Il nome di Amole Gupte è indissolubilmente legato al film Taare Zameen Par. Insieme alla moglie, Deepa Bhatia, che infatti compare nei crediti nella sezione concept, research e editing, Gupte aveva ideato e scritto TZP. Inizialmente doveva esserne anche il regista, trovò lui Darsheel Safary, il magnifico volto di Ishaan, il bambino protagonista di Taare Zameen Par, ma a causa di quelle che furono dichiarate divergenze artistiche, lasciò il progetto e la regia passo ad Aamir Khan, produttore e star della pellicola. Ad Amole Gupte rimasero il riconoscimento di direttore creativo e, evidentemente, la voglia di realizzare una storia tutta sua.
TRAMA
Stanley (Partho Gupte) è un ragazzino sveglio e vivace, pieno di amici. Arriva a scuola molto presto e non ha mai il pranzo con sè, ma lui e i compagni dividono con naturalezza giochi e pasti. Nessun problema se non fosse per uno stravagante quanto noncurante insegnante di Hindi, Babubhai Verma (Amole Gupte), ossessionato dal cibo.
RECENSIONI
The Times of India ***1/2
Amole Gupte con i bambini è magico, forse perchè è più uno psicologo che un regista. Dopo aver firmato la sceneggiatura di Taare Zameen Par, ora scrive e dirige Stanley Ka Dabba, un altro film che scalda il cuore descrivendo ragazzini che sono solo ragazzini, con i loro problemi e i loro abbandoni, e descrivendo adulti che sono proprio adulti, con le loro idiosincrasie, manie e la loro segreta angoscia. La bellezza di SKD è nella sua pura semplicità e nella sua autenticità. L'altro punto di forza è costituito dalle performance sincere, anche se alla fine sono i bambini a guadagnarsi tutte le lodi, in particolar modo il piccolo Partho, il cui Stanley accompagna lo spettatore a lungo dopo i titoli di coda.
Nikhat Kazmi, 12.05.11
Recensione integrale.
Hindustan Times ***
I bambini sono naturalmente spontanei, e dunque nel film non sembra che recitino una parte. Una camera manuale li segue nel corso di un intero anno scolastico. Lo spettatore intuisce dove la storia va a parare, la narrazione risulta un po' piatta, ma non importa. Stanley Ka Dabba nasce da numerosi workshop effettuati durante i fine settimana in una vera scuola di Mumbai. E si vede. Il realismo che traspare dalla pellicola cattura il pubblico in modo caldo e dolce. Gli spettatori portano a casa qualcosa che hanno sperimentato.
Mayank Shekhar, 13.05.11
Recensione integrale.
Diana **1/2
E' stato impossibile per me guardare Stanley Ka Dabba senza pensare a TZP. Le due pellicole hanno tanto in comune, disegni animati dal tratto infantile nei titoli di testa, il protagonista che in entrambe è un bambino, l'ambiente scolastico popolato per lo più da più insegnanti ciechi ed insensibili tra i quali se ne distingue almeno uno illuminato, i giri solitari di Stanley per la città, il modellino di un faro (anzichè di una barca), il talento di scrivere (invece che di disegnare) e dei piccoli che danzano ad una recita scolastica, eppure questi due film sono davvero diversi. TZP è di molto superiore e il paragone mortifica quest'ultimo progetto di Gupte che già di per sè non è impeccabile. Nonostante le buone intenzioni, infatti, la storia non convince. Stanley è un bambino speciale, viene notato mentre danza in un parco ed invitato a partecipare ad uno spettacolo, scrive temi divertenti, inventa storie fantasiose, è un leader tra i compagni e pensa esperimenti di scienze che nessuno immaginava: perchè non raccontare invece la storia di un ragazzino magari non al di sotto ma almeno nella media?
Si apprezza la vitalità di Stanley, la sua inscalfibile positività nonostante la sua situazione, invece il comportamento del suo "antagonista", Babubhai Verma, detto Khadoos, non trova spiegazioni neanche alla fine.
Seppure sia innegabile, quindi, che il film possegga alcuni pregi, bellissima e straziante la scena in cui Stanley beve fino a riempirsi lo stomaco d'acqua per controllare i morsi della fame, presto ci si rende conto che gira tutto intorno ad un portavivande. Riduttivo, soprattutto se si tiene conto dei temi che Stanley Ka Dabba si propone di affrontare: il lavoro minorile e la vulnerabilità dei più piccoli.
Buone le interpretazioni: molto carina Divya Dutta, nei panni dell'insegnante d'inglese.
Il bello:
- L'amicizia tra i bambini. Quando "loro" sono gli adulti e "noi" quelli che giocano instancabili nel cortile assolato della scuola.
- Il film è stato girato senza interferire con la quotidianità dei piccoli protagonisti, nè con la loro routine scolastica, di sabato o nei giorni di vacanza e per non più di cinque ore di seguito.
Sui titoli di coda è, inoltre, indicata la possibilità di supportare l'impegno contro il lavoro minorile, tema a cui è dedicata una sezione del sito ufficiale del film, The Tree of Hope.
Il brutto:
- L'insegnante scroccone è una figura che lascia piuttosto perplessi. Essendo un personaggio centrale, anzi la causa scatenante alla base di tutta la vicenda, una certa perplessità si riflette su tutto il film.
- Nell'ultimissima scena Stanley mente a proposito della persona che gli ha preparato il pranzo. Una scelta per il finale che non ho condiviso.
LA SCHEDA DEL FILM
Cast:
Rosy Miss, l'insegnante d'Inglese - Divya Dutta
Mrs. Iyer, l'insegnante di Scienze - Divya Jagdale
Rajendranath Zutshi, l'insegnante di Storia - Raj Zutshi
Parshu - Aditya Lakhia
Il Preside - Rahul Singh
L'insegnante di Matematica - Shiv Subramaniyam
L'insegnante d'Arte - Kadambari Shantshree
Babubhai Verma, l'insegnante di Hindi - Amole Gupte
Stanley - Partho Gupte
Scritto, diretto e prodotto da Amol Gupte
Musiche di Hitesh Sonik, testi di Amol Gupte
Distribuito da Fox Star Studios e Amole Gupte Cinema Pvt. Ltd.
Anno 2011
CURIOSITA'
TRAMA
Stanley (Partho Gupte) è un ragazzino sveglio e vivace, pieno di amici. Arriva a scuola molto presto e non ha mai il pranzo con sè, ma lui e i compagni dividono con naturalezza giochi e pasti. Nessun problema se non fosse per uno stravagante quanto noncurante insegnante di Hindi, Babubhai Verma (Amole Gupte), ossessionato dal cibo.
RECENSIONI
The Times of India ***1/2
Amole Gupte con i bambini è magico, forse perchè è più uno psicologo che un regista. Dopo aver firmato la sceneggiatura di Taare Zameen Par, ora scrive e dirige Stanley Ka Dabba, un altro film che scalda il cuore descrivendo ragazzini che sono solo ragazzini, con i loro problemi e i loro abbandoni, e descrivendo adulti che sono proprio adulti, con le loro idiosincrasie, manie e la loro segreta angoscia. La bellezza di SKD è nella sua pura semplicità e nella sua autenticità. L'altro punto di forza è costituito dalle performance sincere, anche se alla fine sono i bambini a guadagnarsi tutte le lodi, in particolar modo il piccolo Partho, il cui Stanley accompagna lo spettatore a lungo dopo i titoli di coda.
Nikhat Kazmi, 12.05.11
Recensione integrale.
Hindustan Times ***
I bambini sono naturalmente spontanei, e dunque nel film non sembra che recitino una parte. Una camera manuale li segue nel corso di un intero anno scolastico. Lo spettatore intuisce dove la storia va a parare, la narrazione risulta un po' piatta, ma non importa. Stanley Ka Dabba nasce da numerosi workshop effettuati durante i fine settimana in una vera scuola di Mumbai. E si vede. Il realismo che traspare dalla pellicola cattura il pubblico in modo caldo e dolce. Gli spettatori portano a casa qualcosa che hanno sperimentato.
Mayank Shekhar, 13.05.11
Recensione integrale.
Diana **1/2
E' stato impossibile per me guardare Stanley Ka Dabba senza pensare a TZP. Le due pellicole hanno tanto in comune, disegni animati dal tratto infantile nei titoli di testa, il protagonista che in entrambe è un bambino, l'ambiente scolastico popolato per lo più da più insegnanti ciechi ed insensibili tra i quali se ne distingue almeno uno illuminato, i giri solitari di Stanley per la città, il modellino di un faro (anzichè di una barca), il talento di scrivere (invece che di disegnare) e dei piccoli che danzano ad una recita scolastica, eppure questi due film sono davvero diversi. TZP è di molto superiore e il paragone mortifica quest'ultimo progetto di Gupte che già di per sè non è impeccabile. Nonostante le buone intenzioni, infatti, la storia non convince. Stanley è un bambino speciale, viene notato mentre danza in un parco ed invitato a partecipare ad uno spettacolo, scrive temi divertenti, inventa storie fantasiose, è un leader tra i compagni e pensa esperimenti di scienze che nessuno immaginava: perchè non raccontare invece la storia di un ragazzino magari non al di sotto ma almeno nella media?
Si apprezza la vitalità di Stanley, la sua inscalfibile positività nonostante la sua situazione, invece il comportamento del suo "antagonista", Babubhai Verma, detto Khadoos, non trova spiegazioni neanche alla fine.
Seppure sia innegabile, quindi, che il film possegga alcuni pregi, bellissima e straziante la scena in cui Stanley beve fino a riempirsi lo stomaco d'acqua per controllare i morsi della fame, presto ci si rende conto che gira tutto intorno ad un portavivande. Riduttivo, soprattutto se si tiene conto dei temi che Stanley Ka Dabba si propone di affrontare: il lavoro minorile e la vulnerabilità dei più piccoli.
Buone le interpretazioni: molto carina Divya Dutta, nei panni dell'insegnante d'inglese.
Il bello:
- L'amicizia tra i bambini. Quando "loro" sono gli adulti e "noi" quelli che giocano instancabili nel cortile assolato della scuola.
- Il film è stato girato senza interferire con la quotidianità dei piccoli protagonisti, nè con la loro routine scolastica, di sabato o nei giorni di vacanza e per non più di cinque ore di seguito.
Sui titoli di coda è, inoltre, indicata la possibilità di supportare l'impegno contro il lavoro minorile, tema a cui è dedicata una sezione del sito ufficiale del film, The Tree of Hope.
Il brutto:
- L'insegnante scroccone è una figura che lascia piuttosto perplessi. Essendo un personaggio centrale, anzi la causa scatenante alla base di tutta la vicenda, una certa perplessità si riflette su tutto il film.
- Nell'ultimissima scena Stanley mente a proposito della persona che gli ha preparato il pranzo. Una scelta per il finale che non ho condiviso.
LA SCHEDA DEL FILM
Cast:
Rosy Miss, l'insegnante d'Inglese - Divya Dutta
Mrs. Iyer, l'insegnante di Scienze - Divya Jagdale
Rajendranath Zutshi, l'insegnante di Storia - Raj Zutshi
Parshu - Aditya Lakhia
Il Preside - Rahul Singh
L'insegnante di Matematica - Shiv Subramaniyam
L'insegnante d'Arte - Kadambari Shantshree
Babubhai Verma, l'insegnante di Hindi - Amole Gupte
Stanley - Partho Gupte
Scritto, diretto e prodotto da Amol Gupte
Musiche di Hitesh Sonik, testi di Amol Gupte
Distribuito da Fox Star Studios e Amole Gupte Cinema Pvt. Ltd.
Anno 2011
CURIOSITA'
- Durante la promozione, Amole Gupte ha indetto un concorso on line per i ragazzini tra i 9 e i 15 anni che avrebbero assistito al film. Tutti sono stati invitati a comporre un tema, a scrivere le proprie riflessioni su Stanley Ka Dabba. Il progetto ha preso il nome di The Great Wall Of Stanley.
- Stanley è interpretato da Partho Gupte, il delizioso figlio di Amole Gupte, alla sua prima esperienza.
- In una bella intervista, Amole spiega come Stanley Ka Dabba, sia ispirato anche al proprio vissuto. Il film è stato girato all'interno della scuola Holy Family ad Andheri, Mumbai, quella frequentata da bambino dallo stesso Gupte.
L'intervista completa.
L'intervista completa.
- Stanley Ka Dabba è stato proiettato al Giffoni Film Festival del 2011, conquistando l'ActionAid Award. Per saperne di più clicca qui.
Il sito ufficiale del film.
Il sito ufficiale del film.
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