19 maggio 2009

G A U R I


Trama

Roshni, Sudeep e la figlia Shivani sono una famiglia felice. Sudeep ha un ottimo lavoro: è incaricato di progettare un intero quartiere di Mumbai che chiamerà proprio Shivani, mentre Roshni si occupa della bambina che entrambi adorano.
La coppia progetta di andare in vacanza al mare, ma Shivani sfogliando un album di fotografie si sente inspiegabilmente attratta da una bellissima abitazione immersa nella vegetazione: si tratta della vecchia casa di famiglia. Fa i capricci e convince i genitori, loro malgrado, a recarsi là per pochi giorni.Proprio nella dimora in campagna Roshni e Sudeep dovranno letteralmente affrontare i fantasmi del passato. La figlia non voluta, Gauri, scatenerà tutta la sua gelosia…

Regista: Aku Akbar

Anno: 2007

Attori:
Atul Kulkarni (Sudeep)
Rituparna Sengupta (Roshni)
Rushita Pandya (Shivani)
Anupam Kher (nonno)
Praanav (Bhim Singh)

Recensione: **

Probabilmente, se non ci si aspettasse di vedere un horror, il film sarebbe guardabile. Proprio nel momento in cui dovrebbe “decollare”, si trasforma in una propaganda anti-abortista. Trattandosi di un tema molto delicato, alcune scene sono toccanti, ma verso il finale si raggiungono picchi eccessivamente patetici. Gli attori interpretano bene i loro ruoli, ma non riescono a trasmettere né tensione né qualsiasi altro sentimento. Per la tragedia che mette in scena, potrebbe essere un film che rimane impresso negli spettatori, tuttavia ciò non accade. I dialoghi sono prolissi: il nonno ripete lo stesso sermone in più di un’occasione. Suggestiva una delle inquadrature finali di Shivani in cima alla cascata.

Times of India:

L’etica di questo film è completamente sbagliata. Prende una posizione moralista sull’aborto, anche se è praticato consensualmente e coscientemente e minaccia tutti i futuri possibili genitori che i feti mai nati ritorneranno per far diventare la loro vita un inferno. Forse il film avrebbe potuto avere senso se il regista avesse preso in considerazione l’infanticidio femminile. In questo caso viene da pensare che il film sia stato confezionato come propaganda da parte del movimento anti-abortista.
Peccato, perché il film tecnicamente non è così male. Anzi, è un classico film horror con la sua buona parte di scene da brivido. La felice coppia di città (Rituparno e Atul) ritorna alla vecchia casa di famiglia per una vacanza assieme alla figlia (quella che hanno voluto far nascere), finendo per ritrovarsi in un incubo che li attende in quel luogo immerso nella foresta. Il feto è ormai diventato un fantasma a tutti gli effetti che prende le sembianze della loro bambina e comincia a dargli la caccia, come succede normalmente in questo tipo di film. Vetri che si rompono, altalene che scricchiolano, la figlia che scompare e riappare in cima alla cascata, oggetti che sbattono e ghigni nel buio e la povera coppia è costretta a chiedere perdono alla figlia mai nata, nonostante l’aborto sia stato praticato per troncare una gravidanza indesiderata.
Fate attenzione alla giovanissima attrice Rushita Pandya; la sua recitazione riesce a dare al film qualche brivido. Il resto è solo etica bigotta e confusa.

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