29 settembre 2009

LUCK


Gli ingredienti di Luck sono: un attore di esperienza, Sunjay Dutt, che interpreta un boss della malavita indiana, un esordiente lanciato verso il successo, Imran Khan, nel ruolo di un ragazzo eccezionalmente favorito dalla fortuna, una presenza femminile, Shruti Haasan, per un tocco romantico, infine, una trovata insolita attorno alla quale costruire tutta la trama e grazie a cui inserire scene d'azione di grande impatto. Sembrerebbe non mancare niente, eppure qualcosa non ha funzionato.
Nonostante ci sia grande interesse a Bollywood per le pellicole d'azione e lo sviluppo di effetti speciali degni dei film made in USA, il deludente risultato al box office di Luck dimostra che mischiare malamente adrenalina e sentimento quasi mai è sufficiente: gli spettatori indiani sono abituati a qualcosa di meglio.

TRAMA
Un gruppo di persone sono reclutate dal boss della malavita Moussa (Sanjay Dutt), perchè si sfidino in un gioco al massacro in cui conta solo la sorte. Ognuna di esse ha un motivo diverso per essere coinvolta, ma tutte vogliono aggiudicarsi il grosso premio finale, mentre, nel mondo, scommettitori anonimi puntano sul possibile vincitore.

RECENSIONI

The Times of India: **1/2
Luck ha uno stile pesante e sembra essersi completamente dimenticato del copione. Così tanto che il film è come un realty show, più esteso, nel quale nessuno dei personaggi è capace di colpire con una connessione emotiva lo spettatore. Ironicamente i personaggi rimangono tutti ai margini, nessuno in grado di trasmettere la disperazione che li ha portati a essere coinvolti in folli situazioni come quella di saltare da un aereoplano con un paracadute che potrebbe non aprirsi, nuotare in mezzo agli squali, o puntarsi una pistola alla tempia l'uno con l'altro. Sinceramente non si sente nessuna empatia per Imran Khan che lascia la madre per l'entroterra sudafricano, a causa dei pesanti debiti lasciati dal padre suicida. E nemmeno si versano lascrime per il patriotico maggiore, Mithunda, che ha bisogno di soldi per la moglie morente. O per la pakistana quindicenne, Chitrashi Rawat, che gareggia sui cammelli mavorrebbe comprarsi una Lexus. E definitivamente non per il serial killer Ravi Kissen...
La trama è esile e serve solo come collante per una serie di scene d'azione che non sono poi così adrenaliniche...
Nikhat Kazmi, 24.07.2009
La recensione completa

Bollywood Hungama: ***
Allacciatevi le cinture e tenetevi pronti per un vero action movie in stile hollywood. Pensateci, Bollywood non ha sfornato tante pellicole d'azione quante commedie. C'è una mancanza. Ma Luck ha colmato questa lacuna. Statene certi non avevate più visto tali effetti da Dhoom 2...ma il film scivola a causa dello sviluppo della storia che passa, nella seconda ora, da avvincente a debole...
By Taran Adarsh, 24.07.2009
La recensione completa

Diana * 1/5
In Luck si parla di fortuna, quella fortuna che occorre al tavolo da gioco o grazie alla quale capita di essere l'unico sopravvissuto di un incidente catastrofico. Raghav Kapoor, per esempio, interpretato da Ravi Kissen, è un assassino condannato alla pena di morte ma, al momento della sua impiccagione, la corda si spezza ed egli si salva perchè un'esecuzione non può essere ripetuta. Tutti i partecipanti alla scommessa di Moussa hanno dimostrato che il destino è dalla loro parte. Il più fortunato tra loro potrà sopravvivere, essere il vincitore e guadagnare una notevole somma di denaro.
Sembra divertente? Lo sarebbe se non fosse che, come è facile immaginare, chiunque sia spinto a scommettere la propria vita in cambio di soldi deve trovarsi in una situazione disperata. Al via allora con un' insopportabile carrellata di storie drammatiche: chi ha lasciato a casa una moglie morente, chi paga gli errori di una sorella irresponsabile, chi ha una madre sola sopraffatta dai debiti.
Si può parlare davvero di fortuna quando un ragazzo è in grado di pescare, tra centinaia, il biglietto vincente alla lotteria ma suo padre è morto suicida?

Il bello:
- Chitrashi Rawat, è stato un piacere rivedere sullo schermo l'attrice, giocatrice di hockey, che interpretò la piccola Komal in Chak de India!
- La sequenza iniziale, Sanjay Dutt che sfreccia bendato tra i treni in corsa è mitico.

Il brutto:
- La storia, assurda ma, quel che è peggio, poco intelligente e a tratti involontariamente comica.
- Imran Khan, davvero troppo convinto di se stesso.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

Sanjay Dutt - Karim Moussa
Imran Khan - Ram Mehra
Shruti Haasan - Ayesha Kumar e Natasha Kumar
Danny Denzongpa - Lakhan Tamang
Mithun Chakraborty - Major Jabbar Pratap Singh
Ravi Kishan - Raghav Kapoor
Chitrashi Rawat - Shortcut
Rati Agnihotri - Savitri Mehra (la madre di Ram)
Rupa Ganguly - Priya Singh (la oglie di Jawar Pratap)
Kota Srinivasa Rao - Swami
Snita Mahey - Angela

Diretto da Soham Shah (Kaal)

Scritto da Soham Shah e Renzil D'Silva (Rang De Basanti, Aks)

Musiche: Salim e Sulaiman Merchant (Rab Ne Bana Di Jodi)

Anno: 2009

Distribuito da Indian Films

CURIOSITA'

- Renzil D'Silva ha diretto l'atteso Kurbaan, con Kareena Kapoor e Saif Ali Khan, prodotto dalla Dharma Productions di Karan Johar che ha collaborato alla stesura della storia insieme allo stesso Renzil D'Silva. Kurbaan uscirà il prossimo novembre.

- Imran Khan si è iscritto, di recente, su Twitter e aggiorna la sua pagina con regolarità.

26 settembre 2009

A G Y A A T


Una troupe cinematografica si reca nella remota giungla cingalese per girare un film con il grande divo del cinema Sherman e la bellissima attrice Aasha. Moorthy, il produttore, è riuscito ad ingaggiarla con il ricatto. Sujal, l'aiuto regista, attendeva da tempo una tale occasione perché ha una cotta esagerata per Aasha, senza accorgersi che la sua assistente Sameera è perdutamente innamorata di lui. Oltre a loro, il gruppo comprende anche JJ (il regista), Rakka (che si occupa delle scene d'azione), Laxman (il tuttofare che segue Sherman ovunque) e Shakky (il direttore della fotografia).
A causa di un guasto alla cinepresa le riprese si interrompono. Per ammazzare il tempo, la troupe decide di fare una gita nel profondo della giungla guidata da Setu, un indigeno che sa perfettamente come orientarsi. Purtroppo Setu scompare e viene ritrovato morto poche ore dopo. I protagonisti cercano di ritrovare da soli la strada per tornare all'accampamento dal quale sono partiti ma si ritrovano inspiegabilmente sempre nello stesso punto.
La foresta tropicale se li prende uno ad uno...

Anno: 2009

Attori:

Pryianka/Nisha Kothari (Aasha)
Nitin Reddy (Sujal)
Gautam Rode (Sherman)
Rasika Duggal (Sameera)
Ishtiyak Khan (Laxman)
Ravi Kale (Rakka)
Howard Rosemeyer (JJ)
Ishrat Ali (Moorthy)
Kali Prasad (Shakky)
Joy Fernandes (Setu)

Recensione: *
La locandina è la parte migliore di Agyaat.
Varma deve ringraziare chi ha pubblicizzato il suo film creando un'aspettativa nettamente al di sopra del contenuto. Come nelle ultime imprese cinematografiche ispirate al genere horror a cui ha partecipato, i personaggi sono ben costruiti, al contrario della trama che lascia il tempo che trova. Sono decisamente più interessanti i battibecchi tra Sherman e Rakka o la love story tra Sujal, Aasha e la delusa Sameera dell'entità assassina. Se Varma si fosse concentrato maggiormente sulle tensioni dei protagonisti intrappolati in mezzo al nulla senza via d'uscita e avesse lasciato perdere l'entità soprannaturale assetata di sangue, probabilmente il risultato sarebbe stato migliore.
Agyaat raggiunge limiti inaccettabili per un regista del suo calibro: sembra una pellicola girata da un giovane emergente (e se così fosse allora si potrebbe anche apprezzare per l'originalità). Varma non può non sapere che un horror non funziona se la forza oscura che perseguita gli attori non viene né identificata né motivata, quantomeno nel finale! In The Blair Witch Project c'è una presunta strega, in Gehrayee è uno spirito in cerca di vendetta, ma questo essere (sempre che sia un essere) che cos'è? Come uccide? Perché lo fa? Mah, non ci è dato saperlo. L'idea che è in programma un sequel non stuzzica minimamente la curiosità.

Musica:
La musica di sottofondo che Varma ha dimostrato saper utilizzare molto bene nei suoi precedenti horror e che terrorizza lo spettatore quasi più delle immagini, in Agyaat è mediocre. Il regista tralascia di curare i dettagli, che sono il punto di forza di tutti i suoi film.
La coreografia del balletto finale è piuttosto carina, peccato che sia relegata in un angolino dello schermo. Dato il livello degli altri pezzi musicali, avrebbe forse meritato una considerazione migliore, invece che fungere da semplice accompagnamento dei titoli di coda.

Curiosità:
* RGV ha in programma di girare il sequel di Agyaat. La coppia di sopravvissuti Kothari-Reddy racconterà l'accaduto alla polizia e l'orrore li raggiungerà perfino in città.
* RGV è famoso per dare un tocco sexy ai suoi film mostrando le star in bikini; questa volta è il turno della bellissima Pryianka Kothari.
* Durante le riprese erano in atto gli scontri con le Tigri Tamil a soli 20 km dal luogo in cui si trovava la troupe.

17 settembre 2009

BAGHBAN


Ravi Chopra nutriva questo progetto da tempo, voleva scritturare Dilip Kumar e Rakhee Gulzar per una storia d'amore tra una coppia matura ma il film si perse nei meandri della produzione e le riprese non iniziarono mai.
Con un distacco di quasi trent'anni viene ripresa in mano l'idea immaginandoci i volti di Amitabh Bachchan e Hema Malini (la loro ultima collaborazione era stata Nastik nel 1983) e alla storia base iniziarono ad aggiungersi altri personaggi, la trama si fece più complessa e articolata, e, nonostante i rifiuti di Juhi Chawla e Shahrukh Khan, (scritturati per i ruoli che poi andarono a Mahima Chaundhry e Salman Khan) il film fu completato e uscì nelle sale nel 2003.

TRAMA

Raj e Pooja hanno passato una vita insieme, il loro rapporto è una simbiosi totale; senza curarsi degli anni sono ancora belli, vitali, affiatati, credono di aver creato una famiglia perfetta. Ma è veramente tutto splendido come sembra?
Nel momento in cui esprimono il desiderio di passare più tempo con figli e nipoti impallidiscono di fronte ad una risposta inaspettata, nessuno li vuole tra i piedi e vengono scaricati da una famiglia all'altra come un pacco postale. Delusi di aver sacrificato fino all'ultimo risparmio per il benessere di coloro che gli hanno chiuso la porta in faccia, riscoprono una nuova giovinezza e si dedicano a tutto ciò che finora avevano solo rimandato.


Proponendo una storia che smonta a pezzi l'immagine della famiglia patriarcale e unita, il film insiste sulla sensazione di disagio che i due protagonisti provano nel vedere crollare le loro aspettative. Dopo una prima parte esclusivamente introduttiva, che si intervalla da un festeggiamento all'altro, la storia inizia a svilupparsi solo da metà film e si fa sempre più densa e coinvolgente.
Costretti a separarsi, dato che nessuno dei figli vuole assumersi la responsabilità di tutte e due, Pooja e Raj interrompono la loro simbiosi per la prima volta dopo quarantanni; nella lontananza rivivono le attese dell'adolescenza e si cercano come fossero due ragazzini al primo incontro, progettano un futuro insieme e si concedono i vizi dei quali si erano sempre privati.
Ricercando una nuova identità dopo la pensione e lo sgretolarsi delle illusioni portate avanti negli anni, si slegano dai vincoli familiari e provano a recuperare il tempo perduto.

Emotivo, duro ma carico di sensazioni, Baghban vive grazie ad una sublime interpretazione di Amitabh Bachchan, questa volta fragile e nostalgico, irrimediabilmente innamorato della sua donna che continua a guardare con affetto e desiderio. Il dio del cinema indiano non sbaglia un colpo, scalda il cuore degli spettatori e canta con la sua voce ben tre brani della colonna sonora (tra cui “Main yahaan tum wahan” la commovente serenata al telefono).


Il mio giudizio sul film : *** 3,5/5

DA VEDERE PER : un emozionante e nobile Amitabh Bachchan, un'ottima storia, una buona regia

DIFETTUCCI: Ritmi troppo lenti nella prima parte, troppo spazio concesso alla storia tra Salman Khan e Mahima Chaudhry, la superflua festa di S. Valentino.


RECENSIONI:

- Bollywood Hungama (testo originale)
- Movie IndiaTimes (testo originale)

ANNO: 2003

TRADUZIONE DEL TITOLO: termine vicino a “giardiniere” nel senso di “far crescere con cura” o “guardiano” per esprimere “colui che sorveglia e ne è responsabile”

REGIA: Ravi Chopra

CAST:

Amitabh Bachchan...........Raj
Hema Malini......................Pooja
Salman Khan....................Alok
Mahima Chaudhry..........Arpita
Aman Verma...................Ajay
Samir Soni.......................Sanjay
Divya Dutta....................Reena
Paresh Rawal..................Hemant
Riimi Sen.........................Payal


COLONNA SONORA : Adesh Srivastav

PLAYBACK SINGERS: Amitabh Bachchan, Alka Yagnik, Udit Narayan, Richa Sharma, Sukhwinder Singh, Sudesh Bhonsle

16 settembre 2009

M A S T


Tutto ci saremmo aspettati da un regista tosto come Ram Gopal Varma tranne che uno zuccheroso musical, una tenera storia d'amore, un film sui sogni adolescenziali, una fiaba a lieto fine. Varma non sembra navigare in acque familiari, e appare un poco disorientato: 'Mast' rappresenta, nella filmografia di RGV, la seconda incursione in territorio bollywoodiano dopo il leggendario 'Rangeela', senza purtroppo ripeterne la magia. Rare le inquadrature mozzafiato e le sequenze originali tipiche del suo cinema. La pellicola è curata, certo, ma si stenta a credere che sia firmata da lui.

'Mast' è un omaggio alla divina Sri Devi, attrice di cui il regista, da ragazzo, era follemente innamorato. E chi altra poteva interpretare il sogno cinematografico del giovane protagonista del film se non l'allora compagna di Varma, Urmila Matondkar? Un vero banchetto per il nostro RGV, non c'è che dire, ma la tempesta ormonale provocata da tanta abbondanza ha un po' nuociuto al risultato finale.
'Mast' è una favola dolce che si lascia seguire con piacere. Il protagonista, Kittu, è tutti noi: chi non vorrebbe agguantare per davvero un sogno di celluloide? Ma è anche una commedia un po' inconsistente. Qualche lacuna nella sceneggiatura, soprattutto nel secondo tempo; una recitazione dignitosa ma non indimenticabile da parte di Aftab Shivdasani - nell'aspetto e nei modi ricorda vagamente Aamir Khan, peccato non sia riuscito ad eguagliarlo in personalità: Kittu è simpatico, si fa voler bene, ma non impressiona -; un personaggio, quello di Mallika, non ben costruito.
Di contro, la colonna sonora è fresca e molto piacevole; le coreografie sono gradevoli e a tratti inedite; l'abilità tecnica di Urmila come ballerina non si discute; nei brani danzati la fotografia, le scenografie, i costumi sono brillanti; i caratteristi impeccabili - con l'esclusione di Sheetal Suvarna. Una menzione speciale per Neeraj Vora e per il suo effervescente cameo.

Gli aspetti di 'Mast' dai quali si riconosce l'inconfondibile marchio RGV:
- l'argomento cinema, la vera unica ossessione di Varma, è onnipresente;
- l'ironia: sul giornalismo scandalistico, sui titoli dei film Hindi, sulle famiglie che regolano le vite e le carriere delle giovani future star, sulla figura del 'villain', sul pathos;
- gli originalissimi titoli di testa;
- la visualizzazione del brano strumentale interpretato da Urmila.

Le coreografie meritano un'analisi più approfondita. 'Mast' è un musical, e in quanto tale è ricco di brani: 8 cantati e uno strumentale.
1 - 'Hua Main Mast' (Rosemeyer): il realismo delle strade di Pune per Kittu si alterna ai fantasmagorici set artefatti per Mallika. Urmila in costumi stravaganti e in pose plastiche;
2 - 'Mere Hero' (Rosemeyer): coreografia molto divertente, imperniata ancor più del brano precedente sulle fantasie del giovane Kittu. Mallika esce dallo schermo. Kittu si identifica con l'eroe del film (che 'non è Govinda e non è Shah Rukh Khan'). La location è il Tirolo. L'ironia sulla funzione dell'eroe nelle pellicole Hindi è potente. E il finale davvero esilarante;
3 - 'Aasman Kaheta' (Rosemeyer): Antara e Urmila, due ballerine d'eccezione, insieme sullo schermo ma in un'occasione sprecata. Antara non muove un passo (peccato). La location mozzafiato è la Namibia;
4 - 'Pucho Na Yaar' (Farah Khan): forse la coreografia più dolce e più buffa di tutto il film. Inizio al rallentatore, nella miglior tradizione di Farah. Solo uomini sul set, e, a parte Aftab, non si può proprio dire che ballino. Ma la coreografia è molto ironica e ottimamente costruita. L'abbinamento RGV/Farah Khan pare funzionare a meraviglia (chi l'avrebbe detto?);
5 - 'Rama Krishna' (Rosemeyer): coreografia molto tecnica, un vero tributo di classe al miglior musical americano. Tutta da guardare. Urmila sempre all'altezza;
6 - 'Ruki Ruki' (Farah Khan): Farah a briglia sciolta! Dopo aver ideato per 'Dil Se' - diretto da Mani Ratnam e prodotto da Varma - la trascinante coreografia sul treno di 'Chayya Chayya', qui non si pone limiti nell'uso dei mezzi di trasporto. Sullo sfondo un Sud Africa fiabesco. Urmila e Aftab ballano allegri su treni, battelli, persino barche a rimorchio...
7 - 'Mast' (Rosemeyer): Urmila si offre in tutta la sua espressività;
8 - 'Sunatha Dekha Tha' (Rosemeyer): la coreografia più spontanea e naturale. I quattro ragazzi ballano fra loro, apparentemente noncuranti della camera, nel giardino di casa. Ancora una volta Antara e Urmila insieme. La coreografia è piacevole ma certo non mette in luce le sbalorditive doti tecniche delle due attrici;
9 - manca all'appello la coreografia del brano strumentale, probabilmente intitolato 'Mallika' e probabilmente coreografato da Farah. Qui si sente la mano pesante del regista: il coreografo si è piegato al volere di Varma e costruisce una peccaminosa coreografia attorno ad una sensualissima Urmila.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE:

- la confusione nella sala cinematografica;
- il monologo ossessivo del tassista arrivato dal Sud (come lo stesso RGV) che conia un nuovo insulto tutto dedicato a Boney Kapoor, reo di aver impalmato l'irraggiungibile Sri Devi;
- la passione del padre di Kittu per Rekha.

TRAMA

Kittu (Aftab Shivdasani) è uno studente spensierato e allegro. Perennemente al cinema, consegue pessimi risultati a scuola, ma coltiva un grande sogno: incontrare la sua star preferita, Mallika (Urmila Matondkar). All'ennesima pagella negativa, il padre (Dalip Tahil), esasperato, strappa i poster e le fotografie di Mallika che tappezzano la stanza del figlio. Kittu non sopporta l'oltraggio e scappa a Mumbai per coronare il suo sogno.

RECENSIONI

Cinema Hindi: ***1/2 'Mast' sembra non essere all'altezza di un regista come Ram Gopal Varma, ma alcune sequenze sono state girate in Italia - parliamo del 1999, quando la conoscenza dell'Europa da parte dei cineasti Indiani non andava oltre Londra e le Alpi Svizzere - e quindi mostriamo la nostra gratitudine al regista regalando al film mezza stella in più
Punto di forza: il sogno
Punto debole: il personaggio di Mallika; un secondo tempo anonimo; un finale debolmente costruito

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Aftab Shivdasani ('Nishabd') - Kittu
* Urmila Matondkar ('Rangeela') - Mallika
* Antara Mali ('Naach') - Nisha
* Dalip Tahil ('Hello') - il padre di Kittu
* Smita Jaykar ('Devdas') - la madre di Kittu
* Sheetal Suvarna - la sorella di Kittu
* Govind Namdeo ('Satta') - lo zio di Mallika
* Neeraj Vora ('Company') - Usman
* Rajpal Yadav ('Chandni Bar') - cameriere

Regia e produzione: Ram Gopal Varma

Soggetto, sceneggiatura, dialoghi: Vinod Ranganathan e Ramesh Khatkar (anche assistente alla regia)

Colonna sonora: Sandeep Chowta ('Company')

Coreografia: Farah Khan ('Om Shanti Om') e Howard Rosemeyer ('Josh', 'Pareneeta')

Fotografia: Piyush Shah ('Salaam-E-Ishq')

Scenografia: Samir Chanda ('Ghajini')

Costumi: Manish Malhotra ('Billu')

Award: Zee e Screen award per il miglior debutto maschile assegnato ad Aftab

Traduzione del titolo: 'spensierato'. Pushker precisa: amante della vita e che sa goderne ogni minuto. Gina K. ci spiega che 'great mast item' è una forma in slang che significa 'ragazza sexy'. Nel glossario del romanzo Il rumore dell'acqua, il termine viene così tradotto: 'Letteralmente 'sono su di giri'. Verso memorabile della canzone sexy del popolare film hindi Mast, che significa divertirsi o essere eccitati. Il titolo del film ha un significato sessuale: un elefante in calore è mast'. (Un personaggio dell'opera canta sotto la doccia 'Mein mast! Han-han mast!').

Anno: 1999

CURIOSITA'

* 'Mast' contiene alcune sequenze girate in location straniere, abitudine consolidata nella cinematografia popolare Hindi ma sempre avversata da Ram Gopal Varma. Oltre al Tirolo Italiano e Austriaco, possiamo ammirare la Namibia e il Sud Africa

* Aftab Shivdasani ha debuttato in un ruolo adulto proprio con 'Mast'. All'epoca della distribuzione del film aveva 21 anni. Urmila 25

* Antara Mali ha debuttato nel 1999 interpretando due film diretti da RGV: 'Mast' e 'Prema Katha'. Nel 2005 ha co-diretto, scritto e interpretato il film 'Mr. Ya Miss', co-prodotto da Ram Gopal Varma

* Neeraj Vora ha vinto lo Screen Award per la sceneggiatura e i dialoghi di 'Hera Pheri'. Ha diretto (e scritto) il sequel, 'Phir Hera Pheri'. Recentemente è stato distribuito 'Shortkut - The Con Is On', sempre diretto da Vora

* Howard Rosemeyer ha debuttato come coreografo proprio in 'Mast'. E ha recitato, fra gli altri, in 'Chalte Chalte' e 'Pareeneta'

* Nel film di Deepa Mehta 'Bollywood/Hollywood' si mostrano delle sequenze da 'Mast'

* Citazioni bollywoodiane:
- imperdibile il finto cartellone cinematografico con Urmila e Shah Rukh Khan. Nella realtà i due hanno girato insieme un solo film, l'imbarazzante 'Chamatkar';
- nel brano 'Mere Hero' sono nominati sia Govinda che SRK;
- citati Sri Devi, Boney Kapoor, Kajol, Manisha Koirala ('Company'), Sonali Bendre ('Sarfarosh'), Karisma Kapoor ('Raja Hindustani'), Amitabh Bachchan, Salman Khan e (in un modo godibilissimo) Rekha ('Lajja')

* Sri Devi, classe 1963 (più giovane di un anno di RGV), ha recitato in pellicole in diverse lingue Indiane. E' sposata col produttore Boney Kapoor, fratello di Anil Kapoor ('Slumdog Millionaire'). Varma è riuscito a coronare il suo sogno adolescenziale di dirigere l'attrice sul set: 'Kshana Kshanam' nel 1991 (secondo film del regista), e 'Govinda Govinda' nel 1993, entrambi in lingua Telugu

* 'Mast' è l'unica pellicola diretta da RGV coreografata da Farah Khan. E possiamo ammirare per l'unica volta le due fiamme di Varma insieme sullo schermo: Urmila e Antara

* Manish Malhotra ha disegnato i costumi per Urmila anche in 'Satya' e in 'Rangeela', entrambi diretti da RGV

GOSSIP&VELENI

* Fra le ex fidanzate di Aftab spicca il nome di Esha Deol ('Darling')

* Pare che Antara Mali sia stata la fiamma di Ram Gopal Varma subito dopo la clamorosa rottura con Urmila

* Kittu è decisamente tutti noi: chi non vorrebbe un poster altezza uomo di Shah Rukh Khan e Aamir Khan appeso alla porta della propria camera da letto? E che sogno consegnare una pizza a casa loro! Ma soprattutto CHE SODDISFAZIONE RAPIRE I DUE KHAN ROMPENDO UN VASO IN TESTA ALLE RISPETTIVE CONSORTI!

08 settembre 2009

NO SMOKING


To do is to be
Plato

To be is to do
Socrates

Do Be Do Be Do
Sinatra

Così inizia No Smoking di Anurag Kashyap, regista, classe 1972, che si era già fatto notare nel 2004 con Black Friday.
Kashyap torna con una pellicola inaspettata, spiazzando i critici e i suoi fan grazie ad una storia inconsueta, tratta da un racconto di Sthefen King, Quitters Inc., pubblicato in Italia nell'antologia di racconti A volte ritornano del 1978. No Smoking è un film sorprendente, pensato e diretto con grande ironia e decisamente nuovo, sia nei contenuti che nella realizzazione, nel panorama del cinema indiano.

TRAMA

K è un uomo attraente, ricco ed egocentrico con il vizio del fumo. Senza una reale intenzione di abbandonare la sua dipendenza K, per accontentare la giovane moglie e su consiglio di un vecchio amico, accetta un incontro a Prayogshaala, un centro di riabilitazione dove vengono curate le cattive abitudini. Presto i metodi violenti e coercitivi utilizzati al Prayogshaala si riveleranno molto più pericolosi e nocivi delle sigarette stesse.

RECENSIONI

The Times of India: * 1/2
K potrebbe essere Kafka. Ma K potrebbe stare anche per "confusione". Non è facile tradurre la Metamorfosi di Kafka sul grande schermo. In più non tutti possono essere Lars von Trier e usare i film come metafora, senza perdere di significato e di comprensibilità. Vi ricordate Dogville?... ma mentre il romanzo di Kafka è un'accusa all'autoritarismo ed al conformismo, No Smoking lascia sconcertati e disperatamente alla ricerca di una logica...
Nikhat Kazmi, 27 ottobre 2007
La recensione integrale

Hindustan Times: *
...Aaah l'adorabile, bravissimo, Kashyap ha adesso scritto e diretto No Smoking. In cui John Abraham con una barba alla Gulzar, fuma sigarette, nuota in una vasca, visita uno stravagante gruppo per curarsi (dal fumo non dai bagni)... Signori, il film è così inusuale, non convenzionale, audace. E' originale, originale ragazzi. Portatemi un doppio whisky per favore. Devo celebrare. Assomiglia, però, così tanto a Quitters Inc. di Stephen King portato sullo schermo nell'horror Cat’s Eye nel 1985. Cosa fare Mr Genio? Noi poveri idioti critici, STUPIDI, feccia della terra, guardiamo anche i dvd. E sì, in realtà Abraham deve ancora imparare il Ka Kha Ga (l'A B C) della recitazione...Signor Kashyap, il suo genio è accecante. Grazie per un Quitters Inc., ambientato a Mumbai e in Siberia. E se me lo chiedete, a questo punto, io non voglio smettere di fumare ma voglio smetterla con Kashyap...
Khalid Mohamed, 26 ottobre 2007
La recensione integrale

Diana ***** 5/5
Come in un lavoro di David Lynch sogno e realtà si fondono e come in una pièce di Ionesco la messa in scena dell'assurdo diventa rappresentazione dell'esistenza: tanto più la situazione è surreale quanto più il concetto espresso è rafforzato. Il primo tempo di No Smoking è uno spasso, il secondo è più cupo e lugubre ma efficace.
No Smoking è un film sulla libertà di scelta: intelligente, divertente, impeccabile.

Il bello:
- John Abraham è perfetto nella parte di K, ha la faccia giusta, il fisico giusto e l'atteggiamento giusto: le scene in cui si aggira tra la camera e il bagno, con un asciugamano intorno ai fianchi e la sigaretta in bocca, guardandosi allo specchio, sono tra le riprese più divertenti che mi sia mai capitato di vedere.
- Sempre John Abraham/K: arrogante, incurante, egocentrico. Una mattina, chiede alla moglie che cosa desidera come regalo per il loro anniversario di matrimonio, quando lei risponde: il divorzio, lui, senza scomporsi, ribatte: avevo pensato a qualcosa di meno costoso.
- Le sequenze oniriche.
- L'irrinunciabile desiderio di K di fumare: non importa quanto una cosa possa essere sbagliata, molesta o malsana, ogni essere umano ha una naturale, solenne, intoccabile inclinazione a decide per se stesso.

Il brutto: niente.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

John Abraham - K
Ayesha Takia - Anjali / Annie
Paresh Rawal - Shri Shri Prakash Guru Ghantal Baba Bengali Sealdahwale
Ranvir Shorey - Abbas Tyerwalla
Joy Fernandes - Alex

Scritto e diretto da Anurag Kashyap

Musiche: Vishal Bhardwaj (Kaminey)

Anno: 2007

Distribuito da Eros Entertainment

CURIOSITA'

- Anurag Kashyap in questi giorni è al Lido nelle vesti di giurato della 66° Mostra del Cinema di Venezia.

- No Smoking nell'anno della sua uscita nei cinema, 2007, è stato presentato in Italia al Festival del Cinema di Roma.

- John Abraham ha una relazione, vivace ma stabile, con Bipasha Basu (Dhoom 2, Bachna Ae Haseeno), che compare in No Smoking in una special appearance.

- In No Smoking appare Anurag Kashyap per un cameo.

Il sito ufficiale del film
Il sito ufficiale di Anurag Kashyap
Il sito ufficiale di John Abraham

04 settembre 2009

GEHRAYEE


Ambientato nei dintorni di Bangalore, “Gehrayee” parla di una famiglia benestante (i Bassapa), che deve far fronte a sopraggiunte difficoltà economiche. Di conseguenza, decide di vendere la propria tenuta fuori città a un'impresa che sfrutterà il terreno per costruire un'industria. Il servo Baswa, che per anni si è preso cura di quella terra e che vi è molto legato, è disperato e vuole a tutti i costi fermare la vendita.

I Bassapa tornano nella loro abitazione in città, ma niente sarà più lo stesso.
Una sera, mentre aspettano che il figlio Nandu torni dal lavoro, ricevono una telefonata che li informa che il ragazzo ha avuto un incidente in motorino e che si trova in ospedale. Stanno per correre da lui, quando Nandu entra in casa sereno e sorridente. Nessuno riesce a spiegarsi chi possa aver fatto uno scherzo di così cattivo gusto.

Nei giorni seguenti è la giovane figlia Umakka a comportarsi in modo strano: i suoi voti a scuola peggiorano, è maleducata con gli insegnanti e violenta con le compagne di classe. Preoccupati per la doppia personalità di Umakka, i genitori si rivolgono ad uno specialista. Le condizioni della ragazzina continuano a peggiorare e la sua aggressività aumenta.

Anno: 1980

Regista: Aruna Raje, Vikas Desai

Attori:

Shreeram Lagoo (Chenna Bassapa)
Anant Nag (Nandu Bassapa)
Padmini Kolhapure (Umakka Bassapa)
Indrani Mukherjee (Saroja Bassapa)
Amrish Puri (officiante di riti tantrici)

Musiche: Laxmikanth Pyarelal

Recensione: *****

Semplicemente incredibile e originale! Credo sia unico nel suo genere.
In “Gehrayee” i coniugi Raje-Desai terrorizzano lo spettatore senza mostrargli assolutamente niente!

Oltre alla bravura degli attori che riescono a coinvolgere lo spettatore, i colpi di scena sono ben dosati e la trama non è assolutamente scontata. All'inizio del film ero praticamente certa di dovermi sorbire un'altra versione de “L'esorcista”... mi sbagliavo di grosso. Entrambi parlano di una bambina posseduta, però le analogie si esauriscono qui. “L'esorcista” puntava a scioccare il pubblico mettendo in scena una giovane Linda Blair indemoniata e un esorcismo, comunemente praticato, ma considerato tabù per la Chiesa cattolica [1] alle prese con la società moderna. In “Gehrayee”, invece, la possessione è solo il pretesto per smascherare l'apparente limpidezza di una famiglia borghese. Quando Umakka inizia a comportarsi non più come la bambina educata che è sempre stata, le tensioni famigliari esplodono. Nessun aiuto esterno, né quello di uno psichiatra, che convince i genitori a sottoporre Umakka all'elettroshock, né un officiante di riti tantrici, rivelatosi senza scrupoli, riuscirà a ripristinare la tranquillità. Proprio nel momento in cui la famiglia dovrebbe essere unita attorno al suo componente più fragile, si sgretola. A quel punto sembra che tutte le colpe ricadano sul padre, uomo dispotico e insensibile di fronte alla sofferenza altrui.

“Gehrayee” significa “profondità”, si riferisce all'inevitabile caduta nel baratro a cui conduce la grettezza umana.
Verso il finale, il tentativo di Nandu di distanziarsi dal padre sembra prospettare una speranza: non tutti gli uomini sono meschini e preoccupati solamente per il proprio benessere. Sarà davvero così? L'ultima scena è mozzafiato.

[1] Negli Stati Uniti ci sono delle correnti religiose di ispirazione cristiana che praticano esorcismi pubblici.

Curiosità:

* “Gehrayee” è stato accolto positivamente dalla critica, come quasi tutti gli altri film della coppia Raje-Vikas.

* I coniugi Raje-Vikas hanno divorziato e, ovviamente, non lavorano più assieme.

* Vikas Desai ha raccontato un incidente inquietante avvenuto nei giorni delle riprese di “Gehrayee”. Vikas e consorte erano seduti in soggiorno, quando hanno sentito provenire delle grida dalla cucina. Accorsi sul posto, hanno trovato una cameriera stesa a terra che ha rivolto loro delle minacce con una voce dal tono insolitamente maschile, proprio come quella di Umakka. I due hanno pensato bene di allontanarsi e dimenticare l'accaduto.

03 settembre 2009

MR & MRS 55


Avere tra le mani un film di Guru Dutt è già sinonimo di una serata importante. Che siano drammatici, critici o leggeri, i suoi film hanno come prerogativa essenziale l’estrema qualità tecnica ed emotiva, oltre che una storia sempre gradevole e interessante potenziata da una superba fotografia in bianco e nero. Cosa chiedere di più?

Mr & Mrs 55 è nettamente diverso dai film di Dutt che avevo visto finora, privato della malinconia che accompagnerà i suoi titoli più toccanti (Pyaasa, Kaagaz ke phool); sboccia sottoforma di radiosa commedia, stringe a sè il pubblico dal primo minuto all’ultimo, sorprende mostrando lati nuovi e inaspettati dei suoi protagonisti e travolge con una colonna sonora dagli arrangiamenti inconsueti.


TRAMA
Anita sta per ereditare una fortuna ma una scomoda clausola la obbliga a sposarsi prima di poter diventare milionaria.
Seppur impegnata a corteggiare disperatamente un tennista e dalle idee poco chiare, la ragazza cerca di escogitare con la zia un piano per farle incassare il denaro senza compromettere la sua libertà. Dopo vari tentativi arriva l’idea giusta: adescare un giovane squattrinato proponendogli un fruttuoso matrimonio d’interesse, naturalmente seguito da un tempestivo divorzio. Ma non tutto procede secondo i piani…


Il film è incentrato su una gioiosa ed eclettica Madhubala, la sua carica vitale in questo film è contagiosa e disarmante; sono le linee morbide del suo viso a guidare i movimenti della telecamera e la scoppiettante eloquenza che la contraddistingue ben si sposa con gli sguardi silenziosi e intensi di Guru Dutt.

Come vuole la tradizione dei film di Dutt, ritroviamo Jhonny Walker in un personaggio di contorno che sviluppa una sua simpatica storia parallela. Imperdibile il suo duetto con Yasmine in "Jaane Kahan Mehra".
Lalita Pawar, sempre ironica ed eccellente, è una villain tutta al femminile. La sua Sita Devi , una donna furbissima quanto avida, è in perenne lotta con gli uomini ed ansiosa di costruire per sua nipote un futuro lontano da qualsiasi legame affettivo.
Vero stendardo del femminismo più acuto, la zia scettica diviene assolutamente adorabile.

Nella molteplice veste di protagonista, regista e produttore, Guru Dutt segue ogni passo del film ed è custode di quella piacevole naturalezza che distingue Mr & Mrs 55 da altre pellicole somiglianti. Meravigliosa, e non ne avevo dubbi, la sua performance.
Nel continuo gioco di provocazioni, il momento più eclatante è la celebre canzone “Neele Aasmani” un capriccioso tango della gelosia in cui gli sguardi di Dutt sovrastano la scena fino a far scomparire tutto il resto. L’ammiccante cantante che sembra leggere nei pensieri dei protagonisti è Cokoo, la sensuale item girl nel brano "Ek, do, teen" in Awaara.

Il mio giudizio sul film : **** 4,5 /5


ANNO: 1955

REGIA: Guru Dutt

CAST :

- Madhubala……… Anita
- Guru Dutt……… Pritam
- Lalita Pawar……… Sita Devi
- Jhonny Walker…… Jhonny
- Yasmine……………Julie
- Tun Tun…………… Lilie
- Cukoo………… apparizione speciale in “Neele Aasmani”
- Al Nasir…………… Ramesh


COLONNA SONORA: di O.P Mayer e testi di Majrooh Sultanpuri
Particolarissima ed elemento indispensabile nella narrazione. Piacevoli canzoni ma anche una meravigliosa background score che accompagna tutto il film.

PLAYBACK SINGERS: Mohammad Rafi, Geeta Dutt


QUALCOS’ALTRO:

- Geeta Dutt, celebre playback singer, era sposata con il regista Guru, la loro fu un’ unione tremendamente burrascosa, resa ancora più instabile dalla relazione dell'uomo con l’attrice Waheeda Rehman.

- Il protagonista del film, Pritam, è un fumettista che disegna vignette ispirate alla sua vita privata, anche in Hum Tum, di Kunal Kohli, ritroviamo un personaggio simile.