08 agosto 2011

LAFANGEY PARINDEY



La collaborazione con Yash Raj Films sembra non portare fortuna al regista Pradeep Sarkar. Dopo Parineeta, lo scintillante debutto prodotto da Vidhu Vinod Chopra, Sarkar ha diretto per la Yash Raj due film piuttosto deboli: Laaga Chunari Mein Daag (trasmesso da Rai Uno doppiato in italiano col titolo La verità negli occhi, ad oggi al terzo posto per numero di spettatori fra le pellicole hindi proposte dal canale televisivo) e Lafangey Parindey. Nel 2010 un nutrito numero di film prevedeva personaggi afflitti da problemi di salute. Alcuni sono stati realizzati in modo soddisfacente (My name is Khan), anche quando non hanno incontrato il favore del pubblico (Karthik calling Karthik, interpretato da Deepika Padukone). Altri meno (Lafangey Parindey, Aashayein, We are family, Guzaarish). L'argomento è per sua natura delicato e sensibile, ma sembra che a Bollywood gli sceneggiatori tendano ad affrontarlo con superficialità, in alcuni casi addirittura offensiva, trattandolo come mero espediente al servizio di una maggiore drammatizzazione della storia. Persino due registi molto dotati come Nagesh Kukunoor e Sanjay Leela Bhansali - che in passato ci avevano regalato gli emozionanti Iqbal, Khamoshi e Black - l'anno scorso con Aashayein e Guzaarish hanno decisamente commesso un passo falso.

Lafangey Parindey non è spiacevole da guardare, e gli attori non deludono. L'inizio è promettente. La colonna sonora discreta. Kay Kay Menon è sempre grande. Nei numeri di pattinaggio le controfigure sono i campioni italiani Sara e Patrick Venerucci, che si producono in coreografie create da Sandro Guerra. Ma col procedere della narrazione la pellicola diventa implausibile e ripetitiva. Inoltre il personaggio di Pinky, anche se non del tutto scontato, è comunque scarsamente approfondito da un punto di vista psicologico. Pradeep Sarkar conferma la sua preferenza per le figure femminili, procedendo quindi contro corrente rispetto alla quasi totalità dei registi hindi, ma, con l'esclusione di Parineeta (la cui sceneggiatura è tratta da un'opera letteraria), l'esito non è mai incisivo. Le sue eroine si pongono fuori dal coro in modo inautentico e talora fastidioso. Anche da un punto di vista tecnico LP è lontano anni luce dallo splendore visuale e dalla perfezione di Parineeta, così come lo è Laaga Chunari Mein Daag (con l'esclusione delle sequenze iniziali girate a Varanasi). La regia risulta nel complesso poco accattivante, e non mitiga gli errori contenuti nella sceneggiatura.

TRAMA

Nandu (Neil Nitin Mukesh) è un pugile non professionista che combatte ad occhi bendati in incontri clandestini gestiti da Usmaan Bhai (Piyush Mishra), il boss mafioso del quartiere popolare in cui vive. Pinky (Deepika Padukone) lavora come commessa in un grande magazzino, ma sogna di diventare una pattinatrice professionista. Nandu, in fuga durante un inseguimento, investe con l'auto Pinky. La ragazza perde la vista ma non la sua determinazione.

RECENSIONI

The Times of India: ***
In Lafangey Parindey viene rappresentato una volta di più il mondo familiare dei bhai e dei pugili. La familiarità nella sceneggiatura e nei personaggi rema contro la terza storia d'amore di Pradeep Sarkar (dopo Parineeta e Laaga Chunari Mein Daag). In LP prevale un senso di déjà-vu. Ma le performance sollevano il film dalla sua mediocre, prevedibile sceneggiatura. Neil Nitin Mukesh recita con misurato slancio senza risultare isterico. Deepika Padukone emoziona. Piyush Mishra è abile a condire con zelo maniacale i suoi ruoli. Sfortunatamente il suo personaggio rimane in qualche modo non sviluppato. La colonna sonora di R. Anandh e le coreografie nei numeri di pattinaggio di Bosco-Ceasar (*) contribuiscono a rendere LP piacevole da guardare. Ma ci voleva un pizzico di verve in più.
(*) Informazione errata. Il coreografo in quelle sequenze è Sandro Guerra. (Nota di Cinema Hindi).
Nikhat Kazmi, 20.08.10

Hindustan Times: *1/2
Il tapori esiste più al cinema che nella città che i film vorrebbero rappresentare. Paticamente nessuno a Mumbai si esprime con questo slang da strada creato dagli sceneggiatori (e che ancora funziona a livello umoristico). Neil Nitin Mukesh è sincero. Deepika Padukone è coraggiosa. Lafangey Parindey vorrebbe essere una pellicola sulla danza, ma offre pochi numeri danzati, e la colonna sonora sembra presa in prestito da Rock on!! e da Wake up Sid!. LP vorrebbe anche essere una gangster-story, e una storia di boxe. Non vale la pena indagare oltre. La sovraccarica confusione non finisce qui. Il regista, con Laaga Chunari Mein Daag, tentò di catturare l'attenzione delle casalinghe. Ora mira ad un pubblico giovane.
Mayank Shekhar, 20.08.10

Cinema Hindi: **
Punto di forza: Kay Kay Menon, anche se il suo è solo un cameo.
Punto debole: la sceneggiatura e la regia.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Deepika Padukone - Pinky
* Neil Nitin Mukesh - One-shot Nandu
* Kay Kay Menon - Anna (special appearance)
* Piyush Mishra - Usmaan Bhai
* Juhi Chawla - special appearance
* Jaaved Jaaferi - special appearance

Regia: Pradeep Sarkar
Soggetto, sceneggiatura e dialoghi: Gopi Puthran
Colonna sonora: R. Anandh. Ronit Sarkar, il figlio allora diciottenne di Pradeep Sarkar, ha interpretato la title track. All'età di 16 anni il ragazzo entrò nella band Icecream Truck della quale fa parte tuttora.
Coreografia: Bosco-Caesar (3 idiots), Sandro Guerra (per le sequenze con i pattini)
Fotografia: N. Nataraja Subramanian (Parineeta)
Montaggio: Sanjib Datta (Dor)
Traduzione del titolo: perditempo, anche se in diverse occasioni il cast ha spiegato che il titolo qualifica i due protagonisti del film come personaggi che intendono vivere in base alle proprie regole.
Anno: 2010
Awards:
* Golden Kela Awards: il peggior titolo del 2010.
Sito ufficiale, nel quale si possono consultare i testi hindi delle canzoni
Canale ufficiale in YouTube

RASSEGNA STAMPA/VIDEO

* Hindustan Times, 07.09.10: lunga intervista concessa da Neil Nitin Mukesh nella quale scopriamo che il suo nome di battesimo fu scelto da Lata Mangeshkar in onore di Neil Armstrong, e che l'attore ama Nuovo Cinema Paradiso.
* Video: Making of Lafangey Parindey, prima e seconda parte
* Video: intervista a Pradeep Sarkar
* Video: intervista a Neil Nitin Mukesh
* Video: intervista a Deepika Padukone
* Video: live video chat con Neil Nitin Mukesh e Deepika Padukone
* Video: presentazione della colonna sonora, con Pradeep Sarkar, Neil Nitin Mukesh e Deepika Padukone. Prima e seconda parte.
* Bollywood Hungama: lista dei link a tutti gli articoli e video dedicati a Lafangey Parindey

CURIOSITA'

* Lafangey Parindey si ispira a Castelli di ghiaccio e a Kinara (1977) di Gulzar.
* Sia Deepika che Neil, prima dell'inizio delle riprese di LP, hanno frequentato per alcuni mesi un corso di pattinaggio e (il solo Neil) di guida estrema in moto. L'attore ha girato la maggior parte delle scene pericolose senza ricorrere ad una controfigura, ferendosi spesso.
* Lo show televisivo di cui si parla nel film è il celebre India's got talent. Deepika e Neil hanno partecipato alla puntata andata in onda il 13 agosto 2010 (video) interpretando i personaggi di LP. La giuria era composta da Sonali Bendre, Sajid Khan e Kirron Kher.
* Riferimenti a Bollywood: Dhoom 2 - Back in action, Tashan, Bunty Aur Babli, Disco Dancer, Kareena Kapoor, Abhishek Bachchan, Amitabh Bachchan, Aishwarya Rai, Shahid Kapoor.
* Riferimenti all'Italia: uno dei personaggi sfoggia una felpa con la scritta Italia. Una scena è ambientata in uno dei locali della catena Barista di Lavazza. Nei titoli di chiusura si ringraziano Sara e Patrick Venerucci.
* Film che trattano lo stesso tema: Aryan, Apne e Lahore affrontano l'argomento della boxe. In Black e in Fanaa le protagoniste sono non vedenti. LP si ispira a Kinara.

GOSSIP & VELENI

* Neil non aveva mai baciato nessuna partner sullo schermo, nè intendeva farlo con Deepika in LP. Dopo lunga opera di persuasione, l'attore si è finalmente deciso.
* Deepika, dal canto suo, era terrorizzata all'idea di afferrare un volatile con le mani (video)...


Da sinistra: Sara Venerucci, Neil Nitin Mukesh, Patrick Venerucci e Sandro Guerra

Deepika Padukone e Patrick Venerucci

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