Un film formalmente scarno la cui potenza narrativa è affidata al teso e contrastato confronto tra due splendide protagoniste, Shabana Azmi e Smita Patil, impegnate in personaggi in lotta l’uno contro l’altro ed emotivamente dipendenti dalla stessa figura maschile: un uomo fragile e confuso che entrambe amano eppur decidono di allontanare. Arth è la cronaca aspra della fine di un matrimonio ma anche il racconto dell’inizio di un nuovo rapporto a partire dalle ceneri di una storia velocemente rimossa.
TRAMA
Inder (Kulbushan Kharbanda) regala alla moglie Pooja (Shabana Azmi) la casa dei suoi sogni ma dopo alcuni giorni le rivela che ama un’altra donna (Smita Patil) e che non si tratta di un’avventura. Il marito vorrebbe che lei restasse nell'appartamento, regalatole per pulirsi la coscienza, e che accettasse un assegno mensile per le spese necessarie. La donna, schifata dal suo comportamento, fugge e tenta di costruirsi una nuova vita.
Dal film affiorano con prepotenza dialoghi, situazioni e reazioni fin troppo reali, il modo in cui è stata descritta la passione (e l’abbandono, il dolore, il senso di vuoto, l’egoismo, l’incapacità dell’uomo di saper gestire certe situazioni delicate) fa sembrare Arth una raccolta di attimi vissuti piuttosto che un denso copione cinematografico.
Shabana Azmi regala un’interpretazione degna del National Award ricevuto, le scene più asciutte e dolorose sono state pensate attorno al suo personaggio, una donna che proprio mente sentiva avvicinarsi la perfezione della sua felicità domestica si scopre trasformata in niente nel giro di pochi minuti, una moglie affezionatissima al compagno che si ritrova a ritrattare i suoi principi, le sue priorità e i suoi valori. La riabilitazione della sua autostima e la progressiva affermazione di sé compongono il nodo del film, malgrado Pooja perda di colpo tutti i propri punti di riferimento riesce a reagire e ripartire da zero, compiendo scelte che non avrebbe mai immaginato di fare. Si stringe il legame della donna con la sua domestica, una figura che diviene il suo alter ego, entrambe deluse e nauseate dalle azioni di uomini fedifraghi, irrispettosi e impuniti, vivono sulla propria pelle esperienze di infedeltà coniugale e si assistono, si danno forza, si confidano, le loro diverse assimilazioni degli eventi, e i rispettivi epiloghi, mostrano due opposti tentativi di reazione, il primo costruttivo e dinamico, il secondo sofferto, violento ed eclatante.
Arth non si perde in moralismi o prediche, ogni rischio è aggirato con sapienza, e propone tre storie diverse di liberazione della donna dalla presenza maschile senza temere di andare contro la società presentando tematiche scomode. Mahesh Bhatt, ancora una volta dopo Saraansh, torna a studiare la disperazione che si innesta negli esseri umani dopo la perdita di qualcuno, le case divengono custodi di ricordi e fantasmi del passato da vincere o scacciare. Se nel film che ha reso note al pubblico le straordinarie doti di Anupam Kher la perdita era legata a sfortunate fatalità , in Arth il distacco è una scelta deliberata e decisa per scopi personali. Non meno potente è il personaggio di Kavita, l’altra donna, l’attrice passionale e nevrotica che si attacca a Inder in modo morboso, gli intensi faccia a faccia tra lei e Pooja si trasformano in autentici duelli tra il tumultuoso talento di Smita Patil e la classe di Shabana Azmi. Aldilà della ottime interpretazioni delle due eroine il film spicca per la particolare colonna sonora del duo Chitra e Jagjit Singh, canzoni cinematografiche vengono sostituite da poeticissimi ghazal, i cui versi forniscono la chiave di lettura giusta per interpretare le immagini.
Il mio giudizio sul film ****1/2 4,5/5
ANNO: 1982
TRADUZIONE DEL TITOLO : Significato
REGIA: Mahesh Bhatt
CAST:
Shabana Azmi ……………… Pooja
Smita Patil …………………. Kavita
Kulbushan Kharbanda ………….. Inder
Raj Kiran …………………… Raj
Rohini Hattangadi ……………… la domestica di Pooja
Mazhar Khan ……………. Harish
COLONNA SONORA : Chitra & Jagjit Singh, testi di Kaifi Azmi
QUALCOS'ALTRO:
Il poeta Kaifi Azmi, autore anche dei testi dei ghazal presenti nel film, è il padre della protagonista Shabana, dal 1984 l'attrice è sposata con Javed Akhtar.
Khulbushan Kharbanda ha lavorato come attore non - protagonista in innumerevoli produzioni bollywodiane e non tra cui : Kurbaan, Lage Raho Munnabhai, Water, Fire, Earth, Umrao Jaan (2006), Moonsoon Wedding, Lagaan, Refugee, Jo Jeeta Wohi Sikandar, Prem Rog e Silsila.
Mahesh Bhatt lasciò la moglie per amore dell'attrice Parveen Babi con la quale visse per alcuni anni prima che la donna di ammalò di schizofrenia, alla sua memoria ha dedicato il film Woh Lamhe.
Shabana Azmi vinse grazie a questo film il National Award e il Filmfare Award come Miglior Attrice, Rohini Hattangadi, l'attrice che interpreta il ruolo della domestica, vinse il Filmfare Award come Miglior Attrice Non Protagonista.
QUALCOS'ALTRO:
Il poeta Kaifi Azmi, autore anche dei testi dei ghazal presenti nel film, è il padre della protagonista Shabana, dal 1984 l'attrice è sposata con Javed Akhtar.
Khulbushan Kharbanda ha lavorato come attore non - protagonista in innumerevoli produzioni bollywodiane e non tra cui : Kurbaan, Lage Raho Munnabhai, Water, Fire, Earth, Umrao Jaan (2006), Moonsoon Wedding, Lagaan, Refugee, Jo Jeeta Wohi Sikandar, Prem Rog e Silsila.
Mahesh Bhatt lasciò la moglie per amore dell'attrice Parveen Babi con la quale visse per alcuni anni prima che la donna di ammalò di schizofrenia, alla sua memoria ha dedicato il film Woh Lamhe.
Shabana Azmi vinse grazie a questo film il National Award e il Filmfare Award come Miglior Attrice, Rohini Hattangadi, l'attrice che interpreta il ruolo della domestica, vinse il Filmfare Award come Miglior Attrice Non Protagonista.
Nessun commento:
Posta un commento