14 gennaio 2020

U N D A


Il trailer inganna. La storia anche. Ti fai l'idea che Unda sia un film terribile: argomento militare, intrecciato con le elezioni e con la guerriglia maoista. Da crollare morta fulminata per noia. Invece Unda si rivela una piacevole sorpresa, una sorta di Deserto dei Tartari in salsa indiana, una pellicola minimalista che, davvero con poco (il soggetto è microscopico), racconta tanto, sfiora nervi scoperti, crea tensione, intriga, e soprattutto accende una connessione calda con gli umanissimi personaggi.
Unda rappresenta il corpo di polizia in modo diverso dal solito. Non è una commedia, non è un masala tradizionale costruito intorno ad una figura eroica, non denuncia corruzione e abusi, soprattutto non è retorico-nazionalista. E' un prodotto realistico che narra una storia originale (ispirata ad un fatto vero) nella quale gli antagonisti sono due: i maoisti e la burocrazia. 

Unda è molte cose. Principalmente, a mio parere, è un film sull'attesa. Un'attesa snervante di un attacco, forse mortale, che i nostri eroi non possono affrontare per mancanza di equipaggiamento, armi, esperienza e preparazione. I personaggi vengono catapultati in uno Stato diverso dal proprio, tagliati fuori a causa della lingua, e non si rendono conto con chiarezza di quanto sta accadendo - o potrebbe accadere. La paura per la vita è un sentimento nuovo e devastante.
La sceneggiatura, con pennellate leggere, rapide ma efficaci, ci parla anche di discriminazioni castali, minoranze e pregiudizi, scarsità di risorse idriche, ingiustizie. Descrive gli apparati statali, nazionale e federale, come entità remote e indifferenti, quando non vergognosamente negligenti e irresponsabili. Il tono di Unda rimane comunque gentile, e la pellicola non punta il dito con aggressività. 

Il cast è ottimo, tutte facce solari e aperte. Mammootty è impeccabile e misurato: il suo Mani è bonario, giusto, placido. Solo nel finale si intravvedono sequenze al rallentatore, e l'attore si trasforma in una versione minimalista di SuperStar Mammootty, ma è perdonabile: 20 minuti contro 110 di buon cinema. 
Con Unda il regista e lo sceneggiatore compiono un piccolo miracolo. Mi inchino dinanzi alla loro bravura.

TRAMA

Nel 2014, in occasione delle elezioni, uno squadrone di poliziotti del Kerala viene dislocato al confine indo-tibetano - area flagellata dalla guerriglia maoista - per garantire sicurezza alle procedure elettorali. Unda segue le vicende di un drappello di nove uomini acquartierati per 40 giorni in una scuola. Il film parte col tono spensierato da gita scolastica. Giovani agenti, che non hanno mai sparato e che sono spaventati all'idea di doverlo fare, piombano dal ricco Kerala e rimangono scioccati dalle condizioni di povertà della popolazione locale. Ignorano chi siano e cosa vogliano i maoisti, quali siano le loro metodologie di azione. A mano a mano che passano i giorni, i poliziotti si scoraggiano, vedono maoisti dappertutto, diventano litigiosi, non rispettano l'autorità. Hanno paura, si sentono indifesi e abbandonati in un luogo sconosciuto e ostile.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* La sequenza del trasferimento del presunto maoista arrestato. Il padre del ragazzo, sconsolato, insegue il mezzo a piedi. Nemmeno un'ombra di trionfalismo nazionalista. Standing ovation per tutti: produttori, regista, attori.
* [Spoiler] Girish convince Jojo ad assumersi le proprie responsabilità coniugali e a telefonare alla moglie (che intende divorziare a causa dei tradimenti di lui). Jojo chiede scusa alla donna, ma lei non si lascia infinocchiare e lo pianta comunque. In Unda non c'è posto per le dee misericordiose della tradizione cinematografica indiana. Uno dei tanti dettagli che hanno reso grande un piccolo film.

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

* L'episodio del furto delle pallottole è l'unico aspetto debole in una sceneggiatura inappuntabile, a meno che non sia successo con le stesse modalità anche nella realtà.

RECENSIONI

The Hindu:
'The director (...) goes on to deny the star (Mammootty) all those testosterone-driven dialogues and adulating camera angles, systematically sealing his way to the alpha male hall of fame. And in that process he treats the audience to an immensely realistic narrative, part satiric and part poignant. (...) The film has a very thin storyline, but the screenplay adds layers to it, elevating it to a brilliant and full-bodied narrative. The script in its contours holds a whole lot of subtlety, but there is no extravagant or larger-than-life attempt at entertaining or self-expression. The script penned by Khalid Rahman and Harshad weaves a vibe so fluid that you are easily sucked into its easy spontaneity. There is this delicate undercurrent of dread and foreboding, but it never punctures the film's air of lightness. Mammootty, supported by a terrific ensemble cast, is the major strength of the film. They make a microcosm of the larger picture of hierarchy and of pretence, insensitivity and discrimination. They come from a State so advanced and progressive compared to the rugged hinterland of Bastar, a fact that they are quite proud of. But below the veneer of all refinement and civility are deep chasms of caste and class, a point where all delusions of political correctness ends. Mani has no swag, he is an ordinary cop, unassertive and at times fragile. Mammootty brings in that elusive transparency to his role as he effortlessly glides from confusion to resolve and curiosity to compassion. In his portrayal of Mani, a character with subtlest curves and tones, Mammootty becomes both the dancer and the dance. And his graph moves hand-in-hand with all others including a perpetually sulking Jojo (Shine Tom Chacko) and Biju (Lukman) who struggles with his subaltern identity. While Prashant Pillai’s scoundscape adds a solid edge to the inherent drama, Sajith Purushan never allows his camera to luxuriate in an unfamiliar terrain and opts for telescoping the ground reality. Unda is a film that takes us far from all the tropes of mainstream, yet it hits the bullseye, fair and square'.
Navamy Sudhish, 15.06.19

Film Companion:
'The film, for the most part, subverts the machismo we know from the movies. (...) We watch men of inaction. (...) This is a movie about waiting for an unseen, unknown enemy to strike. We don’t see the enemy, either, except for a stray glimpse of two men beating up a villager. Otherwise, we keep hearing about Maoists from people, from the papers. Or we see an explosion and sense they are somewhere around. (...) Slowly, it becomes apparent that Unda is as much a movie about alienation. (...) It’s about land. It’s about our country’s obsession with caste and complexion. It’s about boys (at heart) overcoming their differences and becoming men. It’s about how the enemy can be someone who’s supposed to be on the side of the law. It’s about the question of how meaningful it is to endanger the lives of a few men for elections that are filled with corrupt practices. It’s about Mammootty, who looks past his numerous cop roles from the past and finds a tender new side to the man-in-khaki archetype. It’s about how to use a big star and yet not lose sight of a fine supporting cast. It’s about how life isn’t always fair. (...) Unda lacks (a) larger vision. It’s too content to be low-key, and after a while, there’s a sense of the screenplay being stuck in a loop'. 
Baradwaj Rangan, 22.06.19

Cinema Hindi: *** 1/2
Punto di forza: la sceneggiatura, la regia, i personaggi, il calore, l'originalità, la leggerezza.
Punto debole: verrebbe da dire il soggetto, ma per fortuna la geniale sceneggiatura compensa.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Mammootty - Mani, l'ufficiale in capo del drappello di nove uomini
* Shine Tom Chacko - Jojo, l'ufficiale in seconda
* Arjun Ashokan - Girish, il poliziotto in procinto di sposarsi
* Lukkman - Biju, il poliziotto di etnia tribale
* Omkar Das Manikpuri - Kunalchand, il padre del presunto maoista arrestato
* Jacob Gregory - Varghese
* Rony David - Aji
* Abhiram Radhakrishnan - Unni
* Gokulan - Gokulan, il poliziotto in attesa di diventare padre
* Bhagwan Tiwari - Kapil Dev, il medico
* Ranjith Balakrishnan - Mathews, il capo dell'intera guarnigione e il superiore diretto di Mani
* Chien Ho Liao - Dakota, comandante del corpo speciale di polizia del confine indo-tibetano

Regia: Khalid Rahman
Sceneggiatura: Harshad
Colonna sonora: Prashant Pillai
Lingua: malayalam
Traduzione del titolo: pallottola
Anno: 2019

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