La produttrice Ekta Kapoor serberà il ricordo del 2010 sino in punto di morte: difficile che possa replicare in futuro una scelta di pellicole così azzeccata. Nel mese di marzo ha scosso l'India col film più innovativo e scioccante della storia della cinematografia hindi,
Love Sex Aur Dhokha (di Dibakar Banerjee), incontrando anche un buon successo di pubblico. E non contenta, a fine luglio ha incendiato il botteghino con un prodotto stilosissimo e finemente realizzato,
Once upon a time in Mumbaai. Ekta si affianca all'agguerrita truppa femminile che in questi ultimi anni sta espugnando Bollywood, territorio di tradizionale dominio maschile. Sul fronte della regia, citiamo Bhavna Talwar (
Dharm), Zoya Akhtar (
Luck by chance), Nandita Das (
Firaaq), Sooni Taraporevala (
Little Zizou), Parvati Balagopalan (
Straight), Leena Yadav (
Teen Patti), Anusha Rizvi (
Peepli live). E non dimentichiamo i botti commerciali di Farah Khan (
Main Hoon Na e
Om Shanti Om). Quanto alle star,
Aishwarya Rai, ad un'età (37 anni) in cui a Bollywood le celebrità di sesso femminile si sono ritirate da tempo, non solo è attualmente l'attrice indiana più pagata, non solo nel 2010 sforna quattro attesissime (e costosissime) pellicole, ma è l'unica star del subcontinente nota in occidente anche ai non appassionati di cinema hindi.
Once upon a time in Mumbaai regala uno spaccato vivace e molto chic della Mumbai degli anni settanta, decennio tornato prepotentemente in voga grazie al fantasmagorico primo tempo del blockbuster del 2007
Om Shanti Om, e che verrà riproposto in
Action Replayy. L'uso della fotografia, gli ambienti, i decori, le automobili, gli oggetti, i costumi, le pettinature e il make-up catapultano lo spettatore in quello scenario temporale, non limitandosi ad una mera esibizione di look. Il regista Milan Luthria (della cui filmografia menzioniamo il bizzarro thriller
Taxi number 9211, pellicola piuttosto interessante del 2006 con l'inedita coppia Nana Patekar-John Abraham) ha compiuto un olimpico balzo in avanti rispetto al precedente lavoro, l'inerte
Hattrick distribuito nel 2007. Con mano decisa sostiene un film che rischiava di riproporre vicende viste innumerevoli volte (basti pensare alle ottime
gangster story firmate da
Ram Gopal Varma:
Satya e
Company), un film che rischiava di ridursi ad una costosa scintillante visualizzazione e nient'altro, di diluirsi e perdere slancio nella stucchevole rappresentazione di un criminale affetto da sentimentalismo. Pericolo scampato: la regia di Luthria non sbaglia un colpo. Il soggetto non è originale e la sceneggiatura commette qualche errore, ma i ruvidi dialoghi e le interpretazioni offerte dal cast (a torreggiare un epocale Emraan Hashmi, il cui personaggio, Shoaib, è scritto con una cura ed una convinzione raramente riscontrabili nel cinema hindi) si affiancano alla regia e alla direzione artistica nel realizzare una delle migliori pellicole del 2010.
I difetti - nel complesso perdonabili - sono essenzialmente tre:
- la sceneggiatura indulge in qualche episodio non necessario allo scopo di addolcire e santificare il personaggio di Sultan. L'espediente della narrazione da parte del funzionario di polizia appare altrettanto superfluo;
- Sultan è un personaggio fascinosissimo ma poco realistico. La sua funzione sembra quella di sottolineare per antitesi la crudeltà dell'antagonista, Shoaib, e a tale scopo viene raffigurato in modo apologetico. La condanna morale è troppo debole, limitata ad una battuta finale: 'aiutare la gente non rende automaticamente onesti'.
- perchè scritturare un'attrice di talento come Kangna Ranaut e poi limitare il suo personaggio, Rehana, ad un manichino che decora il set con i suoi stilosissimi abiti e le sue sofisticate acconciature?
TRAMA
Sultan Mirza (Ajay Devgan) è il boss padrone di Mumbai. Stringe alleanze con gli altri criminali, regala alla città che ama un periodo di relativa pace, conquista la diva Rehana (Kangna Ranaut), tenta la carta della politica. Sultan è un'icona che ipnotizza tutti i giovani mumbaiti di pochi mezzi che sognano di emularne le gesta e l'ascesa. Uno di questi è Shoaib (Emraan Hashmi), incontrollabile, spietato e molto, molto ambizioso.
ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE
* I costumi sono uno spettacolo. Dai lussuosi abiti da sera sfoggiati da Rehana, ai sari dalle stampe
optical, ai succinti vestitini delle ragazze nelle sale da ballo, alle sgargianti camicie maschili. Le pettinature e il make-up di Rehana lasciano secche dall'invidia. La produzione ha investito due milioni di rupie per le acconciature di Kangna, e per il suo personaggio sono stati creati dodici stili diversi. (Video
prima e
seconda parte).
RECENSIONI
The Times of India: ****
OUATIM toglie il fiato con le sue coinvolgenti qualità e con la sua iridescenza. La pellicola narra la più nota storia criminale di Mumbai, il tempestoso rapporto fra Haji Mastan e il suo protetto Dawood Ibrahim, e lo fa con un'eleganza e un'intensità che vi terranno incollati alla poltrona, malgrado conosciate già la fine. Il regista Milan Luthria sceglie di ancorare OUATIM all'emozione piuttosto che alle pistole e al sangue. Il nocciolo drammatico della dinamica sceneggiatura di Rajat Arora consiste nel raffigurare i due personaggi principali puntando sulla loro diversità. Ed è interessante notare come, a dispetto del rappresentare Sultan come una figura fuori dal comune, il film mantenga il suo rigore morale. Rajat Arora reinventa il dramma nel cinema contemporaneo. Dopo lo sperimentale e innovativo
Love Sex Aur Dhokha, la produttrice Ekta Kapoor una volta di più fa centro con una pellicola che intrattiene in modo completo e che vanta quasi tutto: una storia coinvolgente, dialoghi incisivi (Rajat Arora), un'artistica ambientazione, una ritmata colonna sonora (Pritam) ed alcune eccellenti interpretazioni. La fotografia di Aseem Mishra corteggia la vecchia Mumbai con amore e nostalgia. Sia Ajay Devgan che Emraan Hashmi soffiano l'inferno nel ritratto della coppia di criminali e regalano due delle performance più magnetiche dell'anno. Kangna Ranaut e Prachi Desai sono perfette pupe del gangster. OUATIM offre sia sostanza che anima. Non perdetelo.
Nikhat Kazmi, 29.07.10
Hindustan Times: ***
Pochi attori sanno gestire una sicurezza e una sobria spavalderia, e comunicano così tanto con lo sguardo restando in silenzio. E' un'arte che
Amitabh Bachchan perfezionò col personaggio dell'
angry young man. Possiamo affermare che Ajay Devgan è il suo buon successore. Milan Luthria ricrea in modo corretto gli anni settanta, e non per le basse angolazioni delle riprese, gli strani disegni sulle costose camicie di nylon, e per l'uso degli strumenti a fiato nel commento musicale, ma soprattutto per il gusto del grande schermo, e per il ritorno a dialoghi tersi e intelligenti. Un po' di Salim-Javed e un intero lotto del primo
Ram Gopal Varma. Entrambi non sono facili da bilanciare, ma questo è uno dei migliori tentativi che abbia visto da lungo tempo.
Mayank Shekhar, 29.07.10
Cinema Hindi: ***1/2
Punto di forza: EmraanEmraanEmraan
Punto debole: qualche smagliatura nella sceneggiatura
SCHEDA DEL FILM
Cast:
* Ajay Devgan - Sultan Mirza
* Emraan Hashmi - Shoaib Khan
* Kangna Ranaut - Rehana, la fidanzata di Sultan
* Prachi Desai (Rock on!!) - Mumtaz, la fidanzata di Shoaib
* Randeep Hooda (Monsoon wedding) - Agnel Wilson, il poliziotto
* Gauhar Khan (Rocket Singh: salesman of the year) - item girl in Parda
Regia: Milan Luthria (Taxi number 9211)
Soggetto, sceneggiatura, dialoghi: Rajat Arora (Hattrick)
Colonna sonora: composta da Pritam, si ispira ovviamente alle colonne sonore degli anni settanta. Imperdibile il brano
Parda (
audio). Coinvolgente e azzeccato il tema del film composto da Sandeep Shirodkar. Ascoltatelo nel
trailer. Pare che, a seguito delle insistenti richieste dei fan, la T-series stia approntando una nuova edizione del cd della colonna sonora che includerà il tema del film e alcuni dialoghi (lo stesso era accaduto per
Wanted).
Articolo di Hindustan Times.
Coreografia: Raju Khan e Remo D'Souza (
Kaminey). Magnifica la visualizzazione del brano
Parda.
Scenografia: Nitin Chandrakant Desai (
Devdas). (
Video dell'allestimento dei set).
Montaggio: Akiv Ali (Gangster)
Produzione: Ekta Kapoor
Anno: 2010
Awards:
* IIFA: miglior attrice non protagonista (Prachi Desai). Aggiornamento del 12.07.11;
* Star Screen: most popular music award. Aggiornamento del 02.03.11;
* Zee Cine (selezione): miglior attrice non protagonista (Prachi Desai), migliori dialoghi. Aggiornamento del 02.03.11.
RASSEGNA STAMPA/VIDEO
* 30.07.10, Bollywood Hungama: intervista a Prachi Desai,
prima e
seconda parte
* 03.08.10, Bollywood Hungama:
intervista a Emraan Hashmi
* 16.08.10, Bollywood Hungama: intervista a Milan Luthria,
prima e
seconda parte
* Bollywood Hungama:
intervista-video a Milan Luthria dopo la distribuzione del film
* Bollywood Hungama:
intervista-video a Emraan Hashmi dopo la distribuzione del film
* Bollywood Hungama:
video nel quale Emraan Hashmi risponde alle domande poste dai fan
CURIOSITA'
* Pare che
Once upon a time in Mumbaai si ispiri alle vicende dei noti criminali Haji Mastan Mirza e Dawood Ibrahim. I familiari di Haji Mastan si sono rivolti alla legge per bloccare la distribuzione di OUATIM. Secondo la loro tesi, il film rappresenta la figura di Mastan in una luce negativa. L'Alta Corte di Mumbai ha quindi richiesto a Ekta Kapoor di precisare, all'inizio della pellicola, che OUATIM non ha nulla a che fare con la vita di Haji Mastan.
Articolo di Hindustan Times. Come puntualizza il critico di Hindustan nella sua recensione, la frase inclusa nel film si riferisce al solo Mastan, e non a Dawood Ibrahim.
* Haji Mastan Mirza, originario del Tamil Nadu, è considerato il primo famoso gangster di Mumbai, città nella quale fu attivo negli anni sessanta e settanta. Haji Mastan estese la sua influenza anche a Bollywood, producendo diverse pellicole ed allacciando rapporti con molte star, fra cui Dilip Kumar, Dharmendra,
Raj Kapoor. Arrestato durante l'emergenza di Indira, una volta uscito di prigione negli anni ottanta divenne un leader musulmano e fondò un movimento. Morì nel 1994 in seguito ad un attacco cardiaco. Haji Mastan fu un criminale di stampo classico, con un proprio codice d'onore, ostile al traffico di stupefacenti, introdotto nell'ambiente politico. Prediligeva gli abiti bianchi e le sigarette di marca straniera. Possedeva una Mercedes con autista. Si dedicò con costanza ad attività filantropiche. Innamorato di Madhubala, sposò Sona, un'attrice bollywoodiana a cui finanziò alcuni film.
* Haji Mastan ha ispirato varie pellicole, fra cui
Deewaar con
Amitabh Bachchan. Pare che l'attore abbia frequentato Haji Mastan per poter interpretare meglio il suo ruolo. Segnaliamo anche
Muqaddar Ka Sikandar, uno dei tre film di maggior successo degli anni settanta, sempre con Amitabh.
* Dawood Ibrahim è figlio di un poliziotto che era in rapporti con Haji Mastan, il quale aiutò il giovane Dawood ad aprire un negozio di elettronica. Nel 2008 Forbes collocò Ibrahim al quarto posto nella classifica dei criminali più ricercati al mondo, e al cinquantesimo nella classifica degli uomini più potenti. OUATIM inizia con un riferimento agli attentati avvenuti a Mumbai nel 1993. Il 12 marzo di quell'anno tredici bombe esplosero nella capitale del Maharashtra, causando - secondo Wikipedia - la morte di 250 persone e il ferimento di altre 700. Si ritiene che gli attacchi, violenta risposta alla distruzione della moschea Babri (vedi le note a
Bombay), furono coordinati da Dawood, capo dell'organizzazione criminale e terroristica D-Company. E' molto probabile che Ibrahim sia responsabile anche degli attentati a Mumbai del 2008. I servizi segreti indiani presumono che il criminale si sia rifugiato in Pachistan. Secondo gli Stati Uniti, Dawood manterrebbe stretti legami con Al Qaeda. Ibrahim e i suoi accoliti della D-Company si occupano anche di traffico di droga e di armi, e pare siano introdotti nell'industria cinematografica di Mumbai. Dawood sembra sia stato legato all'attrice Mandakini, la quale però ha sempre smentito tali voci.
Servizio dedicato a Dawood Ibrahim diffuso da NDTV.
* La vita di Dawood Ibrahim ha ispirato diverse pellicole. L'ottimo
Company, diretto da
Ram Gopal Varma, narra il rapporto conflittuale fra Dawood e il suo collaboratore, Chhota Rajan, in disaccordo con lui in seguito agli attentati del 1993. In
Company è Ajay Devgan ad interpretare il ruolo di Ibrahim. Il regista Vishram Sawant, collaboratore di Varma, debuttò con
D, prodotto da RGV e da Ronnie Screwvala, nel quale Randeep Hooda recita la parte di Dawood.
Company e
D formano, insieme a
Satya, la nota trilogia sui gangster della cinematografia hindi. Sawant successivamente diresse
Risk, con Vinod Khanna (
Wanted) nel ruolo di Ibrahim e Randeep Hooda in quello del poliziotto.
Black friday, di Anurag Kashyap, narra in modo realistico gli attentati terroristici a Mumbai del 1993. Vijay Maurya (
Bombay to Bangkok) è Dawood. Il film attese due anni prima di poter essere distribuito in India: nella sceneggiatura si citano nomi e cognomi delle persone coinvolte nelle esplosioni, e nel Paese all'epoca erano ancora in corso le indagini. Danny Boyle ha dichiarato di essersi ispirato a
Satya,
Company e a
Black friday per alcune sequenze di
Slumdog Millionaire.
* Pare che Ajay Devgan, nel corso delle riprese di OUATIM, abbia ricevuto minacce da parte di un gangster di sesso femminile. La donna era determinata a dar fuoco alla roulotte dell'attore. Non solo: a Dongri, l'area di Mumbai nella quale Dawood Ibrahim è cresciuto, i membri di due gang rivali accorsi a spiare il set di OUATIM hanno scatenato una zuffa nella quale sono rimasti coinvolti anche elementi della troupe. Alcune auto sono rimaste danneggiate.
Articolo di Hindustan Times.
* Kangna Ranaut ha incontrato la vedova di Haji Mastan, l'attrice Sona, per poter interpretare meglio il ruolo di Rehana.
* Ekta Kapoor ha sorpreso Bollywood ordinando l'affissione in alcune città di un numero limitato di manifesti del film realizzati a mano con la stessa tecnica utilizzata negli anni settanta e seguendo lo stesso stile grafico (pubblichiamo un'immagine al termine del testo).
* Randeep Hooda è campione nazionale di equitazione. Pare che, dopo la sua performance in D, l'attore abbia ricevuto diverse telefonate da sconosciuti che asserivano che Dawood Ibrahim aveva apprezzato la sua interpretazione. Randeep ha lavorato in teatro con Naseeruddin Shah in Aspettando Godot. Hooda precisa che la sua dizione è notevolmente migliorata grazie al tecnologico sistema adottato da Naseer: lanciargli contro una ciabatta. Sembra che Randeep non abbia partecipato alle attività promozionali a sostegno di OUATIM perchè il suo ruolo doveva risultare una sorpresa per il pubblico.
* Riferimenti a Bollywood:
Bobby. Il personaggio di Rehana, durante una conversazione con Sultan, afferma che la vita di lui potrebbe ispirare un film, magari interpretato da un nuovo giovane attore,
Amitabh Bachchan.
* Film che trattano storie di gangster: oltre ai titoli già citati, segnaliamo
Parinda,
Nayagan (in lingua tamil),
Bandit queen, Sarkar,
Maqbool,
Omkara,
Gangster, lo stilosissimo
Don,
Shootout at Lokhandwala,
Kaminey. Quanto ai romanzi suggeriamo
Shantaram e
Giochi sacri, nonchè il saggio
Maximum city. Pellicole nelle quali, al contrario, il protagonista è il poliziotto impegnato a combattere il crimine organizzato:
Sarfarosh,
Aan,
Gangaajal,
Shiva (2006),
Contract,
Wanted.
GOSSIP & VELENI
* I media indiani hanno malignato a lungo sull'inedita, improvvisa carnosità delle labbra e del decolleté ostentata da Kangna Ranaut. E in questi giorni si vocifera addirittura di una sua nascente relazione con Salman Khan. Il divo ha recentemente confermato la rottura con Katrina Kaif.
* Sona, la vedova di Haji Mastan, non ha digerito la brevissima (e castissima) sequenza che mostra Sultan e Rehana condividere lo stesso letto senza essere sposati.
* Prachi Desai, pare molto amica di Ekta Kapoor, era fermamente decisa a non baciare sul set il serial kisser di Bollywod, Emraan Hashmi. L'attrice ha dichiarato che l'imbarazzo mostrato nella nota scena ispirata a Bobby non è simulato ma del tutto reale.
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Manifesto realizzato a mano |