L’esplorazione del genere fantasy è ormai diventata una delle caratteristiche del cinema contemporaneo in lingua telugu, ingenti investimenti e sofisticate tecnologie digitali danno vita a storie suggestive con salti indietro nel tempo, pericolosi nemici, reincarnazioni e sortilegi. Il pubblico sembra non averne mai abbastanza e gli elementi vengono riproposti in tutte le loro possibili varianti, se Magadheera è più che altro un’epopea romantica creata per mettere in luce il fascino dei due giovani interpreti e Anaganaga o Dheerudu una favola Disneyana con tanto di strega, principi e principesse, Arundhati sceglie tinte più oscure e sostituisce la storia d’amore con un racconto di superstizione e mistero.
TRAMA
Arundhati (Anushka Shetty) sta per sposarsi con il fidanzato Rahul (Arjan Bajwa) quando una serie di imprevisti interrompono i preparativi delle nozze. La ragazza inizia a scoprire il passato della sua famiglia e conosce per la prima volta la storia della nonna Jejamma, della quale tutti i parenti credono lei sia la reincarnazione.
Un film tutto al femminile, non ci sono eroi o impavidi cavalieri ma una sola eroina dal portamento regale, una lunga lotta tra il bene e il male che passa attraverso vendette, rituali, sacrifici, nella quale scindere tra ciò che sogno, incubo e realtà diviene difficile. Lo spettacolo regge, almeno per tutta la prima parte, Anushka Shetty è una splendida protagonista, indossa abiti imponenti e recita con audacia, la costruzione del suo doppio personaggio si rivela terribilmente intrigante. Rivolgendosi ad un pubblico più adulto rispetto altri titoli dello stesso filone Arundhati può incedere in violente danze della vendetta, mostrare l’esecuzione di riti superstiziosi ed evitare di tagliare le immagini piuttosto forti della morte di Jejamma. Le scene più crude e violente sono forse le migliori del film, girate con maestria e per niente nauseanti a conti fatti risultano le sequenze più originali, se non addirittura geniali, gli attimi in cui la pellicola dimostra veramente di avere una solida forza narrativa.
Arundhati è un fantasy dark ben ideato ma non eseguito alla perfezione, il difetto più evidente resta la figura dell’antagonista, un personaggio troppo iperbolico e poco incisivo per il quale Sonu Sood appare totalmente sprecato. Tra i pregi c’è invece la coerenza e la capacità di selezione, l’assenza di elementi superflui inseriti con il solo scopo di conquistare un pubblico più vasto, la capacità di schivare agilmente molti luoghi comuni. La pellicola ha un aspetto estremamente sofisticato, a Rahul Nambiar, il direttore creativo, dobbiamo la suggestiva atmosfera del film, l'immersione in un ambiente surreale e l’introduzione di piacevoli effetti speciali, la fusione di set artigianali costruiti negli studio arricchiti da dettagli aggiunti in grafica digitale risulta molto interessante, lo stesso esperimento sarà ripetuto in Magadheera.
Il mio giudizio sul film : ***1/2 3,5/5
ANNO : 2009
LINGUA : Telegu
REGIA : Kodi Ramakrishna
CAST:
Anushka Shetty ……………….. Arundhati
Sonu Sood ……………………. Pasupathi
Arjan Bajwa …………………… Rahul
Sayaji Shinde …………………. Anwar
Divya Nagesh .............. Jejamma da bambina
COLONNA SONORA : Koti
PLAYBACK SINGERS : Kailash Kher, Sandeep, Kushi Muralidhar
QUALCOS'ALTRO:
Arundhati è stato doppiato in tamil e malayalam riscuotendo un ottimo successo anche negli altri stati indiani.
Arjan Bajwa ha lavorato accanto a Priyanka Chopra in Fashion di Madhur Bhandarkar, in alcuni film compare con il nome d'arte Deepak.
Anushka Shetty ha vinto la statuetta di Miglior Attrice alla cerimonia dei Filmfare Awards South del 2009. L'abito indossato da Anushka nel ruolo di Jejamma è stato pazientemente confezionato per oltre tre mesi da artisti dell'area del Charminar di Hyderabad, il peso dell'abito era di circa 20kg.
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