01 ottobre 2009

SAHIB BIBI AUR GHULAM


Anche se Kaagaz ke Phool è ufficialmente l'ultimo film firmato da Guru Dutt, sono in pochi a credere che la regia di questo capolavoro sia stata portata avanti solo dal suo collaboratore Abrar Alvi. Tratto dall'omonimo romanzo di Bimal Mitra, Sahib Bibi aur Ghulam racconta la decadenza di una famiglia aristocratica ai tempi della dominazione britannica vista attraverso gli occhi di un ragazzo che vi giunge per la prima volta.


TRAMA

Boothnath si trasferisce a Calcutta dopo aver completato gli studi e inizia a lavorare per una ditta subordinata ad una famiglia di propietari terrieri ; le sue finestre si affacciano sulla loro dimora ed ogni sera il ragazzo ascolta con trasporto il canto di una donna abbandonata dal marito. Nei suoi primi passi verso l'età adulta assaggia la realtà esterna al suo villaggio, smette di muoversi per forza d'inerzia e mano a mano che scopre se stesso viene colto da nuovi desideri.
Discreto osservatore , quasi invisibile ma sempre presente, diviso tra l'adorazione verso una donna che non potrà mai avere (ma della quale è in grado di comprendere ogni singolo pensiero), e la curiosità scatenata da una sua giocosa coetanea, Jabba.


Il film si apre e si chiude con le immagini della demolizione totale della lussuosa casa padronale. Tra vizi, maltrattamenti e crimini insabbiati, risalta l'unutilità dell'autosacrificio nell'intento di preservare legami che si logorano.
I membri familiari più anziani cospirano per tenere nascosto quello che reputano il loro anello debole, ossia la fragile Chote Bahu, una donna che non vuole assolutamente accontentarsi del posto che le viene assegnato; soffocata tra le mura di casa, annoiata dai lussi di cui può ricoprirsi, frustrata dai continui tradimenti del marito, perde la sicurezza nel suo fascino e si abbandona all'alcol.
Che il regista avesse già predetto il futuro di Meena Kumari? Che l'attrice si sia identificata così tanto nel suo personaggio al punto di seguirlo fino al tragico epilogo?
Le ultime scene del film, che sovrappongono l'immagine della bellissima Meena a quelle dei resti di Chote Bahu nascosti tra le rovine, risultano ancora più inquietanti alla luce di quelle che sono state poi le sue vicende personali.

Magistrale il modo in cui il regista (che sia Alvi o lo stesso Dutt) ha scelto di girare il primo incontro tra il timidissimo Boothnath e la maestosa Chote Bahu : la telecamera è guidata dal timore del ragazzo, che ha paura anche solo ad alzare gli occhi di fronte alla donna. Le inquadrature si posano quindi sui dettagli, il pavimento, il tappetto, I suoi piedi, il bindi e la linea del sindoor, e solo dopo un po', Guru Dutt (e quindi la telecamera) trova il coraggio per alzare lo sguardo e mostrarci la sua figura completa.

Sahib Bibi aur Ghulam presenta una catena di passioni ossessive, non ricambiate, scandite dalle sensuali esibizioni della cortigiana, il brano con cui viene introdotta sullo schermo è "Meri jaan achcha nahin itna sitam" / (mio amato non è giusto tormentarmi così), la donna alimenta la follia e le illusioni di una società in decadenza e incarna un malessere, una tentazione dalla quale Chote Sarkar non riesce più a staccarsi.

Jabba, interpretata da Waheeda Rehman, resta quasi un personaggio di sfondo, eppure a lei è affidata una delle sequenze più belle di tutto il film : la canzone “Meri baat rahi mere man mein” / (Tutte le parole non dette restano chiuse dentro di me) , abbinata ad un collage di ricordi che si intervallano al buio mentre il suo volto perfetto viene accarezzato da una debolissima luce.
Waheeda posa di fronte alle telecamere come se stesse attendendo di essere dipinta in un ritratto. Guru Dutt doveva amarla davvero tanto per averle riservato un momento così speciale.


Il mio giudizio sul film ***** 5/5


ANNO: 1962

TRADUZIONE DEL TITOLO: Il signore, la signora e il servitore

REGIA : Abrar Alvi (?)
Picturization delle canzoni (solo?) a cura di Guru Dutt

CAST:

Meena Kumari................... Chote Bahu
Guru Dutt.......................Boothnath
Waheeda Rehman.............. Jabba
Rehman..........................Chote Sarkar
Nasir Hussain....................Suvinoy Babu
Dhumal...........................Bansi
D.K. Sapru......................Majhle Sarkar
Pratima Devi......................Badi Bahu


COLONNA SONORA: Hemnant Kumar (musica) Shakeel Badayuni (testi)

PLAYBACK SINGERS: Geeta Dutt, Asha Bhosle.

Due curiosità : Tutte le canzoni sono interpretate solo da voci femminili.
Geeta Roy, moglie di Guru Dutt, si rifiutò di incidere i brani in cui sullo schermo sarebbe comparsa l'amante del marito, Waheeda Rehman, decise così per la prima volta di prestare la sua voce solo a Meena Kumari.



QUALCOS'ALTRO:

- La famiglia Choudhurys viene identificata anche con il titolo di “Zamindar”, una classe di proprietari terrieri nata sotto la dominazione Mughal, “Haveli” è invece il termine Hindi con cui viene indicata una villa padronale

- Durante le riprese del film Guru Dutt tentò il suicidio per la terza volta, l'evento spiacevole bloccò tutto per alcuni giorni. Se l'attore non si fosse rimesso in piedi in fretta per tornare sul set probabilmente sarebbe stato sostituito da Shashi Kapoor.

- Chote Bahu e Chote Sarkar non vengono mai chiamati per nome ma solo con il loro appellativo familiare .

- Nelle fasi di revisione e montaggio una scena andò perduta, il momento in cui Meena Kumari appoggia la testa sulle gambe di Guru Dutt. La sequenza venne giudicata poco coerente con il rapporto tra i due personaggi nel film, che si comprendono, si confidano, ma restano divisi da una distanza di rispetto.

- Sia Deepa Mehta che Rituparno Ghosh avevano espresso il desiderio di girare un remake di Sahib Bibi aur Ghulam ma il progetto non è mai venuto alla luce. La cosa strana è che da un anno a questa parte circolano foto di Priyanka Chopra nella celebre posa di Chote Bahu. Si tratta solo di un servizio fotografico? C'è veramente qualcosa di più grosso in ballo?
Priyanka Chopra nei panni di Meena Kumari? Ma come osa?? Affidandomi all'intelligenza di due registi di grande talento mi auguro veramente che dietro i gossip non si nasconda una mezza verità.

- Sahib Bibi aur Ghulam vinse ben 4 Filmfare Awards (Best Movie, Best Director, Best Actress, Best Cinematograher) venne candidato all'Oscar come Miglior film straniero e partecipò al Festival di Berlino (1963) nominato come Miglior Film dell'anno.

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