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11 maggio 2024

TIGER 3


Premesso che non mi aspetto miracoli da un film d'azione, devo riconoscere che in Tiger 3 la sceneggiatura e la regia si impegnano a sostenere il prodotto impedendogli di deragliare. C'è una trama che tiene, ci sono diversi gustosi colpi di scena. Viene concesso spazio all'eroina, e all'eroe negativo - che oscilla dall'amabile al malvagio con grande disinvoltura, ma poi sfortunatamente perde fuoco. Sequenze di combattimento (anche al femminile) mai confuse, mai slegate dal contesto, ben concepite e ben dirette, malgrado qualche esagerazione e qualche implausibile acrobazia volante. Soprattutto encomiabile la volontà di rappresentare alcuni personaggi pachistani in modo pacato e credibile, come gente normale e perbene, sfuggendo così alla solita trita equazione pachistano=terrorista/nemico/depositario di ogni immaginabile e inimmaginabile difetto umano/animale/vegetale/eccetera.
La questiona pachistana è però anche il tallone d'Achille di Tiger 3. Un po' troppo l'episodio del tentativo di colpo di Stato militare sventato da un agente segreto indiano, ma fa sorridere - in senso positivo - la motivazione personale non nazionalista (sfumatura non da poco) di Tiger: in Pakistan ci sono i miei suoceri, e anche se non andiamo d'accordo, da bravo genero devo prendermi cura di loro.
Menzione speciale per il folgorante cameo di Pathaan, offerto da un frizzantissimo Shah Rukh Khan, e arricchito da una lunga serie di rocambolesche scene d'azione. Dieci minuti abbondanti di pura delizia - eccessi inclusi. Non vedo l'ora che si concretizzi davvero il progetto annunciato di una pellicola con Tiger e Pathaan insieme sullo schermo dal primo all'ultimo fotogramma (vivo per questo). 

TRAMA

Tiger, agente dei servizi segreti indiani, scopre con dolore che la moglie Zoya, ex agente dei servizi segreti pachistani, sta tramando qualcosa nell'ombra. [Spoiler] Zoya è stata assoldata da Aatish, suo ex collega e istruttore, che ha rapito il figlio della coppia. Tiger decide allora di collaborare al piano criminale, all'insaputa dei suoi superiori e della sua squadra. Ma non tutto fila liscio.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Il cameo di Shah Rukh Khan, che vale da solo - credetemi - la visione del film.
* L'atmosfera western dell'ingresso in scena di Tiger e l'inseguimento che segue (peccato per il volo d'angelo).
* Il combattimento al femminile nel bagno turco (salviette incollate col silicone?).
* Il combattimento di Tiger nelle cucine. 
* Il combattimento di Zoya nel bunker.

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

* Il travestimento di Tiger in Russia è imbarazzante, ma è ancora più imbarazzante il fatto che Zoya non lo riconosca (ha finto perché si vergognava?).

RECENSIONI

Mid-Day: * ½
'Felt nothing at all, throughout, but for that SRK cameo sequence. (...) This is SRK’s Pathaan, as much rescuing Tiger, from a Pakistani prison, as the audience itself from this film. You also sense in that scene how strikingly fresh/sorted SRK looks in the action genre, post Pathaan, Jawan. Salman Khan, the hero of this franchise, on the other hand, while rugged enough to play Tiger, appears slightly bloated, jaded, even tired, perhaps. (...) The Emraan Hashmi villain wholly fades away after sometime. What you’re left with is a non-stop series of stunts and sceneries, over a totally joyless, humourless starship enterprise. (...) They’ve attempted a supposedly, albeit randomly complex script in a Salman flick! Seriously, why bother?'.
Mayank Shekhar, 12.11.23

Film Companion:
'I like that all the three franchises of the YRF's spy universe are designed to serve their respective superstars. They're built around the heroes - the storytelling not only platforms but also protects their image. War (2019), for example, is an ode to Hrithik Roshan's swag and fluidity; the camera slows down around him, savouring the way he strolls and breathes and looks. Every meta plot point and song becomes a reminder of his physical relevance - of sensuality, even - in a largely asexual genre. Pathaan (2023) is an ode to Shah Rukh Khan's intelligence; the writing savours the way he thinks, plans and absorbs (both pleasure and pain). Every meta moment becomes a reminder of his social and emotional significance in a largely apolitical genre. And Tiger 3 (...) is an ode to the stiff masculinity of the 'original' YRF spy. Given how little a Salman Khan hero moves on screen, the filmmaking is forced to be more kinetic. (...) The camera, co-stars, flying objects and overall narrative must move faster to create an illusion that Tiger is moving. His inertia then gets repositioned as style and (...) artistic minimalism. So every set piece becomes a reminder of his vintage brawn in a largely automated genre. (...) When the inevitable cameo arrives, one star's wit and agility dignifies the other's (...) rigidity. (...) Maneesh Sharma does a slick job of keeping the film busy. The setup is effective. The [villain] (...) gets several hero-entry shots, because he represents the hostility of new-age nationalism. In most films, he'd have been deified for wanting a war. (...) He has the sort of main-character energy that makes for some neat moments. (...) However, this default velocity of the film is also its undoing. The problem with Tiger 3 is that - cool Katrina Kaif and compelling antagonist aside - it doesn't know when to stop moving. In its quest to make Tiger outdo his (franchise) rivals, the film barrels past its muscular identity and tumbles down a familiar valley. One of the remarkable things about the YRF spyverse is that it's based on soldiers who reject conventional notions of patriotism. (...) Each of them goes 'rogue' and operates outside a structure that lets them down. (...) This cocktail of intent and dissent is their superpower. (...) Tiger 3 starts off with the right ideas. (...) But the film's Salman Khan-sized aura means that it's not enough to protect the world from hatred. In this case, it amounts to something more specific: Saving Pakistan from itself. (...) Even if the broader message is fine ('harmony' as envisioned by the House of Yash Raj), the result is patronising. (...) Someone like Tiger doesn't offer help, he imposes help. (...) There's a thin line between heroism uniting two countries and heroism implying that one is incapable of cleaning its own mess - and Tiger 3 keeps crossing that line'.
Rahul Desai, 12.11.23

Cinema Hindi: *** ½ 
Punto di forza: la scelta impopolare di non premere troppo il pedale sul sentimento antipachistano, il superlativo cameo di Shah Rukh Khan, il personaggio di Tiger, le adrenaliniche e fantasiose scene di combattimento, la sceneggiatura (per una pellicola d'intrattenimento puro) che non annoia, la regia sempre piuttosto presente. 
Punto debole: il paternalismo indiano nei confronti del Pakistan (ma sempre meglio dell'ostilità dichiarata), lo sbiadimento graduale dell'eroe negativo.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Salman Khan - Tiger, agente dei servizi segreti
* Katrina Kaif - Zoya, ex agente dei servizi segreti pachistani, moglie di Tiger
* Emraan Hashmi - Aatish, ex agente dei servizi segreti pachistani
* Shah Rukh Khan - Pathaan, collega di Tiger
* Revathi - superiore di Tiger
* Ranvir Shorey (cameo) - Gopi, collega di Tiger

Regia: Maneesh Sharma
Sceneggiatura: Shridhar Raghavan
Colonna sonora: Pritam. Commento musicale Tanuj Tiku. Segnalo il brano Tiger 3 Theme (Tanuj Tiku).
Azione (****): Franz Spilhaus, Se Yeong Oh, Sunil Rodrigues.
Fotografia: Anay Goswamy
Montaggio: Rameshwar S. Bhagat
Anno: 2023

CURIOSITÀ

* Alla fine di Tiger 3, Hrithik Roshan regala un cameo nei panni di Kabir. La sequenza è una sorta di mini presentazione del secondo capitolo di War.
* Riferimenti al cinema indiano: Pathaan, Sholay.
* Riferimenti all'Italia: Tiger menziona il tiramisù.
* Film che trattano lo stesso tema: Ek Tha Tiger, Tiger Zinda Hai, Pathaan, War.

GOSSIP & VELENI

* [Spoiler]:
- Emraan Hashmi in versione sbarbata, all'inizio, è del tutto considerabile (prendo nota);
- non ho capito perché il pediatra è morto;
- nello scontro finale, Aatish spara ripetutamente a Tiger con un mitra a un metro e lo manca. Che mira del cazzo per un agente segreto; 
- le ragazzine pachistane che suonano l'inno nazionale indiano, beh, scena zuccherosissima, però, cosa vi devo dire?, l'ho apprezzata (crocifiggetemi).
* Di tutto lo Spy Universe di Yash Raj Films, alla fine la saga di Tiger è la mia preferita - mi riferisco a Ek Tha Tiger e Tiger 3 -, perché è quella che si prende meno sul serio, anche se il Re in Pathaan è fighissimissimo, e Hrithik Roshan in War di una bellezza da togliere il fiato.
* Solito giretto in Wikipedia. Dunque:
- nella classifica degli incassi 2023 dei film hindi, nelle prime dieci posizioni ben quattro titoli (Jawan primo, Pathaan secondo, Dunki quinto, Tiger 3 sesto), non pesantemente nazionalisti, sono interpretati da superdivi musulmani per nulla progovernativi. Non male;
- nella classifica degli incassi 2023 dei film indiani, nelle prime dieci posizioni idem (Jawan primo, Pathaan secondo, Dunki ottavo, Tiger 3 nono). Non male.
Non commento le altre posizioni sino a quando non vedrò le rispettive pellicole, ma ad oggi posso dire che solo Gadar 2 (quarto hindi e quinto indiano), Adipurush (ottavo hindi) e The Kerala Story (nono hindi) sono smaccatamente di propaganda. Non male. Il 2024 è anno di elezioni politiche in India, temo andrà peggio, ma aspettiamo i numeri finali.

10 giugno 2019

B H A R A T




Ho la sensazione che Bharat, pur con le sue lacune e la sua retorica, nel corso del tempo diventerà una sorta di classico della cinematografia popolare indiana. Lo riguarderò fra 10 anni e forse giudicherò troppo severa la recensione che sto pubblicando oggi.
Bharat è stato distribuito in occasione della festività religiosa dell'Eid, quindi rientra in quella categoria di costosissimi film di intrattenimento per famiglie che, in un certo senso, costituiscono un genere a sè, o semplicemente sono l'espressione più autentica, lussuosa e magniloquente del masala cinematografico. Bharat è frutto di una ricetta ricca e piuttosto attenta, e si innesta in una tradizione ben radicata. 
Ali Abbas Zafar ha avuto la brillante idea di indianizzare un titolo coreano di successo (Ode to my father). Lo sfondo è intimidatorio (nientemeno che la storia moderna e contemporanea del suo Paese, dalla Partizione al 2010), la vicenda ha un sapore epico, la narrazione è di qualità discontinua ed è a tratti surreale, il tono è leggero ma non troppo insensato, la realizzazione grandiosa, il protagonista (Salman Khan) in forma spettacolare. 

Eppure Zafar, in un modo suo personale, riesce ancora una volta ad introdurre qualche spunto innovativo nel fiammeggiante caleidoscopio iperbollywoodiano, ad accennare qualche argomento scomodo, e ad uscirne indenne grazie al tocco lieve, alla sbronza di intrattenimento elargita agli spettatori e alla complicità di una superstar inossidabile come Salman. 
Bharat in questi giorni sta incendiando il botteghino e sta allegramente polverizzando i precedenti record d'incasso, malgrado narri, fra le altre cose, una splendida, fraterna amicizia maschile condivisa da un hindu e un musulmano, amicizia nata nel periodo della Partizione, e per questo ancora più scandalosa. 
La storia d'amore, anche se marginale, è fuori dagli schemi, soprattutto considerando l'epoca nella quale è collocata: i due protagonisti si frequentano stabilmente per decenni e viene ventilata la possibilità di una convivenza al di fuori del matrimonio, su proposta di lei (Kumud) e con il beneplacito dei familiari di lui (Bharat). La coppia non ha figli, a meno di non essermi persa qualcosa. Lei è più istruita di lui, è autonoma, sicura di sè, ha un buon lavoro, e non si lascia incantare dalla retorica patriotica nè dal super-eroismo di Bharat.
Si accenna alle condizioni disumane dei lavoratori nei giacimenti petroliferi in Medio Oriente e alla proliferazione incontrollata dei centri commerciali a discapito dei piccoli commercianti. 
Inoltre Bharat pone pesantemente l'accento sulla necessità e improcrastinabilità di stringere rapporti amichevoli con il vicino Pakistan, tema che regala le sequenze più significative e più emozionanti del film.
Nehru e Manmohan Singh, esponenti di spicco del partito del Congresso (e quindi oggi poco popolari), vengono citati sotto una luce positiva: i sostenitori in sala del BJP avranno accusato problemi digestivi.

Lacune e retorica. Bharat sfortunatamente non ne è immune. Il primo tempo, pur godibile, sembra scollegato dal nocciolo della trama e troppo iperbolico. Però il film cresce a mano a mano che la storia si dipana. La sceneggiatura si fortifica o tenta di. Ci si affeziona ai personaggi e alle loro vicende. Bharat non è un prodotto eccelso se lo si estrapola dalla sua categoria, eppure ti accompagna per giorni. I difetti gli impediscono di assurgere ad un livello superiore, ed è un vero peccato perchè per molti aspetti (non ultimo le intenzioni) lo avrebbe meritato. 

TRAMA

Bharat ama festeggiare i suoi compleanni alla stazione, ed è proprio in una di queste occasioni che narra ai familiari più giovani le rocambolesche vicende della sua vita: il dolore devastante causato dalla Partizione, l'esperienza in un circo, la trasferta in Medio Oriente, l'amore per la sua donna, la parentesi su una nave mercantile, la ricerca del padre e della sorella rimasti oltre confine.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Il contributo di Amitabh Bachchan contro i pirati, la coreografia improvvisata da uno di loro, e la battuta pronunciata da Bharat che recita più o meno così: "L'India conquisterà il mondo con le parole, con l'amore e con le canzoni di Bollywood". Yesss, man!
* Diverse battute argute affidate a Kumud.

RECENSIONI

Mid-Day: ***
"This is the stiff Indian super-hero Sal-man's most ambitious film, ever - not just in terms of the stupendous scale, sweep, but also scope, as the story spans over a time period of 63 years. All of it remarkably packed into 165 minutes, between multiple locations. (...) The character (Bharat) displays tremendous grit and enterprise, much like that admirable, post-independence generation - surely on both sides of the border. Along the way, he also finds unqualified romance in a posh, progressive woman (...). She's a feminist icon of sorts. So is the guy, by the way. (...) This is very much a full-on Salman film, first and foremost, with all Bollywood mania mixed into it - for better or worse; depending on whether you're a die-hard fan, or not. Frankly, think both sets will be reasonably pleased, and for all you know, Bharat might even hold high-potential for a National Award in that consolatory "wholesome entertainment" category". 
Mayank Shekhar, 05.06.19

Cinema Hindi: *** 1/2
Punto di forza: l'intrattenimento, le emozioni, la magia, Salman Khan.
Punto debole: il ritmo e la sceneggiatura, talvolta zoppicanti; il montaggio non sempre all'altezza.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Salman Khan - Bharat
* Sunil Grover (impeccabile, in un ruolo bello corposo) - Vilayati, amico fraterno di Bharat
* Katrina Kaif - Kumud, fidanzata di Bharat
* Sonali Kulkarni - madre di Bharat
* Jackie Shroff (splendido cameo) - padre di Bharat
* Tabu (cameo) - Gudiya, sorella di Bharat
* Disha Patani (cameo) - Radha
* Satish Kaushik (cameo) - capitano della nave

Regia e sceneggiatura: Ali Abbas Zafar
Colonna sonora: Vishal-Shekhar (canzoni). Il brano Zinda ha il giusto tono epico.
Traduzione del titolo: significa India.
Anno: 2019

CURIOSITA'

* La filmografia di Ali Abbas Zafar: Mere Brother Ki Dulhan, Gunday, Sultan, Tiger Zinda Hai, Bharat. Credo che Sultan sia il migliore (però non ho visto Gunday) e TZH il più debole (molto meglio Ek Tha Tiger di Kabir Khan). Spiccano le anomale (per la cinematografia popolare indiana) figure femminili. Zafar ha firmato sia la regia che la sceneggiatura di tutti i suoi lavori, e pare stia progettando un nuovo capitolo della saga di Tiger.
* Bharat è stato distribuito anche in Italia nei multisala UCI, in versione originale con sottotitoli in inglese e in italiano.
* Riferimenti a Bollywood: Amitabh Bachchan, Shah Rukh Khan.

GOSSIP & VELENI

* Infinita la polemica in relazione a Priyanka Chopra. Sembra che Priyanka avesse chiesto alla sua amica Arpita Khan, sorella di Salman, di intercedere per lei al fine di ottenere il ruolo di Kumud in Bharat. Manovra coronata dal successo. Qualche giorno prima dell'inizio delle riprese, Priyanka rinunciò clamorosamente al film. Pare che la motivazione ufficiale fosse il suo matrimonio con Nick Jonas, ma circolarono voci di un concomitante progetto a Hollywood (credo di ricordare anche un tweet di Priyanka al riguardo), progetto in seguito annullato. La promozione di Bharat è stata adombrata dalle dichiarazioni pungenti di Salman Khan a commento dell'increscioso episodio.

07 aprile 2019

THUGS OF HINDOSTAN



Thugs of Hindostan non è un prodotto eccelso, ma mi sfuggono le ragioni della tiepida accoglienza manifestata dal pubblico in sala, quello stesso pubblico che in precedenza aveva premiato l'altrettanto deludente Dhoom 3, sempre diretto da Vijay Krishna Acharya, e sempre interpretato da Aamir Khan. Alla fine TOH è solo un film d'avventura per ragazzi (forse non era questo il target previsto?), arricchito da un innesto simil-piratesco che mi ha ricordato per certi versi la saga di Sandokan, e imperniato sulla lotta contro lo strapotere della Compagnia delle Indie. 
La storia, nel suo complesso, vista (molto) dall'alto, non è male. L'idea c'è. Un pizzico di umorismo anche. E' chiaro che per lo spettatore adulto la grana è troppo grossa, e la trama è sfilacciata e non sufficientemente articolata. TOH manca del giusto ritmo. Viene concesso ampio spazio al personaggio di Firangi a discapito di Azaad e Zafira, le cui vicende di eroismo e ribellione dovrebbero invece costituire l'ossatura della narrazione. Oltre a questo, a mio parere il difetto maggiore è nell'assoluta incongruità fra il fiume di denaro trasfuso nel progetto e il modesto risultato in termini di effetti speciali e di scene d'azione. 

In TOH Amitabh Bachchan appare poco in forma, e nei combattimenti sembra sofferente. Per fortuna alcuni indimenticabili primi piani ci ricordano il calibro - e il fascino - dell'attore. Il suo personaggio, Azaad, è concepito su scala epica: è puro, invincibile, quasi immortale. Firangi, al contrario, è l'apoteosi della dozzinalità, non manca di ironia, ma non suscita empatia. E' più realistico di Azaad, più sfaccettato, eppure meno caldo. Aamir Khan si impegna per renderlo divertente, anche se l'attore risulta decisamente più convincente nelle (poche) scene drammatiche. 

Per quanto traballante, TOH si può guardare. Le stiracchiature e le ripetizioni mi hanno annoiata, ma ho apprezzato la temerarietà di cimentarsi in un genere poco esplorato nel cinema indiano. 
Sono magnanima, sì. Non aver visto nessun capitolo dei Pirati dei Caraibi aiuta.

TRAMA

Di certo c'è solo la morte. Firangi, un n-giochista di prima classe, aggiunge il tradimento. Azaad crede invece nella libertà, e niente e nessuno può fargli cambiare idea nè fermarlo. La Compagnia delle Indie ingoierà voracemente il subcontinente, ma intanto Azaad - con la collaborazione del riottoso Firangi - si prende qualche soddisfazione.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* I magnetici primi piani di Amitabh Bachchan. Una leggenda. Un Dio.

RECENSIONI

Hindustan Times: *
"It takes a lot to make pirates boring. Without a doubt, Thugs Of Hindostan is a whole lot of movie - the biggest budget Yash Raj production of all time, the first film to star both Amitabh Bachchan and Aamir Khan - and yet this giant period epic turns out to be feeble, formulaic and entirely forgettable. Directed by Dhoom 3’s Vijay Krishna Acharya, here is a film so dull and unoriginal that it can only inspire the shrugs of Hindustan. (...) The plot is so childish I fear the Yash Raj writing room may be an illegal sweatshop. This film, alongside Ashutosh Gowarikar’s painful Mohenjo Daro, may - alarmingly enough - make a strong case for leaving historical Hindi hysterics to Sanjay Leela Bhansali, who understands scale and pageantry. Acharya shoots far too much action in slow-motion, from swordsmen swinging on conveniently placed vines to collapsing mothers, amping up the frames per second to disguise the lack of storytelling craft. Nearly three hours long, TOH is a film hardly ever larger, but certainly slower than life. (...) Firangi is one of Khan’s most unremarkable characters, a rogue free of charisma or cleverness, with barely a line worth remembering. This is principally why TOH sinks. It prioritises size over smarts, set-pieces over the script. The size, too, is unimpressive, with cardboard-y visual effects, poor rope-physics, haphazard continuity and decks of ships that look too small, but all that could have been forgiven - a $ 41 million budget wouldn’t go far in Hollywood - if the film gave us characters worth caring about or laughing with. Set-pieces matter, but adventure films become special because of the lines we end up quoting and the protagonists we cheer. Instead we have Khan-in-kajal, alongside a gruff and grizzly Bachchan, weighed down by armour and cliché (...). The girls have it worse. Fatima Sana Shaikh, who was so good in Dangal, plays a princess who doesn’t have a line for the first hour (...). Shaikh doesn’t bring much to the part, and when she does speak, she does it flatly enough to justify her lack of lines. (...) I may be old school, but I believe pirate movies need to have eye-patches. This one doesn’t, and that’s a shame. The viewing experience would have been hugely improved. I should have gone in wearing two".
Raja Sen, 09.11.18
Recensione integrale (è molto divertente e vi consiglio di leggerla)

Cinema Hindi: *** (perchè lo considero un film per ragazzi)
Punto di forza: Amitabh Bachchan e Aamir Khan
Punto debole: il montaggio; il peso eccessivo del personaggio di Firangi rispetto ad Azaad e Zafira

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Amitabh Bachchan - Azaad
* Aamir Khan - Firangi
* Fatima Sana Shaikh - Zafira
* Katrina Kaif - Suraiyya
* Mohammed Zeeshan Ayyub - Shanichar

Regia e sceneggiatura: Vijay Krishna Acharya
Colonna sonora: Ajay-Atul (canzoni). Segnalo l'insolito brano Suraiyya, visualizzato da una buffa coreografia.
Anno: 2018

CURIOSITA'

* Durante le riprese a Malta, Aamir Khan si è concesso una vacanza in Italia (clicca qui).
* Aamir Khan si è occupato del montaggio della versione del film distribuita in Cina, più breve di 45 minuti, e con l'aggiunta di alcune scene, interpretate da Aamir, scartate nella versione indiana. 

GOSSIP & VELENI

* TOH verrà ricordato come il primo clamoroso passo falso nella catena di successi stellari inanellati da Aamir Khan dal 2006 in poi. E il 2018 verrà ricordato come l'anno della sconfitta - considerando le aspettative - al botteghino del regale triumvirato dei Khan: Salman Khan con Race 3 e Shah Rukh Khan con il delizioso Zero non hanno conquistato pienamente il favore del pubblico indiano. Brutto segnale. La fine di un'era?

10 febbraio 2019

DHOOM:3



Dhoom 3 mi ha alquanto deluso.
Spiace per Vijay Krishna Acharya, il cui primo titolo da regista, Tashan, è a mio parere un ottimo esempio di film demenziale, purtroppo sottostimato. Vijay ha anche redatto la magnifica sceneggiatura di Dhoom 2 (in piedi, per favore). Le aspettative erano dunque altissime. Ma ho trovato questa pellicola sconfortante. Il soggetto non mi ha del tutto convinto. La sceneggiatura (sempre di Acharya) è insoddisfacente. Le implausibilità non si contano. La narrazione zoppica. Il primo tempo mi ha annoiato a morte. I personaggi sono freddi, con l'eccezione di Samar. I dialoghi molesti. La regia spenta. D3 è in larga parte ripetitivo, poco avvincente, poco emozionante. E manca di ironia.

Spiace per Aamir Khan, che è stato tanto audace e/o incosciente da accettare il ruolo negativo. Dopo la scintillante performance, in Dhoom 2 (in piedi, per favore), della coppia Aishwarya-Hrithik, si era creato il vuoto cosmico. Solo una superstar poteva essere scritturata nel terzo capitolo della serie. All'epoca erano circolati i nomi di Salman e di Shah Rukh Khan, i quali, saggiamente, avevano preferito declinare. Aamir ha raccolto la sfida, ed è stato ripagato da incassi stellari, ma (e mi si spezza il cuore) la sua interpretazione è lontana dall'essere altrettanto stellare. Il suo Sahir è piatto, inespressivo, perennemente ingrugnito. Samar è più caldo e simpatico, peccato compaia a ravvivare la scena solo nel secondo tempo.

Dhoom 2 (in piedi, per favore) è uno dei miei film d'intrattenimento preferiti in assoluto, e non solo del cinema indiano. E', nel suo genere, di una perfezione abbagliante. Mi basta adocchiarne un fotogramma per ritrovarmi incollata a ventosa allo schermo. Non mi aspettavo che D3 potesse eguagliarlo, però speravo che, grazie a Vijay e ad Aamir, mi avrebbe quantomeno intrigata. Non è stato così. A peggiorare le cose, il montaggio è pessimo. E Abhishek Bachchan gareggia in tetraggine. 
Promuovo le coreografie. 

TRAMA

Jai e Ali sono in trasferta professionale a Chicago. Un rapinatore di banche firma i suoi gesti criminosi con una frase in devanagari e una maschera da clown. Nel contempo, Sahir, prestigiatore e ginnasta, organizza il suo spettacolo a metà fra musical e circo.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Una menzione speciale al corpo di ballo nei titoli di testa (brano Dhoom Tap). Bella anche la coreografia con annesse acrobazie del brano Kamli, e brava Katrina (e la sua controfigura). Superba la visualizzazione del brano Malang.

RECENSIONI

Rediff: * 1/2
"Twenty minutes into Dhoom 3, reeling from the assault of cinema so amateurish it’s hard to believe it was put together by grown men, I began to ask myself precisely what this film was trying to be. (...) There were stunts seemingly executed in slow-motion and shown to us even slower, resulting in yawnworthy chase scenes. There was Aamir Khan running down the side of a building for no apparent reason. Everything - repeat, everything - looked too goofy to be either thrilling or realistic or compelling or even plain fun. (...) How else can you explain this famine of originality? How else can you possibly justify the lack of a single interesting scene right up to the intermission?"
Raja Sen, 20.12.13

Mayank Shekhar: ***

Cinema Hindi: ** 1/2
Punto di forza: le coreografie, Aamir in versione Samar
Punto debole: sceneggiatura, regia, montaggio

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Aamir Khan - Sahir, Samar
* Abhishek Bachchan - Jai
* Katrina Kaif - Aaliya
* Uday Chopra - Ali
* Jackie Shroff - padre di Sahir e Samar

Sceneggiatura e regia: Vijay Krishna Acharya
Colonna sonora: Pritam
Traduzione del titolo: clicca qui
Anno: 2013
Trailer

RASSEGNA STAMPA

* Aamir is the villain in Dhoom 3, The Times of India, 2 febbraio 2011 - Aamir ha dichiarato: 'Sarà davvero un piacere lavorare di nuovo con Yash e Aditya Chopra. Dhoom è un marchio famoso, sinonimo di grande intrattenimento. Tutte le volte che ne sento il tema musicale, i piedi si muovono da soli. La sceneggiatura mi ha proprio convinto e non vedo l'ora di iniziare'. Yash Chopra ha dichiarato: 'È un grande piacere aver scritturato Aamir Khan. Sono incredibilmente eccitato all'idea di ciò che un attore come lui potrà apportare alla serie Dhoom, grazie al suo star power unico e al livello del suo talento. Aditya e Acharya hanno lavorato più di un anno al progetto, e mi sento di affermare che si tratterà di una delle migliori sceneggiature offerte dalla Yash Raj'.

Vedi anche:

CURIOSITA'

* La scena finale è stata girata sulla diga della Verzasca, nel Canton Ticino.
* Riferimenti a Bollywood: Hema Malini
* Riferimenti all'Italia: Sahir pronuncia la parola fantastico

GOSSIP & VELENI

* Ai tempi, circolarono voci di una partecipazione congiunta di Aamir e Shah Rukh alla pellicola, voce che causò l'insorgenza di patologie cardiache fra i fan.

29 dicembre 2018

Z E R O



Zero di Aanand L. Rai è il film hindi di questo Natale. 
Anzi, no.
Zero di Aanand L. Rai sembra il film hindi di questo Natale, ma non lo è.
Lo sembra perchè è una storia effervescente e leggera, raccontata con garbo e calore. Diverte tantissimo, emoziona tantissimo. Si ride di gusto. Si piange. Si viene coccolati da un lieto (?) fine. Si esce dalla sala in pace con se stessi.
E non lo è perchè la storia è inusuale, briosa sì, ma dissacrante, maleducata, priva di pietismo. Con spunti interessanti disseminati qua e là. Il lieto (?) fine inganna. Si esce dalla sala col riso sulle labbra, salvo poi bloccarsi di colpo con la sensazione che qualcosa non torni.

Zero è uno sfavillante masala di: Natale, Bollywood, mega-divismo, effetti speciali, esagerazioni cosmiche, asettiche location estere (e oltre),
e di: cattiveria mordace, personaggi (anche) corrosivi dalle vite irriducibilmente vulnerate, registi/sceneggiatori in bilico fra cinema d'autore e popolare, mega-divi che si cimentano in ruoli stimolanti e autoironici (e suicidi), scoppiettante folklore da entroterra indiano. 
L'imperturbabile Aanand L. Rai con Zero apre la strada ad un nuovo modo di strutturare la narrazione bollywoodiana e di concepire l'eroe hindi e l'intrattenimento di massa.
Un applauso ai deliziosi dialoghi, ai personaggi ben definiti, all'originalità della trama, alla regia sempre presente, alle interpretazioni da urlo. Gli attori non protagonisti sono formidabili. Katrina Kaif una sorpresa: grande la sua Babita e sincera la sua performance. Anushka Sharma credibilissima e affascinante. Shah Rukh Khan esplosivo: Bauua è odioso, ma, plasmato dal Re al suo picco pirotecnico, diventa persino amabile, un buffo e sgarrupato mascalzone che non sai se sventrare o consumare di baci.

Zero sta combattendo al botteghino per incassare abbastanza da coprire almeno i faraonici costi di realizzazione. La critica è divisa. Gli spettatori mugugnano. Io devo aver visto un altro film.
A mio parere anche il famigerato, strampalato secondo tempo (pur di livello inferiore rispetto al primo) scorre via piuttosto fluido, non annoia, non è scontato. I tanto vituperati eccessi della sceneggiatura non scalfiscono l'ineccepibile finta serietà del regista. Rai non si scandalizza nè si lascia intimidire, imbriglia con stile gli eccessi e li relega sullo sfondo. Sono lo scenario, non la storia. 
Quanto a me, li ho digeriti senza ripercussioni nocive. La notte ho dormito. 

Zero è assolutamente da non perdere, per tutte queste ragioni e per mille altre che non ho notato e/o che ho dimenticato. E' da assorbire con occhi, orecchie e cuore spalancati. E' come il cinema dovrebbe essere e a cui perdoni tutto. Zero è splendido, pessimo, coinvolgente, deludente, esilarante, soporifero, intelligente, banale. E' stellare. E' pura magia.

TRAMA

Bauua non è alto. Ed è stronzo. Ma quando vuole incanta. I suoi sono sogni bollywoodiani. Aafia non balla. Ed è noiosa. Ma quando vuole incanta. I suoi sono sogni cosmici. Babita è alta. Sa ballare. Si lascia adorare. Ma non sogna più. Le loro orbite si intersecano, provocando scintille, attriti, fughe. E a proposito di fughe: Bauua andrà molto, molto lontano.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* L'ingresso in scena di Bauua: in pieno stile Spaghetti Eastern.
* La battuta finale di Babita.
* Il suggerimento del padre di Bauua al consuocero, il giorno delle nozze.

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

* La visualizzazione del brano Husn Parcham.

RECENSIONI

Hindustan Times: ***1/2
"It is a strange film, one that lets Shah Rukh Khan do what he does best (...) but also a film that takes him where we wouldn’t expect. Zero becomes odder and odder as it goes along, and while the end is impossible to take seriously, the entire film is meant to be a fable. (...) The first half of Zero is flat-out fantastic, an unabashed charm-offensive from Rai, Khan and the film’s writer Himanshu Sharma. The dialogues crackle with spontaneity and inventiveness. (...) It is as the film continues, and gets more fanciful, that the seams start to show. Rai is aiming high with this fable, but gets caught up in issues characteristic of his cinema. The film threatens to become yet another romanticisation of an obsessive hero who refuses to go away, and to take no for an answer. Rai aces the small-town milieu, but as the film outgrows Meerut, its wit dries up while the drama heightens. This is where the film should have embraced the lunacy and gone entirely bonkers. The melodramatic approach robs Zero of its essential lightness, and the metaphor becomes clumsier. (...) Shah Rukh Khan measures up. The visual effects lack continuity (...). The actor glosses over this with a dominating performance and tremendous energy. Bauaa Singh is a severely flawed character made irresistible by his pluck, and it’s remarkable how much Khan brings to the part. And he remains the best lover in the business".
Raja Sen, 22.12.18

Mid-Day: **
"Zero jerkily jostles between heartland, rustic realism (...), and a far-out romantic fantasy, vaguely along the lines of SRK's wonderfully sorted Om Shanti Om (2007), also partly set in show-biz. You're in fact bored rather than bothered by all the travels on screen". 
Mayank Shekhar, 21.12.18

Cinema Hindi: ****
Punto di forza: la regia, la magia, Shah Rukh Khan.
Punto debole: alcuni eccessi della sceneggiatura nel secondo tempo.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Shah Rukh Khan - Bauua 
* Anushka Sharma - Aafia 
* Katrina Kaif - Babita 
* Mohammed Zeeshan Ayyub - Guddu, amico di Bauua
* Tigmanshu Dhulia - padre di Bauua
* Abhay Deol - ex-fidanzato di Babita
* R. Madhavan - fidanzato di Aafia
* Salman Khan - special appearance
* Sridevi, Kajol, Rani Mukherjee, Juhi Chawla, Deepika Padukone, Alia Bhatt, Karisma Kapoor - cameo

Regia: Aanand L. Rai
Sceneggiatura: Himanshu Sharma
Colonna sonora: Ajay-Atul
Anno: 2018

CURIOSITA'

* In occasione delle festività natalizie, in India sono stati distribuiti diversi film interpretati da star di grosso calibro, fra cui Maari 2, in lingua tamil, con Dhanush, e il fantascientifico Antariksham 9000 KMPH, in lingua telugu. La pellicola che sta incendiando il botteghino e dando filo da torcere a Zero è K.G.F Chapter 1, in lingua kannada, distribuita anche in versioni doppiate in altre lingue indiane, hindi inclusa.
* Il premio Nobel Malala ha apprezzato Zero: clicca qui.
* Un esempio dell'isteria in sala suscitata dalla special appearance di Salman Khan? Clicca qui.
* Commento di Anurag Kashyap in Twitter: "Tragedy of SRK is when he experiments people want him to be the same old SRK that they have loved & when he plays into it, they say why does he not try new things. I would hate to be in SRK’s place. Bcoz people expect him to cater to their expectations, not knowing what they want".
* Commento di Shekhar Kapur in Twitter: "Shahrukh Khan’s performance in #Zero is pretty amazing and I hope he goes on experimenting with ‘out of the box’ characters".
* Sridevi appare per l'ultima volta su grande schermo in un cameo. Da brivido. 

GOSSIP & VELENI

* Eh? Kajol e Rani Mukherjee a braccetto? Ho visto bene?

06 settembre 2013

JAB TAK HAI JAAN

Yash Chopra è deceduto il 21 ottobre del 2012, Jab tak hai jaan è il suo ultimo film. Pur non volendo far torto in primo luogo a questo famosissimo autore, produttore e regista, lasciandoci influenzare nel giudizio dalla sua scomparsa, è innegabile che l'ultimo suo lavoro, portato a termine ad ottant'anni compiuti, dopo cinquant'anni di carriera, ha un suo intrinseco interesse.

TRAMA

Samar Anand (Shahrukh Khan) è un artificiere dell'esercito indiano. Attraverso un'intrepida giornalista, Akira Rai  (Anushka Sharma), che si interessa alla sua storia, scopriamo del suo amore mai dimenticato per Meera Thapar (Katrina Kaif), incontrata a Londra, dieci anni prima, quando Samar era cantante di strada e cameriere.

RECENSIONI

The Times of India ***1/2
Jab Tak Hai Jaan è il canto del cigno di Yash Chopra, il grande padre del genere romantico. Ogni fotogramma è ritratto alla perfezione, le emozioni sono ben sfumate. Ma c'è un sostanziale difetto: la storia di Aditya Chopra è stereotipata.
Shah Rukh Khan è la spina dorsale di JTHJ. E' carismatico come innamorato ed enigmatico come ufficiale dell'esercito.
Katrina Kaif grazie ad un look intelligente appare splendida. Inoltre durante la canzone Ishq Shava è bella da guardare, sta diventando una ballerina di film drammatici bollywoodiani. Ma quando è ora di saper gestire scene emotive ed intense, Kat rimane una bambola Barbie, bella ma di plastica.
Anushka Sharma è un piacere per gli occhi, ideale per la parte di una ragazza che parla no-stop. Ha una perfetta figura ma porta il peso di un ruolo insoddisfacente.
Francamente se qualcuno chiedesse qual è il valore aggiunto di JTHJ, sono le immagini dei titoli di coda, dove si vede Yash Chopra scherzare con i suoi attori, immerso in intensi confronti con i suoi collaboratori. Fanno venire un groppo in gola perché il film è stato realizzato così vicino alla sua scomparsa.
Un consiglio: Jab Tak Hai Jaan non vi piacerà se il romanticismo sdolcinato non fa per voi. La pellicola non ha l'intensità di alcuni altri precedenti film sentimentali di Yash Chopra come Daag, Kabhie-Kabhie, Silsila e Chandini. Ma ha ancora il tocco dell'uomo che ha realizzato alcuni dei migliori romantici lavori a Bollywood. 
Meena Iyer, 12.11.2012
La recensione integrale.

Hindustan Times ***
In quale mondo una bella, favolosamente ricca ragazza che gira per Londra in una Bentley guidata da un autista, si innamorerebbe di un cameriere? Ma nel mondo di Yash Chopra, ovviamente!
Aiuta moltissimo che il cameriere sia interpretato da Shah Rukh Khan con un fascino a livelli abbaglianti. In ogni caso non si va a vedere un film di Yash Chopra per immergersi nel realismo o nella complessità di una relazione. Si va per partecipare alla fantasia di un amore idealizzato che fa perdere i sensi, e Jab Tak Hai Jaan soddisfa pienamente in questo.
Questa pellicola presenta tutti gli elementi che si desiderino da un lavoro di Yash Chopra, meravigliose locations in UK e nel Kashmir, sfarzose canzoni e tre nobili personaggi che lottano con integrità contro i loro personali obblighi.
Ma quello che Jab Tak Hai Jaan non ha è una trama coerente. Attraverso una serie di colpi di scena poco convincenti, il cameriere diventa un ufficiale dell'esercito, un esperto artificiere, niente di meno.
La storia di Aditya Chopra è grossolanamente artificiale e sul filo del ridicolo.
Non sono rimasta coinvolta dalla storia, ma mi hanno convinto le interpretazioni sincere.
Tutti e tre, Shah Rukh, Katrina and Anushka, sono eccellenti.
E signore, prendete nota: Shah Rukh è senza sforzo il più affascinante ufficiale del cinema Hindi dai tempi di Balraj Sahni in Haqeeqat, e in questo film ha finalmente infranto la sua regola di non baciare sullo schermo.
E' possibile ammirare anche la sua capacità di interpretare l'eroe romantico.
Glielo abbiamo visto fare per due decadi ma lo rende ancora ammaliante.
Jab Tak Hai Jaan  è troppo pasticciato per coinvolgere. Per quasi 180 minuti, richiede un'enorme pazienza. Ma io raccomando di vederlo.
Perché solo Yash Chopra può rendere lo struggimento così attraente e nobilitarlo al punto che il suo eroe lo porti come un distintivo d'onore.
Anupama Chopra, 13.11.2012
La recensione integrale.

Diana ***1/2
Per godere di ciò che Jab Tak Hai Jaan offre dovete essere pronti a quella che Coleridge chiamava "volontaria sospensione dell'incredulità momentanea". 
Le circostanze della storia non stanno in piedi ed oltre ad essere assurde, spesso sono fastidiose. Personalmente trovo il ruolo determinante dato alla fede, a Dio, incomprensibile e difficile da sopportare, ma ognuno può valutare secondo il proprio gusto quali siano gli aspetti del film più irritanti o ridicoli. C'è davvero l'imbarazzo della scelta.
Se decidete però di disinteressarvi della verosimiglianza e riuscite a superare il secondo problema: non sentirvi stupidi per quello che state guardando e che magari vi sta pure piacendo, che cosa avrete in cambio?
Una pellicola grandiosamente confezionata che non bada a spese, scenari strepitosi, musiche allegre e coinvolgenti, un drammone sentimentale che vi strapperà, contro il buon senso e la vostra volontà, più di un'emozione, e un pieno di Shah Rukh Khan da urlo.
Se non vi basta sappiate che Jab Tak Hai Jaan mette in scena la sfida del secolo: SRK vs Jesus. E che qualcuno pensa che solo in cielo ormai si potesse trovare un avversario degno del baadshah di Bollywood.
Chi la spunterà?

Il bello:
- Un minuto di silenzio per l'entrata in scena di SRK, in moto, tuta mimetica e occhiali a goccia.
- Durante una serata in discoteca, Samar si presenta scherzosamente a Meera con il nome di Raj e Meera risponde che il suo è Tina. Subito Samar chiede: italian?
 Dopo gli "spaghetti bolognese" di Don 2, questo "italian" pronunciato da SRK comincia a farci pensare che il re abbia un debole per noi. Aaaah lasciatemi sognare...
- La tenerezza di Samar per la giovane Akira. Il desiderio che lei realizzi i suoi sogni e non rinunci alle sue passioni dimostra che la scorza del tormentato artificiere non è irrimediabilmente indurita.
- Il video della canzone Ishq Shava che mette in luce quella che evidentemente, secondo la Yash Raj Fims, è la caratteristica più importante di Katrina Kaif: la sensualità.
- I titoli di coda con Yash Chopra che lavora, già visibilmente debilitato, fanno stringere il cuore.

Il brutto:
- Challa è una canzone fresca e carina ma onestamente la sequenza in cui SRK gira per le strade di Londra con la chitarra in spalla è imbarazzante.
- Anche se SRK interpreta in modo apprezzabilmente diverso il giovane e ottimista Samar del primo tempo dall'ufficiale più amareggiato e disincantato del secondo, in nessun mondo possibile e non, King Khan può passare per un ventottenne.
- La battuta secondo la quale la dottoressa che si occupa di Samar sarebbe omosessuale. Non è divertente ed è una caduta di stile.
- Le co-protagoniste, Katrina Kaif e Anushka Sharma, sono al loro meglio, soprattutto esteticamente. Il loro look, come quello di tutta la pellicola, è curato e impeccabile, eppure mancano di luce. Nessuna delle due ha la presenza sufficiente, accanto a SRK sembrano figurine di cartone, di secondo piano. Spente e piatte.
- Aditya Chopra.
La sceneggiatura di Jab Tak Hai Jaan non solo è brutta, è anche vecchia, antiquata. La concezione del film  ricorda davvero "quelle di una volta" ma in senso negativo. Niente di più lontano dalla freschezza di DDLJ.
Addio Aditya, ti abbiamo perso definitivamente.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Samar Anand - Shahrukh Khan
Meera Thapar - Katrina Kaif
Akira Rai - Anushka Sharma
il padre di Meera - Anupam Kher
Pooja, la madre di Meera - Neetu Singh
Imraan - Rishi Kapoor
Dr. Zoya Ali Khan - Sarika Thakur
Frank - Andrew Bicknell
Zain - Sharib Hashmi
Maria - Jasmine Jardot
Captain Jagdeep Deewan - Gireesh Sahedev
Captain Kamal Singh - Amarinder Sodhi

Scritto da Aditya Chopra e Devika Bhagat

Diretto da Yash Chopra

Musiche di A.R. Rahman

Coreografie di Vaibhavi Merchant

Prodotto da Aditya Chopra

Distribuito da Yash Raj Films

Anno 2012

AWARDS

Zee Cine Awards 2013:
Best Actress in a Supporting Role - Anushka Sharma
Best Singer Female - Shreya Ghoshal for Saans
International Film Icon - Male - Shahrukh Khan
International Film Icon - Female - Katrina Kaif
Power Club Box Office Award - Yash Chopra

Filmfare Award 2013:
Best Actor In A Supporting Role (Female) - Anushka Sharma
Best Lyrics - Gulzar for Challa
Filmfare Award for R.D. Burman Award - Neeti Mohan for Jiya Re
Lifetime Achievement Award - Yash Chopra for all his films

Stardust Award 2013:
Best Actor (Editor's choice) - Shahrukh Khan
Star of the Year - Male - Shahrukh Khan
Best Actress - Comedy/Romance - Anushka Sharma

International Indian Film Academy (IIFA) 2013:
Performance in a Supporting Role (Female) - Anushka Sharma
Forever Director - Yash Chopra
Digital Star of the Year - Shahrukh Khan

Qui tutti gli altri awards vinti da Jab tak hai jaan.

CURIOSITA'

- Il titolo del film, Jab Tak Hai Jaan, è ispirato alla canzone, Haa Jab Tak Hai Jaan, parte della colonna sonora di  Sholay.
- Alcuni dei suggestivi scenari meravigliosamente filmati da Yash Chopra sono del Kashmir e del Ladakh. Quest'ultima location pare sia stata suggerita dallo stesso Shah Rukh Khan che la conosceva per esserci stato in occasione delle riprese di Dil se..
- Due settimane prima della premiere di Jab Tak Hai Jaan, Ajay Devgn, il cui film, Son of Sardaar, era in uscita nello stesso fine settimana, a Diwali, ha mandato una notifica alla Competition Commission of India accusando la Yash Raj Films di monopolizzare il mercato occupando la maggior parte delle sale cinematografiche. E' probabilmente per questo motivo che Ajay e sua moglie, la splendida Kajol, perfetta e adorata partner di SRK in grandi successi, sono stati praticamente gli unici a non presenziare alla speciale proiezione di Jab Tak Hai Jaan, del 12 novembre 2012 a Mumbai, in commemorazione di Yash Chopra.
Un'idea delle numerosissime star che non hanno voluto mancare all'evento in questo video.
- E' proprio vero, dopo anni in cui il re di Bollywood continuava a ripetere che non avrebbe baciato nessuna delle sue co-star, il tabù è stato infranto. Ma non aspettatevi niente di sconvolgente, si tratta di un timoroso  e poco entusiasta sfiorarsi di labbra che mal si addice a due appassionati innamorati. Si assiste come ad un evento storico ma Shah Rukh sembra più a suo agio a distanza, quando sfodera il carisma innato e l'ormai dolorosamente noto sguardo assassino.

Il sito ufficiale del film.

Uno speciale ringraziamento a Treme per la sua collaborazione a questo post e per aver offerto un punto di vista diverso quanto appassionato sul film.

19 settembre 2012

EK THA TIGER




Dopo Wanted, Dabangg, e Bodyguard  Salman Khan conquista nuovamente il box office nella settimana di Eid per quattro anni consecutivi, la pioggia d’oro ricade sulla fortunata Yash Raj che recluta l’instancabile idolo della masse per la prima volta nella storia della casa di produzione.  La regia del successo preannunciato è di Kabir Khan, autore dell’interessante Kabul Express e di NewYork.


TRAMA
Un esperto agente dei servizi segreti indiani (Salman Khan)  si reca a Dublino per una delle sue missioni e lì conosce l’affascinante Zoya (Katrina Kaif) della quale si innamora a prima vista. La ragazza nasconde però una doppia identità…



Ek Tha Tiger compie un esordio esplosivo ma dopo pochi minuti svela la sua vera natura: quella di un prodotto più misurato e meno movimentato di quello che il pubblico avrebbe potuto aspettarsi,  a volte l’atmosfera è sgargiante, altre un po’ cupa,  passaggi emozionanti sono intervallati da altri più pallidi, molte scelte narrative e stilistiche aggiungono un tocco nostalgico che al tempo stesso impreziosisce e penalizza il film.

Un nuovo capitolo si aggiunge alla saga della rimonta, ormai irrefrenabile,  di Salman Khan, l'attore varcata la soglia dei quarantacinque anni ritrova una invidiabile giovinezza ed appare più energico e intraprendente che mai. Nella costruzione del protagonista il regista e lo sceneggiatore si affidano all’appeal del mass hero che lo interpreta,  Sallu sollazza ingordo tra i frutti del suo attuale momento di gloria e propone una nuova, alquanto sofisticata, versione di se stesso, Tiger appare una fusione tra Bodyguard e James Bond, i fans, ma soprattutto LE, fans dell'erculeo divo avranno solo pochi secondi per aguzzare gli occhi sui suoi muscoli scolpiti in una rapida serie di fotogrammi che propone un immancabile Salman shirtless come da contratto. Le iperboliche scene da macho sono state ridotte al minimo e controllate, tuttavia il severo intervento di revisione ha lasciato il climax libero di eccedere senza ritegno  in una delle parti conclusive  (ALLARME SPOILER)  Tiger  (e il nome Tiger dovrebbe essere rivelatore) ferito a imbottito di proiettili rincorre con la moto impennata un aereo in fase di decollo fino ad aggrapparsi con le mani al portellone. Giuro. 
ETT  non è il primo tentativo di creazione di un film di spionaggio portato avanti nel 2012, questo stesso anno è uscito anche Agent Vinod,  progetto della Illuminati Films di Saif Ali Khan, nel quale però troppe cose non hanno funzionato.  Kabir Khan si lancia nuovamente in un incontro / scontro di due agenti dei servizi segreti di India e Pakistan, il tema viene sviluppato in modo un po' semplice (a volte anche superficiale) ma ciò permette  di evitare possibili fastidi e pruriti trascinando la pellicola in acque più sicure, ragion per cui i personaggi più che attaccarsi ad una dimensione realistica decollano verso un mondo dei fumetti nel quale troviamo  KatWoman Kaif e Salman SuperSallu Khan impegnati in rapidi inseguimenti per veder trionfare il loro amore. La storia si sposta in sentieri narrativi meno difficili da affrontare tanto che Tiger e Zoya da spie in missione divengono amanti in fuga ostacolati dai rispettivi mentori, una coppia di star crossed lovers nel pieno della tradizione bollywoodiana dei Novanta. Salman e Katrina lavorano bene insieme ma non è possibile notare alcun sguardo “extracopione” che lasci il pubblico ad immaginare dell'altro. ll film non è affatto un thriller e contro ogni previsione  la storia d’amore vince sul fattore masala, nel film l’attrazione tra i due è l’elemento trainante e il nucleo della storia, vengono introdotte piacevolissime romanticherie d'altri decenni e i dialoghi sono sfiorati da un humor leggero, non invasivo,  nemmeno troppo scontato.  


Il mio giudizio sul film : *** 3/5


Punti forti : 

Salman in invidiabile forma, più sobrio del solito, elegante e pure bravo. Tiger è a mio avviso uno dei personaggi più riusciti della sua carriera.
La gustosa sequenza d'apertura del film, inseguimenti in affollati mercati, dialoghi da cardiopalma, posaceneri lanciati nel vuoto che impiegano un quarto d'ora per ricadere a terra,  il ghigno del protagonista nel vedere la riuscita della sua impresa. Azione, azione e ancora stilosissima Azione. Con la A maiuscola.
La colonna sonora molto accattivante. Si passa da strane influenze celtiche, cubane e arabeggianti, davvero un peccato però che il video di "Mashallah" sia stato tagliato fuori dal film e relegato ai titoli di coda.
Le locations : Istanbul, Dublino, ma soprattutto ... Cuba!!!!! 

Il breve ma importante contributo di Ranvir Shorey.



Punti deboli:

La prevedibilità della trama.
Dopo promettenti miglioramenti Katrina Kaif pare in fase di regresso, la sua interpretazione molto statica si movimenta solo in poche scene o durante le canzoni, ad ostacolarne ulteriormente l'espressività ci pensa l'ingombrante labbro superiore ben gonfiato con  nonsocosa

                                                                                                                                                                                


ANNO : 2012
REGIA : Kabir Khan

CAST:
Salman Khan …………………. Tiger
Katrina Kaif ……………… Zoya
Ranvir Shorey ………………. Gopi

COLONNA SONORA :  Sohail Sen ("Sayyara" , "Laapata", "Banjaara") &  Sajid – Wajid (“Mashallah”)
PLAYBACK SINGERS: Wajid, Shreya Goshal, KK, Sukhwinder Singh




QUALCOS’ALTRO:

Per la promozione del film la Yash Raj ha lanciato un fumetto ispirato ad ETT di circa trenta pagine.
Sito di Yomics
La pagina del fumetto

Sito ufficiale del film,  pagina Facebook, indirizzo twitter @EkThaTiger

Ek Tha Tiger bacame second biggest grosser after 3Idiots : Articolo di Hindustan Times

Breve lista delle locations che appaiono nel film :
DUBLINO  Il Gaiety Theatre, il Trinity College e il famoso Temple Bar.
LA HABANA Plaza Vieja, la Cattedrale, La Fortezza del Morro, Il Castillo de Cojimar e Il Malecon.
TURCHIA : non solo Istanbul ma anche Mardin (il villaggio che nelle sequenze di apertura e nei poster è fatto passare per l'Iraq) e Antalya (i maestosi interni del Mardin Palace).


24 ottobre 2011

MERE BROTHER KI DULHAN

Ecco il tipo di film a cui non si può resistere. La storia è tradizionale, gli ingredienti sono quelli consueti della commedia sentimentale, quelli attesi, ma lo sviluppo è  fresco, leggero e il gusto attualizzato.
Ali Abbas Zafar non rischia ma diverete e non delude.

TRAMA

Luv Agnihotri (Ali Zafar), giovane in carriera a Londra, dopo essersi lasciato con la fidanzata, Piyali (Tara D’Souza), chiede al fratello Kush (Imran Khan) di trovargli una sposa indiana. Durante la scrupolosa ricerca, Kush si imbatte in Dimple Dixit (Katrina Kaif), affascinante, vivace e di ottima famiglia, è la candidata perfetta.

RECENSIONI

The Times of India ***
Imran Khan e Katrina Kaif formano una coppia del tutto insolita. Imran è il ritratto della sobrietà e del basso profilo. Mere Brother Ki Dulhan finisce con l'essere una commedia leggera e briosa, nella quale la tipica storia d'amore bollywoodiana dimentica la tradizione e diviene non convenzionale. Ma solo in parte. MBKD è un interessante debutto per il regista Ali Abbas Zafar, però ironicamente qualcosa sembra trattenerlo dal creare una commedia completa. Il primo tempo non convince. La festa comincia con l'arrivo di Ali Zafar, che ci mette un po' a scaldarsi ma poi nessuno lo ferma più. L'attore aveva già mostrato la sua inclinazione per la commedia in Tere Bin Laden. E' il fattore verve che funziona in modo ammirevole, dal momento che il film non ha una storia di cui gloriarsi. MBKD cerca di mantenere alta la propria vivacità in termini di narrazione e di interpretazioni, e riesce per la maggior parte del tempo a far sorridere.
Nikhat Kazmi, 09.09.11

Hindustan Times *1/2
Imran Khan in Mere Brother Ki Dulhan si guarda intorno perennemente confuso. Il suo personaggio si trova in una situazione complicata senza necessità, faticosa, zoppicante, solo allo scopo di servire una trama sovra-immaginosa. Ali Zafar è informale e affascinante. Lo so che non dovremmo sempre paragonare il cinema con la realtà, ma nemmeno film come questi dovrebbero trattare di alieni, cosa che invece MBKD fa. La pellicola è così tirata da tutti i lati che si può vederne lo strappo al centro. Difficile dire se il personaggio interpretato da Katrina Kaif sia incessantemente ribelle o piattamente ritardato, un equilibrio delicato che alcune recenti (ma più godibili) commedie romantiche hanno gestito molto bene (Tanu Weds Manu, Jab We Met).
Mayank Shekhar, 09.09.11

Diana ***
Due ragazzi e una ragazza in una delle tante variazioni del classico triangolo sentimentale: lei ama lui, lui ama lei, ma lei è fidanzata con un altro. Rivisitazione in forma di commedia senza drammi o lacrime. Il film segue i binari di una trama semplice, diciamo pure esile, la cui forza è l'intento disimpegnato e festoso. I due innamorati si liberano del terzo incomodo senza ferire o scontentare qualcuno. Giocano, complottano, si divertono e non si prendono mai troppo sul serio.
Ali Abbas Zafar, al suo debutto (è stato assistente alla regia di altre ottime produzioni Yash Raj, tra cui Tashan e New York), dirige affidandosi al carisma dei suoi protagonisti: il bel Ali Zafar (a bollywood sono tutti pazzi di lui), Imran Khan, fisicamente meno appariscente ma di sicuro fascino, e Katrina Kaif, che lo ripagano con generosità.
Un film che rilassa e intrattiene: non è poco!

Il bello:
- Kush e Dimple si confrontano; alle loro spalle il Taj Mahal: un'immagine bellissima.
- Il rapporto giocoso tra Kush e Dimple.

Il brutto:
 - L'iniziale look rockettaro di Katrina, seppur funzionale allo sviluppo del personaggio.
E' un vero peccato che dopo il meritato successo di Rock On!! non si possa più fare a meno di infilare una rockstar tra i protagonisti di ogni pellicola.
- Sempre Katrina (Dimple) che attraversa la strada bendata. Più che di una simpatica bravata si tratta di un'imperdonabile idiozia.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Kush Agnihotri - Imran Khan
Luv Agnihotri - Ali Zafar
Dimple Dixit - Katrina Kaif
Piyali Patel - Tara D’Souza
Colonel Agnihotri - Parikshat Sahni
Mr. Dilip Dixit - Kanwaljit Singh
Special appearance - John Abraham

Scritto e diretto da Ali Abbas Zafar

Prodotto da  Aditya Chopra

Musiche di Sohail Sen

Coreografie di  Bosco Martis e Caesar Gonsalves

Distribuito da Yash Raj Films

Anno 2011

CURIOSITA'

- I riferimenti ad altri film contenuti in Mere brother ki dulhan sono numerosi. I più divertenti sono quello a Qayamat Se Qayamat Tak ( "io non sono Aamir Khan e tu non sei Juhi Chawla") e la  title song in cui Imran omaggia i 3 Khan: lo zio Aamir di Rang de Basanti, Shah Rukh Khan in Dil se e Salman in Dabangg.  Il gesto di Salman di portare le mani alla cintura sulle note di Udd Udd Dabangg è diventato un cult; persino Shah Rukh Khan, in occasione degli IIFA 2011, ne ha fatto una splendida imitazione.
Shah Rukh Khan agli IIFA 2011 (al decimo minuto).
Un assaggio del video della canzone Mere brother ki dulhan.

- Il direttore musicale di Mere brother ki dulhan, Sohail Sen, è il giovane autore della colonna sonora di What's Your Raashee?

- Oltre alla chitarra in mano, lo stile di Katrina prevede un'ispirazione grunge. Prima di lei ad apparire sullo schermo sexy, decise ed indipendenti, sono state l'indimenticabile Aishwarya Rai di Crazy Kiya Re (Dhoom 2) e Kareena Kapoor in Chhaliya (Tashan).
L'articolo integrale di Bollywood Hungama.

- Ali Zafar cantante e musicista pakistano, nel 2010 è stato protagonista di un fulminante debutto da attore con il geniale Tere Bin Laden. In Mere Brother Ki Dulhan ha incantato la critica confermando le sue doti.
Eccolo scatenarsi nella canzone Madhubala, a cui ha prestato anche la voce.

- Sembra che ci siano delle notevoli somiglianze tra la trama di Mere Brother Ki Dulhan e quella di Sorry Bhai!, film del 2008 con Shabana Azmi e Boman Irani, diretto da Onir (I Am).

Il sito ufficiale del film.

21 agosto 2011

ZINDAGI NA MILEGI DOBARA

Non lasciatevi scoraggiare dal manifesto del film in cui capeggia Hrithik Roshan a torso nudo. Nè fuorviare dalla location spagnola. Zindagi na milegi dobara non è un road movie banale e furbetto che punta sugli scenari da cartolina o su un cast di sicuro richiamo al botteghino. E' un film con un gusto sì moderno ma dai contenuti universali, che sorprende ed entusiasma.

TRAMA

Tre amici, Arjun (Hrithik Roshan), Imraan (Farhan Akhtar) e Kabir (Abhay Deol) partono per un giro della Spagna, celebrazione e addio al celibato di Kabir. Un viaggio deciso da ragazzi quando ancora studiavano insieme.

RECENSIONI

The Times of India ***1/2
Il viaggio spagnolo di Zoya Akhtar vi chiede di scivolare in modalità 'avventura' e di abbandonarvi al flusso. Zindagi Na Milegi Dobara è un'allegra corsa colma di esperienze eccitanti, umorismo, romanticismo e cameratismo, condivisi da un gruppo di personaggi che paiono divertirsi tanto quanto voi. Il primo tempo è poco coinvolgente e sembra un giro turistico della Spagna. E' il secondo tempo ad emergere: una scintillante rappresentazione dell'amicizia e della crescita emotiva. La bellezza del film risiede nel fatto che l'emotività viene gestita in modo poetico, leggero (in senso positivo) e brioso. Quanto alle interpretazioni, è difficile decretare la migliore, dal momento che tutti e tre gli attori protagonisti offrono performance stellari. ZNMD è inoltre guarnito da dialoghi tesi (Farhan Akhtar), da una magnifica poesia (Javed Akhtar) e da un'ottima fotografia (Carlos Catalan). La regista Zoya Akhtar, dopo Luck by chance, dirige un'altra pellicola sensibile e piacevole, e regala a Bollywood il primo vero road movie contemporaneo.
Nikhat Kazmi, 14.07.11
La recensione integrale.

Hindustan Times ****
In Zindagi Na Milegi Dobara la Spagna toglie il respiro: è intensamente scenografica nonchè visualizzata in modo coraggioso (Carlos Catalan). Il film narra con grande realismo una storia di amicizia maschile, seppur in tono molto divertito e non melodrammatico o sdolcinato, e ricorda Dil Chahta Hai, il meraviglioso debutto alla regia di Farhan Akhtar. Inevitabili i paragoni. Sono trascorsi esattamente dieci anni da quando, nel 2001, DCH cambiò la cinematografia hindi grazie ai suoi protagonisti ricchi, disinvolti, urbani, narcisisti, modaioli. DCH celebrò anche i dieci anni di un'economia aperta, e divise il pubblico in classi metropolitane da centro commerciale e masse non leccate da monosala. DCH fu giudicato dai giornalisti come un prodotto rivolto alla prima categoria (opinabile, certo). E probabilmente anche ZNMD lo è. I protagonisti di DCH possono essere più o meno scambiati con quelli di ZNMD. Abbiamo il personaggio intenso (Hrithik Roshan per Akshay Khanna in DCH), il personaggio un po' sciocco e dominato dalle donne (Abhay Deol per Saif Ali Khan), e il mandrillo compulsivo (Farhan Akhtar per Aamir Khan). Ciò che conta e che amiamo ZNMD per le stesse ragioni per cui adoriamo il leggero, brioso DCH. I due titoli condividono un umorismo favoloso e pieno di ironia. In ZNMD il personaggio interpretato da Farhan è una miniera di battute argute e autoironiche. Entrambe le pellicole, dunque, dovrebbero sopravvivere alla prova del tempo. Alla fine, considerando la sua eccellente performance, sarebbe stata una buona idea se Farhan Akhtar, probabilmente il più poliedrico talento indiano, avesse interpretato il ruolo ricoperto da Aamir Khan nel suo primo film da regista-produttore, DCH appunto. La regista e sceneggiatrice Zoya Akhtar (Luck by chance), oltre ad intrattenere gli spettatori, sfoggia in modo deciso e suo proprio uno stile artistico mai pretenzioso e persino poetico (in senso letterale), il che è raro. Alcuni forse troveranno ZNMD un po' lento, ma non lo è. Da un punto di vista narrativo, il primo tempo è fitto, mentre nel secondo lunghi minuti vengono spesi per collegare fra loro vari eventi. La colonna sonora è relativamente modesta, con l'eccezione di Senorita. Ma non conta: porterete con voi momenti divertenti e memorabili vissuti dal trio di avventurosi amici, personaggi che vi ricorderanno coloro con cui siete cresciuti. E con cui continuerete a farlo. Facebook non può cambiare le cose. Le amicizie migliori, specialmente quelle del tempo della scuola, rimangono intatte in una fontana di giovinezza: in rapporto con loro noi non invecchiamo mai. E meno male.
Mayank Shekhar, 15.07.11
La recensione integrale.

Diana ****1/2
I pochi che ancora nutrono dei dubbi a proposito del valore dei fratelli Akhtar con Zindagi na milegi dobara si convinceranno. Zoya dirige con sensibilità e talento artistico, realizzando un film d'intrattenimento, una commedia divertente che è anche poetica ed emozionante. La Tomatina, il famoso Festival valenciano in cui ci si dà battaglia a colpi di pomodoro, prende il posto delle Alpi svizzere come elemento esotico ed accattivante ma i temi rimangono quelli di sempre. L'amicizia prima di tutto. Poi la conoscienza e la realizzazione di sè attraverso il confronto con gli altri.
Farhan Akhtar si scatena interpretando il personaggio più irriverente ed ironico, la sua divertente prova è da applausi. Inoltre produce, scrive i dialogni e canta in due brani della colonna sonora.
Il resto del cast è ottimo, non a caso sono tutte star, come Kalki Koechlin che con la sua bravura illumina un personaggio piuttosto antipatico, ma è Hrithik Roshan che incanta. Quello di Arjun è il suo ruolo più bello ed intenso di sempre.
Guardate Zindagi na milegi dobara, caldo, divertente, emozionante ed entusiasmante, appena avrete finito di vederlo avrete voglia di ricominciare da capo. Il film più bello dell'anno.

Il bello:
- Il rapporto giocoso e tenero tra i tre protagonisti.
- Hrithik con la tuta da paracadutista (un gran bello spettacolo).
- Farhan Akhtar seduttore che balla il flamenco.
- Il cameo di  Naseruddin Shah.
- Il tocco di Zoya Akhtar, come nella sequenza in cui è inquadrata la mano di Hrithik Roshan che si muove sullo sfondo del paesaggio spagnolo.

Il brutto:
- Come molti amanti degli animali non ho simpatia per la corsa dei tori di Pamplona, devo ammettere però che la scena girata da Zoya è magnifica.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Arjun - Hrithik Roshan
Imraan - Farhan Akhtar
Kabir - Abhay Deol
Laila - Katrina Kaif
Natasha - Kalki Koechlin
Nuria - Ariadna Cabrol
Salman Habib - Naseruddin Shah
La madre di Imraan - Deepti Naval

Scritto da Zoya Akhtar e Reema Kagti

Diretto da Zoya Akhtar

Prodotto da Farhan Akhtar e Ritesh Sidhwani

Musiche di Shankar - Ehsaan - Loy

Coreografie di Bosco Martis, Caesar Gonsalves e Vaibhavi Merchant

Distribuito da Eros International Media Ltd. e Excel Entertainment

Anno 2011

 AWARDS

Screen Awards
- Best film  (ex aequo con The Dirty Picture)
- Best Dialogue - Farhan Akhtar and Javed Akhtar, ex aequo con Rajat Arora (The Dirty Picture)
- Best Choreography - Bosco Caesar (Senorita)

ZeeCune Awards 2012
- Best Story - Zoya Akhtar & Reema Kagti
- Best Supporting Actor - Farhan Akhtar
- Best Cinematography - Carlos Catalan


CURIOSITA'

-  Nella sezione video dedicata  a Zindagi na milegi dobara, da Bollywood Hungama si trovano degli interessanti filmati del making del film, ricchi di interviste e curiosità. Come anche le immagini di Katrina Kaif che durante la promozione porta a spasso Hrithik su una splendida moto. (Clicca qui).

- Il making della canzone Señorita, in cui cantano tutti e tre i protagonisti.

- Farhan Akhtar all'ottantaquattresimo minuto saluta con un ciao, "chao" spagnolo che delizia anche le sue fan italiane.

- La  pagina italiana di Facebook sempre aggiornata e dedicata a Farhan Akhtar è Farhan Akhtar Italia.

Il sito ufficiale del film.