vikram Motwane è un compagno di scuola di Abhishek e qualche anno fa si presentò a casa nostra con una meravigliosa sceneggiatura. Vikram ha diretto Udaan con una maturità che non ci si aspetterebbe da un esordiente. Nel rumore oggi prevalente nel cinema popolare, questo film giunge come un soffio d'aria fresca. E' semplice ma dal traboccante, intenso contenuto. Oltre alla novità nella realizzazione, spiccano le performance di tutto il cast. Ogni attore sembra inconsapevole della presenza della macchina da presa: l'aspetto più importante e più difficile nel nostro mestiere. La storia viene interiorizzata dal pubblico: Jaya ed io ne abbiamo parlato a lungo dopo la proiezione'. Testo originale.
* Karan Johar ha scritto nel suo profilo in Twitter: 'Udaan è davvero brillante. Vikram Motwane regala un meraviglioso debutto, supportato da un cast favoloso. Ronit Roy è una rivelazione!'.
* La UTV Motion Pictures ha indetto un sondaggio on-line rivolto a utenti di età compresa fra i 12 e i 19 anni residenti nelle maggiori città indiane. Circa mille ragazzi hanno aderito all'iniziativa. Ecco alcuni risultati: il 30% vorrebbe cambiare corso di studi, il 30% preferisce non parlare ai genitori dei propri problemi, il 40% dei ragazzi è dipendente dal fumo, il 40% delle ragazze e il 50% dei ragazzi consumano alcol, nove ragazzi su dieci e sette ragazze su dieci sono favorevoli ai rapporti pre-matrimoniali. Articolo originale. Fra le altre iniziative promozionali, citiamo la (discutibile) rappresentazione pubblica della scena di Udaan nella quale il protagonista distrugge l'automobile del padre, e, più ironicamente, la proiezione del film Angoor di Kanti Shah.
* Vikram Motwane ha rilasciato a The Times of India un'intervista molto personale: 'Mia madre e mio padre divorziarono quando avevo dieci anni. E sono diventato un regista grazie a questo: mia madre iniziò a lavorare e conobbe Sanjay Leela Bhansali. La loro separazione mi destabilizzò un po' perchè ai quei tempi era un evento piuttosto raro: nella mia classe eravamo solo in due a provenire da famiglie con genitori divorziati. Credo che queste esperienze ti facciano interiorizzare le emozioni. Dovetti anche fare i conti con tonnellate di rabbia, però io sono quel tipo di persona che supera i problemi abbastanza rapidamente. Udaan deve forse qualcosa alla mia storia personale, ma ancor più ad alcuni film che ho visto, ad alcuni libri che ho letto, a certa musica che ho ascoltato (Born to run e Darkness on the edge of town di Springsteen), a certe esperienze raccontatemi dai miei amici. Il personaggio di Bhairav si ispira ad una persona reale ora defunta'.
* Pare che Vikram Motwane abbia lavorato gratuitamente al film. Altrettanto ha fatto la moglie Ishika, fotografa di professione, che ha scattato tutte le immagini mostrate in Udaan e nelle quali impersona la madre di Rohan.
* Ronit Roy è un noto attore televisivo. Possiede inoltre una società specializzata in sicurezza. Fra i clienti: Shah Rukh Khan e Aamir Khan. Il fratello Rohit, anch'egli attore televisivo, ha diretto l'ottimo episodio interpretato da Shabana Azmi e da Naseeruddin Shah incluso in Dus Kahaniyan. Proviamo a riconciliarci con Ronit Roy: ecco il video della sua esibizione al noto show televisivo Superstars Ka Jalwa.
* Rajat Barmecha si presentò all'audizione per Udaan con i capelli lunghi. Gli venne chiesto il titolo del suo film preferito, e lui rispose Salaam Namaste. Vikram Motwane e Anurag Kashyap lo bocciarono. Quanto a Rajat, li odiò entrambi. Ma poi venne scritturato e, per entrare meglio nel personaggio di Rohan, Rajat, al suo arrivo a Jamshedpur, fu costretto in stato di isolamento: chiuso in camera, non poteva incontrare nessuno. Gli fu concesso il telefono solo per un'ora al giorno. Niente televisione. Doveva indossare solo i vestiti approvati dal regista. Vikram gli mostrò alcuni film quali I quattrocento colpi di Truffaut, 8 mile di Curtis Hanson e Billy Elliot di Stephen Daldry. Articolo originale.
* Ram Kapoor è un attore televisivo di grande successo che ha studiato recitazione presso la prestigiosa Stanislavski Method Acting Academy di Los Angeles. Durante il suo soggiorno negli USA si guadagnò da vivere vendendo automobili, carte di credito, abbonamenti a canali televisivi via cavo, e lavorando presso Starbucks.
* Anand Tiwari era al festival di Cannes 2010 con ben due film: Udaan e Fair Game, quest'ultimo diretto da Doug Liman, con Naomi Watts e Sean Penn. Oltre al già citato Kites, Anand ha interpretato Slumdog millionaire, The President is coming e Aisha. L'attore ha dichiarato che per lui non ha fatto alcuna differenza recitare accanto a Hrithik Roshan in Kites e a Naomi Watts in Fair Game...
* Il film per adulti che i ragazzi guardano al cinema all'inizio di Udaan è Angoor, di Kanti Shah, regista hindi noto per i suoi B-movies e amato da una larga fascia di intellettuali indiani. Scorrendo la sua filmografia, si incontrano titoli davvero ironici quali Duplicate Sholay o Lage Raho Partner. La pellicola più famosa è Gunda, del 1998, premiata ad oggi dagli utenti di IMDB con un esaltante 7,7/10. Il leggendario Sholay deve accontentarsi di un 7,6...
* Jamshedpur fu edificata da Jamshetji Nusserwanji Tata, il fondatore del Tata Group, ed è denominata Steel City. Le sequenze in fabbrica contenute in Udaan sono state girate proprio negli stabilimenti Tata di Jamshedpur.
* Riferimenti a Bollywood: Muqaddar Ka Sikandar, Amitabh e Abhishek Bachchan.
* Film che trattano il tema della solitudine familiare: Heaven on Earth. Film che trattano il tema dell'incomprensione fra genitori e figli: Gandhi my father, Taare Zameen Par, Little Zizou. Parzialmente Apaharan, Namastey London, Rang De Basanti, Wake up Sid!, 3 idiots, Badmaash Company, Love Sex Aur Dhokha. Fra i romanzi, consigliamo Londonstani di Gautam Malkani e Le ceneri di Bombay di Cyrus Mistry.

GOSSIP & VELENI

* Vikram Motwane era nei giorni scorsi al festival di Venezia in occasione della prima mondiale del film That girl in yellow boots girato dall'amico Anurag Kashyap. Quanto a Cannes, Vikram vi era già stato: aveva accompagnato Sanjay Leela Bhansali nel 2002 per la proiezione di Devdas.
* Ancor prima di diventare aiuto regista di Vidhu Vinod Chopra, Sanjay Leela Bhansali aveva costituito insieme alla madre di Vikram Motwane una società per la produzione di filmati pubblicitari. Bhansali fu il primo a cui Vikram mostrò la sceneggiatura di Udaan, ma il celebre regista si rifiutò di produrlo.
* Durante la proiezione di Udaan al festival di Cannes, Motwane era comprensibilmente agitato. Ronit Roy, seduto accanto a lui, continuava a ripetergli: 'Respira, respira...'. Non solo: pare che il giovane Barmecha non avesse nulla di appropriato da indossare per la sfilata sul tappeto rosso. Anurag Kashyap è riuscito a procurargli all'ultimo momento l'abito scuro di ordinanza. Fra il pubblico in sala sembra fosse presente anche il noto scrittore Paulo Coelho.
* Motwane, in passato aiuto regista di Bhansali, conobbe Aishwarya Rai sul set di Hum Dil De Chuke Sanam e di Devdas. Vikram ha chiesto alla diva, presente a Cannes per Raavan, di partecipare alla prima di Udaan, ma Ash ha declinato l'invito perchè in partenza per l'India per le attività promozionali a sostegno del film di Ratnam. Anurag Kashyap, deluso dall'indifferenza mostrata dalle celebrità indiane presenti a Cannes nei riguardi di Udaan, al suo rientro a Mumbai ha cancellato il party di festeggiamento per la pellicola. Hindustan Times riporta: 'Alla conferenza stampa organizzata presso l'India Pavillion prima della proiezione di Udaan, il regista ha risposto a domande ovviamente vacue poste dai pochi giornalisti intervenuti che non avevano ancora avuto la possibilità di vedere il film. Udaan è stato girato in 42 giorni. L'ultima pellicola indiana presentata al festival di Cannes era stata nel 2003 Arimpara, film in lingua malayalam diretto da Murali Nair, incluso nella sezione Un certain regard. Quindi ci saremmo aspettati grandi celebrazioni per Udaan. Invece la conferenza stampa è iniziata con cinquanta minuti di ritardo. Alcuni giornalisti hanno abbandonato la sala, anche perchè il programma del festival è fitto di eventi, e il meeting coincideva con la proiezione di Carlos di Olivier Assayas. Ora, quale giornalista internazionale degno di tale nome si perderebbe una pellicola come Carlos per partecipare ad una conferenza stampa di un regista sconosciuto il cui lavoro d'esordio non è stato ancora presentato? Naturalmente i PR di Motwane sono novizi a Cannes, ma anche l'India Pavillion ha le sue responsabilità, in quanto non è riuscito a facilitare i rapporti fra i visitatori indiani (giornalisti inclusi) e l'industria cinematografica internazionale. Non è stato organizzato alcun evento per celebrare Udaan. Ci si è limitati ad un singolo annuncio in inglese in Variety. Purtroppo Udaan dovrà penare parecchio per farsi notare.' Articolo originale.
* Pare che Vikram Motwane avesse scritturato Kay Kay Menon per il ruolo di Bhairav. Kay Kay, un mese prima dell'inizio delle riprese, rescisse il contratto.
* Ronit Roy si è beccato un pugno davvero potente da parte di Rajat Barmecha in una delle sequenze di Udaan, tanto da dover ricorrere all'intervento di un chirurgo...

Cannes 2010. Da sinistra: Ronit Roy, Ram Kapoor, Vikram Motwane, Ishika Motwane, Rajat Barmecha, Anurag Kashyap.