30 dicembre 2011

DON 2

Siete in vacanza e vi state riposando inconsapevoli? State smaltendo le abbuffate festive disinteressati a quel che succede nel resto del mondo?
Oppure siete tornati alla quotidianità ma rimanete ignari, assorbiti dai noiosissimi doveri di sempre?
Se ancora non lo sapete: THE KING IS BACK.
Prendete il primo aereo per Mumbai, per Londra o per qualsiasi altro posto civilizzato del pianeta (le Fiji, per esempio!) e senza mangiare, dormire o avvisare la mamma che siete atterrati sani e salvi, andate a vedere Don 2. 
Dopo, non sarete più gli stessi.

TRAMA

Don (Shah Rukh Khan, e chi altri?) è da cinque anni il dominatore della malavita di tutta l'Asia. Con la sua ascesa ha messo in crisi i trafficanti di droga che operano sul mercato europeo e per i quali rappresenta uno scomodo concorrente. Ha più nemici che amici, molti lo vogliono morto. Decide, quindi, di consegnarsi alla polizia della Malesia proponendo un accordo ad una vecchia conoscenza, la "wild cat" Roma (Priyanka Chopra), e all'ispettore Malik (Om Puri).
Don viene arrestato ma in carcere ritrova (non per caso) Vardhaan (Boman Irani).

RECENSIONI

The Times of India ****
Don è tornato col suo caratteristico savoir faire. Don 2 è un classico action/crime thriller che lascia senza respiro. La trama, soprattutto, è finemente costruita, e ogni colpo di scena va a comporre un complesso puzzle. Muovendosi dalla Thailandia alla Malesia a Zurigo a Berlino, il film vi sfida a saltare a bordo e condividerne la velocità, seguendo con attenzione gli exploit del suo fascinoso protagonista: un gangster che oscilla fra il Tom Cruise di Mission: impossible e James Bond, senza rinunciare però al carisma desi. Il punto di forza di Don 2 è il modo in cui Shah Rukh Khan delinea il suo personaggio: arrogante, svelto, vizioso, selvaggio, temerario. Shah Rukh rimane sempre al comando e non perde mai l'equilibrio, nemmeno durante le sequenze drammatiche o d'azione. E le scene d'azione costituiscono l'altro punto di forza di Don 2. Gli inseguimenti, i combattimenti, le distruzioni, le irruzioni, le fughe sono tutte realizzate con un'abilità che rivaleggia con il meglio di Hollywood. Semmai al film manca un certo quoziente emotivo, e alle relazioni umane è data scarsa possibilità di crescere. I dialoghi sono brillanti. La colonna sonora mediocre.
Nikhat Kazmi, 22.12.11
La recensione integrale.

Hindustan Times *1/2
Viaggiamo con Don in Thailandia, Malesia e Svizzera. I panorami sono stupendi. Ma vorremmo vedere oltre. Dopotutto Don 2 è un film, non un immobile in vendita. Don è un gangster solitario che agisce per se stesso. Di solito sceneggiature di questo tipo nascondono retroscena atti a catturare la simpatia dello spettatore. Don 2 no. Boman Irani ha lo sguardo sempre arcigno. Le sequenze d'azione, malgrado gli sforzi, sembrano disperatamente derivative, e rivelano il desiderio di assomigliare a quelle delle pellicole hollywoodiane ad alto budget. I confronti sono inevitabili. Mission: impossible 4 è interpretato dallo Shah Rukh Khan americano. Don 2 dal Tom Cruise indiano. Entrambi intorno alla cinquantina, stanno vivendo fasi simili nelle loro carriere. Entrambi hanno conquistato la loro quota di fan di sesso feminile devote ai film romantici e strappalacrime. Entrambi cercano pubblico fra i ragazzi e fra i giovani, lanciandosi in scene d'azione più o meno sensate. Ci si può avvicinare a prodotti come M:I 4 o Don 2 seguendo allegramente la corrente, senza preoccuparsi della plausibilità. Fatelo oppure no. Il primo Don era un remake del Don del 1978. Farhan Akhtar, fra i più talentuosi registi indiani, aveva reinterpretato una vecchia intelligente storia adattandola ad una scala visuale contemporanea. La sceneggiatura tesa di Salim-Javed possedeva una trama vincente. Quella di Don 2 solo sottotrame, stiracchiate e aggiunte via via l'una all'altra. Ma è dura procedere con vacua inventiva, e Don 2 sembra non finire mai.
Mayank Shekhar, 23.12.11
La recensione integrale.

Diana ***** 5/5
Nel 2006 Farhan Akthar sfida la leggenda vivente Amitabh Bachchan e dirige il remake di Don (1978). Nasce Don: the chase begins again: finale modificato, restyling dei protagonisti, delle locations e della colonna sonora; il look della pellicola diventa moderno e raffinato. Shah Rukh Khan, al massimo del suo charme, torna con successo ad un ruolo da villain. La parte calza a pennello al re di bollywood che la reinventa e se ne appropria.
Dopo cinque, lunghissimi, anni il sequel è inevitabile: Shah Rukh Khan nei panni di Don è materiale incandescente. Le possibilità di sviluppo sono infinite, l'occasione è ghiottissima. In più SRK e Farhan Akhtar insieme si divertono come bambini (guardare per credere la reciproca intervista sul sito del Times of India).
Don 2 rispetta lo stile di Don: the chase begins again e non delude le aspettative. Più azione, ritmo serrato, ottimi e spettacolari effetti speciali, è uno dei blockbuster indiani più vicini al cinema occidentale, a cui bollywood, certo, non ha mai avuto niente da invidiare. Con Don 2, però, anche gli irriducibili dell'action-movie made in Usa avranno pane per i loro denti.  Di gusto decisamente cosmopolita ma, per fortuna, della durata di oltre due ore, la pellicola sarà presente con una proiezione speciale alla 62° edizione del Berlin International Film Festival.
I palati più raffinati, cioè i sanguinari del cinema hindi, non si sentano traditi. La trama è intrigante, la regia è in mano ad uno dei "ragazzi" più stilosi e talentuosi sulla piazza (grazie Farhan!), il protagonista è di quelli che lasciano il segno. Don 2 è già mito.
Astenersi sassi e piante. A tutti gli altri (che come il Ligabue di Libera nos a malo "sono carne e sangue, insomma vivo"): BUON DIVERTIMENTO!

Il bello:
- Don, capello lungo e selvaggio, tira calci e pugni meglio di un campione di ju jitsu, indossando una chicchissima giacca di lino color caffè latte.
Don con la divisa da carcerato arancione, nel giro di una manciata di inquadrature, cancella decenni di cinema e diventa  il galeotto più impenitente, sfrontato e sexy di sempre.
Don, camminata pericolosamente dondolante, look neo dandy (il giacchino di pelle portato sotto il cappotto farà perdere qualche ora di sonno ai più sensibili), passeggia, a piede libero, per le strade di Berlino.
Don sigaretta in mano, avvolto voluttuosamente da una nebbia di fumo, che lancia occhiate compiaciute allo specchio.
Don, irresistibile seduttore, inafferrabile criminale. Don, sguardo lascivo e assassino, battute al vetriolo. Don, spietato, sardonico, arrogante, very cool, magnificamente controllato, improvvisamente collerico ed impetuoso, ghiaccio bollente.
D O N.
Le fanciulle facilmente impressionabili maneggino con cautela.

- Shah Rukh Khan che, poco prima del sesto minuto, lenisce i dolori e le frustrazioni di tutti i suoi fan italiani ripagando la loro abnegazione con poche semplici parole: italian restaurant...you know spaghetti bolognese, a glass of red wine, what? don't you like italian...what a shame...

- La D, di Don, tatuata sul braccio di Shah Rukh Khan, che è, tra l'altro, protetta da copyright.

- Il brano Zaraa dil ko thaam lo. Da vedere anche il making of.

- Hrithik Roshan compare nel film per un delizioso cameo. Si tratta di una manciata di minuti davvero gustosi.

Il brutto:
Il brutto? Ahahahahahahah.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Don - Shahrukh Khan
Roma - Priyanka Chopra
Ayesha - Lara Dutta
Sameer Ali - Kunal Kapoor
Vardhaan - Boman Irani
Om Puri as Malik
J.K. Diwan - Aly Khan
Jabar - Nawab Shah
Arjun - Sahil Shroff
Jens Berkel - Florian Lukas
Special Appearence - Hrithik Roshan

Scritto da Farhan Akhtar, Ameet Mehta e Amrish Shah

Diretto da  Farhan Akhtar

Prodotto da Farhan Akhtar, Ritesh Sidhwani e Shahrukh Khan

Musiche di Shankar-Ehsaan-Loy

Lyrics di Javed Akhtar

Coreografie di Vaibhavi Merchant

Distribuito da Reliance Entertainment

Anno 2011

AWARDS

Screen Awards:
- Popular Choice Male (Popular) - Shah Rukh Khan

ZeeCine Awards 2012:
- Best Actor (Jury) - Shah Rukh Khan

 CURIOSITA'

- Il sito ufficiale del film è super interattivo. E' possibile persino registrarsi con il proprio nome e partecipare come agenti alla cattura di Don.

- Don 2 è il primo sequel della carriera di SRK.
Per Farhan Akhtar è un ritorno alla regia dopo ben cinque anni d'assenza. Non si era più cimentato dietro la macchina da presa proprio da Don: the chase begins again.

- Don 2 è stato realizzato in 3D con la collaborazione di Chuck Comisky, già nel cast tecnico di Avatar e Sanctum.

- Molte delle frasi pronunciate da Don, nel primo film, sono diventate popolari e di culto. Una fra tutte: "Prendere Don non è difficile, è impossibile": un tormentone.
Durante la promozione del sequel sono stati diffusi diversi video con il titolo Don says, in cui sono raccolte le battute migliori di Don. La mia preferita? "Who says that miracles don't exist, take a close look at me". Video.
Per la gioia di fan e amanti dei gadget il marketing, inoltre, ha previsto l'uscita di un fumetto, Don: The Origin, che svela il background di Don e un videogioco su piattaforma Android e PlayStation 3.

- Un assaggio della bella colonna sonora: Hai ye maya, Mujhko pehchaanlo e Dushman mera Don.

- Per leggere gli articoli fino ad oggi dedicati a Don 2 da CinemaHindi e gustarsi il video della scenografica ripresa in cui SRK si lancia dal tetto del Park Inn Hotel in Alexanderplatz, a Berlino, clicca qui.

Il sito ufficiale del film.

29 dicembre 2011

ROOP TERA MASTANA



Roop Tera Mastana è uno dei tanti film interessanti naufragati nella produzione oceanica degli Anni Settanta, molti elementi stuzzicanti e i bizzarri twist della storia lo rendono un particolare esperimento di riciclaggio furbo dai risultati divertenti. La trama è guidata dal triangolo standard hero / heroine / villain ma il solito plot si rompe per lasciar spazio ad un continuo scambio di ruoli e doppi ruoli, l’architettura degli eventi è piacevole così come la colonna sonora, le scenografie, gli eccessi e i tocchi di esotismo.

TRAMA
Una ragazza povera (Mumtaz) viene obbligata a prendere il posto della principessa Usha affinchè un parente corrotto (Pran) incassi l’eredità che le verrà consegnata il giorno del suo diciottesimo compleanno, nel frattempo, Kishore (Jeetendra), il fidanzato  dell'ereditiera,  si accorge del piano in atto e vuole smascherare gli impostori.

Il lungo e variegato musical romantico dallo scenario barocco prende il titolo dal celebre brano “Roop Tera Mastana” che accompagnò una  scena cult del film Aradhana. La storia non manca di romanticismo e colpi di scena e nemmeno di canzoni nostalgiche e coreografie ammiccanti, il suo elevato dosaggio di sensualità, piuttosto alto se rapportato agli standard del tempo, rende il lungo tira e molla tra Usha e Kishore una love story meno patinata ma più intrigante e passionale.
RTM è uno di quei film dove tutto può succedere e tentare di attaccare qualsiasi etichetta di genere diviene un’impresa ardua se non impossibile, se Mumtaz è al tempo stesso la village belle,  l’aristocratica seduttrice e la vamp, Jeetendra si trova ad interpretare un doppio ruolo ancora più strampalato : il giovane principe viziato e il  goliardico padre chiacchierone.  L’eroe è spigliato e modaiolo, indossa jeans e indulge in costanti atteggiamenti da piacione, affascinante e sicuro come un vero bollywood hero deve essere, simpatico nelle scene comiche e pronto a saltare in qualsiasi direzione la storia voglia imboccare. Usha è soprattutto un sex symbol da capogiro, seguendo i cambiamenti del personaggio il suo guardaroba diviene più audace che mai, alle acconciature esagerate e agli abitini cuciti addosso si aggiungono vestaglie di pizzi e trasparenze, minigonne e cortissimi top. L'intesa tra le due star, Mumtaz e Jeetendra, è deliziosamente perfetta. Malgrado Pran abbia dovuto interpretare per decenni personaggi fin troppo simili tra loro ha regalato a ciascuno di essi qualcosa di indimenticabile, Ajit,  lo spregiudicato e impietoso bad boy è l'elemento che tiene cucita la storia ed impedisce alla narrazione di perdere la sua intensità.
La cornice diviene sempre più opulenta e stravagante, Khalid Akthar è stato assistente alla regia di Karim Asif durante le riprese di Mughal e Azam e questo ce lo può svelare anche la grandiosa sovrabbondanza di lussi e decorazioni che ha scelto per il suo film, troviamo ambienti splendenti, bizzarre statue in cartongesso, tendaggi,  veli e arredi che tradiscono la preferenza del regista per il luccicante artificio di set grandiosi costruiti con pazienza, regni perduti dell'escapismo e della contemplazione visiva.


Il mio giudizio sul film : *** 3/5


ANNO: 1972

TRADUZIONE DEL TITOLO: La tua bellezza fa perdere il controllo

REGIA: Khalid Akhtar

CAST
Mumtaz ……………….. Usha
Jeetendra ………………….. Kishore
Pran ………………………. Ajit
Malika ……………………. Champa
Aruna Irani appare per pochi secondi in una scena del film


COLONNA SONORA : Laxmikant & Pyarelal

PLAYBACK SINGERS: Kishore Kumar, Lata Mangeshkar, Mohammed Rafi

13 dicembre 2011

SAHIB BIWI AUR GANGSTER



Tigamanshu Dhulia, già noto per aver firmato la regia di Shargid, con Sahib Biwi aur Gangster diviene pittore di uno scenario decadente e passionale, un triangolo morboso di sesso e gelosia tra le pareti di una haveli più austera che regale. Il film è d’effetto e seduce al primo sguardo, lo storia falsamente pacata tradisce da subito un forte odore di benzina, tutto è pronto ad incendiarsi ad un minimo contatto con il fuoco.


TRAMA
Babloo (Randeep Hooda), autista al servizio di una famiglia nobile con implicazioni malavitose, è l’amante segreto di Madhavi (Mahi Gill) la moglie del padrone frustrata dalla mancanza di attenzioni del marito (Jimmy Shergill) che di notte visita la sua cortigiana, il giovane però mira molto più in alto e da giocattolo nelle mani di una donna annoiata vorrebbe trasformarsi in leader dell’intera proprietà.


Stucchi scrostati, pareti annerite e fiori marci, stanze che sanno di alcol e fumo, nascosta nella selva ed ingrigita dagli anni la vecchia dimora nobiliare sembra un corpo il lenta decomposizione, nemmeno i divertimenti sessuali e le ambizioni di potere riescono a colmarne il vuoto, la crisi economica e il silenzio incessante. Sahib Biwi aur Gangster non è un film d’azione in senso stretto ma ogni sequenza si dimostra un attimo saliente, il narratore incuriosito ed eccitato guida la storia con ambiguità verso un non-finale, i personaggi si lasciano possedere dai loro lati oscuri, non si svelano, degenerano nelle proprie passioni e debolezze.
Randeep Hooda , Mahi Gill e Jimmy Shergill compongono un triangolo incandescente e distruttivo. Il profilo di Madhavi distesa sul letto ricorderà la ricerca di attenzioni di Chote Bahu in Sahib Biwi aur Ghulam ma questa volta la moglie tradita, sontuosamente avvolta in seta e gioielli, non sarà la vittima quanto il carnefice della storia, l’elemento da nascondere e sopprimere diviene un serpente che uccide nel suo abbraccio. Il classico a cui si ispira aleggia sopra al film come uno spettro, il regista interpreta in modo originale alcuni spunti e atmosfere del capolavoro di Abrar Alvi & Guru Dutt ma smentisce tutto creando situazioni opposte. Dalla pellicola in bianco e nero viene ripreso lo schema base dei personaggi: un servitore di umili natali assoldato dal signorotto dell’haveli, un nobile che si culla nella sua decadenza e si intrattiene con una cortigiana, una moglie dimenticata schiava dell’alcolismo, una ragazza vivace al servizio della famiglia che crea un legame di amicizia/attrazione con il protagonista. L’identità di tutte le figure si disegna da una storia già nota ma si evolve in modo assolutamente autonomo e nuovo, i dialoghi più che drammatici si rivelano ricchi di doppi sensi e umorismo nero. Malgrado la colonna sonora non sia troppo efficace l’ottima messa in scena e le interpretazioni continuano a stregare, tra attrazioni letali, pericoli e depistaggi la trama avanza senza passi falsi e compie un’impetuosa ascesa.

Il mio giudizio sul film : **** 4/5



RECENSIONI

HIDUSTAN TIMES ***1/2  3,5/5
Randeep Hooda, il raffinato attore protégé di Naseeruddin Shah, possiede un solido talento per la recitazione, sprecato in passato in pellicole di terza classe. Sahib Biwi Aur Gangster gli rende finalmente giustizia. Randeep si rianima con una performance convincente e sicura in un film un po' teatrale e un po' sovraccarico da un punto di vista drammatico. E' la sceneggiatura ad emergere e a mantenere viva l'attenzione del pubblico, con i suoi intrighi e i suoi colpi di scena. Una sceneggiatura che possiede anche logica a sufficienza da non imbarazzare l'intelligenza dello spettatore. Il titolo della pellicola si ricollega a Sahib Bibi Aur Ghulam di Guru Dutt, ma ricorda maggiormente Maqbool di Vishal Bhardwaj, forse per quel senso generale di storia tragica simile aMacbeth, o forse per l'attrice protagonista, Mahie Gill, che assomiglia in modo sfacciato a Tabu (però con metà della sua bravura). SBAG è ammirevolmente ispirato.
Mayank Shekhar, 29.09.11  (Testo originale)


THE TIMES OF INDIA **** 4/5
Sahib Biwi Aur Gangster è un adattamento del classico di Guru Dutt Sahib Bibi Aur Ghulam, la cui storia viene rielaborata e ambientata in un contesto di nobiltà in decadenza e doppio gioco criminale. Il film è assolutamente da vedere per due ragioni. La prima: è intriso di atmosfere e umori che creano un nuovo mondo, in qualche modo familiare ma del tutto intrigante. Un quadro dalle tonalità color seppia che avrete ammirato diverse volte nei musei e nei palazzi storici. In mezzo al nulla vivono l'arrogante discendente reale e la sua tempestosa consorte, altrettanto altezzosa. La tragedia e l'ironia rivestono le mura della magione, ma sembra che nessuno sia in grado di leggerne i segnali. La seconda ragione risiede nelle affascinanti interpretazioni. Jimmy Shergill, Mahie Gill e Randeep Hooda costituiscono un trio seducente che coinvolge grazie all'imprevedibilità delle sue azioni. Il regista Tigmanshu Dhulia possiede un occhio allenato per i dettagli, e costruisce con meticolosità l'evoluzione dei suoi personaggi. Shergill è il ritratto perfetto e vigoroso del potere sull'orlo della caduta. Mahie Gill è la quintessenza della donna enigmatica che ha raffinato l'arte del sotterfugio e della finzione. Randeep Hooda è la ciliegina sulla torta: davvero ipnotizzante nel ruolo del piccolo opportunista e arrampicatore sociale privo di scrupoli. SBAG è un dramma finemente realizzato, con un ritmo da thriller, che cattura l'attenzione del pubblico. Godetevi l'esperienza di una storia rivisitata e ben raccontata. Non vi piace il cinema banale? Allora apprezzerete la diversità di SBAG.
Nikhat Kazmi, 29.09.11 (Testo originale



ANNO: 2011

TRADUZIONE DEL TITOLO : Il signore, la signora e il gangster

REGIA : Tigamashu Dhulia


CAST
Randeep Hooda ……………. Babloo
Mahi Gill …………………. Madhavi
Jimmy Shergill ………………. Aditya Pratap Singh
Deepal Shah ……………….. Suman
Shreya Narayan ……………… Mahua
Vipin Sharma ……………….. Gainda Singh



La COLONNA SONORA nasce dalla collaborazione di vari artisti : Amit Sial, Sunil Bhatia, Jaidev Kumar, Anuj Garg, Abhishek Ray, Ankit Tiwari, Mukhtar Sahota

PLAYBACK SINGERS: Shreya Goshal, Parthiv Gohil, Babbu Mann, Shail Hada, Rekha Bhardwaj, Vipin Aneja, Ankit Tiwari, Arif Lohar, Debojit Saha.

SITO UFFICIALE DEL FILM  Sahibbiwiaurgangster.com 


QUALCOS'ALTRO: 

Tigmanshu Dhulia è l'autore della sceneggiatura di Dil Se di Mani Ratnam, è stato direttore del casting per Bandit Queen di Shekhar Kapoor. Il prossimo lavoro del regista sarà Paan Singh Tomar, con Irfaan Khan, già presentato all'edizione 2010 del British Film Institute London Film Festival.

Video del Success Party a cui hanno preso parte le star e alcuni ospiti

Trailer del film.

Brevi interviste a Mahi Gill, Jimmy Shergill e Randeep Hooda : Radio Mirchi, Newsxlive, Talking Cinema with Taran Adarsh ((Parte 1, Parte 2, Parte 3)

08 dicembre 2011

NOT A LOVE STORY

Uscito la scorsa estate, l'ultimo film di Ram Gopal Varma è ispirati all'omicidio di Neeraj Grover. Un delitto che fece molto scalpore, per cui sono stati condannati  l'aspirante attrice Maria Susairaj e il suo compagno Emile Jerome Matthews.

TRAMA

Anusha Chawla (Mahi Gill) sogna di diventare una star. Il fidanzato Robin (Deepak Dobriyal), pazzo di lei, accetta che si trasferisca a Mumbai, per un limitato periodo di tempo, nel tentativo di sfondare.

RECENSIONI

The Times of India ***
Basato sul noto caso dell'attrice kannada Maria Susairaj, del suo fidanzato Jerome Matthew e del funzionario televisivo assassinato Neeraj Grover, Not a love story è un film sconvolgente perchè mostra i recessi brutali e oscuri di persone dall'apparenza normale. Ed è questo il punto di forza di NALS. Artisticamente forse non è il lavoro migliore di Ram Gopal Varma, ma l'esperienza che offre è agghiacciante. Gli assassini non provano mai rimorso, nè temono la punizione: vivono le loro vite come se nulla fosse accaduto. NALS si conclude bruscamente e lascia allo spettatore un senso di incompiutezza, però cattura l'attenzione. Sia Mahie Gill che Deepak Dobriyal infondono realismo nei loro personaggi. Il commento musicale crea un linguaggio suo proprio.
Nikhat Kazmi, 19.08.11
La recensione integrale.

Hindustan Times **
Ad alcuni le immagini in movimento causano una genuina emicrania. O almeno quelle contenute in Not a love story potrebbero farlo. La camera oscilla alla velocità della luce e la testa gira. Vi sono film di serie A, perlopiù determinati dalla popolarità delle star presenti nel cast, e quindi dal budget. E vi sono film di serie B, adorabilmente di cattivo gusto. Negli ultimi anni i lavori di Ram Gopal Varma si sono meritati una categoria del tutto propria. Dai tempi di Sarkar Raj (2008), NALS è la prima pellicola di Varma tratta da una sceneggiatura o comunque da un soggetto accattivante. E la location è il cuore della capitale pop-culturale indiana: la repubblica semi-indipendente di Andheri (*). La vicenda si basa sul sensazionale caso di omicidio di Neeraj Grover (2008), di cui anche i media in lingua inglese si occuparono principalmente per due ragioni (nessuna delle quali aveva a che fare con un cadavere in una borsa di plastica: un altro corpo è stato rinvenuto nelle medesime condizioni la mattina prima della distribuzione di NALS senza che il ritrovamento abbia eccitato i giornali di Mumbai). La prima: il contesto. La donna (Maria Susairaj) era un'aspirante attrice e l'uomo assassinato un funzionario di una casa di produzione. Poche professioni generano tanta curiosità nel pubblico quanto quelle correlate allo spettacolo, alla polizia e alla politica. La seconda: i dettagli macabri. Si presume che la donna e il suo fidanzato (Emile Jerome) consumarono un rapporto sessuale subito dopo aver commesso il crimine, nello stesso appartamento. Varma ha dunque raccolto un buon soggetto, e riesce a catturare l'attenzione dello spettatore. L'ambientazione è realistica. L'omicidio, narrato nel primo tempo, viene giustamente rappresentato con considerevole misura. Ma in seguito il regista sembra confuso su come proseguire, e l'imbarazzo si vede. NALS poteva imbastire una storia sulle procedure di polizia, sull'esempio di Black friday di Anurag Kashyap. Sono stati pubblicati degli estratti dal libro non ancora distribuito di Meenal Baghel, Death in Mumbai, dedicato appunto al caso di Neeraj Grover, nel quale l'autrice descrive l'insolita calma mostrata in pubblico da Maria ed Emile dopo l'omicidio. In NALS Zakir Hussain interpreta il ruolo dell'astuto ispettore capo, e la sua performance regala la parte migliore del film. Poi, improvvisamente, i due amanti vengono trascinati in tribunale. I genitori del defunto appaiono come personaggi irrilevanti. NALS non scava in profondità nè nei giovani protagonisti che inseguono un sogno nel mondo dello spettacolo, nè nelle raggelanti procedure di un infame caso di polizia, ma si limita a rappresentare il dramma così come riportato dai tabloid scandalistici. La narrazione è prevedibilmente lineare. Uno spreco. Consiglierei piuttosto di leggere il testo di Meenal Baghel.
(*) Andheri è un sobborgo di Mumbai (nota di Cinema Hindi).
Mayank Shekhar, 19.08.11
La recensione integrale.

Diana *** 1/2
Not a love story è un film, non è una ricostruzione o un'inchiesta. Il fatto di cronaca a cui è dichiaratamente riferito è solo una fonte d'ispirazione; per convincersene basta andare al cinema. Di Maria Susairaj e Emile Jerome Matthews ci si dimentica subito, perchè, per quanto efferato, il delitto in cui sono coinvolti è pittosto banale. A RGV non importa essere fedele alla realtà, nè offrire uno spettacolo che soddisfi la morbosa curiosità del pubblico. La vicenda in sè, infatti, non è interessante quanto la realizzazione. E' il regista e non il tema a fare la differenza.
Un delitto in fondo poco significativo diventa Cinema passando per le mani di RGV, amante delle figure di donna forti e complesse, maestro della cinepresa, capace di regalare allo spettatore inquadrature di grande impatto, intriganti e memorabili.

Il bello:
- La visione di RGV.
- La passione insana tra Anusha e Robin.

Il brutto:
- I due personaggi principali sono criminali spietati ma dilettanti. Commettono un errore dopo l'altro.
In questo caso però ciò che conta non è la storia.

LA SCHEDA DEL FILM

Cast:
Anusha Chawla - Mahi Gill
Robin Fernandes - Deepak Dobriyal
Ashish Bhatnagar - Ajay Gehi
Sam- Mahesh Thakur 
Anju - Prabhleen Sandhu
Ispettore Mane - Zakir Hussain
L'avvocato di  Anusha - Darshan Jariwala
L'avvocato di Robin - Ganesh Yadav
Savitri (la madre di Ashish) - Rasika Joshi

Scritto da Rohit G. Banawlikar

Diretto da Ram Gopal Varma

Prodotto da Sunil Bohra, Shailesh R. Singh e Kiran Kumar Koneru

Musiche di Sandeep Chowta

Distribuito da Bohra Bros Prod. Pvt. Ltd.

Anno 2011

CURIOSITA'

- I due bravi protagonisti, Mahi Gill e Deepak Dobriyal, vantano una filmografia di tutto rispetto. Mahi Gill ha vinto un Filmfare Critics Award for Best Actress nel 2010 per Dev D ed è nel cast di Gulaal, Dabangg, Utt Pataang e Saheb Biwi Aur Gangster. Deepak Dobriyal si è aggiudicato un Filmfare Special Performance Award nel 2006 per Omkara e nel 2010 un Apsara Award for Best Performance In Negative Role in Gulaal.

- Not a love story è stato completato in soli 20 giorni e parzialmente girato a Dheeraj Solitaire, l'edificio nel quale nel 2008 fu assassinato Neeraj Grover.

 - Una delle canzoni della colonna sonora del film è il riarrangiamento di Rangeela Re, notissima pezzo tratto da uno dei film migliori e più popolari di Ram Gopal Varma, Rangeela.
Ecco il video originale di Rangeela Re, protagonista Urmila Matondkar. E quello tratto da Not a love story.

- Sia Maria che Jerome Matthews hanno inviato a Ram Gopal Varma e al produttore Sunil Bohra una comunicazione tramite avvocato con la richiesta di abbandonare il progetto del film. Il regista ha più volte dichiarato che la pellicola non tratta la storia di Neeraj Grover ma è solo fiction.
L'articolo integrale.
L'intervista a RGV di Bollywood Hungama.

Il sito ufficiale del film.

07 dicembre 2011

HERA PHERI (1976)



Bische clandestine, birre e bluff, l’eleganza stratosferica di Big B e set opulenti e fantasiosi. Hera Pheri, diretto da Prakash Mehra, regista del ruggente Zanjeer, è un eccitante mescolarsi di generi diversi la cui sola vocazione è l’intrattenimento, per gli spettatori di ieri una piacevole esibizione degli attori più amati , per gli odierni appassionanti di vintage una bibita fresca con cui dissetarsi.

TRAMA
Ajay (Vinod Khanna) e Vijay (Amitabh Bachchan) sono disoccupati e imbroglioni di mestiere, i due indulgono in divertimenti e vizi fino al giorno in cui Ajay perde la testa per Asha (Sulakshana Pandit)  figlia di un ufficiale di polizia. I tentativi del giovane di cambiare vita si intrecciano alle pericolose seduzioni di Kiran (Saira Banu) ragazza avvenente assoldata dal nemico di Vijay per distrarlo ed ottenere informazioni.

HP non sarà un film cult ma si lascia facilmente amare soprattutto se si hanno già nel cuore Amitabh Bachchan, Vinod Khanna e lo spirito delle pellicole dei Seventies. La storia confusionaria se non fosse stata diretta da Mehra difficilmente avrebbe funzionato così bene, la mano del regista si sente nei momenti in cui il film esce dalla sua leggerezza e acquista sfumature diverse, si riconosce  nell’uso del fermo immagine a creare attesa e tensione ma ancora di più nella costruzione della scena drammatica affidata al fuoriclasse Bachchan, un commovente delirio di sfiducia nella spiritualità che lascia ipnotizzati allo schermo. Le caratteristiche della sequenza più intensa del film ci confermano ancora una volta che dietro alla cinepresa era seduto uno dei più grandi autori degli Angry Years.
Riconosciamo le palme di Juhu e le strade di Mumbai, si respira un clima di positività e una contagiosa sensazione di abbandono. Ci sono duetti romantici, imbrogli, imprevisti, parentele da ricostruire, misteriose identità, un’amicizia fortissima che improvvisamente s’incrina per ragioni che capiremo solo alla fine, una madre anziana malata e traumatizzata da uno shock, un villain cattivissimo in cerca dell’identità del figlio perduto. Abbondano gli elementi da gangster story e le stravaganze, Helen si esibisce con movimenti procaci, le due eroine Sulakshana e Saira si adornano con lunghe code di extension, la macchina da presa gira intorno ai protagonisti durante le scene di danza e i set sono costruiti con ammirevole eccentricità: statue di cartapesta , quadri e scaloni monumentali, pareti munite delle più incredibili fessure da cui spiare, casinò superkitsch e lampadari scintillanti.
Non tanto un film quanto uno show, una vivace e ritmata messa in scena, un contenitore di tutti gli elementi più in voga nel decennio. La trama si annulla tra le musiche, le sempre ottime interpretazioni del duo Amitabh Bachchan / Vinod Khanna e gli iperbolici inseguimenti, l’effetto globale è tuttavia più grazioso che caotico. Hera Pheri divenne a suo tempo uno straordinario successo, oggi forse riesce ad essere pienamente appagante solo per gli appassionati del genere mentre ad una seconda visione vengono a galla quei difetti che lo trattengono dal posizionarsi sulla stessa linea d’onore riservata ad altri titoli.

Il mio giudizio sul film *** 3/5


ANNO : 1976

TRADUZIONE DEL TITOLO: misfatti

REGIA : Prakash Mehra

CAST
Amitabh Bachchan……………….. Vijay
Vinod Khanna ………………… Ajay
Saira Banu ……………………………… Kiran
Sulakshana Pandit ……………………. Asha
Shreeram Lagoo ……….. il commissario Khanna
Pinchoo Kapoor ………………. PK


COLONNA SONORA : Kalyanji – Anandji
PLAYBACK SINGERS : Asha Bhosle, Mahendra Kapoor, Kishore Kumar, Lata Mangeshkar


QUALCOS'ALTRO

Sulakshana Pandit, attrice e cantante, è la sorella  di Vijeyta Pandit  (Love Story) e dei compositori Jatin & Lalit autori di molte colonne sonore indimenticabili come Dilwale Dulhania Le Jayenge, Kuch Kuch Hota Hai e Kabhi Kushi Kabhie Gham.

Nel 2000 Priyadarshan dirige un film intitolato Hera Pheri con Akshay Kumar, Tabu,  Paresh Rawal e Sunil Shetty ma non si tratta di un remake.