Ispirato al racconto breve di Tamilzhselvan Veyyilod Poi, Poo (trad. fiore) è una favola sull’adolescenza raccontata con gusto e buoni sentimenti la cui trama ricorda Kushboo di Gulzar, un’altra pellicola in cui la determinazione femminile e la titubanza maschile si scontrano nel corso degli anni. L'opera figura tra i migliori “village movies” di sempre, un genere molto popolare nella cinematografia tamil, il regista stupisce con un film dall’approccio poetico, girato tra il deserto e i paesaggi rurali di una località remota, che si fa amare per i suoi tagli simpatici e inaspettati, per i salti nell’irrazionale, per la sua creatività.
TRAMA
La giovane Maari (Parvathy Menon) sogna il suo futuro accanto al cugino Thangarasu (Srikanth), il ragazzo però abbandona il villaggio per andare a studiare a Chennai e i due smettono di frequentarsi. Passano gli anni e arriva il momento in cui il sentimento che li aveva uniti da bambini potrebbe evolversi in una relazione adulta ma l’incertezza di Thangarasu rallenta le decisioni e cambia il corso degli eventi.
Ci sono tante forme di poesia, c’è chi scrive componimenti in versi, chi imprigiona attimi nella pittura ma anche chi riesce a far recitare ad un paesaggio campestre meravigliosi racconti d’immagini. Lo schermo diviene una tela bianca su cui dipingere le crepe della terra segnata dai raggi del sole associate al volto aggrinzito di una donna molto anziana, l’ombra delle palme sulla sabbia e le brocche variopinte, le rocce desertiche accanto ai verdi e prosperosi campi coltivati. Il film ci mostra uno spaccato di vita quotidiana nei villaggi più remoti, il rapporto degli uomini con un ambiente non facilmente domabile , i lunghi viaggi in autobus per raggiungere i centri urbani e le strade sterrate che sembrano condurre verso il nulla. Il paesaggio è distante da tutto, isolato, i personaggi vivono nelle loro comunità ma sono soli, si trovano a riflettere, a parlare con sé stessi, a fissare a lungo l’orizzonte. Sentimenti delicati si contrappongono ad una natura aggressiva, nel silenzio che la circonda la mente è libera di viaggiare e la maggior parte dei momenti più belli della storia sono in realtà attimi non vissuti.
Il regista ci distrae e ci imbroglia facendo iniziare il film con il suo finale, dopo poco siamo convinti che la storia non abbia niente da dare ed ecco invece che tutto viene smentito, capovolto, approfondito, Sasi sceglie di raccontare con semplicità e dolcezza i turbamenti di un’adolescente e le sue fantasie per il cugino che vive lontano, la sua smania di rincontrarlo, di farsi notare, di mostrarsi bella per lui. Protagonista della pellicola la giovane Parvathi Menon che per la sua vibrante espressività si è aggiudicata il Filmfare Award South come Miglior Attrice l’anno stesso del suo debutto.
Catene di sogni stringono i personaggi l’uno all’altro, Maari desidera divenire la moglie di Thangarasu, il padre del ragazzo aspira a realizzarsi economicamente, nonostante sia un magazziniere sogna per il figlio un vita lussuosa e parla per numeri, gli esami che ancora gli mancano per diventare ingegnere, le cifre che comporranno i suoi futuri stipendi una volta che otterrà la laurea. C’è poi il sogno di qualcun altro, un’aspirazione che silenziosa rivoluzionerà il finale della storia, il proprietario dell’oleificio preoccupato per la brutta strada che i suoi figli hanno intrapreso vorrebbe vederli trasformati in adulti retti e responsabili. Come le loro vite si uniscono e si dividono è tutto da scoprire.
Poo è un film che si può guardare semplicemente per intrattenersi o lasciarsi avvolgere dai suoi impulsi sensoriali, colori e ritmi, ma è anche una storia che si presta a molteplici sguardi e interpretazioni, ci si può sedere davanti all’opera con la voglia di ricercare elementi diversi ed accogliere l’invito a scavare più a fondo.
Alcune sequenze sono velocissime, altre molto lente, sospirate, la protagonista è mossa dalle migliori intenzioni ma non si sente al di sopra degli altri, né perfetta. Maari è un personaggio splendido e ricco di calore, la ragazza è umile ma fiera di sé, il suo è un amore disinteressato, slegato da ogni ambizione di possesso, anche le sue più piccole azioni sono significative, anche il suo mondo immaginario è realistico.
Il racconto della crescita dei due cugini si intervalla a immagini del presente e suggerisce un nuovo modo di confrontarsi con il proprio passato. La disponibilità a comprendere e la riservatezza del marito di Maari dimostrano come accettando una persona come parte della propria vita si debba essere disposti ad abbracciare tutto di lei, dai suoi ricordi ai suoi timori, quello che è stata prima di appartenerci a anche quello che forse non riuscirà mai a dirci.
Il mio giudizio sul film : ***** 5/5
ANNO : 2008
LINGUA : Tamil
TRADUZIONE DEL TITOLO : Fiore
REGIA : Sasi
CAST
Parvathi Menon ………………… Maari
Srikhant …………………… Thangarasu
Inbanila ………………… Cheeni
Ramu ………… Il padre di Thangarasu
COLONNA SONORA : SS Kumaran
PLAYBACK SINGERS : SS Kumaran, Shankar Mahadevan, Karthikk, Harini, Chinmayee, Hemambiga, Periya Karuppa Thevar, Mridula, Srimathi Parthasarathy
QUALCOS'ALTRO
Poo è stato scelto dalla rivista specializzata Galatta Magazine tra i 100 migliori film della storia del cinema tamil
La pellicola è stata proiettata al Norway Film Festival (Sito ufficiale della manifestazione) e al Chennai International Film Festival, ha inoltre vinto nella categoria Miglior Film e Miglior Regia all'edizione 2008 dell'Ahmenabad Film Festival.
Il villaggio divenuto set del film è situato nella periferia di Rajapalayam, in Tamil Nadu a sud-ovest di Madurai
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