30 aprile 2009

ANDAAZ



Basta la presenza di una Miss World e di una Miss Universe a colmare le lacune di un film tirato via?

Immagino che Raj Kanwar, regista di Andaaz, si sia posto questa domanda almeno una volta prima affrontare un qualsiasi colloquio con i produttori. Il suo esordio è stato contemporaneo a quello di Shahrukh Khan nel film Deewana nel 1992, proprio così, quest’uomo ha avuto un’illuminazione pazzesca nel fidarsi di un attore ancora sconosciuto divenuto oggi una straordinaria super-star. Da una persona capace di certe intuizioni ci si aspetterebbe solo l’eccellenza, eppure tra i titoli della sua filmografia si notano più flop che successi.
Che è accaduto?

Nel caso di Andaaz c’è un problema antipatico, ed è la scopiazzatura selvaggia dello script del film di Karan Johar Kuch Kuch Hota Hai (attenzione: titolo intoccabile!!!) scelta abbastanza azzardata. Io al suo posto non ci avrei dormito la notte.

TRAMA
Raj si accorge di amare Kajal, l’amica d’infanzia, nel giorno in cui lei sceglie di sposare un altro uomo. Qualche anno dopo si rincontrano, lei ha perso suo marito in un incidente, lui si è appena fidanzato con la bella Jia per cercare di dimenticarla. A questo punto non è difficile immaginare il finale…

Il film è freddo e il livello di coinvolgimento emotivo è pari a zero, la fotografia è antiquata, le canzoni, tantissime… ma tutte abbastanza noiose.
Lo scopo primario di alcuni video era far risaltare a tutti i costi la sensualità di Priyanka Chopra, costruendo per Lara Dutta un’immagine più angelica e pacata. Obiettivi mancati di netto. Certo Priyanka è dotata di un aspetto molto vistoso, ma i movimenti che le impongono la fanno apparire al massimo un po’ volgarotta.
Lara è puramente decorativa e Akshay Kumar (che quando vuole sa essere un buon attore) non muove un dito per aiutare il film, forse avrà capito che non valeva la pena agitarsi per dare il massimo se le condizioni esterne non lo permettono. In questi casi l’esempio di Shahrukh Khan e Madhuri Dixiti in Hum Tumhare Hain Sanam può essere d’aiuto, come dimenticare gli sforzi di due attori formidabili impegnati a svuotare acqua da una barca affondata? Se il film è nato male tutto diventa troppo difficile.
Il mio giudizio sul film : * 1/5 - digestione lenta, sonno pesante-

ANNO: 2003

REGIA: Raj Kanwar

CAST :

Akshay Kumar…………. Raj

Lara Dutta……………….Kajal

Priyanka Chopra…………Jia

Aman Verma……………Karan

Jhonny Lever……………Joe



QUALCOS’ALTRO:

- Il film è stato girato tra Mumbai e Cape Town

- Si tratta del debutto assoluto per Lara Dutta che vinse il Filmfare award come Best Debutant Female (era sola a concorrere… spero..)

- Priyanka afferma di odiare questo film e alcune immagini abbastanza calcate delle quali (ingenuamente vorrebbe farci credere) non si era nemmeno resa conto

- Assolutamente vietato confondere questo Andaaz con il suo omonimo in bianco e nero girato da Mehboob Khan con Nargis, Dilip Kumar e Raj Kapoor. Non hanno niente – ma niente – in comune!!!!

HERA PHERI


Famosissima commedia dallo scoppiettante primo tempo: in India ha ottenuto un successo clamoroso, superando ogni aspettativa da parte della produzione.
Alcune coreografie sono però troppo datate quando non imbarazzanti, e la sceneggiatura - davvero esilarante - nella seconda parte del film sfortunatamente si spegne, regalando pochi momenti di comicità.

La regia di Priyadarshan è sempre vivace: il suo talento nel rappresentare sullo schermo personaggi ed atmosfere popolari è ormai leggendario.
La sceneggiatura nel primo tempo è a dir poco tumultuosa, e regia e montaggio ne enfatizzano il travolgente ritmo regalando allo spettatore risate a cascata. I dialoghi serratissimi sembrano un fiume in piena. Peccato che i sottotitoli non possano seguirne il flusso con la necessaria fulminea rapidità.
Le scenografie e i costumi sono perfetti, valorizzati da una fotografia magistrale. Ottima la scelta della location.

Il cast è davvero di prim'ordine.
Paresh Rawal è stellare: non solo sfoggia una bravura da manuale, ma infonde vita ad un personaggio irresistibile. Akshay Kumar, soprattutto nel primo tempo, è talmente spontaneo, naturale, calato nel suo ruolo - e non solo: anche nella storia -, da sembrare irriconoscibile. Sunil Shetty è sobrio e misurato.
Priyadarshan è riuscito in 'Hera Pheri' a centrare un traguardo non facile: scritturare tre interpreti che nel film hanno regalato probabilmente la migliore performance della loro carriera, e che mostrano un grande affiatamento. Non solo: i personaggi che interpretano sono realistici e vitali.
Tabu è molto insolita, ma purtroppo il suo ruolo è limitato. Così come quello di Om Puri.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* L'ingresso in scena di Raju: prendete nota dell'irresistibile abbigliamento, nonchè dell'espressione vacua che accompagna i suoi ripetuti, atoni, esilarantissimi 'sorry, sir'

* La dizione, l'andatura, l'aspetto (dhoti e occhiali spessi d'ordinanza) di Baburao. La camera lo segue passo passo mentre mostra la casa a Shyam: non perdetevi neppure un gesto di Rawal, attore dal talento MOSTRUOSO

* Gli inseguimenti al mercato e i bisticci continui fra Raju e Shyam: Akshay è DA URLO, e Sunil un'ottima spalla

* Om Puri: la sua apparizione sullo schermo, con turbante di traverso, baffoni e... scimitarra? Gli strepiti, le lacrime, la gestualità

* La sequenza con i caschi da motocicletta

* La spettacolare mega-rissa finale

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

* Alcune coreografie: sono mal incastonate nella storia, non sfruttano a dovere la bravura di Akshay come ballerino, sono di vecchia concezione, con costumi pessimi, e talora sfiorano la volgarità (vedi il numero col serpente dell'item song 'Tun Tunak Tun')

* La solita connotazione patetica: la sorella da sposare, la madre da non deludere, il padre da onorare

* La lentezza e la ripetitività di buona parte del secondo tempo

TRAMA

Shyam (Sunil Shetty) perde il padre in seguito ad un incidente sul lavoro e chiede di poterne prendere il posto, ma è ostacolato da Anuradha (Tabu). E la disoccupazione non è l'unico problema: il nostro eroe non ha un posto dove dormire. Fortunatamente trova una sistemazione nell'officina di Baburao (Paresh Rawal), e accetta di dividere la stanza con Raju (Akshay Kumar). I due giovani non vanno d'accordo e cominciano così i guai.

RECENSIONI

Rediff.com
'Cosa si può dire di un film la cui trama si impernia unicamente su un numero di telefono sbagliato? La rappresentazione lascia molto a desiderare. Per la musica di Anu Malik 'pollice verso' è l'espressione chiave. Definirla irrilevante sarebbe inadeguato. Quanto al cast, la pellicola appartiene interamente a Paresh Rawal. Le risate sollecitate dal film sono da attribuire solo a lui. Sfoggia un impeccabile tempismo ed un dono naturale per la commedia. Un peccato che il suo talento non sia stato esibito in un film meglio narrato. Sunil Shetty è espressivo quanto un pezzo di legno. Tabu è graziosa e dignitosa per la maggior parte della pellicola - sorvoleremo sul deplorevole brano danzato. Il regista Priyadarshan avrebbe dovuto prestare maggior cura ai dettagli.'
Aparajita Saha, 31.03.2000

Cinema Hindi: ***1/2
Punto di forza: i funambolici interpreti e la rocambolesca comicità del primo tempo
Punto debole: alcune cadute di gusto, un secondo tempo non all'altezza

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Akshay Kumar ('Singh Is Kinng') - Raju
* Paresh Rawal ('Oye Lucky! Lucky Oye!') - Baburao
* Sunil Shetty ('Main Hoon Na') - Shyam
* Tabu ('Fanaa') - Anuradha
* Om Puri ('Singh Is Kinng') - Kharak Singh

Regia: Priyadarshan ('Billu')

Sceneggiatura e dialoghi: Neeraj Vora, che si è ispirato alla sceneggiatura originale di Siddique-Lal per 'Ramji Rao Speaking', film Malayalam di cui 'Hera Pheri' è il remake

Colonna sonora: Anu Malik ('Main Hoon Na')

Coreografie: Saroj Khan ('Taal', 'Don'), Ahmed Khan ('Ghajini'), Ganesh Hegde ('Don'), G. Kala ('Hello')

Fotografia: Jeeva

Montaggio: N. Gopalakrishnan ('Bhool Bhulaiyaa')

Scenografia: Sabu Cyril ('Om Shanti Om')

Costumi: Akbar of Gabbana (???????????????)

Anno: 2000

Traduzione del titolo: espressione in slang che significa 'truffare', 'imbrogliare' (ringraziamo Pushker e Gina K.)

Award:

* Paresh Rawal si è aggiudicato il FilmFare, lo StarScreen e l'IIFA (popular) award come miglior attore comico

* Neeraj Vora si è aggiudicato lo StarScreen award per la miglior sceneggiatura e i migliori dialoghi

CURIOSITA'

* Nel 1976 è stato distribuito un film con lo stesso titolo, interpretato da Amitabh Bachchan. Le due pellicole non hanno altro in comune

* Il sequel, 'Phir Hera Pheri', diretto in modo non proprio brillante da Neeraj Vora (sceneggiatore di 'Hera Pheri'), è stato distribuito nel 2006. Stesso trio maschile per il cast

* Sunil Shetty ha debuttato come presentatore televisivo. Accorto uomo d'affari, i suoi interessi spaziano dall'attività alberghiera all'abbigliamento. Sua è la 'Popcorn Motion Pictures Ltd.', casa di produzione cinematografica

* Tabu ha recitato in pellicole in diverse cinematografie indiane, oltre che in produzioni internazionali ('The Namesake'). Si è aggiudicata ben due volte il National Award come miglior attrice: per 'Maachis' (1996) e per 'Chandni Bar' (2001). E' nipote di Shabana Azmi

* Namrata Shirodkar appare nell'item song 'Tun Tunak Tun'. Miss India nel 1993, si è aggiudicata il sesto posto nel concorso per Miss Universo nello stesso anno. Ha partecipato a pellicole quali 'Pukar' e 'Matrimoni e Pregiudizi'

GOSSIP&VELENI

* Tabu è stata legata a Sanjay Kapoor ('Luck By Chance') e alla stella del Sud Nagarjuna

27 aprile 2009

ZANJEER


Incasinato ed esuberante, in poche parole, un puro delirio.
Zanjeer riesce ad essere pericolosamente esagerato senza perdere di vista la trama, appassionando con una storia accattivante e sapientemente interpretata. Nel caos ci si ritrova coinvolti e i personaggi sembrano animarsi e prendere vita direttamente da una delle variopinte locandine dipinte a mano.
TRAMA
Vijay è un poliziotto che non riesce mai semplicemente a fare il suo dovere, ogni nemico è un suo personale ostacolo ed è capace di infrangere anche la legge pur di raggiungerlo e condannarlo. Alla radice di questo comportamento c’è un pesante trauma subito nell’infanzia che la sua mente ha rimosso nel corso degli anni. Ma il ricordo si ripresenta ogni notte sottoforma di sogno ricorrente, Vijay è perseguitato dall’immagine di un cavallo bianco (topic che tra l’altro è stato ripreso in maniera ironica nel film Jaane tu… ya Jaane na) e capisce che dietro questa sua fobia è nascosto qualcosa.
Decisivo sarà l'incontro con Mala, della quale si innamorerà, e con Sher Khan, il bandito che sceglie di cambiar vita per diventare il suo migliore amico.
Per vedere i film prodotti da Mumbai negli anni ’70 è forse necessario abituarsi l’occhio alla pesante caratterizzazione dei personaggi buoni-cattivi , heroes – villain, e cercare di non fermarsi alla semplicità di superficie per andare a fondo e concentrarsi sugli attori inquadrati e sulla capacità dei registi di creare dal niente una vera e propria epica.
Affezionarsi ai film di quel decennio significa aver sospeso ogni controllo per catapultarsi in una realtà fatta di contrasti, dove tutto sembra prevedibile, per riscoprirsi poi sempre diverso.

Big B è come al solito la perfezione. Dovrò smettere di ripetermi o diventerò noiosa…
Per citare una frase del film – è un lago d’acqua dolce nato dalla forza di un vulcano -

Jaya Badhuri, ha un ruolo vivace e dinamico dalle mille sfumature. Non solo una figura femminile a fianco dell’eroe come potevano esserlo Parveen Babi o Bindu ma una protagonista perfetta capace di rubare la scena anche allo stesso Amitabh. E’ forse l’unica che riesce a contrastare l’incontrollabile presenza di suo marito sullo schermo, ritagliandosi sempre ottime performance, delle quali, data la sua storica modestia, non si è – mai - vantata.
Sicuramente catturerà l’attenzione il cattivo-bravo ragazzo interpretato da Pran, dai costumi e pettinature improbabili, a metà strada tra un disegno dei fumetti e un personaggio di una commedia teatrale medievale.
Ma il vero antagonista ha un aspetto più sofisticato. Vijay inizia a cercare il colpevole dal basso catturando Sher Khan per poi accorgersi che il male proviene dall’ alto. Il vero villain si circonda di potere ed è il re dagli strati più in vista della società; come in molti masala movies degli anni ’70, è un cattivo-cattivo-cattivo e risulta oltremodo riconoscibile.
Considerato dalla critica tra i migliori film di Bachchan, regala una delle scene più famose della coppia Jaya – Amitabh, quella che è stata soprannominata la window scene” / scena della finestra. I due protagonisti osservano degli artisti di strada esibirsi in una canzone d’amore e non sanno se cercarsi con lo sguardo o evitarsi. Non è curioso che il momento più celebrato di un film d’azione risulti essere proprio questo??

Il mio giudizio sul film **** 4/5
Non so se lo scrive il cuore o la testa… devo ancora capirlo.

ANNO: 1973
REGIA: Prakash Mehra
TRADUZIONE DEL TITOLO: La catena

CAST:
- Amitabh Bachchan...........Vijay
- Jaya Bhaduri..................Mala
- Pran..............................Sher Khan
- Om Prakash..................De Silva
- Bindu............................Mona

COLONNA SONORA: Kaliyanji Anandji , uno degli autori dei brani musicali del primo DON

STRAIGHT


Qual è esattamente il tema di questa frizzante commedia psicologica?
La confusione dei sentimenti umani: il protagonista, Pinu, ha perso entrambi i genitori in un incidente aereo, ed è stato allevato dagli zii. Comincia la confusione nei ruoli: più zii o più genitori? Quanto al cugino: più fratello? più amico? Una recisione così netta in tenera età degli affetti primari rende il nostro eroe incline all'anaffettività. Da adulto vive un'esistenza solitaria, scaldata solo dai familiari e dai dipendenti del ristorante di cui è proprietario. Non ha una fidanzata nè l'ha mai avuta. Persino gli incontri combinati dalla mamma-zia non portano ad alcun risultato. Qualcuno maligna sulla sua possibile omosessualità. Pinu, complici l'assenza di stimoli affettivi e l'esuberante inaspettata amicizia offertagli da un nuovo giovane dipendente, comincia ad interrogarsi.

Francamente è difficile certificare la plausibilità o meno della storia (uno psicologo potrebbe illuminarci in tal senso), ma di certo la sceneggiatura, soprattutto, e i dialoghi sviluppano il soggetto in modo accattivante: la commedia che ne risulta è briosa quanto basta a suscitare l'ilarità negli spettatori, ma anche delicata e sensibile nell'affrontare un argomento insolito forse anche per la cinematografia occidentale.
La regia è complice in toto delle vicende del protagonista: fresca, originale, dal tocco lieve. La regista è innamorata del suo film, e si vede, ma anche di Pinu: personaggio problematico, introverso, spaventato dalla vita.
Una menzione particolare per la colonna sonora: da ascoltare con attenzione.

Il cast? I-N-E-C-C-E-P-I-B-I-L-E.
Vinay Pathak è perfetto per il ruolo. Impossibile essere più convincenti: Pinu prende vita sotto i nostri occhi e ci dimentichiamo completamente dell'attore che gliel'ha infusa.
Gul Panag sfoggia la sua abituale intensità. Attrice che non delude mai.
L'esordiente Anuj Choudhry e Sid Makkar regalano interpretazioni del tutto dignitose (e non mancheranno di affascinare le spettatrici più giovani). Così come il resto del cast, tranne qualche eccezione di scarsa rilevanza.

TRAMA

Pinu (Vinay Pathak) è il proprietario di un ristorante indiano a Londra. Un giorno si lascia convincere ad assumere contemporaneamente un giovane cuoco aspirante attore (Anuj Choudhry) ed una cassiera aspirante cartoonist (Gul Panag). Un segno del destino?

RECENSIONI

The Times of India: ***
'Straight' è una briosa esplorazione dei due spauracchi che spaventano la maggior parte degli uomini indiani circa la sessualità. Primo: sono imbarazzati dalla loro verginità. Secondo: amano farlo etero. La sessualità alternativa è tenuta in gran segreto, e molti uomini - e donne - sarebbero traumatizzati dal constatare un comportamento strano nei loro ormoni. In tono dimesso e leggero, il film batte nuovi sentieri. Vinay Pathak cementa il suo status di attore non convenzionale e veleggia con successo in solitaria.'
Nikhat Kazmi, 19.03.09

Hindustan Times: **
'Forse le intenzioni della regista Balagopalan erano buone, ma 'Straight' offre una visione dell'omosessualità piuttosto priva di tatto. Alcune performance sono gigionesche e dilettantesche, e questo non migliora le cose. Vinay Pathak e Gul Panag regalano credibilità al film con la loro sincerità e con la loro capacità di mostrarsi superiori a situazioni e battute a volte davvero banali. E' una vergogna aver sprecato due attori di quel calibro. Meritano ruoli migliori.'
Shashi Baliga, 20.03.09

Cinema Hindi: ****
Punto di forza: l'inusualità del soggetto, la bravura del cast, il ritmo della regia
Punto debole: -

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Vinay Pathak ('Rab Ne Bana Di Jodi') - Pinu
* Gul Panag ('Dor') - Renu
* Anuj Choudhry - Kamlesh
* Sid Makkar - il cugino di Pinu

Regia: Parvati Balagopalan

Soggetto e co-sceneggiatura: Uttam Gada ('Maharathi')

Dialoghi e co-sceneggiatura: Anahata

Colonna sonora: Louiz Banks ('Duplicate'), Gino Banks e Sagar Desai ('Siddharth: The Prisoner')

Anno: 2009

Distribuzione: Sony

CURIOSITA'

* Vinay Pathak ha partecipato ai film di Deepa Mehta 'Fire' e 'Water'

* Parvati Balagopalan ha scritto la sceneggiatura di 'Oh Darling Yeh Hai India', ed è stata assistente alla regia per la stessa pellicola

* Citazioni bollywoodiane: 'Dilwale Dulhania Le Jayenge'

25 aprile 2009

AA DEKHEN ZARA


Distribuito in India esattamente una settimana prima di '8x10 Tasveer', anche questo film è un action-thriller a tema 'fotografico': in 'Aa Dekhen Zara' non è l'occhio umano a leggere il passato nelle immagini bensì la fotocamera a catturare il futuro.
Addolora ammettere che l'esordiente regista Jehangir Surti ha compiuto un lavoro migliore rispetto a quanto fatto da Nagesh Kukunoor nella pellicola sopracitata: il film è di sicuro meno noioso - anche se la sceneggiatura nel primo tempo è un po' fiacca -, e l'intreccio in buona parte del secondo tempo risulta avvincente, pur sfociando in un finale debole e non all'altezza delle premesse.
Il montaggio, nel secondo tempo, è rapido quanto l'azione richiede. E Mumbai, la location nella quale si svolge la prima parte della storia, è realistica e per nulla patinata.
La colonna sonora è di media qualità: ritmo piuttosto sostenuto ma brani non indimenticabili.
Quanto alle interpretazioni, è Rahul Dev a bucare lo schermo: rispetto alla sua performance in 'Asoka' - pur dignitosa -, l'attore sembra più maturo e più sicuro di sè.
Neil Nitin Mukesh è piuttosto singolare, ma poco versatile. Bipasha Basu si impegna un filo di più, e la sua recitazione sembra meno incolore del solito.

TRAMA

Ray (Neil Nitin Mukesh) è un fotografo free-lance che non se la passa tanto bene. Alla morte del nonno eredita una fotocamera davvero speciale, in grado di catturare immagini del futuro...

RECENSIONI

The Times of India: ***
'L'idea è nuova e intelligente, e l'accoppiata Neil-Bipasha è di quelle di lusso. Il taglio da thriller caratterizza tutta la pellicola. La trama sembra perdere mordente verso la metà, ma riprende il giusto binario prima del pirotecnico climax. Neil, che aveva già catturato l'attenzione nel film di debutto, 'Johnny Gaddar', è furbo e vulnerabile insieme, e sfoggia nuovamente il suo charme e la sua grazia disinvolta.'
Nikhat Kazmi, 26.03.09
Hindustan Times: **
'Neil Nitin Mukesh vanta qualche altra espressione oltre a quell'una e mezza che abbiamo già visto (lo sguardo freddo, penetrante, accigliato, e quello freddo, penetrante e mezzo-sorridente)? Sulla base delle prove: no. Ma offre un tale gradito sollievo rispetto agli sdolcinati eroi standard, che lo perdoniamo. Il film è tagliato su misura per Neil, tanto quanto lo era 'Johnny Gaddar'. Ma c'è abbastanza masala da insaporire la zuppa. Neil sostiene il film cantando, recitando e ballando. Bipasha Basu è più sexy che mai e Rahul Dev regala un pulito cameo. Il regista Jehangir Choudhury prende il tempo necessario per raccontare la storia e il ritmo qua e là si smorza, ma tiene per la maggior parte della corsa.'
Shashi Baliga, 27.03.09

Cinema Hindi: **
Punto di forza: Rahul Dev
Punto debole: sceneggiatura discontinua

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Neil Nitin Mukesh ('Johnny Gaddar') - Ray
* Bipasha Basu ('Corporate') - Simi
* Rahul Dev ('Asoka') - il killer

Regia: Jehangir Surti (assistente alla regia in 'Maharathi')

Soggetto e sceneggiatura: Sheershak Anand e Shantanu Ray

Colonna sonora: Pritam ('Dhoom 2') e Gourav Dasgupta

Produzione: Eros Entertainment

Traduzione del titolo: letteralmente 'Vediamo!'. E' un'espressione di sfida in slang (ringraziamo Pushker e Gina K.)

Anno: 2009

CURIOSITA'

* Citazioni bollywoodiane: 'Omkara'

* Neil Nitin Mukesh è figlio del cantante Nitin Mukesh e nipote del noto cantante Mukesh Chand Mathur. Pare che nemmeno lui se la cavi tanto male nel canto, difatti presta la voce nella title-track di questo film

GOSSIP&VELENI

* Niente male, il nostro Rahul Dev. Leggermente ingrassato - e quel chilo in più gli dona (mai che si possa dire lo stesso per me). E - azzarderei - rinoplastica? Ben fatto, Rahul!

23 aprile 2009

8 X 10 TASVEER


Cosa sia accaduto al nostro Nagesh Kukunoor, regista del superbo 'Dor' (uno dei CAPOLAVORI della cinematografia Hindi), proprio non ci è dato saperlo. Un'apparizione mistica? Una delusione d'amore? Una brutta caduta dal balcone? Certo non riusciamo a spiegarci un crollo così eclatante, e non solo in termini di ispirazione (succede e non è un delitto), ma anche in termini di qualità estetica delle sue creazioni. Un'involuzione suicida alla quale Nagesh sembra essersi votato anima e corpo.
Abbiamo perdonato il non proprio brillante 'Bombay to Bangkok', ma '8 x 10 Tasveer' è davvero - davvero - (davvero) indifendibile.
Noioso oltre ogni immaginazione. Statico. Implausibile.
Il finale nasconde una vera sorpresa, ma ci si stupisce giusto un attimo - dopo aver sbadigliato per ore -, per poi prontamente realizzare quanto la conclusione sia comunque debole.

Akshay Kumar si cimenta in un ruolo drammatico dopo una lunga serie di commedie, alcune delle quali di grandissimo successo, ma non convince del tutto. Anche se è improponibile considerare l'attore responsabile per la malriuscita della pellicola.
Il resto del cast non impressiona, con l'eccezione di Javed Jaffrey che condivide con Akshay lo sforzo di salvare dal baratro un film così banale.

TRAMA

Jai (Akshay Kumar) possiede il dono di leggere nel passato, semplicemente concentrandosi su una fotografia. Gli tornerà utile per scoprire il mistero che si nasconde dietro la morte apparentemente accidentale del padre.

RECENSIONI

The Times of India: *1/2
'L'idea di base era abbastanza interessante, ma sfortunatamente Nagesh Kukunoor non ha saputo sfruttarla. Non ci sono momenti di tensione, e la sceneggiatura ha un approccio fiacco. Dopo molto tempo Akshay Kumar recita in un ruolo non comico, ma non impressiona molto. Ayesha Takia sembra in Canada in vacanza. Javed Jaffrey regala i pochi momenti di riscatto malgrado il personaggio non sia compiutamente definito. Nagesh Kukunoor ha pregato i critici di non divulgare il finale del film nelle recensioni. Ma la questione è: quanti spettatori rimarranno seduti in sala fino alla fine? La pellicola non funziona nè come giallo nè come thriller soprannaturale.'
Gaurav Malani, 03.04.09

Hindustan Times: **
'Se siete estimatori di Nagesh Kukunoor, vi avverto: 'Tasveer' non ha nulla a che fare con i suoi film precedenti. E' una scintillante produzione ambientata all'estero, in località da cartolina, in dimore favolose, yacht e altre trappole di lusso. Kukunoor parte bene raccontando la sua storia ma non continua. Un peccato. Anche perchè Akshay Kumar è in gran forma producendosi in ciò che sa far meglio: l'azione. Ma non è superumano: non può davvero da solo salvare il film.'
Shashi Baliga, 03.04.09

Cinema Hindi: *
Punto di forza: (la domanda di riserva?)
Punto debole: la sceneggiatura SO-PO-RI-FE-RA

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Akshay Kumar ('Singh is Kinng') - Jai
* Javed Jaffrey ('Shaurya') - l'investigatore privato
* Ayesha Takia ('Dor') - la fidanzata di Jai
* Sharmila Tagore (Eklavya') - la madre di Jai

Regia e sceneggiatura: Nagesh Kukunoor (sigh)

Colonna sonora: Salim-Sulaiman ('Rab Ne Bana Di Jodi'), Bohemia, Neeraj Shridhar

Traduzione del titolo: 'immagine', 'fotografia'

Anno: 2009

Sito: http://www.8x10tasveerthefilm.com/ per visionare il trailer

CURIOSITA'

* Ayesha Takia, neo-sposa da un paio di mesi, ha debuttato con Shahid Kapoor in una campagna pubblicitaria

* Sharmila Tagore, madre di Saif Ali Khan ('Omkara') e di Soha Ali Khan ('Dil Kabaddi'), in 'Eklavya' recita nel ruolo della madre del personaggio interpretato proprio da Saif. Ha partecipato anche al film di Mira Nair 'Mississipi Masala'. Nel 1976 si è aggiudicata il National Award come miglior attrice per 'Mausam', e nel 2004 come miglior attrice non protagonista per 'Arab Aranye'

17 aprile 2009

FAMILY - TIES OF BLOOD



Non sempre i drammi familiari riescono a far esplodere il botteghino, né si può costruire un film esclusivamente attorno al tema della vendetta trovando, tra una sparatoria e un’altra, pure il tempo per lasciare una bella morale. Family è inconsistente, piuttosto mediocre ed evidentemente a corto di energie; un tuttologo che mette troppa carne al fuoco ma non sa gestire né la commedia nel primo tempo, né l’azione nel secondo.
Akshay Kumar è divertente ma ha poco spazio e niente di innovativo, la drammatica uscita di scena del suo personaggio fa si che tutta la prima ora di proiezione risulti irrimediabilmente slegata con ciò che verrà dopo.
Boomika Chawla più che una professionista mi sembra una dilettante. La ragazza può passare in un’Item song ma non ha le spalle abbastanza robuste per portare avanti un film intero né la capacità di compiere miracoli se la sceneggiatura non l’assiste... facoltà di cui in compenso si avvale Amitabh Bachchan, come sempre privo di difetti e illuminato da un’aura sacra anche in un film che non avrebbe niente di speciale, esclusa la sua presenza salvifica.
Le parti in cui non compare Big B, volendo, potete anche saltarle premendo il tasto Forward.

TRAMA:
Shekar, viene ucciso incidentalmente da un colpo partito dall’arma di Videsh, un gangster dal sangue freddo e dai ferrei principi. Aryan, il fratello della vittima giura di ottenere la sua vendetta e tiene sotto controllo la famiglia dell’assassino per cercare di ricattarlo. Nonostante il figlio lo tradisca e la moglie lo consideri ormai come un estraneo, Videsh continua a credere nell’assoluto valore della famiglia e sarebbe disposto a morire per salvare i suoi cari.

Amitabh Bachchan è un vero dio ed è facile averne le prove. Family si fa guardare solo perché lui è parte fondamentale del cast, altrimenti l’intero epilogo sarebbe stato solo insostenibile routine e fredda ostentazione di violenza.
Se avete voglia di costatare quanto i suoi occhi siano in grado di trapassare lo schermo come un coltello nel burro, gustatevelo impassibile e tagliente mentre presiede una riunione di gangster. Restate impietriti dalla scena in cui ricatta un nemico reduce da una sparatoria strappandogli i punti dalla ferita (uno-ad-uno!!!!) con una disinvoltura magistrale, e saltate subito dopo al climax per scoprirlo emotivo, vulnerabile, caricato da un'intensità ipnotizzante. Anche una frase banale si trasforma in straordinaria se pronunciata da una voce come la sua: “To kill Viren you need gusts, I like to hear my name in a trembling voice”.
Garantisco, è da panico.



Il mio giudizio sul film ** 2/5
(Amitabh Bachchan, eterno fuori classe, meriterebbe un bel ***** 5/5 )

ANNO: 2006
REGIA: Rajkumar Santoshi

CAST:

Amitabh Bachchan………. Viren Sahai
Akshay Kumar…………….Shekar
Bhoomika Chawla………...Kavita
Aryeman Ramsey…………Aryan
Shernaz Patel………………Sharda Sahai
Sushant Singh…………….Abhay

COLONNA SONORA: (dimenticabilissima) di Ram Sampath

RECENSIONI:
Bollywood Hungama *1/2

Testo originale
IndiaTimes ** 2/2

QUALCOS'ALTRO:

- Il film è tragicamente fallito dopo il secondo giorno di programmazione, gli incassi non hanno nemmeno coperto i costi
- E' stato quasi interamente girato a Bangkok
- Aryeman Ramsey è al suo debutto cinematografico, e, guarda caso, figlio del produttore del film... quella che si chiama una ... coincidenza...
A dimostrare che le raccomandazioni non bastano per diventare qualcuno, dopo un'interpretazione degna di un saggio di scuola media la sua carriera si è bruscamente interrotta per mancanza di meriti. E mi sembra giusto così.

09 aprile 2009

SATYAM SHIVAM SUNDARAM



Il titolo riprende il testo di una preghiera devozionale, “verità, divinità, bellezza”
ma cos’è che trasforma una pietra in divinità? Il volerci credere, la speranza dell’uomo. La bellezza è negli occhi di chi guarda, nelle aspettative e nei desideri riflessi piuttosto che nella perfezione delle caratteristiche materiali.
Il film si apre proprio con questa immagine simbolica, un essere inanimato diviene con un gesto oggetto di culto e, malgrado la sua apparenza non sia mutata, la sua natura ha assunto un significato profondamente diverso.

Il film è un trionfo di colore, emozione, sentimento, venera la sacralità dell’amore e, come tutti i titoli nati dalla sensibilità straordinaria di Raj Kapoor, è imbevuto di continue simbologie.

L’alba, celebrazione del risveglio, filtri colorati dividono nettamente lo schermo creando una sfumatura di giallo/verde, rosso/rosa; in questo paradiso naturale, il giovane Ranjeev insegue una voce meravigliosa che ogni mattina lo fa svegliare, la immagina abbinata ad una donna angelica ed avvenente ed ancora prima di conoscerla la sente come sua compagna ideale.
Ma Rupa non è così ben vista nel villaggio, è povera ed etichettata dalla nascita come sfortunata, nessun uomo la vuole sposare perché una cicatrice le sfigura metà del viso. Lusingata da tante attenzioni e felice di sentirsi finalmente bella, nasconde le bruciature con un velo e si ritrova ad interpretare, senza volerlo, il ruolo di una donna misteriosa che non si rivela mai fino in fondo. La ricerca di lei e l’attesa potenziano il desiderio di Ranjeev che si ostina a volerla sposare contro la sua volontà , accorgendosi subito dopo del segreto che la donna cercava di nascondergli.
Sconvolto dalla scoperta, Ranjeev crede di aver sposato la donna sbagliata e torna a ricercare la “sua” Rupa, della quale si era innamorato. Per non farlo soffrire la ragazza rimette i suoi vecchi abiti e torna a calarsi nuovamente nel personaggio che suo marito ha idealizzato, la donna perfettamente bella, misteriosa e sfuggente.

Lo sdoppiamento del personaggio interpretato da Zeenat Aman mi ha ricordato da subito quello compiuto da Shahrukh Khan in Rab Ne Bana di Jodi, anche se sono due titoli completamente diversi è impossibile evitare di avvicinarli. Nel film di Aditya Chopra il timido e bruttino Surinder veste i panni dello sfacciato Raj, il suo perfetto opposto, e riesce a tirare fuori il fascino che possedeva ma del quale non si era mai nemmeno reso conto. Anche Rupa ha in sé ogni aspetto della bellezza ma è troppo abituata a porsi dei limiti, a far risaltare le sue mancanze oscurando tutto ciò che in lei c’è di affascinante.
Né Ranjeev né Taani in entrambi i film, sembrano voler conoscere veramente chi gli sta a fianco fermandosi solo all’apparenza, etichettando a priori ciò che è bello, accattivante con ciò che è brutto e non merita attenzione.

Ranjeev ricerca la perfezione e la bellezza, non accetta i difetti, non sa affrontare la realtà. Vivendo troppo da solo si è creato un mondo parallelo dove è lui stesso a decidere il corso degli eventi e dove il male, il dolore, non devono in alcun modo esistere. E’ così accecato dal suo ideale che non riesce a riconoscere in Rupa la sua donna.

L'abilità di Raj Kapoor alla regia e la sua formidabile capacità di narrazione continuano a stupirmi, oltre che l'assoluta modernità dei temi che sceglie di trattare.
Da sottolineare che Zeenat Aman, nel ruolo di Rupa, è praticamente seminuda per tutto il film ma niente viene mai percepito come imbarazzante o volgare; il regista, affascinato dalla bellezza del corpo femminile, esalta in lei una sensualità casta e quasi divina.

Il momento più bizzarro:
La canzone “Chanchal Shital Nirmal komal”, il sogno ad occhi aperti di Rupa. Improvvisamente la sua immaginazione la trasporta in un set variopinto e astratto, paesaggi lunari, funghi giganti, elementi bizzarri e scintillanti lustrini, in questa cornice da fiaba Rupa immagina se stessa nei panni di una fata o di una dea.

Il momento più commovente:
Quando Rupa capisce che suo marito non potrà mai amarla per quello che è veramente e pur di potergli stare vicino torna ad assumere l’identità fittizia che si era creata.

Il mio giudizio sul film : **** 4,5/5

ANNO: 1978

REGIA: Raj Kapoor

CAST:

- Zeenat Aman ………… Rupa
- Shashi Kapoor…………Ranjeev
- Kanayalal……………il padre di Rupa
- A.K. Hangal…………Bansi
- Leela Chitnis…………la madre di Ranjeev
- Padmini Kolhapure……Rupa da bambina

COLONNA SONORA: Laximikant / Pyarelal

PLAYBACK SINGERS: Lata Mangeshkar, Manna Dey, Mukesh, Bhupendra Singh

07 aprile 2009

DARNA ZAROORI HAI


'Darna Zaroori Hai' è un film composto da sei episodi più uno di cornice, firmati da sette differenti registi. Il primo è opera del celebre Ram Gopal Varma, la storia-cornice di Manish Gupta, mentre gli altri sono girati da registi emergenti più o meno legati a Varma. Il primo è un’introduzione, mentre i successivi sono concatenati in un’unica storia.

Intro *****
Satish è un appassionato di film horror. Si accorge di essere in ritardo per la prima di “Darna Mana Hai” prodotto da Ram Gopal Varma. Decide quindi di prendere una scorciatoia e passare attraverso il cimitero. La madre lo avverte: tagliare per il camposanto è pericoloso in quella notte senza luna perché è il momento in cui le streghe si svegliano.

Cornice *****
Cinque bambini si allontanano durante una gita fuori città. Passeggiando nel bosco trovano un’antica casa in pietra. Stanno per ritornare all’hotel, quando sono sorpresi da un forte temporale. Si rifugiano nell’abitazione dove sono accolti da un’anziana signora. Il piccolo Ashu sostiene di non essere pauroso e sfida la vecchia a raccontare cinque storie di paura. Si siedono tutti assieme in una stanza ad ascoltare; al termine di ogni storia, uno alla volta, i bambini si alzano…

Storia 1 ****
Uno studente si reca dal vecchio professore per prendere ripetizioni di biotecnologia molecolare. Nota subito che l’uomo è molto distratto e guarda nel vuoto. Il docente gli confessa che da qualche mese c’è un individuo che gira per casa e che sta tentando di rubargli l’identità…

Storia 2 *****
Un ragazzo fa un piccolo incidente con l’auto. Suona il campanello dell’unica casa nei paraggi per chiedere aiuto. Apre una donna molto bella che gli confida di avere perso il marito. All’improvviso mentre lei è in cucina a preparargli un caffè, spunta il coniuge defunto: la sua povera moglie è morta da anni, come può averla vista?

Storia 3 **
Una famiglia trascorre la domenica pomeriggio in tutta tranquillità, quando alla loro porta si presenta un signore ben vestito che tenta di convincere il padre a sottoscrivere un’assicurazione sulla vita. L’uomo rifiuta e l’assicuratore manifesta di essere psicologicamente instabile.

Storia 4 **
Karan Chopra è un famosissimo regista bollywoodiano. Stanco di girare commedie per famiglie e storie d’amore, decide di darsi all’horror. Ha già in mente una storia: un automobilista dà un passaggio ad una ragazza che sta facendo l’autostop. La ragazza, in realtà, è un fantasma che uccide gli automobilisti. Karan prende il suo fuori strada e si dirige a Khandala per completare la trama del film e conoscere l’attrice che interpreterà la donna-fantasma. Sulla strada per Khandala si imbatte in una ragazza che fa l’autostop…

Storia 5 ***
Ajay sta guidando ubriaco su una strada buia, va fuori strada e si trova davanti una ragazza. Perde i sensi e quando si risveglia è incatenato al muro in una cella. Il capo della polizia gli chiede di confessare l’omicidio di un uomo. Ajay è confuso, non capisce cosa sia potuto succedere.

Registi:

Intro - Sajid Khan
Cornice - Manish Gupta
Storia 1 - Ram Gopal Varma
Storia 2 - Prawal Raman
Storia 3 - Vivek Shah
Storia 4 - Jijy Philip
Storia 5 – J. D. Chakravarty

Attori:

Manoj Pahwa (Satish)
Vecchia (Ava Mukherjee)
Ashu (Shweta Prasad)
Professore (Amitabh Bacchan)
Studente (Ritesh Deshmukh)
Automobilista (Arjun Rampal)
Varsha (Bipasha Basu)
Rahul (Makrand Deshpand)
Signor Pilagonkar (Sunil Shetty)
Signora Pilagonkar (Sonali Kulkarni)
Assicuratore (Rajpal Yadav)
Karan Chopra (Anil Kapoor)
Ragazza-fantasma (Mallika Sherawat)
Ajay Doshi (Randeep Hooda)

Recensione ***

L’episodio introduttivo è eccezionale! A tratti trash, combina molto bene humor e horror. Il balletto che separa l’introduzione dal resto del film, in stile bollywoodiano molto osé, è la ciliegina sulla torta! (il brano "Aake Darr" è cantato da Mohana Sarkar)

In alcuni dei corti successivi ironia e tragedia continuano a mescolarsi come nel pre-film. L’episodio-cornice riesce a mantenere un alto livello di tensione dall’inizio alla fine.
Non tutte le storie raccontate dalla vecchia, però, raggiungono lo stesso livello.
Il talentuoso Ram Gopal Varma ha diretto un buon corto, grazie anche all’interpretazione del mitico Amitabh Bacchan, che fino al colpo di scena finale non si capisce se c’è o ci fa.
Molto buoni sono pure il secondo e il quinto episodio. Il primo dei due è di Prawal Raman già collaboratore di Varma e regista di “Darna Mana Hai” a cui l’impostazione di “Darna Zaroori Hai” deve molto. Ricorda i racconti della serie “Hitchcock presenta”. L’altro risente delle influenze della cinematografia estremo-orientale adattando con una certa originalità il tema dello spirito inquieto che cerca vendetta a uno scottante problema sociale indiano.
Al contrario, il terzo e il quarto non sono niente di speciale, nonostante in quest’ultimo il protagonista sia il noto Anil Kapoor.

Nonostante molte critiche non siano state favorevoli a questo film, personalmente lo considero un esperimento molto interessante: riunire registi affermati ed emergenti è una buona occasione per promuovere il cinema indiano anche all’estero. E' uno dei rari film, e forse l'unica pellicola horror, girati a Bollywood a raggiungere il mercato occidentale poiché è stato mandato in onda su MTV.
Inoltre, nel complesso, il film è ben riuscito: l’intreccio tra realtà, ironia, suggestione e tragedia lo rende particolare soprattutto agli occhi del pubblico occidentale.
Il titolo traducibile in “Bisogna avere paura” è ambiguo: dopo aver visto il primo episodio può sembrare scherzoso, ma arrivati al finale - sempre che ci riusciate ;) - cambierete sicuramente idea.

06 aprile 2009

RAMJI LONDON WALEY


Il film è del 2005, distribuito quindi due anni prima di 'Namastey London' la cui trama deve molto a 'Ramji London Waley', anche se con esiti del tutto diversi. Debole e ingenuo RLW, curato e convincente NL.

La pellicola segna l'esordio come regista di Sanjay Daima, co-sceneggiatore e assistente alla regia del leggendario 'Lagaan'. Ed è tratta da un soggetto dell'attore e regista Kamal Hassan ('Hey Ram'). La colonna sonora è composta dal regista e compositore Vishal Bharadwaj ('Omkara'). Le coreografie sono firmate dalla talentuosa Vaibhavi Merchant ('Devdas'). Il ruolo principale è affidato a Madhavan ('13B'). E non dimentichiamo il cameo da arresto cardiaco di Amitabh Bachchan.

Insomma: sulla carta, con un cast tecnico di questa levatura e con un attore naturale e spontaneo come Madhavan, il film sembrava promettente. Ma allora cosa non ha funzionato? La pellicola risulta talmente dilettantesca da essere quasi imbarazzante. La sceneggiatura è immatura. La regia sciatta. Gli attori dignitosi ma limitati da personaggi surreali. La colonna sonora banale. Le coreografie improvvisate.

Un altro esempio di film che guardi e dimentichi.

TRAMA

Il cuoco Ramji (Madhavan) si trasferisce da uno sperduto villaggio del Bihar a Londra per guadagnare quanto serve per la dote della sorella. Al suo arrivo nella capitale britannica scopre il decesso del futuro datore di lavoro. Subisce il furto di passaporto e permesso di lavoro e diventa un clandestino. Fortunatamente incontra Guru (Harsh Chhaya), un connazionale proprietario di un ristorante, che gli offre un alloggio e un lavoro. Ma l'ufficio immigrazione sta loro alle costole. Ecco che allora Ramji sposa 'temporaneamente' la sofisticata Sameera (Samita Bangargi) per evitare il rimpatrio.

RECENSIONI

Cinema Hindi: *
Punto di forza: la simpatia che ispira il personaggio principale, malgrado non sia ben costruito
Punto debole: l'imbarazzante sceneggiatura

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* R. Madhavan ('13B') - Ramji
* Harsh Chhaya ('Corporate') - Guru
* Samita Bangargi - Sameera
* Govind Namdeo ('Satta') - Pandey
* Satish Shah ('Main Hoon Na') - l'impiegato dell'ufficio immigrazione
* Amitabh Bachchan - cameo

Regia, co-sceneggiatura e co-dialoghi: Sanjay Daima

Soggetto: Kamal Hassan

Colonna sonora: Vishal Bharadwaj ('Omkara')

Coreografie: Vaibhavi Merchant ('Devdas')
Traduzione del titolo: 'Ramji il londinese'. E' una forma linguistica locale proveniente dal Bihar, dove si usa il plurale anche per indicare la singola persona, quindi 'waley' e non 'wala'. (Ringraziamo l'insostituibile Rajesh)

Anno: 2005

CURIOSITA'

* Il film è il remake di una pellicola Tamil, 'Nala Damayanthi'

* Madhavan ha collaborato alla stesura dei dialoghi

05 aprile 2009

DHOONDTE REH JAOGE


Visto ieri sera e già dimenticato.
Peccato per Sonu Sood che si lascia piacevolmente guardare, per Paresh Rawal che è sempre Paresh Rawal, per la parodia (malriuscita) di 'Sholay' + 'Lagaan' + 'Dilwale Dulhania Le Jayenge' (con una spruzzata di 'Veer-Zaara' e di 'Rangeela').
Insomma, se proprio non avete altro di meglio da fare...

TRAMA

Anand (Kunal Khemu) è fidanzato con l'aspirante attrice Neha (Soha Ali Khan), ma non può sposarla per problemi finanziari. Propone allora una truffa cinematografica all'ex-produttore di successo Raj Chopra (Paresh Rawal).

RECENSIONI

The Times of India: **
'Il primo tempo è tedioso, ma nel secondo potreste raccogliere qualche risata. Il film aveva un gran potenziale, e gli attori sono bravi e si impegnano, ma vengono traditi da una sceneggiatura immatura.'
Nikhat Kazmi, 05.03.09

Hindustan Times: *
'Il film gradualmente diventa atroce, e il climax è uno strafalcione totale. Paresh Rawal e Kunal Khemu lavorano con sincerità. L'unica stella è interamente per loro.'
Shashi Baliga, 06.03.09

Cinema Hindi: *1/2
Punto di forza: il sex-appeal di Sonu Sood
Punto debole: da dove comincio?

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Paresh Rawal ('Oye Lucky! Lucky Oye!') - Raj Chopra
* Soha Ali Khan, non al suo meglio ('Dil Kabaddi') - Neha
* Sonu Sood ('Ek Vivaah Aisa Bhi') - Aryan Kapoor
* Kunal Khemu ('Traffic Signal') - Anand, fidanzato di Neha
* Johnny Lever ('Kuch Kuch Hota Hai') - Parvez
* Hrishita Bhatt ('Asoka') - Riya

Regia e sceneggiatura: Umesh Shukla

Colonna sonora: composta da Sajid-Wajid ('Hello', 'Partner'), si dimentica tanto quanto il film
Traduzione del titolo: ricorriamo ad Akshay che propone questa traduzione in Inglese - '(Somewhat) find me if you can' - e a Rajesh che propone 'You'll keep on searching'

Anno: 2009

CURIOSITA'

* Citazioni bollywoodiane: Yash Chopra, Subhash Ghai, Karan Johar, Shah Rukh Khan, 'Jodhaa-Akbar', 'Aag'

* Menzionate (ehm) le fettuccine alla carbonara...

* Kunal Khemu ha recitato da ragazzino in 'Raja Hindustani'

* Il film si ispira a 'Per favore, non toccate le vecchiette' di Mel Brooks

03 aprile 2009

FANAA (LA PAURA NEL CUORE)



Fanaa garantisce ai suoi interpreti immense possibilità di sbagliare, come un oggetto in bilico tra la pianura e un precipizio, senza la fermezza di Aamir e di Kajol si sarebbe tranquillamente schiantato al suolo.
E’ un film che assaggia da vari piatti, non un passatempo ma neanche troppo serio, si propone come potenziale blockbuster e si contraddice tirando fuori personaggi impopolari, melodramma e scarsa credibilità.
Eppure nell’equilibrio di tante situazioni a rischio raggiunge una perfezione tutta sua. Lo trovo un prodotto eccellente nell’insieme, irrobustito da grandi interpreti, da un finale da pelle d’oca e da una colonna sonora a dir poco stupenda. Fanaa è un buon tentativo di creare qualcosa in grado di mescolare generi diversi senza ricorrere ai forti contrasti nell'unione di romance-comedy-action-drama; non si percepiscono mai brusche spaccature, è una fusione perfettamente riuscita e resta omogeneo, raffinato, piacevole, non un semplice contenitore.


TRAMA
Non posso inserirla…
Troppe sono le incongruenze e i salti, raccontata in due righe sembrerebbe assurda e scoraggiante. Fanaa va guardato e una volta che ci si è dentro bisogna solo lasciarsi andare.


GLI ATTORI

Non avremmo davanti lo stesso risultato se a controllare i passi ubriachi del film non ci fossero stati due attori che il loro mestiere lo sanno fare veramente, la cui espressività e passione fuoriesce da ogni millimetro del loro corpo. I due profili, l’intera sceneggiatura, le canzoni, sembra siano state ideate esclusivamente per poterli unire nello stesso set, per poter avvicinare i nomi Aamir Khan e Kajol in una locandina.
Abbinamento improbabile quanto vincente. La magnifica coppia male assortita.

Aamir.
Per tutto il film eccezionale anche se (volutamente?) imbruttito e appesantito nella prima parte (ma che gli hanno dato da mangiare? È lievitato…) , per poi svelarsi in tutto il suo fascino nella seconda (folgorante, quello che si dice l’effetto sorpresa). Con un personaggio così pieno di contraddizioni e nato per essere odiato, anche la più piccola esitazione da parte sua avrebbe scatenato l’insoddisfazione assoluta; Rehan è una figura negativa che non sempre viene percepita come tale, si fa conoscere e si svela , si concede agli spettatori. Aamir è geniale nel creare questa situazione strana, l’attore fa compiere al suo personaggio un passo avanti verso l’amore del pubblico e due indietro per ristabilire la giusta distanza … quasi a suggerire “ricordatevi chi sono e non amatemi troppo, c’è in gioco la riuscita del film”...

Kajol .
Il suo nome è sinonimo di entusiasmo contagioso e incredibile presenza scenica, ma
per deliziarci con grandi performance ha bisogno dell’ambiente giusto e Fanaa le è stato praticamente cucito addosso. Intensa nelle parti drammatiche, trascinante in quelle brillanti, semplicemente perfetta e adorabile qualunque cosa faccia.
Pensandoci bene, è forse l’unico film veramente bello che Kajol ha girato senza il suo storico compagno di scena , molto spesso da sola si è imbattuta in pellicole non proprio eccelse, ed è forse l’unica volta in cui la guardo “single” sullo schermo e non sento minimamente la mancanza di nessun altro Khan. Quando va detto… va detto.

Da non dimenticare: il contributo notevole di Kiron Kher e Rishi Kapoor. Impossibile immaginare per Fanaa un cast migliore.


I PERSONAGGI

Praticamente agli antipodi: Zooni, una ragazza non vedente dall’entusiasmo disarmante, e Rehan, bugiardo e pericoloso.I due poli in un’opposizione continua, e proprio l’improbabilità del feeling tra due personaggi così diversi crea un contrasto incredibile quanto interessante.


SONG PICTURIZATIONS

Ovvero la rappresentazione visiva delle canzoni contenute in una pellicola, non solo playback o coreografie, il cinema indiano ha una maniera tutta sua di introdurre i brani musicali con armonia all’interno di qualsiasi tipo di film creando una combinazione di esperienze sensoriali. Ricordiamo che sono parte stessa della narrazione, non un semplice diversivo.
Fanaa può vantare musiche e testi estremamente curati, così come locations e scenografie.

Mere Haath Mein / Stringendo le tue mani
Eterea e colorata. Rigenera nuova vita nello spettatore un po’ disorientato dai continui sbalzi della trama e lo aiuta a raccogliere energie per il finale.
Toni brillanti, musica dolcemente triste, parole che sono più di una poesia. Uno scenario interamente costruito in studio, spettacolare e artificiale.

Chand Sifarish jo karta amaari / La luna ci sta incoraggiando
La mia preferita, una passeggiata per le rovine del Qutb Minar. Musica orecchiabile, testo ammiccante, immagini semplici ma efficaci, seguiamo uno spigliato Aamir/ Rehan attraverso le meraviglie di Delhi.

Des Rangila / Variopinto, colorato
Dedicata all’India e alle sue bellezze. Patriottica e vivace, nel finale la coreografia ripropone l’immagine della bandiera indiana in un modo del tutto originale.

Chanda Chamke / Splende la luna
Filastrocca scioglilingua che riprende il motivetto di Chand Sifarish, è stata girata a Zakopane, innevato paese montano della Polonia meridionale. Si rivolge ai bambini ma diverte anche gli adulti, la prima volta che ho visto il film mi sembrava assolutamente fuori luogo, ora non la penso più così.

Dekho Na / Guarda
Classica rain song, la pioggia sinonimo di seduzione e liberazione delle passioni, colonna sonora della notte d’amore di Rehan e Zooni. Volendo fare una battuta cattiva… non è che il testo per caso è stato dedicato a Qualcuno? Della serie “Dekho Na/Guarda - cosa combino con la tua bella co-star?"

GIOCHI POETICI

Sullo sfondo di Delhi, catturata attraverso immagini eccezionalmente belle ed irreali, l’ossessiva attenzione di Rehan per Zooni, corteggiamento intrigante e insolito portato avanti un continuo scambio di versi. Non solo un dettaglio ma la vera forza narrativa di tutta la prima parte.
Della serie non conta “cosa” si racconta ma “come lo si fa”.

Citerò solo la coppia più suggestiva (che è già un riassunto dell’anima del film):

Tere dil men meri saanso nko panaah mil jaae/
Tere ishq men meri jaan fanaa ho jaae

Lascia che il mio respiro trovi rifugio nel tuo cuore/
Possa la mia vita distruggersi col tuo amore


ECHI E CITAZIONI

Una curiosità: c’è una sequenza in cui i protagonisti giocano ad Antakshari, una serie di indovinelli concatenati legati a celebri canzoni cinematografiche, un passatempo molto comune in India. Riesco a riconoscere un brano da Pyaasa, uno da Kashmir Ki Kali, uno da Aandhi e uno da Kagaaz Ke Phool.
Si attendono suggerimenti per identificare i restanti 2.
Troviamo poi qualche richiamo al “già visto” decontestualizzato e reinserito in Fanaa:
Il gesto di infilare braccialetti al polso di Kajol, la filastrocca scioglilingua, la bandiera indiana e l’inno nazionale (tutti da Kabhi Kushi Kabhie Gham?) la cantilena “cheater-cheater” che improvvisa il bambino sulla vasca da bagno (Kuch Kuch Hota Hai?) il gioco di parole su Dilwale Dulhania Le Jayenge citato dall’amica di Zooni mentre lei si allontana dal treno. Chissà se ce ne sono altre…


IL FINALE

Vero gioiello di Fanaa, cattura l’attenzione al punto da causare un mal di testa.

Il mio giudizio sul film ***** 5/5
Promosso a pieni voti!! Non toccherei assolutamente niente.
I giudizi poi sono soggettivi e il mio come al solito non vuole essere intellettuale ma solo istintivo sopra ogni cosa. Non mi stanco mai di rivederlo e se per 170 minuti il mondo esterno non esiste per me vuol dire che il film funziona.


ANNO: 2006

REGIA: Kunal Kohli

TRADUZIONE DEL TITOLO: Distrutto

CAST:
Aamir Khan………… Rehan
Kajol…………………....Zooni
Rishi Kapoor……......Zulfikar
Kiron Kher…………...Nafisa
Tabu…………………...Malini Tyagi

Apparizioni speciali di Lara Dutta, Shiney Ahuja


COLONNA SONORA: Jatin / Lalit

PLAYBACK SINGERS: Shaan, Sonu Nigam, Sunidhi Chauhuan, Mahalaxmi Iyer

RECENSIONI

The Times of India *** 1/2
Testo originale
Bollywood Hungama ****
PREMI E RICONOSCIMENTI:

- FILMFARE AWARDS
Vincitore nelle categorie : Best Actress (Kajol) , Best Male Singer (Shaan), Best Lyrics (Prasoon Joshi)
ma anche Zee Cine, IiFa e Star Screen Awards...

02 aprile 2009

13B


'13B' è un raro esempio di horror confezionato in simultanea in lingua Hindi e in lingua Tamil: la versione di Kollywood è intitolata 'Yavarum Nalam'. Stesso regista e stesso cast nei ruoli principali per entrambe le edizioni. Vikram K. Kumar, qui al suo esordio, regala una sceneggiatura e una regia dignitose e originali. Le interpretazioni sono molto naturali.

Il film paga il giusto tributo a 'Bhoot' di Ram Gopal Varma - entrambi fanno passare la voglia di cambiar casa -, ma la trama è aggiornata alle dipendenze contemporanee. Le presenze soprannaturali diventano tecnologiche, hanno un aspetto comune, ci prendono anche un po' in giro. I colpi di scena, da un punto di vista stilistico, sono rappresentati in modo insolito per un horror. Il paranormale si intreccia al quotidiano senza soluzione di continuità.

Il finale non è male (ma non si può mai star tranquilli?).

TRAMA

Manohar si trasferisce con la famiglia in un nuovo grande appartamento, il 13B al tredicesimo piano di un elegante edificio. Mettiamola così: non lo cambierei col mio loculo di periferia. Guardate il film e capirete il perchè.

RECENSIONI

The Times of India: ***1/2
'13B' è accurato sia dal punto di vista contenutistico che stilistico. Di solito gli horror bollywoodiani si basano su sceneggiature molto deboli e crollano nel climax, limitando la suspence a qualche oscuro cerimoniale magico. Ma in '13B' il fattore brivido è tenuto vivo per tutto il film, il soprannaturale si mescola al reale, e viene fornita una spiegazione plausibile agli eventi straordinari narrati sullo schermo. Di più: la pellicola punta il dito contro l'ossessione globale del ventunesimo secolo, la onni-pervasiva televisione. E' una storia interessante, ben narrata, con i colpi di scena al posto giusto. A ciò si aggiungono la totale spontaneità del cast, abilmente guidato da Madhavan, la fotografia stilizzata e il montaggio elegante.'
Nikhat Kazmi, 05.03.09

Hindustan Times: **
'Se vi piacciono gli horror '13B' è nella norma, soprattutto nel primo tempo: gli attori fanno la loro parte e le inquadrature sono adeguatamente bizzarre. Ma nel secondo tempo il film si trasforma in un festival di urla assordanti. Il climax si basa su noiosi cliché, sangue ovunque e il solito inesorabile tema musicale che annuncia l'incombente minaccia.'
Shashi Baliga, 06.03.09

Cinema Hindi: **1/2
Punto di forza: l'ironia sulla teledipendenza
Punto debole: lento?

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* R. Madhavan ('Rang De Basanti') - Manohar
* Neetu Chandra ('Oye Lucky! Lucky Oye!') - Priya, moglie di Manohar
* Murali Sharma ('Black Friday') - l'amico poliziotto
* Deepak Dobriyal ('Delhi 6') - Ashok

Regia e sceneggiatura: Vikram K. Kumar, al suo esordio

Colonna sonora: composta da Shankar-Ehsaan-Loy ('D O N')

Anno: 2009

Sito: http://www.13b.in/ Un consiglio: non visitatelo di sera. Volete conoscere le curiosità sul numero 13? O leggere aneddoti sui fantasmi? C'è persino una piantina dell'India con alcune location segnalate da un teschio: cliccateci sopra e scoprirete l'ubicazione degli edifici infestati. E non finisce qui. Due giochini da brivido. Una collezione di inquietanti video su poltergeist, fantasmi e case infestate. E il download dei brani musicali si ferma ovviamente a 13. Ma anche un 'Making of' molto naif, con immagini davvero rubate sul set. Imperdibili le sequenze con gli attori bambini.

CURIOSITA'

* Pare che il film sia stato girato in soli 40 giorni, e pare che una casa di produzione americana, The Weinstein Company, sia interessata a realizzarne un remake hollywoodiano
* 'Yavarum Nalam', il titolo Tamil, significa 'Va tutto bene': è anche il titolo del serial TV che la famiglia di Manohar guarda ipnotizzata tutti i giorni alle 13.00
* Madhavan, in prestito dal cinema Tamil, ha interpretato diversi film del grande regista Mani Ratnam, fra cui la versione Tamil di 'Yuva' - 'Aaiytha Ezhuthu' -, nel ruolo che in 'Yuva' è ricoperto da Abhishek Bachchan
* Neetu Chandra con la versione Tamil di '13B' debutta a Kollywood. L'attrice è un tipo davvero sportivo: cintura nera in Taekwondo (NON chiedete), ha rappresentato l'India ai campionati mondiali di questa (ehm) disciplina, nonchè ai mondiali di (ehm) Korfball (NON chiedete)

GOSSIP&VELENI

* Certo che farsi 13 piani a piedi tutti i giorni...