04 settembre 2009

GEHRAYEE


Ambientato nei dintorni di Bangalore, “Gehrayee” parla di una famiglia benestante (i Bassapa), che deve far fronte a sopraggiunte difficoltà economiche. Di conseguenza, decide di vendere la propria tenuta fuori città a un'impresa che sfrutterà il terreno per costruire un'industria. Il servo Baswa, che per anni si è preso cura di quella terra e che vi è molto legato, è disperato e vuole a tutti i costi fermare la vendita.

I Bassapa tornano nella loro abitazione in città, ma niente sarà più lo stesso.
Una sera, mentre aspettano che il figlio Nandu torni dal lavoro, ricevono una telefonata che li informa che il ragazzo ha avuto un incidente in motorino e che si trova in ospedale. Stanno per correre da lui, quando Nandu entra in casa sereno e sorridente. Nessuno riesce a spiegarsi chi possa aver fatto uno scherzo di così cattivo gusto.

Nei giorni seguenti è la giovane figlia Umakka a comportarsi in modo strano: i suoi voti a scuola peggiorano, è maleducata con gli insegnanti e violenta con le compagne di classe. Preoccupati per la doppia personalità di Umakka, i genitori si rivolgono ad uno specialista. Le condizioni della ragazzina continuano a peggiorare e la sua aggressività aumenta.

Anno: 1980

Regista: Aruna Raje, Vikas Desai

Attori:

Shreeram Lagoo (Chenna Bassapa)
Anant Nag (Nandu Bassapa)
Padmini Kolhapure (Umakka Bassapa)
Indrani Mukherjee (Saroja Bassapa)
Amrish Puri (officiante di riti tantrici)

Musiche: Laxmikanth Pyarelal

Recensione: *****

Semplicemente incredibile e originale! Credo sia unico nel suo genere.
In “Gehrayee” i coniugi Raje-Desai terrorizzano lo spettatore senza mostrargli assolutamente niente!

Oltre alla bravura degli attori che riescono a coinvolgere lo spettatore, i colpi di scena sono ben dosati e la trama non è assolutamente scontata. All'inizio del film ero praticamente certa di dovermi sorbire un'altra versione de “L'esorcista”... mi sbagliavo di grosso. Entrambi parlano di una bambina posseduta, però le analogie si esauriscono qui. “L'esorcista” puntava a scioccare il pubblico mettendo in scena una giovane Linda Blair indemoniata e un esorcismo, comunemente praticato, ma considerato tabù per la Chiesa cattolica [1] alle prese con la società moderna. In “Gehrayee”, invece, la possessione è solo il pretesto per smascherare l'apparente limpidezza di una famiglia borghese. Quando Umakka inizia a comportarsi non più come la bambina educata che è sempre stata, le tensioni famigliari esplodono. Nessun aiuto esterno, né quello di uno psichiatra, che convince i genitori a sottoporre Umakka all'elettroshock, né un officiante di riti tantrici, rivelatosi senza scrupoli, riuscirà a ripristinare la tranquillità. Proprio nel momento in cui la famiglia dovrebbe essere unita attorno al suo componente più fragile, si sgretola. A quel punto sembra che tutte le colpe ricadano sul padre, uomo dispotico e insensibile di fronte alla sofferenza altrui.

“Gehrayee” significa “profondità”, si riferisce all'inevitabile caduta nel baratro a cui conduce la grettezza umana.
Verso il finale, il tentativo di Nandu di distanziarsi dal padre sembra prospettare una speranza: non tutti gli uomini sono meschini e preoccupati solamente per il proprio benessere. Sarà davvero così? L'ultima scena è mozzafiato.

[1] Negli Stati Uniti ci sono delle correnti religiose di ispirazione cristiana che praticano esorcismi pubblici.

Curiosità:

* “Gehrayee” è stato accolto positivamente dalla critica, come quasi tutti gli altri film della coppia Raje-Vikas.

* I coniugi Raje-Vikas hanno divorziato e, ovviamente, non lavorano più assieme.

* Vikas Desai ha raccontato un incidente inquietante avvenuto nei giorni delle riprese di “Gehrayee”. Vikas e consorte erano seduti in soggiorno, quando hanno sentito provenire delle grida dalla cucina. Accorsi sul posto, hanno trovato una cameriera stesa a terra che ha rivolto loro delle minacce con una voce dal tono insolitamente maschile, proprio come quella di Umakka. I due hanno pensato bene di allontanarsi e dimenticare l'accaduto.

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