30 dicembre 2009

PARINEETA (1953)


Quasi scarno se confrontato al trionfo visivo della versione del 2005, il Parineeta di Bimal Roy è un diamante non intagliato, qualcosa di semplice e poco vistoso che non cerca di attrarre quanto di tenere a distanza, arrivando addirittura schivare la partecipazione dello spettatore.
Privo di scene che tolgano il fiato, sprovvisto di canzoni indimenticabili, il film, come il forte legame tra i due personaggi, sembra continuare a non manifestarsi veramente e cresce nei suoi piccoli gesti, nei suoi sguardi mancati.

TRAMA
Vedi la recensione di Parineeta - (2005)

Richiamando l'infanzia, l'unione segreta tra i protagonisti viene collegata ai giochi delle bambine pronte ad inscenare il matrimonio delle proprie bambole, il sentimento maturato negli anni si trasforma ma resta incorruttibile e innocente. Nell'inconsapevolezza del gesto di Lalita prende forma la volontà del destino, e in lontananza, un orologio vittoriano scandisce con i suoi rintocchi l'irrevocabilità della scelta.

Nessuna canzone viene cantata da Lalita o Shekar, I testi della colonna sonora accompagnano la storia attraverso la voce di personaggi esterni ma momentaneamente onniscenti : voci dalla strada, la musica che arriva dalla finestra del vicino, i canti delle bimbe, la rappresentazione teatrale... le figure di sfondo divengono dententrici della verità sfuggente.
Lontano dalle divoranti gelosie e dalla fisica sensualità della versione contemporanea di Pradeep Sarkar, il film di Bimal Roy propone un legame fortissimo, spirituale ma ripetutamente inespresso e rimandato, che stenta ad esplodere anche dopo la sua rivelazione.
La capacità di Meena Kumari nel creare link interiori con i compagni di scena aiuta il racconto a collocarsi in una una dimensione reale, la soul chemistry è immediata , per le quasi tre ore di durata del film Ashok Kumar è Shekar così come lei è Lalita. La spontaneità delle interpretazioni è disarmante. L'attenzione che si focalizza esclusivamente su queste due figure costringe il personaggio di Girin a farsi da parte e a non imporsi nella storia in nessun modo.

Parineeta si evolve scena dopo scena nel suo delizioso basso profilo, sceglie di introdurre dialoghi slegati da ogni crescendo cinematografico, rinunciando a frasi indelebili e scambi di battute per fare spazio al ripetersi di formalità e saluti.
Bimal Roy sorveglia e lascia la parola ai suoi interpreti e il film sembra sostenersi da solo, tanto da apparire un unico flusso di narrazione, neanche fosse stato girato in una sola ripresa.

Il mio giudizio sul film : **** 4/5


ANNO: 1953


REGIA: Bimal Roy


TRADUZIONE DEL TITOLO : Donna Sposata


CAST:

Meena Kumari............... Lalita
Ashok Kumar................ Shekar
Asit Baran..................... Girin Babu
Sheetal.......................... Sheela
Nasir Husain................. Gurcharan Babu
Badri Prasad................ Nabin Rai



COLONNA SONORA: Arun Kumar Mukherjee, testi di Bharat Viyas

PLAYBACK SINGERS: Asha Bhosle, Geeta Dutt, Kishore Kumar, Manna Dey



QUALCOS'ALTRO:

- Il film è stato prodotto da Ashok Kumar che interpreta il ruolo di Shekar ed è la trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di Sarat Chandra Chattopadhyay, autore anche del celebre “Devdas”.
- Meena Kumari vinse nel 1954 il Filmfare Award come Miglior Attrice Protagonista per la sua interpretazione nel film e Bimal Roy si aggiudicò la statuetta per la Miglior Regia.

- Visitate il Bimal Roy Memorial Website per conoscere qualcosa in più sul "Silent master of Indian Cinema". Tra i suoi film imperdibili: Madhumati (Dilip Kumar - Vijayntimala), Sujata (Nutan - Sunil Dutt) , Bandini (Nutan - Ashok Kumar- Dharmendra) , Do Bigha Zamin (Balraj Sahni - Nirupa Roy), Devdas (Dilip Kumar, Suchitra Sen, Vijayantimala) ...

24 dicembre 2009

DHOOL

L’industria cinematografica dello stato dell’India meridionale del Tamil Nadu, conosciuta anche come Kollywood è, per numero di film prodotti annualmente la seconda dell’India. Con una forte connotazione popolare, non trascura temi scottanti o controversi. Ha il proprio centro nella città di Chennai, nell’area chiamata Kodambakam dove ci sono i principali studi cinematografici.
Le star del cinema tamil hanno un seguito di pubblico che qualche volta sfiora la venerazione e in genere sono più pagati dei loro colleghi di Bollywood.

Titolo:Dhool
Anno: 2003
Regia: Dharani
Cast: Vikram, Jothika, Vivek, Reema Sen

voto: *****/5


Trama: Gli abitanti di un villaggio del Tamil Nadu, a causa della vicinanza di una fabbrica inquinante, non hanno accesso all’acqua potabile. Decidono di mandare una propria delegazione nella capitale per presentare una mozione al politico da loro eletto poco tempo prima.
La delegazione è formata da una donna anziana, da Eeswari bella e coraggiosa e da Arumugan, l’eroe del film.
Ma la richiesta di far valere i propri diritti non è facile e il gruppo proveniente dal villaggio si trova ad affrontare pericoli e problemi di ogni tipo, delinquenti e politici corrotti.

Dhool è un ottimo esempio per mostrare alcune delle differenze tra il cinema tamil e la produzione cinematografica di Bollywood. Ci si presenta come un grande contenitore narrativo in cui sono inserite molteplici trame, quella che fa da sfondo riguarda l’eroe che deve combattere politici corrotti e, su questa si innesta una storia d’amore che pian piano cresce e trova il suo culmine, con l’eroe che deve salvare la propria amata dal pericolo che la minaccia. Si aggiunge anche il lato comico, che nei film tamil può essere inserito nel contesto narrativo ma, a volte si presenta in veste di brevi scene completamente distaccate dalla narrazione principale.

Nel caso del film su cui stiamo ragionando le scene comiche sono inserite nel discorso narrativo e vedono coinvolti non solo gli attori specializzati in ruoli comici ma anche i protagonisti principali del film. Dhool infatti ci mette in contatto con la personalità di Vivek, ad oggi uno fra i migliori attori comici di tutta l’India, e ci dà la possibilità di apprezzare gli scambi brillanti e divertenti fra Arumugan e Eeswari.

La funzione delle scene comiche è molteplice, in Dhool aggiunge leggerezza a momenti più crudi della storia, praticamente ogni scena di questo tipo coinvolge i due attori protagonisti con l’aggiunta di Vivek e Reema Sen (nella parte della bella e provocante Swapna) e contribuisce a creare e rafforzare il legame amoroso tra Arumugan e Eeswari; in altri film le scene comiche formano una unità narrativa a parte e hanno una funzione didattico/pedagogica, dove si presenta al pubblico una situazione che riguarda un comportamento individuale o del villaggio/società e l’attore comico si presenta come colui che individua i comportamenti negativi e li condanna.

Un altro elemento caratterizzante i film tamil riguarda l’ambientazione che può apparire maggiormente “realistica”, ma che realtà potremmo definire più popolare. Non ci sono qui le ricche e immense ville tipiche delle ambientazioni di Bollywood, i personaggi sono inseriti in luoghi che sembrano più poveri, dalle pareti scrostate, con una vernice non proprio nuova. I set cinematografici tendono a ricreare quartieri dove le strade sono a volte sconnesse, non ci sono abitazioni moderne, c’è la presenza di cani, che è raro vedere in film Hindi. A volte hanno un padrone, vivono in casa e a volte, semplicemente li si vede aggirarsi tranquillamente per le strade in cui si svolge una data scena. A volte sono incolpevoli esecutori delle vendette dei prepotenti.

Le case, di cui abbiamo accennato sopra, sono costituite da un ampio cortile interno, spesso si tratta di uno spazio aperto, qui si riunisce la famiglia nei momenti di lavoro o di condivisione del tempo libero. Intorno c’è l’abitazione vera e propria che si sviluppa su un piano, raramente su due. E’ fatta per accogliere un gruppo familiare più ampio di quello costituito dalla coppia con figli, nella casa possono convivere infatti più fratelli con le rispettive mogli e i genitori anziani.

Differenze si notano anche nel tipo di abbigliamento. Le donne usano un abbigliamento indiano, quelle sposate hanno il sari e le ragazze non sposate hanno un abito costituito da tre pezzi formato da una gonna lunga e ampia, una blusa e una sorta di scialle che è drappeggiato lungo i fianchi e appoggiato su una spalla, non è raro vedere i personaggi femminili di questi film indossare il salwar kameez formato da ampi pantaloni e da una lunga tunica, i capelli sono lunghi, raccolti in una treccia e quasi sempre adornati da fiori bianchi.

Anche gli uomini hanno spesso abiti indiani, il più utilizzato è il dhoti, un lungo pezzo di stoffa che è drappeggiato intorno ai fianchi e ripiegato in modo da farlo somigliare vagamente a un pantalone, non raramente però i maschi portano anche abiti occidentali.
Infine uomini e donne portano sulla fronte vari segni costituiti da linee verticali, nel caso di devoti del dio Vishnu, o segni orizzontali di colore arancione nel caso di seguaci del dio Shiva.

Anche senza generalizzare troppo, possiamo dire che il tasso di violenza è maggiore nei film tamil. Dhool ci mostra molte scene di questo tipo e sono legate tutte alla presenza di personaggi corrotti, qui si tratta del politico e dei suoi metodi per organizzare brogli elettorali con il sostegno di una banda di malavitosi di quartiere. Lo stesso politico si serve della violenza per disfarsi dell’eroe che reclama i propri diritti, provocando un ulteriore contrasto violento tra i suoi scagnozzi e lo stesso eroe; qui ci troviamo in presenza di una novità, quella del personaggio femminile negativo, Swarnaka che è il capo della gang di delinquenti.

Swarnaka ordina gli attacchi punitivi contro chi si oppone ai suoi soprusi, è lei a minacciare e manipolare le elezioni, per conto del politico. Arriva al punto di occuparsi direttamente dell’eliminazione di un testimone scomodo, e infine è proprio lei ad affrontare in un duello finale Arumugan.
La scena è costruita in un crescendo drammatico in cui si inserisce la canzone cantata dalla vecchia che è arrivata in città insieme a Arumugan, il testo esalta le gesta di un eroe dalla forza straordinaria e lo incita alla lotta e alla vittoria.

La violenza, almeno in Dhool non è fine a se stessa, ma ne costituisce un momento inevitabile per ottenere giustizia. Può risultare una posizione controversa ma va inserita in un contesto dove tutto il resto ha già fallito il proprio scopo e funzione.
Chi reclama i propri diritti inizialmente si rivolge alla classe politica, ma si accorge che è costituita da corrotti e pericolosi individui, in altri film la corruzione avvelena l’altra istituzione preposta per legge alla garanzia della legalità, ovvero la polizia.
In altri contesti ancora la corruzione e il tradimento della propria funzione arriva dal mondo accademico o da un mondo economico che sconfina facilmente in atteggiamenti mafiosi.
Solo dopo aver provato il fallimento di queste istituzioni, l’eroe trova nella personale interferenza sugli eventi, il solo modo per ristabilire quella giustizia e ordine che è stato violato. Nel caso di masala e film di taglio popolare, questo schema di rottura/intervento/ricostituzione dell’ordine è quasi sempre rispettato.

Dhool inizia con una scena di lotta tra due personaggi rivali; la scena di lotta rappresenta una delle modalità con cui spesso inizia un film di questo tipo, altre volte la scena di apertura è una canzone coreografata di cui possiamo sottolineare qualche ulteriore aspetto di differenza rispetto ad altre cinematografie indiane. Ci riferiamo all’enfasi che ha il gruppo formato da molte decine di ballerini, il protagonista è posto al centro del gruppo a cui si contrappone, come in un dialogo danzato, il gruppo di ballerine di cui fa parte l’attrice protagonista, a differenza di molti film Hindi dove invece, le scene ballate si concentrano più spesso intorno ai due interpreti principali.

Da un punto di vista visivo l’efficacia è assicurata da un gioco di scelte cromatiche davvero notevoli, con uno sfondo che a volte è il verde intenso delle campagne del Tamil Nadu, altre volte lo sfondo è lo splendido mare azzurro dell’Oceano Indiano.

Anche se non mancano situazioni in cui le canzoni costituiscono rotture dello scorrere della storia o una digressione di qualche tipo, nei migliori esempi di film masala, le scene ballate hanno spesso una maggiore coerenza narrativa e nascono da situazioni o reazioni emotive di un personaggio.

Un ultimo elemento che vorremmo mettere in evidenza riguarda i nomi dei personaggi, ci riferiamo unicamente ai personaggi maschili dato che la cinematografia tamil ruota intorno al protagonista maschile.
Nei film tamil la componente culturale è molto marcata, lo abbiamo visto quando abbiamo affrontato il discorso sull’abbigliamento, la scelta dei nomi ribadisce l’orientamento culturale/religioso dato che fanno riferimento a vari appellativi delle divinità induiste del Tamil Nadu come Arumugan, Aru, Arul, Saamy che si riferiscono al dio Murugan dalle cinque facce e che è oggetto dell’adorazione degli induisti delle parti meridionali dell’India.

Dhool contiene praticamente molti degli elementi sopra elencati, vogliamo sottolineare la presenza efficace di Vikram, bravo attore tamil che riesce a passare da un film impegnato a un film popolare con naturalezza e bravura, ha ottimi tempi comici e una buona intesa cinematica con l’attrice Jothika, si dimostra un ottimo danzatore e risalta nelle scene di azione. Jothika regge il confronto e rappresenta una ottima controparte nelle situazioni serie, in quelle comiche e soprattutto in quelle romantiche.
Vivek ha quella rara qualità di superare i confini linguistici e culturali con il suo livello di attore comico.

19 dicembre 2009

PARINEETA (2005)


L'incontenibile suggestione che solo l'India sa regalare, le atmosfere eleganti dell'elite bengalese, lo charme e la seduzione di una storia accesa di desiderio ma sospesa in una realtà quasi fiabesca.
Il libero adattamento cinematografico del romanzo di Sarat Chandra Chattopadyay, diretto da Pradeep Sarkar, fa rivivere un classico delle letteratura e lo rende appetibile per le nuove generazioni, senza dover rinunciare ad una certa nostalgia. Dietro le spalle del debuttante regista, l'estro e l'esperienza di Vidhu Vinod Chopra, che stringe attorno al film un cast di prim'ordine per non lasciare niente al caso, dall'eccellente qualità della fotografia alla ricchezza di pathos delle interpretazioni.

TRAMA
Shekar e Lolita crescono insieme e vivono un rapporto di complicità e dipendenza reciproca. Con l'arrivo di Girish, un amico di famiglia, Shekar inizia a realizzare che il suo legame con Lolita va ben oltre l'amicizia e si scopre d'un tratto aggressivo e paranoico. Le difficoltà che i due provano nel comprendere e dichiarare i propri sentimenti vengono smantellate dalla volontà del destino, rievocando il rituale sacro del matrimonio si accorgono di aver compiuto senza volerlo ciò che da tempo desideravano. Perseguitato dalla gelosia, e deviato dai commenti fuorvianti del velenoso padre, Shekar inizia a dubitare della buona fede della ragazza che ha sposato in segreto e la immagina legata al suo benefattore Giresh.

Il fiero sguardo di Vidya Balan dalle fessure di una tapparella, tra l'oro dei gioielli e il rosso del sindoor è un'immagine di eccezionale impatto estetico. Il film si apre con la musica di una tradizionale wedding song intrisa di velati richiami erotici, alla quale segue una serie di flashback, una corsa a ritroso nella storia.

Tra eleganti residenze e giardini ideali sbocciano amicizie infantili che presto si convertono in passioni; la forte determinazione di Lalita risalta sulla carenza di iniziative di Shekar, insicuro e inibito dalla figura paterna , cullato nella tranquillità della sua stanza, un mondo in miniatura accogliente e isolato.
Saif Ali Khan e Vidya Balan trasmettono le giuste note ad ogni passo ma le loro interpretazioni si fanno più potenti nella seconda parte, quando il misto di orgoglio, risentimento e gelosia li carica di una sorprendente audacia. Non meno importante la presenza di Sanjay Dutt, in questo film discreto e naturale, protagonista e perfettamente sintonizzato.

Così sofisticato, diretto, immediato, Parineeta strega anche lo spettatore più scettico e lo invita a perdersi nel suo mondo ricercatissimo nei dettagli e traboccante di sensualità. A metà strada tra realismo e sospensione, il film è soprattuto un bel racconto che si apre con un mosaico perfetto di immagini, guidato dall' inconfondibile voce di Amitabh Bachchan.

Riprendendo la location del romanzo, Calcutta, ma spostando il calendario in avanti di cinquanta anni, Shekar e Lolita si circondano di un'atmosfera anni '60 e la storia inizia a giocare, si sospende in sequenze immaginate, reinventa la quotidianità ed ingloba elementi occidentali, come la mania di Shekar per Elvis, (senza rinunciare a citare il premio Nobel R. Tagore) fino all'imprevista scenografia alla Moulin Rouge della divertente item song “Kaisi paheli zindagani” in cui Rekha riappare più giovane e scatenata che mai e il film si concede il suo attimo di follia.

Il mio giudizio sul film: **** 4,5 /5


ANNO: 2005

REGIA: Pradeep Sarkar

TRADUZIONE DEL TITOLO: donna sposata

CAST:

Vidya Balan....................... Lalita
Saif Ali Khan..................... Shekar
Sanjay Dutt........................ Girish
Dia Mirza.......................... Gayatri
Raima Sen........................ Koel
Sabhyasachi Chakravorty.............Navin Rai
Rekha................apparizione speciale


COLONNA SONORA : Shantanu Moitra,

testi di Swanand Kirkire, clicca QUI e leggi l'intervista esclusiva concessa a Cinema Hindi

PLAYBACK SINGERS: Shreya Goshal, Sonu Nigam, Sunidhi Chahuan, Rita Ganguly


CURIOSITA':

- Pradeep Sarkar ebbe con questo film un debutto da favola, il regista venne scoperto da Vidhu Vinod Chopra che gli aveva affidato le picturizations delle canzoni di Mission Kashmir

- Inizialmente Chopra e Sarkar pensavano di portare avanti un'adattamento di Parineeta ambientato ai giorni nostri, solo dopo mesi di considerazioni i due raggiunsero un accordo e decisero di ricreare per il fillm l'atmosfera degli anni '60.

- Vidhu Vinod Chopra in principio non era troppo sicuro delle capacità della debuttante Vidya Balan, la quale fu sottoposta ad un training di sei mesi prima di veder confermato il suo ruolo. Saif Ali Khan aveva espresso il desiderio di poter lavorare accanto ad Aishwarya Rai.

-Il fim è stato girato tra Calcutta e Darjeeling, il treno che compare nella canzone “Kasto maaza” è lo stesso che veniva rincorso da Rajesh Khanna in Aradhana film del 1969 in cui la protagonista è la madre di Saif, Sharmila Tagore.

- Il successo del film scatenò un record di vendite del romanzo da cui è ispirato, nella settimana successiva la premiere furono vendute oltre 3000 copie del libro.

15 dicembre 2009

WANTED


Remake di un film tamil di grande successo, Pokkiri diretto da Prabhu Deva, regista anche di questa versione hindi, Wanted è uscito a settembre ed è, salvo sorprese dell'ultimo minuto, la pellicola più ghiotta del 2009. Amato dal pubblico, che ne ha fatto una hit sin dalla prima settimana di proiezione, e supportato dalla critica, Wanted ha stracciato la concorrenza di Dil Bole Hadippa!, uscito nello stesso week-end, grazie ad una perfetta, gustosa, indianissima miscela di azione, ironia, musica, romanticismo e dramma: ecco bollywood in tutto il suo splendore!

TRAMA

Radhe (Salman Khan) è un assassino di professione, assoldato da don e capi mafia che si spartiscono il controllo delle attività criminali di Mumbai. E' coinvolto nelle loro guerre ma lavora solo per denaro.
Tra politici corrotti, poliziotti scellerati e malviventi, incontra Jhanavi (Ayesha Talia) bellissima e dolce fanciulla con misure da pin up ed animo candido. I due si innamorano, ma non sarà facile per il killer Radhe amare la tenera Jhanavi.

RECENSIONI

The Times of India ****
Sono tornati i muscoli. E' tornato Salman Khan. Abbacchiato da una serie di flop ('Yuvvraaj', 'God Tussi Great Ho', 'Hello', 'Heroes'), l'attore nelle ultime settimane è apparso in dozzine di show televisivi, sperando di rimanere impresso nella memoria del pubblico. Ma non ce n'era bisogno. In 'Wanted'... Salman è una forza della natura. Inarrestabile. Inossidabile. Imbattibile. Nel ruolo del criminale dal grilletto facile affascina. E nel ruolo dell'amante impassibile - che cita alcune della battute più intelligenti sentite recentemente a Bollywood - diverte in ugual misura. Solo le star più carismatiche riescono a rendere un'inquadratura ordinaria degna di essere vista semplicemente grazie alla loro presenza. Il film è un avvincente racconto di poliziotti disonesti e criminali doppio-giochisti, ma è anche una storia d'amore. Il tutto narrato con un ritmo che toglie il respiro. E c'è anche della suspence. Il regista Prabhu Deva riesce a serpeggiare con abilità in dettagli narrativi senza perdere il controllo della storia principale. 'Wanted' è davvero stiloso. Girata in modo elegante, la pellicola può contare anche su coinvolgenti sequenze d'azione firmate da Vijayan, nonchè su grandi canzoni.
Avijit Ghosh, 18.09.09
Recensione integrale

Hindustan Times *1/2
...'Wanted' è il remake Hindi proprio di 'Pokkiri'. E' essenzialmente un B-movie con un budget più consistente e con un'enfasi relativamente minore sul sesso. Il genere di film che Bollywood realizzava sino ad una o due decine di anni fa, e che ora è il dominio soltanto dei cinema regionali. ... Ogni sequenza d'azione si alterna con un numero comico, una canzone o una scena romantica. ...Infine la pellicola deve culminare nella madre di tutte le scene d'azione. E 'Wanted' lo fa: Salman finalmente si toglie la camicia. Saranno felici in provincia. Ma dov'è la storia?
Mayank Shekhar, 19.09.09
Recensione integrale

Diana **** 4/5
Film d'azione la cui trama scorre fluida ed avvincente. I personaggi sono ben ideati, uno su tutti l'odioso ispettore Talpade (non ci si può immaginare un poliziotto più viscido di lui), i brani musicali e le coreografie sono piacevoli e godibilissimi. La storia d'amore è realizzata con la stessa delicatezza ed attenzione di quanta inventiva ed entusiasmo sono stati messi nelle sparatorie e nelle scazzotate. Bravi gli interpreti, tutti. Ironia e divertimento a volontà, Wanted è un film imperdibile.

Il bello:
- Salman Khan, Salman Khan, Salman Khan: vivace ballerino, invincibile macchina da combattimento, adorabile e caustico fidanzato.
- Ancora Salman Khan che al minuto 33 e 57" toglie dei fiori da un piccolo vaso e ne beve l'acqua.
- Tutte le scene d'azione.
- Tutti gli incontri tra Radhe e Jhanavi.
- La colonna sonora, in particolare la location del brano Dil Leke, Santorini, perfetta ambientazione per appassionate storie d'amore o una romantica luna di miele.

Il brutto:
- Niente.
Forse, a voler essere inutilmente cavillosi, ci si poteva aspettare un finale più intenso tra i due innamorati ma si parla già di un sequel: per vedere di nuovo insieme Radhe e Jhanavi basterà attendere.

SCHEDA DEL FILM

Cast

Radhe/Rajveer Shekhawat - Salman Khan
Jhanvi - Ayesha Takia (No Smoking, Dor)
Inspector Talpade - Mahesh Manjrekar (Slumdog Millionaire)
Gani Bhai - Prakash Rai
Golden - Aseem Merchant
Ashraf Khan - Govind Namdeo
Inder Kumar - Ajay
Vinod Khanna - Shrikant Shekhawat
Daniel Malik - Landlord
Mishal Mlaik - Jhanvi's Mother

Diretto da Prabhu Deva

Prodotto da Boney Kapoor

Musiche dei fratelli Sajid (Main Aurr Mrs Khanna) e Wajid Ali (Welcome)

Coreografie:
Raju Sundaram (Kaminey)
Vaibhavi Merchant (Rab Ne Bana Di Jodi)
Rajiv Surti (Main Aurr Mrs Khanna)
Vishnudeva (Fast Forward)

Anno: 2009

Distribuito dalla Eros Enterainment

CURIOSITA'
- Bel cameo per Prabhu Deva, Govinda e Anil Kapoor nel brano Jalwa.
- Nel film sono nominati sia Amitabh Bachchan che Shahrukh Khan.
- Salman Khan sarà di nuovo sugli schermi a gennaio con Veer.
- Wanted di Prabhu Deva è il remake hindi del film Pokkiri, sempre diretto da Prabhu Deva. Pokkiri è a sua volta il remake tamil di un film telugu, Pokiri, diretto da Mahesh Babu.

Il sito ufficiale del film

10 dicembre 2009

VICTORIA HOUSE


Una troupe sta girando alcune scene di un film low-budget in un hotel fuori Mumbai. La proprietaria dell'albergo, Lisa, gestisce tutta la tenuta assieme allo zio, che lavora come guardiano. Tra la ragazza e un componente della troupe nasce subito un amore, mentre tutti gli altri uomini, tra cui anche il viscido produttore Sanjay, tentano di conquistare la bella star Seema.
La famosa attrice è la prima a notare che qualcosa non va nella pensione in cui alloggiano: c'è una sua foto appesa nella stanza che le è stata assegnata, ma ben presto l'immagine sparisce. Sanjay la ritrova appesa sopra un altare votivo nella stanzetta del guardiano. Giusto il tempo di avvisare alcuni colleghi e la foto viene rimpiazzata da una statua della dea Durga, scomparendo di nuovo.
Nelle campagne attorno all'hotel, intanto, si aggirano in cerca di lavoro un ex-riccone e il suo leccapiedi. Decidono di fingersi santone e allievo, e conquistano la fama nei villaggi circostanti sostenendo di conoscere una formula per resuscitare i defunti. La gente comincia a pagarli per non riportare in vita i morti, come il santone aveva scaltramente previsto.
Prem, la controfigura del divo Anand, muore a causa di un incidente sul set. Sanjay, che non ha nè tempo nè tanto meno soldi da perdere, decide di portare il ragazzo dal celebre santone affinchè lo resusciti. Durante la cerimonia indetta per la resurrezione, sotto gli occhi esterrefatti dei due imbroglioni e di tutta la troupe, il corpo di Prem inizia a muoversi...

Anno: 2009
Regia: Hriday Sharma
Musiche: Sunil Singh

Attori:
Prthvi (Seema)
Meghna (Lisa)
Shiva (Anand)
Shakti Kapoor (Guru)

Recensione: **
Con una recitazione poco convincente, delle scene strampalate e un finale insipido, 'Victoria House' si meriterebbe una sola stella. Sharma prova di tutto per coinvolgere lo spettatore in quell'avventura senza senso che la troupe sta vivendo: riprende alcune scene dalla prospettiva dei personaggi oppure fa guardare i protagonisti dritto verso la cinepresa mentre esprimono le proprie intenzioni e chiedono un parere al pubblico. Ma si fa davvero fatica a comprendere le scelte e le reazioni dei personaggi, in quanto totalmente irrazionali. Perchè mai Seema, attrice piuttosto famosa, dovrebbe spaventarsi per aver trovato una sua foto nella stanza dell'albergo? E perchè Sanjay fa tuffare Prem dal trampolino nella piscina se sa che l'acqua è troppo bassa e si ammazzerà, provocando ulteriori ritardi nelle riprese?
In questo susseguirsi di scene pietose, spicca l'interpretazione di Shakti Kapoor (a cui è dedicata la seconda stella) che risolleva per un po' il film. Kapoor è il finto santone. Il suo ingegnarsi per guadagnarsi il pane, facendo sgobbare e malmenando il suo povero servetto è proprio divertente. Peccato che, dal momento della loro scomparsa in poi, lo spettatore debba sorbirsi una serie di sequenze noiose e prevedibili.

03 dicembre 2009

AAR PAAR


Aar Paar emerge come un avvincente concentrato di stile.
Salti continui da un genere all'altro, eleganti atmosfere noir si alternano a vivaci pennellate di commedia, il film è atipico quanto ammaliante, intrecciato da musiche dolci e canzoni suadenti.
L'inconfondibile tocco del maestro Guru Dutt appare ad ogni inquadratura, e, aldilà della parte strettamente estetica, il film convince per il suo essere brillante e veloce, introducendo una storia divisa tra casualità e scelte personali.

TRAMA
Cacciato dal garage dove stava lavorando perchè sorpreso a corteggiare la figlia del proprietario, Kalu, da poco uscito di prigione, si ritrova di nuovo al punto di partenza. Dovendo riferire un messaggio lasciatogli da un compagno di cella entra in contatto con dei gangster locali che cercheranno di trattenerlo nei loro affari donandogli un taxi nuovo di zecca. Senza troppa esitazione, Kalu accetta il dono pensando che dopo aver raggiunto una stabilità economica il padre della ragazza che ama riuscirà ad accettarlo; purtroppo però i suoi “benefattori” inizieranno a chiedergli qualcosa in cambio...

Trovando spazio a scene spassose senza mai uscire fuori strada, il film propone un susseguirsi di snodi narrativi in una trama stranamente incerta, seppur mai debole.
Ma Aar Paar è famoso soprattutto per il brano “Babuji dheere chalna” e il sensuale ballo di Shakila tra i tavoli di una taverna. La bellissima attrice, risalta per il suo appeal da femme fatale del cinema noir, conturbante visione tra le tenebre e nuvole di fumo di sigaretta; agile, snella e dagli occhi magnetici oppure malinconica e misteriosa nella canzone “Hoon Abhi Main Jawaan Ae Dil” mentre, nascosta nell'ombra, canta un motivo che ricorda le note di "Put the Blame on Mame" dal film americano Gilda.

Se Shakila incarna il fascino e il proibito, Shyama, l'altra faccia della medaglia, è l'esplosione della spontaneità infantile.Come suggerisce il titolo, Aar Paar / questo e quello, due donne così diverse, due possibilità relative ad altrettante strade da scegliere.

Il virtuosismo tecnico e l'immaginazione di Guru Dutt caricano di suggestione anche gli ambienti meno invitanti, come il garage, la taverna malfamata o la soffitta, grazie all'uso sapiente di ombre e luci ogni oggetto banale sembra acquistare una vita nuova.
Le immagini passano attraverso riquadri imprevedibili, che sia un vetro, il finestrino della macchina o i pali di un'impalcatura, la scena viene incorniciata da linee nette e motivi circolari e si sposta su piani multipli, suggerendo l'idea di un ambiente reale e non pura scenografia, nel quale la telecamera spia silenziosa trapassando ogni ostacolo.

Il mio giudizio sul film : **** 4/5

ANNO: 1954

REGIA : Guru Dutt

TRADUZIONE DEL TITOLO: Questo e quello

CAST:
- Guru Dutt........... Kalu
- Shyama............... Nikki
- Shakila.............la danzatrice
- Jagdish Sehti....... Lalaji
- Jhonny Walker...........Rustom
- Jagdeep................. Elaichi


COLONNA SONORA: O.P. Nayyar, testi di Majrooh Sultanpuri

PLAYBACK SINGERS: Geeta Dutt, Shamshad Beghum, Mohammed Rafi


QUALCOS'ALTRO:

In Aar Paar, lo smarrimento di un cappotto diviene il pretesto grazie al quale Kalu e Nikki possono vedersi di nuovo, anche nel film Kaagaz ke phool il primo incontro tra I due protagonisti è segnato dal prestito di un cappotto, stesso elemento presente anche in Pyaasa, film dove l'indumento diviene l'emblema stesso dell'identità del poeta, dalla quale decide di spogliarsi poco prima di tentare il suicidio.

La canzone “Babuji dheere chalna” viene citata nel film Lamhe di Yash Chopra ed è stata inserita una nuova versione della stessa (riarrangiata e cantata da Nihira ) in Salaam e Ishq di Nikhil Advani. In entrambi i momenti è collegata all'attore Anil Kapoor.
Una curiosità, nel film Delhi 6, la figlia di Anil, Sonam Kapoor, canticchia lo stesso testo mentre gioca con la telecamera sognando i provini di Indian Idol.

Il film, incluso nella programmazione 2009 del River to River Florence Indian Film Festival, sarà proiettato al Cinema Odeon di Firenze il giorno 05 dicembre alle ore 17:00. Lingua originale, sottotitoli in italiano e inglese.

02 dicembre 2009

KHAMOSHI - THE MUSICAL



Khamoshi - The Musical è un film del 1996, il primo del grande regista Sanjay Leela Bhansali che ne scrive anche il soggetto. Bhansali al suo debutto sceglie due elementi che saranno significativi per tutta la sua carriera futura: l'handicap, i genitori della ragazza protagonista sono sordomuti, e la musica. L'attenzione di Bhansali verso il mondo di coloro che soffrono di invalidità sensoriali lo porterà nel 2005 a tornare sul tema con la sua opera più acclamata, l’indiscusso capolavoro ispirato alla vita di Helen Keller, Black.
Il costante interesse di Bhansali per la musica, invece, raggiunge in questi mesi la sua massima espressione, il regista sta infatti collaborando alla realizzazione della colonna sonora per il suo prossimo film, Guzaarish, che uscirà nel 2010.

TRAMA

Annie (Manisha Koirala) è di religione cattolica e vive a Goa con i genitori sordomuti; fin da piccola è l’orgoglio e il sostegno di mamma e papà ma quando incontra Raj (Salman Khan) un forestiero Hindu, il suo amore per lui turba gli equilibri della sua famiglia creando una frattura tra Annie e il padre, Joseph, interpretato meravigliosamente da Nana Patekar (Agni Sakshi).

RECENSIONI

Diana *** 3/5
Khamoshi - The Musical è stato premiato dalla critica ma poco applaudito dal pubblico. La sua trama è, purtroppo, sovraccaricata di eventi tragici: l’incidente di Annie, le difficoltà economiche, la perdita di Maria (Helen Jairag Richardson Khan), la morte del piccolo Sam. A causa di questa sovrabbondanza e della poca sobrietà, la storia, durante il suo sviluppo, smarrisce l’intenzione. Il film recupera, però, grazie all’ interpretazione davvero appassionante di Nana Patekar e ad alcuni passaggi riusciti e toccanti che ne fanno una pellicola interessante, piacevole e comunque sincera e personale.

Il bello:
- La prova degli attori, in particolare di Seema Biswas (Bhoot, Company) e di Nana Patekar, bravo, credibile, emozionante.
- Il tocco magico di Sanjay Leela Bhansali. La luce che illumina una tovaglia appena stesa, un uomo che corre felice senza voce lungo la spiaggia, padre e figlia che danzano insieme, due ragazzi innamorati in cima ad un faro: Bhansali studiava già da grande maestro.

Il brutto:
- La mano calcata un po’ troppo pesantemente sul dramma.
- Qualche eccesso di retorica.

SCHEDA DEL FILM

Cast:
Joseph - Nana Patekar
Flavy - Seema Biswas
Annie - Manisha Koirala (Dil Se)
Raj - Salman Khan
Willy - Raghuveer Yadav (Lagaan)
Sam - Patrik Gala
Maria - Helen Richardson Khan

Scritto e diretto da: Sanjay Leela Bhansali

Musiche: Jatin e Lalit Pandit (Fanaa)

Coreografie: Bhushan Lakhandri (Omkara), Saroj Khan (Love Aaj Kal), Ganesh Hegde (Don)

Anno: 1996

AWARDS:

Filmfare Award
Best Art Direction, Chandrakant Desai
Best Sound Design, Jitendra Chaudhary
Best Actress (Critics), Manisha Koirala
Best Film (Critics), Sanjay Leela Bhansali
Best Female Playback Singer, Kavita Krishnamurthy

Screen Award
Best Actress, Manisha Koirala
Best Actress In A Supporting Role, Seema Biswas
Best Art Direction, Nitin Chandrakant Desai
Best Cinematography, Anil Metha
Best Lyrics, Majrooh Sultanpuri
Best Playback Singer - Female, Kavita Krishnamurthy
Best Technical Debut, Sanjay Leela Bhansali

CURIOSITA'

- Helen Richardson Khan (Gumnaam, Lahu Ke Do Rang) ballerina ed attrice accettò il ruolo grazie a Salman Khan, di cui Helen aveva sposato il padre in seconde nozze.
- Sembra che l’episodio della piccola Annie che impara a vendere il sapone di porta in porta sia tratto direttamente dall’infanzia di Sanjay Leela Bhansali.
- Si sussurra di una relazione tra Sanjay Leela Bhansali e Vaibhavi Merchant, ballerina e coreografa, discendente della famiglia Merchant: la passione di Sanjay Leela Bhansali per la musica si fa ancora più intensa.

29 novembre 2009

WOHI BHAYAANAK RAAT


Vicky vive da solo con l'anziana madre. Nel sontuoso palazzo di fianco alla loro abitazione arriva un nuovo inquilino, Kumar, un signore attraente ed elegante che pare avere molto successo con il gentil sesso: Vicky lo vede rientrare ogni sera con una compagna diversa. Dalla finestra della sua camera, il giovane comincia a spiare i movimenti di quello strano vicino che esce solo quando fa buio. Una notte Vicky vede Kumar amoreggiare con una donna che il mattino seguente viene rinvenuta morta in un boschetto. Sul collo della sfortunata sono ben visibili due misteriosi fori.
Vicky denuncia quello che ha visto la notte precedente alla polizia, ma non viene creduto. Quando entra col poliziotto in casa di Kumar resta colpito da un quadro appeso alla parete: la ragazza ritratta è praticamente identica alla sua fidanzata Rupali...

Anno: 1989
Regia: Vinod Talwar
Musiche: Surinder Kohli

Attori:
Kiran Kumar (Kumar)
Rohan Kapoor (Vicky)
Neeta Puri (Rupali)
Rakesh Bedi (officiante tantrico)

Recensione: ****
All'inizio il film è un po' lento, e quasi vien voglia di cambiare dvd. Ma se perseverate, non ve ne pentirete ed apprezzerete anche la parte che precedentemente vi aveva annoiato.
'Wohi Bhayaanak Raat' (traducibile in 'Quella notte così paurosa') è tutto da ridere. Kumar, il vampiro, proverbiale creatura dalla bellezza eterea, nei suoi raptus sanguinari si trasforma in un mostro orripilante. Invece di sedurre le proprie vittime, rimane paralizzato dai sensuali balli in cui queste si esibiscono quando si trovano in intimità con lui. Il vampiro strabuzza gli occhi, sul suo viso affiora un'espressione ebete e Kumar sembra dimenticarsi del motivo per cui le ha condotte con sè. Inoltre possiede una forza sovrumana che, però, può essere facilmente contrastata da un disegno o da un oggetto raffigurante un simbolo sacro dalle dimensioni di un pollice.
Al contrario di quanto accade comunemente nelle pellicole horror, la musica di sottofondo non è all'altezza del suo compito, cioè quello di creare atmosfera e coinvolgere lo spettatore, mentre le canzoni con rispettivo balletto sono imperdibili. Forse proprio perché 'Wohi Bhayaanak Raat' a dispetto delle apparenze non è un vero film dell'orrore, bensì una simpatica presa in giro degli horror di quell'epoca.

24 novembre 2009

V E E R A N A


Il film comincia presentando la setta composta dallo stregone Baba, dalla sua donna demoniaca Nikita e da altri adepti mostruosi, tutti intenti a compiere un sacrificio umano in onore di un terribile idolo d'oro. Il thakur (*) del villaggio, Sameer Pratap, tende una trappola a Nikita e la uccide bruciandola su una pira. Il temibile stregone riesce a recuperare il corpo ormai orribilmente sfigurato della sua compagna e giura vendetta.
Molti anni dopo, Baba mette in atto il suo diabolico piano: cattura Sameer Pratap e la sua giovane figlia Jasmin in viaggio per una visita allo zio, il thakur Mahendra Pratap. Con un maleficio, Baba riesce a far penetrare lo spirito di Nikita nella ragazza. Quindi lo stregone porta Jasmin a casa del vecchio zio. Il padre della bambina viene creduto morto, mentre Baba si attira le simpatie della famiglia di Mahendra Pratap spacciandosi per colui che l'ha salvata dopo averla trovata priva di sensi sul bordo di una strada. Essendo già orfana di madre, la povera Jasmin viene adottata dallo zio, e anche a Baba è permesso di restare ad abitare con loro.
Diventata adolescente, Jasmin comincia a comportarsi in modo strano: se ne sta ore ed ore chiusa in camera e in sua presenza si verificano avvenimenti così allarmanti da indurre il vecchio Mahendra Pratap a far allontanare la figlia Sahila da casa. Jasmin, posseduta da Nikita, compie omicidi efferati su comando di Baba che la manipola grazie ad una bambola vudù. La ragazza adesca uomini sfruttando la sua bellezza e li assassina brutalmente nell'intimità, dopo essersi trasformata in una creatura mostruosa.
(*) Signorotto locale

Regia: Shyam e Tulsi Ramsay
Musiche: Bappi Lahiri
Anno: 1988

Attori:
Jasmin (Jasmin Pratap)
Kulbhushan Kharbanda (Thakur Mahendra Pratap)
Rajesh Vivek (Baba)
Gulshan Grover (Raghu)
Satish Shah (Hitchcock)
Sahila Chaddha (Sahila)
Hemant Birje (Hemant)

Recensione: ****
La scena iniziale è di grande impatto con le inquadrature del ferino idolo dorato e dei mostruosi adepti della setta di Baba che compiono il loro sangunario rito. Le musiche graffianti di Lahiri penetrano nel cervello dello spettatore rendendo insopportabile il suono, mentre le immagini ne stuzzicano la curiosità e lo inducono a proseguire nella visione.
La ricetta dei Ramsay e di moltissimi film dell'orrore degli anni '80 è sempre la stessa: un mostro, un macho, un servitore impacciato, belle ragazze, un antico palazzo, una love story, delle scene sexy e qualche mossa di kung-fu. Tutti gli ingredienti si incastrano in un mix ben riuscito: colpi di scena in pieno stile horror si alternano ad episodi davvero divertenti, come quello del domestico Raghu perseguitato da un feroce gatto (ovviamente) nero e quello della storia d'amore tra Sahila e Hemant.

Il personaggio meglio riuscito è quello di Jasmin, che con la sua sensualità ammalia uomini stupidi e rudi, per poi ucciderli brutalmente. I Ramsay si prendono gioco del genere maschile, i cui esemplari farebbero pazzie per seguire la sottana della prima ragazza disponibile che incontrano senza farselo ripetere due volte. L'immagine della donna, al contrario, è estremamente trasgressiva, non solo per l'epoca. Affascinante e capace di controllare gli uomini a suo piacimento, Jasmin/Nikita non incarna assolutamente l'ideale della ragazza rispettosa e modesta che è ancora diffuso in buona parte dell'India (e non solo). La canzone che intona quando è rinchiusa nella sua camera è ipnotica e fa trasparire tutta la solitudine della giovane causata dalla sua palese e pericolosa diversità.
Adatto ad un pubblico femminile che, quasi sicuramente, simpatizzerà per Nikita. Didattico per i signori spettatori: non fidatevi mai di una bella femme fatale, soprattutto se solitamente non avete successo con l'altro sesso. In ogni donna dimora un demonio, quindi uomo avvisato...

Curiosità:
* Le riprese furono completate nel 1985, ma il film uscì nelle sale solo nel 1988. La censura impose pesanti modifiche: 'Veerana' proponeva un'immagine della donna indiana decisamente troppo forte e sconveniente. I fratelli Ramsay non riuscirono ad ottenere il successo sperato al botteghino perché alla fine degli anni '80 il mercato dell'horror era già in declino.
* Negli U.S.A. il film è uscito con il titolo 'Veerana: The Vengeance of The Vampire', e in Gran Bretagna con il nome poco azzeccato di 'The Wilderness'.
* Hemant Birje era già noto al pubblico nelle vesti di Tarzan, e in questo film la sua prestanza fisica non lascia delusi/e.

23 novembre 2009

CHHOTI SI BAAT


Come suggerisce il titolo si tratta di una cosa banale (chhoti si baat) eppure il protagonista scivola nel panico più completo e tra una frustrazione e l'altra sogna la sua riscossa.
La storia è semplice. L'esecuzione geniale.
A loro agio nella vita cittadina ma perfettamente naïve, i personaggi passano le giornate appoggiati a una piccola scrivania in uffici sovraffollati, tra quotidiane attese di un rosso autobus a due piani e pause pranzo ricche di pettegolezzi in veloci ristoranti nei dintorni. Una generazione attiva e moderna ma estremamente goffa che fatica ad uscire dal guscio e attende di essere rassicurata.
Set naturale del film, una Mumbai anni '70 incasinata quanto confortevole, lontana dal glamour di Bollywood e rigorosamente Middle Class.

TRAMA
Il timidissimo impiegato Arun incontra tutti i giorni la ragazza di cui è innamorato ma non riesce né a salutarla né tantomeno ad invitarla a vedere un film, i colleghi lo ignorano e la sua ingenuità lo rende una facile preda dei truffatori. Spaventato dall'arrivo di un nuovo possibile rivale in amore si affida alle lezioni di un bizzarro colonnello in ritiro, specialista nel dare consigli. Sotto l'occhio vigile del suo “personal trainer” ritorna in città per trasformarsi nell'uomo che vorrebbe essere, determinato a conquistare la sua bella e prendersi una succosa rivincita.

Arun è un giovanotto alla “yes Sir, sorry Sir”, troppo onesto, troppo pudico, troppo corretto. Il suo corteggiamento, o meglio, mancato corteggiamento, è ricco di parentesi comiche seguite da relative dream sequences che il protagonista si concede per addolcire la sua situazione stagnante . Frequenti le interruzioni tra il racconto di quello che Arun fa e le immagini di quello che vorrebbe fare tanto che ad un certo punto sogna di saltare dentro al film che sta guardando e sostituirsi a Dharmendra per dare libero sfogo alle sue aspirazioni di seduttore.

Ashok Kumar è impareggiabile nel ruolo del colonnello dal nome altisonante ( Julius Nagendranath Wilfred Singh) che si incarica della formazione sociale di Arun impegnandolo in corsi accellerati di sicurezza, autostima, comportamento, linguaggio del corpo e soprattutto.. corteggiamento.
Il momento della diagnosi del suo paziente è uno dei più divertenti, tra occhiate di disappunto e strani termini specialistici come : 'love labor lost case', 'unstable para nautical frustration', 'improper conditioning and defective verbal communication' ...

Il mio giudizio sul film: **** 4/5
Trattasi di una commedia a regola d'arte.
Al contrario di molte uscite attuali il film riesce a far ridere senza dimostrarsi MAI una pura scemata. L'umorismo è leggero e irresistibile, i ritmi perfettamente studiati e basta uno sguardo per affezionarsi ai personaggi.

ANNO: 1975

TRADUZIONE DEL TITOLO: Una cosa banale / una piccola cosa

REGIA : Basu Chatterjee

CAST:

Amol Palekar............ Arun Pradeep
Ashok Kumar........... Colonel Julius Nagendranath Wilfred Singh
Vidya Sinha...........… Prabha
Asrani........................ Nagesh

Apparizioni speciali di Amitabh Bachchan, Dharmendra, Hema Malini, Manmohan

CURIOSITA'

- Il film inizia dispensando una marea di informazioni su personaggi minori attraverso una voce fuori campo. L'abbondare di dettagli, inutile nell'economia del film, nasce con l'intento di creare una parentesi accattivante arrivando a mischiare situazioni buffe con immagini realistiche ed anatomiche. Chissà se il regista francese Jean Pierre Jeunet si è ispirato a Chhoti si baat per il suo prologo ne Il favoloso mondo di Amelie. Magari è così.

- Amol Palekar non è solo un attore (imperdibile il suo doppio ruolo in Golmaal di Hrishikesh Mukherjee) ma è stato anche il regista del fiabesco Paheli (2005).

- Arun e Prabha si incontrano tutti i giorni alla fermata dell'autobus sulla quale svetta un'enorme e coloratissima locandina vintage. Si tratta del film Zameer con Amitabh Bachchan e Saira Banu uscito sempre nel 1975.

- Il buffo pranzo tra Arun , Prabha e Nagesh ha luogo nel Flora Restaurant, un locale con cucina cinese molto in voga negli anni '70

- Il look di Surinder / Shahrukh Khan in Rab ne bana di jodi ricorda molto l'immagine di Amol Palekar in titoli come Chhoti si baat e Golmaal.

17 novembre 2009

THILLANA MOHANAMBAL

Thillana Mohanambal
Quando il cinema tamil celebra i propri valori culturali.

Cenni sul titolo: Thillana è un componimento che fa parte della musica classica dell’India del Sud, anche conosciuta come musica Carnatica, è utilizzato spesso come base musicale per la danza classica indiana chiamata Bharatanatyam.

Titolo: Thillana Mohanambal
Regia: A.P.Nagarajan
Anno: 1968
Durata: 175’
Cast: Sivaji Ganesan - Shanmugan
Padmini: Mohana
Manorama: Jil Jil Sundari
Giudizio:***** 5/5


“Un saluto a tutti gli estimatori delle arti”, con questa frase presa direttamente dalla modalità di presentazione degli spettacoli teatrali nello stato indiano del Tamil Nadu, esordisce il film, ponendo già dall’inizio lo spettatore nella ricostruzione virtuale dell’esperienza teatrale.
La prima scena, nello scorrere dei titoli di apertura mostra lo svolgersi di una festività religiosa, una delle principali occasioni che gli artisti hanno per organizzare i propri spettacoli. Luogo privilegiato è il tempio poiché la musica e la danza classica sono fortemente interconnesse con la religione induista, un trattato delle scritture sacre è interamente dedicato alle arti.
Per questo motivo danza e musica portano in sé un elemento spirituale da cui non si può prescindere.

La storia inizia con l’arrivo in città di due compagnie, una di musicisti con a capo Shanmugan e l’altra formata da danzatrici che ha Mohana come artista principale. Quando i due gruppi si incontrano si sviluppa immediatamente una certa tensione e antagonismo tra Shanmugan e Mohana.
Dietro questo atteggiamento si cela l’attrazione tra i due tanto che Shanmugan, pur di nascosto decide di assistere all’esibizione di Mohana.

Le due compagnie lasciano la città e prima di arrivare alle rispettive destinazioni, percorrono in treno una parte del percorso. E’ importante parlare della scena che si svolge nel treno dato che è diventata estremamente popolare nella cinematografia tamil; nel vagone gli artisti si preparano a passare la notte e intanto Shanmugan e Mohana si scambiano pensieri e sensazioni in un dialogo fatto solo di sguardi, in un repertorio gestuale efficace ed evocativo.

Qui ci interrompiamo un momento per parlare brevemente dei due attori interpreti, Sivaji e Padmini. Hanno girato insieme un gran numero di film e hanno costituito la coppia romantica in assoluto più importante di tutto il cinema dell’India del Sud, oltretutto Sivaji è stato insignito della “Légion d’Honneur” (prestigiosa onorificenza che il governo francese assegna a chi si distingue in campo artistico). Ad oggi è considerato tra i grandi del cinema indiano.

Padmini oltre ad essere stata attrice di grande presenza scenica, è stata una importante ballerina di danza classica indiana e le scene di Thillana Mohanambal sono state danzate dall’attrice, senza controfigure. Al termine della carriera si trasferisce in America dove ha aperto un’accademia di danza dove ha insegnato per molto tempo. La scuola è uno dei centri principali per chi voglia seriamente formarsi nel Bharatanatyam.

Torniamo al film, la storia si dipana seguendo anche elementi tipici del cinema commerciale. Mohana attira l’attenzione di un ricco possidente che pur di averla, incurante del rifiuto della ragazza, organizza un piano per rapirla e portarla in un rifugio segreto.

In seguito si aggiunge un altro spasimante che è motivo di incomprensioni e un momentaneo allontanamento tra Shanmugan e Mohana ma, come in ogni racconto popolare che si rispetti, arriva un personaggio che aiuta i due innamorati a ritrovarsi e chiarire i reciproci sentimenti.

In Thillana Mohanambal non solo c’è l’esaltazione dell’arte e dell’amore, lo stesso discorso amoroso trova espressione nei dialoghi tramite metafore che rimandano alla musica e alla danza. Per spiegare questo tipo di espediente riportiamo la descrizione di una scena dove Mohana e la madre si scambiano delle opinioni.

Siamo nella prima metà del film, i due protagonisti si stanno già innamorando. La scena ha inizio quando la madre di Mohana inizia una discussione con gli altri componenti del gruppo e al suo arrivo Mohana chiede se sia in atto una conferenza e, con una nota di ironia, chiede secondo quale melodia la madre stesse discutendo.

Nel sentire questa notazione la madre risponde che, quale che sia la melodia, Mohana deve cantare secondo il ritmo e la melodia a lei gradite. Mohana risponde che non potrebbe cantare seguendo una melodia che non le piace e preferisce sceglierne una di suo gradimento, anche nel caso la madre non fosse in grado di capire quel motivo musicale. Alla fine la madre ribadisce in modo più esplicito che la figlia deve muoversi nella direzione scelta da lei e la ragazza ribatte che le sue gambe non sono in grado di muoversi secondo le indicazioni imposte dalla donna.

Questa scena ci aiuta a capire come il discorso artistico e amoroso si sovrappongono con particolare eleganza, è chiaro che le due donne stanno parlando di Shanmugan e dell’atteggiamento da tenere con lui, la madre fa capire alla figlia che il musicista rappresenta una scelta a lei sgradita ma Mohana si impone e contrasta la madre dicendo che a lei spetta scegliere l’uomo della sua vita.

Mohana accetta la sfida che le propone Shanmugan di partecipare a una competizione artistica, decide di ballare al ritmo composto dal musicista, in una sequenza di figure e passi che la impegnano fisicamente in un doloroso crescendo che trova il suo culmine quando cominciano a sanguinarle i piedi, nonostante tutto Mohana termina la sua danza. Di rimando in una scena seguente anche Shanmugan, nello sforzo di suonare inizia a sanguinare da una ferita non ancora rimarginata.

Sanguina lui e sanguina lei, nella relazione d’amore si dà e si riceve in misura eguale e come due artisti gli innamorati interagiscono in un dialogo amoroso che danza all’unisono.

Così l’incontro tra due arti e il loro connubio si interseca mirabilmente con l’amore che nasce e trova la sua via per esprimersi completamente; la danza e la musica che fanno danzare i corpi e l’anima sono parte dell’amore che fa danzare le anime al ritmo eterno della vita e della spiritualità.

16 novembre 2009

KAAGAZ KE PHOOL


Probabilmente l'errore di valutazione più imperdonabile mai compiuto dal pubblico indiano.
Rifiutato di netto dagli spettatori contemporanei fu un disastroso flop che Guru Dutt non riuscì mai ad accettare.
Quasi rievocando la trama di Pyaasa, il suo film più famoso, Kaagaz ke phool cominciò ad essere preso in considerazione solo dopo la sua morte ed è oggi riconosciuto come uno dei più grandi capolavori della Golden Age del cinema di Bombay.

TRAMA
Un famoso regista si innamora della sua attrice favorita che ha scoperto e lanciato nel ruolo di Paro in Devdas. Nonostante la differenza d'età i due si amano e si comprendono e questo importante rapporto di amicizia/amore aiuta Suresh ad uscire dalla solitudine e ritrovare nuovi impulsi creativi. A compromettere l'equilibrio della relazione gli scontri con la viziatissima ex moglie e l'egoismo della figlia ancora adolescente che interviene per separarli.
L'allontanamento di Shanti e l'insuccesso di un suo film provocano il naufragio psichico e professionale di Suresh.

Disincantato, poetico e nato già per essere un classico Kaagaz ke phool è la fusione di epica e dramma in una cornice monumentale e squisitamente elegante.
La storia presenta forti echi autobiografici, riflette l'inquieta storia d'amore in/off screen tra l'attrice Waheeda Rehman e il regista e da voce alle sue più temute ossessioni: il terrore del giudizio negativo del pubblico e la precarietà della sua posizione di prestigio nello star system.
Il protagonista, Suresh Sinha, appare un alter ego dello stesso Guru Dutt , il suo racconto si apre con un ritorno agli studi cinematografici dopo una lunga assenza ma è ormai malato e sconosciuto agli occhi di tutti. Lontano dai tempi della sua fama l'uomo è costretto a rientrare furtivamente nel set, per risvegliare i ricordi e ritrovare una parte perduta di sè.

La canzone "Waqt ne Kya", scritta dal poeta Kaifi Azmi è un climax che si svela appena a metà film, un attimo prezioso di puro valore evocativo. Ponendo l'accento sulla vicinanza emotiva dei due personaggi ma sulla loro inevitabile distanza nello spazio reale, un fascio di luce irrompe nell'oscurità per dividere e unire Shanti e Suresh. Si allontana l'occhio della telecamera e inizia a ruotare attorno ai protagonisti svelando un ambiente ampio e, malgrado le tenebre, ben visibile nei dettagli. Il volto di Waheeda Rehman viene illuminato progressivamente e in maniera distorta, tanto da far apparire i suoi tratti deformati simili ad un profilo di cera.
In contrasto alla staticità dei protagonisti, alla lentezza del canto malinconico di Geeta Dutt e alla quasi assenza di musica di sottofondo, i movimenti circolari delle riprese.

Il tempo ci ha inflitto questo magnifico dolore
nè io nè te siamo più quelli di prima
I cuori inquieti si incontrano di nuovo come se non si fossero mai separati
ti eri perso, mi ero persa anch'io
dopo solo due passi percorsi nello stesso sentiero

(trad. libera di un passaggio di Waqt ne Kiya)


Il titolo Kaagaz ke phool / Fiori di carta , collega il film a Pyaasa con un ponte immaginario.
Nel suo film precedente erano le sue poesie a diventare in un attimo dell'insignificante carta da reciclare abbandonata in un deposito, in KKP ad essere fragile e vulnerabile è la fama e il nuovo amore per Shanti.
Waheeda Rehman supera se stessa ancora una volta e ci regala in questo film la sua migliore interpretazione di sempre. L'attrice, bellissima e dotata di un'intensità suprema, è in grado di ingannare il pubblico con la sua controllata compostezza prima di svelare il disagio interiore attraverso azioni maniacali, ripetitive, ed uno sguardo perso nel vuoto.


Il mio giudizio sul film ***** 5/5

ANNO: 1959

REGIA: Guru Dutt

CAST:

Guru Dutt.................... Suresh Sinha
Waheeda Rehman........ Shanti
Naaz............................. Pammi
Veena........................... Bina Verma
Jhonny Walker............. Rocky
Mahesh Kaul................Mr Verma
Pratima Devi................ Mrs Verma


COLONNA SONORA: Sachin Dev Burman, testi di Kaifi Azmi

PLAYBACK SINGERS: Geeta Dutt, Mohammad Rafi



ALTRE INFORMAZIONI E CURIOSITA':

- Kaagaz ke phool è stato il primo film indiano girato in Cinemascope

- Molto spesso le storie ambientate dietro le quinte dell'industria cinematografica si sono dimostrate dei clamorosi flop al botteghino. Fortunatamente questo mito nefasto avviatosi con Kaagaz Ke Phool è stato infranto dal successo di titoli come Rangeela (1995 ) Om Shanti Om (2007) e Luck by Chance (2009) amati da pubblico e critica.

- Naaz, l'attrice che interpreta Pammi fu la protagonista bambina di Boot Polish pellicola del 1954 prodotta da Raj Kapoor

- Nel film Fanaa con Aamir Khan e Kajol il momento in cui si svela l'identità del protagonista è caratterizzato dalla ripetizione dei versi di “Waqt Ne Kya”; sempre nello stesso film troviamo Kajol lavorare ai ferri un gilet chiaro, molto simile a quello preparato da Shanti per Suresh.

- In Om Shanti Om di Farah Khan appare un ritratto con il volto di Deepika Padukone identico a quello dipinto per Waheeda Rehman , inoltre, l'imponente salone in cui ha luogo l'incendio ricorda moltissimo l'atrio monumentale presente in Kaagaz Ke phool (e in entrambi i film l'eroina si chiama Shanti).

- Questo capolavoro della cinematografia Hindi in bianco e nero è stato incluso nella retrospettiva dedicata a Guru Dutt nell'edizione 2009 del River to River Florence Indian Film Festival. Sarà proiettato al cinema "Odeon" di Firenze il giorno 08 dicembre 2009 alle ore 15:00. Sottotitoli in italiano ed inglese. Clicca QUI per il sito ufficiale della manifestazione.

15 novembre 2009

B L U E




Colossale spreco di risorse. E non solo finanziarie. Kylie Minogue, il cui ingaggio pare sia costato alla produzione una cifra pazzesca, in 'Blue' appare un po' ingessata. Akshay Kumar, di solito piacevole, in 'Blue' è irriconoscibilmente antipatico (il personaggio non c'entra). Lara Dutta, che riesce sempre a distinguersi grazie alla sua pacata personalità, in 'Blue' è inesistente. Sorvoliamo sugli altri interpreti (?), sulla storia, sulla sceneggiatura (?), sulla regia, ecceccecc.
Un consiglio: ammirate rapiti gli splendidi titoli di testa, cullati dal meraviglioso brano Rehnuma. Poi interrompete senza rimorso la riproduzione, e sostituite 'Blue' con 'Main Aurr Mrs. Khanna': non un capolavoro, ma certamente il film più interessante di questo Diwali.

TRAMA

Un tesoro nascosto sotto i mari. Sethji (Sanjay Dutt) sembra l'unico a conoscerne l'ubicazione, ma preferisce dimenticare. Sino a quando il fratello Sam (Zayed Khan) si caccia in guai grossi. Allora, con l'amico Aarav (Akshay Kumar), decide di recuperarlo.

RECENSIONI

The Times of India: ***
'Bollywood si immerge sott'acqua e ne riemerge vincitrice. 'Blue' è esagerato e fresco, e vanta alcune notevoli riprese nelle profondità marine (grazie a Pete Zuccarini, direttore della fotografia dei 'Pirati dei Caraibi'), fantastiche sequenze d'azione fuori dall'acqua e una scoppiettante colonna sonora firmata dai due vincitori Indiani dell'Oscar (A.R. Rahman e Resul Pookutty). 'Blue', pubblicizzato come il più costoso film bollywodiano, abbaglia per la forma più che per la sostanza. Non è la storia bensì sono le scene d'azione, gli inseguimenti, lo splendore marino e il look opulento a giustificare il costo del biglietto.'
Nikhat Kazmi, 16.10.09

Hindustan Times: *
'Film bollywoodiano di terza classe. Le uniche piccole gemme che posso individuare in questo immenso acquario sono una paio di brani strumentali di Rahman in una altrimenti fiacca colonna sonora.'
Mayank Shekhar, 16.10.09

Cinema Hindi: *
Punto di forza: la colonna sonora e alcune riprese subacquee
Punto debole: la sceneggiatura trita e noiosa; le interpretazioni da incubo

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Akshay Kumar - Aarav
* Sanjay Dutt ('Munna Bhai') - Sethji
* Lara Dutta ('Billu') - Mona
* Zayed Khan ('Main Hoon Na') - Sam, fratello di Sethji
* Katrina Kaif ('New York') - Nikki (cameo)
* Kylie Minogue - video del brano 'Chiggy Wiggy'
* Rahul Dev ('Asoka') - Gulshan (cameo)
* Kabir Bedi - Jagat, padre di Aarav (cameo)

Regia: Anthony D'Souza, al suo esordio

Sceneggiatura: Bryan Sullivan

Colonna sonora: A.R. Rahman. Alcuni brani sono davvero ipnotici e un po' insoliti nella discografia di Rahman, uno su tutti il già citato Rehnuma dei titoli di testa, interpretato da Shreya Ghoshal ('Barso Re', dalla colonna sonora di 'Guru') e da Sonu Nigam ('Kabhi Alvida Naa Kehna'). Per l'audio, Clicca qui. Simpatico anche 'Chiggy Wiggy', interpretato da Kylie Minogue, Sonu Nigam e Suzanne D'Mello ('Aye Bachchu', dalla colonna sonora di 'Ghajini'); il testo è stato scritto da Abbas Tyrewala, regista di 'Jaane Tu Ya Jaane Na'. Kylie Minogue è la prima artista non Indiana ad aver raggiunto in India la posizione numero uno nelle classifiche di vendita dei singoli

Coreografia: Farah Khan ('Om Shanti Om')

Fotografia: Laxman Utekar

Anno: 2009

Sito: Clicca qui

Trailer: Clicca qui

CURIOSITA'

* Il direttore della fotografia per le riprese in immersione è Pete Zuccarini ('Pirati dei Caraibi'). Il responsabile per le scene d'azione è James Bomalick ('Starsky & Hutch')

* Lara Dutta, suggerita per il ruolo di Mona dallo stesso Akshay, sulle prime aveva rifiutato perchè non sapeva nuotare

* Akshay durante una ripresa in immersione si è ferito e ha cominciato a sanguinare copiosamente, esperienza poco consigliabile considerando il numero di squali nelle vicinanze...

* La scena iniziale con gli squali, della durata di un minuto, ha richiesto 7 giorni per completarla. Le altre spettacolari sequenze con gli squali durano in tutto circa 20 minuti, ma sono il frutto di 40 giorni di riprese

* Per la coreografia in acqua con i delfini per il brano 'Aaj Dil Gustakh Hai', Lara Dutta ha danzato in immersione indossando un abito rosso dallo strascico chilometrico. Il pericolo era di strangolarsi o di strangolare qualcuno

* La sequenza con Zayed che in moto scavalca un treno in corsa ha richiesto 8 giorni di riprese. Altrettanto spettacolari le scene di inseguimento girate in Thailandia in località ogni giorno diverse per evitare problemi al traffico. 80-100 auto utilizzate simultanemente. 25 auto, 21 motociclette e 1 camion distrutti. 1 casa e 1 yacht fatti saltare in aria

* Al botteghino, nella prima settimana di programmazione, 'Blue' ha battuto 'All The Best: Fun Begins' e 'Main Aurr Mrs. Khanna'. Ma durante la successiva, 'All The Best' ha conquistato la vetta. Attendiamo la classifica generale del 2009 per decretare il vincitore definitivo. Per saperne di più sulla sfida del Diwali 2009: Clicca qui

GOSSIP&VELENI

* Notato il sobrio tatuaggio sulle spalle di Akshay? Ebbene, 'Aarav' non è solo il nome del personaggio in 'Blue' ma anche il nome del figlio di Akshay Kumar

* Per riconciliarci con Akshay confidiamo in 'De Dana Dan', in distribuzione il 27 Novembre, diretto dal suo regista preferito, Priyadarshan ('Billu'). Il 2009 è stato un anno tremendo per il nostro Akki con quattro film oggettivamente brutti: 'Chandni Chowk To China', '8 x 10 Tasveer', 'Kambakkht Ishq' e ora 'Blue'. I primi due sono stati bocciati anche dal pubblico. Trailer di 'De Dana Dan'

12 novembre 2009

ALL THE BEST: FUN BEGINS


Il consolidato connubio fra l'attore Ajay Devgan e il regista Rohit Shetty sembra ormai baciato dal successo. L'anno scorso 'Golmaal Returns' vinse la sfida al botteghino in occasione del Diwali 2008. Quest'anno il traballante primato di 'Blue' sembra pericolosamente insidiato da 'All The Best: Fun Begins'.
La commedia è mediocre ma non annoia. Troppo simile ad altre dirette in passato da Shetty (nonchè a 'No Entry' di Anees Bazmee). Il pretesto che dovrebbe innescare la serie di equivoci comici è sempre lo stesso: un gruppo di amici che vive di espedienti ma che sogna di agguantare la fortuna e/o la bella di turno.

In 'All The Best' non mancano qua e là episodi esilaranti. Ajay è a suo agio ed interpreta il proprio personaggio in modo disinvolto e informale. Anche Bipasha Basu è piuttosto naturale e non sfigura accanto a Devgan. Ma la vera sorpresa è rappresentata da Ashwini Kalsekar, calata in un ruolo comico che la rende irriconoscibile (la ricordate demoniaca in 'Phoonk'?).
Il film è molto colorato, ricco di personaggi minori, con brani musicali orecchiabili. Ma la sceneggiatura è debole e le interpretazioni non sono propriamente memorabili. Shetty è innamorato del genere e si diverte un mondo, ma le sue commedie sono ben lontane dall'accuratezza e dalla solidità di quelle di Priyadarshan ('Hera Pheri'). Una maggior attenzione ai dettagli e uno sfruttamento più produttivo dei caratteristi non guasterebbero.

TRAMA

Prem (Ajay Devgan) e Vir (Fardeen Khan) sono grandi amici e conducono una vita spensierata nella speranza di sfondare un giorno con le corse di automobili e con la musica rock. Prem possiede una sgangheratissima palestra della cui gestione si occupa la moglie Jhanvi (Bipasha Basu). Vir vive grazie ad una rendita elargita dal facoltoso fratello Dharam (Sanjay Dutt), a cui Vir ha raccontato la bugia di essersi sposato. Un bel giorno Dharam, di ritorno dai suoi lunghi viaggi in giro per il mondo, piomba in casa di Vir..

RECENSIONI

The Times of India: ***
'Ajay Devgan sembra godersi il suo nuovo amore per la commedia da quando ha scoperto il proprio lato comico con la serie di 'Golmaal'. Avendo già dimostrato il suo meglio nei ruoli forti, appassionati, frementi, l'attore sta cercando di reinventare se stesso come il nuovo 'imbranato' di Bollywood. E sembra che la trasformazione stia funzionando, a dispetto del look poco burlone: Ajay si fa notare per l'interpretazione, per il tempismo comico e per le battute recitate con noncuranza. 'All The Best', realizzato dalla sua casa di produzione, gli offre l'opportunità di bissare il successo di 'Golmaal Returns'. Il film inizia così pigramente da indurre quasi lo spettatore a considerarlo un fallimento. Le prime sequenze di 'All The Best' si ostinano a mostrare un completo abbassamento di livello qualitativo in termini di trama, personaggi, tono della commedia. Ma se si è abbastanza pazienti da concedere tempo alle teste matte sullo schermo, le burlonerie cominciano a scoppiettare e la pellicola prende quota dopo l'ingresso di Sanjay Dutt. 'All The Best' regala alcuni momenti davvero divertenti, soprattutto nel secondo tempo, quando la trama procede a briglia sciolta dando vita ad un enorme caos. La colonna sonora di Pritam è brillante e ben si accoppia con l'atmosfera carnevalesca di Goa e con le feste sulla spiaggia.'
Nikhat Kazmi, 15.10.09

Hindustan Times: ***
'A Bollywood è sorto un genere inedito, la 'commedia Shetty'. Il regista di 'Golmaal' ha creato un proprio marchio di fabbrica: la caratteristica migliore delle sue commedie è che non sembrano mai ripetitive e offrono ogni volta qualcosa di nuovo. Malgrado la formula comica sia sempre la stessa (dialoghi efficaci e personaggi multipli), sino ad ora Rohit Shetty è riuscito a non cadere nello stereotipo. Sul fronte delle performance Sanjay Dutt merita pieni voti perchè provoca risate ad ogni sua apparizione sullo schermo. Sanjay si è lasciato alle spalle l'immagine di Munna Bhai e ha sviluppato un nuovo, maturo stile. L'attore ha recitato in ruoli d'azione per più di tre decadi: è quindi encomiabile che a questo stadio della carriera ri-esplori se stesso regalando trucchi comici sempre inediti. Ajay Devgan, il produttore del film, è diventato un affezionato delle pellicole di Shetty. Ajay è naturale e interpreta senza sforzo qualunque ruolo. In 'All The Best' è bravo ma non al suo meglio. Bipasha è nuova al genere comico: i principianti nelle commedie tendono a strafare, ma Bipasha ha gestito il suo ruolo in modo tale da impressionare lo spettatore con sottile tempismo comico. Mugdha Godse non entra nella pelle del suo personaggio. Di sicuro ha bisogno di un tonico per incrementare il potenziale comico. Fardeen Khan è a proprio agio e regala una buona performance. 'All The Best' ha dalla sua momenti divertenti, stuzzicanti dialoghi, un montaggio frizzante e situazioni piene di sorprese.'
Parmita Uniyal, 15.10.09

Cinema Hindi: **
Punto di forza: -
Punto debole: personaggi inconsistenti, sceneggiatura fiacca

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Ajay Devgan ('The Legend Of Bhagat Singh') - Prem Chopra
* Sanjay Dutt ('Munna Bhai') - Dharam
* Fardeen Khan ('Darling') - Vir
* Bipasha Basu ('Corporate') - Jhanvi/Principessa
* Mugdha Godse ('Fashion') - Vidya
* Johnny Lever ('Kuch Kuch Hota Hai') - Tobu
* Ashwini Kalsekar ('Phoonk') - Mary

Regia: Rohit Shetty ('Golmaal Returns')

Sceneggiatura: Robin Bhatt ('U Me Aur Hum') e Yunus Sajawal ('Partner'), da una commedia scritta da Neil e Caroline Schaffner

Colonna sonora: Pritam ('Billu')

Anno: 2009

Produzione: Devgan Films

Trailer: Clicca qui

CURIOSITA'

* Il regista Rohit Shetty è molto legato ad Ajay Devgan. Ha debuttato nel mondo del cinema collaborando alla realizzazione del film d'esordio di Devgan, 'Phool Aur Kaante' (1991). L'attore ha interpretato tutte le pellicole dirette da Shetty: 'Zameen' (2003), 'Golmaal' (2006), 'Sunday' (2008), 'Golmaal Returns' (2008) e 'All The Best: Fun Begins'

* Fardeen Khan è figlio dell'attore e regista Feroz Khan. Zayed Khan ('Main Hoon Na') è suo cugino

* Robin Bhatt ha firmato diverse sceneggiature di successo: 'Dil Hai Ki Manta Nahin' interpretato da Aamir Khan, 'Baazigar' interpretato da Shah Rukh Khan, 'Chaahat' (SRK), 'Raja Hindustani' (Aamir Khan), 'Duplicate' (SRK), 'Mela' (Aamir Khan), 'Chalte Chalte' (SRK), 'Koi Mil Gaya' e 'Krrish' interpretati da Hrithik Roshan, 'Omkara' e 'U Me Aur Hum' interpretati da Ajay Devgan. Per Rohit Shetty ha scritto anche 'Sunday' e ha collaborato alla realizzazione di 'Zameen'. Sua è la sceneggiatura del prossimo attesissimo film di Anurag Basu ('Gangster') interpretato da Hrithik Roshan, ossia 'Kites'. Per 'Baazigar' si è aggiudicato il Filmfare Award per la miglior sceneggiatura

* Citazioni bollywoodiane:
- l'attore Prem Chopra ('Delhi-6') presta al personaggio interpretato da Ajay il nome e la battuta (tratta da 'Bobby') 'my name is Prem, Prem Chopra';
- con l'acronimo del regista Ram Gopal Varma, RGV, il nuovo inquilino vorrebbe battezzare la villa nella quale si svolge gran parte della storia;
- vengono citati i due film rivali nella sfida del Diwali 2009, e cioè 'Blue' e 'Main Aurr Mrs. Khanna'

* Per saperne di più sulla sfida del Diwali 2009: Clicca qui

GOSSIP&VELENI

* Ajay Devgan è il marito di Kajol

* Bipasha Basu è (inspiegabilmente) la fidanzata di John Abraham ('No Smoking')