15 gennaio 2020

UNDER WORLD


Un film noioso che non mi ha affatto annoiata. Tento di capire perchè.
Noia: soggetto sfruttatissimo, sceneggiatura stiracchiata all'inverosimile, narrazione non lineare e un po' caotica, personaggi piatti.
Ma: l'ottimo montaggio, secco e ritmato, batte costantemente le mani all'orecchio per tenerti sveglio. Under World è una sorta di manuale per aspiranti direttori di montaggio. Il montaggio può fare la differenza fra un prodotto inguardabile e uno decente, può raddrizzare una trama sbilenca e celare le smagliature di una sceneggiatura modesta. UW ne è un fulgido esempio. E poi inquadrature sorprendenti, rapidi cambi di scena, cura nei dettagli, fotografia nitida, sound design azzeccato. 

In India il pubblico e la critica lo hanno bocciato. A me UW è piaciuto abbastanza. La singolarità della pellicola cattura. Da un lato è il classico prodotto di intrattenimento: si calca la mano nel tratteggiare il protagonista e l'antagonista, i dialoghi sono zeppi di battute roboanti, non mancano brevi sequenze al rallentatore per sottolineare l'aura eroica, eccetera. Dall'altro, a parte l'impeccabile fattura, UW rinuncia a danze e storie d'amore. Le scene d'azione, più realistiche della media, sono coreografate al minimo, senza mai strafare (vedi il pestaggio al cinema, o l'inseguimento in moto). Gli attori provano a scrollarsi di dosso gli stereotipi dei ruoli loro affidati e ci regalano lampi di buona recitazione. 
UW è un film in bilico fra tradizione e velleità autoriali, mix non del tutto riuscito ma godibile. La regia mi ha ricordato la tecnica magistrale di Ram Gopal Varma, per cui intendo tener d'occhio questo signor Arun Kumar Aravind.

TRAMA

Stalin è il tipaccio numero 1. Ha l'ardire di pestare i piedi ad un gangster locale, e viene pestato da Majeed, il tipaccio numero 2 che in seguito diventa suo amico fraterno. In prigione 1 e 2 incontrano Padmanabhan, un uomo politico, caduto in disgrazia per corruzione (ma dai?), che assegna loro un fumoso incarico in cambio della libertà. Entra in scena Solomon, il tipaccio numero 3 che non intende mollare l'osso.

RECENSIONI

The Hindu:
'One of the things that stand out in Underworld is its conversations. Now, this is not a positive comment, for conversations are not supposed to stand out, but gel in, without making us feel that the person on screen is delivering lines someone else has written. (...) It is almost as if normal conversations are impossible in their parallel world. (...) The central characters are mostly written in vague strokes, with only faint hints of their backgrounds. (...) After a moderately engaging first half, things go quickly downhill, as all the build-up for a face-off seems as hollow as the bombastic lines some of the characters mouth. Riding high on its style quotient, accentuated by an effective background score, Underworld does not have the substance to make it a memorable take on the world of crime. The heft is only in the dialogues, not in its material'.
S.R. Praveen, 05.11.19

Film Companion:
'It’s like the writers don’t believe in conversations. Everything must sound like a statement. (...) Individual scenes get far more importance than the screenplay, and this makes it extremely difficult to remain interested, when you’re already trying hard to keep up with a complicated plot. (...) The cat-and-mouse game the film transforms into feels like it will never end, and what’s worse is the ultraslow pacing the director has opted for. Fights scenes seem extremely generic and even the big reveal in the end is so poorly foreshadowed early on that it comes as no real shock or surprise. The visuals work well, and even the performances, especially that of Lal Jr., stand out in a film let down by its screenplay. In the film’s desperation to be cool, we’re left with a film with no real soul or substance'.
Vishal Menon, 09.11.19

Cinema Hindi: ***
Punto di forza: l'incredibile montaggio salva-film.
Punto debole: l'esile sceneggiatura, i dialoghi pomposi.

SCHEDA DEL FILM

Cast:

* Asif Ali - Stalin
* Farhaan Faasil - Majeed, amico di Stalin
* Lal Jr. - Solomon
* Mukesh - Padmanabhan, politico in prigione
* Muthumani - Pathamavathi, avvocatessa di Stalin

Regia e montaggio: Arun Kumar Aravind
Sceneggiatura: Shibin Francis
Colonna sonora: Yakzan Gary Pereira, Neha S. Nair
Fotografia: Alex. J. Pulickal
Lingua: malayalam
Anno: 2019

CURIOSITA'

* Arun Kumar Aravind nasce come direttore di montaggio (ah, ecco!), e in questo ruolo collabora per anni con Priyadarshan in molte pellicole, fra cui Bhool Bhulaiyaa, Billu, De Dana Dan, Khatta Meetha, Aakrosh, e Kanchivaram (in lingua tamil - vincitore del National Award per il miglior film).
* Riferimenti al cinema indiano: Mohanlal.
* Riferimenti all'Italia: la sequenza dei cacciatori di rane è commentata dalla colonna sonora di Ennio Morricone per Il buono, il brutto, il cattivo.
* Film che trattano lo stesso tema: un oceano, perchè il genere è molto amato in India.

GOSSIP & VELENI

* Farhaan Faasil è il fratello di Fahadh Faasil.
* Mukesh è anche un politico, attualmente in carica in un'istituzione legislativa indiana.
* [Spoiler] Vedo che Stalin prende bene la faccenda della paralisi. E il potente politico che si fa ammazzare come un allocco? 
* Gli effetti speciali sono bruttini: il cinghiale è fintissimo, molto pulp la scena dell'amputazione (ma ho gradito).
* Chi si aspettava gli Abba e i Boney M. come colonna sonora di un film del genere?

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