In questa quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma sono stati presentati due film indiani: My Name is Khan e Gangor, una coproduzione italo-indiana in concorso, che alla prima di domenica 31 ottobre ha strappato al pubblico in sala 4 minuti di applausi.
TRAMA
Il fotoreporter Upin (Adil Hussain) è in Purulia, nel Bengala, per un'inchiesta che testimoni e denunci le violenze a cui sono sottoposte le donne del villaggio. Conosce Gangor (Priyanka Bose) e ne rimane rapito. E' proprio una foto di Gangor, ritratta mentre allatta il figlio, a finire in prima pagina. L'articolo solleva un grosso scandalo le cui drammatiche conseguenze ricadranno su Gangor e Upin.
RECENSIONI
L'Unità
...Il tema è nobilissimo, ma raccontato con eccessi didascalici, e con buchi di sceneggiatura che rischiano di diventare voragini. Spinelli è un appassionato conoscitore dell’India (tra l’altro, dirige dal 2000 un festival di cinema asiatico che si svolge a Roma) ma le sue buone intenzioni sembrano mescolarsi con quelle, disastrose, del suo protagonista...
Alberto Crespi, 01.11.10L'articolo integrale.
La Stampa
...senza una sola sfumatura folcloristico-turistica, sa mostrare l’India meno nota e più profonda...
Lietta Tornabuoni, 01.11.10L'articolo integrale.
Diana **1/2
"Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni sono concordi: la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. E non conosce differenze sociali o culturali: le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi e a tutti i ceti economici. " (Claudia Di Giorgio - La Repubblica). Che si tratta di violenza domestica oppure no.
Gangor affronta il tema dalla parte delle donne che vivono nelle campagne indiane, nei villaggi tribali.
Il film è a tratti duro ma raggiunge lo scopo di sensibilizzare, indurre la riflessione e tocca il cuore. E' girato in modo asciutto, senza morbosità. Peccato che non scavi più a fondo nelle motivazioni di Upin e non sviluppi più diffusamente il tema della solidarietà che matura tra le donne del villaggio, convincendo solo in parte.
Gangor affronta il tema dalla parte delle donne che vivono nelle campagne indiane, nei villaggi tribali.
Il film è a tratti duro ma raggiunge lo scopo di sensibilizzare, indurre la riflessione e tocca il cuore. E' girato in modo asciutto, senza morbosità. Peccato che non scavi più a fondo nelle motivazioni di Upin e non sviluppi più diffusamente il tema della solidarietà che matura tra le donne del villaggio, convincendo solo in parte.
Il bello:
- I colori dell'India.
- L'interpretazione di Priyanka Bose: la sua Gangor è affascinante ed intensa.
Il brutto:
- Qualche incongruenza della trama.
Difficile, per esempio, credere che un uomo indiano, un giornalista, perfettamente consapevole della società in cui vive e recatosi a Purulia proprio per documentarne la drammatica realtà, decida di illustrare un articolo contro la violenza sulle donne con la foto di una madre che allatta a seno nudo. Upin viola per primo l'intimità di una donna sola, povera, vulnerabile che vive in un villaggio culturalmente arretrato, nel quale stupri e violenze sono un problema quotidiano.
SCHEDA DEL FILMCast:
Adil Hussain - Upin
Priyanka Bose - Gangor
Seema Rehmani - Shital
Samrat Chakrabarti - Ujan
Regia di Italo Spinelli
Prodotto da Angelo Barbagallo, Vinod Kumar e Isabella Spinelli
Musiche di Iqbal Darbar
Anno: 2009
CURIOSITA'
- Video conferenza stampa Gangor a Roma
- Le foto del red carpet
- A Roma, in occasione del Festival, era presente anche Mahasweta Devi, l'autrice del racconto, Dietro il Corsetto, a cui è ispirato Gangor.
- Note di regia di Italo Spinelli.
-L'articolo di The Times of India dedicato a Gangor. (Grazie a Cinema Hindi per la segnalazione)
La pagina del sito del Festival del Film di Roma dedicata a Gangor
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