21 settembre 2010

MEHBOOB KI MEHNDI



Oro e rosso, viola e bianco, verde smeraldo e giallo sole, trionfi di azzurro, ovattatissimo rosa. La bellezza formale delle inquadrature, delle scenografie e dei costumi vincono sull'assenza di una storia e di un credibile intreccio. La regia costruisce un quadro piacevolmente irreale in cui la protagonista sfoggia abiti principeschi, cotonate pettinature, sullo sfondo di interni fastosi, veli colorati e belle melodie. A far sorridere i più giovani le gag di un ragazzino simpatico e di un buffo pazzo innamorato, a soddisfare spettatori e spettatrici la star Rajesh Khanna nel pieno della sua forma, e, per i più esigenti, versi e virtuosismi poetici. Ma non è abbastanza. Nella sua trionfante dolcezza il film si mantiene sospeso senza una direzione, restando una vistosa nuvola di nulla.


TRAMA

Shabana si accorge di essere la figlia di una cortigiana e scopre che gli amici di sua madre la stanno cercando per far di lei una prostituta. Aiutata dalla nonna, la ragazza sale sul primo treno e si ritrova a Lucknow, dove , grazie al suo aspetto angelico, le sarà facile trovare un lavoro rispettoso, un ricchissimo alloggio oltre che un affascinante corteggiatore e un promettente matrimonio in vista. La fortuna le sorride abbondantemente, ma ecco che il passato, e qualche scomodo personaggio, sono pronti a fare capolino nel suo quadro di felicità perfetta.


Il film, elegante e romantico, fu un'autentica super hit commerciale grazie alle belle canzoni, facilissime da memorizzare , i manierismi ammiccanti di Khanna, il trascinante humor e qualche scena graziosa davvero. Purtroppo, seguendo una tendenza contemporanea secondo la quale anche film delicati e poetici si ritrovavano di punto in bianco strani epiloghi con lunghissime udienze in tribunale (vedi anche Ek Nazaar, la cui atmosfera piacevole si interrompe di colpo quando il regista fa marcia indietro e parcheggia erroneamente il film nella sezione thriller). Mehboob ki mehndi , la cui forza è esclusivamente data dall’unione di estetica + raffinatezza, subisce un repentino blocco e si cementa sulla sue ultime sequenze, seriose, inutili, eccessivamente esplicative. Neanche Pradeep Kumar, attore veterano e abitué dei film sentimentali guidati da versi in Urdu, riesce a risollevarne le sorti e si nasconde dietro una barba posticcia.

Applausi solo a Rajesh Khanna, fresco, spontaneo e divertente, ai costumisti di Leena Chandavarkar e a Laximikant / Pyarelal, autori della colonna sonora.



Il mio giudizio sul film : ** 2 / 5

ANNO : 1971

TRADUZIONE DEL TITOLO: Il mehndi dell’ amato
I disegni al mehndi, (tatuaggi temporanei di buon auspicio eseguiti solitamente su mani e piedi delle spose), sono una caratteristica dell’arte estetica indiana. Elaborati motivi, impreziositi a volte da applicazioni luccicanti, vengono tracciati secondo la propria fantasia o ricalcando stencil già definiti in un vero e proprio rituale domestico precedente alle nozze.


REGIA : H.S. Rawail

CAST:

Leena Chandavarkar………………………… Shabana
Rajesh Khanna……………………………… Yusuf
Pradeep Kumar………………………………Anwar Qamaal
Indira Bensal………………………………… la nonna
Paro……………………………………………Gulkand
Jagdish Raj…………………………………Nisar


COLONNA SONORA : Laxmikant / Pyarelal, testi di Anand Bakshi

PLAYBACK SINGERS: Kishore Kumar, Lata Mangeshkar, Mohammad Rafi

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