11 aprile 2012

VETTAI



Vettai è stato il primo grande successo del 2012 per il Cinema Tamil, industria brulicante di giovani e vecchi talenti, registi stravaganti o coraggiosi, tecnici di tutto rispetto, compositori dal tocco magico e soprattutto folle incalcolabili di spettatori voraci. Il film è la settima fatica di N.Lingusamy e l’ultimo anello di una fortunata catena composta da soli bei titoli (tra cui Bheema e Payya) che consolida la collaborazione con il compositore Yuvan Shankar Raja e i curatori artistici Anthony e Rajeevan. Il film impegna ben quattro amatissime star: Arya, R.Madhavan, Amala Paul e Sameera Reddy e si dimostra una creazione di buon livello stilistico capace di coinvolgere e intrattenere.


TRAMA
Guru (R.Madhavan) e Thiru (Arya) sono fratelli inseparabili dalle personalità completamente opposte, se il primo è timido e insicuro il secondo è una testa calda, forte e audace ma sempre nei guai. Nel momento in cui Guru è costretto a seguire le orme del padre e arruolarsi in polizia Thiru si offre di aiutarlo in segreto per proteggerlo dai  nemici e costruirgli una brillante carriera.


Il film viaggia per sentieri già consolidati e si posiziona nella celebrata tradizione degli action entertainers tanto cari a Kollywood. Vettai è una favola sentimentale, ma carica di testosterone e non troppo commerciale da risultare superficiale o illogica, capace di elettrizzare il grande pubblico senza trasformasi in mero cibo per le masse. Il regista tiene i piedi per terra ed evita di esagerare, ci riesce benissimo lungo tutta la narrazione ma la presa gli sfugge  proprio sul finale, ragion per cui la pellicola risulta imperfetta e non soddisfa completamente.
Tutto è un mescolarsi di commedia, azione e fascino, escapismo e realtà quotidiana, i personaggi appaiono supereroi quando la situazione lo richiede ma si mostrano anche uomini ordinari, a volte buffi, impegnati nella vita domestica. Le canzoni propongono un tocco di folklore, palme di cocco, paesaggi naturali, ma anche ingorghi nel traffico urbano, svolazzanti bandiere rosse velate e feste tradizionali per le strade. Nelle scene di lotta coreografata trionfa il fascino macho di Arya tra colonne di piume che fluttuano, bidoni polverosi, vetrate che si disintegrano con un soffio, muretti e impalcature che crollano come biscotti inzuppati nel latte, nemici che cadono al suolo compiendo piroette. Uno spassosissimo valtzer.
Interessante anche il concetto di base, l’idea di puntare i riflettori su due fratelli che nonostante le divergenze vanno d’amore e d’accordo, si sostengono, si divertono e si innamorano di due belle sorelle dai caratteri non facili da gestire. L’intesa tra i due attori (insieme sullo schermo per la prima volta) diviene decisiva per la riuscita del film. Il paffuto e autoironico Madhavan interpreta meravigliosamente il personaggio del poliziotto fifone che nasconde le sue paure dietro al completo kaki e ad un’arma che ha timore solo a guardare, mentre l’atletico e inebriante Arya, i cui occhi sono un incantesimo per le spettatrici, si fa carico delle più spettacolari scene d’azione. Il dio greco del cinema del Sud, com’è nel suo stile, riesce sempre a non strafare e crea con i suoi compagni di scena un rapporto alla pari e un legame speciale, impossibile dimenticare la splendida collaborazione tra Arya e Bharat nel tumultuoso Pattyal, capolavoro di Vishnu Vardhan.
I personaggi femminili non sono da meno, entrambi avvincenti,  pepati e pure un po' aggressivi. Le due attrici protagoniste recitano e danzano (bene) senza risparmiarsi, trasmettono vitalità e allegria e appaiono di certo migliori di alcune pupattole senza arte né parte adottate negli ultimi tempi nell’industria di Mumbai. Sameera Reddy si impegna in un simpatico ruolo da maschiaccio mentre Amala Paul mostra il suo lato più modaiolo e sbarazzino, il nuovo look la fa sembrare la versione formosa e simpatica di Deepika Padukone.
Lingusamy va contro corrente ed ama il lieto fine, dopo aver strappato inevitabili lacrime nello splendido Bheema, lasciandoci immobili a soffrire per la caduta del boss Chinna (Prakash Raj) e del suo protetto (Vikram), cambia direzione e da Payya in poi sceglie di sedurre il pubblico con film più rassicuranti. Vettai sembra una fusione dei due precedenti successi, l’action masala si unisce a temi più seri, la storia d’amore si intervalla alla leggerezza di alcuni momenti divertenti, si contano ben cinque canzoni, tutte composte del maestro Yuvan Shankar Raja, e frequenti variazioni nel tono della storia. Sarà difficile annoiarsi.
Risulta ancora misterioso però come il pubblico di Chennai e di qualsiasi altra città o villaggio del Tamil Nadu riesca a distrarsi guardando film che gelano il sangue, lasciano turbati dentro, che sollevano domande le cui risposte sono aspre e dolorose. Nelle peggiori situazioni viene a galla il marcio della società ma anche il meglio dell’essere umano, la coesione, la forza interiore, il coraggio, il desiderio di protezione. Vettai tutto sommato è un film soft, notevolmente edulcorato e smussato negli angoli rispetto a molti altri successi , ma la sua forza d’incedere si sente.  Anche se la commedia e l’intrattenimento frizzante sembrano prendere il sopravvento alla fine a vincere sono i sentimenti forti, che sia odio, rabbia, amore, attrazione, follia o vendetta. Niente può essere appena accennato, tutto viene vissuto fino in fondo, condiviso, assaporato. 


Il mio giudizio sul film : ***1/2 3,5


ANNO: 2012

REGIA : N.Lingusamy

LINGUA : Tamil

TRADUZIONE DEL TITOLO: La caccia

CAST:
Arya …………………….. Thiru
R.Madhavan ……………….. Guru
Amala Paul ………………… Jayanthi
Sameera Reddy ……………………. Vasanthi
Ashutosh Rana …………….. Annanchi
Srijith Ravi ……………….. Suruli
Muthukumar …………………….Mari


COLONNA SONORA : Yuvan Shankar Raja
PLAYBACK SINGERS : Yuvan Shankar Raja, Karthik, Krish, Haricharan, Swetha Mohan, Harini, Saindhavi

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