22 gennaio 2009

L A J J A


Spegnete il cellulare e mettetevi comodi: ho moltissime cose da raccontarvi di questo film.

'Lajja' è un classico polpettone bollywoodiano. Non manca all'appello nessuna caratteristica tipica della cinematografia popolare in lingua Hindi, e ciascun ingrediente è presente in dosi tali da garantire l'indigestione. La pellicola gronda retorica a fiumi, infarcita com'è di sermoni e di stereotipi. Anche da un punto di vista strutturale e formale siamo in zona hardcore: film solo per bollywoodiani temprati.
Impossibile elencare tutti i dettagli che rendono 'Lajja' un perfetto compendio di bollywoodianità. Mi limiterò ai principali:
- la durata: tre ore e cinque minuti;
- la struttura narrativa, che non solo mescola il dramma alla commedia, ma che sviluppa tre storie fra loro indipendenti inserite in una cornice che è una storia anch'essa. Amore. Pathos. Azione. Danze. C'è di che gozzovigliare;
- i personaggi stereotipati: la Donna Virtuosa (Manisha Koirala), legata alle tradizioni; il Marito Indifferente (Jackie Shroff), ricco, viziato, che non la rispetta; il Cattivo; il Buffone; il Ladro (Anil Kapoor), simpatico e di buon cuore; la Sposa (Mahima Chaudhry), tutta fruscii, tintinnii, luccichii; l'Attrice (Madhuri Dixit), donna scostumata e senza onore; la Madre (Rekha), forte e coraggiosa; e naturalmente l'Eroe (Ajay Devgan), tenebroso e invincibile;
- le vicende, anch'esse stereotipate: la Disgrazia, l'Intrigo, il Matrimonio, il Dramma, il Sopruso, la Tragedia, la Vendetta, la Redenzione, il Lieto Fine;
- la location straniera: New York;
- lo status sociale: altissimo;
- le donne: bellissime;
- le item-song, di ottimo livello (non per niente il regista è uno dei pionieri di questa tradizione), interpretate da Urmila Matondkar, sempre generosa, nella trascinante 'Aaye Ye Aajaye Ye'; e da Sonali Bendre, sinuosa e raffinata, nella tradizionale 'Saajan Ke Ghar';
- le coreografie ricercate, i costumi scintillanti, le scenografie ricche e colorate: caratteristiche presenti anche nel brano 'Badi Mushkil', interpretato con classe da Madhuri Dixit (e da Manisha Koirala);
- la colonna sonora, che vanta addirittura due compositori: Ilaiyaraaja per il sinfonico commento musicale (eseguito dall'Orchestra della Radio di Budapest ), e Anu Malik per le canzoni;
- e naturalmente loro: i Divi, un succoso grappolo attorniato da una schiera di collaudati attori minori.

Sempre comodi?
Bene. Dimenticate tutto quanto avete letto sino ad ora.

'Lajja' è un film S-P-L-E-N-D-I-D-O.
Partiamo dall'incipit.
Dedicata a Rajam, la madre del regista, la pellicola, il cui titolo significa 'vergogna', si apre con una battagliera dichiarazione: 'I personaggi e le vicende narrate nel film sono l'eco di quanto accade intorno a noi, nel cosiddetto mondo civile. Le voci, le grida, i pianti, gli appelli sono stati amplificati affinchè i sordi possano prenderne nota. La grandezza di una civiltà si misura sulla base della condizione sociale riconosciuta alle donne.'
Rajkumar Santoshi, regista acclamato dalla critica, non dimentica nulla: nel suo polpettone infonde tutto ciò che in India porta un film al successo. E lo fa con notevole maestria. 'Lajja' è ben scritto, ben narrato, ben diretto, ben recitato. Ma sono il Genio e l'Astuzia di Santoshi a strabiliarci. Se hai un messaggio forte da trasmettere, in India come puoi raggiungere il più vasto pubblico possibile? Facile: confezionando uno scintillante, perfetto, completo, tradizionale, retorico, stereotipato, orribile compendio di bollywoodianità. Santoshi ci presenta eventi e personaggi stereotipati, ma li sgretola e li trasforma sotto i nostri occhi annebbiati da colori e danze, e ci inietta il suo messaggio. Che è tutto fuorchè bollywoodiano.
Siamo di fronte a due pellicole opposte fra loro che si sovrappongono e si amalgamano. Il regista non rinuncia al suo amore per il realismo, ma nel contempo riconosce al mezzo 'Bollywood' l'enorme valenza di fenomeno sociale. E scaltramente ne sfrutta l'impatto e la risonanza.
Di rigore la controanalisi:
a) Il film ruota intorno a straordinari personaggi femminili. Vivi. Veri. Solidali fra loro.
- La Donna Virtuosa intraprende il suo viaggio attraverso un'India livida e crudele, dove le donne, senza alcun rispetto per l'età, sono sempre e solo vittime. La fuggiasca osserva, si indigna, reagisce.
- La Sposa accetta rassegnata quella che sembra una tradizione antica ed immutabile (la dote), felice di unirsi all'uomo che ama. Ma lo Sposo si rivela senza spina dorsale. La famiglia di lui è avida e arrogante. La ragazza osserva, si indigna, reagisce.
- L'Attrice, fiera e indipendente, vive la sua vita in modo non convenzionale. Delusa dall'uomo che ama, si ribella pubblicamente e nel modo più dissacrante. E, malgrado la dura punizione, non si lascia spezzare.
- La Madre, splendido personaggio femminile, è la paladina della difesa dei diritti delle donne in un misero villaggio. Il suo sacrificio completa la trasformazione interiore della Donna Virtuosa.
b) Il cast è di prima classe.
- Madhuri e Rekha sono DA URLO. Difficile decretare la migliore fra le due. La Dixit è spontanea e vivace. E rappresenta il dramma vissuto dall'Attrice in modo superbo. Rekha è perfetta. Energica, tragica, straziante. Anche Mahima è impeccabile. Delude invece l'interpretazione di Manisha: mostra il meglio solo nelle scene madri.
- Gli attori? Jackie Shroff non convince, colpa forse di un personaggio davvero povero, anche se la sua voce di velluto farebbe sciogliere un iceberg al Polo Nord. Ajay Devgan è ben calato nel suo ruolo: il tradizionale eroe dallo sguardo letale, dai minacciosi silenzi, dalla voce tonante. Ma è Anil Kapoor, a mio parere, a cavarsela meglio: il suo personaggio è amabilissimo, e lui lo interpreta con leggerezza e simpatia.
c) Le vicende, quelle non stereotipate: le violenze domestiche, la piaga sociale della dote, la condizione femminile sempre subalterna, la segregazione, i tabù religiosi, gli infanticidi, l'analfabetismo, la divisione castale, la corruzione, gli stupri.
d) I sermoni: retorici, certo. Ma al di là della forma, il messaggio è chiaro e preciso: la condanna di una società retrograda che sfrutta le donne e nega loro anche i più elementari diritti.
Moltissimi i dettagli indimenticabili:
* Le battute taglienti: 'Gli uomini considerano le donne la porta per l'inferno: ma è proprio attraverso quella porta che vengono al mondo'.
* Le scene da standing ovation:
- il Ladro che difende la prostituta;
- la Sposa che sputa insulti sullo Sposo, sulla sua famiglia e sui loro invitati (da guardare e riguardare più volte per non perdersi neanche una sfumatura);
- il linciaggio dell'Attrice (GRANDISSIMA Madhuri);
- la Donna Virtuosa, che denuncia la tradizione della segregazione;
- la Madre che scopre la relazione fra il figlio e una ragazza di casta alta;
- l'esecuzione della Madre (GRANDISSIMA Rekha);
- la Donna Virtuosa che denuncia l'infamia dello stupro di gruppo e del brutale omicidio;
- ma, soprattutto, la sequenza entrata nella storia del Cinema Indiano: l'Attrice che sul palco reinterpreta il mito di Sita, moglie di Rama, nel 'Ramayana'. DA PELLE D'OCA. Madhuri è SUBLIME.
Quanto dura il film? Tre ore e cinque minuti?
Ottimamente impiegati.

TRAMA

Vaidehi (Manisha Koirala) è l'infelice moglie del ricchissimo Raghu (Jackie Shroff). All'ennesimo alterco, lui la ripudia rispedendola in India. Da qui l'inizio di una serie di eventi che la condurranno in lungo e in largo per il Paese. Incontrerà donne coraggiose ed umiliate. Uomini corrotti e violenti. E ritroverà il coraggio e il rispetto di sè.

RECENSIONI

The Hindu:
'Lajja' non è un film facile. Solleva diverse questioni sulla condizione femminile, ma lo fa attraverso clichè e stereotipi. 'Lajja' è grandioso, sontuoso, opulento. Le scenografie sono incantevoli. Sfortunatamente questa colorata pellicola è una delusione in bianco e nero, in particolare nel secondo tempo. Malgrado le sensibili interpretazioni di Madhuri e di Manisha, il film è eccessivo e semplicistico. Non c'è spazio per il grigio: gli uomini sono il Nero, le donne il Bianco.'
Ziya Us Salam, 07.09.01

Cinema Hindi: *****
Punto di forza: la struttura inusuale, i dialoghi e soprattutto il Puro Genio del regista
Punto debole: la recitazione spesso incolore di Manisha Koirala; l'indigestione bollywoodiana

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Manisha Koirala ('Dil Se') - Vaidehi
* Madhuri Dixit ('Devdas') - Janki
* Rekha - Ramdulaari
* Mahima Chaudhry ('Pardes') - Maithili
* Anil Kapoor ('Tashan') - Raju
* Ajay Devgan ('Halla Bol') - Bulwa
* Jackie Shroff ('Rangeela') - Raghu
* Urmila Matondkar ('Rangeela') - ballerina per il brano 'Aaye Ye Aajaye Ye'
* Sonali Bendre ('Kal Ho Naa Ho') - ballerina per il brano 'Saajan Ke Ghar'
* Farida Jalal ('Kuch Kuch Hota Hai') - madre di Maithili
* Johnny Lever ('Kuch Kuch Hota Hai') - uno dei Buffoni
* Sharman Joshi ('Hello') - figlio di Ramdulaari

Soggetto, regia e produzione: Rajkumar Santoshi ('Halla Bol'), che ha anche collaborato alla stesura della sceneggiatura e dei dialoghi

Colonna sonora: composta da Ilaiyaraaja ('Cheeni Kum') e da Anu Malik ('Main Hoon Na', 'Asoka'). Intrigante il brano di quest'ultimo, 'Aaye Ye Aajaye Ye'

Coreografie: Ganesh Acharya ('Rang De Basanti')

Anno: 2001

Award: Zee Cine Best Supporting Actress Popular Award per Madhuri Dixit

Distribuzione: Eros International Ltd.

CURIOSITA'
* I quattro personaggi femminili portano tutti uno dei nomi di Sita, la moglie di Rama, avatar del dio Visnu. Nel 'Ramayana' si narra del rapimento di Sita messo in atto dal demone Ravana. Rama riesce a raggiungerli e libera la consorte, ma è costretto a ripudiarla a causa della sua permanenza con un demone. Sita allora si sottopone all'ordalia del fuoco per dimostrare la propria purezza. Non perdetevi nemmeno una parola del monologo di Janki in 'Lajja': la sua personalizzata (e sacrilega) versione del punto di vista di Sita è memorabile. In India ha acceso gli animi e provocato proteste: a Bhopal un gruppo di simpatizzanti del partito tradizionalista Hindu BJP ha bruciato in pubblico immagini del regista Rajkumar Santoshi e dell'attrice Madhuri Dixit.
* Il prossimo film di Raj Kumar Santoshi, 'Ajab Prem Ki Ghazab Kahani', conterrà alcune sequenze girate in Italia. Grande occasione per incontrare il regista
* Citazioni bollywoodiane: 'Josh'

GOSSIP&VELENI

* Manisha Koirala, nepalese, proviene da una famiglia di figure politiche di altissimo livello: il padre, B.P. Koirala, è stato Primo Ministro del Nepal, così come due fratelli del nonno paterno
* Madhuri Dixit pare abbia avuto una relazione con Sanjay Dutt ('Munna Bhai')
* Rekha pare abbia avuto una turbolenta relazione con nientedimenoche Amitabh DIO Bachchan
* Anil Kapoor è il padre di Sonam Kapoor, l'attrice che ha esordito in 'Saawariya' di Sanjay Leela Bhansali. Il fratello maggiore di Anil, il produttore Boney Kapoor, è sposato con l'affascinante diva Sridevi. In Italia possiamo ammirare Anil su grande schermo in 'Slumdog Millionaire'
* Ajay Devgan è il marito della talentuosissima Kajol
* Urmila Matondkar è stata a lungo legata al regista Ram Gopal Varma

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