20 giugno 2009

PATTHAR KE SANAM



Niente di più semplice: due ragazze simpatiche e civettuole (Mumtaz, Waheeda Rehman) e uno straniero impacciato (Manoj Kumar) che si lascia incantare dai loro tranelli. E così via.
La commedia degli equivoci diventa un brioso teatrino domestico che gioca sull’esasperazione di alcuni clichet e, strada facendo, riesce a regalare più di un sorriso.

Sullo sfondo: una casa ricca e ben arredata circondata da paesaggi da cartolina, palcoscenico di un viavai confuso di eventi e personaggi.


TRAMA
Meena è moderna e se la tira da paura, Taruna è disciplinata e indossa abiti regali rigorosamente indiani. Come passatempo si divertono a prendere in giro il nuovo impiegato facendogli credere di essere entrambe ai suoi piedi, e questo va avanti per tutta la prima parte.
Nella seconda compare un fantomatico gangster (Pran) e il film rispolvera colpi di scena antiquati, identità nascoste e drammi solo presunti.


L’assalto ai luoghi comuni è volutamente massiccio, fino a diventare ironico. La pazza picturization della canzone “Rama dushman hai zamana” sembra inclusa da un regista sotto effetto di allucinogeni… ma ecco che la raffinatezza con cui è stato rappresentato il romanticissimo brano “Mehboob Mere” crea momentaneamente un’oasi di pace in mezzo al più completo casino.

Waheeda Rehman meriterebbe un discorso a parte.
L’attrice dimentica a casa il suo razionale equilibrio per lanciarsi in un saggio e simpatico overacting. Centodieci e lode con bacio accademico per la sua versatilità. (Non dimentichiamoci che stiamo parlando della stella di Pyaasa catapultata questa volta in un film che è una pazzia collettiva). ¡Así se hace! Anche questo significa essere una vera diva.

Mumtaz, con le sue forme abbondanti strizzate in attillati completini (che sembrano esplodere da un momento all’altro), è più immagine che sostanza, ma , da secondaria che potrebbe sembrare , la sua presenza diviene fondamentale mano a mano che il film va avanti. Lei è carica di esuberanza, ha un viso adorabile e il suo aspetto vistoso si intona con tutto il resto.
Se potessi cambierei pure l’epilogo per darle ancora più spazio nel film.

Manoj Kumar resiste agli attacchi delle primedonne in un film quasi completamente al femminile. Trascinato da due frizzantissime colleghe non prova nemmeno a fare l’eroe e si concentra nella creazione di una nicchia tutta per sé.


Il mio giudizio sul film: *** 3/5
Spigliato quanto serve e campato in aria quanto basta.

Di livello superiore rispetto ad altre uscite a lui contemporanee, Patthar ke Sanam, intrattiene, diverte, pur non essendo niente di trascendentale.
Da guardare per ritrovare buoni attori in un film degli anni '60 dallo schema classico ma con una buona dose di gusto e ironia. ( e con qualche salto di follia.. che non guasta)


ANNO: 1967

REGIA : Raja Nawathe

TRADUZIONE DEL TITOLO: Amore di pietra


CAST:

- Waheeda Rehman..............Taruna
- Mumtaz...............................Meena
- Manoj Kumar......................Rajesh
- Mehmood.............................Haria
- Lalita Pawar........................Shanti
- Pran..............................Lala Baghat Ram
- Aruna Irani..........................Gauri
- Raj Mehra.............................Shyamlal


COLONNA SONORA : Laxmikant - Pyarelal

PLAYBACK SINGERS: Lata Mangeshkar, Mukesh, Majrooh Sultanpuri, Mohammad Rafi



UNA CURIOSITA’ :

Manoj Kumar , attore e regista, impegnato soprattutto in film a sfondo patriottico e sociale, ultimamente sembra non essere in vena di scherzi.
Lo scorso anno ha infatti trascinato in tribunale gli autori di Om Shanti Om per aver inserito nel film una sua parodia ritenuta offensiva.
C'è una scena in cui Shahrukh Khan entra alla prima di Dreamy Girl spacciandosi per lui,e, nel coprirsi il volto con la mano ripete in maniera ironica un gesto molto popolare dell’attore nel film Clerk (1989). Evidentemente Manoj non ha gradito la citazione… ed ha pure vinto la causa ottenendo un notevole risarcimento.
Coda di paglia o senso per gli affari??

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