06 luglio 2009

TRAFFIC SIGNAL


Ci sono tanti modi per raccontare una storia.
Si può creare un film poetico parlando di problemi dolorosi allo stesso modo in cui si può rinunciare ad ogni appeal trattando anche una commedia romantica.
Normalmente quando si parla di povertà e di vita di strada lo si fa abbinando i primi due nomi a questi secondi due : squallore e miseria.
E ne nasce un’equazione terribile.
In una realtà quotidiana schematica e organizzata in cui chi possiede una vita disagiata viene allontanato o compatito, il messaggio del regista arriva come ghiaccio su una ferita.

Essere poveri o svolgere un lavoro più umile non significa non poter avere una vita felice e dignitosa e il film lo dimostra attraverso la storia di Silsila, giovane “coordinatore” dell’accattonaggio ad un semaforo di Mumbai, un ritratto dinamico, efficace e umano.
L’aspetto originale è stato introdurre questa figura presentandola come un ragazzo che ama il suo lavoro per quello che è e rispetta la sua gente; non guarda alla vita con rassegnazione (e qui la sorpresa) ma con convinzione e soddisfazione, accettandone il peso ma condividendone le gioie.


TRAMA
La vita quotidiana e i disordini di una grande metropoli vengono raccontati attraverso un mosaico di personaggi diversi le cui vite si intrecciano nel traffico congestionato di Mumbai.
Silsila, giovane pratico ma ancora un po’ ingenuo, viene coinvolto in un assassinio organizzato da un gangster locale, la sua storia si unisce a quella di Rani, che lascia il villaggio per trovare lavoro nella città globale, e a un un bambino Tamil che ricerca ancora i genitori dispersi.


Madhur Bhandarkar, narratore abile nel raccontare ed esporre anche i lati più scomodi della vita metropolitana (come se fosse un osservatore silenzioso e discreto), mescola gli eventi intervallando storie diverse in un plot che non è mai lineare, astenendosi dal dare giudizi e spingendo ad esaminare i molti aspetti delle situazioni, superandone la visione superficiale e scontata.

Le attività al semaforo sono un’organizzazione precisa, una vera e propria industria controllata dall’alto, mentre una folla di persone comuni è impegnata a trovare i mezzi per sopravvivere. Ma il film non è originale nella presentazione della fitta rete criminale che trae profitto dall’accattonaggio quanto nella delineazione di personaggi positivi che agiscono dal basso. Ciò che sorprende in Silsila non è tanto ciò che fa, ma lo spirito con cui lo affronta.
Il film si apre guardando attraverso i suoi occhi, raccontando la sua esperienza personale, più tardi l’orizzonte si allarga mettendo a fuoco anche i personaggi di contorno, costruendo una visione più completa, e più disincantata, dell’intero sistema.

Ranvir Shorey e Konkona Sen Sharma, si appoggiano alla storia centrale come attori non protagonisti ma finiscono per creare un proprio “film nel film”. Lontani dall’atmosfera protetta della grande famiglia di Silsila, Dominic, un tossicodipendente, e Noorie, una prostituta, costruiscono un rapporto di affetto reciproco che gli da la spinta per andare avanti, seppure sia l’esistenza dell’uno, che dell’altra, sia seriamente compromessa dalla dipendenza e dallo sfruttamento.

Riprendendo il tema centrale di Corporate, il suo film precedente, il regista continua ad attaccare la scorrettezza delle strategie aziendali. Una critica al bombardamento dei media è la scena in cui il bambino tamil acquista una delle tante creme sbiancanti per la pelle, sicuro di ottenere i risultati promessi dalla pubblicità. Le sue speranze crollano giorno dopo giorno mettendo in luce l'inganno di un messaggio promozionale del tutto sleale.


Il mio giudizio sul film : **** 4/5
Equilibrato nelle emozioni, denso di messaggi, realistico ma mai documentaristico.
E poi un buon finale, intelligente e d’impatto, che rifinisce e rende ancora più prezioso un film portato avanti benissimo.
L’abbattimento del “traffic signal” viene proposto con immagini toccanti, un congedo che ricorda un rito funebre; è la cancellazione di un punto nevralgico attorno al quale ruotava la vita di centinaia di persone che sentono sradicare in un attimo la propria identità, costretti a rinunciare ad un mondo nel quale sapevano muoversi, e al quale, nonostante tutto, erano abituati.


ANNO: 2007

REGIA: Madhur Bhandarkar

CAST:

- Kunal Khemu.................. Silsila
- Neetu Chandra................ Rani
- Ranvir Shorey................ Dominic
- Konkona Sen Sharma........... Noorie
- Sudhir Mishra................ Afzal Bhai
- Chinmay Kambli............... Tsunami
- Manish Mehta................. Gullu
- Viky Tulashkar............... Afzal
- Indira Iyer.................. Mausi
- Nassar Abdulla............... Sanjeev
- Yakub Sayeed................. Dagdu
- Manoj Joshi.................. Engeneer Sailesh Jha

COLONNA SONORA: Raju Singh, Shamir Tandon


RECENSIONI:

- The Times of India
testo originale

- Bollywod Hungama
testo originale

- Hindustan Times
testo originale


QUALCOS'ALTRO:

- In Traffic Signal il protagonista è stato chiamato Silsila (in italiano = relazione) perchè ai genitori era piaciuto il film di Yash Chopra al punto da voler trasformare il titolo in un nome proprio.

- Il prossimo lavoro di Madhur Bhandarkar (in uscita ad ottobre) sarà intitolato Jail e vedrà Neil Nitin Mukesh in un ruolo da protagonista. Clicca quì per il trailer.

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