12 novembre 2011

DEIVA THIRUMAGAL



Potersi gustare un nuovo film del talentuoso A.L. Vijay , regista del bellissimo Madrasapattinam, è già un motivo sufficiente per abbandonare di colpo qualsiasi altra occupazione, l’autore che ci aveva deliziati con un kolossal sontuoso sullo sfondo dell’indipendenza indiana cambia rotta e dirige un film intimo dalla complessa impalcatura emotiva. Anche se fortemente ispirato alla pellicola hollywoodiana I Am Sam, Deiva Tirumagal non si presenta semplicemente come un remake ma sviluppa una storia diversa a partire dalle linee tracciate dal film con Sean Penn. Vikram sovrasta con la sua interpretazione naturale e il suo aspetto subisce una metamorfosi che lascia ammutoliti.

TRAMA
Krishna (Vikram) dopo aver perso la propria compagna si trova a dover crescere da solo la sua bambina , le donne del villaggio si offrono di aiutare il giovane padre disabile che non sa come prendersi cura della neonata. Nila (Sarah), la piccola, cresce felicemente nella località montana coccolata da tutti i membri della comunità fino a che il nonno e la zia non vengono a reclamare la sua custodia. Krishna, ingannato dal suocero e barbaramente abbandonato, troverà l’appoggio di Anuradha (Anushka) un’avvocatessa che prende a cuore la sua causa.


Pieno di pause ma non lento, vivace ma non logorroico. Il film mantiene un buon equilibrio e si plasma sulle emozioni, sulla tenerezza senza appesantirsi o cedere a lacrime facili. Per lasciarci un profilo accurato il regista si prende tutto il tempo che vuole, ci trascina fuori o dentro il mondo di Krishna, uomo-bambino impulsivo, affettuoso ma incapace di accettare le convenzioni e riconoscere i cattivi istinti. Vijay sceglie cosa dirci e cosa no, ci fa entrare nella casa e nell’immaginario del protagonista celando però   l’identità della moglie Bhanu (della quale non riusciamo a vedere nemmeno il volto) e quella che è stata la sua vita prima della nascita di Nila.
Affidare o non affidare la custodia della figlia di cinque anni ad un uomo disabile, a volte incapace di prendersi cura di se stesso senza l’aiuto di nessuno? Dopo aver fatto luccicare gli occhi degli spettatori con scene dolcissime il regista fa un passo indietro, diventa un po’ cinico e la storia si chiude con una domanda, lasciandoci con il dubbio se solo l’amore e la dedizione di Krishna per la sua piccola siano o no sufficienti a garantirle una crescita serena. Nel trattare un argomento così delicato il film oscilla tra il realismo e la fiaba, scansando comunque eccessi di stravaganza nella narrazione. Ciò che ne prende vita è un composto visivo degno di nota le cui immagini sono brillanti e le locations rifugi nel verde, un prodotto capace di guadagnarsi recensioni positive sia per i suoi contenuti che per la qualità formale.
I flashback sono stati usati con maestria,  malgrado la tecnica del racconto a ritroso sia tra le più inflazionate nell’universo cinematografico la riunione di ricordi intervallati al presente si è saputa intersecare nel modo giusto garantendoci di creare una chiara panoramica degli eventi senza rinunciare all’effetto sorpresa. Tra i momenti che creano piacevoli intervalli ricreativi: le fasi di improvvisazione di un racconto che si compongono nella mente di Krishna preoccupato sul come aiutare la figlia negli impegni scolastici (l'assemblamento disordinato di tutti gli elementi fantastici assimilati negli anni crea un composto adorabilmente fantasioso) e la visualizzazione del brano "Vizhigali Oru Vannavil" dove la pioggia si trasforma in vernice mentre Anuradha vaga indisturbata nei sui pensieri.
Se Anushka Shetty si dimostra un’attrice sempre più completa e matura Vikram continua a stupire ed aggiunge questa performance perfetta ad un curriculum già ricco di gioielli. Il protagonista si muove sotto molteplici sguardi femminili: le attenzioni protettive della moglie del capo che gli insegna come accudire la neonata e lo tranquillizza nelle sue paure; la spontanea vitalità della piccola Nila, intuitiva e scaltra ma rispettosa per la diversità del padre; la determinazione e i capricci di Swetha, donna in carriera che fa la voce grossa ma non ha chiarezza d'idee;  l’intelligenza e la capacità di immedesimazione di Anuradha la quale si trova a riconsiderare la propria etica e la propria vita alla luce del nuovo incontro.
Fuggendo da conclusioni scontate il film evita di far nascere una storia d’amore tra l’avvocato e il suo cliente, a scaldare la loro intesa non sarà un’attrazione fisica ma l'ammirazione per i rispettivi messaggi: la generosità e la perseveranza in Anuradha e la capacità di amare e perdonare in Krishna. Dubito che la scelta di Sarah, la piccola attrice il cui volto somiglia moltissimo ad Anushka Shetty, sia stata casuale, il lei il personaggio ricorda qualcosa che aveva dimenticato e si rivede in lei,  dalle attenzioni che vorrebbe ricevere alla sua perduta spontaneità. La ragazza non cerca di diventare la compagna dell’uomo che l’ha ispirata quanto sogna di poter pensare ancora come sua figlia Nila e continuare a credere che un rapporto di totale fiducia e amore  sia possibile.  



Il mio giudizio sul film : **** 4/5


ANNO : 2011

LINGUA : Tamil

TRADUZIONE DEL TITOLO : figlia di Dio

REGIA : A.L. Vijay


CAST
Vikram ……………………………. Krishna
Anushka Shetty………………………… Anuradha
Sarah ……………………… Nila
Amala Paul ……………………. Shweta
Sachin Kedhekar …………………. Rajendran
Karthik Kumar ………………………. Karthik
Santhanam ………………………. Vinod
Nassar ……………………….Bashyam


COLONNA SONORA : GV Prakash Kumar alla sua terza collaborazione con L.Vijay dopo Kireedam e Madrasapattinam

PLAYBACK SINGERS : Vikram, Shringa, Saindhavi, GV Prakash Kumar, SP Balasubrahmanyam, Maya, Rajesh, Kalyan, Haricharan, Navin Iyer



QUALCOS’ALTRO:

Main Aisa Hi Hoon (2005) con Ajay Devgan è stato un precedente remake di I am Sam in lingua hindi.

Il motivetto “Pa pa papa” riprende un brano dal classico Disney Robin Hood

Amala Paul è stata la fantastica eroina di Mynaa, village movie tamil gudicato Miglior Film dell’anno durante la passata edizione dei Filmfare Awards South.

Il film è stato accolto positivamente sia dai critici che dal pubblico, dopo essere stato doppiato in lingua telegu (Nanna) ha incontrato un ottimo successo anche in Andhra Pradesh.

Deiva Thirumagan ( figlio di Dio) è stato sostituito a fine riprese con Deiva Thirumagal (figlia di Dio) a seguito di una rivendicazione di copyright da parte della Sivaji Production che aveva già acquistato i diritti sul titolo per uno dei loro progetti futuri.

SITO UFFICIALE DeivaThirumagal.com

Qualche informazione in più su Vikram e Anuskha Shetty nelle sezioni: I VOLTI MASCHILI DEL CINEMA TAMIL, I VOLTI FEMMINILI DEL CINEMA TELEGU

Nessun commento: