26 maggio 2009

BABUL


C’è qualcosa che non mi convince.
Babul è un love triangle imbevuto di dramma ma con una certa tendenza ai giudizi categorici. La storia è tristissima, ok, non si vive di solo happy ending, il problema è che i personaggi, che potevano avere degli spunti interessanti, sono relegati in stabilissime categorie.
Bela è una ragazza povera e infantile, e basta.
Ashok è il bel tenebroso conteso da due donne, e basta.
Usha è la ricca virtuosa e perdutamente innamorata, e basta.
Nello stesso modo in cui ai tre protagonisti non è concesso mostrare di più, la storia non permette alcun ripensamento e ripiega su un finale austero e punitivo. Perché?.

TRAMA
Ashok è un affascinante maestro di musica segretamente legato ad una sua ricchissima allieva. Senza volerlo incoraggia le attenzioni di una ragazza ingenua e povera che ne fraintende gesti e parole iniziando a fantasticare su di lui. Ovviamente prima o poi si renderà conto della presenza di una rivale, ricca e sofisticata, con la quale le sarà impossibile competere.

Data la semplicità del plot la svolta tragica è portata agli eccessi, oltretutto, il personaggio che maggiormente viene attaccato è proprio quello in mano ad una sublime Nargis, accesa, come sempre, da un talento illimitato. Come mai il regista la ostacola e si mette contro di lei? Non si era accorto che è un punto di forza troppo evidente per poter essere svilito dalla storia?
Dilip Kumar è di una bellezza allarmante ma forse la sua intensità tragica nel film non è pienamente motivata, molto espressivo in alcuni momenti ma troppo passivo in altri; non c'è uno sviluppo graduale verso la conoscenza del suo personaggio che resta isolato e non coinvolge abbastanza.

Il mio giudizio sul film ** 2,5 /5
Un vero peccato. Grandi attori con poche possibilità di espressione, la storia tende a limitarli e non riesco a condividere il pessimismo dilagante dell’epilogo.
La qualità della fotografia in bianco e nero è invece suprema, suggestivi i contrasti di luce e l'intervallarsi di immagini lucide-brillanti ad altre opache-offuscate. Alcune scene meritano e andrebbero viste una seconda volta, come la materializzazione del sogno che si divide dal corpo di Nargis o il momento in cui Dilip Kumar fa indossare a Bela dei gioielli, alimentando in maniera evidente la sua illusione.
Sono convinta che se il finale non avesse massacrato gratuitamente, e a scopi ammonitori , la figura che amavo di più ora sarei molto meno delusa.

ANNO: 1950
TRADUZIONE DEL TITOLO: La casa paterna
REGIA: S.U. Sunny
CAST:
- Dilip Kumar...............Ashok
- Nargis.......................Bela
- Munawar Sultana......Usha
COLONNA SONORA: Raccoglie ben undici brani composti da Naushad e cantati da Lata Mangeshkar, Shamshad Beghum e Talat Mahmood.

Nessun commento: