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14 maggio 2024

FIGHTER


Vi anticipo subito che Fighter non regge la seconda visione. Le sequenze aeree sono straordinarie, l'interpretazione di Anil Kapoor è molto credibile, la battaglia personale dell'eroina contro i pregiudizi sessisti è un argomento interessante, e Hrithik Roshan è da rapimento immediato con annessa fuga romantica verso destinazione ignota. Fighter è il lavoro più serio, almeno nelle intenzioni, di Siddharth Anand, regista nato con la commedia, passato poi ai film d'azione - per la cronaca: il suo prodotto migliore rimane la pellicola di debutto, Salaam Namaste. Ma la storia è noiosa, certo l'ambientazione non aiuta; e la pesantissima retorica antipachistana - pesantissima proprio, persino per i tempi che corrono - trasforma il film in un indigeribile pilone di cemento armato conficcato nello stomaco. 
Verrebbe da chiedere al regista cos'abbia contro i pachistani perché Fighter trasuda rancore acido a fiotti. Se non ci si allontana in tempo dallo schermo, si rischia l'accecamento. Ai pachistani, in Fighter, non viene concessa la dignità di essere persone. Non hanno famiglie, non chiacchierano fra loro del più e del meno, non ridono mai (semmai sogghignano in modo sinistro), non cantano, non mangiano, non passeggiano, non cazzeggiano, non dormono, non leggono, non osservano tramonti, non si emozionano - figuriamoci commuoversi. Sono inumani, dallo sguardo perennemente torvo, dagli occhi bistrati, dalla vocalità da basso profondo (tipo brontolio vulcanico); vivono in tane buie e anguste, pensano solo a massacrare gli indiani. L'eroe negativo è ridicolo, con una cornea annegata nel sangue e una psicosi in fase acuta. Compatisco l'attore - cosa non si fa per pagare le rate dell'auto.

TRAMA

Un'organizzazione terroristica vicina ai servizi segreti pachistani progetta un attentato per colpire la base aeronautica indiana a Srinagar. Su suggerimento dei servizi segreti indiani, presso la stessa base viene organizzata una squadra speciale composta da provetti piloti ed elicotteristi. Seguono canti intorno ai falò, innamoramenti e scazzi, missioni, acrobazie, eccetera eccetera.

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

* [Spoiler] Fra le molte cose, sceglierei l'imbarazzante combattimento finale fra Patty e Azhar, a partire dal blocco del piede a mezz'aria - Azhar educatamente attende che Patty reciti il suo invece di strappargli a morsi un orecchio. Del tutto deliranti, farneticanti le battute enunciate da Patty, e India Occupied Pakistan è il culmine dell'idiozia. A cui aggiungere il volo d'angelo verso l'elicottero. Niente. Non manca niente per lasciarmi allibita.

RECENSIONI

Film Companion:
'The action is good, but not good enough to distract from the film's political demons. (...) The narrative swag is compromised by the film's timing. Its sense of fiction is suspended between the writing of history and the rewriting of it. (...) The warmongering, too, keeps contradicting itself. The film insists that its battle is with nationless terrorists and not with the Pakistani people, but threats that use phrases like "India-occupied Pakistan" prove that the distinction is flimsy at best. (...) It is imperative that he [Azhar, l'eroe negativo] is bad enough for Patty [il protagonista] and his gang to justify their "victory is more important than rules" ways. It is also imperative that Azhar becomes a cultural surrogate for Pakistan-but-not-fully-Pakistan. (...) Siddharth Anand has a knack for composing action that treads the line between pulpy and cool. The pre-interval aerial jousts are nicely choreographed (...) but (...) a lot of the combat descends into chaos by the end. It's almost like the movie is trying to be unclear about the events it chooses to remodel. (...) Patty (...) often ends up trivializing the IAF [Indian Air Force] as well as the concept of patriotism. The screenplay aims to deify him so hard that it presents him as an entitled loose cannon who treats the Srinagar base like his backyard. The second half follows a suspended Patty around like a lovesick puppy, relegating the stand-off between two countries and the consequences of his actions to a footnote. His redemption arc is so crowded - he must win over Rocky [il suo superiore], Minni [la protagonista], India, a captive's wife, the audience, a cat (not really) - that the film simply lets him bulldoze his way back into the fold. (...) Deepika Padukone is fine in the 2.5 moments Minni is afforded - her role is almost invisible for a film that treats the supporting cast as token faces (the woman, the Good Muslim, the best friend, the goofy Sikh man). (...) Fighter doesn't allow humans or machines to shine because India is supposed to be its bombastic superstar. (...) When Patty thrashes up the baddie, his agility is not in focus because his sentences are'.
Rahul Desai, 25.01.24

Cinema Hindi: * ½ 
Punto di forza: la figaggine, quella sì disumana, di Hrithik Roshan. Le sequenze in volo.
Punto debole: i dialoghi e la nauseante retorica antipachistana e nazionalista, talmente nauseante da far impallidire d'invidia qualunque altra pellicola di propaganda.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Hrithik Roshan - Patty (nome di battaglia), pilota aeronautico militare
* Deepika Padukone - Minni (nome di battaglia), elicotterista militare
* Anil Kapoor - Rocky (nome di battaglia), superiore di Patty e Minni
* Rishabh Sawhney - Azhar, capo dei terroristi
* Karan Singh Grover - Taj (nome di battaglia), collega di Patty
* Akshay Oberoi - Bash (nome di battaglia), collega di Patty
* Ashutosh Rana (cameo) - padre di Minni

Regia: Siddharth Anand
Sceneggiatura: Ramon Chibb. Preferisco ignorare i nomi di chi ha scritto i dialoghi. 
Colonna sonora: Vishal-Shekhar. Commento musicale Sanchit/Ankit Balhara. Colonna sonora non brutta ma generica. I video dei brani Bekaar Dil e Ishq Jaisa Kuch sono stati girati in Italia.
Fotografia: Satchith Paulose
Montaggio: Aarif Sheikh. Direi un buon lavoro, considerando le numerose sequenze di combattimento in volo.
Anno: 2024

CURIOSITÀ

* Ad oggi, Fighter è il campione d'incassi hindi del 2024. Nella classifica dei film indiani del 2024, si posiziona al secondo posto. Meno male che siamo solo a maggio. Fonte Wikipedia.
* Ramon Chibb è un ex militare. Oltre a firmare la sceneggiatura di Fighter, è uno degli aiutoregisti, e regala anche un cameo nel ruolo del capo istruttore dell'accademia aeronautica.
* Riferimenti al cinema indiano: Uri: The Surgical Strike, Kareena Kapoor, Saif Ali Khan.
* Riferimenti all'Italia: nell'autunno 2023 la troupe era in Sardegna per girare i video dei brani Bekaar Dil e Ishq Jaisa Kuch. Per la lista delle location, articoli e fotografie, vedi Fighter: le riprese in Italia
* Film che trattano lo stesso tema: Operation Valentine (telugu), Uri: The Surgical Strike (infinitamente migliore), Gunjan Saxena. The Kargil Girl (decisamente migliore), Tejas.

GOSSIP & VELENI

* Ad estirpare ogni mia gioia, sembra sia in progetto un secondo capitolo di Fighter. Son già qui a fissar l'abisso. Mi auguro che il regista s'interroghi seriamente sulle sue scelte di vita.
* [Spoiler]:
- comprendo bene la fascinazione nei confronti di Hrithik, ma che all'inizio rimangano tutti lì imbambolati a fissarlo in adorazione, anche meno. Se in War un episodio simile faceva sorridere, qui fa solo ridere (in senso negativo);
- cioè fate il verso ad una battuta di Uri: The Surgical Strike? Sul serio? Ma ascoltatevi i vostri, di dialoghi, che ce n'era di lavoro da fare;
- la poesia di Patty. Bah. Gravame irrespirabile;
- come si regge esattamente Patty fuori dall'elicottero in volo mentre tutto giulivo sventola la bandiera? 
- la coreografia di Bekaar Dil, sequenza girata in Italia, proprio innestata alla cazzo nella narrazione;
- me li immagino, i dirigenti dei servizi segreti pachistani, balbettare impauriti al cospetto di un terrorista qualunque, come no;
- almeno la trita scenetta del pilota finto russo ce la potevano risparmiare. E invece no, infierire a 360 gradi su noi poveri spettatori. Accerchiati e abbattuti;
- ma quanta chiacchiera fra nemici mentre si pilotano quei bolidi volanti. In guerra come dal parrucchiere.
* Penso all'orrore delle guerre, e a quanto siamo scemi noi esseri umani, ma proprio scemi scemi scemi, talmente scemi che una civiltà aliena ci conquisterebbe in un paio di minuti, e talmente scemi che ce lo meriteremmo.  


17 aprile 2024

PATHAAN



Ho il sospetto che se avessi visto Pathaan nel periodo di distribuzione in sala lo avrei apprezzato di più. Ora, quasi un anno e mezzo dopo - sfiorite le galvanizzanti aspettative, spenti i riflettori sulle prevendite da record, sugli incassi da capogiro, sulle recensioni sorprendentemente concilianti -, confesso che Pathaan non mi ha entusiasmato. 
Ma.
Ma Shah Rukh Khan è sempre divorabile, pur con qualche chilo di muscolo di troppo. Anche se leggesse le istruzioni della friggitrice, il suo carisma elettrizzante, mescolato ad un talento mostruoso nel coccolare e viziare i personaggi - personaggi che, nelle sue espressioni e nel suo corpo, diventano vivi, fragranti, croccanti, dal profumo appetitoso e dal sapore paradisiaco (che la sceneggiatura lo preveda o no) -, il suo carisma e il suo talento, dicevo, mi farebbero comunque rimescolare il sangue (e scardinare la sintassi) e gridare al capolavoro. Mi farò curare. 
John Abraham è godibile - troppo leccato? Non importa, rimane delizioso, interpreta il suo ruolo con eleganza e senso dell'umorismo, e si accaparra quasi tutte le battute migliori. 

Poi certo, considerando l'aria che tira, alcuni dettagli di Pathaan che anni fa sarebbero passati inosservati ora ne accrescono il significato: l'eroe musulmano, l'eroina pachistana, l'eroe negativo non musulmano. Un applauso alla casa di produzione Yash Raj Films.  
E poi l'aspetto principale: l'attore protagonista musulmano (SRK), sempre defilato nella cacofonia progovernativa e per questo, nel recente passato, colpito negli affetti. Alla distribuzione di Pathaan è accaduto l'incredibile e il bizzarro: un certo tipo di opposizione trasversale al partito al potere centrale si è coagulata intorno alla figura di una superstar hindi, soavemente laica, poco o niente interessata alla politica (almeno in pubblico). L'importanza di Pathaan esula quindi dai suoi - limitati - meriti artistici. Hai osato colpire un amatissimo divo bollywoodiano solo per dimostrare di averlo più lungo? Hai misurato male. Perché precipitarsi in massa nelle sale e recensire con favore la pellicola - anche da parte di critici di solito spietati - è diventato un fatto personale e un atto politico. Una forma di resistenza. Una rivincita. E un plebiscito. Perché certo, la patria, la religione, la tradizione, eccetera eccetera, ma per gli indiani solo tre cose contano davvero: il cinema, il cricket e i matrimoni. Colpisci (duro) qui? La paghi. 

Un assaggio di ciò a cui Pathaan poteva aspirare, con una sana dose di leggerezza, ci è concesso grazie al folgorante cameo di Salman Khan. Il film si impenna e prende quota, le interazioni fra i due attori sono esilaranti. Si mescolano divertimento puro, eccesso, ironia e metacinema. Evidenziando così uno dei due problemi principali di Pathaan: il prendersi un po' troppo sul serio a discapito della vena umoristica. L'altro problema? Le scenografie e la scelta cromatica: ambientazioni buie, dalle tonalità cupe. Avrei preferito set più patinati e scintillanti, che giustificassero gli ingenti investimenti finanziari profusi nel progetto. Sorvolo sulla sceneggiatura: è primavera, gli alberi sono in fiore, non so se siano già tornate le rondini, ma la panna sulle fragole mi induce alla bonomia.
In estrema sintesi: sono fe-li-ce per il Re. Quanto al film, passiamo al prossimo.

TRAMA

Pathaan è un agente dei servizi segreti indiani (RAW) a capo di un corpo speciale denominato JOCR. Abbandonato alla nascita dai genitori, Pathaan, ormai adulto, nel corso di una missione in Afghanistan viene adottato da un intero villaggio di etnia pathan. A Pathaan è affidato il compito di catturare Jim, un ex collega ora pericoloso mercenario, e di sventare un attentato commissionato all'Outfit X - l'organizzazione criminale creata da Jim - da una scheggia impazzita dei servizi segreti pachistani (ISI). L'obiettivo dell'attentato è indurre il governo indiano a demilitarizzare la contesa regione del Kashmir. Pathaan si sforza di indovinare i piani di Jim e di anticiparne le mosse, ma il terrorista è sempre un passo avanti. L'enigmatica Rubai, pachistana, agente/ex agente ISI, affianca Pathaan nell'impresa. 

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* La conversazione finale fra Salman e Shah Rukh. Impagabile scambio di battute.

RECENSIONI

Mid-Day: ***
'There really is no space in this picture for anything, but a series of stunt and chase sequences, starring the super-hero the film is named after. That is, Pathaan, making grand entries on every conceivable vehicle. (...) Also, these superhero-heroine-villain fly to every corner of the world to bring you this action, live. (...) Basically, if it’s the big-screen scale you were looking for? Eat this. Which is also a reason the film becomes hard to swallow, sometimes. It’s so frickin’ cut-to-cut. The filmmakers appear so inherently insecure about somehow securing the audience’s attention. (...) Surely the climaxes (...) loses meaning, if an entire movie is a climax? Let’s just say, by the end of it, I forgot where we’d started from. But you’re okay, so long as you stick to Shah Rukh Khan in long locks, muscles ripped, setting freakish fitness goals. This is possibly the best he’s looked onscreen, in his entire career. And he’s frickin’ 57. SRK is the spectacle! (...) It's as if someone - and that’d be the producer, Aditya Chopra, who else - sat down with pen, paper, listing how many assets to add to SRK in the pic. Reasons to watch Pathaan: action, locations, plot twists, upping stakes, crazy weapons, chemical warfare, SFX (cheque, cheque, cheque). In all of this, it’s almost a miracle that the movie eventually comes together at least somewhat coherently enough (most don’t). (...) It’s merely a comment on the times that even watching a simplistic mass-entertainer such as Pathaan has seemed like a political act, leading up to its theatrical opening. A lot of it has probably to do with SRK. (...) It’s his return to the big screen, in a lead role, in four years - having delivered a bunch of duds before that. You can tell how hard he’s worked for this comeback. What one did not account for, in the interim, is how important this picture would become - to get Hindi film audiences itself to return to theatres, post-pandemic. Pathaan has felt like a massive event, alright'.
Mayank Shekhar, 25.01.23

Mint:
'Any actor can make a good film work. It takes a whole other caliber of megastar to turn an utterly nothing film into Hindi cinema’s largest blockbuster, and Pathaan is, therefore, Shah Rukh Khan’s biggest flex. Flexing, in the literal sense, is also what Khan is mostly doing in the film, which is less a movie and more an Instagram thirst-trap prompting women and men of all stripes to salivate in movie theatres and - abnormally - to take photographs of the sculpted 57-year-old for their own social media feeds. This is low-key piracy, but serious journalists, authors and cultural commentators have all fallen, rather lasciviously, for Khan’s arms and charms. I’ve never seen anything quite like it. The thirst is real. This is Khan’s first release in over four years, after he has been hounded and vilified by a central government that dislikes the idea of secularism - something Khan, a Muslim who has mostly played Hindu characters, could be said to embody. He is the self-made superstar who personifies the great Indian dream of stardom, a swarthy youngster from television who, rewriting the Hindi film hero rulebook, made himself the shiniest of leading men. Times darkened. (...) In 2021, Khan’s son was arrested - and jailed - for drug-possession (while not possessing drugs). Right-wing trolls began clamouring against films featuring Muslim heroes. (...) Shah Rukh Khan stayed quiet, kept his head down, and - going by how he looks in Pathaan - hit the gym. (...) It is a film so inane that it can only work if half the dialogues are drowned out in applause, a film that is working because India wants - even needs - for it to work. This is not a review, and no review can stand in the path of this box-office juggernaut setting the country ablaze with celebratory heat. To me, Pathaan is a harebrained action movie, one without memorable action sequences or clever set-pieces. (...) It’s cheesy, desperate and politically wishy-washy, and the first half is damn near intolerable. The other entries in this “spy universe,” War and Ek Tha Tiger, are significantly better. (To those defending Pathaan, I have but one word in reply: “Boobles.”) Yet India is partying with incredible, infectious gusto. Audiences are thronging to theatres, reviews have been bafflingly kind, and the nation is swooning under Shah Rukh Khan’s spell. The actor has distorted our reality and instead of seeing this mediocre film, we are cheering the film we wish it was. We are watching, in fact, 35 years of Shah Rukh Khan spreading his arms wide open, (...) we are seeing our favourite hits reflected in Pathaan, in Khan’s half-smiles and his winks, his luscious hair and - most importantly - his secularism. As a line, “Pathaan zinda hai [è vivo]” means little. As a manifesto, coming from an embattled superstar when minorities are under threat, it may mean everything. (...) Pathaan may be one of his silliest films, but it has brought back Khan’s crown. The film comes to life, briefly, when Shah Rukh’s comrade shows up. Salman Khan (...) is electrifying in a cameo. (...) It is undeniably thrilling to watch these two agree that the job ahead of them - and I don’t mean any Pathaan-Tiger objective - is too big for the new kids. These guys need to see it through. This made me wonder whether Shah Rukh (...) could do more than save theatres from closing down or even rescue Hindi cinema itself at an uncertain time. (...) Can Shah Rukh Khan be our Prime Minister? Based on the current dispensation, it is clear a Reality Distortion Field would come in quite handy, and people may indeed vote for Khan. Perhaps that is what they’re doing right now'.
Raja Sen, 31.01.23

Film Companion:
'The true triumph of Pathaan is that, unlike most other titles, its nostalgia extends beyond the physical (...) into the realms of the ideological. Ensconced within all the ditzy spectacle is not your usual battle between good and bad. It's the one between New Patriot and Old Patriot that slowly emerges. (...) [Il protagonista] is the manifestation of a gentler age that mounted patriotism as more of a personal feeling than a political statement. (...) He isn't always the dominant force in the story. There are several moments in which Pathaan is part of the backdrop. (...) The most disarming aspect of Pathaan: Shah Rukh Khan's portrayal of the conventional action hero. The way Khan plays the role - with a sense of imperfection and humour - subliminally chips away at our perception of how patriotism must look on the big screen. (...) He's merely doing what he has always done in his India-centric cinema, but it's the widespread hate rhetoric today that refashions this identity as an elegant act of love and rebellion. (...) It's this rousing marriage of man and moment that transforms Pathaan from a self-aware entertainer - which stages a deadly virus as a campy metaphor for religion - into both cultural anecdote and political antidote. The easy way is to attribute the film's impact to Khan's four-and-a-half-year absence and this distance making our hearts grow fonder. Or his systematic movie cameos over the years, which have teased us into explosive submission. Or even the old-school publicity campaign - no press interviews, no overexposure - that made us want him harder; he didn't need a hero-entry shot because the release of Pathaan itself was the entry shot. But the better way is to acknowledge that the story of Pathaan is inextricably linked to the Pathaan story - one that has openly been unfolding in the language of breaking news and boycott hashtags. There are millions of takers for the former because it's the latter that people are subconsciously consuming; we celebrate the former because it's the latter that we feel obligated to root for. It would not only be naive but also unfair to read the success of this film as a marker of its artistic merit. Pathaan is honest enough to cement this reel-real bridge. It in fact strives to be a measure of how far a needle can be pushed for it to snap back with a calming click. A country has renewed its romance with a superstar because his action transcends the performative dimensions of the screen. Pathaan doesn't need to flaunt it, because Shah Rukh Khan has lived it'.
Rahul Desai, 21.03.23

Cinema Hindi: *** (ho arrotondato per eccesso)
Punto di forza: il Re. Qualche rischiosa sfumatura. Il fantasmagorico cameo di Salman Khan. John Abraham è una sorpresa. Ruoli femminili non solo di mero contorno. 
Punto debole: sceneggiatura e regia smagliate, retorica nazionalista, estetica mortificante, coreografie deludenti. Sequenze d'azione un po' confuse e poco fluide - con la lodevole eccezione di quella del cameo di Sallu. Deepika Padukone, pur con i suoi occhi parlanti, non mi è sembrata adatta per il ruolo. Nel complesso un po' noioso, insulso.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Shah Rukh Khan - Pathaan
* Deepika Padukone - Rubai
* John Abraham - Jim
* Dimple Kapadia - Nandini, superiore di Pathaan
* Ashutosh Rana - Luthra, superiore di Nandini
* Salman Khan (cameo) - Tiger, collega di Pathaan

Regia e soggetto: Siddharth Anand
Sceneggiatura: Shridhar Raghavan
Dialoghi: Abbas Tyrewala
Colonna sonora: Vishal-Shekhar, commento musicale di Sanchit Balhara e Ankit Balhara. Segnalo i brani Pathaan's Theme e Jim's Theme, entrambi composti da Sanchit-Ankit, e Pathaan x Tiger Theme (Sanchit-Ankit e, per il tema di Tiger, Julius Packiam).
Fotografia: Satchith Paulose
Montaggio: Aarif Sheikh
Anno: 2023

RASSEGNA STAMPA

* Bollywood Film ‘Pathaan’ Pushes Back Against Modi Regime’s Hate Agenda, Kavita Chowdhury, The Diplomat, 14 febbraio 2023: 
'In the eyes of the public, [Shah Rukh] Khan was seen as a victim of vendetta politics, especially after his son was cleared of all charges within a year. It is no secret that the Narendra Modi-led government has not been happy with Khan for not kowtowing to the regime and for being vocal about the growing religious intolerance in the country. This is quite unlike some of his peers, who have become mouthpieces for the Modi government. Even when his family was targeted, Khan did not lash out at the BJP government but took the legal route through the courts. That he chose to answer his critics through his work and not by playing the victim or ingratiating himself to the Modi regime was silently acknowledged by the Indian public'.

Vedi anche:

CURIOSITÀ

* Pathaan ha conquistato la seconda posizione nella classifica degli incassi (India ed estero) dei titoli hindi del 2023. In prima posizione un'altra pellicola interpretata dal Re: Jawan. Fonte Wikipedia.
* I Pathan o Pashtun sono una comunità etnica stanziata in Afghanistan e nel Pakistan nordoccidentale, di religione musulmana.
* Nel 2019 il governo indiano revocò l'articolo 370 della Costituzione che conferiva lo statuto speciale e condizioni di autonomia alla martoriata, contesa regione del Jammu/Kashmir. 
* Persino nel nostro Paese, grazie al circuito UCI, Pathaan si è guadagnato numerose proiezioni, molte delle quali aggiunte all'ultimo minuto, a testimonianza di un successo non previsto ma reale. 
* Il personaggio di Pathaan regala uno stupendissimo cameo in Tiger 3.
* Riferimenti al cinema indiano: War, la saga di Tiger, Darr.
* Riferimenti all'Italia: secondo i titoli di coda, alcune sequenze sono state girate sulle Dolomiti.
* Film che trattano lo stesso tema: War, Ek Tha Tiger, Tiger Zinda Hai, Tiger 3.

GOSSIP & VELENI

* [Spoiler]:
- Jim poteva benissimo rubarselo lui il virus a Mosca e risparmiarci così tutta l'inutile manfrina;
- il tizio russo non si accorge di palpare del Domopak?? Ma sul serio??
- avrei preferito che Rubai fosse davvero un'agente ISI sotto copertura, e che tradisse Pathaan su ordine del suo superiore. 

06 dicembre 2019

W A R


Ragazze: Hrithik Roshan in War è fighissimo, con il giusto rughino che ricorda il Clint Eastwood dei tempi d'oro - peccato per i bicipiti pompati. Perchè la produzione non ci ha permesso di ammirarlo dall'inizio alla fine del film? Ci sorbiamo un torrente di pellicole pesantemente eroe-centriche e - acciderboli - proprio questa no? 
Qualcuno mi spieghi la necessità di affiancare a Roshan un co-protagonista. Tiger Shroff è un ballerino eccezionale e un bel ragazzo, e dovrebbe ringraziare il suo DNA ogni mattina appena sveglio. Il numero danzante con Hrithik (Jai Jai Shivshankar) è una coreografia godibilissima. Ma quanto a recitazione ancora non ci siamo. Nelle sequenze in coppia, la superiorità di Hrithik è schiacciante da ogni punto di vista. 
Qualcuno mi spieghi anche la necessità di rappresentare Naina in modo così avvilente. Dal momento che la produzione ha deciso di ridurre lo spazio concesso a Roshan, almeno poteva offrirci attori talentuosi e personaggi meglio scritti.

L'ingiustizia mi provoca secchezza al colon. Per vendicarmi, più avanti elencherò le innumerevoli idiozie della sceneggiatura (che non avrei notato, se solo), spoilerando alla grande. Sceneggiatura che non ha saputo sfruttare un buon soggetto e un buon colpo di scena. La narrazione è accettabile, il ritmo è scandito dalle sequenze d'azione, stilosissime ma, a mio parere, troppo pulite, tutte volteggi e piroette. Fra la figaggine smisurata di Hrithik e le location da urlo (Italia in prima fila), ci vorrebbe un terzo occhio per accorgersi del resto. 

TRAMA

Kabir è l'agente numero uno dei servizi segreti indiani. Inspiegabilmente uccide un collega. Il suo superiore incarica Khalid di catturarlo. Pronti per un bel giro intorno al mondo?

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* La sequenza dell'aereo. Inverosimile come un cartone animato ma mi ha divertita moltissimo. 

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

* Il pestaggio di Khalid bambino.

RECENSIONI

Film Companion:
'War is perhaps Hindi cinema’s cleverest modern-day bromance. (...) That War also happens to be a barnstorming, knuckle-busting and an immensely enjoyable action movie under the guise of a meta bromance tale is just the icing on the gluten-free cake. War - which, in a way, reverses the formula of the quintessential Bond-wannabe RAW agent saga - updates the Dhoom template by weaponizing the hero-villain duality and turning it into a purist chase-action orgy. It’s uncomplicated and bareboned, with kinetic energy trumping intellectual energy. (...) This is probably the first time since Ek Tha Tiger where the deep-pocketed producers have fully committed to the use of the cutting-edge technology and considerable resources at hand. From Malta to Italy to Marrakech to Portugal to Kerala to even the Arctic circle, they spare no expense in finding the kind of criminally beautiful environments that suit the bronzed men running through them'. 
Rahul Desai, 02.10.19

Cinema Hindi: *** 
Punto di forza: Hrithik Roshan (****)
Punto debole: la sceneggiatura, alcuni dialoghi troppo melodrammatici, la vicenda che coinvolge la bambina di Naina, il cast.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Hrithik Roshan - Kabir
* Tiger Shroff - Khalid
* Ashutosh Rana - Sunil, superiore di Kabir e Khalid
* Vaani Kapoor - Naina
* Yash Raaj Singh - Saurabh
* Anupriya Goenka - Aditi
* Soni Razdan - madre di Khalid
* Sanjeev Vasta - Ilyasi

Regia: Siddharth Anand
Sceneggiatura: Shridhar Raghavan, Siddharth Anand
Colonna sonora: Vishal-Shekhar
Anno: 2019

RASSEGNA STAMPA/VIDEO



CURIOSITA'

* Riferimenti a Bollywood: Katrina Kaif.
* Riferimenti all'Italia: War, ad oggi campione d'incassi hindi del 2019, è stato parzialmente girato nel nostro Paese nella prima quindicina di ottobre del 2018. Le località prescelte: Minori, Amalfi, Capri e Positano (Spiaggia Grande), Matera e lago di Como (Bellagio, il Mandarin di Blevio, il centro di Moltrasio). Vedi il brano Ghungroo, e fra l'altro poche ore fa Yash Raj Films ha dichiarato che il video è stato cliccato 200 milioni di volte in 100 giorni. Aggiornamento del 14 febbraio 2020: Il Resto del Carlino il 6 febbraio pubblica un articolo con una fotografia che ritrae Davide Mella con la statuetta dei Filmfare award. Mella era il responsabile di un team di una decina di tecnici della società ingaggiata da Yash Raj Films per curare gli effetti speciali della pellicola.
* Film che trattano lo stesso tema: Dhoom 2 - Back in action, Dhoom 3, Saaho, Ek Tha Tiger, Tiger Zinda Hai, Kick, Romeo Akbar Walter.

GOSSIP & VELENI

* Soni Razdan è la madre di Alia Bhatt.
* [Spoiler pesante]:
- Kabir consiglia a Khalid di non esitare a sparare. A Marrakech, con Ilyasi, è invece tutta una chiacchiera infinita, Kabir viene quasi ucciso e Ilyasi se la fila. Da soli travolgono schiere di criminali, e in squadra si fanno infinocchiare.
- Kabir era stato chiaro: niente errori a Marrakech o vi caccio. Khalid invece abbandona Kabir e si dimentica che è Ilyasi l'uomo da catturare. Lo sceneggiatore architetta maldestramente l'occasione per lo scambio con Saurabh. Kabir si dimentica a sua volta della minaccia, non squarta Khalid e anzi lo perdona. 
- la polizia dov'è? Sparano indisturbati per un quarto d'ora a Marrakech, e non si vede l'ombra di un poliziotto. In Portogallo attraversano la città in moto correndo come dannati e solo una volante li intercetta. E perchè non arrestano Saurabh/Khalid sul ponte?
- Marrakech è sul mare? L'hanno spostata?  
- qui sputo veleno: perchè tutte le località vengono annunciate con una didascalia e l'Italia no? 
- sequenza in aereo (la mia preferita): erano tutti complici di Ilyasi (non mi pare che il film lo specifichi) o Kabir trucida decine di soldati indiani e distrugge milioni di rupie di equipaggiamento militare, solo per giustiziare un traditore? E aspettarlo sotto casa quando esce per l'aperitivo? 
- perchè Saurabh/Khalid non ammazza Kabir in metropolitana una volta rimasto solo nel vagone?
- perchè Kabir svela a Saurabh/Khalid il nome della vittima successiva, attirando i servizi indiani e complicandosi la vita?
- la bambina perde la madre e sappiamo che non ha un padre. Chi la informa della morte di Naina (e comunque vedo che l'ha presa benissimo)? A chi viene legalmente affidata? Come può Kabir, un perfetto sconosciuto, portarsela in giro? Tutto quello zucchero mi alza il diabete. Tentativo pessimo di umanizzare Kabir. Si doveva costruire meglio il personaggio e non appiccicargli addosso una bambina come un'etichetta.
- ma dove cazzo prende i soldi Kabir per viaggi, armi, equipaggiamento, aerei privati? Se mi facesse la cortesia di confidarmelo, mollerei anch'io il lavoro. Grazie.
- perchè in Italia Kabir agisce da solo e rischia la vita di una civile? Per un agente che si lancia da un aereo in volo su un altro aereo in volo, e che ammazza da solo decine di criminali, rubare il portatile di Ilyasi dovrebbe essere un gioco da ragazzi. Kabir: ti introduci TU nella villa (non Naina), solita strage, e concludi la missione. Espediente debolissimo della sceneggiatura per creare una lacrimosa storia d'amore.
- perchè Ilyasi non ordina allo scienziato, in Portogallo, di consegnare i codici direttamente a Saurabh/Khalid? 
- il cavo che blocca la moto di Saurabh/Khalid: quando è stato collocato? Com'è che nessuno dei residenti è morto decapitato andando dal fruttivendolo?
- perchè avvelenare Kabir? Una pallottola in fronte mi pare più efficace.
- perchè nell'archivio della clinica Aditi non scova anche il video dell'intervento chirurgico di Saurabh?
- al Circolo Polare Artico si circola tranquillamente in giubbottino di pelle. Non sapevo. Ed io qui a Milano, al chiuso e col riscaldamento a palla, con tanti di quegli strati addosso che, per liberarmene, deve intervenire un geologo.
- Ilyasi mi delude. Sulla nave, tutto compito, ascolta lo scambio di battute fra Kabir e Saurabh/Khalid invece di reagire e filarsela.
- Kabir e Saurabh/Khalid avranno anche la zucca bella dura, ma che ad ogni testata riescano a frantumare una colonna di pietra di una cattedrale, e senza svenire per la commozione cerebrale, mi sembra eccessivo. 
- Saurabh/Khalid si sfila la maglietta e resta a torso nudo a meno 20. Praticamente si suicida. 
- come ho già finito? Noo, ora che cominciavo a divertirmi?
- lo vedi, Yash Raj? Bastava concedermi Hrithik per due ore e passa, ed io zitta e muta, con le dita nel naso e non sulla tastiera. Next time.

Set in Italia


05 dicembre 2010

ANJAANA ANJAANI


Finalmente un'altra (dopo I Hate Luv Storys) piacevole commedia sentimentale!
Replicare e perpetuare modelli romantici conosciuti, rinnovare i linguaggi e le situazioni,  saper divertire e rassicurare pur senza sorprendere, è un'arte. Bravi Siddharth Anand, che fa meglio che con il precedente Bachna Ae Haseeno, Ranbir Kapoor e Priyanka Chopra. 
I film d'amore non sono tutti uguali.

TRAMA

Due ragazzi delusi dalla vita, Akash (Ranbir Kapoor) e Kiara (Priyanka Chopra), si incontrano sul ponte George Washington di New York mentre tentano il suicidio. Ad entrambi va male (bene, in verità) e  si ritrovano in ospedale con lievi lesioni. Da quel momento inizierà la loro avventura insieme.

RECENSIONI

The Times of India ***
La nuova coppia formata da Ranbir Kapoor e da Priyanka Chopra funziona. I loro personaggi sono riconoscibili e urbani. Le performance sono vibranti, spontanee, ricche di sfumature. Il problema risiede nella sceneggiatura e nella narrazione. Il regista sceglie il format del road movie, ma sembra tutto piatto e prevedibile. Così, malgrado la coppia protagonista faccia scintille, Anjaana Anjaani non infiamma lo schermo. Offre solo alcune piacevoli sequenze, una colonna sonora (composta da Vishal-Shekhar) piena di energia, e le brillanti interpretazioni di Ranbir e di Priyanka. Se non cercate nulla di nuovo, allora vi divertirete.
Nikhat Kazmi, 30.09.10
La recensione integrale.

Hindustan Times * 1/2
In ogni pellicola convenzionale e scontata come Anjaana Anjaani i due protagonisti prima si odiano, poi diventano amici, ed infine scivolano nell'amore eterno. Il climax si svolge di solito all'aeroporto o alla stazione. L'eroe o l'eroina corre verso il partner della sua vita. Fra il primo incontro e la sequenza all'aeroporto dovrebbe esserci una trama, delle possibili sotto-trame, conflitti, altri personaggi. AA sfortunatamente non ha nulla di tutto questo. Ranbir Kapoor, la star, rimane la sola grande idea in un film nel quale non esiste una storia. Sappiamo perchè questi prodotti si ripetono all'infinito: se funzionano, arricchiscono i produttori. Come al solito, solo business.
Mayank Shekhar, 01.10.10
La recensione integrale.

Diana *** 1/2
Nonostante  un inizio poco plausibile e uno sviluppo della trama piuttosto prevedibile, Anjaana Anjaani è un film davvero carino. Ranbir Kapoor e Priyanka Chopra sono brillanti, convincenti ed insieme funzionano. Alcuni degli episodi che li vede coinvolti  sono spassosi e teneri mentre per la colonna sonora si poteva fare di più.
Due ore e mezza di dolce divertimento.

Il bello:

-  I tentativi frustrati di Akash e Kiara di porre fine alle loro vite.

- Akash e Kiara in mezzo all'oceano. Un mesaggio dentro una bottiglia tra le onde.

Il brutto:

- A tratti si ha l'impressione che Priyanka Chopra si sia ritoccata le labbra. Speriamo di esserci sbagliati.

SCHEDA DEL FILM

Cast:
Akash - Ranbir Kapoor
Kiara - Priyanka Chopra
Kunal - Zayed Khan (Special appearance)
Il dottore - Tanvi Azmi
L'amico di Akash - Vishal Malhotra

Regia di Siddharth Anand

Prodotto da Sajid Nadiadwala e Sharan Kapoor

Musiche: Vishal Dadlani (I Hate Luv Storys) e Shekhar Ravjiani (I Hate Luv Storys)

Coreografie: Ravi K. Chandra

Distribuito da Eros Entertainment

Anno: 2010

CURIOSITA'

- Alcune trovate di  Anjaana Anjaani possono richiamare lontanamente  le pellicole hollywoodiane Piovuta dal cielo con Sandra Bullock e Ben Affleck, e Serendipity, con John Cusack e Kate Beckinsale.
In realtà Anjaana Anjaani oltre ad essere migliore di entrambe,  è in tutto e per tutto un film a sè stante.


- Durante la promozione del film è stato annunciato che Akash e Kiara sarebbero diventati protagonisti di una graphic novel.
L'articolo integrale.

- Sembra che Ranbir Kapoor abbia collaborato alla ideazione della colonna sonora di Anjaana Anjaani.
L'articolo integrale.

20 luglio 2009

BACHNA AE HASEENO



Pensato e realizzato intorno a Ranbir Kapoor, promettente erede della famiglia più in vista del subcontinente, ragazzo dai lineamenti dolci (che ricordano la madre Neetu Singh), attraente e nato per essere attore.
La storia non è troppo originale ma il film mi è piaciuto lasciandomi addosso un’impressione positiva, vuoi per alcune sequenze divertenti, vuoi per il susseguirsi di immagini sgargianti, vuoi per la vivace colonna sonora, ma soprattutto perchè molte scene finalmente sono state girate in Italia!!!


TRAMA
Dopo un passato da sciupa femmine, Raj (Ranbir Kapoor) trova la donna ideale (Deepika Padukone) con la quale inizia a progettare un futuro la ragazza però non ha le idee chiare e temendo di perdere la sua indipendenza lo scarica senza troppi giri di parole. Sperimentando la sua prima delusione, Raj si ferma a pensare alle sue vecchie storie, da lui troncate in maniera immatura e scorretta, tanto che decide di tornare in India per rincontrarle le sue ex e vedere come sta andando la loro vita.


Ranbir Kapoor è bravo e praticamente lavora da solo, affiancato da presenze femminili non troppo esaltanti (la meno peggio mi sembra Minissha Lamba, figuriamoci il resto..) e da una storia piena di esagerazioni. Però quando un film mi piace non sto troppo ad interrogarmi sul “poteva essere cambiato così” o sul “sarebbe stato meglio cosà”, mi piace e basta. Lo rivedrei e mi sento di consigliarlo.

Tra una coloratissima canzone e un’altra, vengono narrati alcuni momenti nella crescita di un ragazzo potenzialmente egoista e interessato a cogliere solo il meglio delle situazioni scappando a gambe levate di fronte a problemi e difficoltà. Il film è chiaramente diviso in tre blocchi, relativi ad altrettanti momenti importanti della sua vita: il primo viaggio con gli amici, la conquista dell’indipendenza in un piccolo appartamento metropolitano, la nuova avventura all’estero inseguendo una brillante carriera. A ciascuna fase si abbina l’incontro con una diversa personalità femminile: Mahi, la ragazzina romantica conosciuta in vacanza, Radika la sexy vicina di casa e Gayatri la studentessa tuttofare che improvvisa ogni giorno un nuovo lavoro.
Questi tre personaggi risentono di una certa standardizzazione e sono poco liberi di uscire dalle categorie prefissate. Se il film non si fosse concentrato esclusivamente su Ranbir, ci sarebbe stato un urgente bisogno di rivedere il casting e cercare attrici più coinvolgenti.




ANNO: 2008

REGIA: Siddarth Anand

TRADUZIONE DEL TITOLO: Attenzione ragazze


CAST:

- Ranbir Kapoor.......... Raj
- Deepika Padukone....... Gayatri
- Minissha Lamba......... Mahi
- Bipasha Basu........... Radhika
- Kunal Kapoor........... Joginder


COLONNA SONORA: Vishal & Shekhar

PLAYBACK SINGERS: Shilpa Rao, Krishna Kunal Kunnath, Lucky Ali, Shreya Goshal, Sunidhi Chauhan, Shankar Mahadevan

SITO UFFICIALE DEL FILM : clicca qui


RECENSIONI:

Bollywood Hungama ** 2,5 / 5
(testo originale)

Hindustan Times ** 2,5 /5
(testo originale)


Il mio giudizio sul film : *** 3/5


Pollice in alto per:

l’abbondante dose di intrattenimento
Il promettente Ranbir Kapoor
Le locations italiane  (Venezia, Roma, Alberobello, Vieste e la Costiera Amalfitana) , non perdetevi Ranbir Kapoor ballare sulla Fontana Della Barcaccia davanti alla scalinata di Trinità dei Monti.
L'alta qualità tecnica
La divertente colonna sonora firmata Vishal & Shekhar, guardate i video della ritmata canzone punjabi "Jogi Mahi" , la frizzante "Ahista ahista" , la romantica "Khuda jaane" e la più modaiola "lucky boy"

Pollice in basso per :

Deepika Padukone, bellissima ma poco emozionante
Bipasha Basu, troppo fissa nel suo canone di sex bomb
L’andamento altalenante della seconda parte
Il perenne sfruttamento degli elementi di Dilwale dulhania le jayenge




QUALCOS’ALTRO:

- Ranbir Kapoor e Deepika Padukone sono fidanzati da più di un anno, nonostante siano una coppia fissa nella vita reale mostrano sullo schermo un’interazione piuttosto fredda e un’evidente carenza di intesa artistica

- Oltre che in Australia (dove Siddarth Anand aveva ambientato Salaam Namaste ) il film è stato girato in parte in Europa. Accanto alla Svizzera questa volta troviamo anche l’ITALIA in un viaggio ideale che dal Salento ci porta a Venezia e poi a Roma e in Costiera Amalfitana.Non mi sorprende se il pubblico indiano, grazie alla maestosa pubblicità portata avanti da questo film, scelga proprio il nostro paese come meta delle sue prossime vacanze.

- Il film prende il titolo da un brano famosissimo cantato da Kishore Kumar e contenuto in Hum kisi se kum nahin Film del 1977 In cui il protagonista è proprio il padre di Ranbir, Rishi Kapoor.

- Bachna ae Haseeno sarà proiettato nella prossima edizione del Salento Film Festival. Maggiori informazioni nel Sito ufficiale.

04 maggio 2009

SALAAM | NAMASTE (CUORI IN ONDA)




Un applauso ai due frizzanti attori protagonisti: Preity Zinta e Saif Ali Khan. In 'Salaam Namaste' sorprendono per l'affiatamento e la complicità. Ma un applauso anche al regista e sceneggiatore Siddharth Raj Anand, qui al suo esordio (in precedenza aveva collaborato alla sceneggiatura del non esaltante 'Hum Tum'), per aver impresso alla pellicola un ritmo scoppiettante ed avvincente. Non stupisce che il film sia annoverato fra i maggiori successi del 2005.

Il soggetto è piuttosto inusuale per una commedia romantica Hindi: all'inizio sembra la classica trita storia d'amore fra due NRI di successo, con la classica luccicante confezione 'Yash Raj Films', con la classica location esotica, con il classico tripudio di lusso (abiti modaioli, case da sogno, feste esclusive, ecc.). Ad un certo punto però la sceneggiatura ci sorprende: i due protagonisti decidono di convivere (morti e feriti nelle sale cinematografiche indiane) e - scandalo - affrontano una gravidanza (a questo punto nessun sopravvissuto).

La sceneggiatura alterna commedia e, nel secondo tempo, dramma. E' di qualità alta rispetto allo standard delle commedie romantiche bollywoodiane, e media rispetto allo standard dei film drammatici Hindi non proprio ascrivibili al genere popolare. L'argomento trattato nel secondo tempo di 'Salaam Namaste' è talmente delicato che è facile cadere nella banalità o nella superficialità, ma la pellicola in questione, per essere uno smaccato prodotto commerciale di intrattenimento, ne esce abbastanza bene, grazie soprattutto all'interpretazione di Preity. Con qualche esagerazione in meno nel primo tempo e con una maggior sensibilità nel secondo, il film sarebbe stato un piccolo capolavoro.

Una menzione speciale per Arshad Warsi, attore dal talento mai abbastanza sottolineato. Ultimamente si è cimentato in film piuttosto imbarazzanti, e ci ha quindi deliziato vederlo in azione in una pellicola scintillante come questa.
Javed Jaffrey è sempre divertente, ma il suo personaggio è forse un po' troppo sopra le righe.
Amiamo Abhishek Bachchan. Ogni giorno di più.

'Salaam Namaste' è un ottimo esempio della famosa abilità della 'Yash Raj' di costruire successi planetari, indovinando i desideri più segreti del suo pubblico e amplificandone i sogni. Ma è indicativo anche di come la cinematografia popolare in lingua Hindi stia sempre più modernizzandosi, nelle tematiche e nell'approccio psicologico.

TRAMA

Ambar (Preity Zinta) e Nick (Saif Ali Khan) vivono a Melbourne. Decidono di coabitare per testare la natura della loro relazione. Ebbene sì: è amore. Pronti per il matrimonio e la famiglia? Bah, sembrerebbe non tanto.

RECENSIONI

Bollywood Hungama: ****
'La 'Yash Raj' e Siddharth Raj Anand presentano un film che osa essere differente senza però urtare la sensibilità dello spettatore indiano. 'Salaam Namaste' combina il meglio del cinema di Aditya Chopra e di Karan Johar con l'azzardo di avventurarsi in aree rischiose e sinora inesplorate. La sceneggiatura è molto intelligente. I personaggi di Nick e Ambar sono realistici. Anand è un regista che spicca tra la folla. La fotografia (Sunil Patel) è fantastica. I dialoghi sono meravigliosi. La ciliegina sulla torta è rappresentata senza ombra di dubbio dalla piacevole colonna sonora di Vishal-Shekar. Saif Ali Khan regala una performance vivace: l'attore è eccezionale, sia nelle sequenze leggere che in quelle drammatiche. Preity Zinta è pazzesca, e offre la sua migliore interpretazione. Arshad Warsi è super-bravo.'
Taran Adarsh, 09.09.05

Cinema Hindi: ***1/2
Punto di forza: le interpretazioni e la regia
Punto debole: le solite roboanti esagerazioni (ma quando ti ci abitui, impari persino ad apprezzarle...)

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Preity Zinta ('Kal Ho Naa Ho') - Ambar
* Saif Ali Khan ('Omkara') - Nick
* Arshad Warsi ('Munna Bhai') - Ron
* Javed Jaffrey ('Shauriya') - il padrone di casa
* Abhishek Bachchan ('Delhi-6') - narratore e cameo

Regia e sceneggiatura: Siddharth Raj Anand ('Bachna Ae Haseeno')

Dialoghi: Abbas Tyrewala (sceneggiatore e regista di 'Jaane Tu Ya Jaane Na')

Colonna sonora: composta da Vishal-Shekhar ('Dostana'), è di qualità media. Include l'allegro tormentone hindi-pop 'Salaam Namaste', da ascoltare a tutto volume

Coreografie: Ahmed Khan ('Ghajini')

Anno: 2005

Traduzione del titolo: 'salaam' è la forma di saluto fra musulmani, 'namaste' fra hindu

Award:

* Javed Jaffrey si è aggiudicato l'IIFA award come miglior attore comico

Produzione: Yash Raj Films

Sito: Clicca qui per ascoltare i brani della colonna sonora, visionare il trailer e i video musicali

CURIOSITA'

* Il film è il remake di 'Nine Months', con Hugh Grant

* Il regista Siddharth Raj Anand ha co-sceneggiato 'Hum Tum' e ha esordito alla regia con 'Salaam Namaste', a cui sono seguiti 'Ta Ra Rum Pum' e 'Bachna Ae Haseeno'. Regala un cameo in 'Salaam Namaste', quasi alla fine della pellicola, nel ruolo del tassista

* Preity Zinta ha debuttato in 'Dil Se' di Mani Ratnam con Shah Rukh Khan. Ha recitato in pellicole in diverse lingue indiane e in produzioni internazionali. E' coproprietaria di una squadra di cricket dell'Indian Premier League: i Kings XI Punjab. Nota anche come la 'Pretty Woman' indiana, Preity Zinta nel 2003 ha dimostrato un coraggio non comune testimoniando in un processo per mafia senza ritrattare la deposizione rilasciata prima dell'udienza (a differenza di quanto fatto da 13 altri testimoni, fra cui due impavidi maschioni: Salman Khan e Shah Rukh Khan). La stampa la ribattezzò 'il solo uomo a Bollywood'...

* Saif Ali Khan è figlio dell'attrice Sharmila Tagore ('8 x 10 Tasveer'). Soha Ali Khan ('Dil Kabaddi') è sua sorella. Si è aggiudicato il National Award come miglior attore per 'Hum Tum' (2004)

* 'Salaam Namaste' è stato il primo film Hindi interamente girato in Australia

* Altri cameo di volti meno noti: la donna e il bambino in libreria sono la moglie e il figlioletto di Arshad Warsi. L'uomo che legge il giornale sull'autobus, accanto a Preity Zinta, è il suo (ex?) fidanzato

* In una sequenza con Javed Jaffrey, viene diffuso il citatissimo tema de 'Il Buono Il Brutto Il Cattivo'. Il personaggio di Jaffrey menziona Roma

* Non perdetevi gli esilaranti titoli di coda: Saif Ali Khan è scatenatissimo

* Aggiornamento del 30 agosto 2010: nell'estate 2009, Salaam|Namaste è stato trasmesso da Rai 1, doppiato in italiano, col titolo Cuori in onda. 2.317.000 telespettatori (fonte TvBlog).

GOSSIP&VELENI

* Abhishek Bachchan COSI' non l'avete mai visto...

* Saif Ali Khan è fidanzato con Kareena Kapoor ('Jab We Met'). In passato era stato legato all'italiana Rosa Catalano

* Considerazione fra noi pochi intimi: quando si tratta di Bollywood, non importa QUANTO la pellicola sia melensa, tamarra, implausibile, sdolcinata, esagerata, retorica, strappalacrime. Mentre inorridita ripasso mentalmente tutti questi aggettivi, da brava tossica il dito è già posizionato sul tasto play del telecomando per sciropparmi il film successivo. Potere di un cinema ingenuo, divertente, cialtrone, pieno di candore e adorabilmente kitsch che induce ad un'assuefazione più pericolosa di quella provocata dall'eroina. Bollywood batte Hollywood 1-0. Non c'è altro da aggiungere