25 agosto 2009

P H O O N K (II)


'Phoonk' rispetta la tradizione dei film diretti ma non prodotti da Ram Gopal Varma (v. 'Darling' o 'Contract'): l'abituale bravura registica di Varma è contenuta, come imbrigliata. Non è dato sapere se su specifica richiesta da parte dei produttori, che paventano la scarsa commercialità dei virtuosismi del regista di Hyderabad, o se lo stesso Varma non preferisca risparmiare le sue idee vulcaniche per le pellicole sfornate dalla Factory. 'Phoonk' ha comunque ottenuto un discreto successo di pubblico, malgrado l'attesa stroncatura critica.

La trama, ad un esame più attento, rivela aspetti insoliti per un horror. La narrazione parte in modo lento e prevedibile, banalizzata anche da una regia non all'altezza degli standard a cui RGV ha abituato il suo pubblico. Ma quando il fattore horror dovrebbe scatenarsi, ecco che improvvisamente la sceneggiatura offre inaspettati punti di vista che, di fatto, impregnano il film schiudendogli una prospettiva del tutto nuova.
Varma entra finalmente in scena dispiegando tutta la sua potenza registica e la sua abilità nel dirigere gli attori. La storia sembra seguire la falsariga della magia nera, ma in realtà sceneggiatore e regista preferiscono sottolineare il conflitto fra ateismo e religiosità (e superstizione). 'Phoonk' è ovviamente una pellicola di intrattenimento, e quindi i temi filosofici o psicologici trovano poco spazio. Eppure è interessante che il protagonista della vicenda sia un non credente dichiarato (come lo stesso RGV). E ancor più interessante è il messaggio che il film veicola: dinanzi ad una disgrazia terribile come la grave malattia di un figlio, gli esseri umani si mostrano ugualmente indifesi. Ogni certezza crolla. La razionalità viene meno. Le convinzioni profonde perdono senso e si sgretolano. Può accadere che un ateo si rivolga disperato ad uno sciamano. O che un credente giudichi crudele il suo Dio e si affidi alla scienza.

Nel capolavoro di Stephen King, 'Pet Sematary', il dolore devastante di un padre che ha perso il figlio attanaglia il lettore alla gola dalla prima pagina all'ultima, soverchiando tutto il resto (trama, fattore horror). Anche in 'Phoonk' è l'angosciosa vicenda umana di Rajiv a catturare l'attenzione dello spettatore per buona parte della pellicola, grazie anche all'interpretazione molto convincente offerta da Sudeep.
Perchè mai il pubblico dovrebbe spaventarsi dinanzi a fattucchiere e riti magici? Il terrore in 'Phoonk' è più realistico. E' l'orrore più grande che possiamo provare: la morte delle persone che amiamo.

Alcuni hanno ravvisato in 'Phoonk' degli aspetti in comune con 'L'Esorcista'. Le sequenze della possessione effettivamente paiono trarre ispirazione dal celebre film di William Friedkin. Ma mentre ne 'L'Esorcista' i protagonisti sono la ragazza posseduta e il sacerdote che tenta di salvarla, in 'Phoonk' il personaggio principale è il padre, che si prodiga con ogni mezzo per trovare una cura al male misterioso della figlia, ma che non agisce in alcun modo sul male stesso se non indirettamente nella sequenza finale. La bambina e la sua possessione sono lasciate ai margini. Ne 'L'Esorcista' la presenza del Male è opprimente: la camera entra nell'abitazione dove vive la famiglia, e lo spettatore sente l'angoscia stringergli il cuore. In 'Phoonk', malgrado qualche sporadica sequenza, l'ambiente rimane sano, non infestato. Nemmeno per un istante la quotidianità viene sovvertita o alterata. 'L'Esorcista' si focalizza sul Male, 'Phoonk' sul dolore. In 'Phoonk' l'importanza della famiglia, cioè il mondo conosciuto, è preponderante rispetto a tutto ciò che è estraneo: il maleficio, le cure, la strega, lo sciamano. Ne 'L'Esorcista', al contrario, tutto ciò che è familiare o quotidiano è violentemente scardinato, e l'ignoto (ma anche l'estraneo alla famiglia, ossia il sacerdote) cattura la scena.

Una menzione speciale al cast tecnico: la fotografia è molto espressiva e molto elegante, il commento musicale di buona fattura. E non mancano le inquadrature inedite e temerarie per le quali RGV è giustamente famoso. Non perdetevi la scena del ritorno a casa dalla prima visita medica. La nonna è di spalle, nell'oscurità, in attesa. I genitori entrano ai suoi lati, mesti, avvolti da un cono di luce. La bambina sale le scale sfiorando l'obiettivo. E' questo il perfezionismo tecnico che delizia i fan del regista. Varma ama definirsi uno scopiazzatore di idee altrui, ma di certo il suo occhio geniale marchia in modo inconfondibile le pellicole da lui dirette.

RECENSIONI

The Times of India: **
Nikhat Kazmi, 22.08.08

Hindustan Times: **
'Phoonk' è il piatto horror standard di Ram Gopal Varma. Meglio che spendiate i soldi del biglietto per del pesce fritto.'
Khalid Mohamed, 22.08.08

Bollywood Hungama: ****
'Il grande dibattito fra scienza e superstizione continua, e il nuovo film di RGV, 'Phoonk', pende in favore della superstizione. Sorprendente, vero? La pellicola non spaventa, ma il tema funziona. 'Phoonk' può essere facilmente annoverato fra i migliori lavori di Varma (anche se 'Bhoot' impressionava di più), e cattura l'attenzione dall'inizio alla fine. Il regista gioca con la camera (eccellente lavoro di Savita Singh) e col suono (Kunal Mehta, Parikshit Lalwani) per enfatizzarne l'impatto. Il tema musicale (Bapi-Tutul) trasforma una scena da ordinaria in fuori dall'ordinario. Varma è tornato col botto: l'argomento ha consistenza e ogni inquadratura porta lo stampo inconfondibile del genio che RGV è, aldilà dei successi e dei flop. Le interpretazioni sono tutte buone. Sudeep colpisce per l'eccellente performance. Amruta Khanvilkar è efficace. La piccola Ahsaas Channa regala grande emozione. Ashwini Kalsekar è di prima classe. L'interpretazione tantrica di Zakir Hussain è superba. 'Phoonk' è una fascinosa esperienza cinematica intorno ad un tema che viene raramente affrontato dai mercanti di sogni di Bollywood: la magia nera. L'argomento stesso è la star più grande del film.'
Taran Adarsh, 22.08.08

Cinema Hindi: ***1/2
Punto di forza: la regia e l'interpretazione di Sudeep
Punto debole: qualche lentezza di troppo nella sceneggiatura

SCHEDA DEL FILM

Sceneggiatura: Milind Gadagkar

Colonna sonora: Bapi-Tutul ('Khosla Ka Ghosla!)

Fotografia: Savita Singh

Traduzione del titolo: come già anticipato da Erica, Pushker conferma che 'phoonk' significa 'soffiare dalla bocca', ed è generalmente associato all'espressione 'soffiar via la polvere'. Ma nel film il termine può essere inteso come 'esorcismo'

Per la trama del film, la traduzione della recensione di The Times of India, il cast completo, ulteriori informazioni e commenti, vedi il testo di Erica 'PHOONK'.

CURIOSITA'

* Da non perdere gli speciali contenuti nel dvd: lunghe interviste al cast e alla troupe. RGV descrive le sue scene preferite e si stupisce di aver scritturato un'attrice così giovane considerata la sua ben nota irritabilità nei confronti dei bambini. La piccola Channa, dal canto suo, parla di Varma con occhi innamorati...

* Sudeep è un attore del cinema in lingua Kannada, la lingua ufficiale dello Stato del Karnataka. 'Phoonk' segna il suo debutto a Bollywood

* La piccola Ahsaas Channa ha recitato in altre pellicole, anche in ruoli maschili (v. 'Kabhi Alvida Naa Kehna'), pratica piuttosto comune nel cinema Indiano (nelle prossime settimane dovrebbe essere distribuito 'Pankh', storia drammatica imperniata proprio su questo tema)

* Amruta Khanvilkar era nel cast di un altro film di Ram Gopal Varma, 'Contract'

* L'ottimo caratterista Zakir Hussain, lo sciamano in 'Phoonk', ha recitato fra gli altri anche in 'Sarkar', sempre diretto da RGV. La 'strega' Ashwini Khalsekar ha partecipato a 'Johnny Gaddaar'

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