01 giugno 2009

THE LEGEND OF BHAGAT SINGH


E' un film che non vi consiglio. Rajkumar Santoshi, il regista di 'The Legend of Bhagat Singh', ha diretto fra gli altri il bizzarro e complesso 'Lajja', pellicola tutta al femminile con Ajay Devgan in un ruolo minore; l'ottimo 'Halla Bol', sempre con Devgan ma nel ruolo principale a regalarci un'interpretazione molto convincente; e 'Pukar', commentato positivamente dalla nostra impagabile Caterina.

Ma 'The Legend of Bhagat Singh' mi è sembrato davvero debole, narrato e diretto in modo inaccurato. La sceneggiatura è ripetitiva, noiosa, molto retorica (Santoshi non è riuscito a replicare con successo l'azzardatissimo esperimento tentato in 'Lajja' di far confluire in un unico film tematiche di denuncia ed estetica bollywoodiana). I personaggi sembrano di cartone, e la figura del bambino è inutile e di troppo. Gli europei sono al solito caricaturali. Il ruolo di Amrita Rao inspiegabile. I dialoghi sono spesso imbarazzanti. La regia spicca qua e là con qualche potente sequenza di gruppo e per il realismo crudo col quale vengono rappresentati i massacri. Per il resto è assente e incolore. Le interpretazioni sono spente, compresa quella di Ajay che è troppo uniforme e non emoziona. Persino la colonna sonora composta da A.R. Rahman sembra insipida, malgrado il tono epico e i testi patriottici.

Colpisce un solo aspetto: Gandhi non esce bene da questa pellicola. Il regista sceglie il suo eroe, Bhagat Singh, un rivoluzionario che preferisce la lotta armata alla non-violenza, e lo presenta come un personaggio positivo, combattivo, idealista, che sacrifica tutto se stesso per il suo Paese. Implicitamente Gandhi è il rivale petulante e debole, reo di non essersi adoperato abbastanza per la salvezza di Bhagat.

TRAMA

Bhagat Singh (Ajay Devgan) è un rivoluzionario che abbraccia la lotta armata per liberare il suo Paese dall'invasore britannico. Ma i tempi non sembrano ancora maturi per l'indipendenza dell'India.

RECENSIONI

Bollywood Hungama: ****
'La storia di Shaheed Bhagat Singh non è nuova per gli Indiani. Ma la cronologia degli eventi, dall'infanzia alla morte, viene magnificamente rappresentata in TLOBS. Il regista Rajkumar Santoshi centra molti obiettivi: i fatti vengono raccontati nel modo più semplice in modo tale che anche lo spettatore medio possa comprenderli senza difficoltà; il periodo precedente all'indipendenza viene minutamente raffigurato; il combattente per la libertà è presentato come un eroe autentico; senza distorcere i fatti il film narra brillantemente la vita del rivoluzionario e la passione per il suo Paese. Santoshi ha gestito la pellicola, il casting e le performance con la massima cura. TLOBS è indubbiamente il suo prodotto migliore. La sceneggiatura di Anjum Rajabali si sviluppa morbidamente, senza salti improvvisi, e non rende il film un mero documentario. I dialoghi (Piyush Mishra, Ranjeet Kapoor, Rajkumar Santoshi) sono naturali. E le battute contro i britannici scateneranno sicuramente applausi fragorosi in India. La musica di A.R. Rahman si amalgama bene con l'atmosfera della pellicola e si adegua per qualità agli standard internazionali. La fotografia di K.V. Anand è di prima classe. Le scenografie sono curate, i costumi perfetti, le scene d'azione ben eseguite. Definire Ajay Devgan eccellente nel suo ruolo significa sottovalutarlo. La sua performance è destinata a guadagnargli l'ammirazione degli appassionati di cinema, oltre che a conquistare premi.'
Taran Adarsh, 06.06.02

Cinema Hindi: *1/2
Punto di forza: alcune sequenze di grande cinema
Punto debole: sceneggiatura noiosa, personaggi stereotipati, interpretazioni non eccelse

SCHEDA TECNICA

Cast:

* Ajay Devgan ('Lajja') - Bhagat Singh
* Sushant Singh ('Josh') - Sukhdev
* D. Santosh ('Iqbal') - Shiviram Hari Rajguru
* Raj Babbar ('LOC Kargil') - il padre di Bhagat
* Farida Jalal ('Kuch Kuch Hota Hai') - la madre di Bhagat
* Surendra Rajan ('Paheli') - Gandhi
* Amrita Rao ('Main Hoon Na') - fidanzata di Bhagat

Regia: Rajkumar Santoshi ('Lajja')

Sceneggiatura: Anjum Rajabali ('Pukar')

Colonna sonora: A.R. Rahman ('Delhi-6')

Fotografia: K.V. Anand ('Josh')
Direzione artistica: Nitin Desai ('Devdas')

Anno: 2002

Award:

* National Award: Best Hindi Film e Best Actor (Ajay Devgan)

* Filmfare Award: Critics Award for Best Movie, Critics Award for Best Actor (Ajay Devgan), Best Background Score (A.R. Rahman)

* Zee Cine Award: Best Action, Best Background Score, Best Dialogue, Best Editing

CURIOSITA'

* Bhagat Singh fu giustiziato dagli Inglesi nel 1931 all'età di 24 anni. Proveniente da una famiglia Sikh ostile al Raj britannico, Bhagat iniziò giovanissimo a dedicarsi alla causa, associandosi al movimento di non-cooperazione di Gandhi, per poi diventare un vero e proprio rivoluzionario. L'episodio raccontato nel film del travestimento di Bhagat è realmente accaduto: il ragazzo si tagliò la barba e i capelli, violando così le regole sacre del sikkismo, per sfuggire ai controlli. Lo sciopero della fame proclamato da Bhagat durante la sua reclusione per rivendicare eguali diritti per i prigionieri indiani durò 63 giorni: la fama di rivoluzionario del nostro carismatico eroe si diffuse così in tutto il Paese e non solo nel Punjab

* Una delle più popolari teorie di cospirazione contro Bhagat Singh vede protagonista proprio la figura di Gandhi, accusato di aver avuto l'opportunità di salvare il giovane ma di non averla sfruttata. Gandhi dichiarò di essere un grande ammiratore del patriottismo di Bhagat, e di essersi opposto strenuamente alla sua esecuzione, ma il suo potere non era ancora abbastanza forte da ottenere la grazia

* La sequenza più emozionante è quasi all'inizio del film: dinanzi agli occhi sbarrati del piccolo protagonista, si narra il tristemente noto massacro di Jallianwala Bagh, avvenuto il 13 Aprile 1919. 'Era domenica e circa diecimila tra uomini, donne e bambini - in gran parte contadini provenienti dai villaggi vicini - si erano radunati nel bagh ("giardino") per celebrare una festività indù. Le truppe di Dyer spararono per dieci minuti, riversando 1650 pallottole a bruciapelo sulla folla inerme e intrappolata. Furono quattrocento gli indiani morti e milleduecento i feriti: quando si ritirarono, al tramonto, il generale e i suoi uomini avevano trasformato il giardino in un cimitero nazionale. (...) Così Tagore rinunciò al cavalierato che gli era stato conferito, dopo che aveva vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1913.' ('Storia dell'India', Stanley Wolpert, Bompiani, 2000, pagg. 275-276). Il massacro avvenne a seguito di violenti disordini scoppiati in Punjab alla notizia dell'arresto di noti leader della regione. Il generale Dyer aveva proibito ogni tipo di assembramento per garantire l'ordine pubblico

* Nei titoli di testa si ringrazia il fratello di Bhagat Singh

* Diversi film Hindi hanno raccontato le gesta di Bhagat. Il più vecchio, 'Shaheed', è del 1965. Nel 2002, insieme alla pellicola di Santoshi, è stata realizzata anche '23 March 1931: Shaheed', con Bobby Deol nel ruolo di Singh, Sunny Deol in un ruolo comprimario e Aishwarya Rai in un cameo. Entrambi i film incontrarono il favore della critica ma non del pubblico

* In 'Rang De Basanti' gli studenti protagonisti della pellicola vengono coinvolti nella realizzazione di un documentario proprio sulla vita di Bhagat Singh

* Lo sceneggiatore Anjum Rajabali ha recitato in 'Ghajini' nel ruolo del Dott. Mitra

* L'attore Raj Babbar è il padre di Prateek Babbar, che ha debuttato l'anno scorso in 'Jaane Tu Ya Jaane Na' nel ruolo del fratello della protagonista femminile, esordio positivamente accolto da critica e pubblico. Raj Babbar è stato eletto per tre volte membro del Parlamento indiano

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