11 luglio 2009

N A I N A


'Naina' è il remake bollywoodiano di 'The Eye', horror firmato dai fratelli Pang e ambientato ad Hong Kong.

Naina perde la vista all’età di cinque anni a causa di un incidente stradale in cui muoiono i genitori, durante un’eclissi solare. Si ritrova a vivere con la nonna e una zia a Londra. Ormai adulta si sottopone al trapianto delle cornee. L’intervento è praticato dal dottor Samir Patel e sembra essere perfettamente riuscito. In ospedale Naina apre per la prima volta gli occhi e ritorna a vedere dopo molto tempo. Una notte vede il suo compagno di stanza uscire accompagnato da un’ombra che ha la forma di una persona e lo segue. Nel corridoio viene fermata da un’infermiera che le assicura che non c’è assolutamente nessuno e che è normale che i suoi occhi non riescano ancora a distinguere bene gli oggetti.

Uscita dall’ospedale Naina è tormentata dagli incubi e vede delle persone che nessun altro può vedere. La nonna, preoccupata, la accompagna dal dottor Samir che tenta di calmarla sostenendo che soffre di semplici allucinazioni, comuni postumi dell’intervento. Le visioni di Naina, però, diventeranno sempre più insistenti…

Anno: 2005

Regista: Sripal Morakhia

Attori:

Urmila Matondkar (Naina)
Anuj Sahwney (Dr. Samir Patel)
Khamini Khanna (nonna di Naina)
Shweta Konur (Khemi)

Recensione: ***

Morakhia fa decisamente un buon lavoro con questo suo primo film. E’ vero: è decisamente scopiazzato da 'The Eye' dei fratelli Pang. E allora? Quanti horror americani sono remake di horror asiatici, talvolta girati con la collaborazione degli stessi registi di quello autentico, con un risultato che stravolge l’originale fino a renderlo ridicolo? (L’unico che mi sentirei di salvare dalla spazzatura è 'The Ring' di Verbinski per ovvi motivi).

Il pregio principale di 'Naina' è quello di essere ambientato principalmente a Londra, ma di avere tutti attori indiani e la protagonista non è un’ammazzavampiri o una bomba sexy con scarse capacità recitative: è Urmila Matondkar! Il ruolo di Naina è difficile da interpretare, ma la Matondkar riesce con successo a trasmetterci le sue emozioni. Le inquadrature degli occhi, riprese da 'The Eye', sono ancor più coinvolgenti. Tipicamente bollywoodiano è il personaggio della nonna, la buffa aiutante della protagonista.

Inoltre, per scoprire ciò che nascondono le sue visioni, Naina dovrà recarsi nel paese in cui ha remote radici. Qui si troverà ad affrontare una realtà ben diversa da quella dei patinati bar londinesi e degli ospedali all'avanguardia.

'Naina' è una copia di cui si può essere orgogliosi, nonostante Morakhia si ostini a negare ogni connessione con 'The Eye' e a sostenere che ciò che ha messo in scena è tutta farina del suo sacco (forse perché, al contrario del remake statunitense del 2008 non sono stati pagati i diritti?). La credenza che gli occhi dei defunti possano vedere i fantasmi, però, sembra essere radicata anche in India.

Al suo debutto nelle sale nel 2005 il film è stato fortemente criticato dalle associazioni dei medici indiane perché si temeva alimentasse la diffidenza verso i trapianti di cornee.

'Vedere non è credere' di Anjali Chandra, 25 marzo 2005, Times of India (riassunto)

'Un gruppo di oftalmologi protesta al fianco delle associazioni di non-vedenti che si schierano contro il film 'Naina' uscito di recente. Affermano che il film intralcerà l’intero movimento per la donazione delle cornee. Dinoo Gandhi, Segretario Onorario dell’Associazione Nazionale Non-Vedenti dichiara che 'La donazione degli occhi è ancora agli albori in India. Pertanto, un film che mette il trapianto delle cornee in cattiva luce è destinato ad avere effetti dannosi sulla gente'.

Ma il punto è: per quanto il contenuto di un film possa essere vicino o meno alla realtà, potrà influenzare l'atteggiamento della gente nei riguardi di una causa? La dottoressa Annie Singh, direttrice della Banca degli Occhi di Lucknow pensa di si: 'Potrebbe farci ridere, ma le persone davvero si rifiutano di donare gli occhi perché hanno paura di rinascere ciechi o perché senza non potranno vedere Dio! E’ vero che gli Indiani sono molto superstiziosi, motivo per cui il programma per il trapianto delle cornee fa così fatica a prendere piede.'

Tanuja Joshi, Presidente dell’Associazione della Banca degli Occhi dell’India aggiunge il suo punto di vista: 'Date un occhio alle statistiche. Abbiamo 1.1 milioni di persone che aspettano un trapianto di cornee. Ma tutto quello che riceviamo sono 21.000 cornee e non tutte sono utilizzabili. Temiamo che il film potrebbe danneggiare gli eventuali beneficiari, molti dei quali appartengono agli strati più bassi della società e agli abitanti delle aree rurali, proprio tra coloro che sono i maggiori potenziali spettatori del film. Così, il finale in cui Urmila sembra lanciare il messaggio che avrebbe preferito rimanere cieca, avrà i suoi effetti.'

L’Associazione della Banca degli Occhi dell’India ha fatto appello alla Alta Corte di Delhi contro il film.'

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