Incasinato ed esuberante, in poche parole, un puro delirio.
Zanjeer riesce ad essere pericolosamente esagerato senza perdere di vista la trama, appassionando con una storia accattivante e sapientemente interpretata. Nel caos ci si ritrova coinvolti e i personaggi sembrano animarsi e prendere vita direttamente da una delle variopinte locandine dipinte a mano.
TRAMA
Vijay è un poliziotto che non riesce mai semplicemente a fare il suo dovere, ogni nemico è un suo personale ostacolo ed è capace di infrangere anche la legge pur di raggiungerlo e condannarlo. Alla radice di questo comportamento c’è un pesante trauma subito nell’infanzia che la sua mente ha rimosso nel corso degli anni. Ma il ricordo si ripresenta ogni notte sottoforma di sogno ricorrente, Vijay è perseguitato dall’immagine di un cavallo bianco (topic che tra l’altro è stato ripreso in maniera ironica nel film Jaane tu… ya Jaane na) e capisce che dietro questa sua fobia è nascosto qualcosa.
Decisivo sarà l'incontro con Mala, della quale si innamorerà, e con Sher Khan, il bandito che sceglie di cambiar vita per diventare il suo migliore amico.
Per vedere i film prodotti da Mumbai negli anni ’70 è forse necessario abituarsi l’occhio alla pesante caratterizzazione dei personaggi buoni-cattivi , heroes – villain, e cercare di non fermarsi alla semplicità di superficie per andare a fondo e concentrarsi sugli attori inquadrati e sulla capacità dei registi di creare dal niente una vera e propria epica.
Affezionarsi ai film di quel decennio significa aver sospeso ogni controllo per catapultarsi in una realtà fatta di contrasti, dove tutto sembra prevedibile, per riscoprirsi poi sempre diverso.
Big B è come al solito la perfezione. Dovrò smettere di ripetermi o diventerò noiosa…
Per citare una frase del film – è un lago d’acqua dolce nato dalla forza di un vulcano -
Jaya Badhuri, ha un ruolo vivace e dinamico dalle mille sfumature. Non solo una figura femminile a fianco dell’eroe come potevano esserlo Parveen Babi o Bindu ma una protagonista perfetta capace di rubare la scena anche allo stesso Amitabh. E’ forse l’unica che riesce a contrastare l’incontrollabile presenza di suo marito sullo schermo, ritagliandosi sempre ottime performance, delle quali, data la sua storica modestia, non si è – mai - vantata.
Sicuramente catturerà l’attenzione il cattivo-bravo ragazzo interpretato da Pran, dai costumi e pettinature improbabili, a metà strada tra un disegno dei fumetti e un personaggio di una commedia teatrale medievale.
Ma il vero antagonista ha un aspetto più sofisticato. Vijay inizia a cercare il colpevole dal basso catturando Sher Khan per poi accorgersi che il male proviene dall’ alto. Il vero villain si circonda di potere ed è il re dagli strati più in vista della società; come in molti masala movies degli anni ’70, è un cattivo-cattivo-cattivo e risulta oltremodo riconoscibile.
Considerato dalla critica tra i migliori film di Bachchan, regala una delle scene più famose della coppia Jaya – Amitabh, quella che è stata soprannominata la “window scene” / scena della finestra. I due protagonisti osservano degli artisti di strada esibirsi in una canzone d’amore e non sanno se cercarsi con lo sguardo o evitarsi. Non è curioso che il momento più celebrato di un film d’azione risulti essere proprio questo??
Il mio giudizio sul film **** 4/5
Non so se lo scrive il cuore o la testa… devo ancora capirlo.
ANNO: 1973
REGIA: Prakash Mehra
TRADUZIONE DEL TITOLO: La catena
CAST:
- Amitabh Bachchan...........Vijay
- Jaya Bhaduri..................Mala
- Pran..............................Sher Khan
- Om Prakash..................De Silva
- Bindu............................Mona
COLONNA SONORA: Kaliyanji Anandji , uno degli autori dei brani musicali del primo DON
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