Nei film di propaganda vige un regime di sospensione dell'imparzialità. Lo scopo non è intrattenere o suscitare riflessioni, bensì esaltare e indottrinare. Sono lungometraggi pubblicitari che promuovono un partito politico. La glorificazione, l'apologia e l'auto-indulgenza diventano caratteristiche irrinunciabili. Quindi immagino vadano recensiti seguendo criteri differenti e senza soffermarsi troppo sul contenuto.
Thackeray, da un punto di vista tecnico, è un prodotto curato. Fotografia, regia e scenografie sono apprezzabili. La sceneggiatura però è più piatta di un parquet. Si limita ad un tedioso elenco delle gesta eroiche compiute da Thackeray, personaggio monodimensionale con un'aureola di santità perennemente appollaiata sulle orecchie. Il vero Thackeray era una figura controversa, a suo modo interessante: peccato che la pellicola non ne delinei anche le ombre o le giustifichi (con tripli salti mortali in rovesciata) trasformandole in pregi. Ma è un film di propaganda pura, quindi cosa pretendo?
Nawazuddin Siddiqui è irriconoscibile, e non solo a causa del trucco prostetico. E' del tutto inespressivo, quasi anestetizzato, con lo sguardo spento. Mi chiedo quali motivazioni abbiano indotto 1. la produzione a scritturare un attore musulmano, e 2. Nawazuddin ad accettare il ruolo, dal momento che Thackeray è stato un fervente integralista hindu, pare coinvolto, fra le altre cose, nella demolizione della Babri Masjid.
Se siete sostenitori dello Shiv Sena, Thackeray è per voi. Se la propaganda politica è il vostro oggetto di studio, Thackeray potrebbe interessarvi. Se, come me, siete fan di Nawazuddin Siddiqui, vi tocca sorbirvelo in rassegnato silenzio. Per tutti gli altri: spegnete il pc e andate in pizzeria.
TRAMA
Balasaheb Thackeray si ritiene discriminato in quanto appartenente alla comunità di lingua marathi. Fonda un giornale, un movimento di assistenza sociale, un partito politico. Intreccia alleanze prima con il Congresso e poi con il BJP. Discrimina a sua volta. Sobilla tumulti. Costringe le sale cinematografiche a proiettare film marathi. Si considera il padrone di Mumbai quando non dell'intero Maharashtra. Farnetica sulla grandezza di Hitler. I suoi sostenitori lo venerano come un semidio. Una cura per il delirio di onnipotenza, grazie.
ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE
* Si accenna al tragico evento della demolizione della Babri Masjid con imperdonabile leggerezza, per non dire spudorata sfacciataggine. Strano che la censura indiana non sia intervenuta.
RECENSIONI
Hindustan Times: *
'Some films make it clear where they stand. (...) I walked in primed for a film back-pedalling extremism in order to justify the late Balasaheb Thackeray’s actions. I expected scenes depicting the politician as a warm and misunderstood figure, and a film that essentially turns him into a hero. This is not that film. Thackeray shockingly relishes the most controversial aspects of the polarising leader’s legend. This film plays out like the origin story of a super-villain. We are shown a character who is a proud bigot, a man who indulges in hate-speech, likens himself to Adolf Hitler, and gives orders for erasure of mosques and for the killing of communists. This is not a whitewash, it’s a confession. (...) Siddiqui revels in the character’s growing villainy, playing him with the irredeemable smugness of a bad guy from a 90s film. Sure, he wears the thick black glasses and sometimes gets the mannerisms right, but despite the big (and obviously fake) nose, he lacks the towering persona of the politician and never even attempts to speak with Thackeray’s distinctive tones. He sounds like the Nawaz we have come to know, (...) someone increasingly drunk on power and eager to kill to get more of it. (...) As a film, the acting is decent, the lookalikes are mostly good (the man playing Thackeray’s father, Keshav, is perfectly cast) and it looks crisp and well produced, with the majority of the film cleverly shot in black and white to depict another time. Despite the slick production and efficient making, the film feels exhaustingly long, primarily because it refuses to believe its protagonist has any flaws. Still, Thackeray is competently and solidly put together, which is why - unlike the easily dismissed The Accidental Prime Minister - people may take this film and its rhetoric to heart. That is the most alarming concern. (...) This film is either oblivious or blatantly self-aware, a work not of propaganda as much as it is a work of pride, the celebration of a legacy of violence. (...) In the final reckoning, Thackeray should be considered a cautionary tale about the ugliness of hate speech. Saying revolting things does not make a revolutionary'.
Raja Sen, 25.01.19
Cinema Hindi: * 1/2
Punto di forza: la fotografia in bianco e nero nel primo tempo.
Punto debole: mettiamola così: se la sceneggiatura avesse esagerato meno nel super-eroizzare il protagonista, e se avesse omesso gli eventi più violenti invece di giustificarli, il mio giudizio sarebbe stato ***. Ma rimane un film poco avvincente.
SCHEDA DEL FILM
Cast:
* Nawazuddin Siddiqui - Balasaheb Thackeray
* Amrita Rao - la moglie di Thackeray
Regia e sceneggiatura: Abhijit Panse
Anno: 2019
CURIOSITA'
* Balasaheb Thackeray, figlio di un esponente di punta di un movimento indipendentista marathi, è il fondatore dello Shiv Sena (= l'esercito di Shivaji, un re guerriero marathi del diciassettesimo secolo), un partito nazionalista marathi-hindu attivo soprattutto nello Stato del Maharashtra (capitale Mumbai), dove si parla appunto marathi. Ha incredibilmente un passato da vignettista satirico. Thackeray cavalca lo scontento della popolazione di lingua marathi, ai danni degli immigrati provenienti dal sud dell'India e dei musulmani. Lo Shiv Sena è coinvolto in diversi episodi di violenza, e Thackeray stesso viene arrestato più volte ma per brevi periodi. Fra le altre cose, gli attivisti dello Shiv Sena contestano in modo aggressivo i film giudicati non graditi da Thackeray (vedi Bombay di Mani Ratnam), con minacce rivolte ai proprietari delle sale. Nel 1995 Bombay viene ridenominata Mumbai per volere dello Shiv Sena, all'epoca alla guida politica del Maharashtra. Thackeray muore nel 2012. Alla notizia del decesso, Mumbai si blocca istantaneamente. Chiudono tutte le attività commerciali, soprattutto per il terrore di rappresaglie vandaliche da parte dello Shiv Sena. Vengono accordati i funerali di Stato - concessione che genera molte controversie -, e al rito funebre partecipa una folla oceanica. La polizia arriva addirittura ad arrestare una ragazza di 21 anni per un commento denigratorio nei confronti di Thackeray postato sul proprio profilo Facebook, e un amico della ragazza responsabile di un like! Alla guida dello Shiv Sena succede Uddhav Thackeray, figlio di Balasaheb. (Fonte: Wikipedia).
* Il regista Abhijit Panse è il leader del partito Maharashtra Navnirman Sena, fondato da Raj Thackeray, nipote di Balasaheb e cugino di Uddhav.
* Thackeray è stato girato simultaneamente in lingua marathi e in lingua hindi.
* La trilogia di Sarkar, diretta da Ram Gopal Varma, si ispira al personaggio di Thackeray. Maximum City, di Suketu Mehta, contiene un'intervista concessa da Thackeray all'autore. L'ultimo sospiro del Moro, di Salman Rushdie, ironizza sulla figura di Thackeray.
GOSSIP & VELENI
* Il regista Sudhir Mishra è nel cast?? A parte la sorpresa, com'è che non me lo ricordo?
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