10 giugno 2019

B H A R A T




Ho la sensazione che Bharat, pur con le sue lacune e la sua retorica, nel corso del tempo diventerà una sorta di classico della cinematografia popolare indiana. Lo riguarderò fra 10 anni e forse giudicherò troppo severa la recensione che sto pubblicando oggi.
Bharat è stato distribuito in occasione della festività religiosa dell'Eid, quindi rientra in quella categoria di costosissimi film di intrattenimento per famiglie che, in un certo senso, costituiscono un genere a sè, o semplicemente sono l'espressione più autentica, lussuosa e magniloquente del masala cinematografico. Bharat è frutto di una ricetta ricca e piuttosto attenta, e si innesta in una tradizione ben radicata. 
Ali Abbas Zafar ha avuto la brillante idea di indianizzare un titolo coreano di successo (Ode to my father). Lo sfondo è intimidatorio (nientemeno che la storia moderna e contemporanea del suo Paese, dalla Partizione al 2010), la vicenda ha un sapore epico, la narrazione è di qualità discontinua ed è a tratti surreale, il tono è leggero ma non troppo insensato, la realizzazione grandiosa, il protagonista (Salman Khan) in forma spettacolare. 

Eppure Zafar, in un modo suo personale, riesce ancora una volta ad introdurre qualche spunto innovativo nel fiammeggiante caleidoscopio iperbollywoodiano, ad accennare qualche argomento scomodo, e ad uscirne indenne grazie al tocco lieve, alla sbronza di intrattenimento elargita agli spettatori e alla complicità di una superstar inossidabile come Salman. 
Bharat in questi giorni sta incendiando il botteghino e sta allegramente polverizzando i precedenti record d'incasso, malgrado narri, fra le altre cose, una splendida, fraterna amicizia maschile condivisa da un hindu e un musulmano, amicizia nata nel periodo della Partizione, e per questo ancora più scandalosa. 
La storia d'amore, anche se marginale, è fuori dagli schemi, soprattutto considerando l'epoca nella quale è collocata: i due protagonisti si frequentano stabilmente per decenni e viene ventilata la possibilità di una convivenza al di fuori del matrimonio, su proposta di lei (Kumud) e con il beneplacito dei familiari di lui (Bharat). La coppia non ha figli, a meno di non essermi persa qualcosa. Lei è più istruita di lui, è autonoma, sicura di sè, ha un buon lavoro, e non si lascia incantare dalla retorica patriotica nè dal super-eroismo di Bharat.
Si accenna alle condizioni disumane dei lavoratori nei giacimenti petroliferi in Medio Oriente e alla proliferazione incontrollata dei centri commerciali a discapito dei piccoli commercianti. 
Inoltre Bharat pone pesantemente l'accento sulla necessità e improcrastinabilità di stringere rapporti amichevoli con il vicino Pakistan, tema che regala le sequenze più significative e più emozionanti del film.
Nehru e Manmohan Singh, esponenti di spicco del partito del Congresso (e quindi oggi poco popolari), vengono citati sotto una luce positiva: i sostenitori in sala del BJP avranno accusato problemi digestivi.

Lacune e retorica. Bharat sfortunatamente non ne è immune. Il primo tempo, pur godibile, sembra scollegato dal nocciolo della trama e troppo iperbolico. Però il film cresce a mano a mano che la storia si dipana. La sceneggiatura si fortifica o tenta di. Ci si affeziona ai personaggi e alle loro vicende. Bharat non è un prodotto eccelso se lo si estrapola dalla sua categoria, eppure ti accompagna per giorni. I difetti gli impediscono di assurgere ad un livello superiore, ed è un vero peccato perchè per molti aspetti (non ultimo le intenzioni) lo avrebbe meritato. 

TRAMA

Bharat ama festeggiare i suoi compleanni alla stazione, ed è proprio in una di queste occasioni che narra ai familiari più giovani le rocambolesche vicende della sua vita: il dolore devastante causato dalla Partizione, l'esperienza in un circo, la trasferta in Medio Oriente, l'amore per la sua donna, la parentesi su una nave mercantile, la ricerca del padre e della sorella rimasti oltre confine.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Il contributo di Amitabh Bachchan contro i pirati, la coreografia improvvisata da uno di loro, e la battuta pronunciata da Bharat che recita più o meno così: "L'India conquisterà il mondo con le parole, con l'amore e con le canzoni di Bollywood". Yesss, man!
* Diverse battute argute affidate a Kumud.

RECENSIONI

Mid-Day: ***
"This is the stiff Indian super-hero Sal-man's most ambitious film, ever - not just in terms of the stupendous scale, sweep, but also scope, as the story spans over a time period of 63 years. All of it remarkably packed into 165 minutes, between multiple locations. (...) The character (Bharat) displays tremendous grit and enterprise, much like that admirable, post-independence generation - surely on both sides of the border. Along the way, he also finds unqualified romance in a posh, progressive woman (...). She's a feminist icon of sorts. So is the guy, by the way. (...) This is very much a full-on Salman film, first and foremost, with all Bollywood mania mixed into it - for better or worse; depending on whether you're a die-hard fan, or not. Frankly, think both sets will be reasonably pleased, and for all you know, Bharat might even hold high-potential for a National Award in that consolatory "wholesome entertainment" category". 
Mayank Shekhar, 05.06.19

Cinema Hindi: *** 1/2
Punto di forza: l'intrattenimento, le emozioni, la magia, Salman Khan.
Punto debole: il ritmo e la sceneggiatura, talvolta zoppicanti; il montaggio non sempre all'altezza.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Salman Khan - Bharat
* Sunil Grover (impeccabile, in un ruolo bello corposo) - Vilayati, amico fraterno di Bharat
* Katrina Kaif - Kumud, fidanzata di Bharat
* Sonali Kulkarni - madre di Bharat
* Jackie Shroff (splendido cameo) - padre di Bharat
* Tabu (cameo) - Gudiya, sorella di Bharat
* Disha Patani (cameo) - Radha
* Satish Kaushik (cameo) - capitano della nave

Regia e sceneggiatura: Ali Abbas Zafar
Colonna sonora: Vishal-Shekhar (canzoni). Il brano Zinda ha il giusto tono epico.
Traduzione del titolo: significa India.
Anno: 2019

CURIOSITA'

* La filmografia di Ali Abbas Zafar: Mere Brother Ki Dulhan, Gunday, Sultan, Tiger Zinda Hai, Bharat. Credo che Sultan sia il migliore (però non ho visto Gunday) e TZH il più debole (molto meglio Ek Tha Tiger di Kabir Khan). Spiccano le anomale (per la cinematografia popolare indiana) figure femminili. Zafar ha firmato sia la regia che la sceneggiatura di tutti i suoi lavori, e pare stia progettando un nuovo capitolo della saga di Tiger.
* Bharat è stato distribuito anche in Italia nei multisala UCI, in versione originale con sottotitoli in inglese e in italiano.
* Riferimenti a Bollywood: Amitabh Bachchan, Shah Rukh Khan.

GOSSIP & VELENI

* Infinita la polemica in relazione a Priyanka Chopra. Sembra che Priyanka avesse chiesto alla sua amica Arpita Khan, sorella di Salman, di intercedere per lei al fine di ottenere il ruolo di Kumud in Bharat. Manovra coronata dal successo. Qualche giorno prima dell'inizio delle riprese, Priyanka rinunciò clamorosamente al film. Pare che la motivazione ufficiale fosse il suo matrimonio con Nick Jonas, ma circolarono voci di un concomitante progetto a Hollywood (credo di ricordare anche un tweet di Priyanka al riguardo), progetto in seguito annullato. La promozione di Bharat è stata adombrata dalle dichiarazioni pungenti di Salman Khan a commento dell'increscioso episodio.

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