09 novembre 2019

I S H Q


Impossibile recensire Ishq senza svelarne la trama. Se non lo avete ancora visto, vi anticipo soltanto che è scritto, diretto e interpretato con cura, e che è un prodotto piuttosto singolare nel panorama del cinema indiano. Ve lo consiglio. 
Ora filate via.

Per chi lo ha già visto.
Cosa prova un uomo che, con la sua compagna, subisce un'aggressione? Confesso di non essermelo mai chiesto. L'immedesimazione con la vittima femminile mi viene automatica. Così come l'archiviazione frettolosa del trauma maschile. Dopo questo film, ho di che vergognarmene. 
Ishq significa amore, ma la pellicola non narra affatto una storia d'amore. La tagline - Not a love story - è rivelatrice. Ishq è una tristissima storia di formazione negativa, di innocenza irrimediabilmente perduta. Per la prima volta in vita mia, ho provato pena più per l'uomo che per la sua compagna. 

Il film parte in tono lieto presentando due giovani fidanzati, Vasu e Sachi, ed io cado nella trappola con popcorn e tutto. E' un'introduzione fresca, ottimistica. Le mie aspettative sono rosee quanto quelle dei personaggi. Sachi (Shane Nigam) è un ragazzo sorridente, affettuoso, simpatico, di buon carattere.
I due vengono aggrediti da Alvin, un sadico che gode nell'incutere terrore, e che, alla violenza fisica, preferisce la tortura psicologica. La tensione è altissima: sceneggiatore, regista e attore (un superbo Shine Tom Chacko) danno il meglio. I dialoghi sono perfetti. Ho provato angoscia persino durante la seconda visione. 
L'agghiacciante avventura termina, e, come purtroppo accade spesso in situazioni del genere, i due, invece di confortarsi, si feriscono a vicenda e si allontanano. Sachi, sciaguratamente, chiede a Vasu cosa le ha fatto Alvin, e pronuncia la frase su cui si sono scagliati alcuni critici indiani: Sono un uomo, ho bisogno di saperlo. Nasce un polverone. (Vasu, altrettanto sciaguratamente, risponde: Dov'era la tua mascolinità stanotte? Dimenticando di aver impedito a Sachi di reagire per timore di creare uno scandalo).

Da questo punto, parte della critica stronca la pellicola, pur riconoscendone le innegabili qualità in termini di regia e di interpretazioni (e di sceneggiatura, nel primo tempo).
Io non sono d'accordo. L'unico aspetto di Ishq che ho trovato debole è lo scarso spazio concesso al periodo di transizione di Sachi, fra l'aggressione e la vendetta. Il suo tormento interiore viene rappresentato in poche brevi sequenze. Sachi è annientato. Il ragazzo si chiude in se stesso, diventa scostante, sgarbato, violento. La brutalità di Alvin ha scardinato le sue certezze, la sua fiducia, e ha minato la sua identità maschile. Sachi vive la seconda fase della tortura. Il ricordo di quanto accaduto - il terrore per sè e soprattutto per Vasu, il senso di impotenza, l'umiliazione - si trasforma in pensiero ossessivo. Il rancore si autoalimenta senza sosta.

Il secondo tempo poteva essere più sottile, ma a mio parere non è poi così grossolano. Sachi è ancora sotto choc, un automa scollato dalla realtà, anestetizzato dinanzi all'orrore che ora è lui ad infliggere. La formazione negativa si è conclusa. Del ragazzo innocente di qualche settimana prima non è rimasto nulla. Le carte della sua personalità si sono rimescolate. Non si tratta di mascolinità tossica che riaffiora: Sachi è proprio un altro uomo.
Il finale è insolito per un film indiano, ma l'unico possibile.

Ishq sceglie intenzionalmente di raccontare la vicenda dal punto di vista di Sachi, quindi la scarsa rilevanza accordata al personaggio di Vasu è una scelta e non un errore della sceneggiatura. Ishq non è una storia d'amore. La relazione principale è quella, infame, che si instaura fra Alvin e Sachi, fra il carnefice e la vittima in un macabro gioco di specchi. Ishq non è solo un thriller. Non è solo una storia di vendetta. Non è solo una condanna delle crociate moralizzatrici. Ishq non è ciò che sembra, e per questo intriga.

TRAMA

Sachi e la sua fidanzata, Vasu, trascorrono insieme una giornata all'insaputa delle famiglie. La sera partono per un viaggio senza meta in auto. In un parcheggio vengono aggrediti da Alvin.

ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE

* Di giorno, nello stesso parcheggio, Sachi incontra nuovamente Alvin. La scena è magistrale. Non una nota stonata.

ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE

* Il trofeo nel bagagliaio anche no.

RECENSIONI

The Hindu:
'Ishq has quite a laudable intent at its heart - to deliver a message against the rampant moral policing in the State. But, along the way, in showing how to respond or take revenge on the perverts who become moral goons, it unintentionally celebrates another kind of evil. (...) Director Anuraj Manohar, making his debut, lets this moral policing sequence play out over a good part of the first half. He seems to be pointing at the mentality of the moral goons, who draw pleasure from the helplessness of their victims and revel in piling on their agony. But Ratheesh Ravi's script begins unravelling after the initial moments of tension, as the attempted mental torture of the couple becomes repetitive. Sachi's character also lacks consistency. (...) But it is in the second half, dedicated to an elaborate revenge ritual, that the film loses its own moral compass. (...) While Anuraj deserves appreciation for not sticking to a conventional narrative and taking some risks, the script and the revenge part are a let down. This is certainly not how moral policing needs to be fought'.
S.R. Praveen, 18.05.19

Film Companion:
'The actors are wonderful, especially Shane. (...) The real subject of the film is what happens after a man with a patriarchal mindset is kicked in the balls. (...) We only know as much about her (Vasudha) as Sachi does, which is very little. She gets no standalone scenes, no private moments. The film never takes us into her psyche the way it takes us into Sachi’s. She’s a fairly invisible presence (rather, a quivering object) during Alvin’s moral policing, and she’s completely absent in the stretch where Sachi turns the tables on Alvin’s family. And that is precisely the point of Ratheesh Ravi’s screenplay. It sees Vasudha as Sachi sees her, not as a person but as a piece of ownership. (...) Ishq works well enough when you watch it, but it really deepens when you think about it later. There are superb touches. (...) But as superb as these details are, what registers is the core. What looks, at first, like Sachi’s loss-of-innocence story soon becomes a horror story about the fact that even a boy so innocent-looking has such deep strains of patriarchy. At points, I was literally cowering in my seat - first due to Alvin, then due to Sachi. The ending, then, is perfect'.
Baradwaj Rangan, 03.06.19

Cinema Hindi: *** 1/2
Punto di forza: la sceneggiatura stratificata, le sottigliezze, la regia, le interpretazioni.
Punto debole: la trasformazione di Sachi da vittima in carnefice è rappresentata in modo troppo frettoloso.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Shane Nigam - Sachi
* Shine Tom Chacko - Alvin
* Ann Sheethal - Vasudha, fidanzata di Sachi
* Jafar Idukki - Mukundan, amico di Alvin
* Leona Leshoy - Mariya

Regia: Anuraj Manohar
Sceneggiatura: Ratheesh Ravi
Colonna sonora: Jakes Bejoy
Lingua: malayalam
Traduzione del titolo: amore
Anno: 2019

CURIOSITA'

* Un paio di settimane fa è stato annunciato il remake di Ishq in lingua telugu.
* Per saperne di più sulla moral police in India: clicca qui.
* Riferimenti a Bollywood: Uri: The surgical strike.

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