Uno dei film più spettacolari mai realizzati, elaborato, impressionante, più di quanto due occhi umani riescano a sostenere. Odio definirlo un kolossal perchè il termine è riduttivo e non posso inserirlo nella categoria in cui giacciono alcuni polpettoni Hollywoodiani a sfondo storico-religioso. Mughal-E-Azam è una memorabile celebrazione della bellezza, che non sfoggia una fredda imponenza quanto un devastante calore. Poesia racchiusa in celluloide, un miracoloso fondersi di talenti, una fonte sempre viva di vera sofferenza e sublime passione.
TRAMA
L'imperatore Akbar decide di mandare suo figlio Salim sul campo di battaglia dopo aver scoperto la sua precoce attitudine al vizio, ma gli anni passati in guerra non riusciranno a placarne la vena poetica nè il suo fascino per la bellezza. Durante la festa per il ritorno del giovane a palazzo un artista dona alla corte una statua leggiadra, la splendida figura che tutti ammirano è in realtà una donna in carne ed ossa che si svela agli ospiti suscitando ammirazione e sorpresa.
Akbar accoglie Anarkali a braccia aperte folgorato dalla sua grazia ma decide di imprigionarla nel momento in cui ne scopre innamorato suo figlio Salim. Il principe non si rassegna e scatena l'esercito contro suo padre, la guerra avrà un esito disastroso e il figlio ribelle viene condannato a morte. Grazie al sacrificio di Anarkali il principe sarà risparmiato, la ragazza, che si offre di essere giustiziata al posto suo, viene perdonata da Akbar purchè abbandoni per sempre il palazzo e spinga Salim a dimenticarla.
Ad eccezione di due canzoni ("Pyaar ki ha to darna kya" e "Jab raat hai aise matwali") il film venne realizzato in bianco e nero, la versione a colori uscì per la prima volta nel 2004, dopo una lunga elaborazione digitale operata dalla Indian Academy Arts and Animation, realizzando, più di sessantanni dopo la prima uscita nelle sale, il sogno incompleto di K.Asif.
Perfezionista, ostinato e fermamente deciso a veder esaudita ogni sua fantasia, il regista volle una figura di Krishna in oro massiccio non accontentandosi di una copia in metallo, impose a Madhubala di trasformarsi (attraverso interminabili sedute di trucco) in una statua di marmo, convinse Prithviraj a camminare scalzo sulla sabbia arroventata del deserto, e, al posto di semplici comparse per la scena della battaglia arrivò ad ingaggiare un esercito vero con oltre duemila soldati professionisti.
Le cifre colossali che Asif continuava a chiedere ai suoi produttori fecero pensare che ad un certo punto il regista fosse impazzito; la sua follia creativa andò avanti per quasi quindici anni, per selezionare i dodici brani musicali richiese al compositore Naushad oltre ottanta canzoni, molte delle quali non vennero utilizzate per nessun altro film.
Furono necessari due anni di lavoro ininterrotto solo per costruire un set cinematografico, l'opera faraonica ha impegnato centinaia di scenografi e artigiani in un'impresa senza precedenti. Ma l'elegante salone degli specchi era fin troppo splendente da rendere difficili le riprese, la luce riflessa era eccessiva, quasi accecante, tanto che i tecnici dovettero pensare velocemente ad una soluzione per contrastare i bagliori indesiderati.
Ma la forza del film, aldilà della sua opulenza, è l'incredibile realismo delle sue emozioni, della sua malinconia.
Madhubala investì tutte le sue energie nel personaggio di Anarkali e nonostante la sua salute fosse deteriorata da una malattia congenita, non rinunciò a girare scene in cui doveva ballare, correre, trascinarsi addosso pesantissime catene (vere!) e recitare al fianco di Dilip Kumar , con il quale aveva condiviso un'infelice relazione. Lavorare a Mughal e Azam fu per l'attrice un'esperienza devastante, soprattutto perchè il silenzio tra i due, una volta spenti i riflettori, si faceva ogni giorno più denso.
Prithviraj Kapoor, che aveva interpretato in gioventù il ruolo di Alessandro Magno nel film Sikander, fu un perfetto imperatore Akbar, con il suo aspetto imponente, l'aria autoritaria, la voce profonda. La mia scena preferita del film è l'incontro padre / figlio nella tenda dell'accampamento militare, Akbar cerca di riconciliarsi con Salim per evitare lo scontro, l'imperatore inflessibile supplica il principe di giungere ad un accordo e si accosta alla sua spalla cambiando per un attimo la sua freddezza in affetto morboso.
Elegante come un vero re, Dilip Kumar, è un sempre composto ma vibrante Salim, riflesso dei tempi che cambiano, utopista e allergico alle imposizioni.
Ma altrettanto importante il contributo di Durga Khote come Jodhaa e di Nigar Sultana nel personaggio di Bahar, quest'ultima figura femminile, aristocratica e innamorata del potere, pronuncia una delle frasi chiave del film "uno sguado sarà sufficiente per vincere un principe viziato" intenta ad ammirarsi allo specchio in una dichiarazione d'amore a se stessa. Bellissimo il brano qawali "Teri mehfil me qismat azma kar hum bhi dekhenge" in cui le due rivali (Bahar e Anarkali) presentano ciascuna la propria visione dell'amore.
Inscindibile dal film la personalità enigmatica dell'artista che rifiuta di eseguire una statua su commissione e mette alla prova la corte lanciando la sua sfida: presenterà solo qualcosa dinanzi al quale ogni uomo si inginocchierà e ogni sovrano deporrà la corona. La bellissima Anarkali diviene incarnazione dell'arte e dell'amore. Lo stesso personaggio resta portavoce della sua missione fino all'ultimo, anche quando l'inno "Ai Mohabbat Zindabad / Che viva l'amore" diviene una disperata protesta all'esecuzione di Salim.
Ma se Mughal-e-azam è il film che meglio esprime la volontà di amare liberamente, il suo culmine non può che essere la canzone "Pyar Kya To Darna kya / perchè avere paura dell'amore?" il suo testo graffiante, l'energico ballo di Madhubala, lo sguardo fiero e sofferente dell'attrice, ne fanno una monumentale esibizione di disobbedienza, la più bella e incredibile delle dichiarazioni.
Il mio giudizio sul film : ***** 5/5
ANNO: 1960
TRADUZIONE DEL TITOLO: Il grande Moghul
REGIA: Karim Asif
CAST:
- Prithviraj Kapoor......... Akbar
- Madhubala.................. Anarkali
- Dilip Kumar................ Salim
- Durga Khote................ Jodhabhai
- Nigar Sultana................ Bahar
- Ajit.............................. Durjan Singh
COLONNA SONORA: Naushad , testi di Shakeel Badayuni
PLAYBACK SINGERS: Lata Mangeshkar, Shamshad Begum, Mohammed Rafi, Ustad Bade Ghulam Ali Khan
ALTRE INFORMAZIONI E CURIOSITA'
Tra gli sceneggiatori troviamo Kamal Amrohi, produttore cinematografico, poeta Urdu e regista del meraviglioso Pakeezah
Inizialmente per il ruolo di Anarkali era stata scelta Nargis e per quello di Bahar l'ex moglie del regista , Sitara Devi, dalla quale Asif divorziò prima di sposare la sorella di Dilip Kumar.
Tra le altre versioni cinematografiche sullo stesso tema, il film Anarkali (1953) con Bina Rai e Pradeep Kumar. Ispirato invece alla giovinezza dell'imperatore Akbar, la grandiosa pellicola di Ashutosh Gowariker, Jodhaa Akbar (2008) con Hrithik Roshan e Aishwarya Rai.
Nè Dilip Kumar nè Madhubala furono presenti alla premiere. Malgrado l'assenza dei due attori il film venne presentato in grande scala, tutti i biglietti erano stampati con le immagini della locandina, i cartelloni pubblicitari furoni di dimensioni impressionanti. Le due armature indossate da Prithviraj Kapoor e Dilip Kumar rimasero per anni in esposizione in uno spazio del cinema Maratha Mandir a Mumbai
Agli appassionati consiglio la lettura del libro "Mughal e Azam . An Epic of Eternal Love" di Shakil Warsi, pubblicato da Rupa & Co, New Delhi, 2009 nel quale ho trovato numerose informazioni sulla realizzazione del film.
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