Love Sex Aur Dhokha prosegue la sperimentazione nel solco di Dev D e di Kaminey andando decisamente oltre: tocca un argomento scabroso, mostra solo volti nuovi e utilizza disorientanti tecniche di ripresa. La critica indiana, all'unanimità, lo ha accolto con toni entusiastici. La trama è suddivisa in tre parti, collegate fra loro da un tenue legame che riunisce tutti i personaggi in un'unica brevissima scena, e da un interessante filo tematico: la voracità di scandali a sfondo sessuale da parte di lettori, spettatori, utenti della rete, e il ruolo giocato dalla diffusa tecnologia digitale, che consente non solo di guardare ma anche di produrre filmati non professionali e di condividerli. Gli sceneggiatori non si limitano a rappresentare dei casi di cronaca nera: li umanizzano indagando su quanto è avvenuto prima. Le tre esemplari vicende sono narrate con partecipazione emotiva ma senza moralismo o retorica.
Love Sex Aur Dhokha è probabilmente la prima pellicola realizzata in India con l'ausilio di sole videocamere digitali amatoriali, telecamere a circuito chiuso e micro camere spia. Soprattutto nel secondo episodio, questo espediente è fortemente spersonalizzante. Si nutre davvero l'impressione di guardare, anzi, di spiare ciò che la telecamera fissa ha casualmente colto e non ciò che il regista intende mostrarci. In LSAD forma e sostanza sono strettamente intrecciate: impossibile rendere vivo sullo schermo l'argomento trattato dal film con sistemi cinematografici tradizionali ed ottenere lo stesso dirompente effetto. La forma è del tutto funzionale al messaggio da trasmettere. Gli attori si trasformano in cine-operatori riprendendosi fra loro in una pellicola che esplora come la tecnologia digitale ha cambiato il nostro mondo, pellicola realizzata con la stessa tecnologia su cui intende investigare. Originale e insolito. E' riscontrabile qualche analogia con l'intrigante Sesso, bugie e videotape di Soderbergh, anche se con LSAD forse per la prima volta un film hindi supera in innovazione e creatività il modello occidentale a cui si ispira.
Non lasciatevi ingannare dal buffo spot iniziale o dal primo episodio, una sorta di affettuosa parodia del celeberrimo Dilwale Dulhania Le Jayenge (diretto nel 1995 da Aditya Chopra, con Shah Rukh Khan e Kajol) girata con finto dilettantismo: Love Sex Aur Dhokha raggela e trafigge gli spettatori. Non siamo noi a commettere crimini come quelli narrati nella pellicola, ma il nostro voyeurismo in qualche modo ci rende complici. LSAD ci mette a disagio. Ci fa sentire sporchi. Non è un film di cui ci si innamora ma di sicuro non si dimentica. Standing ovation per il regista e sceneggiatore Dibakar Banerjee per l'idea geniale, per la realizzazione scabra ma efficace, per il coraggio di accusare lo spettatore colto in flagrante nell'atto stesso di spiare quanto accade sullo schermo. Un applauso anche al cast: tutti volti nuovi, rubati al teatro o esordienti assoluti, tutti freschi e convincenti.
TRAMA
Nel primo episodio Rahul (Anshuman Jha), studente di cinema, tenta di realizzare un casalingo remake del film che adora, Dilwale Dulhania Le Jayenge. Ma cosa succede se il nostro aspirante regista si innamora di Shruti (Shruti), l'attrice protagonista, che è promessa ad un altro? Nel secondo episodio le telecamere fisse di un mini-market registrano le vicende di Adarsh (Raj Kumar Yadav), un commesso strozzato dai debiti, e di Rashmi (Neha Chauhan), la sua ingenua vittima. Nel terzo episodio Prabhat (Amit Sial), giornalista di cronaca nera, salva una sconosciuta, Naina (Arya Devdutta), dal suicidio, ed insieme organizzano una vendetta ai danni del cantante pop Loki Local (Herry Tangri).
ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE
* L'inaspettato finale del primo episodio. Resta addosso per giorni come un'ombra malsana.
RECENSIONI
The Times of India: ***1/2
Se volete qualcosa di nuovo guardate LSAD, perchè non offre nulla che abbiate già visto in un film desi. Ma attenzione: la pellicola di Dibakar Banerjee dev'essere assaporata lasciando cadere tutte le vostre vecchie certezze su ciò che il cinema commerciale debba o non debba essere. E' necessaria una nuova visione per capire come una stirpe di professionisti giovani e intelligenti siano determinati a spingersi sino ai limiti estremi della tradizione bollywoodiana, e ideare un linguaggio audace e completamente nuovo. A differenza degli altri, questi infaticabili cineasti credono che la creatività non sia solo una questione di profitti. C'è un intero nuovo mondo che si estende oltre il sentiero già battuto. La domanda è: lasciamo che questi creativi si addentrino in una terra di nessuno o dobbiamo insistere nel chiedere un prodotto commerciale? Un suggerimento: cosa ne dite di un gioco di equilibrismo fra il cinema d'intrattenimento e quello intelligente e innovativo, da guardare quando siete annoiati del bla-bla di Bollywood? LSAD, non solo osa mettere in scena il malcostume strillato dai titoli dei quotidiani indiani, ma si sforza anche di raccontarlo in modo differente. Come in Sesso, bugie e videotape di Soderbergh o nel più recente Paranormal activity, LSAD si avvale della videocamera portatile che diviene un personaggio integrante della storia: l'intera trama è narrata attraverso le sue riprese intime, sobbalzanti e irregolari. E il direttore della fotografia (Nikos Andritsakis) vi permette di essere sempre in prima fila, come dei veri voyeur-VIP. Anche da un punto di vista tematico il film è un martello. Troverete sfumature di tutti gli scandali di natura criminale, sentimentale o sessuale che abbiate seguito da vicino negli ultimi anni. Congratulazioni agli sceneggiatori (Dibakar Banerjee e Kanu Behl) per aver evitato ogni giudizio. La repulsione, il patetismo e l'ipocrisia della moralità della nostra classe media spillano con naturalezza, attraverso una narrazione misurata. L'altra innovazione di LSAD è il suo casting. Scritturare attori ancora allo stato grezzo ha dimostrato di essere un bonus per la pellicola e ha aggiunto una nota di realismo. Non aspettatevi un passatempo. Pensate oltre e guardate come Ekta Kapoor ha reinventato se stessa in qualità di produttrice del primo film sperimentale del cinema indiano contemporaneo.
Nikhat Kazmi, 18.03.10
Hindustan Times: ***1/2
LSAD offre attori che sembrano non esserlo e immagini ruvide, prive di ornamenti cinematografici. E' un film da dogma, il movimento culturale nato in Europa nella metà degli anni novanta, in risposta alla vacuità e all'artificiosità dei grossi successi commerciali hollywoodiani. Il danese Lars von Trier è tuttora il più raffinato esponente: il suo Dancer in the dark del 2000 dovrebbe essere incluso nella lista dei 50 film migliori di tutti i tempi. Ci sono molti altri esempi validi. In India ricordo il brillante Let's talk (2002) di Ram Madhvani, che ha segnato il debutto di Boman Irani. Ora aggiungo LSAD, nel quale tutto sembra reale e non solo una rappresentazione degli eventi. Le azioni e le emozioni più primitive sono catturate da una camera digitale portatile e da telecamere a circuito chiuso. LSAD rappresenta efficacemente il ventre molle dell'inquietante e prevenuta classe media indiana. L'arte tenta di rispecchiare l'umanità. Un film come questo lo fa senza nessuna delicatezza: il minimalismo nella recitazione, nelle riprese, nella direzione artistica si aggiunge all'angosciante premessa, e impartisce il colpo finale. Mi sono sentito abbastanza scosso. Se non fosse stato per il curriculum del regista (Khosla Ka Ghosla e Oye Lucky! Lucky Oye!), e per la coraggiosa e inusuale produttrice (Ekta Kapoor), LSAD non sarebbe stato distribuito con la stessa risonanza. E' idealmente quel genere di film che si scopre senza essere gravati da un carico di aspettative. Se qualsiasi pellicola bollywoodiana senza un protagonista danzereccio e canterino può fregiarsi di essere differente, allora LSAD, dal punto di vista dello spettatore, è sicuramente un esperimento.
Mayank Shekhar, 20.03.10
Cinema Hindi: ****1/2
Punto di forza: il messaggio, tagliente come un bisturi
Punto debole: -
SCHEDA DEL FILM
Cast:
* Anshuman Jha - Rahul
* Shruti - Shruti
* Raj Kumar Yadav - Adarsh
* Neha Chauhan - Rashmi
* Amit Sial - Prabhat
* Arya Devdutta - Naina
* Herry Tangri - Loki Local
Regia: Dibakar Banerjee
Sceneggiatura: Dibakar Banerjee e Kanu Behl (assistente alla regia in Oye Lucky! Lucky Oye!)
Colonna sonora: composta da Sneha Khanwalkar (Oye Lucky! Lucky Oye!), si fa apprezzare per il trascinante brano Love Sex Aur Dhokha, e per il divertente Mohabbat Bollywood Style. I testi delle canzoni sono firmati da Dibakar Banerjee e da Kanu Behl.
Fotografia: Nikos Andritsakis
Montaggio: Namrata Rao (Ishqiya)
Traduzione del titolo: dhokha significa tradimento; aur è la congiunzione e
Anno: 2010
Awards (aggiornamento del 02.03.11):
* Filmfare (selezione): miglior montaggio, R.D. Burman music award per il compositore più promettente (Sneha Khanwalkar).
Sito ufficiale
RASSEGNA STAMPA/VIDEO
* 13.10.09, The Telegraph: intervista a Dibakar Banerjee
* 18.12.09, The Times of India: dichiarazioni di Dibakar Banerjee
* 21.12.09, Indian Express: intervista a Dibakar Banerjee
* 25.12.09, Hindustan Times: divertente articolo che riporta le reazioni dell'attonita produttrice, Ekta Kapoor, alla visione di LSAD, e le rassicurazioni di Banerjee
* 29.12.09, India Today: dichiarazioni di Dibakar Banerjee
* 23.01.10, Hindustan Times: dichiarazioni di Dibakar Banerjee
* 07.02.10, Indian Express: lungo testo di Dibakar Banerjee sul tema dei film commerciali
* 13.02.10, The Times of India: intervista a Dibakar Banerjee
* 19.03.10, Hindustan Times: intervista ad Anshuman Jha
* 03.12.11, Brunch: intervista concessa da Ekta Kapoor. Un estratto: 'I met Dibakar (...) and he wanted to make a film that was somewhat commercial in nature but also experimental. He didn’t require a big budget, but he wanted a producer who would understand the storyline and not interfere too much with the creative aspect. He had done some good films earlier, but both Khosla Ka Ghosla and Oye Lucky! Lucky Oye! were modest in nature and appeal. With LSD, he wanted to push the envelope. We were happy to do that. So in a way, LSD was also a good start for me'.
* 19.03.20, Film Companion, Inside the chilling honour killing scene
* Bollywood Hungama: video della première
* Bollywood Hungama: intervista video a Dibakar Banerjee
* Bollywood Hungama: intervista video al cast
CURIOSITA'
* LSAD è stato proiettato al Filmfest Munchen 2010, al London Indian Film Festival 2010 e al Melbourne International Film Festival 2010 (aggiornamento del 24.11.10).
* Dibakar Banerjee ha conquistato due National Film Award con Khosla Ka Ghosla (miglior pellicola hindi) e con Oye Lucky! Lucky Oye! (best popular film).
* LSAD è stato pubblicizzato come la prima pellicola realizzata in India con tecnologia digitale, ma pare vi siano stati due precedenti: Urf Professor (2001) e Sankat City (2009) diretti da Pankaj Advani. Articolo di Hindustan Times.
* Il noto regista Karan Johar a proposito di LSAD scrive su The Times of India: 'LSAD non è il tipico film hindi. Tutto nella pellicola urla la propria individualità, dalla forma, al mezzo, al contenuto o a come il contenuto viene trattato. LSAD da un lato è faticoso da guardare, ma dall'altro è assolutamente coinvolgente e affascinante. Espone il ventre molle della nostra società e rispecchia i nostri pensieri più segreti e le nostre ossessioni. LSAD è lucido, seducente e coraggioso. E' sfrontato, non patinato, attuale. Non solo mostra la forza di Dibakar Banerjee come sceneggiatore, ma anche quanto il cinema possa essere innovativo. E' un progetto ambizioso non in termini finanziari o tecnici, bensì creativi. Film come LSAD, sostenuti da produttori scrupolosi e realizzati da registi che non scendono a compromessi, sono gli unici che possano promuovere l'evoluzione del cinema indiano'. Articolo originale
* Il manifesto di LSAD è il più originale visto negli ultimi anni, secondo solo a quello di Dev D.
* Let's talk, la pellicola citata dal critico di Hindustan Times, era stata inclusa all'ultimo momento nella programmazione della rassegna Namaste India allestita a Milano nel 2003. Il film tratta il tema dell'adulterio. La protagonista vorrebbe confessare al marito di aspettare un bambino non suo, e si immagina diversi scenari. Let's talk è sostanzialmente la rappresentazione di questi scenari. Ammetto che non ne ero rimasta particolarmente colpita. Lo avevo trovato ripetitivo, verboso ed esageratamente scarno. Ma con alcune sequenze scioccanti.
* Riferimenti a Bollywood: Shah Rukh Khan, Shahid Kapoor, Aditya Chopra, Dilwale Dulhania Le Jayenge.
* Riferimenti all'Italia: nel primo episodio vengono citati i marmi italiani.
* Film che trattano il tema degli scandali sessuali: Dev D e It's breaking news. Diverse pellicole contengono riferimenti a personalità dello spettacolo che chiedono favori sessuali in cambio di un ingaggio: innanzitutto Page 3, e poi Satya, Naach, eccetera. E non perdetevi la reazione dell'eroina di Badmaash Company.
GOSSIP & VELENI
* Per il soggetto di LSAD Banerjee si è ispirato al famigerato scandalo relativo ad un MMS a sfondo sessuale che nel 2004 aveva coinvolto gli allievi di una scuola pubblica a Delhi. La notizia era rimbalzata in tutto il Paese. Anurag Kashyap ne ha tratto spunto per il personaggio della prostituta in Dev D.
* Negli ultimi anni anche l'India ha registrato un'escalation del triste fenomeno. Nel 2004 alcune stazioni televisive trasmisero un video pornografico che ritraeva la modella Anara Gupta, allora diciottenne. La ragazza accusò un operatore televisivo, colpevole di averla violentata e poi costretta alla pornografia e alla prostituzione, in un giro che coinvolgeva anche uomini politici. In seguito Anara ritrasse le accuse. Più recentemente, nel 2009, un canale televisivo di Hyderabad ha diffuso un filmato che ritrae il noto politico Narayan Dutt Tiwari (84 anni) in compagnia di tre giovani donne in atteggiamento equivoco. Nel marzo 2010 una stazione televisiva tamil ha trasmesso un video simile al precedente nel quale si riconosce il maestro spirituale Swami Nithyananda. Il regista Ram Gopal Varma ha tratto spunto da questa vicenda per un progetto futuro, God & Sex, che esplora il potere in India dei cosiddetti santoni.
* Banerjee e la sua troupe hanno visionato decine di filmati dilettanteschi - sempre a sfondo sessuale - caricati in rete per studiarne inquadrature e angolazioni.
* Per la prima volta in un titolo di una pellicola hindi è citata la parola sex. Banerjee ha incontrato ostacoli da parte della rigorosa censura indiana, che ha preteso tagli di scene e moderazione nel linguaggio. Articolo di Mumbai Mirror.
* La produttrice Ekta Kapoor è la figlia di Jeetendra (Caravan). L'attore Tusshar Kapoor (Golmaal Returns) è suo fratello.
* Pare che Sneha Khanwalkar sia il quarto compositore di colonne sonore di sesso femminile nella storia del cinema hindi.
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