14 febbraio 2019

RAKHT CHARITRA I/II





Una storia estremamente tragica, estremamente violenta, ambientata in una città dell'Andhra Pradesh nella quale la brutalità e i massacri sembrano, agli sventurati abitanti che la popolano, l'unica realtà possibile. Non c'è nemmeno rassegnazione, solo un'anestetizzata indifferenza dettata dall'abitudine e dall'assuefazione. Milizie armate private ovunque. Forze dell'ordine impotenti quando non conniventi. Politici corrotti e disumanizzati. Discriminazioni castali. Giustizia e ordine sociale inesistenti. Un mondo primitivo intriso di ferocia, vendetta, sangue, morte. Privo di redenzione. Un film dell'orrore innestato nel quotidiano. Nessuno è innocente. Le vittime non perdono tempo a riciclarsi in carnefici, col plauso dei familiari. Le donne e i bambini non battono ciglio. Ram Gopal Varma, narrando le vicende curiosamente simili di Ravi e di Surya, sostiene che chiunque, spinto dalle circostanze, può trasformarsi in un assassino. Non esiste un limite fra vendetta personale e sterminio indiscriminato, perchè lo si valica agilmente quando il dolore viene compenetrato da un groviglio incendiario di orgoglio, odio e sete di potere. 

Il soggetto di Rakht Charitra, ispirato ad una storia vera, è esplosivo. La sceneggiatura è coinvolgente. C'è il giusto pathos. Alcune stupende scene drammatiche. Alcuni intriganti confronti. Un'ottima scena d'azione. Personaggi in larga parte ben delineati: hanno profondità psicologica, hanno un passato, hanno delle motivazioni. Affetti, principi, progetti. Le interpretazioni sono perlopiù di altissimo livello, anche nei ruoli secondari. Vivek Oberoi è ciclopico. Una forza della natura. Sostiene da solo il primo capitolo di RC. Non sono riuscita a staccare gli occhi un momento dal suo Ravi. Suriya è l'attore talentuoso che sappiamo. In lui tutto parla: sguardi, gesti, movimenti. Sudeep è affascinante e distaccato. Il suo è il personaggio meno intorpidito e più sornione, l'unico dotato di ironia, l'unico in grado di analizzare lucidamente quanto sta accadendo.

Passiamo ai difetti. Un petulante narratore introduce scenari o riassume eventi che potevano benissimo venire rappresentati. I dialoghi, talvolta stravaganti quanto il narratore, sono spesso silenziati a favore del commento musicale. I personaggi oscillano, e a tratti diventano caricaturali. Bukka è talmente sociopatizzato che solo la convinzione con cui l'attore lo interpreta riesce a renderlo meno surreale. Sarebbe stato un villain eccezionale in un tradizionale film bollywoodiano, ma in RC è eccessivo. Il ritmo è discontinuo. Nel secondo capitolo diverse sequenze sono girate al rallentatore senza necessità, e alcune inquadrature (ehm) rotanti mi hanno lasciata perplessa. Le scene di violenza sono a dir poco bizzarre, in bilico fra realismo e splatter
Avrei preferito un solo film, con un montaggio più secco e una narrazione più tesa.

TRAMA

Un appassionato leader politico di bassa casta, molto amato dai suoi seguaci, viene ucciso su ordine dei suoi ex alleati di casta elevata. Questo tragico evento segna l'inizio di una spirale di inaudita violenza.

RECENSIONI

Times of India: *** e ***
"Rakht Charitra è il racconto biografico della vita di Paritala Ravi, un politico che assurse al potere in Andhra Pradesh a dispetto dei suoi precedenti violenti, e che morì come visse: violentemente. Vivek Oberoi interpreta il ruolo del protagonista, uno studente gentile e timido che inizia la sua carriera allo scopo di vendicarsi dell'assassinio del padre e del fratello perpetrato da un politico locale. Successivamente finisce sotto la tutela di un attore trasformatosi in leader dell'opposizione, Shivaji Rao (Shatrughan Sinha). L'obiettivo è quello di ripulire il sistema e regolare i conti con il rivale (Abhimanyu Singh), senza dover condurre una vita da fuorilegge come i naxaliti. Ma ovviamente il metodo rimane lo stesso: fucili e sangue. Ad Hollywood nessuno comprende l'arte della violenza meglio di Tarantino. A Bollywood nessuno si crogiola nella violenza meglio di Ram Gopal Varma. RC sembra ispirarsi a Kill Bill, per la violenza spietata e non apologetica che esplode letteralmente in faccia allo spettatore con una pletora di immagini sanguinose. E come Kill Bill, anche RC è formato da due parti, e non rivela il volto di un personaggio nella prima. Ma le somiglianze finiscono qui. Mentre Tarantino stratifica il suo festino sanguinario come fosse filigrana, e lo sostiene con una narrazione avvincente, RGV esagera dall'inizio alla fine. RC è davvero eccessivo, da ogni punto di vista. La musica è assordante. La voce fuori campo è molesta e superflua. E il sangue è ovunque. Ma non è questo il problema: ciò che disturba in RC è la caratterizzazione di quasi tutti i personaggi principali - con l'eccezione di quello interpretato da Abhimanyu Singh -, che scorrono sullo schermo in cameo bruscamente interrotti non appena cominciano ad avere un impatto. Persino il protagonista rimane una figura-ombra, a cui vengono concessi alcuni esplosivi minuti qui e là che Vivek Oberoi gestisce bene. Vivek è in forma e interpreta il suo ruolo con misura e drammaticità. Ma il nostro eroe diventa un bimbetto docile dinanzi al fascino criminale del cattivissimo avatar di Abhimanyu Singh. Ciò che rende il film guardabile sono alcune parti che mostrano l'impronta magistrale del regista che ha ridefinito il genere d'azione nel cinema indiano con pellicole quali Shiva, Satya, Company. Inoltre c'è del fascino nel gusto di RGV di rimanere ostinatamente lontano dalla zuccherosità e dal sentimentalismo, nonchè di narrare l'indecente realtà indiana. RC è uno specchio brutale della confusione che, in India, si maschera da democrazia".
"Le prime sequenze del film riepilogano Rakht Charitra I, ma le scene si susseguono a ritmo talmente rapido da rendere la violenza e il dramma ancora più isterici. Abbastanza irritante. Di seguito la storia si dipana in modo simile, sebbene il risultato sia leggermente più accattivante. La violenza è stilosamente coreografata, le angolazioni delle inquadrature sono inusuali, le sequenze d'azione esplodono al rallentatore, aggiungendo un tocco surreale. I personaggi instaurano un legame col pubblico grazie ad alcuni emozionanti episodi. E sono da menzionare l'incontro ad alto voltaggio fra i due protagonisti e il loro duello verbale. Ram Gopal Varma non esita a presentare la politica indiana nella sua forma brutale. Sia Vivek Oberoi che Suriya offrono una performance potente. La pellicola appartiene essenzialmente a chi ha ideato le scene d'azione (Javed-Aejaz), finemente realizzate e adrenaliniche. Rakht Charitra non esplora nuovi territori come Satya e Company, ma rimane un film assolutamente da vedere per tutti i fan di RGV".
Nikhat Kazmi, 22.10.10 e 03.12.10

Hindustan Times: ** e * 1/2
"Una voce anziana, sovraeccitata e gracidante, narra il film. Sospetto che lo scopo fosse quello di suonare ubriaca, tanto quanto sembra esserlo Rakht Charitra. La mente è istupidita dalla tragicommedia del sangue. Ma Vivek Oberoi non recita in modo falso. Veniamo informati che la pellicola si basa su una storia vera. Credo che in qualche modo anche Tom & Jerry lo fosse. Solo che RC è per adulti che vogliono sfogare le proprie frustrazioni o visualizzare le fantasie più violente. Questo film è il solito buon vecchio dramma sul brigantaggio indiano tinto in toni seppia, con camera digitale, inquadrature dalle angolazioni bizzarre, montaggio più veloce e miglior budget. Non farebbe troppo danno se finisse qui, ma è pronto un seguito, se siete ancora assetati di sangue".
"La consapevole, comica misoginia dei film di Ram Gopal Varma è il solo aspetto che ancora ci intrattiene. Suriya è davvero solido. Per la maggior parte della pellicola il pubblico si chiede da quale parte guardare, dal momento che le immagini ruotano a 360 gradi, persino durante le conversazioni. Il film cerca un dramma che assomiglia ad un terremoto. Le riprese sono realizzate al rallentatore o sono esageratamente aggressive. Ad un certo punto l'effetto provoca nausea".
Mayank Shekhar, 23.10.10 e 04.12.10

Cinema Hindi: *** 1/2
Punto di forza: le superbe performance di Vivek Oberoi, soprattutto, e di Suriya
Punto debole: la narrazione poco fluida

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Vivek Oberoi - Ravi
* Suriya - Surya
* Sudeep - Mohan Prasad
* Radhika Apte - Nandini, moglie di Ravi
* Zarina Wahab - madre di Ravi
* Shatrughan Sinha - Shivaji Rao
* Abhimanyu Singh - Bukka
* Priyamani - Bhavani, moglie di Surya
* Sushant Singh - Shankar, fratello di Ravi

Regia: Ram Gopal Varma
Sceneggiatura: Prashant Pandey
Anno: 2010

CURIOSITA'

* RC si ispira alla vita turbolenta di Paritala Ravindra, uomo politico dello stato dell'Andhra Pradesh (da cui proviene lo stesso RGV). Accusato più volte di omicidio, è stato assassinato nel 2005.

Nessun commento: