Un suggerimento: questo film va visto a stomaco vuoto, se non volete che vi blocchi la digestione.
Corruzione, collusione mafiosa, brutali omicidi, intimidazioni a scopo elettorale, avidità, tracotanza criminale, vuoto di ideali: tutta la degenerazione della classe politica messa a nudo con grande realismo da uno dei più dotati registi del Cinema Hindi, Madhur Bhandarkar.
La singolarità di 'Satta' (traduzione: 'Potere') è nel ruolo principale, affidato ad un personaggio femminile che, a seguito di un meschino calcolo altrui, si ritrova invischiato nel circo della politica. Non solo: l'espediente consente al regista di denunciare anche la discriminazione sessuale. Ma l'eroina, Anuradha, NON E' una vittima. Il suo percorso è molto simile a quello dell'eroe tradizionale di questa cinematografia: osserva, incassa, cresce, si ribella - anche con violenza -, vince.
La storia è davvero interessante, la sceneggiatura ben costruita, i dialoghi ILLUMINANTI. I personaggi sono sfaccettati, evolutivi, tridimensionali, arricchiti da balenii psicologici che affondano in profondità. La regia presenta l'abituale taglio documentaristico di Bhandarkar.
Le interpretazioni, con qualche rara eccezione, sono superbe, comprese quelle degli attori minori. Il sempre convincente Atul Kulkarni infonde vita ad un personaggio sottile e complesso con una performance misurata e molto realistica. Govind Namdeo è PERFETTO: il suo Baig è corrotto, elegante, privo di scrupoli. Manoj Joshi incarna con veemenza l'unico personaggio maschile positivo (e costruttivo) di tutta la pellicola. Ma la vera sorpresa è Raveena Tandon: la sua interpretazione, non esaltante nelle sequenze iniziali, cresce di pari passo col film, sino ad assumere un cipiglio marziale che quasi incute timore.
In 'Satta' sono molte le scene da applauso. Le migliori: il litigio fra Anuradha e il marito; il dialogo fra Anuradha e l'ispettore di polizia; la resa dei conti fra Anuradha e i suoceri. Ma il film è un susseguirsi di battute taglienti, a volte ironiche, spietate.
Nessuno sconto. Nessuna redenzione. Il gioco al massacro si compie fino a consentire un barlume finale di speranza: si apprezza il tentativo di Bhandarkar di rincuorarci, ma chi ci casca?
TRAMA
Anuradha (Raveena Tandon) è una ragazza vivace, sveglia, indipendente. Sposa l'attraente Vivek (Sameer Dharmadhikari), figlio di un politico locale. Ma il matrimonio rivela la personalità sordida e brutale di lui. A seguito di un tragico evento, inizia la guerra fra i due. Senza esclusione di colpi. E che coinvolge suoceri e colleghi politici. I sentimenti e la fiducia della ragazza si sgretolano, ma la forza che acquista in cambio è davvero letale. La combattiva Anuradha impara velocemente le regole del gioco, le fa proprie e le ritorce contro coloro che le hanno imposte. Il suo asso nella manica: il rigore morale. Nessuno si salverà.
RECENSIONI
Cinema Hindi: ****
Punto di forza: la veemenza nella denuncia
Punto debole: la sfumatura un po' troppo caricaturale di alcuni personaggi negativi
SCHEDA DEL FILM
Cast:
* Raveena Tandon ('Zamaana Deewana') - Anuradha
* Atul Kulkarni ('Rang De Basanti') - Yashwant
* Govind Namdeo ('Sarkar Raj') - Baig
* Sameer Dharmadhikari - Vivek
* Manoj Joshi ('Bhool Bhulaiyaa') - l'ispettore
* Shri Vallabh Vyas - il padre di Vivek
Regia, soggetto e dialoghi: Madhur Bhandarkar ('Page 3', 'Fashion')
Sceneggiatura e dialoghi: Manoj Tyagi ('Page 3')
Anno: 2003
GOSSIP&VELENI
* Madhur Bhandarkar si è aggiudicato ben tre National Award: per 'Chandni Bar', 'Page 3' (SPLENDIDO) e 'Traffic Signal'
* Atul Kulkarni si è aggiudicato due National Award come miglior attore non protagonista in 'Chandni Bar' e in 'Hey Ram'
* Raveena Tandon si è aggiudicata un National Award come miglior attrice per il film 'Daman: A Victim Of Marital Violence'. Fra i suoi ex-fidanzati, spiccano i nomi di Akshay Kumar e di Ajay Devgan
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