24 gennaio 2020

KETTIYOLAANU ENTE MALAKHA


[Il testo contiene spoiler]

Il primo tempo affronta temi inusuali. In India il matrimonio combinato è una pratica tradizionale, diffusa, accettata o quantomeno tollerata. D'istinto solidarizzo con le donne, dimenticando che anche gli uomini stringono legami molto intimi con persone che non conoscono e che non amano. Kettiyolaanu Ente Malakha mi rinfresca la memoria ed è un bene. Non finisce qui. Lo stupore nasce dalla particolare caratterizzazione di Sleeva, il protagonista, un uomo di 35 anni che non ha mai sfiorato una donna perchè non ha mai desiderato farlo. Il tema dell'asessualità (non mi riferisco all'autismo) viene investigato di rado nella letteratura o nel cinema, anche occidentali, e il personaggio che lo incarna è di solito marginale. Immaginatevi dunque la mia sorpresa. KEM non è esattamente un film commerciale, ma il tono è leggero, e Asif Ali, l'attore principale, è un volto celebre e amato. 

Nel secondo tempo, però, l'intenzione dello sceneggiatore non è chiara. Dopo la celebrazione delle sue nozze con Rincy, Sleeva, ubriaco fradicio, stupra la moglie, e la donna finisce al pronto soccorso. KEM mantiene lo stesso tono lieve come nulla fosse. L'atto brutale di Sleeva è condannato da tutti - famiglia, amici, vicinato -, e questo è significativo, ma, col procedere della trama, viene considerato alla stregua di una ragazzata. Persino il prete del villaggio, zio di Rincy, la prende benissimo. Il tema del consenso, anche all'interno del matrimonio, è meritoriamente sottolineato. Rincy vuole separarsi e nessuno osa contraddirla, però le viene chiesto di perdonare il marito. Il lieto fine chiude la storia. Io allibita. 

[Per lo sceneggiatore] Perchè includere uno stupro nella trama? Se preferisci non prendere una direzione drammatica, limitati ai goffi tentativi di approccio di Rincy e di Sleeva. Se invece intendi denunciare il fatto che un'educazione rigida e l'ignoranza in ambito relazionale possono provocare comportamenti pericolosi, allora cambia registro stilistico, e non sminuire la gravità di uno stupro domestico, non pasticciare con Sleeva, non trascurare e svuotare Rincy. Stupro e commedia si sposano male.

Da un punto di vista tecnico, KEM è realizzato con cura. Asif Ali regala una performance solidissima. E' spontaneo e convincente, e tratteggia in modo anche amabile un personaggio pieno di nodi e contraddizioni, semplice solo in apparenza. Gli sguardi, la gestualità: tutto dimostra il grande lavoro compiuto da Ali (forse nel film sbagliato) per caratterizzare Sleeva. 

TRAMA

Sleeva è un uomo generoso e sorridente. Vive con la madre in una grande casa. Lavora con passione la sua terra. Possiede altri immobili. Insomma è un buon partito, anche se l'uomo non vuole saperne di sposarsi. Un giorno la madre, sola in casa, ha un malore. Sleeva si spaventa moltissimo, e accetta il matrimonio combinato con Rincy per garantire una compagnia alla madre (!). A mano a mano che la data delle nozze si avvicina, Sleeva diventa taciturno, intrattabile. L'ansia sale a livelli incontrollabili. Sleeva non ha mai interagito con donne della sua età non appartenenti alla sua famiglia, ed è letteralmente terrorizzato dalla prospettiva della prima notte di nozze. A celebrazione avvenuta, l'uomo le inventa tutte pur di non restare da solo con Rincy. Evita la moglie, non la guarda, non le parla, durante la luna di miele scappa. Rincy gli chiede spiegazioni. Sleeva, afflitto, capisce che non può rimandare a vita la consumazione. Si affida quindi all'alcol per trovare coraggio. Pessima idea.

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

* Il tono da commedia nel secondo tempo e la manipolazione emotiva che lo sceneggiatore orchestra per indurci a simpatizzare con Sleeva.

RECENSIONI

Film Companion:
'On the surface, Nissam Basheer’s Kettiyolaanu Ente Malakha is an Ayushmann Khurrana Movie made in Malayalam. Translation: it’s a cutesy, small-town dramedy centering on a “masculine problem”, but there’s more rootedness, more realism. (...) The film’s success is that it makes us buy this lived-in universe, where everyone is so rooted, so real that even things that would come off as body-shaming in other movies (a girl described as “fat”, a man described as “dark-skinned”) come off like traits being discussed casually, between members of a close-knit family. Even Sleeva’s big “problem” - at first - is treated with winking cuteness. (...) What I found curious - and most interesting - about KEM is how it appears less of a “problematic” movie than Arjun Reddy, despite the fact that Sleeva’s behaviour is far more “problematic” than Arjun Reddy’s. (...) This could be a fascinating case study of how “arrogance” on screen (like in Arjun Reddy) makes it less easy for us to fully embrace a character, while innocence and humility and basic human kindness (like in KEM) make us sympathise more readily with Sleeva. What he did is wrong, certainly, but the poor thing did not know any better. At least, Arjun Reddy is punished. (...) Here, after the shelling from the doctor, the most that happens is that people laugh at Sleeva, affectionately. Everyone rallies around him, including the priest who is Rincy’s uncle and who proposed the match. (Not once does this priest, this uncle, think of consoling Rincy. He’d rather be around Sleeva.) The film’s biggest problem is that it never gets into Rincy’s head. It is not bothered about her trauma. For all you know, the bruises on her lips and neck could have come about due to a fall. Veena Nandhakumar is a quiet, dignified presence - but she’s hampered by the lack of shading in Rincy, and is unable to suggest anything more than a... quiet, dignified presence. (...) Why, then, are we able to overlook all this and see the film solely through Sleeva’s eyes? One is, of course, the gaze. We are primed to follow the protagonist, even if he is evil (...). And two, that is how things are with this particular set of characters in this particular setting. (...) And hey, even this priest, this uncle, sees Sleeva as an innocent and not as a domestic abuser. I am with this priest. I see Sleeva as an innocent, too. An idiot, sure - but an innocent idiot. He needs to be taught (through counselling, which the doctor suggests, and by his married friends) about love, consent, sex. Asif Ali is magnificent. I was weeping for him at the end - and I realised how he and his film had skillfully played me. But how I wished Rincy’s journey had been a part of this, too! Unlike the girlfriend in Arjun Reddy, there is not a single scene where she displays her feelings towards her man. (...) KEM is so well-made (the editing is especially lovely), I am willing to believe that yes, Rincy (this particular girl in this particular story) shrugged it all off as a bad dream. But on the way home, I also kept thinking about how much easier it is to forgive “nice” people who do “bad” things. Had Sleeva been a cocky stud from the city, the conversation around this film might have been entirely different'.
Baradwaj Rangan, 04.12.19

Cinema Hindi: primo tempo *** 1/2, secondo tempo ** 1/2 (salvato da Asif Ali e dal cast tecnico). La media è ***, ma non mi sento di valutare KEM nel suo insieme con un voto così alto, quindi vada comunque per ** 1/2.
Punto di forza: Asif Ali (****), un primo tempo interessante e piuttosto sottile.
Punto debole: un secondo tempo sciaguratissimo che mi fa rivalutare Kabir Singh.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Asif Ali - Sleeva
* Veena Nandakumar - Rincy
* Manohari Joy - madre di Sleeva
* Jafar Idukki - Kuttiyachan, il sensale
* Shine Tom Chacko - cameo

Regia: Nisam Basheer
Sceneggiatura: Aji Peter Thankam
Colonna sonora: William Francis
Lingua: malayalam
Traduzione del titolo: my wife my angel
Anno: 2019

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