14 luglio 2009

NEW YORK


New York è il nuovo film di Kabir Khan, l'apprezzato regista dello splendido Kabul Express (2006). Questa volta la scena, dall'Afghanistan, si sposta negli Stati Uniti: tre ragazzi, Omar (Neil Nitin Mukesh), di origini mussulmane trasferitosi a New York per studiare, Maya, (Katrina Kaif) nata in America, ha una madre indiana che le ha insegnato l'hindi, e Sam (John Abraham), di origini indiano-mussulmane, anch'egli cresciuto negli States, si incontrano all'università. I tre diventano amici e per due anni sono inseparabili. Omar però è attratto da Maya, che è invece innamorata di Sam, e decide così di allontanarsi e rompere la loro amicizia. E' l'11 settembre 2001, il mondo di Omar, Sam e Maya sta per cambiare per sempre.
Sette anni dopo Omar viene indotto da un agente dell' FBI, Roshan (Irrfan Khan), a rientrare nella vita di Sam e Maya e a collaborare ad un'indagine su Sam, sospettato di essere un terrorista.
Il film è stato accolto con favore da critica e pubblico perchè ritenuto capace di coniugare intrattenimento ed impegno. New York, che nella prima settimana di programmazione al box office è secondo solo a Kambakkht Ishq, ha il merito di aver portato all'attenzione di tutti questioni attuali e spinose come le conseguenze dell'attentato alle torri gemelle sui cittadini di origine asiatica residenti negli Stati Uniti, il clima di sospetto e soprattutto la sospensione dei diritti umani giustificata dall'emergenza della sicurezza nazionale e dalla lotta al terrorismo. Un atteggiamento di chiusura, di rifiuto, di pregiudizio fino al razzismo è un sistema efficiente per perseguire la pace, la stabilità e la sicurezza di una nazione?

RECENSIONI

The Hindustan Times: ***1/2

Times of India: ****

The New York Times: ***1/2
New York di Kabir Khan guarda all'America dopo l'undici settembre attraverso le lenti di Bollywood con un risultanto meno distorto di quello che si potrebbe pensare...Nonostante la rappresentazione di Mr. Khan della vita americana sia poco acuta e la trama presenti buchi grossi come crateri, New York è affascinante. Gode della performance di Irrfan Khan che aggiunge complessità al suo personaggio...
Rachel Saltz, 27 giugno 2009
la recensione integrale

Diana:
Da Kabir Khan non ci si aspetta niente di meno che un buon film e New York, nel complesso, è un buon film. Purtroppo dopo un inizio davvero promettente la trama mostra qualche incongruenza, alcune soluzioni narrative sembrano solo espedienti, un po' ingenui , fino ad arrivare ad un finale da action movie deludente e sicuramente non all'altezza delle premesse.
New York merita comunque attenzione perchè affronta un tema interessante, è girato con abilità e sensibilità e gli attori sono all'altezza del loro ruolo. Una menzione speciale per Katrina Kaif, sulla cui presenza in numerosissimi film, dal 2007 ad oggi, ci si è spesso interrogati la ragazza comincia a dare qualche risposta.
Alcune scene imperdibili:
- i tre amici impegnati in una partita di rugby, sullo sfondo si vede la skyline con le torri gemelle
- il racconto di Sam sull'ingiusta detenzione, le torture: bravo John Abraham, bravissimo Kabir Khan, non c'è un'ombra di morbosità o di compiacimento, le immagini ti si incollano agli occhi così come addosso ti rimane la sensazione di essere passato sotto uno schiacciasassi
- l'immagine di Sam che, liberato, esce dalla struttura che è stata la sua prigione, sull'edificio svetta la bandiera americana
- ancora Sam che passeggiando nel parco con Maya, incrocia due polizziotti e abbassa gli occhi, spaventato ed umiliato
- Maya dall'ufficio dell'FBI, attraverso i vetri della finestra, scorge e riconosce Sam che non può vederla
*** 3/5

SCHEDA DEL FILM

Cast:
John Abraham - Sameer (Sam)
Katrina Kaif - Maya
Neil Nitin Mukesh - Omar Aijaz
Irrfan Khan - Roshan
Aidan Wagner - Danyal
Nawazuddin Siddiqui - Zilgai

Regia:
Kabir Khan

Scritto da:
Sandeep Srivastava (screenplay, dialoghi e canzoni)
Aditya Chopra (la storia)

Musiche:
Pritam Chakraborty (Dhoom 2, Jab We Met, Singh Is Kinng, Billu)

Distribuzione:
Yash Raj Films

Anno: 2009

CURIOSITA'

- Sui titoli di coda una scritta informa che negli Stati Uniti, dopo l'undici settembre, più di 1200 persone di origine straniera sono stati illegalmente sequestrate, detenute e torturate.

- Il film ha goduto del supporto della New York Film Commission e della piena collaborazione da parte delle autorità americane che, dopo un esame dello script, hanno permesso le riprese a Guantanamo.

- Kabir Khan, prima di Kabul Express e New York, ha iniziato la sua carriera come autore operatore e regista di documentari.

- Nel film si citano Shahrukh Khan, la madre di Maya è appassionata di film bollywoodiani (chi altri poteva essere l'attore preferito della saggia signora?) e il kabaddi, popolare sport di origine indiana, diffuso in tutta l'Asia. Il kabaddi prevede il confronto tra due squadre, ognuna disposta nel proprio terreno di gioco, ogni attaccante ha trenta secondi per entrare nel campo avversario , toccare un giocatore del team opposto e tornare indietro senza essere placcato dai difensori. Mitica la scena di Pardes, un film del 1997 , in cui proprio Shahrukh Khan grazie ad una partita di kabaddi salva la sua bella da un fidanzamento indesiderato.

Sito ufficiale del film

2 commenti:

CINEMA HINDI ha detto...

Sceneggiatura non eccelsa, anzi noiosa. Manca di umanità, di sensibilità, e tradisce l'originalità del soggetto. L'umiliazione e la spersonalizzazione di Sam si trasformano in rabbia e adesione al terrorismo: interessante, ma poco approfondito. Debole la condanna. Inverosimile il comportamento di Maya: dov'è lo strazio di vivere una vita sentendosi spezzata in due? Perchè combatte un sistema ingiusto senza prima occuparsi del proprio senso etico? Irrfan Khan come al solito è SUPERBO. Mi auguro che Kabir Khan torni a dirigere film sceneggiati da lui. Perchè di 'Kabul Express' ci manca tutto. In primo luogo l'ironia.

Caterina ha detto...

Io lo trovo un bel film, se non altro per aver guardato alla tragedia dell' 11 settembre 2001 verso una prospettiva diversa, sommando alle vittime dell'attentato altrettante vittime di persecuzioni ingiuste e abusi di potere. Fatti documentabili dei quali, inspiegabilmente, non si parla mai.
Le immagini del massacro psicologico di Sameer sono strazianti, l'interpretazione di John Abraham superlativa. Piacevolmente sorpresa anche da Neil Nitin Mukesh e dalla sua naturalezza nell'affrontare l'ambiguità e il disagio del suo personaggio.
E poi il vero gioiello.. la citazione omaggio a "Jagte Raho" film con Raj Kapoor, (in italiano il titolo sarebbe Restate Svegli), che parla proprio dell'isteria collettiva e della pericolosità dell'odio generalizzato nei confronti di un presunto ladro perseguitato per errore. Data la vicinanza del messaggio, la scelta di aver fatto sussurrare a Omar proprio le parole della canzone Zindagi Khawb Hai non può essere casuale.

Per me è **** 4/5
Non l'avrei voluto vedere sottoforma di documentario e mi va bene così anche nella scelta del finale eclatante ed eccessivo.